Ottobre 20th, 2022 Riccardo Fucile
MA QUESTO DOVE HA STUDIATO?
Il Presidente della Camera dei Deputati Lorenzo Fontana ha sbagliato a pronunciare la prima persona del verbo “indire”, trasformando così il senso della frase. È una questione di accentazione. Invece di dire: «Indìco la votazione per schede», il Presidente della Camera ha detto: «Ìndico la votazione per schede», che è voce del verbo “indicare”.
È successo oggi nel dare il via all’elezione dei vicepresidenti della Camera.
È probabile che si sia trattato di un errore giocato dalla tensione del momento ma sui social la gaffe è diventata subito virale. Anche l’account Twitter Crazy Ass Moments in Italian Politics, noto per pubblicare e commentare gli eventi comici o assurdi della politica italiana, ha condiviso il video della gaffe di Fontana.
Alcuni utenti si sono chiesti, commentando ironicamente l’accaduto: «Cosa vuole indicare Fontana?».
La gaffe di oggi di Fontana segue di poco la notizia di cui si è parlato pochi giorni fa, riguardante un altro errore del Presidente della Camera, in quel caso scritto. Nella sua scheda personale depositata a Montecitorio, Fontana ha sbagliato a scrivere la parola “impiegato” utilizzando la “n” al posto della “m” davanti alla consonante “p”.
Nella scheda in questione l’errore è stato ripetuto per due volte e i social non l’hanno perdonato: la foto della scheda in questione è diventata virale ed è stata ampiamente commentata dagli utenti e dalla stampa.
(da agenzie)
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Ottobre 20th, 2022 Riccardo Fucile
STORIE DI UN ESERCITO DI DELINQUENTI AL SERVIZIO DI UN CRIMINALE
I soldati russi hanno violentato in gruppo una madre ucraina di 22 anni, torturato il marito, costretto la coppia ad avere un rapporto sessuale davanti a loro e infine stuprato la loro bimba di 4 anni.
L’episodio in questione si è svolto a marzo scorso. È questa una delle terribili storie rivelate all’interno dell’ultimo rapporto delle Nazioni Unite sui crimini di guerra commessi in Ucraina.
Nel dossier, pubblicato martedì, come rende noto Al Jazeera, e riguardante episodi verificatisi tra fine febbraio e marzo nelle regioni di Kiev, Chernihiv, Kharkiv e Sumy, tre membri della Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sull’Ucraina hanno affermato di aver documentato “modelli di esecuzioni sommarie, reclusione illegale, tortura, maltrattamenti, stupri e altre violenze sessuali”, commesse nelle aree occupate dalle forze armate russe
Nel documento sono tante le storie di abusi. Tra queste, c’è quella di una donna di 83 anni violentata davanti al marito disabile dalle truppe russe durante l’occupazione di un villaggio nella regione di Chernihiv. Ancora, una 56enne residente in un villaggio nella regione di Kiev ha rivelato come tre soldati russi abbiano fatto irruzione nella sua casa, con due di loro che l’hanno violentata e il terzo che guardava. Prima di andarsene, le hanno rubato cibo e denaro.
In molti casi, i soldati russi uccidevano i mariti delle donne – o minacciavano di farlo – non appena cercavano di difendere le loro mogli e impedire loro di violentarle.
“Sono stati documentati anche altri episodi di violenza sessuale contro donne, uomini e ragazze”, si legge nel rapporto, che sottolinea come anche le forze ucraine abbiano commesso presunti crimini di guerra, inclusi i casi di due persone che sono state colpite da colpi di arma da fuoco, ferite o torturate.
“L’impatto di queste violazioni sulla popolazione civile in Ucraina è immenso. Migliaia di vite umane sono state distrutte”, ha dichiarato Erik Mose, presidente della commissione.
(da Fanpage)
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Ottobre 20th, 2022 Riccardo Fucile
“SMENTITE, CONTESTUALIZZAZIONI SONO SOLO DETTATE DALLE PRESSANTI RICHIESTE DI COLLABORATORI E ALLEATI. QUELLA DEL CAV E’ LA NARRAZIONE SULLA GUERRA DI UCRAINA PIÙ VICINA ALLA VERSIONE RUSSA CHE SI POSSA ASCOLTARE DA UN POLITICO EUROPEO”
La verità sulle frasi di Berlusconi carpite dagli audio filtrati in questi giorni – per quanto possa sembrare disarmante – è che si tratta semplicemente di quel che il leader di Forza Italia pensa.
Smentite, contestualizzazioni, messe a punto, correzioni sono solo dettate dalle pressanti richieste di collaboratori e alleati, in vista della formazione del governo.
Ma quel che Berlusconi ha raccontato ai deputati di Forza Italia, vincolandoli al piu assoluto riserbo, su Putin e Zelensky è parola per parola quello che aveva detto in tv, senza ovviamente vincoli di sorta, da Vespa tre giorni prima delle elezioni.
Nella sostanza – che è ciò che conta – si tratta della narrazione sulla guerra di Ucraina più vicina alla versione russa che si possa ascoltare da un politico europeo, in totale contraddizione con le posizioni del governo ancora in carica e delle deliberazioni parlamentari a cui anche Forza Italia ha dato il suo sostegno.
Poi Berlusconi può rivendicare, atti alla mano, la sua 28ennale adesione ai principi euroatlantici e tutto il resto. Ma nessun altro leader occidentale si vanta di ricevere regali e dolcissimi lettere da Vladimir Putin, e di ricambiare. E nessun altro leader si permette allusioni negative sul presidente di un paese aggredito, dopo averlo accusato di aver provocato la guerra “triplicando gli attacchi alle regioni del Donbass”.
Coi riflessi condizionati della politica italiana si prova a ipotizzare quali siano i motivi tattici di queste uscite: contro Meloni, o per andare a un governo a maggioranza diversa, eccetera.
Dovrebbe invece interessare di più il fatto in sé: parlando per la prima volta agli eletti del suo partito, Berlusconi ha fatto un discorso, “impreziosito” dal vincolo di riservatezza, che non avrebbe stonato in quella ormai nota trasmissione del primo canale della tv russa.
Non solo: ha ripetuto tesi che aveva già espresso tre settimane prima, confermando che quella è la sua opinione radicata, altro che sbandamenti o travisamenti.
E fino a prova del contrario quella è la linea di Forza Italia, ascoltati gli applausi e verificata l’assenza di dissensi.
Anche perché quelle tesi, simpatizzanti per Putin, severe con Zelensky, preoccupate per un aiuto agli ucraini che ci porta grandi spese e in cambio un salasso energetico e economico, sono in sintonia con una corrente minoritaria ma ben presente nell’opinione pubblica italiana. In sprezzo a leggi e trattati, in omaggio alla legge del più forte, fedeli a un solo principio, quello del “cosa mi conviene”, e magari simulando già il battito di denti per un inverno freddissimo senza gas, nel bel mezzo dell’ottobre più caldo di tutti i tempi.
Enrico Mentana
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Ottobre 20th, 2022 Riccardo Fucile
IL 44% CREDE CHE IL GOVERNO SARÀ “MODERATO”, E IL 31% CHE DURERÀ A LUNGO “MA MALE A CAUSA DELLE LITI CONTINUE”
Nando Pagnoncelli, in collegamento con Giovanni Floris a DiMartedì, su La7, nella puntata del 18 ottobre, illustra il suo sondaggio
Alla domanda sul neo presidente della Camera – “apprezza la scelta di Lorenzo Fontana come presidente della Camera?” – ha risposto “no” il 40 per cento e “sì” il 29 per cento.
Ma un terzo degli italiani non lo conosce proprio e sospende il giudizio. Poi all’altra domanda: “Pensa che il prossimo governo…?”. Il 44 per cento risponde che “sarà moderato”, il 40 per cento che “sarà molto di destra” e il 16 per cento non sa o non indica.
E attenzione. Al quesito: “Come commenta lo scontro tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni?”. Il 42 per cento ha risposto che “ha fatto una brutta impressione”, il 36 per cento pensa che “sia una cosa normale” e il 22 per cento “non sa o non indica”.
E “riguardo alla coesione interna del prossimo governo”, si chiede infine, “lei cosa si aspetta?”.
La risposta è: che “governerà a lungo ma male a causa di liti continue” il 31 per cento. Che “si spaccherà presto, senza riuscire a governare” il 23 per cento e che “governerà a lungo e bene, rimanendo compatto” il 30 per cento”.
(da agenzie)
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Ottobre 20th, 2022 Riccardo Fucile
PREOCCUPAZIONE EVIDENTE PER LA LINEA DI POLITICA ESTERA DELL’ITALIA
Le ultime affermazioni di Silvio Berlusconi su Vladimir Putin, che stanno causando fibrillazioni all’interno della maggioranza, nono sono passate inosservate all’estero.
Diversi giornali stranieri hanno infatti ripreso la notizia. “Berlusconi dice di essersi scambiato una ‘dolce lettera’ con Putin”, “Berlusconi dice che Putin gli ha mandato della vodka e una dolce lettera”, “Berlusconi si è riavvicinato a Putin, gli ha mandato del vino e una dolce lettera”: sono solo alcuni dei titoli apparsi nelle principali testate internazionali.
Il Financial Times, ad esempio, ha commentato la notizia scrivendo che queste ultime dichiarazioni del Cavaliere “che suggeriscono il riaccendersi de suo ‘bromance’ con Putin, non faranno che riaccendere le ribollenti preoccupazioni sulla direzione della futura politica estera italiana e sull’approccio del Paese alla guerra in Ucraina dopo che il governo di Meloni prenderà il sopravvento”.
E ancora, il quotidiano britannico sottolinea come nonostante la leader di Fratelli d’Italia abbia criticato ferocemente l’invasione russa dell’Ucraina, “i due alleati da cui dipende la sua coalizione, Berlusconi e Matteo Salvini della Lega, sono entrambi ammiratori di lunga data di Putin, che hanno messo in chiaro il loro disagio verso la dura posizione dell’Ue nei confronti di Mosca”.
Anche Reuters ha riportato la notizia, scrivendo che “Berlusconi spesso si è spesso vantato della sua amicizia con Putin fino all’invasione dell’Ucraina, e ha creato una tempesta il mese scorso quando ha detto che Putin è stato spinto alla guerra per mettere ‘gente decente’ al governo a Kiev”.
E ancora: “Le relazioni tra la coalizione di destra in Italia e la Russia sono sotto osservazione. Matteo Salvini, leader del partito anti-migranti della Lega, ha spesso elogiato Putin e ha anche indossato una maglietta con stampata la faccia del leader russo”. Reuters ha anche citato altre affermazioni di Lorenzo Fontana, neo eletto presidente della Camera, che ha avvertito delle conseguenze che potrebbero avere le sanzioni contro la Russia.
Il quotidiano spagnolo El Pais ha cominciato l’articolo scrivendo che il ritorno di Silvio Berlusconi in Senato dopo nove anni di assenza ha sollevato le polemiche: “Nell’ultima delle sue controversie il protagonista è il presidente russo”, si legge. Non solo, il giornale sottolinea come Berlusconi abbia definito il presidente russo come “un uomo di pace”.
Infine, il tedesco Die Welt, ha scritto che “l’ex presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, con delle dichiarazioni sull’amico Vladimir Putin ha alimentato ancora una volta i dubbi sulla determinazione del futuro governo ad agire contro Mosca”. E ancora: “Alcuni italiani e ucraini sono preoccupati per il sostegno del Paese mediterraneo a Kiev nella guerra contro la Russia, una volta che si sarà insediato il nuovo governo guidato dalla vincitrice delle elezioni Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, partito di estrema destra. Solo poche settimane fa, Berlusconi aveva affermato che Putin fosse stato spinto ad attaccare”.
(da agenzie)
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Ottobre 20th, 2022 Riccardo Fucile
IL SUO GOVERNO AL CAPOLINEA DOPO MENO DI DUE MESI
Ad appena sei settimane dall’insediamento del suo governo, Liz Truss si è dimessa dalla carica di primo ministro. L’annuncio, avvenuto di fronte alla residenza di Downing Street, arriva dopo settimane tumultuose per l’esecutivo conservatore.
La sua controversa manovra di bilancio, annunciata a settembre, ha causato panico sui mercati e proteste in tutto il Paese.
La scorsa settimana, la premier conservatrice ha rinunciato alla manovra economica di impronta neoliberista e sostituito il suo cancelliere dello Scacchiere Kwasi Kwarteng con il tecnocrate Jeremy Hunt. La marcia indietro di Truss, però, non è bastata.
Ieri pomeriggio si è dimessa anche la ministra dell’Interno, Suella Braverman, e in serata il governo ha rischiato di essere sconfitto dall’opposizione in una votazione alla Camera che la stessa Truss aveva definito come «un voto di fiducia».
Ieri pomeriggio, sempre alla Camera, c’è stato anche un altro momento critico per Truss, che durante il question time settimanale ha dovuto rispondere alle critiche molto dure dei parlamentari laburisti. Nella mattinata di oggi, la perdita di controllo del partito da parte di Truss è diventata ancora più evidente: secondo il Guardian, sono circa una ventina i parlamentari conservatori che nell’ultima settimana hanno chiesto ufficialmente alla premier di dimettersi.
Nel suo discorso di addio, Liz Truss ha annunciato che il partito conservatore eleggerà un nuovo leader la prossima settimana. I nomi più probabili restano quelli di Rishi Sunak, rivale della premier dimissionaria alle primarie, e l’ex primo ministro Boris Johnson.
Negli ultimi giorni era circolato anche il nome del neocancelliere Jeremy Hunt come possibile futuro premier. L’ex ministro di Theresa May, però, non sembra interessato a diventare il nuovo inquilino di Downing Street. Le opposizioni, intanto, hanno colto la palla al balzo per tornare a chiedere elezioni anticipate. «Il Regno Unito non può permettersi il caos generato dai conservatori – ha scritto su Twitter il leader dei Laburisti, Keir Starmer – Il mio governo laburista garantirà la stabilità e la leadership di cui c’è bisogno. Elezioni, ora».
Gli ha fatto eco la First Minister scozzese Nicola Sturgeon: «Non ci sono parole per descrivere adeguatamente questo totale caos: le elezioni generali sono ormai un imperativo democratico».
(da agenzie)
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Ottobre 20th, 2022 Riccardo Fucile
POCA SINTONIA CON LE POSIZIONI DELLA MELONI: IL 43% VORREBBE USCIRE DALL’EUROPA, IL 60% PENSA, NONOSTANTE I MILIARDI DEL PNRR, CHE L’ITALIA SIA TRATTATA MALE DALL’EUROPA
Su alcune questioni cruciali di politica estera gli orientamenti dell’elettorato di centrodestra sono poco in sintonia con le posizioni dichiarate dalla premier in pectore Giorgia Meloni.
Gli elettori dei quattro partiti della coalizione manifestano inoltre idee diverse sui rapporti con l’Ue. È quanto emerge dall’annuale sondaggio IAI-Laps sulla politica estera dell’Italia.
Nel complesso, chi vota centrodestra mostra un livello di euroscetticismo piuttosto elevato, ma con significative differenze a seconda del partito di riferimento.
Mentre il 58% dei cittadini italiani nel loro insieme afferma che voterebbe a favore della permanenza dell’Italia nell’Ue nel caso si svolgesse un ipotetico referendum sul tema, il dato scende al 48% tra i sostenitori della coalizione vincitrice nelle ultime elezioni (a fronte di un 43% di favorevoli all’uscita e di un 9% che non andrebbe a votare).
Tra chi vota Fratelli d’Italia, tuttavia, l’orientamento a favore di un’ipotetica “Italexit” è preponderante (49% contro 42% di “remainers”), mentre tanto gli elettori di Forza Italia quanto (sia pur di poco) quelli della Lega sono in maggioranza contrari a un’uscita dall’Unione.
La gestione dei rapporti con l’Ue potrebbe quindi diventare un’area particolarmente sensibile per il prossimo esecutivo.
Il 60% di chi vota centrodestra ritiene che l’Italia, nonostante le ingenti risorse ottenute con il Recovery Fund, sia trattata ingiustamente da Bruxelles e dagli altri paesi membri in materia di politica di bilancio: un dato molto più alto di quello registrato tra i cittadini nel loro complesso (42%).
Anche in questo caso si evidenziano forti oscillazioni all’interno della stessa maggioranza: la percezione che l’Ue favorisca altri paesi membri è condivisa dal 43% degli elettori di Forza Italia, ma da ben il 70% di quelli di FdI.
Il 65% dei sostenitori del centrodestra crede che l’Italia, in linea di principio, dovrebbe rispettare l’impegno a ridurre il debito pubblico preso a livello Ue; tuttavia, solo la metà degli elettori di centrodestra favorevoli al rispetto dei vincoli europei mantiene ferma la propria posizione anche nel caso in cui ciò comportasse un aumento delle tasse o tagli alla spesa pubblica.
In un contesto segnato da un’inflazione galoppante e con una possibile recessione alle porte, le politiche di bilancio potrebbero perciò diventare un terreno particolarmente delicato per il nuovo esecutivo, chiamato a destreggiarsi tra gli impegni assunti a livello Ue e il malcontento di parte del suo elettorato nei confronti di Bruxelles.
La freddezza degli elettori di centrodestra verso Bruxelles trova riscontro anche nelle risposte sulla collocazione internazionale del nostro paese. Mentre il 50% degli elettori di centrosinistra e il 39% di quelli del Movimento Cinque Stelle preferiscono l’alleanza con l’Ue rispetto a quella con gli Usa, a una cooperazione con entrambi o a una politica autonoma sia da Washington che da Bruxelles, il dato scende al 30% tra chi si colloca nel campo del centrodestra.
Il 34% degli elettori della coalizione vincitrice si dice piuttosto a favore di una collocazione autonoma sia da Washington che da Bruxelles, il 26% sostiene la cooperazione con entrambe, mentre solo il 10% auspica un rapporto privilegiato con gli Stati Uniti. Difficile non notare la distanza tra queste diffuse posizioni sovraniste e il dichiarato intento di Giorgia Meloni di mantenere invariato il sistema di alleanze.
Anche riguardo alla guerra in Ucraina, il pieno sostegno manifestato da Meloni verso Kyiv trova riscontro solo in parte tra i suoi elettori.
I sostenitori del centrodestra esprimono un giudizio mediamente negativo su Vladimir Putin (3,2 su una scala 0-10, a fronte di un 2,7 medio tra tutti gli intervistati), e il 59% pensa che la Russia sia la principale responsabile del conflitto.
Tuttavia, il 57% si dice contrario all’invio di armi all’Ucraina, in contrasto con la posizione espressa a più riprese dalla leader di FdI. Resta da vedere se il nuovo esecutivo in formazione manterrà ferma la barra nonostante i dubbi del suo elettorato.
Si registra peraltro un’ampia convergenza tra gli elettori di centrodestra sulle priorità di cui il Parlamento appena insediato dovrebbe occuparsi. In cima alla lista figurano l’autonomia energetica e il sostegno all’economia, indicate rispettivamente dal 26% e dal 23% dei sostenitori dei partiti di centrodestra, seguite dalla lotta alla povertà (10%), dal contrasto all’emergenza climatica (9%) e – solo al quinto posto – dalle politiche migratorie (6%). Tuttavia su molti di questi dossier, a partire da quello energetico, l’Italia non è riuscita finora a ottenere grandi concessioni dall’Ue e le tensioni con Bruxelles potrebbero inasprirsi. Un altro cruciale banco di prova per il nuovo governo.
(da agenzie)
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Ottobre 20th, 2022 Riccardo Fucile
I COMPONENTI ELETTRONICI DESTINATI A AEREI, RADAR E MISSILI RIVENDUTI AI RUSSI, AGGIRANDO LE SANZIONI
L’Italia, su richiesta degli Usa, ha arrestato all’aeroporto di Milano Malpensa il figlio di un alto funzionario russo, implicato in un caso di vendita illegale di tecnologie americane a compagnie di armamenti in Russia. In un comunicato l’ambasciata russa in Italia ha confermato che Artiom Uss, figlio del governatore della regione siberiana di Krasnoyarsk, Aleksander Uss, è stato arrestato lunedì. Uss è rinchiuso nel carcere di Busto Arsizio, quello più vicino a Malpensa. Lo riferisce all’Agi l’avvocato Vinicio Nardo col quale Uss si è intrattenuto brevemente questo pomeriggio. A quanto si apprende, Uss si trovava in Italia dove ha degli affari e non sarebbe stato a conoscenza delle accuse che gli sono mosse. Si stava imbarcando su un volo diretto a Istanbul, in Turchia.
Il giorno prima, la giustizia americana aveva annunciato l’incriminazione di una dozzina di persone accusate di aver venduto tecnologie americane alla Russia, alcune delle quali – secondo Washington – sono usate nel conflitto in Ucraina. “Il 17 ottobre di quest’anno all’aeroporto di Milano Malpensa, su richiesta della parte americana, è stato arrestato il cittadino della Federazione Russa Artem Uss”. Lo ha confermato l’ambasciata russa in Italia con un post su Facebook, precisando che “entro 45 giorni gli Stati Uniti sono tenuti a fornire alla giustizia italiana il fascicolo con la formulazione del capo di imputazione, che deve essere esaminato entro 6 mesi”. L’uomo, si legge ancora nel comunicato, “non ha espresso lamentele sulle condizioni di detenzione”.
(da agenzie)
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Ottobre 20th, 2022 Riccardo Fucile
RISPETTO AL VOTO DI UN MESE FA FDI + 1,2%, M5S + 1,3%
Crescono Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle, scendono Pd, Lega e Forza Italia. Sono i risultati della prima Supermedia “vera e propria” dopo le elezioni del 25 settembre, realizzata da YouTrend/Agi.
Nelle ultime due settimane si è raggiunto un numero di istituti, e di sondaggi da essi realizzati, sufficiente a fornire dati “robusti”.
I quali dicono che nel gradimento degli elettori Fratelli d’Italia (+1,2) e Movimento 5 Stelle (+1,3) hanno fatto un ulteriore passo avanti nelle intenzioni di voto rispetto alla percentuale ottenuta il giorno delle elezioni (lo scorso 25 settembre), beneficiando dell’ormai noto effetto “bandwagon”.
A perdere è invece principalmente il Pd (-1,4), ma anche Lega e Forza Italia appaiono poco in forma, con il Terzo Polo sopra l’8% che insidia il quarto posto del Carroccio.
La coalizione del centrodestra, vincitrice delle elezioni, è sempre in vantaggio al 44,2 (+0,4), mentre perde più di un punto quella del centrosinistra (ora al 24,8, -1,4)
Supermedia Liste: FDI 27,2 (+1,2), PD 17,7 (-1,4), M5S 16,7 (+1,3), Lega 8,4 (-0,4), Terzo Polo 8,2 (+0,4), Forza Italia 7,6 (-0,5), Verdi/Sinistra 3,9 (+0,3), Italexit 2,3 (+0,4), +Europa 2,9 (+0,1), Noi Moderati 1,0 (+0,1)
(da agenzie)
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