RIDICOLI: DI MAIO RIASSUME AL MINISTERO IL RENZIANO CHE CALENDA AVEVA CACCIATO
VITO COZZOLI, ESPRESSIONE DEL GIGLIO MAGICO, ENTRA A CORTE DEI GRILLINI CHE FINGONO DI DIMENTICARE IL SUO CURRICULUM
Ieri sera l’ex ministro dello Sviluppo Carlo Calenda in un tweet ha segnalato un grande ritorno al ministero dello Sviluppo Economico: quello di Vito Cozzoli, che faceva il capo di gabinetto con Federica Guidi e venne da lui sostituito.
Calenda dice che Cozzoli era “vicinissimo all’allora Giglio Magico”, e con questa definizione di solito si chiamano in causa i renziani: in effetti il capo di gabinetto era stato accusato di essere il vero responsabile del ministero formalmente guidato dalla Guidi e addirittura di essere nelle simpatie di Renzi e Lotti.
Adesso però è in quelle di Di Maio, accusa Calenda, quindi ha fatto il salto della quaglia.
E il suo curriculum? “Prima dell’esperienza al Mise aveva ricoperto per otto anni il ruolo di capo dell’Avvocatura di Montecitorio, dove è entrato per concorso nel 1991. Numerosissimi gli incarichi anche extra-parlamentari, tra cui quello di presidente della Commissione di secondo grado per le licenze Uefa presso la Fgci e di Amerigo, associazione specializzata negli scambi culturali tra giovani italiani e americani. Avvocato cassazionista, insignito di onorificenze come quella di Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, di Commendatore dell’Ordine Equestre di Sant’Agata di San Marino e della Gran Croce al Merito Melitense del Sovrano Ordine di Malta”, scrive di lui Formiche.
Per fortuna che c’è Calenda a fermare quelli del Giglio Magico!
E a testimoniare che Cozzoli non sia nelle grazie dei giornali c’è anche il pezzo che gli dedica Stefano Feltri sul Fatto:
C’è traccia di un contatto tra Cozzoli e Di Maio il 25 ottobre 2017: il politico M5S era alla presentazione di un libro del giurista al Centro studi americani di Roma. Presente anche Maria Elena Boschi, con cui Cozzoli è in ottimi rapporti. Nessuno, allora, immaginava che Di Maio si sarebbe affidato a un esponente di prima fila di quell’establishment trasversale che i Cinque Stelle volevano combattere.
Il Fatto scrive anche che Cozzoli è finito sui giornali per la vicenda di Tempa Rossa, il giacimento petrolifero gestito da Total in Basilicata. Nel 2014 a Total serve un emendamento che renda strategiche le opere connesse al giacimento.
L’emendamento è firmato da Vito Cozzoli, capo di gabinetto della Guidi, ma viene bloccato dall’opposizione (cioè dal M5S). Pochi mesi dopo, poi, l’allora ministro Boschi si accerta che l’emendamento entri nella legge di Stabilità .
Per quella vicenda verrà indagato per traffico di influenze illecite il compagno della Guidi, Gianluca Gemelli che, secondo i pm di Potenza, stava spendendo il suo rapporto col ministro per incassare, in cambio dell’interessamento, attraverso la Total, un subappalto da 2,5 milioni di euro. Nel 2017 Gemelli viene archiviato.
Nel frattempo la Guidi si è dimessa e pure Cozzoli (mai stato accusato di nulla dai pm) perde il posto.
(da agenzie)
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