Luglio 14th, 2023 Riccardo Fucile
I LORO LEGALI CHIEDERANNO LA DERUBRICAZIONE DEL REATO DA OMICIDIO VOLONTARIO E PRETERINTENZIONALE… A QUANDO UNA MEDAGLIA?
Fa discutere la decisione dei giudici di appello di Roma che ha ridotto la pena per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi, accusati dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte.
Difatti, sono state riconosciute a questi ultimi le circostanze attenuanti generiche, che hanno comportato la conversione della pena dell’ergastolo a ventiquattro anni di reclusione.
Per l’omicidio Willy, il ventunenne ucciso a calci e pugni il 6 settembre 2020 in una piazza di Colleferro, erano stati condannati, oltre ai fratelli Bianchi, anche Marco Pincarelli e Francesca Belleggia. Anch’essi imputati per concorso in omicidio volontario, per Pincarelli e Belleggia sono state confermate le pene erogate in primo grado: ventuno anni di reclusione per il primo, ventitré per il secondo.
I legali dei fratelli Bianchi hanno fatto sapere che ricorreranno in Cassazione chiedendo la derubricazione del reato da omicidio volontario a quello meno grave di omicidio preterintenzionale.
Che cosa è la derubricazione del reato? E perché il legale dei Fratelli Bianchi ha dichiarato che chiederà la derubricazione del reato da omicidio volontario a preterintenzionale?
Chiedere di derubricare un reato in un altro significa richiedere che un’accusa venga modificata o ridotta in un reato di grado inferiore. Questa richiesta viene generalmente presentata dalla difesa dell’imputato e, in soldoni, l’obiettivo è quello di ottenere una pena meno grave.
La decisione di accogliere o respingere una richiesta di derubricazione dipenderà dai giudici, che valuteranno le circostanze del caso, le prove presentate e la normativa. La richiesta potrebbe essere accolta se il giudice ritiene che le prove non siano sufficienti per supportare l’accusa originale o che le circostanze del reato siano più coerenti con un reato di grado inferiore.
Il legale dei fratelli Bianchi ha fatto sapere che chiederà la derubricazione per i suoi assistiti dal reato di omicidio volontario a quello di omicidio preterintenzionale. Che differenza c’è?
L’omicidio volontario, disciplinato dall’art. 575 del Codice penale, si consuma quando una persona agisca con l’intenzione di causare la morte di un’ altra persona. Nello specifico, l’assassino agisce consapevolmente e con l’intento di commettere il crimine. D’altro canto, l’omicidio preterintenzionale, disciplinato dall’art. 584 del Codice penale, è un reato in cui una persona compie un’azione che causa la morte di un’altra persona, ma senza avere l’intenzione specifica di ucciderla. In questo caso, l’assassino potrebbe avere avuto l’intenzione di causare un danno fisico, ma non di uccidere la vittima. Tuttavia, l’azione commessa si rivela fatale.
Quanto alla richiesta del legale dei fratelli Bianchi, legittima perché rientrante nell’esercizio del diritto alla difesa, peraltro già avanzata in appello, sarà difficilmente accoglibile anche in Cassazione.
Giuridicamente parlando non c’è un elemento, ne tantomeno una prova, che faccia anche solo lontanamente pensare che gli assassini di Willy non volevano provocarne la morte. Al contrario, Marco e Gabriele si sono dimostrati affetti da una forma di narcisismo primario che esige la soddisfazione immediata delle proprie velleità e dei propri istinti primordiali. Non oltre l’intenzionalità, ma con intenzionalità e dolo. Per ragionare in termini di omicidio preterintenzionale e in quelli di omicidio volontario. I fratelli Bianchi hanno agito per motivi futili contro un ragazzo inerme al solo scopo di affermare la propria supremazia, il loro potere ed il loro controllo sull’area territoriale che abitualmente gestivano. E volevo affermarla a tutti i costi. Anche a quello di sacrificare la vita di un giovane ragazzo di vent’anni.
(da Fanpage)
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Luglio 14th, 2023 Riccardo Fucile
CONTRARIO ALLE NORME INTERNAZIONALI IMPEDIRE PIU’ SOCCORSI IN MARE E ASSEGNARE PORTI DI SBARCO LONTANI DALLA ZONA DI RECUPERO
Cinque ong hanno presentato denuncia alla Commissione Europea
contro la stretta del governo che in Italia impedisce più di un soccorso in mare alla volta, e porta ad assegnare alle navi del soccorso umanitario porti di sbarco che sono lontani dalla zona in cui vengono recuperati i migranti. Medici Senza Frontiere (MSF), Oxfam Italia, SOS Humanity, l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) ed Emergency sostengono nella loro denuncia che ci sono “seri dubbi” sulla compatibilità di queste norme con il diritto dell’Ue e con gli obblighi dei Paesi membri dell’Ue in base allo stato di diritto internazionale per le attività di ricerca e salvataggio in mare.
“La Commissione europea è custode dei trattati dell’Ue e ha un ruolo da svolgere nel garantire che gli Stati membri rispettino il diritto internazionale e dell’Ue – afferma Giulia Capitani, consulente per le politiche migratorie di Oxfam Italia – Dovrebbe sostenere e proteggere i diritti fondamentali di tutte le persone in tutta Europa. Ma invece, le ONG di ricerca e soccorso sono quelle che riempiono il vergognoso vuoto in mare lasciato dagli Stati membri. Piuttosto che ostacolare il loro lavoro, gli Stati dovrebbero coinvolgerli nella creazione di un sistema adeguato per le attività di ricerca e soccorso”.
Secondo le organizzazioni che hanno presentato denuncia, la legge 15/2023 pone “restrizioni ingiustificate alle operazioni di ricerca e soccorso e limita drasticamente la loro capacità di salvare vite in mare”.
“Ogni giorno che trascorriamo lontano dalla regione di ricerca e soccorso, sia in detenzione che in navigazione verso un porto lontano, sta mettendo a rischio vite umane – sottolinea Djoen Besselink, responsabile delle operazioni di Msf – La legge prende di mira le ong ma il vero prezzo sarà pagato dalle persone in fuga attraverso il Mediterraneo che si trovano su una barca in difficoltà”.
“Assegnare luoghi sicuri a più di mille km di distanza da un salvataggio – afferma Josh, capitano della nave di soccorso di Sos Humanity 1 – danneggia il benessere fisico e psicologico dei sopravvissuti”.
“Le persone soccorse – aggiunge Carlo Maisano, coordinatore della nave di soccorso Life Support di Emergency – provengono da paesi colpiti da guerre, cambiamenti climatici e violazioni dei diritti umani. Sono spesso in una condizione estremamente fragile, che è esacerbata da ancora più tempo trascorso in mare”.
L’aumento delle distanze ha anche un impatto negativo sulle ong. “La pratica di assegnare porti lontani aumenta i costi del carburante e esaurisce i loro budget limitati – spiega Maisano – il che influisce sulla loro capacità di salvare vite umane in futuro”, afferma Maisano.
Altro problema il blocco delle navi. Il 23 febbraio 2023, la legge 15/2023 all’epoca era ancora un decreto legge, l’Autorità portuale di Ancona ha notificato a Msf un ordine di detenzione di 20 giorni per la sua nave e una multa di 5.000 euro per non aver fornito informazioni specifiche. Da allora, le autorità italiane hanno trattenuto altre quattro navi umanitarie di ricerca e soccorso per un periodo di 20 giorni, ciascuna per violazione della legge 15/2023. “Ciò – sottolineano – equivale a un totale di 100 giorni persi per le navi di ricerca e soccorso umanitario, mentre sono continuati pericolosi attraversamenti e naufragi nel Mediterraneo centrale”.
(da agenzie)
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Luglio 14th, 2023 Riccardo Fucile
COSÌ LA REGINA DELLA GARBATELLA È FINITA STRITOLATA DAL SISTEMA BRUXELLES CHE ORMAI NON NE FA PASSARE UNA, DALLA TUNISIA-MIGRANTI AL MES-PNRR
Nonostante le elezioni europee siano tra un anno, giugno 2024, e in quel di Bruxelles, a parte gli euro-parlamentari che hanno paura di andare a casa e perdere il dovizioso stipendio, non importi a nessuno, il trio Meloni-Tajani-Weber ha deciso di iniziare (con un anno di anticipo) la battaglia per mandare all’opposizione nientemeno che il partito socialista europeo (PSE).
E giù interviste e dichiarazioni nelle quali i tre pimpanti paraguayos scodellano l’idea di una nuova alleanza tra i popolari europei (PPE, guidati da un Manfred Weber in gran declino tra i democristiani della CDU tedesca) e i conservatori (ECR), capitanati da Meloni con polacchi e ungheresi del filo-Putin Orban al seguito, per mandare all’opposizione i socialisti, così loro potranno decidere tutte le caselle importanti, dal Presidente ai commissari etc.
Una teoria tutta da dimostrare, visto che i popolari e i conservatori, secondo gli ultimi sondaggi, è quasi impossibile che riescano a prendere una maggioranza autonoma. Come racconta l’ottimo Claudio Tito su “Repubblica” nel pezzo a seguire, il Parlamento europeo ha assestato un colpo fatale alla vagheggiata alleanza di destra tra i popolari e i Conservatori di Giorgia Meloni.
Qualche anima pia avvisi i tre tapini che i negoziati non si fanno in parlamento bensì tra Stati membri in Consiglio. E dopo il voto del giugno 2024, non cambierà nulla: il liberale Macron e il socialista Scholz saranno ancora al loro posto e negozieranno il presidente della commissione. Come fece la Merkel con la sua discepola Ursula von Der Lyen. E lor signori non hanno nessunissima intenzione di dare alla Ducetta de’ noantri le chiavi della UE.
Per questa ragione, molti popolari che preferiscono i socialisti ai conservatori (visto che sono alleati da decenni), oltre a Macron e Scholz e gli apparati di Bruxelles, vivono questa melonata con Weber e Tajani con esplicito fastidio. Ma dato che anche a Bruxelles funziona il “non si sa mai”, preferiscono fermarla sul nascere combattendo la Meloni e indebolendola sin da ora.
Qualcuno potrebbe obiettare che Macron andrebbe solo a guadagnarci se la maggioranza PPE-ECR avrà bisogno dei voti dei liberali di Renew. Ma il presidente francese per primo non gradisce tale alleanza, perché sa bene di non riuscire a controllare il gruppo di Renew in europarlamento, troppi liberali non lo seguono più e vorrebbero anche loro l’alleanza con il PPE isolando il PSE. Macron e Scholz preferiscono l’usato garantito della Von Der Lyen che metterebbe d’accordo socialisti, popolari, verdi e liberali.
Amorale della fava: pur di alimentare in patria la narrazione della sinistra europea sbattuta all’opposizione, e nello stesso tempo allarmata per la propaganda anti-establishment del gruppo europeo composto da Salvini-Le Pen-AFD, la Ducetta è finita nel mirino di Bruxelles che ormai non ne fa passare una, dalla Tunisia-migranti al Mes e Pnrr.
(da Dagoreport)
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