Novembre 8th, 2022 Riccardo Fucile
IL WELFARE NON GARANTISCE DECENTI CONDIZIONI DI VITA
In Italia i lavoratori poveri sono il 10,8% del totale, contro una media Ue dell’8,8%. L’11,3% degli occupati – a fronte di una media Ocse che si ferma al 3,2% – ha un part time involontario, cosa che ovviamente si traduce in uno stipendio più basso rispetto a quello di cui avrebbero bisogno.
Il 68,9% dei nuovi contratti attivati nel 2021 sono a tempo determinato e solo il 14,8% a tempo indeterminato.
Nell’insieme il lavoro atipico, cioè tutte le forme di contratto diverse da quello subordinato a tempo indeterminato full time, rappresenta l’83% delle nuove assunzioni con un aumento del 34% negli ultimi 12 anni. L’8,7% dei lavoratori (subordinati e autonomi) percepisce una retribuzione annua lorda di meno di 10mila euro mentre solo il 26% dichiara redditi annui superiori a 30mila euro, valori molto bassi se comparati con quelli degli altri europei.
E’ quello che emerge dal Rapporto Inapp 2022 – Lavoro e formazione, l’Italia di fronte alle sfide del futuro, presentato alla Camera dal presidente dell’ente pubblico di ricerca Sebastiano Fadda alla presenza della nuova ministra del Lavoro Marina Calderone.
Il rapporto arriva mentre il nuovo governo valuta modifiche al reddito di cittadinanza, nel nome della linea di pensiero del centrodestra secondo cui il sussidio deve andare solo a chi non può lavorare.
Ma le politiche attive sono in grado di accompagnare i beneficiari verso il mondo del lavoro?
Secondo Fadda no: “Caratterizzate da una prevalenza delle politiche cosiddette ‘passive e uno zoppicante procedere delle politiche cosiddette ‘attive’, rivelano lacune che, nonostante le intenzioni e i piani di rafforzamento dei Servizi per l’Impiego, le rendono incapaci di incidere significativamente e positivamente sulle dinamiche del mercato del lavoro”, ha spiegato Fadda.
“Tali dinamiche subiscono spesso distorsioni tali da generare elevati gradi di diseguaglianza sociale e da rendere penosa e angosciata la vita di consistenti fasce della forza lavoro cui l’attuale sistema di welfare non riesce a garantire decenti condizioni né di vita lavorativa né di vita privata”.
Nel 2021 solo il 14,8% dei nuovi contratti sono stati a tempo indeterminato. Le attivazioni di contratti stabili erano il 16,7% di quelli totali nel 2020 e il 15,2% nel 2019.
Nel 2018, prima dell’introduzione del Decreto dignità e della stretta sulle assunzioni a termine i contratti a tempo indeterminato erano il 14,6% del totale. Il dato sulla prevalenza dei contratti a termine risente anche del fatto che spesso sono di durata molto breve e quindi un singolo lavoratore in un anno ha più attivazioni.
Se consideriamo il 40% dei lavoratori con reddito più basso, il 12% non è in grado di provvedere autonomamente ad una spesa improvvisa, perché non ha risparmi o capacità di ottenere credito. Il 20% potrebbe fronteggiare al massimo un esborso fino a 300 euro. Quasi uno su tre ha dovuto posticipare cure mediche.
“Malgrado alcuni segnali confortanti”, ha commentato Fadda, “alcune debolezze del nostro sistema produttivo sembrano essersi cronicizzate, con il lavoro che appare intrappolato tra bassi salari e scarsa produttività. Per questo occorre pensare ad una nuova stagione delle politiche del lavoro, che punti a migliorare la qualità dei posti di lavoro, soprattutto per i neoassunti e per i lavoratori a basso reddito, per le posizioni lavorative precarie e con poche possibilità di carriera, dove le donne e i giovani sono ancora maggiormente penalizzati”. La produttività del lavoro – si legge nel rapporto – è cresciuta più dei salari, quindi “non solo la sua dinamica è stata contenuta, ma non sembrano nemmeno aver funzionato i meccanismi di aggancio dei livelli salariali alla performance del lavoro“.
Secondo lo studio Inapp la flessibilità “buona” ha portato a un’occupazione stabile a distanza di tre anni dall’inizio dell’impiego precario per ‘circa il 35/40% dei lavoratori (in tre fasce di tempo considerate a partire dal 2008-2010 fino al 2018-2021) mentre una quota tra il 30% e il 43% ha continuato a svolgere un lavoro precario, il 16-18% ha perso l’impiego ed è in cerca di lavoro mentre sono usciti dal mercato del lavoro il 17% dei precari (nel 2010 la quota era il 3%).
(da Il Fatto Quotidiano)
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Novembre 8th, 2022 Riccardo Fucile
I RUSSI NON HANNO LA CAPACITA’ OPERATIVA DI FAR COLLASSARE IL SISTEMA DI ENERGIA DI KIEV, MENTRE AVRANNO DIFFICOLTA’ NEI MOVIMENTI
Da settimane ormai la Russia ha intrapreso una nuova strategia militare in Ucraina colpendo insistentemente le infrastrutture energetiche del Paese con lo scopo di creare black out elettrici e indebolire il morale della popolazione ucraina in vista soprattutto dell’inverno e del freddo. Una strategia che da un certo punto di vista sta dando i suoi frutti visto che lo stesso governo di Kiev ha ammesso che l’Ucraina si sta preparando per blackout elettrici diffusi e che l’energia sarà sempre più razionata nei prossimi mesi con tutte le conseguenze del caso.
Dei possibili risvolti di questa situazione ne abbiamo parlato con il generale Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione Icsa ed ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare.
Generale la Russia sta bombardando continuamente le infrastrutture energetiche ucraine e i blackout previsti sono sempre maggiori. Questo che influenza avrà sulla situazione del conflitto in vista del freddo e dell’inverno?
Prima di tutto bisogna capire un concetto, che l’infrastruttura energetica è un obiettivo legittimo. Questo nella dottrina militare di qualunque Paese, compresi quelli della Nato. Quindi non ci si deve sorprendere né scandalizzarsi. Questo ovviamente sempre che non vengano colpite deliberatemene persone non combattenti. La Russia però in generale non è accreditata di una capacità operativa tale da far collassare l’intero sistema di energia, sia elettrico sia si altro tipo, dell’Ucraina. Quindi per quanto efficacia e remunerativa che sia questa strategia, io non credo che i russi riescano a portare questo lavoro fino in fondo.
Secondo lei quindi questa strategia adottata dal Cremlino non riuscirà a fiaccare il morale ucraino e spingere ad esempio Zelensky e il governo di Kiev a trovare un accordo?
Io non credo che con questo lavoro i russi possano mettere in ginocchio l’intera Ucraina. Kiev secondo me invece è in grado di assorbire anche questo, organizzandosi. Ci vuole ben altro per sfiancare il morale e lo spirito del popolo ucraino a comincia da Zelensky in giù. Certamente è una misura efficace, su questo non c’è dubbio ma di per sé non è la premessa per fiaccare lo spirito degli ucraini. Sicuramente è una situazione di grande difficoltà per Kiev che riflette un cambio di dottrina dei comportamenti russi, probabilmente conseguente all’avvicendamento dei generali alla guida di questa operazione, ma l’inverno colpirà di più i russi al fronte. I blackout per gli ucraini si sommeranno agli altri disagi di altro tipo che l’inverno comporta e che però vanno a incidere su entrambi gli schieramenti.
Anche i russi soffriranno l’inverno dunque
I disagi secondo me incideranno in misura più rilevanti proprio sui russi perché avranno una difficoltà di movimento che li espone ulteriormente e maggiormente all’azione militare ucraina che dispone di informazioni molto dettagliate e di armi che consentono di colpire con precisione. Se dovessi fare una stima direi che sicuramente l’inverno va a depotenziare più significativamente la capacità russa di quella ucraina.
Secondo Kiev i russi stanno esaurendo i missili a lungo raggio e per questo si stanno rivolgendo all’Iran per comprarne di nuovi, secondo il suo parere è plausibile che il Cremlino sia a corto di armamenti per proseguire questa strategia?
Non è propaganda, intuitivamente posso dire che la Russia ha dato fondo a quasi tutte le riserve, ed è rimasto ben poco. Per questo stanno cercando di racimolare qua e la sia gli armamenti ma anche gli uomini, racimolandoli da qualsiasi mercato umano possibile, dalle carceri alla Siria.
Le forniture militari occidentali al’Ucraina in chiave antimissile potranno porre fine a questa strategia russa?
Io credo che nessuno in occidente mette in discussione o in dubbio il fatto che gli ucraini debbano avere un sistema di difesa da missili da aeroplani, da elicotteri e da droni. Discorso diverso e per le altre armi, bisogna essere molto cauti perché Putin lo ha detto chiaramente: un attacco che mette in pericoloso l’integrità russa sicuramente può dare atto a una rappresaglia con tutti i mezzi.
(da Fanpage)
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Novembre 8th, 2022 Riccardo Fucile
LA PRIMA SENTENZA IN SPAGNA: SUI SOCIAL AVEVA DIFFUSO NOTIZIE FALSE SU MINORI IMMIGRATI
Quindici mesi di carcere e una multa da 1.620 euro. È la condanna del Tribunale provinciale di Barcellona nei confronti di un uomo per aver pubblicato e poi diffuso, attraverso contenuti video, una fake news riguardante – come scrive El Mundo – una «categoria vulnerabile» di persone, ovvero migranti minorenni.
Si tratta della prima sentenza di questo genere in Spagna quella che ha riguardato un uomo che ha fatto circolare sui social network un filmato di 45 secondi in cui si vede un’aggressione fisica di un uomo nei confronti di una donna, attribuendone la responsabilità della violenza a un migrante minorenne residente in Catalogna.
Un’accusa poi risultata falsa poiché la vicenda – come scrive El Pais – è avvenuta in Cina e il video era stato diffuso dalle autorità pechinesi per identificare l’autore.
Il profilo Twitter dell’uomo, oltre alla bufala sull’attacco – riporta il quotidiano spagnolo – conteneva diversi post di natura xenofoba e razzista con informazioni distorte e false sugli immigranti in generale.
Il condannato ha riconosciuto la propria responsabilità rispetto alle accuse e ora il giudice dovrà decidere se permettergli di evitare il carcere, visto che la pena è inferiore ai due anni.
(da agenzie)
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Novembre 8th, 2022 Riccardo Fucile
“GRAVE STRUMENTALIZZARE LE PAROLE DI PAPA FRANCESCO, NESSUNA CONSENSO ALLA LINEA SUI MIGRANTI”
Il governo Meloni incassa anche la reprimenda della Cei sull’atteggiamento inumano che sta tenendo sulla questione migranti.
Nei giorni scorsi, il governo e la stampa che lo sostiene aveva strumentalizzato le parole di Papa Francesco, attribuendogli un endorsement mai avvenuto nei confronti dell’attuale governo.
Ne ha parlato monsignor Francesco Savino, vicepresidente della Cei, alla presentazione del rapporto italiani nel mondo di Migrantes.
Sulle migrazioni «ancora una volta Papa Francesco fa appello al buon senso, ma non utilizziamo il Papa come copertura di scelte politiche».
Il discorso del Pontefice, ha sottolineato Savino è «serio, responsabile ed evangelico. Se non vogliamo che i mari, soprattutto il Mar Mediterraneo, diventi sempre di più un cimitero liquido senza lapidi ma forse il cimitero più grande, noi dobbiamo salvare, custodire e tutelare gli immigrati e l’Europa non lasci sola l’italia. Questo è fondamentale e qui si gioca la civiltà dell’Europa e la democrazia non solo in Italia ma anche in Europa»
(da agenzie)
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Novembre 8th, 2022 Riccardo Fucile
SECONDO UN SONDAGGIO DEL THINK THANK CONSERVATORE “POLICY EXCHANGE”, SOLO UN QUINTO DEI RAGAZZI FRA I 18 E I 24 ANNI HA UN’OPINIONE POSITIVA DEL GRANDE STATISTA, CONTRO IL 58% DEGLI OVER 65… IL VECCHIO WINSTON È VISTO COME UN RAZZISTA E UN COLONIALISTA, PIUTTOSTO CHE COME IL LEADER CHE SCONFISSE IL NAZISMO
Churchill dalle stelle alla polvere: almeno nell’opinione dei giovani britannici.
Perché i risultati di un sondaggio condotto dal think thank conservatore «Policy Exchange» sono sorprendenti: soltanto un quinto dei ragazzi fra i 18 e i 24 anni ha un’opinione positiva del grande statista, contro il 58% degli over 65.
La ragione? Il vecchio Winston è visto dai più giovani sostanzialmente come un razzista e un colonialista, piuttosto che come il leader che sconfisse il nazismo.
È un’inversione di tendenza clamorosa, se si pensa che vent’ anni fa un sondaggio della Bbc aveva visto Churchill votato come il più grande britannico di tutti i tempi, addirittura al di sopra di William Shakespeare. Sic transit gloria mundi : anche fra il pubblico generale solo il 36% ha un’opinione decisamente positiva di Churchill, a fronte di un 20% che ha «vedute miste» e un 7% che ne dà un giudizio negativo. Ma molto dipende dall’orientamento politico: fra gli elettori conservatori Sir Winston riceve il plauso di oltre il 60%, mentre fra i laburisti il gradimento scende al 22%. Appena quattro anni fa, in un sondaggio analogo, il 47% di tutti gli interrogati si professava invece deciso ammiratore dell’ex premier.
È un revisionismo storico, quello che ha investito la figura di Churchill, che va di pari passo con il riesame critico del passato imperiale della Gran Bretagna. E se è vero che cinque anni fa un film come The Darkest Hour – L’ora più buia , dedicato alla lotta dello statista contro la Germania nazista, strappava applausi e lacrime durante le proiezioni nei cinema londinesi, è anche vero che nel 2020 la statua di Churchill davanti al Parlamento venne imbrattata da graffiti che gli davano del «razzista»: tanto che le autorità dovettero proteggerla con un paravento per un certo periodo, nel timore di ulteriori sfregi. Ed è un’onda lunga che ha investito anche le istituzioni, se si pensa che pure il Fondo alla Memoria di Winston Churchill, un’ente di beneficenza, ha deciso di recente di cambiare nome e rimuovere le sue foto dal sito web.
Ma quello che colpisce è soprattutto la disaffezione delle giovani generazioni verso figure che fino ai ieri erano percepite come gli indiscussi grandi del passato: e il motivo è rintracciato nel fatto che ormai nelle scuole ci si concentra soprattutto sugli aspetti negativi della storia, in particolare sulle malefatte del colonialismo. Jeremy Black, docente all’università di Exeter, ha detto di sospettare che i risultati del sondaggio mostrano «il malaugurato impatto della cattiva storia».
«Churchill è stato il più grande primo ministro che questo Paese abbia visto», ha detto al Mail on Sunday lo storico Sir Anthony Seldon. «Lui è stato, più di ogni altro, responsabile della resistenza a Hitler e alla minaccia posta alla Gran Bretagna e all’Europa. Qualcosa è andato decisamente storto se i giovani la pensano diversamente. O non gli viene insegnato, o vengono insegnate loro le cose sbagliate».
E Chris McGovern, ex consigliere del ministero per l’Educazione, ha aggiunto che molti professori «non lo considerano una figura eroica. Se viene trattato, è spesso in termini delle sue vedute razziste». Che Churchill indubbiamente aveva, ma che andrebbero piuttosto collocate nell’ottica del suo tempo.
(da Il Corriere della Sera)
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Novembre 8th, 2022 Riccardo Fucile
L’URLO DI GIOIA DI UN RAGAZZO: “LA MIA VITA E’ TORNATA”… MIGRANTI STREMATI IN LACRIME… SCONFITTA TOTALE DEL GOVERNO
La conferma è arrivata dopo le ispezioni del team di medici e psicologi. Sbarcano tutti i migranti della nave di Medici senza frontiere Geo Barents, ferma al porto di Catania.
“Le autorità sanitarie – ha fatto sapere Msf – ce lo hanno appena confermato. Un grande sollievo dopo settimane di attesa”.
Le operazioni per far scendere a terra tutte le persone sono già in corso. “My life in back! My life is back!”, cioè “La mia vita è tornata!”, è l’urlo liberatorio di uno dei ragazzi a bordo, appresa la notizia del via libera allo sbarco.
“Dopo 7 ore visite terminate. Si scende. Tutti”. Ha scritto in un tweet il deputato Pd Antonio Nicita. Dall’ispezione a bordo della nave è emerso un livello di “alto rischio” psicologico. “Sono stati ritenuti tutti fragili”, ha detto Juan Matias Gil, il capo missione di Geo Barents.
È un grande sollievo soprattutto per “loro noi siamo stanchi ma sono loro che hanno bisogno di cura. C’è una grande gioia a bordo. Da qui non si sente ma vi assicuro che sono molto felici. Persone che piangono e urlano di gioia”, ha detto ancora Juan Matias Gil, parlando con i cronisti fuori dai cancelli del molo dieci dove è ormeggiata la nave Geo Barents.
I sanitari della commissione Usmaf e Asp, di cui fanno parte tre psichiatri, due psicologi, un pedagogista e un infettivologo, avevano riscontrato un livello di “high risk” psicologico, a causa della lunga permanenza a bordo dei naufraghi.
L’alto rischio è emerso grazie a un test somministrato attraverso un questionario elaborato dai medici della salute mentale. Tra i 212 migranti ci sarebbero anche diversi casi di scabbia, quindi il personale di Medici Senza Frontiere temeva anche per le possibilità di un elevato contagio sull’imbarcazione.
A breve il team sanitario salirà anche a bordo della Humanity 1 per verificare le condizioni degli altri 35 migranti in attesa, ai quali il governo fino ad ora non ha accordato il permesso di scendere.
(da agenzie)
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Novembre 8th, 2022 Riccardo Fucile
“SITUAZIONE DISPERATA A BORDO”, ALTRI DUE-TRE GIORNI DI NAVIGAZIONE E DI SOFFERENZE PER ARRIVARE A MARSIGLIA… GRANDE ATTO DI RESPONSABILITA’ DEL GOVERNO FRANCESE CHE NON E’ TENUTO A OFFRIRE NE’ PORTO NE’ ASSISTENZA
La Francia potrebbe aprire il porto di Marsiglia allo sbarco della Ocean Viking. La nave di Sos Mediterranée, che da tre giorni era ferma in acque internazionali all’altezza del porto di Catania, è in movimento da alcune ora e viaggia in una direzione compatibile con porto francese.
Sta per doppiare la punta sud della Sicilia, sotto Pachino e punta al Mediterraneo occidentale.
Non c’è ancora nessuna conferma ufficiale ma dietro le quinte, al ministero dell’Interno francese, ci si prepara a un ipotetico sbarco a Marsiglia già a partire da giovedì.
L’arrivo della nave di Sos Mediterranée in un porto francese – fatto inedito dall’inizio della crisi migratoria – non è dunque più da escludere. Dopo che il ministro Gerald Darmanin aveva invitato qualche giorno fa l’Italia a rispettare le regole internazionali per l’assegnazione del “porto più vicino e più sicuro”, la linea illegale di Roma sta spingendo la Francia a riflettere su un’altra soluzione.
Il leader francese ha insistito sul dovere dell’Italia di aprire i suoi porti alle navi che trasportano persone soccorse in mare. La Francia aveva anche dato disponibilità a farsi carico di una parte dei richiedenti asilo sbarcati in Italia, come già in passato. Una soluzione, questa, già prevista dal patto di redistribuzione in vigore in Europa
L’aggravarsi della situazione a bordo dell’Ocean Viking costringe però, evidentemente, le autorità a prendere decisioni rapide. Se l’indiscrezione trovasse conferma sarebbe un fatto politicamente molto rilevante per l’Italia e per l’ Europa tutta.
La Francia darenbbe infatti prova di grande senso di responsabilità non essendo infatti tenuta in alcun modo a offrire assistenza o il porto alla Ocean Viking che batte bandiera norvegese. E anche la Sos Mediterranée non è una Ong francese.
Ancora questa mattina, dalla nave, è stato lanciato un accorato appello alle autorità: ” La situazione a bordo della Ocean Viking è disperata. Ci sono 234 persone, tra cui 55 minori dei quali 43 non accompagnati, il più piccolo ha tre anni. Le donne sono 15. La nave è in attesa in mare da 20 giorni, abbiamo fatto più di 30 richieste alle autorità per un porto sicuro. Diciassette persone hanno bisogno di diagnosi a terra, 3 di essere ospedalizzate, una ha la polmonite e non risponde agli antibiotici. Di tutto questo le autorità sono state infornate passo passo”, ha detto il portavoce Francesco Creazzo.
(da agenzie)
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Novembre 8th, 2022 Riccardo Fucile
NONOSTANTE LE RICHIESTE DEI SINDACATI DI SOSPENDERE LA PRODUZIONE, L’AZIENDA NON HA FERMATO NESSUN REPARTO, NEANCHE IN SEGNO DI LUTTO PER LA MORTE DELLA DONNA
Da ventisei anni Nicoletta Palladini lavorava in questa vetreria di Borgonovo Val Tidone, a venti chilometri da Piacenza. Due figli ormai grandi e una vita intera, più della metà dei suoi anni, trascorsa a fare i turni in azienda, mattina, pomeriggio, notte.
Con la sua esperienza, Nicoletta era diventata una delle coordinatrici del reparto Controllo qualità del vetro cavo lavorato nell’area a caldo. «Non un lavoro complicato», spiegano gli operai che non si danno pace, tutto il giorno asserragliati in un’assemblea permanente che in serata ha proclamato otto ore di sciopero per oggi, «perché, nonostante le richieste dei sindacati di sospendere la produzione, nessun reparto si è fermato. Neanche in segno di lutto e di rispetto per la morte di Nicoletta».
Quello che faceva lei, il controllo qualità «non doveva essere un lavoro pericoloso. Soprattutto da quando, nel 2020, con gli investimenti dell’industria 2.0, i proprietari avevano acquistato il nuovo macchinario che risparmiava agli operai la fatica di caricare e scaricare i bancali coi prodotti finiti, bicchieri, bottiglie, vasetti, dai rulli che li trasportano», spiega Stefano Rossi della Filctem Cgil di Piacenza.
La «navetta» lo chiamano. La navetta che ha ucciso Nicoletta, a cinquant’ anni, schiacciata in un corridoio troppo stretto, tra un rullo e l’altro.
Faceva il turno di notte, ma i suoi colleghi in quel momento erano lontani da lei. La navetta si era bloccata già una prima volta all’una e mezza. La seconda, poco dopo le due.
«Non una cosa insolita, anzi – racconta una collega -. La navetta si blocca ogni volta che qualcuno entra nel suo raggio di azione». Tutti quei sensori dovevano garantire maggiore sicurezza, ma così non è stato.
Forse Nicoletta è intervenuta per farla ripartire – la cabina comandi è alle spalle – ma qualcosa è andato storto. Se si è trattato di un malfunzionamento della navetta lo scopriranno i carabinieri del comando provinciale, coordinati dalla procura diretta da Grazia Pradella che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e sequestrato il macchinario.
L’allarme è scattato poco dopo le due e mezza di notte. I colleghi hanno provato a liberare il corpo della donna, chino sui rulli, ma non ci sono riusciti. Per farlo sono intervenuti i vigili del fuoco e poi i soccorsi del 118, ma nulla: per Nicoletta non c’era più niente da fare. Tutta la sua famiglia si stringe ora nel dolore, quei due figli ormai grandi che tanti sacrifici Nicoletta aveva fatto per mandare all’università.
La maggiore è un medico, specializzanda in Fisiatria, e il secondo poco più che maggiorenne, va al primo anno di Scienze motorie.
«Eravamo tre fratelli molto legati. Insieme facevamo il possibile per la mamma invalida. Ora Nicoletta non c’è più», ha detto tra le lacrime la sorella Daniela, prima di chiudersi nel più assoluto silenzio.
«Siamo sconvolti, avevamo appena comprato la navetta marchiata Ce, tutti gli operai hanno a disposizione i Dpi e Nicoletta, come gli altri, aveva fatto il corso di formazione nell’ottobre del 2021», scuote la testa Elena Ramondini, responsabile del personale, nella sala d’attesa degli uffici della vetreria che, con i suoi 160 operai oltre alle maestranze interinali, a Borgonovo è un’istituzione.
Sconcertati anche colleghi e sindacati: «In nome di Nicoletta abbiamo indetto l’assemblea permanente e poi lo sciopero. L’unica cosa che sappiamo, davanti a questa mattanza, è che in tema di sicurezza non si fa mai abbastanza – sottolinea Massimo Pelizzari di Femca Cisl Parma e Piacenza davanti al cancello dell’azienda -. Per questo dobbiamo andare avanti, pretendere delle risposte, fare il possibile perché quel che è successo non si ripeta più».
(da agenzie)
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Novembre 8th, 2022 Riccardo Fucile
IL PROPAGANDISTA RUSSO IGOR GIRKIN PUBBLICA UN VIDEO SU TIKTOK DOVE SI VEDE UNA FILA INTERMINABILE DI TOMBE DI SOLDATI RUSSI MANDATI A MORIRE DA “MAD VLAD”
La guerra in Ucraina non accenna a smettere e il video condiviso su TikTok dal propagandista russo Igor Girkin sta gelando il web. Nelle immagini terribili si vede una fila interminabile di tombe di soldati russi mandati a morire da Vladimir Putin. Immagini davvero toccanti che danno un’idea del sacrificio di vite umane pagato dal popolo russo per l’invasione dell’Ucraina.
Le riprese inquadrano il bordo di una strada in un luogo imprecisato dove compare una fila sterminata di corone funebri, bandiere dei reparti di appartenenza e qualche foto.
Tutti soldati che dall’inizio della guerra sono morti per la causa russa in un’invasione che il resto del mondo ancora fatica a spiegarsi.
Il filmato è stato girato a Lugansk, la repubblica secessionista annessa alla Russia. Dove si sta combattendo da mesi e dove migliaia di persone tra russi e ucraini hanno perso la vita. Nel frattempo Zelensky e Putin continuano con i loro proclami ma, sul campo, si continua a morire. Zelensky ha dichiarato che la Russia prepara altri attacchi alle infrastrutture, alle quali l’Ucraina risponderà.
Putin nel frattempo spaventa il mondo intero facendo riferimento alla bomba atomica di Hiroshima, lanciando un monito forte e chiaro: «Le guerre possono finire anche così». Una guerra che non accenna a smettere e che dalle immagini che girano sui social, continua ad essere spaventosamente sanguinosa.
(da agenzie)
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