LA LUNGA CORSA VERSO IL CONCLAVE: I CONSERVATORI CHE GUARDAVANO AL PAPA EMERITO HANNO PERSO IL LORO PUNTO DI RIFERIMENTO
I CARDINALI ELETTORI ORA SONO 132 E, DI QUESTI, BEN 83 SONO STATI NOMINATI PAPA FRANCESCO, 38 DA BENEDETTO XVI E 11 DA GIOVANNI PAOLO II… C’È GIÀ CHI SCOMMETTE CHE I “BERGOGLIANI” PUNTERANNO SU UN ITALIANO
Una resa dei conti. Tra “bergogliani” e “non bergogliani”. Per stabilire definitivamente i rapporti di forza dentro la Chiesa. Ma anche per preparare l’eventuale futuro Conclave. La morte del Papa emerito Benedetto XVI non è solo una questione liturgica. Si sta trasformando in un confronto politico.
Al centro del quale si trovano il Pontefice regnante e soprattutto i suoi sostenitori. Negli ultimi anni, del resto, che più di un dissapore interno avesse accompagnato il pontificato di Francesco è stato abbastanza chiaro. La presenza silenziosa e mai contrapposta di Ratzinger al suo successore è stata una sorta di ombrello protettivo rispetto ad una potenziale escalation. Ora, però, lo scudo di Benedetto XVI non c’è più.
E nei corridoi ovattati della Santa Sede subito qualcosa si è mosso. […] i funerali di Ratzinger si terranno il 5 gennaio, ma non sono previsti inviti ufficiali agli Stati accreditati presso il Sacro Soglio ed è stato vissuto dai “critici” del Papa come un segnale chiaro.
I “bergogliani” stanno lavorando per una organizzazione delle esequie da cui si evinca con chiarezza che il Papa regnante era solo uno. Un ridimensionamento, insomma, del ruolo di Ratzinger da trasmettere dentro e fuori la Curia. le campane delle Chiese romane non hanno risuonato alla notizia del decesso del Papa emerito.
Secondo i “non bergogliani”, l’obiettivo era quello di limitarne la solennità e la capacità di aggregazione. Alla fine si è arrivati alla data del 5 gennaio per le proteste di molti cardinali e vescovi che avrebbero avuto una impossibilità oggettiva a raggiungere Roma dai cinque continenti. Molti puntano il dito sull’attivismo del mondo gesuita. E prendono ad esempio la rivista statunitense dell’Ordine, “America”, che sul suo sito ha descritto Ratzinger in chiaroscuro con un articolo dal titolo: “Il difensore dell’ortodossia definito dalle storiche dimissioni”.
Molti ci vedono la zampino di padre Arturo Sosa, venezuelano, preposito generale della Compagnia di Gesù. E sempre i “non bergogliani” vedono nelle scelte compiute dentro la Curia, nelle diocesi e nei Movimenti, come un tentativo di esercitare un controllo ferreo. I “bergogliani” che giustificano ogni indicazione come la necessità di “ripulire” la Chiesa dalle incrostazioni negative del passato sullo sfondo c’è la grande partita del prossimo Conclave
La lettera di dimissioni con la data in bianco di cui ha parlato di recente il Papa è stata una sorta di fischio di avvio, lo stesso Pontefice ha dato l’impressione di muoversi con il proposito di modificare la geografia del Conclave che dovrà eleggere il suo successore. E’ stato sforato il tetto, imposto da Paolo VI, dei 120 cardinali elettori. Ora sono 132.
E dei 132, ben 83 sono stati nominati dal Pontefice in carica, 38 da Benedetto XVI e 11 da Giovanni Paolo II. E c’è già chi scommette che i “bergogliani” punteranno su un italiano per allagare le alleanze. E per frenare una tentazione: volgere verso l’Asia lo sguardo della selezione.
(da La Repubblica)
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