Luglio 18th, 2023 Riccardo Fucile
STESSO DESTINO TOCCHERÀ ALLE AUTORITÀ INDIPENDENTI: L’IDEA E’ POTER LICENZIARE I FUNZIONARI “RIOTTOSI” (NELLA CIA, AL PENTAGONO E NELLA DIPLOMAZIA)
Smantellare l’apparato statale americano, eliminando le agenzie indipendenti, in modo da consegnare al presidente un potere assoluto senza limiti o controlli. È una vera rivoluzione costituzionale, quella che prepara Donald Trump nel caso venga rieletto alla Casa Bianca l’anno prossimo, secondo le rivelazioni pubblicate dal New York Times.
E chissà poi se si fermerebbe qui, o magari cercherebbe di cambiare anche la regola che vieta più di due mandati presidenziali, in modo da restare al potere fino a quando vorrà, come l’autocrate cinese Xi o quello russo Putin.
Quando era stato eletto nel 2016, il suo consigliere Steve Bannon non aveva fatto mistero di volere la «deconstruction of the administrative state», ossia smantellare l’amministrazione federale, dove si annidavano le quinte colonne burocratiche della sinistra, decise ad imporre la loro volontà su qualunque persona ottenesse la carica di presidente.
Lo fa apertamente, parlandone in pubblico mentre i suoi collaboratori stendono il programma, in modo da poter poi dire che gli elettori sapevano tutto in anticipo e quindi gli hanno dato il mondato di completare la sua rivoluzione: «Demoliremo — ha minacciato durante un recente comizio in Michigan — il deep state. Cacceremo guerrafondai, globalisti, comunisti, marxisti e fascisti, e la classe politica malata che odia il nostro paese».
Secondo quanto ha scritto il New York Times, all’operazione lavora il Project 2025, una struttura guidata dal think tank conservatore Heritage Foundation e finanziata con 22 milioni di dollari, per preparare i piani della transizione.
Il primo obiettivo sarebbe quello di sottoporre il dipartimento della Giustizia alla volontà del presidente, eliminando qualsiasi parvenza di imparzialità, in modo da poterlo usare liberamente per perseguitare i suoi avversari, a partire da Biden e la sua famiglia. Quindi si passerebbe alle agenzie indipendenti, come la Federal Communications Commission che regola il settore delle comunicazioni, o la Federal Trade Commission, che si occupa dell’antitrust e la protezione dei consumatori. Entrambe verrebbero messe sotto il controllo diretto del presidente.
Il capo della Casa Bianca poi reclamerebbe il diritto di impounding, ossia impugnare i provvedimenti approvati dal Congresso che in base alla Costituzione ha il potere della borsa, e rifiutarsi di spendere i soldi destinati a programmi che non condivide.
Infine toglierebbe le protezioni garantite ai funzionari pubblici, in modo da poter cacciare chiunque non si allinei ai suoi desideri, anche nel settore dell’intelligence, la difesa e la diplomazia.
(da La Repubblica)
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Luglio 18th, 2023 Riccardo Fucile
36 I BARCHINI CHE DALLA TUNISIA HANNO RAGGIUNTO L’ISOLA… ALTRO CHE ACCORDI PATACCA E SPOT DEL GOVERNO, NON E’ CAMBIATO NULLA
A Lampedusa proseguono gli sbarchi, con l’hub locale che continua a essere in una condizione a dir poco precaria. Nella notte nove imbarcazioni hanno fatto sbarcare 374 persone, così suddivisi: 58 migranti (5 donne e 10 minori), 46 (13 donne e 4 minori), 48 (10 donne e 2 minori), 49 (7 donne e 4 minori), 46 (8 donne e un minore), 44 (4 donne e 7 minori), 15, 52 (10 donne e 4 minori)e 16.
Ai soccorritori hanno riferito di essere partiti da Boughrara, Chebba, Madhia, Sidi Mansour e Sfax, in Tunisia e provenire oltre che dalla Tunisia anche da Benin, Camerun, Costa d’Avorio, Gambia, Guinea, Mali, Nigeria, Senegal, Gambia e Siria.
Ieri, sull’isola, ci sono stati 36 sbarchi con un totale di 1205 persone. Sono 2.423 i migranti ospiti dell’hotspot che ne può contenere poco meno di 400.
Ieri circa 800 sono stati trasferiti, ma la macchina fa fatica a reggere l’urto dei continui arrivi. La prefettura di Agrigento ha predisposto per la mattinata un trasferimento, con un numero di migranti ancora da definire, con il traghetto di linea Galaxy che arriverà in serata a Porto Empedocle.
(da agenzie)
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Luglio 18th, 2023 Riccardo Fucile
I DATI SVIMEZ: UN MILIONE SI TROVA NEL SUD
Il salario minimo è tornato al centro del dibattito pubblico e politico, dopo che le opposizioni hanno presentato una proposta di legge unitaria per introdurlo. Se questa venisse approvata (eventualità praticamente impossibile vista la contrarietà della maggioranza) milioni di lavoratori vedrebbero aumentare il proprio stipendio. Sì, perché secondo le ultime stime di Svimez ci sono circa tre milioni di lavoratori dipendenti che al momento guadagnano meno di nove euro l’ora. Si tratta di oltre il 17% di tutti coloro che hanno un contratto subordinato. E circa un milione si trova nel Mezzogiorno.
Insomma, non stiamo parlando di qualche migliaio di lavoratori. Sono tre milioni le persone che non arrivano a nove euro l’ora, i cosiddetti lavoratori poveri. Nelle Regioni del Sud sono il 25,1% degli occupati dipendenti, più di uno su quattro.
E, sempre nel Mezzogiorno, si fa sentire di più la perdita del potere d’acquisto. In termini reali nel 2022 le retribuzioni lorde nel Centro-Nord erano di tre punti più basse rispetto al 2008, mentre al Sud lo erano di ben 12 punti.
Nelle sue anticipazioni del rapporto annuale Svimez, l’Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno, sottolinea come dopo la pandemia, nonostante la generale ripresa, il divario tra Nord e Sud rimanga incredibilmente ampio e come proprio le Regioni meridionali siano quelle dove la precarietà è “patologica”.
Sulla generale situazione economica e occupazionale Svimez osserva come l’occupazione sia cresciuta a livello nazionale nel primo trimestre del 2023 di 6,5 punti a livello nazionale e del 7,7% nel Mezzogiorno. Al Sud aumentano quindi gli occupati, anche se le retribuzioni, come dimostrano i dati sui salari, continuino a essere precarie.
Per quanto riguarda la crescita del Pil, secondo le anticipazioni di Svimez nel 2023 sarà del +1,1%, nel Centro-Nord del +1,2% e al Sud del +0,9%. Insomma, il Mezzogiorno tiene il passo con il resto del Paese per quanto riguarda la crescita, ma nelle Regioni meridionali la precarietà pesa ancora tantissimo sui suoi abitanti.
(da Fanpage)
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Luglio 18th, 2023 Riccardo Fucile
300 PASSEGGERI DI RITORNO DAL MARE SONO RIMASTI PER DUE ORE FERMI SULL’APPENNINO, ALLA STAZIONE DI FORNOVO (PARMA)… MOTIVO? UN “DISGUIDO” TRA TRENORD E TRENITALIA: MANCAVANO I MACCHINISTI CHE DOVEVANO DARE IL CAMBIO AI COLLEGHI
Un viaggio di passione – il tragitto in treno dalla Versilia alla pianura padana – per 300 passeggeri saliti sabato nelle varie stazioni del litorale toscano. Mezz’ora di ritardo all’andata, un incubo il ritorno. Arrivo previsto a Cremona alle 21.24, ma la Freccia si è bloccata a Fornovo di Taro, sull’appennino parmense.
Il motivo? Un “disguido” tra Trenord e Trenitalia Toscana. “Mancavano i macchinisti”, ha raccontato Giuseppina Spitti di Picenengo, frazione di Cremona. Al quotidiano La Provincia ha spiegato: “Il capotreno ci ha detto che non c’erano i due conducenti che avrebbero dovuto dare il cambio al personale che ha portato il treno a Fornovo”
E per i passeggeri non è rimasto che organizzarsi in proprio, magari con i pullman. Erano le 21 quando i ‘pendolari del mare’ sono rimasti bloccati nella piccola stazione appenninica. “Ci hanno abbandonati a noi stessi – racconta ancora Giuseppina – ho preso il telefono e chiamato i carabinieri, che a loro volta mi hanno passato la Polfer. Nessuno ci ha aiutati”
Secondo quanto ricostruito da Trenord, i colleghi di Trenitalia Toscana ritenevano che il cambio di equipaggio dovesse essere effettuato a Fornovo (come avveniva fino al 2020). Ma Trenord non ha, da anni, personale dedicato alla tratta Fornovo-Fidenza (il cambio-equipaggio all’andata è stato infatti effettuato a Fidenza).
Trenitalia, in queste ore, sta conducendo verifiche sulla copertura della tratta programmata per sabato sera.
Un viaggio d’esordio per la Freccia della Versilia – dagli anni 50 fino al 2020 ha trasportato decine di migliaia di cremonesi a Forte dei Marmi, Marina di Pietrasanta e così via, e tornata a coprire la tratta da Cremona al mare il sabato e i festivi dopo tre anni e mezzo di stop – certamente da dimenticare.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Luglio 18th, 2023 Riccardo Fucile
MOTIVO? PERCHÉ I SERVIZI PUBBLICI HANNO BISOGNO DI SEMPRE PIÙ SOLDI E TAGLIARE LE TASSE SIGNIFICA RIDURRE LE SPESE, PEGGIORANDO LA QUALITÀ DI SANITÀ, SCUOLA, SICUREZZA, O CARICANDONE I COSTI SOTTO ALTRA FORMA SULLE SPALLE DEI CITTADINI
Salvini isolato nel governo e nella maggioranza di destra-centro, e attaccato dal direttore generale dell’Agenzia delle Entrate Ruffini, trovatosi nella spiacevole condizione di essere spronato dal governo a recuperare il più possibile dall’evasione fiscale e considerato dal vicepresidente del consiglio a capo di un’autorità che tiene in ostaggio i contribuenti. L’uscita del leader leghista in piena fase di preparazione della riforma fiscale ha messo in imbarazzo tutti gli alleati della coalizione.
La questione del taglio o comunque della riduzione delle tasse è da oltre trent’anni un obiettivo irrealizzabile per il destra-centro. Da Berlusconi con il suo slogan “meno tasse per tutti”, a Salvini con la sua “flat tax” applicata finora solo agli autonomi con reddito fino a 85mila euro, a Fratelli d’Italia che con Leo s’è assunto la paternità (e l’onere) della riforma fiscale, con l’equiparazione tra autonomi, finora favoriti dalla “flat tax”, e dipendenti, esclusi dall’agevolazione.
La ragione è semplice: lo Stato, i servizi pubblici hanno bisogno di sempre più soldi, tagliare le tasse significa ridurre le spese pubbliche, peggiorando la qualità […] di sanità, scuola, sicurezza, o caricandone i costi sotto altra forma sulle spalle dei contribuenti elettori.
Esperienze recenti come l’emergenza Covid hanno dimostrato come le drammatiche insufficienze del sistema sanitario abbiamo reso più gravi i rischi della pandemia. E lo stesso potrebbe dirsi per l’istruzione, a partire dagli asili, che avremmo potuto moltiplicare e rendere più adatti alle nuove necessità grazie al Pnrr, ma ai quali ci prepariamo a rinunciare, per incapacità congenita di saperne utilizzare i fondi.
(da agenzie)
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Luglio 18th, 2023 Riccardo Fucile
TRAVAGLIO: “LA SIGNORA NATURALMENTE È LIBERA DI DIRE LE SCEMPIAGGINI CHE VUOLE MA CI VUOLE UN BEL SENSE OF HUMOUR PER DIRE CHE ‘I CONTI FININVEST SONO PASSATI PER ANNI AL SETACCIO SENZA RISULTATO’ (A PARTE UNA MEGA-FRODE FISCALE DA 368 MILIONI DI DOLLARI ACCERTATA DALLA CONDANNA IN CASSAZIONE E TRE FALSI IN BILANCIO CERTIFICATI DA GIUDICI CHE HANNO DOVUTO ASSOLVERE B. PERCHÉ SI ERA DEPENALIZZATO IL REATO)”
Il Giornale: “Marina dice basta”. Perbacco, roba grossa. Stiamo parlando di Marina B., primogenita del noto pregiudicato da poco scomparso, che manda un messaggio alla Meloni (e a chi altri?) perché “riformi la giustizia” e la renda “uguale per tutti” (prospettiva peraltro agghiacciante per il Gruppo, che con una giustizia uguale per tutti sarebbe rovinato da 40 anni).
La signora naturalmente è libera di dire le scempiaggini che vuole, anche perché, a dispetto delle apparenze, è molto spiritosa. Ci vuole un bel sense of humour per essere a capo del maggior gruppo editoriale d’Europa e insultare i rari giornalisti che scrivono la verità sulle stragi chiamandoli “complici dei pm”
O per definire “delirante” l’”accusa di mafiosità” a uno che si tenne in casa per due anni un mafioso travestito da stalliere (quello che accompagnava a scuola Marina e Pier Silvio perché non facessero brutti incontri) e che la Cassazione ha accertato aver “concluso” nel 1974 un “accordo di reciproco interesse” con “Cosa Nostra, rappresentata dai boss Bontate e Teresi” (altro che “non è emerso nulla di nulla”).
O che “i conti Fininvest sono passati per anni al setaccio senza risultato” (a parte una mega-frode fiscale da 368 milioni di dollari accertata dalla condanna in Cassazione e tre falsi in bilancio certificati da giudici che hanno dovuto assolvere B. perché si era depenalizzato il reato). O che pm cattivi e “giornalisti complici” vogliono infliggere al caro estinto “la damnatio memoriae”.
La pena della Roma antica cancellava ogni traccia di un personaggio. Invece i pm cattivi e i giornalisti complici fanno di tutto per ricordare B. per quello che era: un frodatore, finanziatore della mafia e corruttore seriale.
Se non lo fosse stato, la Marina non sarebbe presidente della Mondadori, scippata al legittimo proprietario De Benedetti da una sentenza comprata dagli avvocati di B. con soldi di B., che dovette poi pagare mezzo miliardo di danni. Forza Italia attende con ansia le letterine di Marina e Pier Silvio, che decidono persino chi deve succedere a Papi in Senato
La Repubblica del Banana finirà solo quando tal Marina dirà “Basta” e tutti risponderanno in coro: “E chi se ne frega”.
Marco Travaglio
(da il Giornale)
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Luglio 18th, 2023 Riccardo Fucile
UN INCONVENIENTE NON DA POCO PER TURISTI E VIP, IN PIENA STAGIONE ESTIVA
La revisione delle funi di scorrimento era scaduta, chiusa la funivia Faloria a Cortina d’Ampezzo. Lo stop è stato imposto sabato scorso dall’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali (Ansfisa) e dall’ex Ustif, organo di controllo del ministero per le Infrastrutture e trasporti.
Così, all’ingresso della storica funivia che parte dal centro di Cortina, nella zona della ex stazione, e conduce sul Monte Faloria, a oltre 2mila metri in un panorama d’incanto sulla conca ampezzana, si legge che la chiusura è dovuta a «pratiche amministrative straordinarie», ma che in ogni caso risulta possibile raggiungere il rifugio grazie a un servizio sostitutivo.
Di fatto dalla partenza della funivia, fino a Rio Gere è possibile usufruire di un servizio shuttle gratuito, mentre da Rio Gere al Rifugio Faloria si può proseguire con le jeep allo stesso prezzo del biglietto della funivia, 25 euro andata e ritorno.
Dalla vetta si snodano numerose passeggiate verso Lago Sorapis, ma anche verso Mandres, Cristallo e poco lontano dalla stazione di monte della funivia si trova anche l’arrivo della ferrata «Sci club 18», così come la vecchia stazione, set di Cliffhanger-Ultima Sfida , film d’avventura interpretato da Sylvester Stallone ed anche set per alcune scene di Un passo dal cielo.
Nel periodo estivo sono quasi 350 i turisti che la usano quotidianamente. «Dispiace per questa chiusura, ma abbiamo visto che si sono subito attivati per garantire al cliente la possibilità di godere ugualmente del raggiungimento della cima con le navette. Quest’estate i turisti sono aumentati del 30% — fa sapere la vice sindaca di Cortina Roberta Alverà
(da agenzie)
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Luglio 18th, 2023 Riccardo Fucile
CALENDA CONTRO LE CAZZATE DI TAJANI: “IL SALARIO MINIMO C’E’ IN TUTTI I PAESI DEL G7 E IN TUTTA EUROPA, NON SAI DI COSA PARLI”
Clima rovente, non solo per strada, ma anche all’interno di Montecitorio. Da questa mattina, 18 luglio, in commissione Lavoro è iniziato uno scontro sulla proposta per introdurre, in Italia, un salario minimo. Si sarebbe dovuto votare l’emendamento soppressivo presentato dalla maggioranza, ma i deputati delle opposizioni si sono accordati per alternarsi, in una serie di interventi, affinché il voto sulla soppressione saltasse. L’obiettivo è far ritirare l’emendamento del centrodestra.
Partito democratico, Movimento 5 stelle, Alleanza verdi e sinistra e Azione sono rimasti compatti per ritardare la votazione sull’emendamento. Italia Viva, invece, non ha partecipato all’operazione di ostruzionismo: «La linea per Italia Viva mi sembra di avvicinamento all’azione di governo mentre noi restiamo nel mezzo, fedeli alla nostra linea. Matteo Renzi ha scelto legittimamente di fare un percorso diverso», ha dichiarato Carlo Calenda. Il quale ha anche stigmatizzato «la grave ignoranza» di Antonio Tajani. Il ministro degli Esteri aveva detto che non serve, in Italia, un salario minimo, «perché non siamo nell’Unione Sovietica in cui tutti avevano lo stesso stipendio».
Per il leader di Azione, Tajani «ha detto un’imbecillità e sorprende che un ministro degli Esteri non conosca fatti fondamentali tipo che il salario minimo c’è in tutti i Paesi del G7. Gli Usa sarebbero sovietici, la Francia è sovietica, la Germania ha aumentato il salario minimo più volte perché c’è un problema dell’inflazione che colpisce le persone più povere? Tutti i Paesi europei e occidentali hanno il salario minimo». Anche Stefano Bonaccini ha criticato l’esternazione di Tajani: «Non siamo in Urss. Argomentazione che nemmeno al bar…».
(da agenzie)
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Luglio 18th, 2023 Riccardo Fucile
LA PROCURA DI MILANO COMMISSARIA LA MONDIAPOL PER CAPORALATO… E IL GOVERNO FA FINTA DI NULLA
La procura di Milano ha commissariato Mondialpol, azienda leader nel settore dei servizi di vigilanza privata. Dalle indagini è emerso che nel settore dei servizi di custodia non armata, la Mondialpol «impiega i lavoratori presso i clienti in condizioni di sfruttamento, approfittando del loro stato di bisogno», pagando loro «retribuzioni sotto la soglia di povertà». Si tratta di 5,37 euro l’ora, avendo inquadrato i dipendenti nel livello D del contratto collettivo nazionale Vigilanza privata e servizi fiduciari, anziché nel Multiservizi, più idoneo per l’Inps. Gli agenti della Guardia di Finanza stanno eseguendo un decreto di controllo giudiziario emesso d’urgenza dalla Direzione distrettuale antimafia per «intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro», realizzati attraverso un «assiduo sfruttamento dei dipendenti» a cui si aggiungono minacce di essere trasferiti.
Il pm Storari: «Stipendi ben sotto la soglia di povertà, sproporzionati rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato»
Il compenso, secondo il pm Paolo Storari, risulta essere «ben al di sotto della soglia di povertà, sproporzionate rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato». I lavoratori infatti percepivano poco più di 900 euro di stipendio lordo al mese e, come sottolineato dal pm Storari, «considerando che la cifra è al lordo delle ritenute fiscali e previdenziali, applicando le quali si arriva a un netto di 650 euro al mese».
Una cifra che si pone non solo sotto la soglia di povertà indicata dall’Istat (ossia 852 euro per una persona single e di 1.180 euro per una coppia, ndr) ma soprattutto «da ritenersi assolutamente sproporzionata» rispetto alla retribuzione, precisa il pm Storari, che richiama l’articolo 36 della Costituzione, sottolineando che deve essere «proporzionata a quantità e qualità del lavoro, e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa».
«Interrompere le situazioni tossiche davanti a cui si trovavano i dipendenti»
Preso atto che «queste situazioni di illiceità che maturano all’interno delle imprese non sono il frutto di iniziative di carattere individuale», ma richiedono «di rimuovere quelle “situazioni tossiche” che hanno creato l’humus favorevole perché un ambito lavorativo si trasformasse, in fin dei conti, in occasione di illeciti attinenti al diritto penale del lavoro», secondo la Procura di Milano non si può «pensare che il problema possa essere risolto rimuovendo le figure apicali della società, senza nulla mutare del sistema organizzativo e lasciando inalterata l’organizzazione», in modo tale che «i nuovi dipendenti si trovassero nelle medesime condizioni (tossiche) dei loro predecessori, e il sistema illecito fosse destinato a perpetuarsi». Di conseguenza, l’unica misura per «interrompere al più presto la situazione in atto di sfruttamento dello stato di bisogno», per la Procura si traduce nella messa in amministrazione giudiziaria della società Vedetta 2 Mondialpol spa, con la nomina di Giovanni Falconieri in qualità di amministratore per ripristinare le condizioni di lavoro «con misure anche in difformità da quelle proposte dall’imprenditore».
(da agenzie)
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