C’È L’OLIGARCA VIKTOR MEDVEDCHUK, AMICO PERSONALE DI PUTIN, DIETRO ALLA CORRUZIONE DEGLI EURODEPUTATI, PAGATI PER DIFFONDERE LA PROPAGANDA DI MOSCA
MEDVECHUK ERA L’UOMO CHE PUTIN AVREBBE VOLUTO COME PRESIDENTE-FANTOCCIO DELL’UCRAINA CONQUISTATA – CONDANNATO DA KIEV PER ALTO TRADIMENTO E CORRUZIONE, FU LIBERATO NEL 2022 IN CAMBIO DI 200 SOLDATI DEL BATTAGLIONE AZOV
Immaginate qualsiasi trama oscura legata agli interessi di Putin in Ucraina nell’ultimo mezzo secolo e nell’ombra scoverete lui, Viktor Medvechuk. Classe 1954, avvocato, ex fondatore di partiti filorussi, imprenditore senza scrupoli negli anni delle selvagge liberalizzazioni post-sovietiche, candidato dal Cremlino a guidare uno stato fantoccio in Ucraina nel caso di una vittoria militare, accusato negli anni dai tribunali ucraini di alto tradimento, abuso di potere, corruzione e terrorismo, Medvechuk è finito in questi giorni di nuovo sulle prime pagine dei giornali per aver finanziato il sito filorusso “Voice of Europe” e assoldato politici europei per diffondere il verbo di Mosca.
Quella di Medvechuk è sin dagli esordi una carriera all’ombra del Cremlino. Il “Principe delle tenebre”, come lo chiamano in Ucraina, diventa tristemente famoso già negli anni ’70 e ’80, quando si propone come avvocato dei dissidenti. Difende poeti e artisti come Yuriy Lytvyn, Mikola Kuntsevich o Vasyl Stus.
Tutti vengono invariabilmente condannati a lunghe pene e muoiono in carcere. Lytvyn commenterà la sua sentenza – 40 anni – come segue: “La passività del mio avvocato Medvechuk non è dovuta alla sua scarsa professionalità, ma alle istruzioni che ha ricevuto dall’alto”.
Nato in Siberia, in un certo senso figlio d’arte – il padre di origine ucraina era stato un collaborazionista dei nazisti – Medvechuk sostiene di avere da sempre “un approccio creativo alla repressione”. Negli anni 90 del far west delle privatizzazioni delle immense ricchezze naturali dell’ex Unione sovietica, Medvechuk fa affari d’oro insieme ai sodali del cosiddetto “clan di Kiev” e diventa uno dei più ricchi oligarchi dell’Ucraina appena indipendente.
Ma continua a mantenere uno stretto legame con Mosca e a puntare sull’uomo giusto: Vladimir Putin. Medvechuk si definisce “amico personale” dello zar, cui ha chiesto di fare da padrino al battesimo di sua figlia Dasha. Ed è diventato il suo burattino a Kiev.
Alla fine degli anni Novanta il padrino dei nuovi ricchi si tuffa nell’agone politico e si fa eleggere deputato per il partito socialdemocratico. Ma il vero salto di qualità arriva nel 2002, quando il presidente ucraino Leonid Kuchma lo nomina suo consigliere.
Medvechuk diventa uno degli uomini più potenti dell’Ucraina e Kuchma, guarda caso, il nume tutelare della nuova élite degli oligarchi. Durante la sua presidenza, grazie al suo Rasputin filrousso, Kiev si avvicina a Mosca. Ma nel 2004, nell’anno della Rivoluzione arancione Medvechuk trama contro il candidato antiputiniano alle presidenziali, Viktor Yuscenko. Secondo indiscrezioni, è lui a organizzare bande di neonazisti che appaiono ai comizi di Yuscenko per diffamare il candidato europeista.
Quando Yuscenko diventa presidente dell’Ucraina, Medvechuk si ritira per un po’ dalla vita politica. Ma non smette di ordire le sue trame per favorire gli interessi del Cremlino. E a riempirsi le tasche. Nel 2015 riappare nelle cronache quando si compra per oltre 200 milioni di dollari il “Royal Romance”, un bestione di 92 metri considerato “lo yacht più moderno del mondo”.
Torna sotto ai riflettori nel 2021, quando fonda “Scelta ucraina”, un partito che si oppone all’avvicinamento del Paese all’Unione europea. Due anni dopo, quando la Russia annette la Crimea e invade il Donbass con i famosi “omini verdi”, le milizie agli ordini del Cremlino, Medvechiuk riappare come mediatore tra i separatisti e il governo ucraino
Nel 2021 i tribunali ucraini cominciano a processarlo per alto tradimento e per i suoi loschi affari in Crimea: Medvechuk finisce agli arresti domiciliari e sulla lista delle sanzioni insieme alla moglie Oksana, ex star della televisione ucraina.
Ma nei giorni caotici dell’invasione russa dell’Ucraina, un anno dopo, l’oligarca filorusso riesce a scappare. A Kiev comincia a circolare la voce che Putin lo abbia designato a guidare il futuro stato fantoccio ucraino non appena i paracadutisti russi conquisteranno il Palazzo presidenziale.
A metà aprile il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, pubblica una foto di un uomo dall’aria affranta, spettinato, seduto su una sedia con le mani raccolte in grembo. E’ Viktor Medvechuk, catturato dai servizi segreti ucraini mentre tenta di scappare in Transnistria.
A settembre, il Cremlino accetta di scambiarlo con ben 200 prigionieri ucraini, 108 dei quali sono soldati del battaglione di Azov e sono stati catturati dopo il lungo, tragico assedio di Mariupol. Qualche mese dopo, Zelensky ordina che gli venga annullata la cittadinanza ucraina. Ma come dimostra lo scandalo di “Voice of Europe”, Viktor Medvechuk ha continuato imperterrito a mettersi al servizio della sua patria d’elezione, la Russia sanguinaria di Putin.
(da agenzie)
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