Ottobre 2nd, 2022 Riccardo Fucile
I VACCINATI CON QUARTA DOSE SONO TROPPO POCHI… E IL NUOVO GOVERNO DEI BOTTEGAI PENSA A RIDURRE LE PRECAUZIONI
Grande preoccupazione inizia a serpeggiare per quella che gli esperti hanno definito «tempesta perfetta».
Il riferimento è all’ipotesi che un’ondata della pandemia di Coronavirus possa arrivare in autunno in concomitanza all’influenza stagionale, che quest’anno rischia di colpire circa 7 milioni di italiani.
Una combo pericolosa, per scongiurare la quale medici e istituzioni sanitarie stanno incoraggiando a vaccinarsi con entrambi gli antidoti. Una co-vaccinazione senza controindicazioni, secondo quanto assicurato a La Stampa da Massimo Andreoni, ordinario di malattie infettive all’Università Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana malattie infettive. Il vaccino antinfluenzale è gratuito e raccomandato per over 60, bambini da 6 mesi a 6 anni e soggetti fragili. Ma dalla comunità scientifica arrivano anche notizie più rassicuranti. «Non credo ci attenda una nuova ondata di Covid, quanto piuttosto una nuova onda»: parola del virologo Fabrizio Pregliasco, che in un’intervista a La Stampa spiega cosa intende con questa espressione. «É come quando si getta un sasso nello stagno: si vengono a creare delle onde concentriche che poi progressivamente si diradano».
Dunque per questo autunno, a suo dire potremmo evitare l’impennata di contagi che si verificò l’anno scorso: «il livello di immunizzazione, tra numero di vaccinati e infetti è piuttosto alto e quindi ci proteggerà dal rischio di ammalarci come un anno fa».
Tuttavia non è il momento di abbassare la guardia, «a partire dall’attenzione alla quarta dose di vaccino». Secondo Pregliasco, infatti, sarebbe opportuno «che si vaccinassero tutti una quarta volta, compresi i bambini».
«Vaccini arma prioritaria, mascherine ancora consigliate nella folla»
Sebbene i più colpiti siano gli over 60, spiega, «maggiore è il numero degli immunizzati, minore è il rischio di nuovi contagi e di pericolo di intasare gli ospedali come in passato».
Per adesso, i vaccinati con quarta dose sarebbero ancora «troppo pochi»: «Circa 3 milioni e duecentomila, che costituiscono il 16,6% del gruppo a rischio». Con le temperature che si abbassano, Pregliasco concorda con l’eventualità di «fare una doppia vaccinazione» per Covid e influenza. Attendere la versione aggiornata dei vaccini per le nuove varianti, d’altro canto, «è una sciocchezza» dal punto di vista del virologo.
Vaccini e varianti
«Non possiamo attendere continuamente nuovi vaccini per nuove varianti», spiega, «dobbiamo intervenire il prima possibile. Stiamo vivendo una fase di transizione tra fase pandemica a quella endemica e il virus è altamente instabile. Con molta probabilità tra 3-4 mesi circolerà una nuova variante, ma questo non deve spaventarci perché dobbiamo imparare a convivere con il virus».
Dunque sebbene i vaccini resteranno «un’arma prioritaria», l’auspicio di Pregliasco è che si arriverà a farli solo una volta all’anno. Riguardo le mascherine e la quarantena per i positivi, si limita a raccomandare l’uso delle prime nei luoghi affollati e per le persone fragili e a sostenere l’utilità della seconda ancora per qualche tempo.
(da agenzie)
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Ottobre 2nd, 2022 Riccardo Fucile
“BASTA SALTARE UNA SOLA RATA, MIGLIAIA DI CASI IN TUTTA ITALIA”
Sarà un inverno al buio? Quel che è certo è che l’impennata nelle
bollette non è l’unico problema da affrontare. Ad esso si accompagna infatti il taglio delle forniture, vale a dire l’improvviso stacco dalla rete dei clienti morosi da parte degli operatori.
Un’operazione che, secondo La Stampa, sarebbe già iniziata: è per esempio il caso di Claudio Porlisi, titolare di un bar a Frosinone. Qualche giorno fa, la sua società di energia gli ha annunciato il distacco di tutte le utenze: luce, gas e telefonia.
Recesso giustificato così in un messaggio: «Alcune offerte sono diventate insostenibili per una eccessiva onerosità sopraggiunta e non prevedibile. Siamo spiacenti».
Caso analogo per Patrizia, titolare di un bar a Roma. Anche per lei sospensione del servizio della luce. La ragione, questa volta, risiede nel fatto che non era riuscita a pagare l’ultima fattura ricevuta: un importo più che quintuplicato, passato da 800 euro a 4mila. Non capita solo ai commercianti ma anche ai condomini: per le morosità pregresse, un palazzo di 30 appartamenti nella periferia di Palermo si è visto rifiutare la riattivazione della fornitura di gas. A un condominio di Genova è stata invece richiesta un’integrazione delle garanzie fornite finora.
La lista nera degli operatori
Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, ha parlato a La Stampa di «pandemia energetica»: «Sono ancora situazioni non troppo diffuse, ma stanno crescendo in fretta: da un focolaio isolato, ci troveremo di colpo con migliaia di casi in tutto il Paese».
Truzzi parla di «un aumento vertiginoso già tra quindici giorni, quando inizieranno ad arrivare le nuove bollette». Basterebbe infatti una sola rata inadempiuta per finire nella lista nera dei fornitori. Anzi, nemmeno: sono attenzionati anche coloro che hanno sempre pagato regolarmente, ma potrebbero avere difficoltà in futuro. La ragione sta nel fatto che alcuni fornitori sono al limite del fallimento, e per scongiurarlo sembrerebbero aver avviato una «scrematura» per tenere solo i clienti meno rischiosi. Utilitalia, la federazione che riunisce 450 piccole utilities, ha parlato di rischio fallimento per 70 società
I parametri per decidere chi rientra o meno nel profilo desiderato sono svariati. Si va dallo storico dei pagamenti al quartiere di residenza. Le compagnie possono interrogare le banche dati dell’Acquirente unico e in un attimo ottenere i profili di chi in passato è stato moroso.
Ma non solo: possono anche verificare, incrociando altri dati, chi ha avuto problemi con il mutuo, con la carta di credito o con le rate.
«Per finire nella lista nera in questa fase così difficile basta anche aver saltato anni fa una rata del prestito per l’auto» avvisa Luigi Gabriele, presidente di Consumerismo. «Dopo la chiusura del contratto nessun operatore si fiderà più di me – ha commentato rassegnato Porlisi –. Avevo una tariffa vantaggiosa, 18 centesimi circa a kWh per una bolletta sui 700 euro circa. Adesso sul mercato libero trovo solo prezzi sei volte più alti. Il mio timore è di non riuscire più a tenere in piedi la mia attività e a 45 anni dove vado?».
(da agenzie)
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Ottobre 2nd, 2022 Riccardo Fucile
QUANDO RICOMPARE PARLA D’ALTRO
“Com’è potuto succedere?». È questa la domanda di un cronista russo ad Andrey Gurulyov, ex vice comandante del distretto militare meridionale della Russia e deputato della Duma, in merito alla rivendicazione ucraina su Lyman in cui fa notare che da diversi mesi le truppe di Putin «non solo non stanno avanzando, ma si stanno ritirando».
Kiev ha, infatti, riconquistato Lyman, la città nella regione del Donetsk dalla quale Mosca ha poi confermato il ritiro. «Non riesco a spiegarmelo», è la prima risposta di Gurulyov, che ha poi attaccato il sistema politico che governa e gestisce la situazione militare.
«Non riesco a capire perché dopo tutto questo tempo non sono stati in grado di valutare accuratamente la situazione, perché non abbiano deciso di rinforzare il gruppo che ha difeso Lyman».
Poi ha incolpato di bugie il sistema: «Il problema è la consegna costante di un buon rapporto che è nella realtà una bugia costante». E ancora: «Questo sistema non va dal basso verso l’alto ma dall’alto verso il basso», stava spiegando quando è stato disconnesso.
In diversi hanno denunciato sui social l’evento. Tra questi la giornalista del Daily Beast Julia Davis che ha poi sottolineato come Gurulyov sia stato poi ricollegato, ma che non ha più approfondito la questione delle menzogne.
(da agenzie)
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Ottobre 2nd, 2022 Riccardo Fucile
“VOTO LEGA E STO CON PUTIN., IL VOTO ERA REGOLARE”… NON HA VERIFICATO UN CAZZO MA IL TRADITORE AVALLA QUELLO CHE NON HA VISTO
Giuseppe Luca Genovese, 41 anni, siciliano di Gela, ha fatto parte
dei 13 osservatori italiani per i referendum sui territori occupati dell’Ucraina. Lo ha fatto su invito delll’autoproclamato ambasciatore italiano nell’altrettanto autoproclamata Repubblica indipendente dell’Abkhazia Vito Grittani.
È stato scortato dai russi in alcuni seggi di Lugansk e Donetsk. «La situazione — dice adesso, al ritorno in Italia — era molto tranquilla. Certo, c’è un clima particolare. Ma le operazioni sono state regolari».
La Tass, citando la sua presenza, lo ha presentato come “membro del comitato internazionale della Lega Nord”.
Lui dice di non essere nemmeno iscritto al Carroccio ma di essere un simpatizzante. E sulle operazioni di voto sostiene che è andato tutto liscio: «Avevamo una scorta, ma non ci limitava. Ma nelle città c’erano parchi con i bambini che giocavano».
Dice di non volersi schierare nel conflitto: «Sono per la pace». Ma quando Claudio Reale gli ricorda che l’Ucraina è stata invasa risponde che «non si parla della guerra che c’è stata nel 2014». Quindi ha ragione Putin? «Non voglio mettermi in una situazione di disagio”
(da agenzie)
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Ottobre 2nd, 2022 Riccardo Fucile
IL SOTTOMARINO POTREBBE TESTARE SILURI NUCLEARI
Un’informativa dell’intelligence della Nato punta il dito sul sottomarino K-329 Belgorod. Indicato come il possibile protagonista del sabotaggio di Nord Stream, è diventato operativo a luglio. Con il compito di testare il siluro Poseidon. Ovvero una testata nucleare che può arrivare a viaggiare per diecimila chilometri. Ed esplode nella vicinanza della costa provocando uno tsunami radioattivo.
Lo stesso effetto dei missili balistici intercontinentali già usati nelle esercitazioni russe. E mentre il leader ceceno Kadyrov esorta il Cremlino a usare le atomiche tattiche in Ucraina, la prospettiva di un attacco nucleare russo si fa sempre più concreta.
Così come le possibili risposte dell’Occidente: «L’atomica per Vladimir Putin è l’ultimo atto. Rischia il golpe», dice il suo ex ghostwriter Abbas Galljamov. Mentre Vlad Mykhnenko, professore a Oxford ed esperto di Russia, dice che a quel punto gli Usa potrebbero scendere in campo.
Il K-329 e i siluri intercontinentali
A parlare del sottomarino K-329 Belgorod e dell’informativa dei servizi segreti dell’Alleanza Atlantica è oggi la Repubblica. Il sottomarino è tornato a immergersi nei mari artici. E si teme che la sua missione sia quella di testare proprio i siluri Poseidon. Gli Stati Uniti hanno attivato una rete di satelliti per avvisare della partenza di siluri. Che all’accensione dei motori registrano un calore fortissimo. Ma i satelliti non vedono quello che accade in mare. E il super-siluro potrebbe essere stato progettato proprio per emettere calore e viaggiare silenzioso prima di raggiungere l’obiettivo.
Il sottomarino K-329 Belgorod ha cominciato il suo percorso di completamento nel 2019. Lungo 184 metri e largo 15, può navigare in immersione a circa sessanta chilometri orari e con un’autonomia senza confini. Si stima che possa rimanere 120 giorni senza tornare in superficie.
Nei giorni scorsi è stato citato nelle analisi sul possibile sabotaggio di Nord Stream. Ma non ci sono prove che si sia allontanato dal Mar Bianco. Sarebbe stato segnalato alle porte dell’Artico. In una serie di test segreti. Il quotidiano aggiunge che il sospetto della Nato, trasmesso ai comandi alleati, è che il sottomarino stia per sperimentare nell’area del Mare di Kara proprio il Poseidon. Chiamato in codice “Status-6”: un siluro lungo 24 metri con una testata atomica probabilmente da due megatoni.
«Si tratta di una categoria di arma completamente nuova – ha raccontato l’esperto H.I. Sutton -. Obbligherà a cambiare la pianificazione delle marine occidentali, portando a definire nuovi requisiti e nuovi mezzi per contrastarla». Il solo annuncio del test potrebbe avere ripercussioni sull’Occidente. Visto che attualmente è un’arma per la quale non esistono difese.
Nucleare, ultimo atto
Chi lo conosce bene però dice che per Putin l’atomica potrebbe costituire l’ultimo atto. Il suo ex ghostwriter Abbas Gallyamov in un’intervista a la Repubblica oggi sostiene che lo Zar è «in guerra con la realtà» e «senza una vera e propria strategia»: «Non è lui il leader. Non è lui a guidare, viene guidato. È in balia degli eventi e delle persone. Non ha più il controllo. Ognuno agisce autonomamente perseguendo i propri obiettivi. È quello che succede quando sei debole e stai perdendo».
Galljamov spiega perché Putin adesso vuole trattare: «Sta perdendo forza e legittimazione. Gli umori di protesta crescono. I consensi calano. È una tendenza che probabilmente non riuscirà a fermare. L’unica questione è quanto velocemente si svilupperà».
E adesso si sta giocando tutto: «Se perdesse l’offensiva in Ucraina, perderebbe anche il potere. E per lui vorrebbe dire il carcere. Se non gli restasse altra via d’uscita, non è escluso perciò che Putin possa decidere di sferrare un attacco nucleare contro l’Ucraina. Certo, non lo vuole. Si tratterebbe dell’extrema ratio. Ma la domanda è se l’esercito gli obbedirà. Perché, se mai Putin decidesse di sferrare un attacco nucleare, vorrebbe dire che è stato totalmente sconfitto sul piano delle armi convenzionali. E che ha perso ogni legittimazione agli occhi degli ufficiali dell’esercito. Che a questo punto potrebbero rifiutarsi di eseguire i suoi comandi. E il rifiuto sarebbe un golpe».
La risposta Usa all’uso dell’atomica
Vlad Mykhnenko, professore di Oxford esperto di Russia, in un’intervista al Resto del Carlino invece parla della possibile reazione Usa. In caso di utilizzo dell’arma tattica nucleare a livello dimostrativo, secondo l’esperto, servirà una risposta militare.
«Con tre opzioni: colpire Putin con un’operazione chirurgica. Oppure prendere di mira obiettivi militari come basi navali e aree. Infine, mettere in ginocchio le infrastrutture civili come la rete elettrica».
Per Mykhnenko la seconda strada è più probabile: «La flotta russa nel Mar Nero, che non è dotata di mezzi nucleari, potrebbe essere in cima alla lista». Ma gli Usa non risponderanno con un attacco atomico: «Mi sembra molto difficile, non credo che si scatenerà l’armageddon nucleare». Se invece Putin sganciasse l’atomica su obiettivi militari o civili, «la Russia diventerebbe ufficialmente un paria a livello globale. Comunque per preparare un’azione del genere ci vuole tempo. L’intelligence occidentale dovrebbe rendersene conto con abbastanza anticipo».
(da agenzie)
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