L’ISTAT A GUIDA LEGHISTA CAMBIA PURE LE STIME DEL PIL PER AIUTARE IL GOVERNO
SE E’ VERO CHE RIVEDERE LE STIME DEL PIL E’ PREVISTO OGNI 5 ANNI, DIPENDE DA COME SI EFFETTUA: BASTA QUALCHE RITOCCO IN PUNTI CHIAVE E IL GIOCO E’ FATTO
L’Italia è a crescita zero, l’incremento dell’occupazione è un’illusione ottica e il reddito e la produttività degli italiani calano: è il momento ideale, insomma, per annunciare che in autunno l’ISTAT cambierà le stime del PIL, come ha annunciato ieri l’istituto di statistica.
Un annuncio che non poteva non scatenare perplessità o ironie, come quelle che fa Carlo Cottarelli su Twitter ricordando che “Rivedere le stime del Pil è stato l’unico modo con cui si è riusciti a ridurre il rapporto debito pubblico/Pil negli ultimi anni. Mi sa che finisce così anche stavolta…”. Una battuta a cui persino l’account ufficiale di ISTAT su Twitter ha ritenuto di dover rispondere segnalando che si tratta di un atto dovuto:
“In Europa si è convenuto che tale operazione dovrebbe essere effettuata ogni 5 anni e, in particolare, negli anni con cifra finale 4 e 9. In effetti, l’ultima revisione straordinaria ad hoc è avvenuta in tutti i paesi europei — e ovviamente anche in Italia — nel corso del 2014 in corrispondenza dell’introduzione della nuova versione del Sistema Europeo dei Conti (SEC) — definita SEC 2010 — che ha sostituito il precedente SEC 1995.”
Eppure la nota non è bastata a placare i cattivi pensieri.
E il motivo lo spiega oggi Rossella Bocciarelli sul Sole 24 Ore, segnalando che se è vero che ex ante non si può essere certi che l’«operazione di manutenzione non ordinaria» della contabilità nazionale si traduca in una rivalutazione del livello del Pil e in una ridefinizione migliorativa del recente profilo congiunturale e quindi, come scriveva l’ISTAT su Twitter, le modifiche introdotte con il ricalcolo potrebbero in teoria anche essere di segno opposto. Ma c’è un però:
Però alcuni indizi fanno pensare a una revisione in melius della ricchezza prodotta in Italia. La revisione di alcuni aspetti della struttura dell’economia italiana appare destinata ad essere assai importante, perchè accanto ai cambiamenti concordati con l’Eurostat, l’Istat intende introdurre molte modifiche sulla base delle nuove fonti e metodologie introdotte in questi anni per migliorare le stime. E vi sono dei capitoli che fanno pensare alla possibilità di ottenere, alla fine dei conti, un rialzo del valore aggiunto e anche un incremento del valore aggiunto per unità di prodotto, cioè della produttività .
E cioè quali?
Per esempio, vi sarà una stima dei servizi di locazione e indicatori di quantità delle case di proprietà abitate dal proprietario, che generano un flusso di reddito da imputare ai consumi privati e al valore aggiunto.
E vi saranno anche nuove stime del sommerso, ottenute con una base dati che copre l’intero universo delle imprese italiane. C’è quindi la possibilità che sia la statistica a migliorare l’immagine di un anno completamente immobile.
(da “NextQuotidiano”)
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