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SE FONTANA DICE BAKELET

Aprile 21st, 2023 Riccardo Fucile

SE UNO PUO’ DIVENTARE PRESIDENTE DELLA CAMERA SENZA CONOSCERE LA STORIA D’ITALIA, PERCHE’ MAI DOVREBBERO FARLO GLI STUDENTI?

Fin qui avevamo apprezzato il presidente della Camera perché, contrariamente al suo dirimpettaio del Senato, si era premurato di parlare il meno possibile.
Poi l’altro giorno, nel salutare gli studenti di una scuola di Ferrara intitolata a Vittorio Bachelet, Lorenzo Fontana ha scandito al microfono «Vittorio Bàkelet» e anche dalla sua faccia si capiva che non avesse idea di chi fosse: un fisico nucleare, un pittore minore, un condottiero medievale?
Un professore, questo era Vittorio Bachelet, il vicepresidente del Consiglio Superiore della magistratura ucciso da due brigatisti rossi sulle scale dell’università «La Sapienza» mentre conversava con la sua assistente Rosy Bindi, il 12 febbraio 1980.
Fontana nacque due mesi dopo, ma non può essere un alibi: se storpia la pronuncia di Bachelet, significa che ha attraversato la vita senza mai imbattersi nel suo nome.
E poiché quel nome è parte integrante del racconto degli anni di piombo, è lecito supporre che il Fontana, pur autore di libri fondamentali come «La culla vuota della civiltà», non abbia mai trovato il tempo di scorrerne uno su quel periodo non secondario della storia del Paese di cui egli adesso rappresenta uno dei vertici istituzionali.
Pazienza per Fontana, lui ormai i suoi studi li ha fatti (o non li ha fatti). Ma gli studenti del Bachelet, reduci dalla lezioncina di Montecitorio, si staranno domandando: se uno diventa presidente della Camera senza conoscere la storia d’Italia, perché mai dovremmo studiarla noi?
(da il Corriere)

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“LA SATIRA PRETENDE INTELLIGENZA SIA DA CHI LA FA SIA DA CHI NE FRUISCE. E CHI NON CAPISCE UNA BATTUTA NE MOLTIPLICA L’EFFETTO”

Aprile 21st, 2023 Riccardo Fucile

MARCO TRAVAGLIO IN DIFESA DELLA VIGNETTA DI NATANGELO SU LOLLOBRIGIDA: “UNA VOLTA SI DICEVA: “SE NON LO CAPISCI, TI FACCIO UN DISEGNO”. MA QUESTI NON CAPISCONO NEPPURE I DISEGNI”

Anche stavolta Natangelo è riuscito a provocare reazioni ancor più comiche (ma rivelatrici) della sua vignetta. La satira pretende intelligenza sia da chi la fa sia da chi ne fruisce. E chi non capisce una battuta – o finge, dimenticando tartufescamente le nipoti di Mubarak, le cene eleganti, le patate bollenti e le tirate contro la “dittatura del politicamente corretto” – ne moltiplica l’effetto. Il trust di cervelli che sgoverna l’Italia o finge di opporsi si straccia le vesti per una presunta “vignetta sessista contro Arianna Meloni”, sorella della premier e moglie del ministro Lollobrigida.
Ma il bersaglio era il marito, il Cognato d’Italia, preso in castagna – come solo il linguaggio satirico può fare – su ben quattro circostanze: essere ministro per motivi famigliari; essersi infilato, come la prima gallina che canta, nelle maldicenze sul vero padre del figlio di una sorella d’Italia (quando avvertì i giornalisti: “Vediamo chi sarà il primo a farne il nome”); essere l’autore della sparata sul figliare contro la “sostituzione etnica”; appartenere a una (in)cultura ossessionata dall’uomo nero che ci ruba il lavoro, la roba e le donne (tutt’uno con la roba).
Se il maschio nel letto fosse stato bianco anziché nero, lo sdegno si sarebbe almeno dimezzato. Ma “la satira è un punto di vista con un po’ di memoria per liberare le persone dai pregiudizi imposti dai marketing politici, culturali, economici e religiosi” (Luttazzi).
E svela il punto di vista sia dell’autore sia del lettore.
Infatti la figura positiva della vignetta, la moglie, viene scambiata per vittima da chi pensa che il gallo italico sia un playboy da invidiare e la donna che gli rende pan per focaccia (con un “negro”, poi) sia una puttana.
Una volta si diceva: “Se non lo capisci, ti faccio un disegno”. Ma questi non capiscono neppure i disegni: d’ora in poi solo vignette con la didascalia.
Marco Travaglio
(da il Fatto Quotidiano)

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QUANDO IL “MERITO” È ESSERE SOCIO DI UN MINISTRO: GIUSEPPE VALDITARA, MINISTRO DELL’ISTRUZIONE E DEL MERITO, HA ASSUNTO CON UN CONTRATTO DA 60MILA EURO L’ANNO MARIO EUGENIO COMBA, PROFESSORE TRA GLI AZIONISTI DELLA SOCIETÀ DI TRASPORTI “E-CO SRL”, DI CUI LO STESSO VALDITARA POSSIEDE IL 17%

Aprile 21st, 2023 Riccardo Fucile

L’AZIENDA SI OCCUPA DI TECNOLOGIE PER LA MOBILITÀ DEL FUTURO, E IL SUO FIORE ALL’OCCHIELLO È IL PROGETTO “SMART BUS”, UNA JOINT VENTURE CON I CINESI DI “HIGER”

La destra al governo lo ha ribattezzato il ministero del Merito oltreché dell’Istruzione. A guidarlo è Giuseppe Valditara. Ma un conto è la retorica sul merito, altra è la realtà, fatta di relazioni, amicizie, cerchie di fedelissimi e, scopre ora Domani, persino soci d’azienda.
Valditara, espressione della Lega di Matteo Salvini, ha assunto nella sua segreteria a 60 mila euro l’anno fino alla fine del mandato un professore. Si chiama Mario Eugenio Comba, e l’incarico prevede che si occupi di «semplificazione, project financing e rapporti con gli enti locali nelle materie di competenza del ministero dell’istruzione».
Sulla selezione per l’incarico poi affidato a Comba, esperto di diritto, hanno pesato certamente le sue competenze. Ma è innegabile che la nomina porti pure qualche domanda sull’opportunità della stessa, per via di un potenziale conflitto di interesse: Comba, infatti, è con il 5 per cento tra gli azionisti della società E-Co Srl, il cui 17 per cento è di proprietà dell’attuale ministro Valditara.
L’azienda è nata nel 2012, sede a Torino, è «spin-off e partner del Politecnico di Milano» e presidia il campo della ricerca nelle tecnologie per la mobilità del futuro. […] Di certo per Comba ha contato il fatto di trovarsi tra gli azionisti di E-Co e di conoscere Valditara da 30 anni, quando erano colleghi all’università di Torino.
Ora, Comba avrà certamente moltissimi meriti, nel suo curriculum un lungo elenco di ricerche e attività certificano una carriera ricca di esperienze nel campo del diritto.
Quando ha firmato il contratto al ministero ha dovuto sottoscrivere la dichiarazione sull’assenza di «situazioni, anche potenziali, di conflitto di interesse con l’incarico attribuito». Nel documento depositato Comba firma l’insussistenza, e non fa mai cenno alla presenza ingombrante di questa azienda di cui è socio insieme al ministro Valditara, che lo ha assunto nella segreteria a spese dei contribuenti, a 60mila euro lordi l’anno.
Tuttavia alcune fonti vicine a Valditara specificano che il ministro non ha ruoli gestionali ma è un semplice socio così come Comba: «Per questo motivo – spiegano – non ci sarebbe alcuna incompatibilità per entrambi con il ruolo pubblico ricoperto».
Fiore all’occhiello dell’impresa è il progetto Smart Bus, «il più efficiente bus elettrico a zero emissioni al mondo». Esiste una società costituita nel 2019, la Smartbus Srl, costituita da E.Co srl, Chariot e la cinese Higer, un colosso specializzato nella produzione di autobus con un fatturato miliardario. Higer è usata dal governo cinese per esercitare soft power in Africa: due anni fa ha donato sei bus alla Guinea Equatoriale.
Lo scambio è il frutto di un accordo siglato tra i due governi. «La società sviluppa progetti di mobilità sostenibile, che vede operare diversi soggetti, già ammessi nel nostro mercato» spiega una fonte aziendale dell’azienda di cui è socio il ministro.
(da Domani)

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IL BOLSHOJ CANCELLA IL BALLETTO SU NUREYEV DOPO LA LEGGE ANTI-LGBT

Aprile 21st, 2023 Riccardo Fucile

IL BALLERINO ERA APERTAMENTE GAY E RAPPRESENTA “VALORI NON TRADIZIONALI”, QUINDI VA CENSURATO… SIAMO ALLA FOLLIA

Il Teatro Bolshoj di Mosca ha deciso di ritirare dal suo repertorio il balletto Nureyev del regista Kirill Serebrennikov. E questo per allinearsi alla nuova legge che proibisce la “propaganda” di tematiche Lgbt.
Lo spettacolo, che aveva debuttato al Bolshoj nel dicembre 2017, è infatti ispirato alla storia del ballerino apertamente gay che nel 1961 abbandonò l’Urss. Per poi morire di Aids nel 1993.
Il direttore del teatro, Vladimir Urin, ha specificato in conferenza stampa come la vicenda promuovesse «valori non tradizionali». La decisione, come racconta Repubblica, è stata accolta con rabbia da Serebrennikov. «Questa “legge” criminale è stata approvata proprio contro questo spettacolo e diversi libri… Bene, ok», ha scritto sul sul canale Telegram, accompagnando il testo con tre arcobaleni (simbolo Lgbt).
I precedenti
In realtà, sembra che lo spettacolo non fosse stato accolto bene dal pubblico russo già prima dell’arrivo della legge. Troppo scomodo Nureyev, omosessuale e ribelle. Un personaggio che nei documenti del Partito comunista e del Kgb veniva definito come «disertore pederasta». «Disertore» perché abbandonò il regime sovietico e chiese asilo politico in Occidente nel pieno della Guerra Fredda. Ma ad essere sgradito era anche lo stesso Serebrennikov, che si è esposto diverse volte (sia sul grande schermo che sul palco) biasimando il conservatorismo della società russa e l’autoritarismo del potere.
E che, nei panni di direttore del “Centro Gogol” di Mosca, lo aveva trasformato in un punto di riferimento culturale per i moscoviti più liberali e progressisti. Fu costretto a dimettersi dalla carica perché venne accusato di appropriazione indebita di fondi pubblici – accusa giudicata «assurda» dal regista e dal mondo della cultura. Per questo il suo spettacolo, giudicato controverso sotto diversi fronti, non ebbe vita facile sin da subito: la prima che si sarebbe dovuta tenere nel luglio 2017 fu cancellata all’ultimo minuto. Lo spettacolo andò in scena solo cinque mesi dopo, a dicembre, quando Serebrennikov era ancora ai domiciliari. Dopo di allora, il balletto è andato in scena l’ultima volta nel gennaio 2021. L’anno scorso fu annullato nuovamente dopo che Serebrennikov aveva condannato l’invasione russa in Ucraina.
(da agenzie)

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TAGLIO DEL CUNEO FISCALE, BANKITALIA GELA GIORGETTI: “IN MEDIA PER GLI INTERESSATI VARRA’ SOLO 16 EURO AL MESE”

Aprile 21st, 2023 Riccardo Fucile

UN ALTRO GRANDE BLUFF SOVRANISTA: DIETRO GLI ANNUNCI, IL NULLA

Il nuovo taglio del cuneo fiscale previsto dal governo Meloni nel Def per sostenere il potere d’acquisto ma contribuire al tempo stesso alla “moderazione della crescita salariale” varrà in media 200 euro all’anno. Poco più di 16 euro al mese.
Parola di Bankitalia, che in audizione sul documento ha quantificato in questi termini, utilizzando il suo modello di micro-simulazione, il beneficio dell’intervento che si sommerà alle riduzioni già in vigore pari al 3% per chi ha redditi sotto i 25mila euro lordi e al 2% tra 25mila e 35mila euro.
Il calcolo, che mette a nudo quanto poco valgano 3,4 miliardi se spalmati sui tanti contribuenti con redditi bassi, non è piaciuto al ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Che, audito a sua volta poche ore dopo, ha replicato stizzito: “Credo sia qualcosa di significativo e non i 15 euro di cui parla la Banca d’Italia, di cui ho massimo rispetto ma di cui mi riprometto di verificare le fonti“.
Via Nazionale ha fatto i conti partendo dalle ipotesi di invarianza delle soglie di applicazione già in vigore e di avvio dei nuovi sgravi dal prossimo maggio. Sul primo punto però il Def non dà indicazioni.
Il beneficio finanziato con la differenza tra il deficit/pil tendenziale (quello a politiche invariate) e il valore programmatico potrebbe ovviamente valere di più nel caso venga abbassata la soglia di reddito sotto la quale si applicherà.
Comunque si parla di guadagni netti mensili nell’ordine di poche decine di euro. Che si sommeranno alle riduzioni precedenti e potranno così arrivare a 40-50 euro per i redditi bassissimi che salgono a un’ottantina per quelli di 25mila euro. Per i sindacati e pure per Confindustria è di gran lunga troppo poco.
La sola proroga dei tagli attuali più quello che dovrebbe scattare da maggio costerà però per il 2024 una decina di miliardi, che si sommeranno alle risorse da trovare per le politiche invariate e per eventuali ulteriori interventi, come rilevato sia dalla Corte dei Conti sia dall’Ufficio parlamentare di bilancio.
Sembra quindi molto complicato che ci siano coperture per un maxi intervento fiscale a favore delle famiglie con figli come quello evocato mercoledì dalla Lega (e bocciato da opposizioni e sindacati).
(da Il Fatto Quotidiano)

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QUANDO I POLITICI ACCETTAVANO LA SATIRA SENZA STARNAZZARE, COSA DICEVA 10 ANNI FA GIORGIO FORATTINI DI GIULIO ANDREOTTI

Aprile 21st, 2023 Riccardo Fucile

“HO FATTO 500 VIGNETTE SU DI LUI, ALCUNE DECISAMENTE FORTI, MA MAI UNA QUERELA. OGNI VOLTA MI CHIEDEVA GLI ORIGINALI DELLE MIE VIGNETTE, ERA UN AUTENTICO COLLEZIONISTA”… OGGI INVECE, AL PRIMO ACCENNO DI SATIRA SGRADITA, SI PASSA ALL’ATTACCO

Quasi 500 vignette alcune «decisamente forti, un libro solo su di lui “Andreacula”, mai una querela. «Giulio Andreotti è stato uno statista che nel bene e nel male ha segnato la vita del paese, dotato di grandissimo senso dell’umorismo. Oggi la satira in Italia è morta, i quotidiani hanno paura di pubblicarmi».
Giorgio Forattini, da quasi 40 anni un foglio e una matita sono la sua arma per sbeffeggiare i politici italiani, collezionando querele ricorda così interpellato dall’Ansa uno dei suoi bersagli preferiti Giulio Andreotti: «Ogni volta mi chiedeva gli originali delle mie vignette, era un autentico collezionista. Quando mi capitava di incontrarlo per strada nel centro di Roma la scorta mi bloccava lui invece mi veniva incontro sorridente, lui può passare è un mio amico…».
Andreotti, insiste Forattini «l’ho rappresentato in mille maniere, alcune vignette erano proprio cattive, e non mi ha mai querelato. Ricordo che per i suoi 90 anni, durante una trasmissione, qualcuno gli chiese cosa ne pensasse di me, lui replicò: «Io sono stato inventato da Forattini!».
Ha disegnato vignette per le principali testate giornalistiche italiane da Paese Sera, a La Repubblica, La Stampa, Panorama solo per citarne alcune «ma oggi pubblico le mie vignette solo su internet e nei libri. I quotidiani sono terrorizzati dalle querele».
(da Il Secolo XIX)

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ORSA JJ4. STAMANE IL SIT IN DI PROTESTA DAVANTI ALLA PROVINCIA DI TRENTO: “DIMISSIONI DI FUGATTI SUBITO, IL PROBLEMA SEI TU, NON GLI ORSI”

Aprile 21st, 2023 Riccardo Fucile

AVANZATA ANCHE UNA PROPOSTA DI LEGGE… ALTRA DIFFIDA A FUGATTI DA UN LEGALE

“Prima i trentini, sì. Ma stavolta siamo noi a dirlo. Prima i trentini ad essere ingannati da questi politici”: è con queste parole che la delegata di Oipa Trento Ornella Dorigatti ha aperto il sit in di protesta davanti alla sede della Provincia in piazza Dante, svoltosi questa mattina, venerdì 21 aprile.
Imponente il servizio d’ordine, tra polizia e carabinieri anche se, a parte la gestione del passaggio di alcuni autobus durante la manifestazione (le persone sono state fatte indietreggiare per consentire il transito dei mezzi, ndr), non si sono registrati disordini. Una manifestazione pacifica cui hanno partecipato alcune decine di persone che si è divisa sostanzialmente in due aspetti: la protesta e la proposta.
La protesta
Il primo aspetto, evidentemente, ha avuto due destinatari in particolare: il presidente della Provincia Maurizio Fugatti e l’assessore provinciale all’agricoltura, foreste, caccia e pesca Giulia Zanotelli rei, secondo Oipa, “di scaricare le colpe per rifarsi la reputazione che si sono creati, cioè quella di non essere in grado di creare una politica propositiva. E la deportazione che Fugatti e Zanotelli vorrebbero avviare non vi ricorda epurazioni di altro stile e altri tempi?”.
Secondo Dorigatti i politici trentini cavalcano l’onda della paura, incrementandola invece di governarla: “Ci stupisce che si voglia ancora credere a personaggi che in cinque anni di malgoverno della provincia di Trento, nulla hanno fatto per creare un progetto di convivenza e consapevolezza nelle zone dove è presente l’orso, ma vale anche per il lupo”. Durante la manifestazione, poi, è stata ribadita la solidarietà e la vicinanza alla famiglia di Andrea Papi; un aspetto importante da sottolineare.
La proposta
Si diceva della convivenza e della consapevolezza. Oipa Trento è arrivata in piazza Dante anche con una proposta, più nello specifico una bozza di proposta di legge per regolamentare la vita socio-economica del territorio in rapporto con la fauna selvatica e i grandi carnivori. Una proposta che prevedrebbe un investimento di 33 milioni di euro, presentata da Marco Ianes.
Sei i punti principali: tutela della biodiversità, con percorsi informativi per turisti e residenti, percorsi formativi nelle scuole e la creazione di un santuario per gli animali, gestione dei rifiuti urbani nei centri di montagna a partire dall’immediata sostituzione dei bidoni dei rifiuti organici nelle valli con la presenza dei grandi carnivori, processo di allargamento degli areali di presenza con la realizzazione di corridoi faunistici per l’attraversamento degli animali, un processo di monitoraggio della fauna selvatica con dotazioni tecnologiche e l’aumento del corpo forestale, adeguamento strutturale delle attività economiche e la creazione del tavolo tecnico ambientale per la gestione della fauna selvatica in Trentino.
Dorigatti e Ianes hanno poi concluso con una stoccata a coloro che, soprattutto in ambienti politici, li hanno definiti “animalisti da salotto”: “Vengano con noi, qualche domenica, quando andiamo a salvare i caprioli. La nostra porta per il dialogo è sempre aperta”.
Avvocato diffida la Provincia di Trento dall’abbattere Jj4
“Sospendere immediatamente l’abbattimento dell’orsa e attenersi pedissequamente alle prescrizioni del Tribunale amministrativo regionale”. È stata questa la richiesta dell’avvocato Cinzia Simonetti, patrocinante in Cassazione, che ha diffidato la Provincia autonoma di Trento in merito alla vicenda dell’orsa Jj4 che avrebbe ucciso un giovane in Trentino. “In caso di inottemperanza, si sporgere formale denuncia-querela all’autorità giudiziaria”, ha spiegato il legale aquilano che “diffida l’ente provinciale dal porre in essere eventuali condotte lesive al benessere dell’animale selvatico e in caso di annullamento dell’ordinanza di abbattimento ad attenersi rigorosamente a tutte le prescrizioni che saranno imposte dal Tribunale amministrativo regionale”.
(da TrentoToday)

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ORSA JJ4, IL SINDACO DI SUMMONTE CHIEDE DI ADOTTARE GLI ESEMPLARI CHE LA PROVINCIA DI TRENTO

Aprile 21st, 2023 Riccardo Fucile

“LA NATURA VA RISPETTATA, NON SOPPRESSA”… IL PROGETTO DEL PARCO DEL PARTENIO

Il sindaco di Summonte Pasqualino Giuditta si è detto pronto ad adottare gli orsi del Trentino “con un preciso progetto a Summonte e nel Parco del Partenio”, dopo che i plantigradi sono finiti al centro di furiose polemiche in seguito al caso dell’orsa Jj4, sulla quale pende un’ordinanza di abbattimento della provincia trentina sospesa dal Tar.
“La natura va rispettata, non soppressa”, ha spiegato Giuditta, che è anche presidente del Distretto Turistico del Partenio, contatta da Fanpage.it e che ha già annunciato l’intenzione di fissare un incontro con il presidente del Parco del Partenio e con il presidente della provincia di Avellino Rizieri Buonopane per affrontare la questione davanti ad un tavolo ufficiale.
“Il modello a cui vogliamo ispirarci è quello abruzzese”, ha spiegato Giuditta, che ha spiegato anche come la montagna “nasconde insidie e pericoli, e non solo dal punto di vista della fauna. Noi irpini lo sappiamo bene”. Ciò nonostante, il sindaco di Summonte ha spiegato anche che questa possibile adozione degli orsi del Trentino potrebbe anche “caratterizzarsi come importante volano di sviluppo turistico”.
Nei giorni scorsi, il presidente della provincia di Trento aveva “invitato” chi volesse adottare i plantigradi trentini a farsi avanti: il caso-orsi è scoppiato dopo che un runner, Andrea Papi, è rimasto ucciso da Jj4, un’orsa che vive tra i boschi del Trentino e sulla quale pende un’ordinanza di abbattimento.
Catturata, si trova ora in una sorta di limbo con il Tar di Trento che ha sospeso l’ordinanza di abbattimento promulgata dalla provincia. Da qui, le polemiche intorno agli orsi che si trovano nella zona, per i quali potrebbe prospettarsi un “trasferimento” multiplo altrove. E con Giuditta che “apre” le porte ad un possibile arrivo nella provincia avellinese.
(da Fanpage)

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ORSA JJ4, IL MINISTRO DELL’AMBIENTE PICHETTO CAMBIA IDEA E SI DISSOCIA DA FUGATTI

Aprile 21st, 2023 Riccardo Fucile

“CONTRARIO ALL’UCCISIONE DELL’ORSA, STIAMO LAVORANDO PER UN SUO TRASFERIMENTO”

Sulla questione dell’orsa catturata “su cui pende il ricorso al Tar c’è il parere dell’Ispra che io ho visto ieri e che dice che è possibile anche tenerla isolata, ma io sinceramente spero che non venga abbattuta”.
“Da qui all’11 maggio (quando si pronuncerà il Tar.ndr) stiamo cercando anche delle soluzioni di trasferimento”.
E’ quanto ha affermato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin parlano ai microfoni di Radio Anch’Io.
“Se la sente di dire che non ucciderete l’Orsa JJ4?”, gli è stato chiesto. “Io me la sento abbastanza di dirlo – è stata la risposta -. Spero che si riesca a dare una soluzione di trasferimento da qualche parte”. Il ministro ha sostenuto che “dobbiamo trovare il luogo dove portare l’orsa” perché “non diamo una soluzione abbattendola”.
(da agenzie)

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