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NON E’ COLPA DEI MIGRANTI SE LE DONNE IN ITALIA NON LAVORANO E LA MELONI LO SA BENISSIMO

Aprile 20th, 2023 Riccardo Fucile

UN QUARTO DEI BAMBINI NON TROVA POSTO NEGLI ASILI NIDO, IL CONGEDO DI PATERNITA’ DURA SOLO 10 GIORNI E IL MODELLO SOVRANISTA E’ QUELLO DI “ESSERE MADRI” IN UNA FAMIGLIA PATRIARCALE

Durante la sua visita al Salone del mobile di Milano, la premier Giorgia Meloni ha parlato del problema del lavoro. In particolare ha detto che “il modo sul quale lavora il governo non è risolverlo coi migranti, ma risolverlo con quella grande riserva inutilizzata che è il lavoro femminile. Alzando i livelli del lavoro femminile e portandoli alla media europea già i nostri dati cambierebbero molto. E lavorando sulla demografia e quindi sull’incentivazione della possibilità da parte delle famiglie di mettere al mondo dei figli”.
È vero. In Italia c’è un enorme problema di occupazione femminile. Il tasso di occupazione per le donne è del 52%, in leggera crescita, ma comunque all’ultimo posto in Europa.
In 22 su 27 Paesi europei, le donne con 3 figli hanno tassi di occupazione superiori a quelle italiane con un solo figlio. Il problema si trascina da tanto tempo: guardando i dati dell’Istituto europeo per la parità di genere, anche se l’Italia ha migliorato il proprio punteggio in alcuni campi come quello della rappresentanza politica, i punteggi del lavoro restano fermi a dieci anni fa.
È anche vero che l’occupazione femminile è direttamente connessa alla natalità. Come scrive la demografa Alessandra Minello nel suo libro Non è un Paese per madri, c’è una distanza tra i figli desiderati e i figli avuti: il numero di figli per donna è attualmente inferiore a 1,3, ma oltre la metà degli italiani vorrebbe avere due figli e quasi un quarto anche tre o più. Il 41% di chi ha già un figlio ne vorrebbe un altro. Questo fertility gap è dovuto proprio all’impossibilità di soddisfare i propri desideri di maternità e di genitorialità, soprattutto a causa della realtà lavorativa.
Colpa dei migranti? Colpa della “sostituzione etnica”, per citare il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida che ha tirato fuori un’espressione razzista e suprematista che non dovrebbe avere spazio nel lessico democratico di un rappresentante dello Stato? Ovviamente no.
La colpa è dell’assenza di politiche di genere mirate non soltanto alla maternità e all’occupazione, ma a una maternità libera e a un’occupazione dignitosa, che non abbiano come fine ultimo dare figli alla patria, ma soddisfare progetti di vita e bene comune.
Contrapporre donne e migranti sul tema lavoro a pensare “bene” è miopia politica, a pensare male è soffiare sul fuoco dell’odio sociale. Le due questioni possono naturalmente intrecciarsi, specie se si parla della difficile situazione delle migranti che lavorano nel nostro Paese e la cui permanenza dipende proprio da un contratto di lavoro regolare e da un reddito dignitoso, ma dire che il problema dell’occupazione si risolve con quella femminile e non con quella di chi emigra sottintende che questi ultimi stiano in qualche modo sottraendo il lavoro alle donne.
Una retorica allarmista, ma soprattutto falsa, perché i motivi per cui le donne non lavorano sono noti da tempo e riguardano il welfare sociale, la conciliazione tra vita e lavoro, le discriminazioni di genere, il gender pay gap e l’assenza dei servizi per l’infanzia.
Tutte cose su cui il governo si è spesso detto pronto a impegnarsi, ma su cui finora non ha fatto molto, oltre ad aumentare l’indennità del congedo parentale dal 30 all’80% per un mese con l’ultima legge di bilancio. Gli sgravi fiscali previsti per l’assunzione delle donne, poi, non solo riguardano una platea ristretta di persone (over 50 e lavori sottorappresentati), ma gli effetti positivi non sono stati in passato così incisivi da far ritenere questa misura sufficiente per risolvere il problema dell’occupazione femminile. Gli sgravi interessano i contratti a lungo termine, ma poi quel lavoro va mantenuto grazie all’esistenza di una rete di servizi che al momento mancano. Della stessa linea è l’assegno unico e universale per i figli, uno strumento sicuramente di aiuto ma che, come scrive l’analisi di InGenere, “rafforza la convinzione che la natalità si incentiva dando soldi, non servizi”.
Non è colpa di chi scappa dalle guerre, dalla miseria e dalla fame se in Italia il congedo di paternità dura dieci giorni, se soltanto poco più di un quarto dei bambini trova posto negli asili nido e se alla scadenza del bando del Pnrr era arrivata soltanto metà delle richieste per costruirne di nuovi. Non è colpa di chi parte alla ricerca di un futuro migliore se l’unica funzione delle donne per il governo è quella di essere madri; eppure non è che le donne senza figli se la passino tanto meglio dal punto di vista lavorativo: in questo caso siamo i penultimi e non gli ultimi in Europa, e comunque con un tasso di occupazione ancora troppo basso.
Donne e migranti non sono due gruppi alternativi o in competizione fra loro per spartirsi la piccola torta del lavoro in Italia. E soprattutto né donne né migranti sono importanti solo se servono a qualcosa: i primi a contribuire al Pil del Paese, le seconde a fare figli. Entrambi, a tornare utili alla propaganda politica che tra teorie del complotto neonaziste e mammismo continua a nascondere sotto il tappeto la propria incompetenza.
(da Fanpage)

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MA IL MINISTRO LOLLOBRIGIDA DOVE HA IMPARATO LA TEORIA SULLA SOSTITUZIONE ETNICA? NEL SUO PARTITO

Aprile 20th, 2023 Riccardo Fucile

GIORGIA MELONI NE HA PARLATO IN TV, SUI SOCIAL, NEI COMIZI. CONDIVIDENDO L’ARGOMENTAZIONE CON SALVINI… NEL 2016 , OSPITE DI MATRIX, DISSE: “IL DISEGNO È SOSTANZIALMENTE DI SOSTITUZIONE ETNICA, L’IMMIGRAZIONE CONTROLLATA SERVE AL GRANDE CAPITALE PERCHÉ LA PUÒ USARE PER RIVEDERE AL RIBASSO I DIRITTI DEI LAVORATORI ITALIANI”

Si fa presto adesso a dare tutta la colpa a Francesco Lollobrigida, come se le sue parole sulla ‘sostituzione etnica’ fossero uscite quasi per caso.
Il concetto espresso dal ministro dell’Agricoltura al congresso della Cisal è invece uno storico cavallo di battaglia del suo partito, con l’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni che per anni e anni ha ripetuto la teoria suprematista in tv, sui social, nei comizi. Condividendo l’argomentazione con Matteo Salvini
A ottobre 2016 la leader di Fdi, ospite di Matrix, diceva: “Mettiamo in fila due cose. Potenzialmente sono milioni le persone che possono entrare nel nostro Paese, questo mentre tanti cittadini italiani scappano all’estero. Il disegno è sostanzialmente di sostituzione etnica, questo piace a chi comanda perché alla base di tutto questo ci sia il tema dei diritti: l’immigrazione controllata serve al grande capitale perché la può usare per rivedere al ribasso i diritti dei lavoratori italiani”. Lo stesso concetto veniva poi condiviso sui propri canali social.
Comizio di piazza a Roma, ‘Il popolo al governo – Italia sovrana’, è il 29 gennaio 2017: “Quella che abbiamo visto in Italia è un’invasione pianificata e voluta. Si tratta di manodopera a basso costo per il grande capitale, si chiama sostituzione etnica e noi non la consentiremo”. A febbraio Meloni torna sull’argomento su Twitter: “La Ue è complice dell’immigrazione incontrollata e del progetto di sostituzione etnica voluti dal grande capitale”.
Giugno 2017, destra in piazza stavolta contro lo Ius soli in discussione al Senato: “Siamo la nazione che l’anno scorso ha fatto scappare centomila italiani all’estero e ha portato in Italia in tre anni 500mila immigrati richiedenti asilo. Penso che ci sia un disegno di sostituzione etnica in Italia”. Nel 2018 l’attuale presidente del Consiglio ripete tutto alla festa di partito, Atreju, tirando in mezzo il famigerato George Soros, finanziere ebreo considerato una specie di ‘Satana globalista’ dalle destre radicali di mezzo mondo.
Ancora giugno, ma del 2019. In una intervista Meloni agita ancora lo spauracchio del disegno orchestrato dai potenti: “Dobbiamo capire che dietro questo grande tema dell’immigrazione incontrollata, non c’è il tentativo episodico di persone che sperano di sbarcare in Europa. C’è un movimento organizzato, c’è anche un disegno di destrutturazione della società”.
Qui individua ancora una volta il colpevole principale: “Ci sono realtà che lavorano per muovere verso l’Europa centinaia di migliaia di africani, pakistani, afghani, perché hanno un disegno: immettere nel mercato europeo centinaia di migliaia di disperati perché questo consente di avere manodopera a basso costo. Non è un caso che a finanziare queste ong ci sia Soros, la finanza speculativa”.
Dopodiché il precursore di tutto fu per l’appunto Salvini, abilissimo nello spostare la Lega Nord da posizioni autonomiste a quelle di destra nazionalista, un percorso cominciato nel 2013 grazie a incontri e relazioni internazionali con esponenti del mondo neofascista come Alexander Dugin e Alain De Benoist. Nel ripetere ossessivamente la teoria della sostituzione etnica il segretario federale arrivò addirittura a tirare in ballo il genocidio: “È in corso un tentativo di genocidio delle popolazioni che abitano l’Italia “. Era l’agosto del 2015 e Salvini parlava da Ponte di Legno, raduno tradizionale di Ferragosto del vecchio Carroccio.
(da agenzie)

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CHE FUTURO CI ASPETTA? IL 2022 È STATO L’ANNO PIÙ SECCO DELLA STORIA IN EUROPA, MA NON SOLO: GLI ULTIMI 8 SONO STATI GLI ANNI PIÙ CALDI MAI REGISTRATI (+2,2 GRADI RISPETTO AL 1900)

Aprile 20th, 2023 Riccardo Fucile

LO SPAVENTOSO RAPPORTO ANNUALE SUL CLIMA EUROPEO: IL 63% DEI FIUMI DEL VECCHIO CONTINENTE L’ANNO SCORSO È STATO AL DI SOTTO DELLA MEDIA, NELL’INVERNO 2021-2022 C’È STATA POCHISSIMA NEVE E E LE CONCENTRAZIONI DI GAS SERRA HANNO RAGGIUNTO IL LIVELLI PIÙ ALTI MAI RILEVATI DAI SATELLITI

Il 2022 è stato l’anno più secco in Europa da quando ci sono rilevazioni scientifiche (seconda metà dell’800): al primo posto per estensione delle aree colpite dalla siccità, al secondo posto per riduzione della portata dei fiumi.
Il 63% dei fiumi europei l’anno scorso è stato al di sotto della media 1991-2020, ed è stato il 6/o anno consecutivo di portate sotto la media per i corsi d’acqua del continente. Lo rivela il rapporto annuale di Copernicus, il servizio Ue di osservazione della Terra, “European State of the Climate 2022”.
Nell’inverno 2021-2022, gran parte dell’Europa ha avuto meno giorni di neve della media, in molte regioni per meno di 30 giorni. In primavera, le precipitazioni sono state sotto la media in molte zone, con il mese di maggio meno piovoso della storia. La mancanza di neve invernale e l’estate calda hanno portato a una perdita record di ghiaccio dai ghiacciai delle Alpi, più di 5 km2.
La scarsità di piogge è continuata nell’estate, con ondate di calore eccezionali, che hanno portato a siccità estesa e prolungata. Secondo Copernicus, il Sud dell’Europa ha avuto il numero più alto mai registrato di giorni con “stress termico molto forte”, e il trend in tutta Europa è in crescita
Unico aspetto positivo, nel 2022 la quantità di radiazione solare ricevuta dal continente è stata la più elevata in 40 anni, con un trend in crescita nello stesso periodo. La velocità del vento sul territorio europeo l’anno scorso è stata in linea con la media degli ultimi trent’anni. Ma questo vuol dire che è stata sotto la media nell’Europa occidentale, centrale e nordorientale (la maggior parte del territorio) e sopra la media soltanto in quella orientale e sudorientale.
Le temperature medie in Europa negli ultimi 5 anni, dal 2018 al 2022, sono state di 2,2 gradi Celsius sopra i livelli pre-industriali 1850-1900. Lo rivela il rapporto annuale sul clima europeo di Copernicus, il servizio di osservazione della Terra della Ue, “European State of the Climate 2022”. Il rapporto diffuso oggi ribadisce i dati sul clima europeo già anticipati da Copernicus a gennaio.
L’anno scorso è stato il secondo anno più caldo mai registrato in Europa da quando ci sono rilevazioni scientifiche: 0,9 C sopra la media storica 1991-2020, record superato solo dal 2020. Il 2022 ha avuto l’estate più calda mai registrata: 1,4 C sopra la media trentennale.
A livello mondiale, gli ultimi 8 anni sono stati i più caldi mai registrati, e le concentrazioni di gas serra hanno raggiunto il livelli più alti mai rilevati dai satelliti: 417 parti per milione per l’anidride carbonica e 1.894 parti per miliardo per il metano. Nel 2022 la temperatura media nel mondo è stata 1,2 gradi sopra i livelli pre-industriali. L’Accordo di Parigi del 2015 sul clima prevede di mantenere la temperatura sotto 2 gradi dalla media pre-industriale 1850-1900, e la Cop26 di Glasgow ha abbassato questa soglia a 1,5 gradi.
(da agenzie)

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GLI IMPRENDITORI STAGIONALI CHE LANCIANO IL SASSO E NASCONDONO LA MANO

Aprile 20th, 2023 Riccardo Fucile

SI LAMENTANO PERCHE’ NON TROVANO LAVORATORI MA NESSUNO VUOLE METTERE NERO SU BIANCO QUALE STIPENDIO OFFRONO E SCAPPANO DAVANTI AI GIORNALISTI

“Dalla ristorazione al settore della balneazione, gli imprenditori fanno fatica a trovare personale stagionale qualificato”. Inizia così un comunicato stampa che ho ricevuto in redazione qualche settimana fa. Il mittente era una sezione provinciale di Confcommercio che segnalava “una problematica che sta mettendo in difficoltà le imprese stagionali ma non solo”.
Secondo un sondaggio di Fipe Confcommercio (la Federazione italiana Pubblici esercizi), spiegava la nota stampa, in tutta Italia mancano migliaia di addetti, soprattutto figure professionali che non si trovano per il settore turistico.
“Ma trovarle non è facile: per il 30% delle figure richieste ciò dipende dal numero ridotto di candidati, mentre per il 13,8% il motivo principale è l’inadeguatezza dei curriculum presentati”, lancia l’allarme la confederazione di imprenditori.
Le figure più ricercate sono quelle che riguardano camerieri di sala, cuochi e aiuto cuochi, banconisti di bar e di gelateria.
Il comunicato prosegue sottolineando la necessità di sviluppare una strategia condivisa con istituzioni, parti sociali e imprese per avvicinare soprattutto le nuove generazioni, “superando definitivamente una logica di mero assistenzialismo che ha reso sempre più complicato l’incontro tra domanda e offerta”.
A cosa fanno riferimento? È presto detto, ed è un ritornello che conosciamo bene: “Una delle motivazioni che spingono le persone a rifiutare un posto di lavoro è legato al reddito di cittadinanza. Sempre più spesso i lavoratori stagionali decidono di non accettare le proposte lavorative per non perdere i soldi del reddito”, accusano gli imprenditori. Al problema di carenza di lavoratori, l’ente di formazione di Confcommercio ha tentato di dare una risposta creando un nuovo portale online in cui gli imprenditori (che non devono necessariamente essere associati a Confcommercio) possono pubblicare le loro offerte di lavoro – in maniera anonima – e in cui, allo stesso tempo, i lavoratori possono candidarsi a quelle offerte, che sono quasi una cinquantina tra addetti alla spiaggia, cuochi, camerieri, baristi e quant’altro.
Conoscendo bene la tematica – avendo lavorato come stagionale in prima persona, avendo fatto un’inchiesta candidandomi a offerte di lavoro sia in Romagna (la mia regione) che nel sud Italia e avendo intervistato tanti ex lavoratori del settore -, ho deciso di approfondire questo ennesimo grido di allarme degli imprenditori cercando di parlare direttamente con alcuni di loro.
Essendo le offerte pubblicate in questo nuovo portale anonime, ho contattato l’ente di formazione di Confcommercio che ha creato la bacheca per farmi mettere in contatto con alcuni di questi imprenditori che cercano personale per l’estate, spiegando che avrei voluto intervistarli chiedendo loro quali figure stessero cercando e quali fossero le loro offerte in termini di contratto e retribuzione, per rendere più concreto questo grido d’allarme che, altrimenti, avrebbe rischiato di perdersi nelle centinaia di appelli di questo tipo che ogni giorno leggiamo sui giornali.
La prima telefonata parte subito bene: mi spiegano che si sarebbero informati e mi avrebbero ricontattato, ma che non avrebbero dovuto esserci problemi. Aspetto, invano.
Quando li richiamo, la persona dall’altra parte del telefono mi dice di essere troppo impegnata in questo periodo e mi rimanda a un’altra sezione della stessa confederazione, che però a sua volta quando contatto mi spiega di essere estranea alla cosa, dicendomi che avrei dovuto richiamare la persona che mi aveva dato quel riferimento (quella troppo impegnata per intenderci).
Nel frattempo erano passate già un paio di settimane e non avevo portato a casa nulla. Riprovo di nuovo il primo numero, e a quel punto la risposta cambia: mi spiegano che non hanno a disposizione l’elenco degli imprenditori che avevano pubblicato offerte di lavoro nel portale creato da loro.
A nulla valgono le mie perplessità (se il portale lo avete creato voi che fate da “intermediari” tra imprese e candidati, com’è possibile che non sappiate chi siano quegli imprenditori? Qualcuno dovrà pur esserci no? Altrimenti

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LA TEORIA KALERGI CHE PIACE A SALVINI

Aprile 20th, 2023 Riccardo Fucile

NELLA LOTTA A CHI E’ PIU’ RAZZISTA NON C’E’ PARTITA

Ci sono gare che è impossibile vincere: quella di Fratelli d’Italia per superare a destra la Lega sul tema immigrazione appartiene senza dubbio alla categoria.
La corsa è cominciata con la conferenza stampa dopo la strage di Cutro e sta proseguendo in questi giorni nel dibattito parlamentare sull’omonimo decreto ma soprattutto nelle dichiarazioni pubbliche di contorno, con effetti assai poco premianti per il partito della premier.
Nell’arco di poche settimane Fratelli d’Italia si ritrova costretto a difendersi dalle accuse di xenofobia o addirittura di razzismo senza peraltro aver ricavato dalla sua performance alcun risultato né in termini pratici né di consenso.
Il fatto è che su quel terreno, il terreno dei giri di vite sulla tutela dei rifugiati, della guerra alle Ong, degli stati d’emergenza, Matteo Salvini vince sempre e comunque: è suo il partito che da vent’anni interpreta al meglio il conflitto urlato e praticato contro gli immigrati, e gli italiani che simpatizzano per quel tipo di racconto lo sanno benissimo.
Per paradosso, i leghisti hanno persino potuto concedersi lo sfizio di bacchettare Francesco Lollobrigida sull’espressione “sostituzione etnica”, un concetto legato al complottismo del Piano Kalergi che Salvini ha introdotto in Italia per primo e ha utilizzato dal 2015 in decine di dichiarazioni.
Hanno potuto farlo perché in nessun caso il loro elettorato penserà a un ripensamento o metterà in discussione la loro ostilità per ogni tipo di straniero che arriva in Italia, dagli atleti di successo ai disgraziati che sbarcano con i gommoni.
L’assoluta primogenitura della Lega sul tema è stata costruita in un ventennio di provvedimenti e proposte choc ed è impossibile da scalfire. Le ronde di privati cittadini, che qualcuno avrebbe voluto pure armate. I medici-spia, che avrebbero dovuto denunciare i malati privi di permesso di soggiorno, e addirittura i presidi-spia che avrebbero dovuto impedire l’accesso a scuola dei bambini dei clandestini.
Il divieto di iscrivere i figli all’anagrafe per chi abitava in case sotto gli standard igienico-sanitari, la tassa sulla domanda di permesso di soggiorno, le ordinanze anti-kebab, l’introduzione del reato di immigrazione clandestina.
La legge per video-collegare le moschee alle questure. I pacchi alimentari dell’emergenza Covid consegnati solo agli italiani doc. Come si può pensare di competere con questo background?
Non si può. E infatti, la Lega l’ha spuntata sempre: “Meloni cede al pressing di Salvini” è stato il titolo prevalente ogni volta che il governo ha deliberato in materia di immigrazione (e sarà anche il titolo della prossima approvazione del decreto Cutro).
Forse è vero, forse no, ma in ogni caso non si capisce perché Fratelli d’Italia continui nell’inseguimento, insista in questa corsa ingloriosa e poco remunerativa, non porti da un’altra parte il dibattito sulle emergenze del Paese impiegando le sue energie su analisi e provvedimenti che non risultino l’eco di battaglie propagandistiche altrui peraltro sconfitte dalla storia, visto che nessuna di quelle norme kattivissime è mai servita a niente.
(da La Stampa)

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LA SPERICOLATA SCALATA DI “LOLLO BEAUTIFUL”: COME HA FATTO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA A DIVENTARE UNO DEGLI UOMINI PIÙ POTENTI DEL GOVERNO?

Aprile 20th, 2023 Riccardo Fucile

IL COGNATO PIÙ FAMOSO (E CHIACCHIERATO) D’ITALIA HA CHIUSO LE LISTE DI FDI PER CAMERA E SENATO, HA AVUTO IN MANO I DOSSIER SULLE NOMINE E HA PIAZZATO CONSULENTI E DIRIGENTI DEL SUO “CERCHIO MAGICO” NEI VARI MINISTERI

Dalle stanze della sezione del Movimento sociale di Colle Oppio – a sedici anni presente al funerale di Giorgio Almirante – passando per una piccola scrivania nella sede Azione giovani in via della Scrofa 39, è arrivato a toccare il cielo con un dito.
Godendo della piena e totale fiducia della cognata: la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. F
rancesco Lollobrigida, per chi lo conosce da ragazzo “Lollo beautiful”, ne ha fatta di strada dai tempi della rottura con la destra sociale di Gianni Alemanno, per diventare un “gabbiano” nella corrente di Fabio Rampelli insieme alla gabbianella Giorgia Meloni: della quale lui è braccio destro e filtro da venti anni a questa parte, da quando ha iniziato la relazione sentimentale con la sorella Arianna.
Da volto poco alla ribalta, se non per uscite come la partecipazione nel 2012 ad Affile all’inaugurazione del mausoleo dedicato a Rodolfo Graziani, generale fascista e firmatario del manifesto della razza (lui che adesso parla di sostituzione etnica in Italia allora diceva che “l’affetto per il generale era un punto di riferimento personale”), Lollobrigida in questi anni è diventato il cognato più famoso d’Italia.
È lui che ha chiuso le liste per Camera e Senato nel voto più importante per FdI. Lui ha avuto in mano i dossier sulle nomine nelle aziende di Stato. Lui ha piazzato consulenti e dirigenti del suo cerchio magico, e abbastanza nero, in giro nei vari ministeri.
Lollobrigida in questi mesi di potere non ha dimenticato certo gli amici, anche se in piena euforia del potere ha avuto l’ardire, e la forza, di mettere da parte suoi maestri come Rampelli e di fare la voce grossa anche con volti di peso in casa FdI, da Ignazio La Russa a Guido Crosetto (non a caso tra i pochi a non difenderlo dopo la sparata sulla sostituzione etnica).
La prima nomina che ha piazzato al governo è stata quella di Claudio Anastasio alla guida della 3-I spa: incarico che quest’ultimo ha dovuto lasciare dopo che Repubblica ha reso nota una sua mail al cda nella quale citava il discorso di Benito Mussolini in Parlamento all’indomani dell’assassinio di Giacomo Matteotti.
Qui il tramite era stata Rachele Mussolini, la nipote del Duce e grande amica del ministro
L’ultima nomina l’ha messa a segno fuori dal governo: quella dell’assessore regionale nel Lazio Giancarlo Righini, con deleghe pesanti al Bilancio e all’Agricoltura.
Lollobrigida comunque gli amici se li ricorda tutti. Ha voluto con forza la candidatura a governatore delle Marche di Francesco Acquaroli, finito al centro delle polemiche perché partecipò a una cena in ricordo della Marcia su Roma insieme ad alcuni sindaci locali, e poi nel suo staff al ministero ha voluto tanti esponenti di Fratelli d’Italia che in questi anni lo hanno sostenuto e seguito: da Sergio Marchi ex assessore comunale a Roma in quota Fratelli d’Italia a Giuseppe Calendino, storico consigliere del Municipio XV fin dal 2006.
In pieno stile da plenipotenziario ha piazzato un suo fedelissimo, il deputato Gianluca Caramanna, come consulente al ministero del Turismo di Daniela Santanché e in tutte le amministrazioni regionali dove esponenti di FdI hanno la delega al turismo, e ha imposto anche il capo di gabinetto al ministro Nello Musumeci.
Lui può mettere bocca su tutto e tutti e di fatto governa anche i gruppi alla Camera e al Senato, pieni di suoi fedelissimi.
La sua baldanza, tenuta a freno spesso con determinazione dalle sorelle Meloni, ultimamente è plateale: mentre imperversavano i gossip sulla deputata di FdI Rachele Silvestri, che ha scritto una lettera al Corriere parlando di un test del dna del figlio che avrebbe fatto per smentire voci su una paternità di un esponente di FdI, Lollobrigida passeggiava sicuro in Transatlantico sfidando i giornalisti a fare il nome.
Ma qualcuno pensa che dopo quest’ultima gaffe dalle venature suprematiste potrebbe essere ridimensionato: “Avete notato che Meloni nemmeno si avvicina a lui quando viene alla Camera”, sussurrano in casa Fratelli d’Italia.
A conti fatti, troppo poco e troppo presto per farne l’inizio del declino della parabola del cognato più influente e potente d’Italia.
(da La Repubblica)

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BALNEARI, LA CORTE UE BOCCIA IL RINNOVO AUTOMATICO DELLE CONCESSIONI: “L’ITALIA DEVE APPLICARFE LE NORME EUROPEE”

Aprile 20th, 2023 Riccardo Fucile

“LE GARE DEVONO ESSERE TRASPARENTI E NON DISCRIMINATORIE”… L’ENNESIMA CONDANNA AL GOVERNO SERVO DELLE LOBBY AFFARISTICHE

Nuovo capitolo sulla questione dei balneari. Dall’Europa è arrivato, infatti, l’ennesimo richiamo sulle concessioni delle spiagge italiane che, stando alla Corte di giustizia dell’Ue, «non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente», scrive la Corte dell’Unione pronunciandosi su una vertenza che coinvolge l’Autorità italiana garante della concorrenza e del mercato e il comune di Ginosa, un piccolo centro della costa tarantina per il quale sarebbero le norme nazionali a “vincere” su quelle europee. «I giudici nazionali e le autorità amministrative sono tenuti ad applicare le norme pertinenti di diritto dell’Unione, disapplicando le disposizioni di diritto nazionale non conformi alle stesse», affermano i giudici di Lussemburgo, chiamati a pronunciarsi sull’interpretazione della legge italiana che prevede la proroga automatica delle concessioni balneari, facendo chiarezza sulla validità, il carattere vincolante e l’effetto diretto della direttiva Ue per i servizi nel mercato interno, nota come Bolkestein.
Nella sentenza di oggi, giovedì 20 aprile, la Corte ricorda che le disposizioni Ue si applicano «a tutte le concessioni di occupazione del demanio marittimo» e che, nel valutare la scarsità delle risorse naturali utilizzabili per la messa a bando, i Paesi membri sono chiamati a basarsi «su parametri obiettivi, non discriminatori, trasparenti e proporzionati».
(da agenzie)

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DERAGLIAMENTO A FIRENZE, L’ITALIA E’ BLOCCATA: TRENI CANCELLATI, PREZZI DEI VOLI ALLE STELLE, STAZIONI NEL CAOS

Aprile 20th, 2023 Riccardo Fucile

NON SI VEDONO SEGNALI DI RIPRESA PER LA CIRCOLAZIONE, MANCANO ANCHE GLI AUTOBUS SOSTITUTIVI IN NUMERO SUFFICIENTE

«Oggi non si parte». Il call center di Trenitalia non ha una soluzione per chi ha già acquistato un biglietto. Non c’è possibilità di modificare il viaggio né al telefono né online se la tariffa non lo consente, e comunque nessun operatore sa se i treni, persino quelli a fine giornata, partiranno. C’è di più: nonostante il disagio non sia imputabile ai clienti, le compagnie di trasporto non hanno pensato di sospendere il pagamento – elevatissimo – per le chiamate al centro assistenza: le tariffe viaggiano oltre l’euro al minuto.
Anche Italo, dall’altro lato del telefono, invita a non mettersi in viaggio: a metà mattinata, la concorrente di Trenitalia blocca tutte le vendite online di biglietti per la tratta Roma-Milano.
Il 20 aprile l’Italia si scopre bloccata. Le decine di migliaia di persone che percorrono ogni giorno l’asse Centro-Nord, allora, si riversano sui siti delle compagnie aeree. Nel giro di un’ora, i prezzi dei voli schizzano fino a toccare i mille euro.
Chi ha un’emergenza e deve spostarsi non ha alternative. Chi ha meditato prima di svuotarsi il portafoglio, ha perso l’ultima chance: quasi tutti gli aerei sono pieni, vendite bloccate da Roma verso Milano, Torino e gli altri scali settentrionali.
Anche i prezzi di Flixbus sono inavvicinabili. Tutto questo perché, nella notte, un carro di un treno merci è uscito dai binari tra le stazioni di Sesto Fiorentino e Firenze Castello. Un solo vagone ha fermato la mobilità di un intero Paese: l’Italia, ancora una volta, si arrende alla fragilità delle sue infrastrutture.
Aerei in overbooking, traffico stradale congestionato, autobus insufficienti a tamponare lo stop ferroviario. Ma c’è dell’altro: alcuni operatori telefonici delle compagnie dei treni suggeriscono di recarsi in stazione e provare a modificare il proprio biglietto o acquistarne un altro direttamente in loco.
Quello che succede a Termini, a Santa Maria Novella, a Milano Centrale e negli altri grossi snodi ferroviari è prevedibile: passeggeri ammassati alle vetrine dei punti vendita, la voce grossa contro gli assistenti di viaggio, persone sdraiate a terra in attesa che qualcosa cambi, che il guasto sulla linea venga risolto o che le società di trasporti pensino a percorsi alternativi per permettere gli spostamenti.
Il ministero dei Trasporti si dà come obiettivo «il ripristino della circolazione entro il primo pomeriggio». Ma al momento, l’unica avvisaglia di cambiamento che arriva è sonora: gli altoparlanti delle stazioni aggiungono codici di treni alla lista dei convogli soppressi. Le cancellazioni riguardano anche treni la cui partenza è prevista in serata: certo non un buon segno di ripresa.
Il caos negli scali ferroviari rischia di deflagrare. Al punto che a Roma Termini sono stati rafforzati i controlli per limitare il fenomeno dei borseggi. La Protezione civile è in stato di preallarme a Firenze.
Nel capoluogo toscano, la polizia municipale è schierata lungo le strade per un’attività informativa nei confronti degli automobilisti: alcune arterie devono essere liberate per consentire ai mezzi pesanti di lavorare al ripristino dei binari nel tratto interessato dall’incidente.
Il sito di informazioni riguardo la mobilità sulla rete ferroviaria presenta alcuni errori. In alcuni momenti è diventato irraggiungibile. I turisti fanno fatica ad avere informazioni in lingua straniera, mentre a Bologna si cerca una soluzione per trasferire i tifosi polacchi del Lech Poznan: erano diretti allo stadio Artemio Franchi per assistere alla partita con la Fiorentina, alle 18.45.
(da La Repubblica)

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INTERVISTA AL PADRE DI ANDREA PAPI: “LA VENDETTA NON CI INTERESSA, UCCIDERE JJ4 NON E’ GIUSTIZIA, LA VERA RESPONSABILITA’ E’ DELLE ISTITUZIONI”

Aprile 20th, 2023 Riccardo Fucile

“LA PROVINCIA NON HA FATTO NULLA PER SPIEGARE ALLA GENTE COME COMPORTARSI, QUALI ZONE NON FREQUENTARE, HANNO LASCIATO TUTTI IGNORANTI E TRANQUILLI”… “SONO LORO I RESPONSABILI MORALI, SI DIMETTANO”

Signor Papi, condivide la decisione del presidente trentino Fugatti di abbattere l’orsa che ha ucciso suo figlio sul Monte Peller?
“La vita dell’orsa JJ4 non ci restituirà nostro figlio. Troppo comodo cercare di chiudere questa tragedia eliminando un animale, a cui non può essere imputata la volontà di uccidere. Non ci interessano i trofei della politica: noi pretendiamo che ad Andrea venga restituita dignità e riconosciuta giustizia”.
Carlo Papi accetta un colloquio con Repubblica per chiarire il senso di alcune dichiarazioni che “nelle ultime ore vengono distorte, o usate per uno scontro in cui non vogliamo essere coinvolti e che ci umilia”. Mamma Franca, a due settimane esatte dalla morte del figlio, ha ceduto al dolore: segue il dialogo a distanza e si limita a condividere le risposte del marito. Il destino di JJ4, catturata e rinchiusa nel recinto del Casteller e su cui pende l’ordinanza di abbattimento del presidente della Provincia Fugatti, sospesa dal Tar, sta facendo esplodere in Trentino fratture sociali difficili da guarire. Sindaci, allevatori, albergatori e commercianti si schierano a favore della rimozione, firmata ieri anche per MJ5. Per salvare JJ4 e restituirla ai suoi tre cuccioli, o per trasferirla in siti protetti individuati in Germania e Giordania, decine di associazioni animaliste, manifestazioni e petizioni che raccolgono decine di migliaia di firme.
Tra chi si oppone all’abbattimento, spicca l’Ordine dei veterinari trentini, che invita i colleghi all’obiezione di coscienza “non assumendo alcuna iniziativa che possa provocare la morte dell’orsa. Non vi è stato alcun confronto con il governatore Fugatti”, accusano, “lo stato di salute di JJ4 non giustifica l’urgenza dell’eutanasia, né si rilevano al momento pericoli verso la popolazione”.
Signor Papi, quando chiede giustizia per suo figlio, cosa intende dire?
“Qualcuno deve avere il coraggio di assumersi la responsabilità della morte di Andrea. A costo di fare un passo indietro rispetto al ruolo pubblico che ricopre”.
A chi si riferisce?
“Quella di nostro figlio non è stata una morte naturale. Nessuno si è ancora fatto vivo per chiederci scusa, per spiegarci le cause che hanno contribuito a creare le condizioni di questa tragedia. Confidiamo nella Procura di Trento e nei nostri avvocati: il governo attuale della Provincia, come quelli che l’hanno preceduto, hanno il dovere di chiarire, assieme allo Stato, se è stato fatto il possibile per garantire la sicurezza”.
La reintroduzione degli orsi è stata supportata da atti pubblici attenti alla vita delle persone?
“La morte di Andrea si poteva evitare. Le istituzioni non hanno fatto niente per spiegare alla gente come comportarsi con un numero così alto di orsi: cosa fare per prevenire incontri, quali zone non frequentare, come reagire a un attacco. Hanno lasciato tutti ignoranti e tranquilli, senza nemmeno installare i cassonetti anti-orso in tutti i paesi a rischio. Nessuno ha chiesto alla gente se condivideva la reintroduzione degli orsi, nessuno ha fatto il necessario per renderla compatibile con la nostra e la loro vita”.
Perché dite di essere contrari all’abbattimento di JJ4?
“Le vendette simboliche non ci interessano, la colpa della tragedia non può essere circoscritta a un’orsa. Ucciderla non significa fare giustizia. Pretendiamo un’assunzione morale di responsabilità da parte di chi per quasi un quarto di secolo ha gestito gli orsi in Trentino, spingendo tutti nel disastro a cui assistiamo”.
(da La Repubblica)

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