LA RIVISTA SCIENTIFICA “LANCET” AL GOVERNO INGLESE: “UN RITARDO SCANDALOSO, PERSO TEMPO IN MANIERA CRIMINALE”
“A FINE GENNAIO SAPEVAMO QUELLO CHE SAREBBE ACCADUTO, IL GOVERNO NON HA FATTO NULLA”
La risposta britannica al coronavirus è “uno scandalo nazionale” che si poteva evitare.
È un j’accuse senza mezzi termini quello pronunciato da Richard Horton, direttore di The Lancet, una delle più prestigiose riviste scientifiche britanniche e mondiali.
“Non dovremmo essere nella posizione in cui siamo adesso”, scrive Horton in un editoriale sul proprio giornale online. “L’ultima settimana di gennaio sapevamo quello che sarebbe venuto. Abbiamo sprecato febbraio quando avremmo potuto agire. Tempo in cui avremmo potuto moltiplicare i test (del contagio, ndr). Tempo in cui avremmo potuto procurarci materiale protettivo. Non l’abbiamo fatto”.
Riportando le lamentele anonime di medici e sanitari, il direttore di Lancet parla di una “frustrazione e rabbia senza precedenti e afferma: “La strategia del governo è fallita, in parte perchè i ministri, per ragioni che rimangono opache, non hanno seguito subito i consigli dell’Organizzazione Mondiale della Sanità di fare test a ripetizione su ogni caso sospetto, di isolare e di applicare la quarantena. Il governo adesso ha un piano di soppressione del Covid 19, ma è stato approntato troppo tardi, lasciando l’Nhs (National Health Service, il servizio sanitario pubblico britannico) completamente impreparato”.
Quindi riferisce alcuni dei commenti che il personale medico in prima linea gli ha inviato negli ultimi giorni: “E’ il caos… Non ci sentiamo protetti… È una carneficina completa… È una crisi umanitaria… Eravamo meglio preparati nelle zone di guerra… È un atteggiamento criminale… Quando questa storia sarà finita, l’intera direzione dell’Nhs dovrà dimettersi”.
Nell’editoriale, Horton chiama in causa il Consigliere Medico Capo, Chris Witty, e il Consigliere Capo Scientifico, Patrick Vallance, i due alti principali consulenti di Boris Johnson durante la crisi, spesso al suo fianco nelle conferenze stampa a Downing Street. Ora Witty è in isolamento nel timore che sia stato contagiato anche lui, come il primo ministro e come il ministro della Sanità Matt Hancock. Sono stati loro, non si sa se in base a valutazioni puramente scientifiche o sotto pressioni da parte del potere politico, a suggerire in una prima fase una campagna di “mitigazione” del virus, quindi di “contenimento”, per passare alla “soppressione”, ovvero la chiusura di tutto sul modello italiano, soltanto dopo che uno studio dell’Imperial College aveva previsto 250 mila morti entro agosto e gli ospedali incapaci di accogliere malati se non si fosse cambiato regime. Ed era stato Witty a descrivere come soluzione la cosiddetta teoria dell’immunità di gregge, ossia lasciare che l’80 per cento della popolazione rimanga infettata assorbendo come inevitabili un certo numero di vittime soprattutto fra gli anziani e i più deboli, poi smentito dal ministro della Sanità Hancock che l’aveva definita soltanto una “ipotesi scientifica”.
Ma stamane è sotto accusa anche lo stesso Johnson, chiuso nel proprio appartamento di Downing Street, con il cibo che gli viene messo davanti alla porta, da quando ha annunciato di avere il coronavirus: stampa, scienziati e opposizione gli rimproverano di non avere applicato lui stesso quelle misure di “distanza sociale” che ha chiesto, anzi alla fine ordinato, alla popolazione.
“Pratica quello che predichi” titola il Daily Mail, solitamente un giornale amico del leader conservatore, osservando che oltre a mettere in pericolo ministri e collaboratori, il premier potrebbe avere esposto al virus la fidanzata Carrie Symonds, incinta di un figlio che dovrebbe nascere in estate, attualmente segregata a Chequers, la residenza di campagna dei capi del governo.
Con 181 nuovi decessi nella giornata di ieri, l’aumento maggiore dall’inizio della crisi, per un totale di 759, e quello dei contagi provati salito di quasi 3 mila in un giorno, per un totale di circa 15 mila, il Regno Unito attende il picco da qui a una settimana.
Intanto i giornali si chiedono chi comanda il paese in questo drammatico momento, con il premier isolato in casa, la regina chiusa a Windsor, il parlamento sospeso fino a Pasqua e l’inconsistente ministro degli Esteri Dominic Raab a fare le funzioni di leader nazionale. L’unico che guadagna plausi è il 39enne neo-cancelliere dello Scacchiere, cioè il ministro delle Finanze, Rishi Sunak, sia per la calma che sta dimostrando sotto pressione, sia per avere adottato un piano di assistenza degno di un programma socialista, promettendo 350 miliardi di sterline di fondi pubblici per pagare l’80 per cento del salario, fino a un massimo di 2500 sterline lorde al mese, a tutti i lavoratori dipendenti o autonomi che abbiano perduto il posto e lo stipendio a causa delle misure adottate per combattere il coronavirus. Un Cura-Gran Bretagna che indebiterà pesantemente lo stato, ma inevitabile, adottato da Sunak citando la famosa espressione di Mario Draghi in difesa dell’euro: “Whatever it takes”, a tutti i costi.
(da agenzie)
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