PUTIN AMMETTE, I SOLDATI RUSSI SCAPPANO: LE TRUPPE UCRAINE HANNO RICONQUISTATO LA CITTÀ DI LYMAN, NELLA REGIONE DI DONETSK
IL CREMLINO HA DOVUTO AMMETTERE LA RITIRATA DELL’ARMATA DELLA FEDERAZIONE
La prima crepa sul muro offensivo russo in Donbass è emersa in tutta evidenza venerdì, mentre il presidente Putin annunciava l’annessione alla Federazione di quattro regioni ucraine.
Tra queste il Donetsk, l’oblast dove si trova Lyman, la città in cui le truppe ucraine hanno messo a segno con successo una manovra a tenaglia circondando migliaia di soldati russi senza via di scampo. Con la chiusura del cerchio da parte delle forze di Kiev a nord e a sud-est di Lyman le truppe di Mosca non hanno più vie di fuga.
Il posizionamento è stato raggiunto nel giro di alcuni giorni sull’onda lunga della controffensiva iniziata più a nord nella regione di Kharkiv dove solo pochi e marginali territori rimangono nelle mani delle forze di Putin e dove proprio ieri i soldati di Mosca si sono macchiati dell’ennesima strage di civili che ha coinvolto anche diversi bambini.
La crepa nel muro offensivo del Cremlino è ancora più profonda se si considera che Lyman è stata per mesi un centro logistico delle operazioni dell’Armata russa, hub ferroviario strategico del Donetsk.
Perderla equivale a infliggere un duro colpo allo sforzo bellico di Putin nell’Ucraina orientale, tanto che dopo l’annuncio russo del ritiro il leader ceceno Ramzan Kadyrov è arrivato a consigliare allo Zar di utilizzare armi nucleari a bassa intensità.
I russi hanno usato la città come base per le operazioni nell’est da quando ne hanno preso il controllo a maggio, sulla falsariga di quanto avevano fatto in scala più ampia a Izyum a partire da marzo.
Perdere Lyman equivale anche a una significativa perdita simbolica per Putin proprio mentre il leader del Cremlino si sforza di metter in atto manovre pindariche, come i referendum, per rivendicare il controllo su tutta l’area del Donbass, composta dalle regioni di Donetsk e Luhansk, oltre che dagli oblast di Kherson e Zaporizhzhia.
«L’Ucraina ha circondato le forze russe a Lyman nell’ambito di un’operazione ancora in corso», conferma Serhii Cherevatyi, portavoce delle forze armate ucraine. «I russi sono isolati e non possono più ricevere rifornimenti», aggiunge Mykhailo Podolyak, consigliere presidenziale ucraino, secondo cui le forze di Mosca «dovranno arrendersi», se vogliono uscire vive da Lyman.
Secondo quanto riferito da Kiev le truppe di Putin a Lyman ammontavano a circa 5.000-5.500 soldati, ma il numero ora potrebbe essere inferiore a causa dei caduti durante la battaglia di questi giorni e dei soldati in fuga.
«Le truppe della Federazione Russa hanno fatto appello alla loro leadership supplicando di ritirarsi ma la richiesta è stata respinta dai comandanti della Federazione», racconta su Telegram il capo dell’amministrazione militare di Lugansk, Sergiy Gaidai. Le forze ucraine hanno così interrotto le comunicazioni di terra su cui si articolavano le catene di rifornimento nell’area di Drobysheve-Lyman e preso il controllo delle strade.
Determinante per il completamento della manovra a tenaglia è stata la conquista della cittadina di Yampil, a sud-est di Lyman, che complica enormemente la situazione complessiva delle forze russe nell’area
Le forze di Mosca, inoltre, continuano a ritirarsi anche dalle posizioni intorno a Lyman, sottolinea Isw, secondo cui «molti blogger militari sostengono che il ritiro russo da qui assomigli alla caotica ritirata dalla regione di Kharkiv, in termini di scarso coordinamento e mancanza di sostegno dell’artiglieria».
(da La Stampa)
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