FITTO GUIDA LA RIVOLTA, BERLUSCONI LO GELA: “MEGLIO SE TE NE VAIâ€
RISPUNTA L’IPOTESI MARINA ALLA GUIDA DI FORZA ITALIA
Il tutti contro tutti che dilania ormai Forza Italia lascia sul campo il candidato del partito alla Consulta, Antonio Catricalà , ma trascina in una palude la stessa leadership di Silvio Berlusconi.
Cala il gelo dopo l’attacco senza precedenti di Raffaele Fitto – sempre più leader di una vasta area di dissenso – a Maria Rosaria Rossi, tesoriera ma soprattutto braccio destro dell’ex Cavaliere, lei che in una intervista a Repubblica invitava l’eurodeputato pugliese, di fatto, a fare le valigie.
Berlusconi reagisce malissimo all’ennesimo schiaffo di Fitto.
Dopo la storia dei tanti che non versano nemmeno un euro al partito, per lui è la conferma del «fallimento del progetto » Forza Italia.
Meglio smantellare tutto, ricominciare daccapo, puntare sul voto in tempi ravvicinati (se Renzi vorrà ) e su «un Berlusconi» per la premiership, per usare le parole della Rossi.
Ed è risaputo che l’unico nome in campo – pur tra mille smentite ufficiali – resta quello di Marina. Sponsorizzato proprio dal “cerchio” Pascale-Rossi.
Il leader forzista apprende dell’attacco alla tesoriera appena uscito dall’istituto Sacra Famiglia di Cesano Boscone e prima di raggiungere Milanello per incontrare la squadra, l’uveite ormai è guarita.
Nei confronti dell’ex pupillo pugliese confessa ai suoi di nutrire ormai «profonda disistima: approfitta sempre dei momenti di difficoltà del partito per attaccarmi, cosa aspetta Raffaele a lasciare Forza Italia? » è lo sfogo molto privato.
Il momento di difficoltà ultimo a cui fa riferimento è l’impasse parlamentare che ha costretto il quartier generale di Arcore ad accettare il passo indietro di Catricalà , impallinato in aula dai “ribelli”.
Una brusca sconfitta, ascritta a Berlusconi e alla linea “buonista” rispetto a Renzi e al governo (ancora ieri il Mattinale di Brunetta rilanciava la «coesione nazionale»).
Per tutto il giorno non un parlamentare interviene anche solo per difendere la Rossi. C’è ormai un partito nel partito che vorrebbe vedere lei come la Pascale, sempre più “interventiste”, fuori dalla stanza dei bottoni.
Non solo pugliesi e campani schierati con Fitto e con la richiesta di primarie. Ma anche big con più legislature alle spalle, Capezzone e Carfagna, Saverio Romano, Polverini, Prestigiacomo e tanti altri.
Alla squadra si aggiunge ora Trifone Altieri, uomo di Fitto in Provincia di Bari, che subentra alla Camera ad Antonio Leone (Ncd) eletto al Csm.
«Lascia allibiti che il presidente Berlusconi possa consentire alla senatrice Rossi di rilasciare o ritirare patenti sulla legittimità dello stare nel partito» è l’attacco mattutino di Fitto dal suo blog.
«Nè la senatrice nè altri hanno titoli o legittimazione tecnico-giuridica e statutaria, nonchè politica, per ipotizzare cose del genere ». Scrive di «disagio sempre più forte di tanti colleghi» per concludere che Forza Italia «è stata e sarà ancora» casa sua.
Non lascia, insomma, se vogliono mi caccino, è il senso.
La replica ufficiale Berlusconi la affida dopo otto ore di silenzio, alle 20, alla portavoce Deborah Bergamini.
Critica i «toni discutibili» di Fitto, difende la Rossi e i suoi titoli (assegnati dal capo), per concludere: «Evidentemente, la sua solerzia quando si tratta di prendere voti per sè diventa distrazione o svogliatezza quando si tratta di lavorare per tutta Forza Italia».
Fitto non controreplica, la definirà «patetica» coi suoi. Ma è l’unico ad uscire allo scoperto, con l’eccezione di Maurizio Bianconi: «Non seguo l’ordine di Berlusconi di non attaccare Renzi, avevamo 13 milioni di voti, oggi tre».
Questo il clima. E il frullatore ha solo cominciato a girare.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica”)
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