Destra di Popolo.net

DOMANDE E RISPOSTE SUI MIGRANTI, TUTTI I NUMERI DELL’INVASIONE INVENTATA

Novembre 5th, 2022 Riccardo Fucile

NEL 2022 ENTRATE 87.000 PERSONE, SOLO IL 10% CON LE ONG… RICHIEDENTI ASILO, ITALIA SOLO QUARTA IN EUROPA… NEI CENTRI DI ACCOGLIENZA 73.000 PROFUGHI IN MENO RISPETTO A 5 ANNI FA

La guerra contro l’invasore che non c’è.
Basta guardare i numeri degli sbarchi in Italia negli ultimi sei anni, confrontare gli arrivi autonomi con quelli dalle navi delle Ong, verificare quali sono gli Stati che ricevono la maggior parte delle richieste di asilo, per dimostrare come in Italia non ci sia alcuna emergenza immigrazione. E come, in Europa, ci siano molti altri Paesi che accolgono più migranti.
Quante persone sono arrivate in Italia nel 2022?
Il cruscotto del Viminale, al 4 novembre, conta 87.370 persone, il 35% in più rispetto alle 54.373 del 2021: un dato sempre in crescita dal 2018 ma nettamente inferiore rispetto ai 111.401 migranti del 2017.
L’insediamento del governo Meloni ha segnato un’inversione di rotta negli arrivi?
No, dal giorno del cambio della guardia a Palazzo Chigi sono oltre 9.000 i migranti che hanno messo piede sul suolo italiano. Un numero molto più alto dei 1.778 sbarcati negli stessi dieci giorni del 2021.
Che ruolo ha avuto la flotta umanitaria negli arrivi?
Sempre guardando i dati degli ultimi dieci giorni, a fronte di 9.000 sbarcati in Italia, sono solo 1.080 le persone prese a bordo dalle quattro navi umanitarie in missione. La flotta umanitaria nel 2022 ha portato in Italia appena il 10% dei migranti sbarcati. I dati confermano come la narrazione delle Ong come pull factor, il fattore di attrazione dei flussi migratori, sia infondata.
Come sono arrivati allora tutti gli altri migranti?
La maggior parte è stata portata a terra da motovedette della Guardia costiera e della Guardia di finanza, intervenute per soccorrere grossi pescherecci o barconi partiti dalla Libia, o in arrivo dalla rotta turca, e riusciti a entrare in zona Sar italiana. Ma sono intervenute anche imbarcazioni di Frontex. Gli altri sono sbarchi autonomi. Dalla Tunisia a Lampedusa, a bordo di piccoli barchini, nel 2022 sono arrivate 16.873 persone.
L’Italia è il Paese europeo che accoglie più migranti?
Assolutamente no. Gli ultimi dati dell’Easo, l’agenzia europea dell’asilo, vedono l’Italia al quarto posto. Le richieste di protezione internazionale avanzate nel 2021 sono state 648.000, un terzo in più del 2020, ma allo stesso livello del 2018, anno pre Covid. Il Paese europeo che ha accolto di più è la Germania, con ben 191.000 richieste di asilo, quasi un terzo del totale, seguita dalla Francia, con 121.000, la Spagna (65.000), mentre l’Italia è solo quarta, con 53.000. In rapporto al numero di abitanti, il Paese che accoglie di più è Cipro, seguito da Austria e Slovenia.
Il patto di redistribuzione dei migranti in Europa dopo lo sbarco funziona?
Il patto di solidarietà, firmato a giugno scorso, conta l’adesione di 23 Paesi, 19 Stati membri dell’Ue e 4 paesi associati a Schengen. Di questi, tredici Stati membri hanno accettato di fornire impegni di ricollocazione per oltre 8.000 persone e finora Danimarca, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Svizzera hanno fornito contributi finanziari. Dall’Italia però sono stati ricollocati solo 112 migranti: 38 in Francia e 74 in Germania.
I centri di accoglienza in Italia sono in emergenza?
No, il numero dei migranti in accoglienza in Italia al 31 ottobre è di 103.161: 68.962 sono nei centri, 32.397 nel sistema Sai in piccoli appartamenti, 1.802 negli hotspot di Sicilia e Puglia, che sono in sofferenza per i continui arrivi di sbarchi autonomi. Ma nel 2017, i migranti in accoglienza erano più di 180.000.
Cosa possono fare le navi per riuscire a sbarcare i migranti?
Se nessuno dovesse concedere un porto e le condizioni sanitarie o di sicurezza a bordo fossero considerate a rischio, il comandante può dichiarare lo stato di necessità che lo autorizzerebbe a fare ingresso in porto senza autorizzazione. Esattamente come fece Carola Rackete nel 2019 al timone della Sea Watch 3, entrata di forza a Lampedusa speronando una motovedetta che ostruiva l’ingresso. La Rackete, arrestata per quel gesto, venne poi assolta: i giudici ritennero il suo comportamento giustificato dall’obbligo prioritario del comandante di una nave di portare in salvo le persone a bordo.
(da agenzie)

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PIANDELOSI E LA “RIVOLTA” A BORDO DELLA ONG RISEABOVE CHE NON E’ MAI ESISTITA

Novembre 5th, 2022 Riccardo Fucile

INCREDIBILE CHE UN MINISTRO IN CONFERENZA STAMPA DIA UNA NOTIZIA SENZA RISCONTRI A BORDO: NESSUNA RIVOLTA SOLO UNA SITUAZIONE SANITARIA CHE STA PRECIPITANDO… DURE PAROLE DELL’ARCIVESCOVO DI PALERMO CONTRO IL GOVERNO CHE RESPINGE I PROFUGHI

Secondo le informazioni fatte filtrare dal Viminale, RiseAbove – imbarcazione più piccola delle navi di salvataggio, generalmente utilizzata solo per attività di pattugliamento e abituata a intervenire solo in caso di emergenze – sarebbe stata costretta a fare rotta verso terra anche dalla situazione estremamente tesa a bordo.
Dal ministero dell’Interno parlano di rivolta, ma stando a quanto comunicato dalla nave a pesare sarebbe stata la situazione sanitaria.
A preoccupare, hanno fatto sapere da Mission Lifeline, sarebbe “la salute degli 8 neonati e dei bambini più piccoli. Molti erano già in mare da giorni al momento del salvataggio e sono estremamente esausti”.
Al momento però ad essere trasferita in ospedale per motivi sanitari urgenti è stata solo una donna, accompagnata da un familiare. Il medevac – così viene definita in gergo l’operazione – è stato realizzato al largo di Siracusa, poi la nave ha proseguito la rotta. Le ultime coordinate la danno al largo di Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria.
Durissimo l’arcivescovo di Palermo Lorefice che evoca la storica omelia del cardinale Pappalardo dopo l’omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa. E oggi come allora esordisce dicendo “Mentre a Roma si discute Sagunto viene espugnata”. Se ieri Sagunto era Palermo, oggi è il Mediterraneo. E su quelle navi – dice Lorefice – “ci sono vite, di cui siamo responsabili, perché fanno parte dell’unica famiglia dell’essere umano e perché scappano da ciò che noi occidentali abbiamo ipocritamente creato nei loro Paesi: guerra, fame e cambiamenti climatici. La storia ancora una volta si ripete, fatti che abbiamo già visto stanno di nuovo accadendo sotto i nostri occhi”.
Nel frattempo, si dirige verso Augusta la petroliera Zagara, che nelle scorse ha effettuato due rischiose operazioni di salvataggio nel Mediterraneo centrale. A bordo ci sarebbero 59 persone e due cadaveri. Secondo il racconto dei naufraghi, sarebbero morti prima dell’arrivo dei soccorsi
(da agenzie)

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IL CASO DELLA ONG SOS HUMANITY: 179 PROFUGHI IN ATTESA DI UN PORTO SICURO DA 10 GIORNI IN MARE

Novembre 5th, 2022 Riccardo Fucile

17 RICHIESTE DI OTTENERE “UN PORTO SICURO” SENZA RISPOSTA DA PARTE DEL GOVERNO ITALIANO: VIOLATE LE LEGGI INTERNAZIONALI, LA MAGISTRATURA ITALIANA ESISTE ANCORA?

«La nave Humanity 1 non andrà a Catania, non ha mai avuto intenzione di farlo. Non abbiamo ricevuto un luogo sicuro per sbarcare i 179 sopravvissuti a bordo. Siamo infatti entrati nelle acque territoriali ieri per trovare protezione dalle intemperie, dal vento e dalle onde alte. Ma l’abbiamo fatto solo dopo aver ottenuto il permesso dalle autorità del porto di Catania».
È quanto ha fatto sapere l’ong Sos Humanity, ferma da giorni al di là delle acque territoriali italiane con 179 persone a bordo, in attesa che le venga assegnato un porto sicuro di sbarco.
La nave, battente bandiera tedesca, si era avvicinata alla costa durante la notte per le condizioni meteo avverse, ed si è poi rimessa in condizione di attesa. Due giorni fa la nave era arrivata a 17 richieste di porto sicuro – a Malta e Italia – senza risposta. Secondo i medici a bordo, le condizioni mediche e psicologiche delle persone a bordo si stanno aggravando.
Al termine del Consiglio dei ministri di ieri sera, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi si era espresso sulla situazione dell’ong, minacciando di lasciarla in rada se fosse entrata nelle acque italiane. «La nave si dirige verso Catania e abbiamo adottato un provvedimento interministeriale che impone a questa nave di fermarsi in rada. Potrà permanere in acque territoriali italiane solo per consentirci di vedere le emergenze a bordo – aveva detto in conferenza stampa».
«Nuovo governo, vecchia criminalizzazione del soccorso in mare», scrive sui social la ong Sea Watch, che parla di «falsità e strategia del ministro dell’Interno»: «Il governo non sta applicando alcuna legge internazionale – si legge nel post Instagram – Il coordinamento del soccorso non riguarda lo stato di bandiera della nave, ma quello più vicino».
Intanto il deputato Aboubakar Soumahoro si è detto pronto a salire sulla Humanity «se il governo Meloni terrà sospese le vite umane nelle acque territoriali italiane per propaganda ideologico-identitaria».
La Humanity 1 non è l’unica ong che si trova al momento nelle acque territoriali italiane. Ci sono altre tre navi davanti la costa della Sicilia orientale che sono in attesa di un porto sicuro per fare sbarcare i migranti soccorsi nel mar Mediterraneo. Sono la Rise Above della ong umanitaria tedesca Mission lifeline, con a bordo 90 persone, e le norvegesi Ocean Viking, 234 migranti a bordo e Geo Barents, con 572 persone soccorse.
Dalla Rise Above sono state fatte sbarcare due persone questa mattina, un uomo della Costa d’Avorio e una donna probabilmente della Guinea, che sono state trasportate in ospedale a Siracusa tramite una motovedetta della Capitaneria di porto.
(da agenzie)

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MA MELONI HA CAPITO CHE SUI CONTI NON DECIDE LEI MA BRUXELLES?

Novembre 5th, 2022 Riccardo Fucile

LA PREMIER S’È COMPORTATA COME SE AVESSE IN TASCA IL ‘SÌ’ DELL’EUROPA DANDO IL VIA ALL’AGGIORNAMENTO DELLA NADEF

Si è comportata come se avesse in tasca il «sì» dell’Europa, Meloni, dando il via insieme al ministro dell’Economia Giorgetti all’aggiornamento della Nadef (nota di aggiornamento del documento di economia e finanza) e in pratica alla manovra di fine anno, che vedrà circa 23 miliardi (subito 9, 5) destinati al caro bollette e solo ciò che rimarrà, ricavato da una revisione del reddito di cittadinanza e del superbonus edilizio, alle pensioni e alle altre spese obbligate.
A ciò si aggiunge una ripresa delle trivellazioni nell’Adriatico per un approvvigionamento diretto di gas.
Per ottenere l’approvazione di Bruxelles, oltre all’atteggiamento tenuto negli incontri giovedì con Gentiloni, Metsola, Von der Leyen e Michel, la premier ha disegnato un andamento della manovra «ragionato e prudente»: il massimo del deficit, il 5, 6 per cento, quasi il doppio del 3 fissato dal trattato di Maastricht, sarà raggiunto quest’anno; l’anno prossimo il livello dovrebbe essere ridotto al 4, 5; per tornare al livello normale del 3 nel 2025.
Questo progressivo calo dello scostamento di bilancio e del conseguente aumento del debito pubblico dovrebbe servire a convincere le autorità europee che l’Italia farà comunque uno sforzo per rientrare nei limiti, o almeno che si è data questo programma sulla carta, in attesa di ricevere le risposte che aspetta sul Pnrr e sulla possibilità (più remota) che l’Ue apra un nuovo canale di debito comunitario per affrontare le conseguenze della crisi energetica.
Ma c’è un altro aspetto che in questa fase potrebbe condizionare i rapporti con l’Europa del governo neonato: l’immigrazione e la necessità – dal punto di vista degli interlocutori di Meloni – che sia abbandonata la linea dura che ha costretto fin qui le tre navi Ong con complessivamente un migliaio di naufraghi raccolti nel Canale di Sicilia a incrociare in mare aperto senza poter attraccare in un porto sicuro.
(da La Stampa)

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GUERRA ALLE ONG E PROPAGANDA SULLA PELLE DEI MIGRANTI: COSI’ LA MELONI PUO’ NASCONDERE L’INCAPACITA’ A RISOLVERE I VERI PROBLEMI DEL PAESE

Novembre 5th, 2022 Riccardo Fucile

LA LOTTA AI POVERI COME ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA

Negli ultimi giorni, diverse organizzazioni umanitarie hanno salvato la vita a più di mille persone nel Mediterraneo, ora a bordo delle navi Geo Barents, Ocean Viking, Humanity 1 e Rise Above.
Le richieste di un porto sicuro in cui sbarcare non hanno ancora ricevuto risposta, malgrado una situazione oggettivamente complicata e il previsto peggioramento delle condizioni meteorologiche.
Nella giornata di ieri, la Humanity 1, nave battente bandiera tedesca della ONG Mission Lifeline, che ha salvato 179 persone, ha deciso di dirigersi verso le coste siciliane, entrando nelle acque territoriali italiane per “trovare riparo dalle intemperie”. La stessa cosa ha fatto la Rise Above, nave molto più piccola che non può ospitare a lungo le 95 persone recuperate al largo delle coste libiche.
Un’occasione imperdibile per il governo italiano, da giorni impegnato nella solita sterile polemica della “bandiera” con le organizzazioni non governative e, ovviamente con toni meno decisi, con alcuni paesi dell’Unione Europea.
Peraltro, la questione è già ampiamente dibattuta e la Commissione Europea era già intervenuta ricordando che esiste un “meccanismo di solidarietà sul trasferimento dei migranti” che può essere utilizzato anche in questo caso, ma che salvare le persone in mare è “un obbligo morale e legale”. Tradotto in altri termini: l’Italia faccia fronte ai suoi obblighi e successivamente gli altri Stati europei si occupino di onorare gli impegni presi.
Ma figuriamoci, in questo momento il governo italiano non ha bisogno di soluzioni, ma di creare dei diversivi. I soldi per il caro bollette e la crisi energetica sono pochi, le soluzioni fumose, le necessità degli italiani tante.
Meglio parlare di altro, insomma. Il tema migranti funziona sempre come collettore di indignazione: in nome di un’idea distorta di sovranità, si costruisce a tavolino un problema che non esiste (ove mai toccasse solo all’Italia gestire mille persone non saremmo di certo in presenza di una catastrofe sociale, economica o culturale) e che non può essere risolto se non con compromessi che alimenteranno poi il solito vittimismo.
Così, nella conferenza stampa dedicata alla Nadef e alle proposte sull’ennesimo decreto Aiuti, Meloni ha chiamato anche il ministro dell’Interno Piantedosi, tutto compiaciuto nel fare la voce grossa di fronte a un dramma che coinvolge qualche centinaia di persone.
Il ministro ha spiegato di voler autorizzare l’accesso della Humanity 1 e della Rise Above solo “per il tempo necessario a farci vedere le emergenze di carattere sanitario e altro tipo delle quali, voglio premetterlo, ci faremo carico”; una volta completata la procedura di verifica sulla presenza di “minori, donne incinte, donne con bambini piccoli, gente con la febbre”, la nave verrà “invitata ad andare” e dovranno essere riportati fuori dalle acque territoriali tutti i restanti naufraghi, di cui si dovrebbero occupare “i paesi di bandiera delle navi delle ONG”.
Senza girarci troppo intorno, non ci sono altri modi per definire una posizione del genere se non come propaganda sulla pelle di qualche centinaio di disperati. Perché, oltre che vergognosa sul piano umanitario (come si può anche solo pensare di rimandare in mare aperto decine di persone che fuggono dalla Libia e che vengono da settimane di stenti e patimenti?), siamo in presenza dell’ennesimo scempio del diritto internazionale.
La questione la conosciamo da tempo, così come la conoscono, Piantedosi, Meloni e finanche Salvini, ieri felicissimo di celebrare un provvedimento che prolunga le sofferenze di centinaia di persone.
La bandiera ha nulla a che fare col diritto di asilo; l’Italia non può violare nuovamente il principio di non respingimento: per quanto ne sa Piantedosi, a bordo della Humanity 1 potrebbero esserci persone che hanno diritto alla protezione internazionale e le loro domande, compreso l’eventuale appello, devono essere valutate dalle autorità italiane nei tempi e nei modi stabiliti dalla legge (peraltro, come nota il capitano De Falco, “i naufraghi possono chiedere protezione ed asilo dalle navi, se quelle navi sono in tutto e per tutto equiparate al territorio dello Stato e lo sono solo le navi militari”); i casi di soccorso in mare vanno valutati singolarmente (per esempio, tocca all’Italia farsi carico di eventi nella propria area Sar, indipendentemente dalla bandiera della nave che effettua il salvataggio); siamo tecnicamente in presenza di naufraghi, con tutto ciò che comporta sul piano del diritto internazionale. Tra l’altro, non è difficile ipotizzare che la Humanity 1 non accetterà di riportare in mare aperto decine di persone, soprattutto considerando le condizioni meteorologiche.
Insomma, sappiamo come finirà: per fortuna, tutti i naufraghi riusciranno a sbarcare in territorio europeo, molto probabilmente in Italia. Meloni e Salvini otterranno che qualche centinaio di persone venga redistribuito in altri Paesi europei, faranno la voce grossa all’interno, mostrando agli italiani il “successo” ottenuto.
Per qualche altro giorno non si parlerà del nulla assoluto prodotto dal governo nelle prime settimane di lavoro e nessuno chiederà conto delle promesse fatte in campagna elettorale.
Al prezzo di giorni e giorni di sofferenza ingiustificata di centinaia di disperati.
(da Fanpage)

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IL CAPITANO DI FREGATA DE FALCO SMENTISCE IL GOVERNO: “NON SI CHIAMANO MIGRANTI MA NAUFRAGHI E LA NAVE NON E’ L’ANAGRAFE”

Novembre 5th, 2022 Riccardo Fucile

“NON E’ IL MINISTRO DEGLI INTERNI A STABILIRE CHI ENTRA O NON ENTRA NEL MARE TERRITORIALE”

“L’idea di una richiesta di asilo a bordo delle navi umanitarie, per radicare in capo allo Stato di bandiera la responsabilità di gestire i migranti soccorsi, poggia su «un errore ed una mistificazione: chiamare migranti´ inaufraghi´. C’è un fatto che interrompe l’intenzione di migrare: il naufragio ed il soccorso fatto da alcuni volenterosi in assenza di istituzioni pubbliche. Altrimenti, se fossero migranti, i comandanti delle navi delle ong andrebbero arrestati al momento della richiesta di ingresso in Italia, perché rei di favorire l’immigrazione irregolare nel nostro Paese».
Così Gregorio De Falco, ex senatore e capitano di fregata, interviene ripetendo con determinazione: «Se non diamo il nome giusto alle cose vuol dire che siamo complici di una mistificazione. I così detti migranti´ vanno chiamati naufraghi´: in quanto tali vanno resi oggetto di soccorso come stabilito dal diritto internazionale ed a loro si applica il passaggio inoffensivo e quindi l’ingresso nelle acque territoriali. Non è una sciocchezza irrilevante, come non lo è la differenza che passa tra il giorno e la notte».
«Parlare di diritto d’asilo – prosegue l’ex senatore – significa cercare di aggirare le convenzioni internazionali sul diritto del mare. Ma non è il ministro degli Interni a stabilire chi entra o non entra nel mare territoriale, Piantedosi non è il ministro della Marina mercantile», allude il capitano di fregata.
E’ possibile che la richiesta d’asilo sia inoltrata direttamente dalle navi delle ong agli stati di bandiera, in modo che l’Italia conceda il diritto di sbarco nei nostri porti e poi mandi le persone nel paese europeo a cui è stata inviata richiesta di accoglienza?
«I naufraghi possono chiedere protezione ed asilo dalle navi, se quelle navi sono in tutto e per tutto equiparate al territorio dello Stato. Ma in tutto e per tutto sono equiparabili solo le navi militari – risponde – Tra l’altro, ricordo che le norme del Codice della navigazione si applicano a tutte le navi, escluse le militari e che le navi italiane in alto mare sono considerate territorio italiano, mentre al contrario in acque nazionali non lo sono più».
De Falco legge quindi le previsioni meteo dei prossimi giorni: «Grave peggioramento. Dire che con un mare in tempesta si possano fare pratiche amministrative è una sciocchezza di chi non è mai stato a mare. La nave non è una anagrafe comunale. La navigazione è una attività per natura rischiosa. In questo momento il rischio è concreto»
(da agenzie)

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SOUMAHORO: “SALIRO’ SULLA NAVE DELLE ONG SE IL GOVERNO MELONI NON FA SBARCARE I PROFUGHI COME STABILITO DALLA LEGGE”

Novembre 5th, 2022 Riccardo Fucile

“GOVERNARE E’ RISPETTARE LA COSTITUZIONE”… COSA ASPETTANO A FARE LA MEDESIMA COSA LE ALTRE OPPOSIZIONI? CHI TACE E’ COMPLICE DEL REATO

“Salirò sulla nave Humanity 1 nelle prossime ore se il governo Meloni terrà sospese le vite umane nelle acque territoriali italiane per propaganda ideologico-identitaria. Le vite umane si salvano. È finita la campagna elettorale. Governare è rispettare la Costituzione».
Lo ha scritto nella serata di ieri in un post su Facebook il deputato di Sinistra Italiana Aboubakar Soumahoro.
Soumahoro aveva fatto nei giorni scorsi un appello ai leader dell’opposizione per salire sulle navi delle Ong.
Sono quattro le navi di Ong davanti la costa della Sicilia orientale in attesa di un porto sicuro per fare sbarcare i migranti soccorsi nel mar Mediterraneo. Si tratta delle tedesche Humanity 1, con 179 persone a bordo, e Rise Above, con a bordo 90 persone dopo che due sono state soccorse da personale medico e trasferite e a terra a Siracusa.
Poi ci sono le norvegesi Ocean Viking, 234 migranti a bordo, e Geo Barents, con 572 persone soccorse. Juan Matias Gil, capomissione per le operazioni di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere, ha fatto sapere stamattina che Geo Barents si trova nelle acque italiane a causa del cattivo tempo «dopo aver ricevuto il permesso dalle autorità italiane».
(da agenzie)

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SONDAGGIO WINPOLL SU CHI VINCEREBBE IN LOMBARDIA: MORATTI BATTE FONTANA 49% A 43%

Novembre 5th, 2022 Riccardo Fucile

FONTANA VITTORIOSO SU TUTTI GLI ALTRI CANDIDATI MA SAREBBE SCONFITTO DALLA MORATTI

In Lombardia solo la fresca dimissionaria ex vicepresidente di Regione e assessora al Welfare Letizia Moratti potrebbe battere il governatore leghista Attilio Fontana. Lo ha rilevato un sondaggio di Winpoll per Repubblica, stando al quale la forzista (che ora sembrerebbe guardare al Terzo Polo) riuscirebbe a conquistare il 49% delle preferenze contro il 43% di Fontana.
I 4 duelli tra candidati posti dal Sondaggio Winpoll
Nello specifico, il sondaggio Winpoll ha posto quattro diversi “duelli” tra candidati.
Il primo ha visto scontrarsi Fontana con il senatore dem Carlo Cottarelli e, in questo caso, a trionfare sarebbe il leghista con la maggioranza assoluta: il 51% contro il 43% dell’economista del Pd.
Fontana la spunterebbe pure contro l’europarlamentare milanese Pierfrancesco Majorino, che riuscirebbe ad ottenere solo il 39% contro il 53% dell’attuale presidente di Regione.
Poi, appunto, la sfida con Letizia Moratti, l’unica dalla quale Fontana uscirebbe sconfitto con il 43% contro il 49% della forzista.
Ultimo scontro quello con Francesco Maran, l’assessore del sindaco Sala, che si fermerebbe al 39% contro il 52,5% di Fontana.
All’interno della rilevazione di Winpoll non si specifica quali coalizioni appoggerebbero gli eventuali candidati, quel che è certo è che Moratti si stia progressivamente spostando verso l’area politica del Terzo Polo, l’unica che le consentirebbe buoni risultati (l’appoggio dei dem non le frutterebbe allo stesso modo).
Da parte sua, il leader di Italia Viva Matteo Renzi sta facendo pressione sui dem per accordarsi su una sua candidatura, che Moratti stessa desisdera fortemente visto che sta preparando in questo senso la sua fondazione Lombardia Migliore per la corsa elettorale. Calenda ha pure proposto una soluzione di compromesso col ticket Moratti-Cottarelli.
Nel frattempo, oggi Moratti parteciperà alla manifestazione a sostegno del popolo ucraino e della pace convocata all’Arco della Pace a Milano dai leader del Terzo Polo Calenda e Renzi. Si tratta della prima iniziativa politica a cui Moratti partecipa dopo le dimissioni dai ruoli in Regione, percepita da molti come una dichiarazione di intenti per il futuro. Oltre ai leader di Azione e Italia Viva, saranno alla manifestazione anche Pierferdinando Casini, l’esponente dei Radicali Marco Cappato, ma anche alcune figure di spicco del Pd, tra cui il senatore Carlo Cottarelli e il sindaco di Bergamo Giorgio Gori.
(da agenzie)

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