LA FONDAZIONE GIMBE: “I DUE ULTIMI DPCM SONO INSUFFICIENTI E TARDIVI, L’ARGINE DI TRACCIAMENTO E’ SALTATO”
“SERVONO SUBITO LOCKDOWN MIRATI”
I due ultimi Dpcm e le restrizioni imposte da alcune Regioni sono “insufficienti e tardivi”, l’argine del tracciamento è saltato, servono “immediatamente lockdown mirati, eventuali zone rosse locali e misure restrittive molto più rigorose”.
L’altolà di Nino Cartabellotta arriva insieme all’ultimo monitoraggio della Fondazione Gimbe, dal quale emerge che dal 14 al 20 ottobre sono peggiorati tutti gli indicatori dell’epidemia e fallite le strategie di tracciamento in quasi tutte le Regioni.
Raddoppiati contagi e morti, aumentato il numero dei ricoverati, del 66% negli ospedali, del 69% nelle terapie intensive.
Il virus corre sempre più veloce, per fermarlo servono azioni più precise – sottolinea il presidente della Fondazione bolognese.
“Non si può continuare a inseguirlo basandosi sui numeri del giorno che riflettono i contagi di 15 giorni prima, ma occorre guardare alla proiezione delle curve a 2 settimane per decidere immediatamente lockdown mirati, eventuali zone rosse locali e misure restrittive molto più rigorose” fa notare Cartabellotta.
Soprattutto nelle aree del Paese in cui il contagio è più diffuso, per prevenire il sovraccarico di ospedali e terapie intensive e il conseguente aumento della mortalità e un nuovo lockdown generalizzato.
I numeri degli ultimi sette giorni definiscono un quadro preoccupante. Rispetto alla settimana precedente, dal 14 al 20 ottobre si è registrato un incremento esponenziale nel trend dei nuovi casi (68.982, erano 35.204) a fronte di un rilevante aumento dei casi testati (630.929 da 505.940) e di un ulteriore netto incremento del rapporto positivi/casi testati (10,9% dal 7%).
Crescono i casi positivi (142.739 da 87.193) e, sul fronte degli ospedali, si registra un’impennata dei pazienti ricoverati con sintomi (8.454 da 5.076) e in terapia intensiva (870 da 514). Più che raddoppiati i decessi, arrivati a quota 459 (nei sette giorni precedenti erano 216). I morti crescono dunque del 112,5%, i ricoverati, del 69,3% in terapia intensiva del 69,3%, del 66,5% negli ospedali, i nuovi casi del 95,9%, quelli restati del 24,7% e del 24,8% i tamponi totali.
Il report documenta un peggioramento in tutte le Regioni su tutti i fronti, fatta eccezione per il modesto incremento dei casi testati.
A livello nazionale l’incremento percentuale dei casi totali è del 18,9%, con variazioni regionali che oscillano dal 7,8% della Provincia Autonoma di Trento al 44,9% della Campania.
Performance “molto variabili” quelle delle Regioni, anche sulla capacità di test e tracciamento. A fronte di una media nazionale di 1.045 casi testati per 100.000 abitanti, il numero varia dai 561 della Provincia Autonoma di Trento ai 1.832 del Lazio. La brusca impennata del rapporto positivi/casi testati dal 7% al 10,9% per Cartabellotta “certifica il fallimento del sistema di testing and tracing per arginare la diffusione dei contagi”.
Le notevoli variabilità regionali documentano che la “prima diga” è definitivamente saltata in alcune Regioni: in Valle D’Aosta, dove oltre un caso testato su 3 è positivo e in Liguria quasi 1 su 4, ad esempio.
Anche se in termini di numeri assoluti cambia l’ordine di grandezza, l’andamento di tutte le curve è ormai molto simile. Il raddoppio dei nuovi casi nelle ultime due settimane ha ampliato in maniera rilevante il bacino dei casi attualmente positivi che hanno raggiunto il numero di 142.739. Al 13 ottobre, rispetto ad una media nazionale di 236 casi attualmente positivi per 100.000 abitanti, il range varia dai 64 della Calabria ai 577 della Valle D’Aosta. Anche il trend delle ospedalizzazioni è diventato esponenziale: come detto, nella settimana dal 14 al 20 ottobre i pazienti ricoverati con sintomi sono aumentati del 66,5% (+3.378) e quelli in terapia intensiva del 69,3% (+356), con un rapporto costante di 10:1.
E i pazienti morti sono più che raddoppiati, passando da 216 a 459, con un trend di crescita che si allinea a quello dei pazienti ospedalizzati e in terapia intensiva.
I dati confermano che i sistemi di tracciamento sono già saltati in gran parte del territorio nazionale e ora l’obiettivo principale è prevenire il sovraccarico di ospedali e terapie intensive. Nelle ultime settimane, alcune Regioni hanno introdotto misure restrittive: per Cartabellotta tutto questo dimostra “che la politica non ha una vera strategia per contenere la seconda ondata”. Quindi il monito: “Se, come riferito dal premier Conte in Parlamento, l’obiettivo è quello di tutelare sia la salute che l’economia, Governo, Regioni ed Enti locali devono prendere atto che il virus corre sempre più veloce delle loro decisioni. Non si può continuare ad inseguirlo basandosi sui numeri del giorno che riflettono i contagi di 15 giorni prima, ma – conclude Cartabellotta – occorre guardare alla proiezione delle curve a 2 settimane per decidere immediatamente lockdown mirati, eventuali zone rosse locali e misure restrittive molto più rigorose”.
(da “Huffingtonpost”)
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