GENOVA, BLOCCATI I PATROCINI DEI MUNICIPI PER FESTE E SAGRE, DECIDE IL REGIME PADANO A CHI VANNO CONCESSE LE MARCHETTE
RIDICOLA DISPOSIZIONE DELL’ASSESSORE ALLA CULTURA (SI FA PER DIRE)… I MUNICIPI: “A RISCHIO IL NOSTRO RUOLO”
C’è il don che chiede di mettere il logo del municipio per la festa canora. La squadra di calcio che deve premiare i bambini del torneo. Gli anziani del circolo che hanno organizzato la raviolata solidale.
Dopo il taglio dei fondi, il Comune decide di incatenare anche l’autonomia dei municipi, bloccando i patrocini a iniziative nei loro territori.
Prima ci vuole il visto di Tursi? «Non siamo un ufficio tecnico, ma un organo politico: questa è un’azione di prevaricazione. Un attacco: dove è andata a finire l’importanza della nostra autonomia, di cui aveva parlato il sindaco Bucci in campagna elettorale?», tuona Massimo Ferrante, presidente della Bassa Valbisagno.
La reazione arriva dopo la mail spedita dalla segreteria dell’assessora al marketing territoriale, cultura e politiche per i giovani, Elisa Serafini.
«A seguito della decisione di giunta del 31 agosto, le richieste di patrocinio presentate ai municipi e da voi ritenuti meritevoli, prima della definitiva approvazione, dovranno essere inviate a questo assessorato che successivamente provvederà all’inoltro della documentazione ai competenti uffici per la definizione della pratica»
Sagre, tombolate, tornei sportivi: per ottenere il logo dovranno passare sotto la lente d’ingrandimento, una sorta di filtro che li vaglia, prima che arrivi il nulla osta di Tursi.
«A parte che i municipi hanno un segretario generale per vagliare le richieste, cosa vogliamo fare, intasare quelli comunali di pratiche? Tra l’altro, si parla della gestione di questioni di 2-3 mila euro…».
Il caso finisce in sala rossa, materia di una commissione di una questione su cui stanno combattendo la lista Crivello (l’ex assessore ha sempre sostenuto l’importanza vitale dei municipi per far funzionare la macchina comunale) e il Pd.
«Una cosa che non è scritta da nessuna parte, che richiede una regolamentazione. È un attacco alle istituzioni, perchè va oltre a ogni tipo di documento regolare su come funzionano il consiglio comunale e i municipi — interviene Cristina Lodi, capogruppo Pd in consiglio comunale —. La commissione deve chiarire che non si vuole, e non si può fare. Non esiste alcuna modifica di norma, ne statutaria, ne del regolamento, che prevede una cosa del genere».
I municipi devono avere una loro autonomia, conoscono il territorio e le istituzioni. Sono eletti dai cittadini e devono avere la loro autorevolezza.
«Non è previsto da nessuna forza democratica una cosa del genere. La Serafini dovrebbe concentrarsi sulla cose di sua competenza, i municipi sanno lavorare da soli».
I municipi sono sempre stati piccoli comuni nel territorio; addirittura la polizia municipale si è modellata intorno ai municipi, creando nove distretti.
Ora, la loro libertà , anche nelle piccole cose, viene messa in seria discussione.
«Questo atto non ha nessun fondamento normativo, è mirato piuttosto a controllarci e a diminuire il nostro peso». «Non ci possono dire: fermatevi. Sono sbagliate le modalità con cui è stato posto il problema», interviene Mario Bianchi, presidente del municipio Medio Ponente.
Ferrante aggiunge. «In commissione neppure ci hanno invitati. Ci dovevamo incontrare con il sindaco già due volte per la conferenza dei presidenti, ma l’appuntamento è sempre stato rimandato a oggi: questo fa capire l’importanza che viene data ai municipi da questa giunta. Non c’è una visione dei municipi, forse perchè gestiscono il consenso?».
Cinque presidenti (municipio III, IV, V, VI e VII, quelli del Pd) hanno risposto all’assessora. «Il comunicato non è coerente con le previsioni normative, statutarie e regolamentari».
(da “La Repubblica”)
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