Destra di Popolo.net

LA CANCELLAZIONE DEL REDDITO DI CITTADINANZA? SE NON E’ UNA “BOMBA SOCIALE” POCO CI MANCA

Luglio 29th, 2023 Riccardo Fucile

RESTA APERTO IL PROBLEMA DI COLORO CHE DOVRANNO TROVARE UN ALTRO MODO DI SOPRAVVIVERE. IN FONDO, BUONA PARTE DEI FRUITORI DEL SUSSIDIO VIVONO IN QUELLE PERIFERIE DOVE FRATELLI D’ITALIA A SETTEMBRE HA AVUTO ECCEZIONALI PERFORMANCES ELETTORALI

Chiamarla “bomba sociale” è certamente esagerato. Ma i 169 mila capifamiglia, soprattutto meridionali, che ieri mattina hanno ricevuto per messaggio sms la comunicazione della fine del reddito di cittadinanza e l’invito a rivolgersi ai servizi sociali rappresentano un primo, piccolo o non tanto piccolo visto che ad agosto se ne aggiungeranno altri 88 mila, assaggio dell’autunno che si prepara per il governo
Dopo mesi di polemiche, non sempre fondate, sulla “generazione da divano” e sulla difficoltà per molte imprese di trovare personale disponibile, specialmente in estate proprio a causa della diffusione del reddito, il governo aveva infatti deciso un drastico taglio della misura-simbolo introdotta nel 2018
Poi il vento è cambiato. Acclarato il mancato funzionamento del meccanismo che avrebbe dovuto far sì che i soggetti che ne usufruivano fossero prima o poi avviati al lavoro, cosa purtroppo raramente accaduta, Meloni e la ministra del Lavoro Calderone erano venute nella determinazione di limitare dal primo agosto la fruizione dell’aiuto solo alle famiglie con disabili o ultrasessantacinquenni a carico.
L’annuncio aveva fatto sì che nei primi sei mesi del 2023 le domande di reddito di cittadinanza si dimezzassero, passando da quasi 900 mila a meno di mezzo milione: a conferma che in passato c’era stata una certa eccessiva larghezza nella concessione della misura, e che le richieste provenivano anche da chi riusciva a mascherare proventi che avrebbero dovuto impedire di spacciarsi per aspiranti in stato di necessità.
Adesso però resta aperto il problema di coloro che già la ricevevano e da martedì, in attesa di essere presi in carico dai servizi sociali, dovranno trovare un altro modo di sopravvivere, nel bel mezzo di un’estate calda per ben altre ragioni.
Dopo la questione del salario minimo, di cui aveva chiesto la cancellazione salvo ricredersi in extremis perché riguardava anche una parte dell’elettorato di destra.
In fondo, buona parte dei fruitori del sussidio vivono in quelle periferie, quelle borgate, quei paesi dimenticati, dove Fratelli d’Italia a settembre ha avuto eccezionali performances elettorali. Adesso, per “Giorgia”, se non troverà subito un rimedio, c’è il rischio che l’area della povertà, certamente non abolita, ma attutita almeno sì dal reddito, si risvegli in agosto e prema su Palazzo Chigi, alle soglie di una stagione che si presenta tutt’altro che semplice dal punto di vista economico.
(da la Stampa)

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SOVRANISTA SENZA LE BASI DEL MESTIERE: NELL’INCONTRO CON I SENATORI AMERICANI, GIORGIA MELONI SI SENTE CHIEDERE A BRUCIAPELO: “IL ROSSO, IL BIANCO E IL VERDE NELLA BANDIERA ITALIANA SIGNIFICANO QUALCHE COSA?”

Luglio 29th, 2023 Riccardo Fucile

LA DUCETTA COLTA ALLA SPROVVISTA È COSTRETTA A BUTTARLA IN CACIARA: “SÌ, È COSI PER QUALCHE MOTIVO. È PER MOLTE MOLTE COSE”… MA CHE INSEGNANO ALLE SCUOLE DEI PATRIOTI?

Rimandata in storia d’Italia a Washington, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni scivola sul significato del tricolore. L’occasione è l’incontro con i senatori Usa, giovedì scorso, di mattina, prima tappa della trasferta americana che ha avuto il suo clou nel faccia a faccia col presidente Joe Biden.
«Il rosso, il bianco e il verde nella bandiera italiana significano qualche cosa?», chiede durante una photo opportunity il senatore democratico Chuck Schumer. La domanda è posta a bruciapelo, e dall’espressione dell’esperto politico Usa si coglie un pizzico di malizia.
«Oh, sì. Sì, è cosi per qualche motivo. È per molte molte cose», risponde la premier, visibilmente in difficoltà. Il video, diffuso dall’emittente via cavo C-Span, continua con qualche secondo di silenzio, e Meloni — che non perde il sorriso — non manca di alzare gli occhi al cielo in segno di disappunto.
Il siparietto non sfugge ai social e viene giudicato da più parti imbarazzante per l’alfiera del sovranismo e leader di un partito chiamato Fratelli d’Italia.
Tornando alla curiosità del senatore Schumer, il tricolore nasce ufficialmente a Reggio Emilia nel 1797. Il modello è quello a tre bande verticali francese.
Lo adotta una delle repubbliche giacobine, la Cispadana. Il bianco e il rosso ricordano lo stemma comunale di Milano, il verde quello delle uniformi della Guardia civica milanese. «Gli stessi colori, poi, — si legge sul sito del Quirinale — furono adottati anche dalla Legione Italiana, che raccoglieva i soldati delle terre dell’Emilia e della Romagna».
(da La Repubblica)

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IL SIGNOR GIAMBRUNO AVREBBE DOVUTO METTERSI IN ASPETTATIVA DOPO LA NOMINA DELLA CONSORTE A PREMIER

Luglio 29th, 2023 Riccardo Fucile

BARBARA PALOMBELLI HA LASCIATO I SUOI INCARICHI PRESSO “REPUBBLICA” E IL “CORRIERE DELLA SERA” QUANDO SUO MARITO FRANCESCO RUTELLI È DIVENTATO MINISTRO DEI BENI CULTURALI POI VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO, LO STESSO HANNO FATTO ALTRE GIORNALISTE COME GIANNA FREGONARA MOGLIE DEL PREMIER ENRICO LETTA

Ma il signor Meloni, al secolo signor Giambruno, non avrebbe dovuto mettersi in aspettativa dopo la nomina della consorte a premier?
Barbara Palombelli ha lasciato i suoi incarichi presso “Repubblica” e il “Corriere della sera” quando suo marito Francesco Rutelli è diventato ministro dei beni culturali poi vicepresidente del consiglio,
Lo stesso hanno fatto altre giornaliste come Gianna Fregonara moglie del premier Enrico Letta.
Solo le donne lasciano?
Il signor Giambruno dopo la nomina della consorte ha al contrario rafforzato le sue esternazioni in video e le spara grosse.
(da Dagospia)

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DALLE TASSE AI CANTIERI, DAI MIGRANTI AI NUOVI TONI ISTITUZIONALI, E’ INIZIATA LA CAMPAGNA DI SALVINI PER RIPRENDERSI LA SCENA

Luglio 29th, 2023 Riccardo Fucile

IN BALLO NON CI SONO SOLO LE ELEZIONI EUROPEE E IL DUALISMO CON GIORGIA MELONI, MA IL RUOLO STESSO DEL CAPITONE NELLA LEGA: SE NON PORTA A CASA L’AUTONOMIA, VERRA’ SILURATO

Dal fisco alle opere pubbliche: la lunga campagna elettorale del Matteo Salvini di governo. Sempre lì sul pezzo, a cercare consensi ma su un piano diverso, dal cuore delle istituzioni. Ha tolto la felpa, è sceso dalla ruspa. Non è più l’autista del trattore, è il progettista dei lavori. La questione fiscale, ad esempio, punta dritto alla pancia dell’elettorato: vuole liberare gli italiani “ostaggi” dell’Agenzia delle entrate, dice che sulla pace fiscale “andrà fino in fondo. E sono slogan che si concretizzano in azioni concrete in Parlamento, grazie all’azione dei fedelissimi.
Spesso e volentieri in contrapposizione a Fratelli d’Italia, partito alleato ma avversario alle Europee. Di certo, sul fisco continua la battaglia della Lega. Massimo Garavaglia, a dispetto del suo ruolo super partes di presidente della commissione Finanze, ha presentato una raffica di emendamenti alla delega fiscale, tutti volti a ridurre o eliminare sanzioni amministrative e penali per chi non è in regola con i versamenti. A circoscrivere l’azione dell’amministrazione finanziaria.
Meloni, non è un mistero, ha già espresso insofferenza per le intemerata della Lega sull’argomento. Ma la campagna elettorale “istituzionale” dell’ex capitano in grisaglia ministeriale non si ferma. Si chiude una settimana intensa, per Salvini. Chi l’ha visto alla Lanterna di via Tomacelli, martedì scorso, parla di una trasformazione. Il capo della Lega si è messo a spiegare ai manager delle grandi aziende di Stato, e ai rappresentanti degli ordini professionali, il suo piano di opere pubbliche, piccole e grandi: dal Ponte sullo Stretto alla diga di Campolattaro nel Beneventano. Nelle prime file, a vederlo illustrare le slide, c’erano tutti: i capi di Ferrovie, Rfi, Enel, Terna, Ita, Italo. Rappresentanti dell’Abi, della Bei e di Cassa depositi e prestiti. Rettori.
Anche lo storico (ex?) rivale interno Giancarlo Giorgetti ad applaudirlo. È la sfida di governo. E lui, Salvini, oggi dice ai suoi che poi non è stata una iattura dover rinunciare al Viminale, obiettivo sul quale aveva parametrato la corsa delle Politiche, più o meno un anno fa. E ora lo aspettano alla storica festa della Lega di Cervia, appuntamento attorno al quale negli anni si è costruito il mito del Papeete.
Ma il Salvini in veste istituzionale ha già fatto sapere che limiterà la sua presenza, parlerà domani sera dal palco della manifestazione e poi, probabilmente, tenterà di trascorrere qualche ora di relax con il figlio nello stabilimento dell’eurodeputato Massimo Casanova.
Eviterà, come l’anno scorso, di farsi vedere dietro la consolle del dj a petto nudo con un mojito in mano. Quei tempi, oggi, sembrano lontanissimi. Non mancano i nostalgici di una Lega di lotta che non sia subalterna a FdI, e in tanti attendono risultati concreti sull’Autonomia e sulla lotta all’immigrazione
(da agenzie)

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IN SICILIA CI SONO ACQUEDOTTI BUCATI, VIADOTTI INCOMPIUTI, FERROVIE DA TERZO MONDO, MA IN TV SI PARLA SOLO DEL PONTE SULLO STRETTO

Luglio 29th, 2023 Riccardo Fucile

SOLO PROPAGANDA PER CARPIRE VOTI E ATTENZIONE SUL NULLA, DEI PROBLEMI VERI NON FREGA NULLA

Il blocco parziale dell’aeroporto di Catania inchioda la Sicilia alla sua pessima situazione infrastrutturale. Chi viene dirottato a Trapani impiega cinque ore per tornare verso la costa orientale, poco meno per chi atterra a Palermo.
Si leggono cronache di una regione infartuata da incendi e antiche inefficienze e ci si domanda, inevitabilmente, perché mai il dibattito politico sia sempre e comunque incentrato sul fantasmatico Ponte (del quale già si parlava come cosa fatta sulle copertine dei rotocalchi negli anni Sessanta) e ignori una realtà quotidiana fatta di eterni ritardi, rassegnazione, vassallaggio a questo o quel vice-potente nella speranza che “si faccia sentire a Roma”.
Di questa Sicilia non si parla, nessuno a Porta a Porta ha mai portato il plastico di un viadotto incompiuto o di un acquedotto bucato. È sempre il solito problema, il do di petto entusiasma, il resto dell’opera sembra quasi una trascurabile appendice — è invece la sostanza.
E il resto dell’opera è la Sicilia tutta intera, il suo territorio, le sue strade mancanti e le sue ferrovie caracollanti. Cose che rimangono in ombra fino a che qualche accidente, come gli incendi di questi giorni, rende evidente quali sono le urgenze, quali le necessità, quali le cose fattibili e dunque da fare.
Ma appena spenti gli incendi, riaperto l’aeroporto e rientrata l’emergenza, si riparlerà di un Ponte che forse è tecnicamente irrealizzabile, forse costerebbe come rifare nuova l’isola intera, forse non si farà mai: ma vuoi mettere quanto vale, in termini di propaganda, immaginare lo Stretto con quella retta che lo sorvola, e tutto il resto lasciarlo al suo corso tortuoso, faticoso, mortificante?
(da La Repubblica)

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DIFFONDEVANO CONTENUTI RAZZISTI SUI SOCIAL: CHIUSE LE INDAGINI SU 12 NEONAZISTI

Luglio 29th, 2023 Riccardo Fucile

TRA LORO ANCHE MISS HITLER, A PROCESSO PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE

La procura di Roma ha chiuso le indagini a carico di 12 persone appartenenti al gruppo antisemita «Ordine Ario Romano», smantellato nel giugno del 2021 grazie a un’operazione condotta dai carabinieri del Ros. Tra loro anche Francesca Rizzi, alias “Miss Hitler“, la 40enne che nel 2019 ha vinto il concorso omonimo sul social network russo «VK». Le accuse contestate dal procuratore aggiunto Michele Prestipino e il pm Erminio Amelio sono quelle di associazione a delinquere finalizzata alla propaganda e all’istigazione per motivi di discriminazione etnica e religiosa.
I militanti
Oltre a Francesca Rizzi, tra i 12 che rischiano di finire a processo c’è anche un carabiniere (all’epoca dei fatti era stato sospeso, ndr), Remo Governatori, così come Mario Marras, un nome già noto alle forze dell’ordine, e che già nel 2007 finì sotto indagine per aver fondato il gruppo «Azione fascista nazionalsocialista». I militanti del gruppo risiedono in varie regioni italiane: 6 nel Lazio (di cui 4 residenti a Roma e provincia, uno Latina e uno da Frosinone, ndr), tre in Sardegna, uno in Calabria, uno in Abruzzo e una in Lombardia (Francesca Rizzi, ndr). Nel corso delle perquisizioni nelle abitazioni degli indagati i carabinieri hanno trovato bandiere con le svastiche, «l’opera omnia su Benito Mussolini», il testo sulle leggi razziali, ritratti di Hitler, croci celtiche, medagliette e svariati cimeli del Duce.
Le frasi antisemite e razziste
I membri del gruppo diffondevano sui social contenuti razzisti e antisemiti, oltre che minacce. Tra i messaggi pubblicati e rilanciati sui canali social e sulle diverse chat di messaggistica ci sono diverse uscite in cui i membri del gruppo negavano l’esistenza storica della Shoah e delle camere a gas, definendole «la menzogna più grande della storia», ma anche frasi come «il pericolo ebraico sarà eliminato solo quando gli ebrei di tutto il mondo avranno cessato di esistere» e frasi contro i migranti, come «affondare tutte le navi Ong nel Mediterraneo e abbattere tutte le chiese, sinagoghe e moschee sarebbe la soluzione di parte dei nostri problemi».
(da agenzie)

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LA STRANA STORIA DEI DIPLOMIFICI D’ITALIA: CON POCHI GIORNI DI FREQUENZA E 10.000 EURO SI PRENDE LA MATURITA’

Luglio 29th, 2023 Riccardo Fucile

SONO IN CAMPANIA, LAZIO E SICILIA

Il Corriere della Sera oggi racconta un dossier di Tuttoscuola sui diplomifici. Ovvero su quella rete di istituti che sfornano annualmente migliaia di titoli di studio lasciando ai loro alunni la libertà di non frequentare la scuola. Il rapporto Maturità: boom dei diplomi facili racconta anche il fenomeno del “turismo diplomante”. E hanno pochi o pochissimi studenti iscritti fino alla vigilia della maturità o delle prove per l’esame del titolo che offrono. Poi arriva il boom: nell’ultimo anno scolastico la crescita degli iscritti arriva al +166%. «Ipotizzando una retta media di 5 mila euro, i ricavi di questo istituto solo per le iscrizioni al 50 anno sfiorerebbero in sei anni i 7 milioni», spiega il direttore di Tuttoscuola Giovanni Vinciguerra.
Il turismo diplomante
Il fenomeno del turismo diplomante riguarda migliaia di persone disposte a farsi centinaia di chilometri per frequentare le scuole a cui si iscrivono. In totale sono 92: una quota minore delle 1.423 paritarie che portano gli studenti alla maturità. Ma con una roccaforte: la Campania. Dove c’è il 90,5% dei nuovi iscritti. Segue il Lazio con il 6,3%, il 3,2% è in Sicilia. Su oltre un centinaio di province italiane quei 92 «paritari» sono concentrati in nove: tutte quelle della Campania più quelle laziali di Roma e Frosinone e quelle siciliane di Palermo e Agrigento». Sintesi finale: su 356 «paritari» in Campania quelli finiti nel dossier sono 82. Quasi uno su quattro. E dal 2015 ad oggi «l’incremento di iscritti a livello nazionale nelle paritarie tra il quarto e il quinto anno delle superiori è stato di 166.314».
I prezzi
Oltre 105 mila solo in Campania. Il Dpr 122/2009 dice che «ai fini della validità degli anni scolastici, compreso l’ultimo anno di corso (…) è richiesta la frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale». A cui questi istituti assolvono attraverso trasferte di 48/72 ore presso l’istituto dove si svolgerà l’esame per un numero totale di visite spesso inferiore a cinque. «La violazione di legge sulla frequenza per almeno tre quarti dei giorni di lezione messa in atto quasi sempre dagli istituti in odore di diplomificio è la loro carta vincente verso la clientela», spiega il dossier. E quanto si paga? Stando ai tariffari on-line, la cifra è «compresa tra i 1.500 e i 3.000 euro, più una tassa d’iscrizione che va da 300 a 500 euro. Per gli esami di idoneità, il prezzo varia tra i 1.500 e i 3.000 Euro. Per il diploma di maturità la retta media è 2.500-4.500 Euro. Ma ci sono casi in cui si arriva a 8.000 o addirittura a 10.000…».
I controlli
E i controlli? Gli ispettori erano 696, ora sono 24. A questi si aggiungono 59 dirigenti tecnici con incarichi triennali. Ovvero 83 ispettori per 20 mila istituti. A monte c’è il problema del valore legale del titolo di studio. «Non garantisce un suo valore reale», spiega Andrea Ichino, autore con Guido Tabellini del libro “Liberiamo la scuola”. «Allo stesso modo, la certificazione legale di un insegnante non garantisce la sua qualità: tutti ricordiamo gli insegnanti davvero bravi avuti nella nostra carriera scolastica così come quelli pessimi, eppure erano tutti insegnanti certificati dallo Stato».
(da agenzie)

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IL DEBITO DA 250.000 EURO DI ALESSANDRO SALLUSTI CON DANIELA SANTANCHE’: “DIFFICILE RECUPERARE I SOLDI”

Luglio 29th, 2023 Riccardo Fucile

LA SOCIETA’ DI CUI ERA USUFRUTTUARIO IL DIRETTORE DI LIBERO E’ IN LIQUIDAZIONE… LA STORIA DI UN PRESTITO NON ESIGIBILE

C’è un altro mistero nel fallimento di Visibilia. E riguarda i due ex Daniela Santanchè ed Alessandro Sallusti. Quando erano una coppia i due erano anche in affari insieme. L’azienda di Santanchè ha infatti versato soldi alla D1 Partecipazioni. Di proprietà sempre di Santanchè, ma con Sallusti usufruttuario.
E ora ballano la bellezza di 250 mila euro.
Secondo le carte presentate al tribunale fallimentare una società della ministra del turismo ha versato all’attuale direttore di Libero la cifra. Che non ha mai restituito i soldi. La questione è privata. Ma è finita nelle carte giudiziarie dell’inchiesta di Milano sul fallimento.
I pm indagano per falso in bilancio, bancarotta fraudolenta e, da poco, per truffa ai danni dello Stato. Nel mirino ci sono i fondi della Cig Covid.
D1 Partecipazioni
Ma torniamo a D1 Partecipazioni. La società da statuto svolge «attività di assunzione, detenzione e gestione di partecipazioni in altre società o enti». Nel 2013 accumula in otto mesi debiti per 1,5 milioni. Dal 2017 il patrimonio netto diventa sempre negativo. Nel 2019 viene messa in liquidazione. Negli ultimi bilanci i revisori hanno scritto che «non possiede azioni proprie; non possiede azioni o quote di società controllanti; nel corso dell’esercizio la società non ha posto in essere acquisti o alienazioni di azioni».
Il credito non poteva essere recuperato già dal 2017. Ma la svalutazione è stata effettuata solo tra 2020 e 2021. Domani racconta che il direttore di Libero compare in alcuni passaggi della perizia contabile. In particolare, c’è un contratto di cessione crediti tra Visibilia e Sallusti. Relativo a finanziamenti concessi da Visibilia a D1 Partecipazioni.
Santanchè e Sallusti
Il contratto vale 240 mila euro e risale al marzo 2016. Dagli atti risulta che il giornalista non ha mai versato i soldi del credito. A questi vanno aggiunti i 12.500 euro di interessi. E i consulenti della ministra scrivono che il credito non è stato conteggiato per ragioni di prudenza. Perché le possibilità che Visibilia riesca a riscuoterlo sono minime. Ma per i liquidatori invece il credito è certo, liquido e legale.
La possibilità di recuperarlo è quindi legata al patrimonio di Sallusti. Ma visto che il tempo è passato anche loro lo ritengono di difficile esigibilità. Il giornalista Vittorio Malagutti ha chiesto a Sallusti il motivo del debito. Lui non ha risposto.
(da agenzie)

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I MEDIA SOVRANISTI FESTEGGIANO PERCHE’ CI SARANNO 169.000 FAMIGLIE ITALIANE CHE NON AVRANNO DA MANGIARE

Luglio 29th, 2023 Riccardo Fucile

“FANNULLONI, LA PACCHIA E’ FINITA”: LA DESTRA ASOCIALE, LE LOBBY E GLI EVASORI FISCALI GIOISCONO NEL MASSACRARE I POVERI… NON DIMENTICHEREMO

A volte basta un sms per festeggiare. Ieri, 28 luglio, 169 mila percettori del reddito di cittadinanza hanno ricevuto dall’Inps la comunicazione della sospensione del sussidio a partire dal primo agosto.
Il messaggino è arrivato a chi si trova all’interno di nuclei familiari nei quali non ci sono componenti disabili, minori o over 65 come prevede la nuova normativa. L’ultima rata che hanno percepito è dunque quella del 27 luglio scorso.
E oggi scatta l’esultanza su Libero, Il Tempo e Il Giornale. «La rivolta dei fannulloni orfanelli di Conte», titola il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti. E ancora: «Monta la protesta. A Napoli uffici Inps presi d’assalto. Pd e M5s soffiano sulla protesta». Il quotidiano di Augusto Minzolini invece sostiene che ci fosse qualcuno che era in partenza per Sharm-El-Sheik quando ha ricevuto l’sms.
L’esultanza
In una nota l’Inps ha spiegato che con l’sms ha informato gli interessati della sospensione del beneficio. Ricordando che c’è la possibilità di una presa in carico dei servizi sociali: in questo caso la sospensione sarà revocata. E sottolineando che «questa eventualità riguarda esclusivamente le persone che versano in un particolare stato di bisogni complessi e di difficoltà di inserimento sociale o lavorativo».
A giugno hanno ricevuto il reddito o la pensione di cittadinanza un milione e 10.536 persone. La spesa complessiva è stata di 590,8 milioni di euro. L’importo medio a famiglia a giugno è stato di 565,69 euro. Il Sud ha complessivamente due terzi dei beneficiari totali. A Napoli lo percepiscono 146 mila famiglie.
Nel capoluogo della Campania sono 373mila persone coinvolte. L’ assegno medio arriva a 652,58 euro. A Napoli ci sono più beneficiari di Lombardia, Piemonte e Veneto (quasi 139mila) e più dell’intera Italia Centrale (143mila). Si capisce quindi perché sono stati presi d’assalto gli sportelli e il centralino dell’Inps. E c’è anche chi segnala qualche problema correlato: «Finora ho impiegato 102 percettori del reddito in vari progetti in favore della comunità. E adesso?», dice Giacomo Pirozzi, sindaco di Calvizzano, un piccolo comune a nord di Napoli.
Chi ha perso il reddito di cittadinanza ed è ritenuto occupabile, cioè ha tra i 18 e i 59 anni di età, non ha persone disabili a carico e non ha minori a carico, potrà ricevere 350 euro al mese come supporto alla formazione al lavoro attraverso gli sportelli dei Centri per l’Impiego e l’Inps.
Per il resto si attende il nuovo assegno di inclusione che riguarderà sempre chi ha minori, anziani o disabili in casa. La misura sarà attivata dal primo gennaio 2024.
Intanto il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte va all’attacco in un’intervista a La Stampa. «Agli ex parlamentari ridanno il ricco vitalizio, ai poveri tagliano il reddito la risposta non è la card da 380 euro, solo per le famiglie di 3 persone: due spese ed è tutto finito», dice a Federico Capurso.
Dice che il taglio è «un modo per dire “adesso arrangiatevi”». Per il grillino «si è giocata una partita politica sulla pelle delle persone». E ancora: «Poco importa al governo se queste persone stiano attraversando un momento di difficoltà dovuto alla mancanza di lavoro o se quei soldi servivano per integrare uno stipendio da fame. Dal primo agosto, zero». E conclude: «Meloni ha voltato le spalle a chi soffre senza neanche metterci la faccia, con un sms».
(da agenzie)

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