Novembre 15th, 2022 Riccardo Fucile
NESSUNO HA MAI PAGATO LE MAXI-MULTE PERCHE’ SONO STATE ANNULLATE A SEGUITO DEI RICORSI E LE IMBARCAZIONI SEQUESTRATE SONO SEMPRE STATE RICONSEGNATE PERCHE’ LA MAGISTRATURA HA DATO RAGIONE ALLE ONG
La querelle tra Francia e Italia su Ocean Viking ha presto
rivelato le prime crepe nei rapporti internazionali del governo Meloni, con specifico riferimento al tema dei migranti. Nel braccio di ferro con Parigi, presto trasformato in una sfida aperta a Bruxelles, il Viminale spera di avere la meglio guardando al passato.
Così ripesca dal cilindro i decreti sicurezza varati dall’allora ministro Salvini durante il Conte I.
Sequestri amministrativi e multe per difendere l’interesse nazionale: questa sembra dunque essere la strategia del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, elaborata nella speranza di riuscire a fermare le imbarcazioni delle Ong e costringere gli stati membri dell’Unione Europea a prendersi in carico la redistribuzione.
Insieme a un piano per i ricollocamenti europei che lasci poco spazio alla volontarietà. Chi avrà intenzione di entrare nei porti italiani, inoltre, dovrà dimostrare di aver soccorso imbarcazioni a rischio naufragio.
I precedenti
Evidentemente la speranza è che questa volta le misure colpiscano nel segno. Perché l’ultima volta, quattro anni fa, i decreti non dimostrarono grande efficacia.
Lo ricorda Repubblica oggi: nessuno ha mai pagato le «megamulte» del primo decreto sicurezza. La sanzioni pecuniarie sono state infatti sempre annullate in ricorso. Non è andata diversamente nel caso delle navi sequestrate, sempre riconsegnate alle navi umanitarie.
Beppe Caccia, armatore di Mediterranea Saving Humans, parla di «provvedimenti amministrativi punitivi fortemente voluti da Salvini e talmente inconsistenti che il tribunale civile cui ci siamo subito appellati non ha avuto esitazioni a darci ragione».
Avevano ricevuto due multe, una da 65.000 euro per la Alex e una da ben 300.000 euro per la Mare Jonio nell’estate 2019. Ma poi «è finita come è finita e con la modifica del decreto sicurezza e la cancellazione delle sanzioni amministrative tutte le multe sono state azzerate».
L’era Salvini ha portato a comminare altre due multe. Quelle alle Sea Watch 3 di Carola Rackete, che forzò l’entrata a Lampedusa nel giugno 2019, e alla Eleonore della ong tedesca Mission Lifetime. Le accuse rivolte a Rackete di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e rifiuto di obbedienza a nave da guerra sono state archiviate dal gip di Agrigento. Il tribunale civile di Ragusa ha annullato la multa da 300.000 euro e il sequestro della Eleonore.
(da agenzie)
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Novembre 15th, 2022 Riccardo Fucile
CONDANNANO IL NOSTRO STILE DI VITA DA DEBOSCIATI MA NEI FATTI SI AFFANNANO A IMITARLO… NON INTENDONO ABBATTERE IL NOSTRO SISTEMA MA DIVENTARNE I PRINCIPALI BENEFICIARI. E A FARNE LE SPESE SONO I POVERI CRISTI RINTRONATI DALLE FANDONIE DEL POTERE
Per smentire le voci di un suo ricovero in ospedale, il ministro Lavrov ha postato un video in cui sembra più che altro smentire di essere russo, dato che è vestito come un turista californiano. Apple Watch al polso, telefono di ultima generazione sul tavolino e maglietta con griffe del pittore Basquiat ordinabile su Amazon e decisamente più economica del piumino di marca italiana sfoggiato in pubblico da Putin agli inizi della guerra.
Sarebbe questo il modello alternativo, vagheggiato da coloro che odiano quello occidentale a trazione anglosassone? Gli stessi vestiti, vale a dire gli stessi valori, però a esclusivo appannaggio della classe dirigente, che a parole condanna il nostro stile di vita da debosciati, ma nei fatti si affanna a imitarlo persino nei gadget e nelle t-shirt. Non so se rallegrarmene, dal momento che quello stile di vita iper-materialista non piace troppo nemmeno a me.
O se invece affliggermi per la truffa morale perpetrata ai danni dei ragazzi russi, mandati a morire in nome di un’idea alternativa di mondo che i vari Lavrov sono poi i primi a rinnegare. Loro non intendono abbattere il sistema occidentale, ma diventarne i principali beneficiari. E a farne le spese, al solito, sono i poveri cristi rintronati dalle fandonie del potere, a cui fingono di credere anche certi utili idioti di casa nostra, che straparlano di mondo complesso e multipolare non perché vogliano cambiare il mondo, ma perché vorrebbero cambiare padrone.
(da il Corriere della Sera)
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Novembre 15th, 2022 Riccardo Fucile
RITIRO DEI RUSSI DAI TERRITORI OCCUPATI E RIPRISTINO DELLA SOVRANITA’ DELL’UCRAINA
Dopo la riconquista di Kherson e il ritiro delle truppe russe
dalla Regione della zona Sud dell’Ucraina, gli equilibri del conflitto alle porte dell’Europa sembrano essere cambiati. Ovviamente è ancora presto per capire se il Cremlino sia intenzionato a riaprire i tavoli della trattativa dopo una guerra provocata volontariamente da Mosca, ma dopo mesi di stallo ecco che al G20 in corso a Bali si è tornati a parlare di pace. A farlo è stato il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky che si è collegato – in videoconferenza – con gli altri leader e rappresentanti mondiali.
Il Presidente ucraino ha messo sul tavolo le 10 condizioni – si tratta di proposte – per la pace. Si tratta, ovviamente, di iniziative unilaterali attorno a cui – però – potrebbero aprirsi le nuove trattative con la Russia.
Radiazioni e sicurezza nucleare;
Sicurezza alimentare;
Sicurezza energetica;
Liberazione di tutti i prigionieri e deportati;
Attuazione della Carta delle Nazioni Unite e ripristino dell’integrità territoriale dell’Ucraina e dell’ordine mondiale;
Ritiro delle truppe russe e cessazione delle ostilità;
Ripristinare la giustizia;
Anti-ecocidio;
Prevenzione dell’escalation;
Fissare la fine della guerra.
Dieci punti su cui Zelensky vuole basare le condizioni dell’Ucraina per mettere la parola fine su questa triste, dolorosa e crudele pagina della storia contemporanea. Prima di leggere questi punti, infatti, il numero uno di Kyiv ha voluto mettere in chiaro alcuni aspetti rivolgendosi direttamente ai partecipanti al summit del G20.
“Non vale la pena offrire all’Ucraina compromessi su sovranità, territorio e indipendenza. Rispettiamo le regole e siamo persone di parola. L’Ucraina è sempre stata leader negli sforzi per il mantenimento della pace e il mondo lo ha visto. Se la Russia dice che vuole porre fine a questa guerra, lo dimostri con le azioni. Perché non permetteremo alla Russia di aspettare, costruire le sue forze e quindi iniziare una nuova serie di terrore e destabilizzazione globale. Non ci sarà una Minsk-3, che la Russia violerà subito dopo l’accordo. Esiste una formula ucraina per la pace. Pace per l’Ucraina, l’Europa e il mondo. E c’è un insieme di soluzioni che possono essere attuate per garantire davvero la pace”.
(da agenzie)
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Novembre 15th, 2022 Riccardo Fucile
“LE RISALITE CI SONO, SARA’ UN’ONDA NON UNA ONDATA, MA CI VUOLE PRUDENZA”
L’attuale gestione pandemica, figlia dell’entrata in carica del governo Meloni, ha portato a misure meno draconiane per il contenimento del Coronavirus. Ma il virologo Fabrizio Pregliasco continua a insistere sulla necessità di tenere alta la guardia.
In un’intervista a La Stampa, in particolare, il direttore sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano lamenta un calo della percezione del rischio, influenzato da alcune decisioni dell’esecutivo. Come il discusso reintegro del personale medico-sanitario non vaccinato, che secondo Pregliasco alimenterebbe la «facile propaganda No Vax» costruita «per minare la credibilità dei vaccini».
E questo, a suo dire, porterebbe a «una fatica nella vaccinazione», ovvero in una reticenza dei pazienti a effettuare il quarto richiamo. Mentre ritiene importante «che il vaccino contro il Covid, per le categorie a rischio per patologia e per età, entri a far parte del calendario vaccinale annuale». Non è una questione solo italiana, ma mondiale: un livello al quale, secondo Pregliasco, «non c’è stata la dovuta copertura vaccinale, quindi il virus ha circolato e circola ancora».
Nuova onda in arrivo, ma «non sarà pesante»
Questo dipenderebbe da «una disuguaglianza a livello internazionale»: rispetto «all’andamento dell’epidemia, ciascun Paese ha adottato una propria metodologia. Cina e Corea del Nord puntano al contagio zero ma, al momento, risulta impossibile per via della contagiosità del virus. India, Brasile e altri, vuoi per ragioni organizzative, vuoi per motivazioni ideologiche, hanno lasciato che la malattia si diffondesse immediatamente. Altri, invece, hanno cercato di spalmare l’incidenza della malattia nel tempo. Ed è quello che abbiamo cercato di fare in Europa». Nonostante, prosegue, la situazione di oggi è «relativamente positiva» (con indice Rt inferiore all’unità e ospedalizzazione sotto controllo), «occorre una comunicazione istituzionale importante e persuasiva sulla campagna vaccinale». Rispetto alla doppia minaccia di Covid e influenza, aggiunge, «la normalità dipenderà da quanti fragili e da quanti soggetti a rischio riusciremo a proteggere». Secondo quanto ci mostrano le curve, spiega, le risalite ci sono, ma «sarà un’onda, non un’ondata, e non sarà pesante».
(da agenzie)
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Novembre 15th, 2022 Riccardo Fucile
BUFERA SU GEMMATO (FDI): “NON C’E’ PROVA CHE SENZA VACCINI SAREMMO STATI PEGGIO”… CHIESTE LE DIMISSIONI DELL’AMICO DI BOLSONARO PER “MANIFESTA IGNORANZA”
L’IRA DI BASSETTI: “SI LEGGA LA LETTERATURA SCIENTIFICA, SE NE E’ CAPACE”
L’efficacia dei vaccini? Tutta da verificare. Questa è l’antifona
dell’intervento fatto dal sottosegretario alla Salute di Fratelli d’Italia Marcello Gemmato nel corso della trasmissione di Rai 2 ‘Restart-L’Italia ricomincia da te‘.
E che ha presto scatenato non solo aspre critiche ma anche richieste di dimissioni. «Un sottosegretario alla Salute che nega i vaccini non può rimanere in carica», ha scritto su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta.
«Registro che per larga parte della pandemia l’Italia è stata prima per mortalità e terza per letalità, quindi questi grandi risultati non li vedo raggiunti», era l’inizio del contestato intervento dell’esponente di Fratelli d’Italia.
Che puntualizzava tuttavia di non voler cadere «nella trappola di schierarmi a favore o contro i vaccini».
Ad Aldo Cazzullo, che aveva osservato come «senza vaccini sarebbe stato magari peggio», Gemmato ha ribattuto: «Questo lo dice lei, non abbiamo l’onere della prova inversa». Fino ad oggi, a suo dire, l’approccio alla gestione pandemica ha avuto infatti uno stampo «ideologico». Ma adesso, prometteva, «la politica ritorna centrale», e «la politica fa questo: analizza i fenomeni scientifici, analizza i dati e prende le decisioni». Gemmato aveva aggiunto che a suo dire la discussione in merito è «surreale»: «Io adesso da sottosegretario di Stato, insieme a un ministro che finalmente è uno scienziato (Orazio Schillaci, ndr) analizzando il contesto nel quale oggi viviamo – ricordo che le terapie intensive sono occupate al 2% – abbiamo ritenuto di anticipare di 6 settimane» la scadenza dell’obbligo di vaccinazione anti-Covid per i sanitari e quindi il reintegro degli operatori non vaccinati.
Le polemiche
Parole che hanno fatto imbufalire virologi e diversi esponenti dell’opposizione. «Ma come si fa a dire che non c’è prova scientifica che i vaccini anti-Covid sono serviti a salvare la vita a milioni di persone? Basterebbe saper leggere la letteratura scientifica. Un bel tacer non fu mai scritto…», è l’attacco frontale di Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.
Altrettanta indignazione la manifesta il segretario di Più Europa Benedetto Della Vedova, che su Twitter commenta: «Il sottosegretario Gemmato spiega che lui non cade nella trappola di pronunciarsi sui vaccini, perché non sappiamo se funzionano. Governo dunque apertamente No-vax e anti scientifico. Chiedo a Giorgia Meloni se vuole correggere anche questa posizione o se per lei va bene così».
Ma la sferzata più tagliente arriva da Matteo Orfini, deputato del Partito Democratico, che ancora su Twitter chiede che Gemmato lasci: «E abbiamo anche un sottosegretario alla Salute che dice che non abbiamo prove che i vaccini funzionino. Un governo normale lo farebbe dimettere in 5 secondi per manifesta ignoranza».
(da agenzie)
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Novembre 15th, 2022 Riccardo Fucile
COLPITA L’ASSOCIAZIONE NEONAZISTA “ORDINE DI HAGAL”, FONDATA DA UNO DEGLI ARRESTATI… DALLE INTERCETTAZIONI GLI UOMINI STAVANO PROGETTANDO UN ATTACCO CONTRO UNA CASERMA DEI CARABINIERI IN PROVINCIA DI NAPOLI E CONTRO UN CENTRO COMMERCIALE
Complottisti, certamente. Ma soprattutto, secondo la Procura della Repubblica di Napoli, neonazisti di periferia, che hanno spiccato il salto dalla propaganda pura e semplice al rango di organizzazione sovversiva di stampo suprematista.
Sono i quattro indagati finiti in cella nell’ambito di una delicata indagine della Digos e dell’Antiterrorismo coordinata dai pm Antonello Ardituro e Claudio Onorati con il procuratore Giovanni Melillo, fino a qualche mese fa capo dei pm di Napoli, ora al vertice della direzione nazionale Antimafia e antiterrorismo.
La polizia di Stato di Napoli, su delega della Procura della Repubblica di Napoli, ha eseguito un’operazione antiterrorismo, condotta dalla Digos, dalla Direzione centrale della polizia di prevenzione e dal servizio polizia postale e comunicazioni, con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di soggetti gravemente indiziati di appartenere ad una associazione con finalità di terrorismo di matrice neonazista, suprematista e negazionista tra le provincie di Napoli, Caserta e Avellino.
L’ordinanza ha portato in carcere Maurizio Ammendola, 42 anni, di Maddaloni in provincia di Caserta, ideatore e fondatore dell’associazione Ordine di Hagal; Michele Rinaldi, 47 anni, residente in provincia di Avellino, vicepresidente dell’Ordine di Hagal e gestore di un canale Telegram; Massimiliano Mariano, 46enne di Castellammare di Stabia e Giampiero Testa, 25enne di Marigliano, in provincia di Napoli, che si era avvicinato pericolosamente a gruppi nazionalisti di estrema destra ucraini.
La misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria è stata emessa nei confronti di Fabio Colarossi, romano di 36 anni, che deve difendersi dall’accusa di propaganda di ideali neonazisti. Indagato anche un cittadino ucraino legato all’estrema destra che risulta rientrato nel suo paese d’origine.
Nelle intercettazioni, Testa inneggiava al “potere bianco” e manifestava la sinistra intenzione di sferrare un attacco contro la caserma dei carabinieri di Marigliano, in provincia di Napoli. Il cittadino ucraino, invece, manifestava addirittura la volontà di realizzare un attentato contro un centro commerciale della zona nolana.
Quella sfociata negli arresti di oggi rappresenta la seconda fase dell’indagine che aveva portato, a maggio e novembre 2021, a una serie di perquisizioni nei confronti di un primo gruppo di indagati, alcuni dei quali molto attivi sui canali social dell’associazione “L’Ordine di Hagal”. Tutti potranno replicare alle accuse nei successivi passaggi del procedimento, la difesa potrà proporre ricorso al Riesame contro l’ordinanza. Sono in corso una trentina di perquisizioni personali domiciliari ed informatiche in tutta Italia.
(da agenzie)
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Novembre 15th, 2022 Riccardo Fucile
“PRIVILEGIARE I MIGRANTI CON RADICI GIUDAICO-CRISTIANE”: L’ASSURDA TEORIA DISCRIMINATORIA DELL’EX FUTURO E LIBERTA’
Le parole pronunciate da Italo Bocchino nel corso del suo
intervento a “Otto e Mezzo”, nella puntate andata in onda lunedì sera su La7, hanno provocato moltissime reazioni anche in studio durante la trasmissione.
Il tema, ovviamente, è quello dei migranti, delle navi ong e delle tensioni tra l’Italia e la Francia. Ma la frase che ha scatenato le polemiche è arrivata al minuto 29 e 36”, con l’ex deputato del Popolo della Libertà – in quota Alleanza Nazionale – e attuale direttore de “Il Secolo d’Italia” che ha parlato di radici religiose e culturali sulle quali basare le possibilità di ingresso in Italia e negli altri Paesi dell’Unione Europea.
Uno spezzone dalla puntata integrale di “Otto e Mezzo” che trascriviamo di seguito. “La destra non vuole alzare muri. I migranti devono entrare perché è un flusso naturale. Vengono accolti quelli regolari. Noi abbiamo tanti migranti che lavorano in Italia. Devono entrare e devono avere o l’asilo politico o un permesso di lavoro. L’industria pesante, il welfare familiare e l’agricoltura sono piene di migranti. Ne abbiamo bisogno, ma di quelli regolari. Non di alzare muri. Allora, un Paese normale fa le quote. Dice quanti ne vuole e da dove li vuole […] Una gestione corretta dei flussi con l’Europa dovrebbe essere quella delle quote e l’Europa dovrebbe anche porsi il problema della tutela delle radici giudaico-cristiane e chiedersi anche, nel momento in cui fa la scelta dei Paesi a cui aprire i flussi se ci deve essere una compatibilità religiosa o culturale rispetto a quelle che sono le radici giudaico-cristiane dell’Europa”.
Le parole di Italo Bocchino hanno provocato le reazioni di tutti i presenti, sia in studio che in collegamento.
Lilli Gruber, infatti, spiega che seguendo quella linea di principio indicata dal direttore del Secolo d’Italia tutti gli esseri umani della zona Sud ed Est del Mondo dovrebbero essere esclusi. Stessa contestazione mossa da Massimo Giannini.
Poi Massimo Cacciari prende la parola e lo zittisce ricordando che il principio da rispettare è quello del diritto romano, ovvero il rispetto della legge. Senza alcuna discriminazione all’accesso basata su religione o cultura.
(da agenzie)
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