CHE FARA’ TOTI, NOVELLO “MARTIRE DELLA GIUSTIZIA”? – DOPO IL NO DEL SALVINIANO RIXI, IL CENTRODESTRA, DISTANZIATO NEI SONDAGGI DI 8 PUNTI, E’ APPESO ALLA SCELTA DEL CANDIDATO DA PARTE DEL DIMISSIONARIO GOVERNATORE LIGURE
SECONDO LE ULTIME RILEVAZIONI, LA SUA LISTA CIVICA E’ ACCREDITA DI UN FORTE 9% … LE POSSIBILE SCELTE DI MISCONOSCIUTI AMMINISTRATORI LOCALI O DI ESPONENTI DELLA SOCIETA’ CIVILE NON REGGONO LA SFIDA ALL’EX MINISTRO ANDREA ORLANDO, CHE ACCETTERÀ SOLO SE AVRÀ IL SOSTEGNO DEL CAMPOLARGO PD-M5S
Nel centrodestra ligure sono giornate di frenetiche riflessioni per individuare un possibile candidato alle elezioni regionali del prossimo autunno. Un totonomi che impazza ma che resta confinato ai desiderata dei partiti, ai ragionamenti interni, e che si snoda sottotraccia, in qualche caso persino prima di valutare le disponibilità dei potenziali alfieri della coalizione. Idee, che si assommano in attesa che siano le segreterie nazionali dei partiti a prendere in mano il boccino e a dare indicazioni ai livelli locali di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia
Ma nelle ultime ore hanno preso corpo due profili nuovi, da vagliare nella prospettiva di individuare il possibile erede politico del dimissionario Giovanni Toti. Il primo potenziale candidato su cui sono in corso ragionamenti è il sindaco di La Spezia, Pierluigi Peracchini.
Un amministratore che in molti giudicano capace, con radici nel mondo del sindacato (e in particolare nella Cisl) e che raccoglie giudizi lusinghieri sia in Forza Italia che in Fratelli d’Italia. Ma che incarna anche quel mondo dei sindaci apartitici, moderati e civici che ha rappresentato un punto di forza nel centrodestra ligure degli ultimi anni
L’altro profilo su cui si sta ragionando dietro le quinte è quello di Pietro Piciocchi: il vicesindaco di Genova è stimato per il suo impegno nella giunta Bucci, ha solide radici cristiane e un naturale orientamento conservatore, a cui però si somma il pragmatismo dell’amministratore. Avrebbero però entrambi potenziali controindicazioni. Sono meno conosciuti rispetto al rivale in pectore del centrosinistra, Andrea Orlando. E se Peracchini dovrebbe superare lo scetticismo di chi crede che il candidato ideale sia un genovese, entrambi sono impegnati in prima fila nella gestione dei due comuni liguri
Ci sono altre riflessioni che, persino in una domenica di fine luglio, si fanno strada nel centrodestra ligure. C’è chi, ad esempio, non avrebbe perso la speranza di convincere a candidarsi il rettore dell’Università di Genova, Federico Delfino.
Un nome che fu sondato dai partiti di centrodestra prima che deflagrasse l’inchiesta per corruzione che ha coinvolto Toti, quando parte della coalizione era già convinta che non ci sarebbe stato un terzo mandato del presidente uscente. Delfino ha declinato, nonostante la giovanile passione per la politica. Ma non è escluso che un tentativo – magari romano – di fargli cambiare idea possa essere messo in atto nei prossimi giorni.
Nella rosa dei nomi, poi, resta il presidente della fondazione di Palazzo Ducale, Beppe Costa. Si avvia invece a tramontare l’ipotesi legata al presidente dell’Ordine dei medici di Genova, Alessandro Bonsignore
(da agenzie)
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