LANZALONE LA SERA PRIMA DELL’ARRESTO ERA A CENA CON CASALEGGIO PER LA SPARTIZIONE DELLE NOMINE
LANZALONE TRATTAVA POSTI E RUOLI, RACCOGLIEVA E FILTRAVA DOSSIER PER CONTO DEI VERTICI DEL M5S
Vedi tu a volte le coincidenze.
Luca Lanzalone, arrestato e posto ieri ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sullo Stadio della Roma, otto ore prima di finire nelle grinfie dei giudici era a cena in un ristorante di Corso Vittorio Emanuele a due passi dal Senato.
Con lui seduto a tavola c’era Davide Casaleggio, “soltanto un informatico” (secondo la definizione di Di Maio) e attualmente presidente dell’Associazione Rousseau.
Una cena di cortesia? Una rimpatriata tra vecchi amici per parlare dei bei tempi?
No, perchè Casaleggio e Lanzalone non sono due vecchi amici.
Luca De Carolis sul Fatto Quotidiano spiega che Lanzalone e Casaleggio, assieme ad altri graduati del MoVimento, potrebbero aver parlato di nomine nelle partecipate, ossia di poltrone che pesano.
Già , perchè il legale genovese trattava posti e ruoli con la Lega. E raccoglieva e filtrava dossier. Ma questo è già il passato.
Perchè Lanzalone, presenza fissa a tutti i convegni del M5S, “potrebbe averci preso tutti in giro”come sibilava ieri un nome di peso.
E soprattutto perchè la sua caduta, l’essere finito agli arresti domiciliari con l’accusa di aver ottenuto la promessa di consulenze, segna la perdita dell’innocenza per il Movimento.
Perchè si parla più “solo” di un sindaco che ha ricevuto un avviso di garanzia per nomine o decisioni. Ora sulla graticola c’è un tecnico vicinissimo alla casa madre di Milano, alla Casaleggio.
Il legale che ha scritto, raccontano, buona parte del nuovo Statuto, quello varato a dicembre. E che parlava e trattava con il potere, quello vero, per conto dei vertici.
D’altro canto che Lanzalone sia un fedelissimo di Grillo e Casaleggio non è un mistero, anche se c’è chi, come il senatore Elio Lannutti, sostiene di non credere che tutto ciò sia vero e che si tratti di una fake news.
Forse Lannutti potrebbe chiedere conto della vicenda a Roberta Lombardi, che oggi in un’intervista a Repubblica spiega e manda segnali precisi sulle responsabilità da accertare all’interno del MoVimento 5 Stelle:
«Mi auguro che la magistratura faccia celermente le sue indagini per la verità giudiziaria e che i 5 stelle individuino le responsabilità politiche e si faccia ammenda».
Di chi sono queste responsabilità ?
«Di chi ha portato Lanzalone a contatto con il Movimento, affidandogli incarichi delicati e facendolo diventare presidente di Acea».
Chi?
«Lanzalone è entrato in contatto con il gruppo che gestiva gli enti locali, da Livorno, dove ha lavorato bene per il risanamento dell’Aamps, fino a Roma, dove dopo il caso Marra fu messo a controllare tutto quello che Raggi aveva firmato nei mesi in cui lo aveva avuto come braccio destro».
Quindi Di Maio, Fraccaro e Bonafede. Erano loro a occuparsene.
«Ho detto: il gruppo degli enti locali».
Oppure entrambi potrebbero chiedere conto del fatto che sia stato lui a scrivere lo statuto della nuova associazione, quella del 2017 che è oggi a giudizio a Genova per nome, sito e simbolo. Scrive Giovanna Vitale su Repubblica:
Lanzalone è un uomo di fiducia. Un consigliere ascoltato da Grillo e Casaleggio, che gli hanno affidato molti incarichi e molto potere. Per questo ieri Virginia Raggi è apparsa sotto shock. Piegata dalla rabbia, la sindaca non vuole fare il capro espiatorio: «Non l’ho scelto io, manco lo conoscevo, me l’hanno imposto loro» si sfoga coi consiglieri riuniti in una sorta di tribunale del popolo per interrogare il capogruppo Paolo Ferrara, indagato (e indotto ad autosospendersi)
Ce l’ha con Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, i due tutor – promossi entrambi ministri – che i vertici le affiancarono nel dicembre 2016 dopo l’arresto per corruzione dell’ex fedelissimo Raffaele Marra. «È stato Alfonso a presentarmi Luca», protesta, tirando in ballo anche il sindaco di Livorno Filippo Nogarin e l’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti (da 10 mesi traslocato nella giunta romana).
(da “NextQuotidiano”)
Leave a Reply