Ottobre 15th, 2022 Riccardo Fucile
HA PREFERITO MORIRE PIUTTOSTO CHE TRADIRE LA SUA PATRIA (IMPARATE, SEDICENTI PATRIOTI PUTINIANI ITALICI DEL CAZZO)
Lasciare Kherson finita sotto l’occupazione dell’esercito russo per il direttore della Filarmonica Yuryi Kerpatenko non è mai stata un’opzione: restare al proprio posto, fedele all’Ucraina, è stato l’atto di resistenza fino al suo ultimo giorno di vita. Mosca e i filorussi lo tenevano d’occhio da mesi, ma l’ultimo schiaffo non hanno voluto digerirlo.
Al famoso direttore del Music and Drama Theatre Mykola Kulish è stato fatale il rifiuto di esibirsi al concerto del primo ottobre, organizzato dalle forze di occupazione per mostrare il ‘ripristino di una vita pacifica’ dopo l’annessione alla Federazione seguita ai referendum di fine settembre.
Il Ministero della cultura di Kiev ha infatti reso noto che l’esercito russo lo ha ucciso sparandogli a freddo nella sua abitazione.
«Si è saputo del brutale omicidio del direttore del Kherson Music and Drama Theatre. Dopo che Kerpatenko si è rifiutato di collaborare con gli occupanti, l’esercito russo lo ha eliminato a colpi di arma da fuoco, nella sua stessa abitazione. Esprimiamo le nostre più sentite condoglianze ai parenti e ai colleghi di Yuryi. Memoria eterna», ha scritto il ministero.
La giornalista ucraina Olena Vanina, che parlava spesso al telefono con Kerpatenko ha sottolineato su Facebook che al momento «i dettagli dell’omicidio sono difficili da scoprire».
«Abbiamo saputo che il direttore della Filarmonica di Kherson è stato ucciso dagli occupanti. Si è rifiutato di lavorare con loro, sono andati a casa sua e gli hanno sparato proprio lì. Aveva smesso di contattarmi da settembre», ha raccontato. Kerpatenko – riportano i media ucraini – non aveva paura di dire come la pensava.
Fin dai primi giorni dell’occupazione russa ha mostrato apertamente la sua posizione. E, cattiveria della sorte, la sua vita è andata persa proprio ora che la speranza per Kherson sembra aver riaperto la porta.
Proprio ieri il Financial Times ha riferito che le intelligence e funzionari militari occidentali «stimano che l’Ucraina potrebbe riprendersi la città già entro la prossima settimana».
Come del resto farebbe pensare l’appello lanciato dai filorussi a Mosca – pienamente accolto – per evacuare i civili (pro-Mosca) e scappare dalle unità ucraine che hanno cominciato a sfondare le linee del fronte russo a Kherson all’inizio del mese.
Yuryi Kerpatenko era salito sul podio da direttore d’orchestra nella Filarmonica regionale nel 2000. Poi, dopo quattro anni, era diventato primo direttore del Music and Drama Theatre. Se Kiev dovesse liberare effettivamente Kherson, toccherà a un altro dirigere il concerto della vittoria. E c’è da scommetterlo dedicare le prime note a Yuryi.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 15th, 2022 Riccardo Fucile
ALCUNI (COME GIRKIN) SONO SCOMPARSI DA LUNEDÌ … INTANTO UN UFFICIALE DEL FSB E UN MERCENARIO DI WAGNER HANNO CHIESTO ASILO IN FRANCIA
Nove dei blogger militari russi più noti durante tutta la guerra russa in Ucraina, che su Telegram erano stati (da posizione ultranazionalista) critici con la gestione della guerra di Putin sono finiti nel mirino del generale Gerasimov, e alcuni (come Girkin) sono scomparsi da lunedì. Riferisce Mash che sono indagati da Roskomnadzor – l’autorità russa che vigila sulla telecomunicazioni e l’informazione – con l’accusa possibile di aver screditato le forze armate russe. L’indagine sarebbe stata avviata con il consenso del capo del General Staff, il generale Valery Gerasimov. La notizia viene confermata anche da Gazeta.ru.
Secondo qualcuno (per esempio il blogger militare Boris Rozhin), «Girkin è andato al fronte come parte di una delle formazioni di volontari (cosa vietata dal 2014»). Di sicuro però è anche lui nel mirino dell’autorità giudiziaria di Mosca.
I “milblog”, il mondo dei blogger militari russi, è stato in queste settimane di controffensiva ucraina una manna per la circolazione di informazioni non filtrate dalla censura del Cremlino o edulcorate dalla propaganda di stato russa, e per questo questi uomini sono stati spesso utilizzati da reporter e analisti occidentali come fonti, anche da La Stampa, perché raccontavano la guerra da un punto di vista russo ma, paradossalmente, dicendo la verità su quello che accadeva sul campo di battaglia.
Tra i blogger sotto inchiesta c’è appunto Igor Girkin, forse il più famoso di loro, l’uomo dell’oligarca Konstantin Malofeev nel Donbass nel 2014, accusato di aver dato l’ordine di abbattere l’aereo malese MH17 in Donbass, oggi un commentatore ultranazionalista molto critico con le debolezze militari dell’azione dell’esercito russo. Tra le altre figure sotto indagine ci sono Semyon Pegov (WarGonzo) e Vladlen Tatarsky – di cui, entrambi, La Stampa aveva ampiamente raccontato.
Altri indagati sono Yuri Podolyaka, Sergey Mardan, Igor Dimitriev, gli autori di GreyZone (un canale legatissimo alla brigata Wagner), Rybar (le cui cartine sulla rotta russa a Kherson sono state fondamentali per molti osservatori) e, all’improvviso, anche Kristina Potupchik.
Il contenuto dei loro canali sarebbe in queste ore analizzato dal Roskomnadzor per verificare la presenza di falsi, diffamazioni e altri elementi vietati e punibili.
L’indagine come detto parte da Gerasimov stesso, è gestita dalla Procura Generale e è condotta dal capo del dipartimento per la supervisione dell’esecuzione della legge sulla sicurezza federale, il terrorismo, l’estremismo e le relazioni inter-etniche. I blogger rischiano fino a tre anni di carcere.
Si tratta, giova ripeterlo, non di dissidenti o reporter critici con Putin, o reporter critici con l’aggressione all’Ucraina, ma di reporter o militanti ultra filorussi che hanno criticato la gestione concreta della guerra in Ucraina, spesso finendo su posizioni oggettivamente vicine a quella del mondo Wagner, di Evgheny Prigozhin.
Il che però inserisce una frattura in più dentro le tante scissioni nel potere russo che abbiamo raccontato in questi mesi. Pegov, di Wargonzo, ha raccontato che alcuni strani intermediari gli hanno offerto denaro per scrivere cose positive su singoli leader militari russi (probabilmente per fargli dire che si sono comportati bene sotto il fuoco ucraino).
Le parole di Pegov sono molto importanti, perché rivelano una delle modalità con cui agiscono i russi nella infowar a qualunque latitudine (anche in Italia): avvicinano blogger, free lance, e giornalisti amici, attraverso intermediari e figure non ufficiali.
Dice Pegov: «Sì, ci sono stati approcci attraverso intermediari con offerte finanziarie – per effettuare depositi a pagamento per glorificare alcuni leader militari, ma siamo contrari a questo approccio per una questione di principio. Non lodiamo né rimproveriamo nessuno per denaro. La nostra posizione, così come il nostro silenzio, non può essere comprata».
Un passaggio del post di Pegov (Wargonzo) in cui denuncia di esser stato avvicinato da intermediari che gli hanno offerto soldi per fornire un racconto edulcorato della situazione sul campo di battaglia
Tra l’altro, Pegov nota come la lista degli indagati sia eterogenea, e comprenda persino chi, come Rybar, «ha raccolto 200 milioni di rubli per aiutare il fronte (cioè, qualcuno nel Ministero della Difesa ha rubato e non ha rifornito il fronte – e lui ha raccolto e rifornito e ora è nella lista di quelli non affidabili». Noi, dice, serviamo «la Madrepatria nel modo più onesto possibile, quelli che dal fronte interno di un ufficio di Mosca scrivono certificati traditori su di noi – che lavoriamo in prima linea – sono pronti per questo? – grande domanda».
A confermare le fratture sempre più gravi dentro il sistema che ruota attorno al Cremlino, arriva un’altra notizia: un ufficiale dell’FSB e un mercenario della brigata “Wagner” (di Evgheny Prigozhin) hanno chiesto asilo politico in Francia, ha comunicato a The Insider il fondatore di Gulagu.net, il dissidente russo a Biarritz Vladimir Osechkin, di recente vittima di un tentato omicidio da parte di sicari russi.
«Aiuteranno – ha spiegato Osechkin – le indagini sui crimini di guerra della Russia e riveleranno gli schemi di corruzione dell’FSB e della “Wagner”».
(da La Stampa)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 15th, 2022 Riccardo Fucile
RETROSCENA: BERLUSCONI AVEVA ACCETTATO IL NO DELLA REGINA DELLA GARBATELLA SULLA RONZULLI MINISTRO, MA AVEVA CHIESTO IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA PER LA CASELLATI… MA SE LA MELONI VUOLE DECIDERE ANCHE I NOMI DEGLI ALTRI PERCHE’ NON SI FA IL GOVERNO DA SOLA?
Berlusconi, prima di recarsi al Senato per non votare La Russa, ha avuto un colloquio alla Camera con Giorgia Meloni. Fonti autorevoli affermano che il Patriarca di Arcore aveva accettato il no, secco come un cassetto chiuso con una ginocchiata, della premier in pectore sulla Ronzulli ministro, in qualsiasi fascia, anche quella Gibaud.
All’espressione di compiacimento di Giorgia, il Cavaliere ha subito scodellato la contropartita: il ministero della Giustizia e il sottosegretario all’Editoria. Insomma, ha pensato ai suoi processi ancora in essere con vari tribunali e al suo impero Mediaset. E per la Giustizia ha scodellato due nomi: l’avvocato Francesco Paolo Sisto (che l’ha difeso a Bari nel processo per le escort portate in via del Plebiscito da Giampi Tarantini) e quella della svolazzante Casellati.
La leader di Fratelli d’Italia si è riservata di decidere. Perché sa bene che la Giustizia è un dicastero sensibile, delicatissimo visto il potere della magistratura, che è stato peraltro oggetto delle riforme imposte da Bruxelles per intascare il Pnrr (riforma Cartabia).
Alle parole della Meloni di prendere tempo per decidere, Berlusconi non ci ha visto più, è uscito fuori di sé: ma come, la Casellati è stata presidente del Senato, seconda carica istituzionale, e anche Mattarella non può dire no! A quel punto la Meloni ha soprasseduto, lasciando la questione in aria: fammi riflettere e troveremo la quadra.
Una volta che Silvio si è trovato davanti i senatori di Forza Italia, l’amarezza dell’incontro della Meloni si è trasformata in un vaffa.
Il senatore più accanito e smanioso di dare una lezione all’”arrogante, supponente, offensiva” Regina della Garbatella, oltre alla solita Licia, e i ronzulliani Micciché, Sisto, Barachini, Dario Damiani (pugliese amico di Pietro Ruffo, caro a Licia), è stato Maurizio Gasparri .
Una volta riuniti intorno a Berlusconi i ronzulliani hanno cominciato a tuonare: diamo una lezione alla Meloni, senza i nostri 18 voti La Russa non viene eletto, se cediamo oggi ci faranno polpette domani, e quando “Quella” capirà che senza di noi non inizia la legislatura, vedrai che alla seconda votazione scenderà a più miti consigli.
Il resto è cronaca: un paio di telefonate, una cena della Santadeché con Renzi e oplà ecco recuperati i voti di Forza Italia. E il Berlusca è finito umiliato
Dopo il “vaffa” di ieri sera a Berlusconi (“non sono ricattabile”), gli irriducibili di “Kiss me Licia” sono ancor più incarogniti e vogliono la rottura della coalizione ma Silvio tentenna, la situazione internazionale ed economica è drammatica, sa che si farebbe un nemico in Mattarella, un governo lo devono metter su, e Forza Italia rappresenta la parte liberale, quel centro senza il quale diventerebbe un esecutivo di destra.
Poi c’è il fatto che Tajani, che ha in mano il 50 per cento del partito, smania per ricoprire la carica di ministro degli Esteri e ora il Cavaliere si trova i romani governisti contro i ribelli ronzulliani del nord.
Con i primi che non vogliono assolutamente correre il rischio di tornare al voto e molti sono già in contatto con Crosetto per saltare sul carro di Fratelli d’Italia e lasciare i ronzulliani al loro destino.
Ora le strade della Meloni per Palazzo Chigi sono diventate vicoli strettissimi. Nelle prossime ore dovrebbe esserci un incontro tra l’ex Caimano, tornato ad Arcore) e Salvini, nelle funzioni di mediatore.
Cosa imbarazzante: dopo essere stato per anni culo e camicia con Licia contro la Meloni, l’ex disc-jockey del Papeete ora è accusato di alto tradimento dalla zarina di Arcore per il suo rifiuto di astenersi sul voto a La Russa.
Ma dopo la disfatta elettorale il poveretto non poteva permettersi di perdere pure la poltrona alla presidenza della Camera con l’astensione di Fratelli d’Italia.
(da Dagoreport)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 15th, 2022 Riccardo Fucile
LETTA CRITICA LE SUE SCELTE E LEI CHIEDE “SCUSE IMMEDIATE”: DATELE UN CALMANTE
«Sono gravissime le parole pronunciate dal segretario del Pd». La presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni risponde così, con una nota, alle critiche mosse da Enrico Letta durante il congresso dei Socialisti europei a Berlino.
Secondo il leader del Pd, «l’inizio di questa legislatura è il peggiore che potesse esserci», si è cominciato con «una logica incendiaria da parte di chi ha vinto le elezioni».
Letta sostiene che «chi ha vinto, invece di riappacificare il Paese, lo sta dividendo», riferendosi al fatto che il centrodestra abbia deciso di mettere due dei suoi esponenti alla presidenza delle Camere: il leghista Lorenzo Fontana a Montecitorio e il fondatore di FdI Ignazio La Russa a Palazzo Madama.
«Sono scelte che fanno slittare ancora più a destra la maggioranza», ribadisce Letta che poi avverte che così facendo si rischia di rompere «ogni possibilità anche di un rapporto fra maggioranza e opposizione, che è un rapporto nell’interesse del Paese».
Meloni, in qualità di leader del partito che ha vinto le ultime elezioni e di presidente del Consiglio in pectore, risponde dicendo che «è scandaloso» il fatto che Letta affermi all’estero «che l’elezione dei presidenti dei due rami del Parlamento sia motivata da una sedicente “logica perversa” e “incendiaria”» e che «la scelta dei parlamentari italiani confermi “le peggiori preoccupazioni in giro per l’Europa”». Per questo motivo, Meloni chiede che «Letta si scusi immediatamente».
A stretto giro arriva la replica del vice segretario del Pd, Peppe Provenzano, a nome del Nazareno: «Giorgia Meloni pretende le scuse da noi, primo partito d’opposizione. Si assuma la responsabilità di aver diviso il Paese con scelte estremiste ai vertici delle istituzioni. Pensi a formare un governo e dare risposte, se ne è capace. Non ha il potere di dirci come fare opposizione».
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 15th, 2022 Riccardo Fucile
NEI PRIMI 8 MESI DELL’ANNO LE ENTRARE TRIBUTARIE SONO STATE PIÙ ALTE DI BEN 42 MILIARDI RISPETTO AL 2021. MA È QUASI TUTTO “MERITO” DELL’INFLAZIONE CHE HA GONFIATO LE IMPOSTE COME L’IVA
Le entrate spingono i conti pubblici del nostro Paese e in misura minore potrebbero continuare a farlo anche nel complicato 2023 che si profila.
Il nuovo governo però dovrà confrontarsi, oltre che con la necessità di tamponare la crisi energetica in un contesto di probabile recessione, anche con quella di gestire il debito pubblico.
Lo ha ricordato ieri il Fondo monetario internazionale, che ha comunque evidenziato in positivo i progressi del nostro Paese sul fronte degli approvvigionamenti di gas: la diversificazione delle fonti ha permesso di ridurre i rischi.
Nella Nadef, la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, l’esecutivo guidato da Mario Draghi aveva quantificato in circa 10 miliardi (lo 0,5 per cento del Pil) la somma disponibile per finanziare un nuovo pacchetto di aiuti a famiglie e imprese. Si tratta più esattamente della differenza tra l’obiettivo di deficit fissato in primavera e il disavanzo effettivo atteso per la fine dell’anno, migliore della precedente previsione grazie proprio all’ottimo andamento delle entrate.
Che il gettito tributario sia fortemente positivo lo ha confermato ieri anche la Banca d’Italia. Le entrate nei primi otto mesi dell’anno hanno toccato quota 330,5 miliardi, 42,3 in più rispetto allo stesso periodo del 2021: l’incremento percentuale è del 14,7 per cento.
Il flusso dei tributi beneficia dei comportamenti dei contribuenti ma soprattutto dell’andamento dell’inflazione, che gonfia in particolare imposte come l’Iva. Il debito pubblico, informa sempre la Banca d’Italia, è calato ad agosto di 12,8 miliardi rispetto al picco del mese precedente, attestandosi a 2.757,8 miliardi.
Da Washington Alfred Kammer, direttore del Dipartimento europeo del Fmi, spiega che «in una situazione di minor crescita e aumento dei tassi d’interesse, l’Italia dovrà essere molto concentrata sulla sua situazione di bilancio, sulla riduzione del rapporto debito/Pil nel solco del precedente governo, e gli sviluppi più recenti richiederanno uno sforzo di bilancio più ambizioso».
Intanto però l’inflazione si ripercuote sull’andamento dell’economia scoraggiando i consumi delle famiglie.
Confcommercio ha calcolato per il mese di settembre una riduzione su base annua del 2 per cento. A essere sacrificati sono gli acquisti di elettrodomestici e mobili, ma la prudenza inizia a farsi sentire anche per voci come l’abbigliamento e gli alimentari.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 15th, 2022 Riccardo Fucile
A CHI GLI CHIEDE DEL MEF, IL DON ABBONDIO DEL CARROCCIO (CHE NON MASTICA L’INGLESE) RISPONDE FACENDO FINTA DI NIENTE: “IO?”
Lorenzo Fontana è diventato presidente della Camera e il momento dell’elezione è stato molto sentito dai leghisti. Almeno per due ore, fino a quando l’ex ministro Giancarlo Giorgetti non ha infranto la magia, rivolgendosi con una battuta a Mauro Berruto, ex ct della nazionale di pallavolo eletto con il Pd: «Vedrai che non conteremo un cazzo».
Ma come? Dopo l’elezione del presidente della Camera? All’inizio Giorgetti non vuole aggiungere altro, dice solo di non poter parlare.
Ma poi commenta a Domani: «Ho spiegato a Berruto, che conosco perché ero nel mondo dello sport che uno arriva in parlamento pensando di spaccare il mondo, invece ci sono tanti altri poteri che contano».§
Un potere potrebbe in realtà essere affidato proprio a lui, il ministero dell’Economia, la casella che la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni vorrebbe affidargli. Giorgetti non solo non conferma, ma fa finta di niente: «Io?».
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 15th, 2022 Riccardo Fucile
“FONTANA È PERICOLOSO, PERCHÉ RISPETTO A LUI FERDINANDO DI BORBONE ERA UN RIVOLUZIONARIO. SI È PRESENTATO SULLO SCRANNO CON ALBERTO DA GIUSSANO, NON GLI HANNO DETTO CHE DEVE RAPPRESENTARE TUTTI GLI ITALIANI”
Alla convention dei giovani industriali a Capri show dialettico del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca contro i nuovi presidenti delle Camere. “La loro elezione è un esempio di politica politicante, alla Scilipoti. Hanno comprato i voti”. L’affondo più pesante è contro il leghista Lorenzo Fontana al quale De Luca, senza nominarlo, da addirittura del “troglodita”.
E aggiunge: “Il leghista si è presentato sullo scranno con Alberto da Giussano, non gli hanno detto che è stato eletto presidente della Camera e dovrebbe rappresentare tutti, a me dei leghisti e di Alberto da Giussano non me ne frega niente”.
Alla parola “troglodita”, il conduttore David Parenzo interviene: “Stiamo parlando del presidente della Camera, la terza carica dello Stato”.
“La Russa e Fontana non mi sembrano grandissime scelte di innovazione politica ma di politica politicante. Fontana è perfino pericoloso, perché rispetto a Fontana Ferdinando di Borbone era un rivoluzionario”, aveva detto poco prima Vincenzo De Luca aprendo la tavola rotonda con i governatori di Puglia, Michele Emiliano, e Calabria, Roberto Occhiuto, al convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria. “Non ho smaltito l’emozione per questi episodi istituzionali di assoluto rilievo, l’elezione di Ignazio Benito La Russa e di quell’altro”.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 15th, 2022 Riccardo Fucile
IL “BENVENUTO” DEL GRUPPO COMUNISTA “CAMBIARE ROTTA”
«Benvenuto presidente La Russa. La resistenza continua». Ieri sera, intorno alle 21:30, è apparso sul Ponte degli Annibaldi a Roma, davanti al Colosseo, uno striscione con questa frase.
Il nome del nuovo presidente del Senato e fondatore di Fratelli d’Italia era scritto sottosopra, cosa che richiama quanto accaduto il 29 aprile 1945 in piazzale Loreto a Milano quando il cadavere di Benito Mussolini venne appeso a testa in giù.
A rimuovere lo striscione è stata una pattuglia dei carabinieri che passava di là e che poi lo ha sequestrato. Quelle parole, però, non erano anonime come quelle apparse sulla saracinesca di FdI nel quartiere romano della Garbatella nelle stesse ore.
La firma riportata era quella di “Cambiare rotta – organizzazione giovanile comunista” che poi nel suo profilo Facebook ha spiegato il gesto.
«Ci tenevamo a portare i nostri sentiti auguri di benvenuto al nuovo presidente del Senato, Ignazio La Russa», inizia il post con ancora il nome del senatore scritto al contrario. «A quanto pare, la sua figura è ben apprezzata anche dai partiti della fantomatica “opposizione antifascista”», continuano probabilmente riferendosi al fatto che per la sua elezione è stato decisivo il soccoso arrivato da alcuni senatori dell’opposizione, «saremo ben lieti di mostrare a questo e a questo Parlamento il significato di antifascismo militante».
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Ottobre 15th, 2022 Riccardo Fucile
FORZE RUSSE SEMPRE PIU’ IN DIFFICOLTA A MANTENERE LE POSIZIONI
La battaglia per mantenere il controllo di Kherson per Mosca si fa sempre più difficile. Le forze ucraine lanciano un’offensiva in direzione di Berislav, nella regione meridionale di Kherson, l’area in cui le truppe russe sono più esposte e soffrono i maggiori problemi di rifornimento logistico.
Le truppe ucraine, nelle prime ore di oggi, hanno iniziato lo sbarramento d’artiglieria, passando poi all’offensiva con forze comprendenti due gruppi tattici con battaglioni corazzati e fanteria motorizzata.
Uno dei gruppi ha attaccato le postazioni russe nei pressi di Novaya Kamenka, partendo da Novogrigorovka, l’altro ha investito la cittadina di Dudchany.
Nei giorni scorsi le forze di Kiev avevano accumulato truppe e mezzi e condotto ricognizioni in forze, utilizzando anche gruppi di sabotaggio e raccolta informazioni.
Ieri erano stati lanciati una serie di attacchi verso i centri di Dudchany, Pyatikhatka e Ischenko, ma erano stati respinti. I russi, invece, avevano effettuato alcuni assalti contro le postazioni delle Forze armate ucraine nei pressi di Sukhoi Stavka, senza ottenere alcun risultato significativo.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »