PRONTI A RESTITUIRE LA FASCIA TRICOLORE: IN SICILIA FRONTE PD-FORZA ITALIA-M5S CONTRO IL DECRETO SICUREZZA
SINDACI SULLE BARRICATE, LA PACCHIA E’ FINITA, MA PER SALVINI
“Tutti i regimi hanno iniziato dalle leggi razziali” attacca il sindaco di Palermo. “Stiamo valutando la strada per arrivare alla Consulta”, interviene il sindaco di Firenze. “Il linguaggio di Salvini è indegno di un ministro dell’Interno” dichiara il sindaco di Napoli.
Continua il braccio di ferro tra Matteo Salvini e alcuni sindaci (compreso quello di Fiumicino) dopo la ‘disobbedienza’ al dl Sicurezza annunciata da Leoluca Orlando.
Nella polemica interviene anche il presidente Anci: “Le nuove norme mettono noi sindaci in una oggettiva difficoltà “, osserva, pragmatico, Antonio Decaro, sindaco dem di Bari che, poi, butta acqua sul fuoco delle polemiche: “Le divisioni non servono”, dice.
“Se il ministro ritiene che il mestiere di sindaco sia una pacchia – avverte il presidente Anci, Decaro – siamo pronti a restituirgli, insieme alla fascia tricolore, tutti i problemi che quotidianamente siamo chiamati ad affrontare”.
Orlando: “Ricorso dal giudice civile”
Orlando non demorde e andrà davanti al giudice civile. “Ho dato incarico al capo ufficio legale del Comune – ha affermato – di adire davanti al giudice civile per sottoporre la questione del decreto Salvini”, dice il sindaco di Palermo, dopo essersi preso la scena nazionale sospendendo una parte della normativa sulla sicurezza.
“Io vado davanti al giudice civile – spiega Orlando – perchè siccome non posso andare direttamente alla Corte costituzionale, mi rivolgo direttamente al giudice civile. Un sindaco cosa fa? Solleva la questione in un processo e, quindi, io andrò davanti al giudice dei diritti della sezione civile e chiederò un’azione sulla conformità della norma”.
Ma in Sicilia sta già nascendo un fronte trasversale Fi-M5S-Pd anti salviniano che si sta schierando a fianco di Orlando.
L’iniziativa di Leoluca Orlando, che ha deciso di sospendere gli effetti del decreto sicurezza nel capoluogo siciliano, ha dato corpo a un originale rassemblement. “Provvedimento inumano e criminogeno”: così il sindaco palermitano ha definito le misure care al ministro dell’Interno, aprendo una breccia ad altri primi cittadini di area di centrosinistra nel Paese. Ma trovando l’appoggio pure di Gianfranco Miccichè, presidente dell’Assemblea regionale siciliana e commissario di Forza Italia in Sicilia.
Miccichè, che quest’estate andò a portare solidarietà ai migranti della Diciotti e diede dello “stronzo” a Salvini, ieri ha annunciato una seduta dell’Ars dedicata al tema immigrazione.
E a chi ha fatto notare che una carica istituzionale non può invitare alla disobbedienza civile, il proconsole di Berlusconi in Sicilia ha risposto così: “Le leggi vanno applicate? Purtroppo furono applicate anche le leggi razziali. State sicuri che, se sulla Diciotti ci fossero stati centinaia di svedesi e non neri, Salvini non avrebbe chiuso il porto di Catania…”.
Il neo-segretario del Pd siciliano, il renzianissimo Davide Faraone, ha subito indicato in Orlando “un modello sa seguire”. E questo non è sorprendente, visto che Orlando, prima delle Politiche, annunciò l’adesione ai dem.
Meno scontato il sostegno giunto al sindaco di Palermo dal grillino Ugo Forello, che nel 2017 fu candidato alla guida del Comune di Palermo, per M5S, proprio contro Orlando: “Tante cose mi dividono da Leoluca ma in questo caso, fossi stato sindaco, mi sarei comportato assolutamente come lui. Il decreto sicurezza ha diversi profili incostituzionali e, nello specifico, la norma che impedisce l’iscrizione all’anagrafe ai migranti con il permesso di soggiorno in scadenza – sostiene Forello – crea un’inqualificabile divisione fra cittadini di serie A e di serie B”.
Anche un altro sindaco, quello di Pomezia (Roma) sostiene che “i diritti basilari vadano dati”. “Come sindaco di un Comune – dichiara Adriano Zuccalà al Corriere della Sera – mi vedo assegnato il compito di tutelare le persone in difficoltà , e questo voglio fare”.
“Stiamo valutando insieme ai nostri avvocati e con alcuni costituzionalisti – spiega Dario Nardella, sindaco di Firenze – anche una strada perchè si possa arrivare alla corte costituzionale, ben sapendo che i comuni non hanno la facoltà di fare un ricorso diretto, ma possono appellarsi al giudice ordinario o al giudice amministrativo affinchè venga posta la questione in via incidentale”.
Per il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, il linguaggio di Matteo Salvini “è violento e indegno di un ministro dell’Interno”. “Io sono indignato da italiano di essere rappresentato da salvini che in questo momento rappresenta un intero governo. Ma anche di maio, toninelli e tutti gli altri sono nella stessa barca dell’indegnità “.
“Condivido in pieno la posizione del sindaco di Palermo Leoluca Orlando che si è schierato dalla parte dei diritti umani riconosciuti dalla Costituzione e contro le politiche che incentivano l’odio sociale e il razzismo”, dichiara il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino.
“Ho chiesto al Segretario Generale del Comune di Fiumicino – prosegue il sindaco – di convocare urgentemente una task force di giuristi per capire quale strada si possa percorrere per affiancare Palermo nella battaglia per il rispetto dei diritti fondamentali delle persone”.
“Riguardo alle minacce che il ministro dell’Interno rivolge ad alcuni sindaci, non vorrei essere costretto a fargli notare che poco tempo fa, prima di diventare ministro, egli stesso invitava platealmente i sindaci a disobbedire a una legge dello Stato, quella sulle unioni civili”. Lo dichiara il presidente dell’Anci, Antonio Decaro.
(da agenzie)
Leave a Reply