CINQUE DEPUTATI EX M5S ADERISCONO AL MAIE ?
SI PARLA DI BENEDETTI, CECCONI, VITIELLO, CAIATA E TASSO… E’ IL MOVIMENTO DEGLI ITALIANI AL’ESTERO
In un articolo a firma di Salvatore Dama Libero oggi racconta che cinque deputati eletti con il Movimento 5 Stelle hanno annunciato la propria adesione al Maie, il Movimento associativo degli italiani all’estero.
Ed è una cosa che fa anche un po’sorridere. Perchè i transfughi in questione sono tutti stati eletti sul suolo patrio.
Sono la padovana Silvia Benedetti, il pesarese Andrea Cecconi, il campano Catello Vitiello, il lucano Salvatore Caiata e il pugliese Antonio Tasso.
A differenza di quanto scrive Libero, non ci sono annunci ufficiali da parte dei cinque deputati riguardo la loro adesione al MAIE.
I cinque sono finiti al centro della campagna elettorale per i motivi più strani.
Catello Vitiello è stato accusato di aver nascosto il suo passato massone, Salvatore Caiata avrebbe nascosto al M5S un’indagine per riciclaggio che lo vedeva coinvolto, Antonio Tasso non aveva comunicato ai capi una condanna per contraffazione. Cecconi e Benedetti invece sono stati abbattuti dalla Rimborsopoli scatenata dalle Iene (nei confronti della deputata padovana le accuse non sono state mai chiarite). Durante la campagna elettorale Di Maio aveva sostenuto che gli “impresentabili” avrebbero rinunciato al seggio (impossibile) e si sarebbero dimessi (nessuno di loro ha presentato dimissioni).
Con molta franchezza, Cecconi ha detto pubblicamente che la rinuncia al seggio era “un patto firmato sulla carta igienica” e non aveva alcun valore.
Quelle che con poca eleganza Luigi Di Maio definì “mele marce” sono quindi rimasti in parlamento.
Tornano in mente oggi le parole profetiche di Luigi Di Maio che disse: «Tutti coloro che erano in posizioni eleggibili nei candidati delle liste plurinominali mi hanno già firmato un modulo per rinunciare alla proclamazione altrimenti gli facevo danno d’immagine».
Una richiesta che non ha alcun senso perchè la proclamazione è un passaggio tecnico e automatico che avviene in conseguenza del fatto che un candidato ha ricevuto un numero sufficiente di voti per essere eletto.
Ciononostante il M5S è andato avanti per tutto il proseguo della campagna elettorale a spiegare che “gli eletti avrebbero rinunciato” al seggio, che gli impresentabili non erano un problema perchè candidati in collegi uninominali perdenti nei quali non sarebbero stati eletti.
Il modulo “per gli impresentabili” però era una bufala, un trucchetto da campagna elettorale.
(da “NextQuotidiano”)
Leave a Reply