Agosto 14th, 2024 Riccardo Fucile
I VIDEO SONO AL VAGLIO DEGLI INQUIRENTI… M5S: “DELINQUENTI SOBILLATI DA CHI HA USATO PAROLE VERGOGNOSE SULL’ITALIANITA’ DI PAOLA”… SCHLEIN: “IL RAZZISMO FA SCHIFO E VA CONTRASTATO”
«Non commento, sinceramente non saprei cosa dire», è la reazione a caldo del generale Roberto Vannacci, europarlamentare della Lega, in evidente imbarazzo, a cui pure tutti ieri si sono rivolti dopo che la notte scorsa in viale Tiziano, sulla facciata del palazzo del Coni e delle Federazioni sportive, mani ignote hanno profanato il murale di Laika, street artist romana, intitolato «Italianità» e dedicato 24 ore prima a Paola Egonu, la campionessa italiana di volley, medaglia d’oro domenica a Parigi 2024 con la squadra di Julio Velasco.
Il colore della pelle di Egonu sul muro è stato cambiato dai vandali con la vernice rosa fino a renderla irriconoscibile e anche il pallone della schiacciata è stato cancellato con le sue belle scritte sopra: «Stop al razzismo, alla xenofobia, all’odio».
Le reazioni del mondo della pallavolo all’atto vandalico
Il capogruppo alla Camera M5S, Francesco Silvestri, è durissimo: «Chi ha imbrattato a Roma il murale è un delinquente sobillato da chi in questi giorni ha usato parole vergognose sulla italianità di Paola Egonu», dice con chiaro riferimento a Vannacci che domenica scorsa, dopo la vittoria dell’oro olimpico, aveva ribadito le frasi del suo libro Mondo al contrario sollevando ancora polemiche: «Continuo a dire che i tratti somatici di Egonu non rappresentano la maggioranza degli italiani».
Lo sdegno della politica per quanto accaduto in viale Tiziano è grande e bipartisan: dal ministro per lo Sport, Andrea Abodi («Cara Paola, sempre insieme per sconfiggere ignoranza, inciviltà e insensibilità») alla segretaria del Pd Elly Schlein («Il razzismo fa schifo e va contrastato. Per noi chi nasce o cresce in Italia è italiana o italiano e continueremo a batterci per cambiare la legge sulla cittadinanza»).
La leader dem riapre quindi la partita sulla cittadinanza e il Pd ha già una mozione — a firma dei deputati Mauro Berruto e Ouidad Bakkali — per rilanciare lo ius soli che verrà discussa a settembre in Parlamento. Sulla stessa linea, a favore di una legge, anche Matteo Richetti di Azione. E l’ex campionessa di calcio Carolina Morace oggi europarlamentare M5S: «Se con certi gesti si prova a mettere in dubbio l’essere italiane di atlete come Paola vuol dire che in Italia abbiamo ancora tanto da fare»
Perentorio il commento del governatore del Veneto, Luca Zaia, indicato da molti come possibile candidato per il dopo Malagò al Coni e leghista come Vannacci ma non proprio sulle sue stesse posizioni: «Questo atto di vandalismo non rappresenta solo un attacco a Paola Egonu, icona dello sport nazionale, ma colpisce tutti noi e i nostri valori».
Eppoi il ministro degli Esteri Antonio Tajani (FI): «Becero razzismo». E la ministra (FdI) per il Turismo, Daniela Santanchè: «Gesto vigliacco, ogni forma di razzismo va denunciata e combattuta». Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati: «Oltre ad essere un gesto razzista è anche un affronto all’Italia». A proposito di razzismo, il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, avverte gli ultrà di Roma e Lazio a pochi giorni dall’inizio del campionato: «In caso di striscioni razzisti o discriminatori siamo pronti a sospendere le partite».
Gli investigatori, per dare un nome agli autori del blitz dell’altra notte, avrebbero già in mano i filmati delle telecamere agli angoli dell’edificio del Coni, con le immagini di quanto accaduto. S’indaga negli ambienti dell’estrema destra. Ieri pomeriggio, però, una misteriosa passante (street artist anche lei?) si è fermata in viale Tiziano a ridipingere sul muro con un pennarello il colore della pelle di Paola Egonu. L’esponente Avs, Angelo Bonelli, l’ha ringraziata pubblicamente.
(da agenzie)
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Agosto 14th, 2024 Riccardo Fucile
GLI UFFICIALI HANNO APPRESO L’OBIETTIVO DELLA MISSIONE SOLO TRE GIORNI PRIMA, I SOLDATI SEMPLICI 24 ORE
Per la prima volta dopo molti mesi le cittadine e i villaggi ucraini della regione di Sumy
lungo il confine russo di Kursk dormono sonni tranquilli. Era dallo scorso autunno che le artiglierie nemiche li prendevano di mira notte e giorno. Non c’è nucleo urbano che non mostri i segni dei bombardamenti. E gli abitanti rimasti adesso fanno il segno di vittoria ai tank e alle colonne cariche di soldati che entrano in territorio russo.
Martedì 6 agosto poco dopo le cinque di mattina, per la prima volta dall’inizio dell’invasione russa 30 mesi fa, sono stati gli ucraini dell’esercito regolare ad attaccare al di fuori dei loro confini. Alcuni reporter stranieri a Kiev, tra i quali quello del New York Times, hanno avuto accesso alle zone dello sfondamento alla dogana della cittadina russa di Sudzha, dove transita il più importante gasdotto verso l’Europa. Le immagini della zona doganale mostrano edifici distrutti, macerie, strade segnate dai colpi di mortaio e cannonate.
I rari soldati che accettano di parlare raccontano di intensi combattimenti iniziali, ma durati poco. I russi non erano pronti, sono stati colti assolutamente di sorpresa. Le scene rammentano quelle della fuga russa da Izium nell’autunno 2022, quando gli ucraini fecero incetta di prigionieri, trovarono depositi di munizioni intatti, fecero irruzione negli accampamenti abbandonati in fretta e furia, con i piatti del rancio colmi ancora in tavola e i sacchi a pelo nelle baracche.
Sappiamo che i comandi ucraini sono stati molto attenti a mantenere il segreto. Si addestravano nelle foreste poco distanti alla zona dell’avanzata, ma non sapevano che avrebbero operato verso Kursk, credevano che sarebbero stati mandati nel Donbass, dove è il centro della guerra. Gli ufficiali hanno appreso l’obbiettivo della loro missione a soli tre giorni dall’ora x, i soldati semplici 24 ore prima.
La strategia è nota: dovevano correre, specie le teste di ponte, sfondare e continuare in avanti. «Abbiamo incontrato i soldati russi sbalorditi. Un gruppo beveva il caffè nel suo campo tra gli alberi, si sono arresi senza sparare un colpo», raccontano. Superata la prima linea russa, per un paio di giorni hanno trovato il nulla a fermarli. Più tardi hanno dovuto fare i conti con l’aviazione e i droni nemici, ma le unità di terra si erano dileguate o addirittura non c’erano mai state. È la conferma per l’ennesima volta del vecchio detto per cui la miglior difesa è l’attacco. Come per i soldati israeliani durante la guerra del Kippur nel 1973. Allora Israele era stato colto di sorpresa dall’attacco arabo, stava perdendo uomini e mezzi come mai era accaduto. Poi Ariel Sharon attraversò all’improvviso il Canale di Suez, prese gli egiziani alle spalle e il quadro bellico subì un totale rovesciamento.
In questo caso, tuttavia, la situazione ucraina resta molto più precaria. Ed è difficile che l’attacco rappresenti una svolta decisiva nel quadro generale. Lo spiega al Corriere da Kiev l’esperto militare Roman Svitan. «La nostra avanzata a Kursk dipende interamente dalle decisioni dello Stato maggiore russo. Devono trasferire le riserve dal fronte del Donbass, bastano 1.500 o 2.000 tra i veterani spostati a Kursk. Certo loro fermeranno l’offensiva del Donbass, ma noi saremo costretti a ritirarci da Kursk, magari a tornare alle linee di partenza sul confine internazionale. Se però non lo facessero, e per ora non vediamo movimenti significativi, allora noi potremmo avvicinarci alla centrale nucleare, o allargarci a Belgorod e Bryansk».
Quanto alle limitazioni all’uso delle armi alleate, Svitan sottolinea che sono vietati solo i missili a lungo raggio in territorio russo: Atakam, Taurus, Scalp, Storm Shadow. E considera i divieti italiani poco rilevanti. «Non abbiamo molto materiale bellico italiano utile per questa offensiva — commenta —. È importante il sistema anti-aereo SAMP-T, ma è italo-francese e non lo posizioniamo certo entro i confini russi».
(da Il Corriere della Sera)
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Agosto 14th, 2024 Riccardo Fucile
NELLE GRANDI CITTÀ CONTINUA UN FENOMENO OPPOSTO: L’OVERTOURISM, CON UNA MAREA DI VISITATORI INTERNAZIONALI, SU TUTTI AMERICANI… MANCA ALL’APPELLO UNA GROSSA FETTA DI VACANZIERI ITALIANI CHE, A CAUSA DELL’AUMENTO DEI PREZZI, È COSTRETTA A RESTARE A CASA O HA SCELTO METE ESTERE LOW-COST
Un calo di presenze di turisti in Italia, nel mese di luglio e agosto c’è. Soprattutto al Centro e al Sud, e nelle località balneari, mentre nelle grandi città, a eccezione di Napoli (dove si calcola una perdita del 20%), continua un fenomeno di segno opposto: l’overtourism, con una presenza numerosa di turisti internazionali, soprattutto americani.
Per ora mancano dati esatti sulla stagione turistica in corso, ma è certo che dopo il boom del 2023 l’industria delle vacanze comincia a mostrare i primi segni di frenata, colpita dalla diminuzione del potere d’acquisto degli italiani e dall’aumento dei prezzi. Si spera nelle prenotazioni last minute e nella scelta di periodi diversi.
I primi cali si sono registrati a luglio, poi ad agosto, quando sono venuti meno soprattutto i turisti italiani, colpiti appunto dall’onda lunga della inflazione. In alcuni casi l’arrivo di un maggior numero di stranieri ha alleggerito la situazione, non riuscendo però a compensare le perdite. Parla di una flessione Confindustria Alberghi: «Ci sono meno italiani – confermano – Su alcune destinazioni compensano i viaggiatori internazionali che sono presenti durante tutto l’anno. Ecco, quella destagionalizzazione che abbiamo sempre sognato, sta arrivando e ciò aiuta anche ad alleviare la forte pressione turistica dell’anno passato. Gli italiani sono diminuiti poiché possono spendere meno e poi perché i prezzi sono aumentati».
In Campania,il rallentamento è tangibile. Napoli e provincia, compreso isole e costiera sorrentina, segnano in media un -20% di presenze concentrato nel periodo a cavallo del ferragosto, quindi in questi giorni. «Agosto di solito è il mese degli italiani che quest’anno sono diminuiti. In parte sono cresciuti gli arrivi di stranieri – segnala Gianna Mazzarella, responsabile della sezione turismo dell’Unione industriali di Napoli – Prevediamo di ripartire a settembre con flussi più consistenti».
Anche in Sicilia mancano all’appello gli italiani e l’aumento degli arrivi di stranieri non è bastato a compensare, soprattutto ad agosto. Tengono le mete storiche: Taormina, Erice, Cefalù: «Ad Agrigento – spiega Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo-Confesercenti – possiamo stimare un calo del 25% dovuto a due fattori. Il primo: c’è chi ha rinviato la visita nella Valle dei Templi all’anno prossimo quando Agrigento sarà capitale della cultura. Il secondo: la siccità. Un calo simile si registra nella provincia di Ragusa».
Stessa storia in Liguria: calano gli italiani in vacanza e scende anche la loro capacità di spesa. È quanto emerge incrociando i dati forniti da istituzioni e associazioni datoriali. Ma la stagione regge, grazie alle presenze straniere. L’assessore regionale al turismo, Augusto Sartori, spiega che, a giugno, si è registrata «una diminuzione delle presenze, rispetto allo scorso anno: del 4%. Fattore decisivo: il cattivo tempo. Il mese di luglio invece, è andato molto bene; a ferragosto si prevede una percentuale di occupazione degli hotel al 98-99%».
Dati non in linea con quelli sciorinati dal presidente di Federalberghi Liguria, Aldo Werdin. «A luglio – afferma – le presenze italiane sono diminuite del 5-6% rispetto al 2023. E perfino gli italiani che frequentano le strutture a cinque stelle consumano e spendono di meno. In agosto, prevediamo un calo più contenuto di italiani: -2%».
In Toscana gli hotel segnano, tra luglio e agosto, sottolinea Daniele Barbetti, presidente di Federalberghi, «un calo di circa il 10% delle presenze di italiani. Poi, può darsi che facendo la somma totale tra la dinamica delle città d’arte, con gli americani e un ritorno di cinesi e coreani, e quella delle locazioni turistiche, la Toscana raggiunga un segno più. Ma si teme che non sarà un Ferragosto da “tutto esaurito”. Mentre nelle zone con clientela a capacità di spesa alta, come Forte dei Marmi, i numeri sono analoghi al 2023».
In Puglia, gli operatori si sono allarmati in luglio, quando si aspettavano una grande affluenza stimolata dall’evento del G7. Ma ad agosto il trend è decisamente migliorato e in questi giorni si parla di sold out. Reggono meglio le località di lusso. «Gli eventi dimostrano grande capacità di attrazione», racconta Beatrice Lucarella, presidente della sezione cultura di Confindustria Puglia.
In agosto si sgomita di più tra le mura di Bologna che sulla Riviera romagnola: la città dotta è stracolma di turisti, il tasso di occupazione delle camere ha toccato punte del 90% tra giugno e luglio (+5% sul 2023).
Il Veneto è in controtendenza. Ferragosto si presenta con tassi di occupazione alberghiera elevati, con un trend ancora in crescita spinto da un meteo stabile e da una propensione sempre più accentuata alle prenotazioni last minute. Per Ferragosto il mare è all’88,1%, la montagna al 72,6%, il lago all’82,4%, le città d’arte al 56,6%, le terme al 73,6%.
(da Il Sole 24 Ore)
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Agosto 14th, 2024 Riccardo Fucile
INDENNIZZI AI BALNEARI? SONO LORO CHE DOVREBBERO INDENNIZZARE GLI ITALIANI PER TUTTI GLI ANNI CHE HANNO PAGATO ALLO STATO UN CANONE DI OCCUPAZIONE DELLA SPIAGGIA INFERIORE A UN DECIMO DEL VALORE REALE
«Sui balneari l’Europa ha il coltello dalla parte del manico»: questa è l’opinione di
Raffaele Fitto, esplicitata a più riprese nel corso degli incontri a palazzo Chigi che precedono la pausa estiva. Il ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr preferirebbe evitare di chiedere altre proroghe: piuttosto, scrive La Stampa, preferisce trattare con Bruxelles sulle modalità con cui far partire le gare. Il quotidiano torinese ricorda che a influenzare la sua posizione potrebbe essere anche la sua candidatura a diventare commissario europeo. Un incarico che non può rischiare di essere pregiudicato dalle richieste dei balneari.
Le indiscrezioni
Se nessuna conferma ufficiale sembra arrivata riguardo l’accordo con Bruxelles, non viene smentita l’ipotesi che la premier potrebbe proporre solo il nome di Fitto alla presidenza dell’esecutivo Ue (la conferma ufficiale dovrebbe arrivare al ritorno dalle vacanze). E dunque, ai parlamentari della maggioranza sarebbe stato richiesto dalla Presidenza del Consiglio di «tenere basse» le dichiarazioni contro l’Europa sulla questione dei balneari. Una fonte di centrodestra avrebbe commentato: «Fitto è diventato il più europeista degli europeisti, crede più lui nella direttiva Bolkestein del signor Bolkestein in persona».
I due binari
In sostanza, a poco servirebbe la bozza fatta uscire recentemente sul tema, che prevede la proroga fino al 31 dicembre 2027 delle concessioni nelle aree in cui la superficie ancora concedibile risulta essere inferiore al 25%. E un ritardo di ulteriori due anni, fino al 2029, se ci sono spazi liberi da mettere a concessione per una quota superiore al 25%. Un provvedimento che dunque ha intenzione di articolarsi su due binari: proroghe per le aree che presentano tratti di costa liberi, e gare dove tutte le spiagge risultano occupate.
I pronunciamenti
Ma la mappatura inviata a Bruxelles a inizio anno è stata presto rispedita al mittente, sottolineando come nel 67% “libero” fossero comprese rocce e posti inaccessibili. Negli ultimi mesi, però, il governo Meloni ha fatto orecchie da mercante nei confronti degli svariati pronunciamenti di Tar e Consiglio di Stato, appellandosi al fatto che secondo la mappatura delle coste sarebbe risultato occupato solo il 33% delle aree del litorale. E sostenendo che la direttiva Bolkestein fosse inapplicabile alle concessioni demaniali esistenti.
L’Antitrust
In seguito alle repliche di Bruxelles, l’Italia ha promesso di revisionare il documento. Ma se i presupposti rimangono questi, l’esito più prevedibile è che la proposta italiana riceverà una bocciatura dalle autorità europee, e si procederà dunque con il deferimento alla Corte di Giustizia. In più ci si mette anche l’Antitrust, chiedendo – in una segnalazione inviata a Comuni e Regioni – la fine dei rinnovi automatici che violano la concorrenza. L’AGCM ha chiesto anche di accelerare le procedure selettive, addirittura per assegnare le concessioni già entro dicembre 2024. Soglia che Palazzo Chigi spera di prorogare almeno fino al 2025.
I lavori in corso
Fitto ambisce, secondo la Stampa, a portare a casa gli indennizzi per chi perde la concessione. Un provvedimento già ipotizzato da Draghi, che all’epoca ottenne però il semaforo rosso del centrodestra. E di una sentenza della Corte Ue, secondo cui le «opere inamovibili» costruite sulle spiagge possono essere espropriate dallo Stato alla scadenza della concessione. Adesso si ipotizza che i suddetti indennizzi possano essere pagati dai nuovi concessionari e determinati da una perizia asseverata. Si sta valutando anche un diritto di prelazione per i concessionari uscenti a parità di offerta, o in assenza di manifestazioni di interesse.
La posizione del Quirinale
Si potrebbe intervenire anche sulle graduatorie, concedendo un punteggio aggiuntivo a chi ha un’esperienza alle spalle e ha assunto personale negli stabilimenti. L’opzione degli indennizzi, e dunque l’abbandono della battaglia sulle proroghe, contribuirebbe anche a distendere i rapporti con il Quirinale. Il Presidente Sergio Mattarella ha già messo in chiaro, seppur informalmente, che non accetterà di firmare una norma di legge in cui si prevedano altri rinvii, esponendo così il Paese a una sentenza della Corte di Giustizia europea.
(da La Stampa)
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Agosto 14th, 2024 Riccardo Fucile
L’AUMENTO DEI PREZZI HA SCORAGGIATO MOLTI CONNAZIONALI: RISPETTO AL 2023 UNA SETTIMANA AL MARE PUÒ ARRIVARE A COSTARE QUASI IL 10% IN PIÙ, IN MONTAGNA +4%. I RINCARI MAGGIORI CI SONO STATI PER GLI HOTEL (+17%), I VOLI (+12%) E I RISTORANTI (+7%)
Sono 6,5 milioni gli italiani che non partiranno per le vacanze quest’anno, più della metà (3,7 milioni) perché non hanno le risorse economiche per permetterselo. Lo evidenzia un rapporto congiunto di Facile.it e Consumerismo no profit.
L’aumento dei prezzi ha scoraggiato molti connazionali: rispetto al 2023 una vacanza di una settimana al mare può arrivare a costare quasi il 10% in più, in montagna +4%. I rincari maggiori sono stati per gli hotel (+17%), i voli (+12% su tratta nazionale, +13% internazionale), i viaggi in treno (+10%) e i ristoranti (+7%). Ma sono più cari anche gli stabilimenti balneari (+5%) e i musei (+2,1%).
Perfino i campeggi costano di più, con un aumento del 24% per le piazzole. I rincari non risparmiano nemmeno il prezzo del gelato, aumentato del 30% negli ultimi 3 anni. A fronte di questi rincari, aumenta la quantità di finanziamenti legati ai prestiti per le vacanze, soprattutto per gli under 30, e cresce anche la richiesta di assicurazioni di viaggio (+10% tra giugno 2023 e giugno 2024).
(da agenzie)
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