REGIONE LOMBARDIA, AVANTI UN ALTRO: ARRIVA UN NUOVO INDAGATO, L’ASSESSORE ALL’AMBIENTE RAIMONDI ACCUSATO DI CORRUZIONE
E’ DI AREA COMUNIONE LIBERAZIONE, PRIMO DEGLI ELETTI PDL A BERGAMO… DIVENTANO COSI’ QUINDICI I CONSIGLIERI INDAGATI
E siamo a quindici, su ottanta consiglieri.
Si estende a macchia d’olio, nel mare in burrasca che sta travolgendo per via giudiziaria la Regione Lombardia, l’inchiesta sulla discarica di amianto di Cappella Cantone (Cremona) coinvolgendo ora anche l’assessore regionale all’Ambiente del Pdl Marcello Raimondi, indagato per corruzione come i due esponenti della «Compagnia delle opere» di Bergamo, il braccio economico di Comunione e liberazione, perquisiti martedì dalla Gdf di Milano.
È il quindicesimo consigliere lombardo a finire sul registro degli indagati, il secondo assessore della giunta Formigoni dopo Domenico Zambetti, arrestato giorni fa per aver pagato i voti della ‘ndrangheta.
Primo degli eletti a Bergamo, Raimondi è legato a Comunione e liberazione, movimento di cui fa parte Roberto Formigoni.
Anche il governatore è indagato per corruzione, ma nell’inchiesta sulla Fondazione Maugeri per i benefit in viaggi, soggiorni lussuosi ai Caraibi e uso di yacht ricevuti, secondo i pm, dall’amico Pierangelo Daccò, il faccendiere «apriporte» in Regione per la struttura sanitaria pavese e socio del ciellino doc Antonio Simone, altro amico del governatore, ex assessore alla Sanità negli anni 90 e poi consulente in legislazione sanitaria. Raimondi è coinvolto nell’indagine del procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dei sostituti Paolo Filippini e Antonio D’Alessio perchè avrebbe tentato di accelerare l’iter amministrativo per l’autorizzazione della discarica culminato nella delibera numero 1.594 approvata dalla giunta regionale il 20 aprile 2011 su proposta diretta del governatore Formigoni.
Una delibera che superava la legge regionale e l’opposizione della Provincia di Cremona, che temeva che i rifiuti pericolosissimi potessero inquinare la falda acquifera.
Atto peraltro mai pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione.
Sono una decina gli indagati di questa inchiesta approdata da Brescia a Milano per competenza territoriale dopo l’arresto a novembre 2011 dell’ex assessore e poi vice presidente del Consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani (Pdl), pizzicato con una mazzetta da centomila euro sganciata dall’imprenditore Pierluca Locatelli proprio per ottenere l’autorizzazione ad aprire la discarica di Cappella Cantone.
Tra i nomi iscritti a Milano per concorso in corruzione ci sono alcuni dei dieci arrestati dalla procura di Brescia (Nicoli Cristiani, Locatelli e sua moglie Orietta Pace Rocca) ai quali Robledo-Filippini-D’Alessio hanno aggiunto quelli del presidente della Cdo di Bergamo Rossano Breno (dimessosi ieri dopo essere stato perquisito) e l’ex suo vice Luigi Brambilla, che si dimise quando il suo nome emerse dagli atti dell’inchiesta bresciana.
Sono accusati di aver preso da Locatelli circa 210 mila euro (25 mila in contanti, il resto per consulente fittizie) come «pagamento delle promesse corruttive» e di aver poi fatto da «mediatori presso i pubblici ufficiali della Regione» favorendo «atti contrari ai doveri d’ufficio».
Se i soldi a Breno e Brambilla, secondo l’impostazione dei pm, dovevano servire a pagare i politici, per ammansire i funzionari regionali, sui quali si sta indagando, l’imprenditore contava invece sui buoni uffici dei vertici della Cdo e del movimento cattolico.
Per questo avrebbe eseguito gratuitamente lavori di ristrutturazione per un milione di euro nella scuola della Fondazione Imiberg di Bergamo legata a Cl.
Ai pm l’imprenditore ha dichiarato di aver pagato anche se «l’autorizzazione era un atto dovuto» e «legittimo».
Di Raimondi, soprannominato «Nano ghiacciato», parlavano al telefono, intercettato, Brambilla e Andrea David Oldrati, anche lui consulente di Locatelli.
È il 18 maggio 2011, giorno in cui l’Arpa deve fare un sopralluogo nella discarica. «Vedo “Nano ghiacciato” stamattina» e «gli dico che va tutto bene e gli do l’ennesimo input sulla velocità », dice Brambilla.
Due giorni dopo, Brambilla e Oldrati commentano la resistenza fatta da funzionari regionali, alcuni dei quali sono stati interrogati dai magistrati milanesi: «Il nemico è quella banda di funzionari – dice Brambilla – comunque il “Nano Ghiacciato” mi ha detto che in 11 anni di Regione non ha mai visto una resistenza così da parte dei funzionari».
Giuseppe Guastella
(da “Il Corriere della Sera”)
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