SALVINI IL 27 AGOSTO AVEVA ANNUNCIATO CHE AVREBBE RINUNCIATO ALL’IMMUNITA’ PARLAMENTARE, PERCHE’ ORA SI AGITA TANTO? SI FACCIA PROCESSARE COME I COMUNI MORTALI
PERCHE’ MAI PARLA DI VOTO IN SENATO SULLA RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE A PROCEDERE CONTRO DI LUI SE HA DETTO CHE AVREBBE RINUNCIATO ALL’IMMUNITA’? CHE FA, SCAPPA?
“La speranza è che rinunci all’immunità “. Il Movimento 5 stelle gioca una di quelle partite il cui esito si decide su un altro campo.
Alla Giunta per le immunità del Senato sono arrivate le carte su Matteo Salvini.
Il vicepremier è stato messo sotto processo dal Tribunale dei ministri di Catania per i fatti legati ai migranti a bordo della nave della Guardia costiera Diciotti.
In casa 5 stelle la vicenda è una sorta di bomba atomica collegata a un timer.
Il perchè è presto detto. L’assemblea di Palazzo Madama sarà chiamata a votare sull’autorizzazione a procedere per il segretario del Carroccio. E mai il Movimento ha espresso pollice verso su una fattispecie simile.
Ma difficilmente il governo sopravviverebbe a una maggioranza che affossa il leader di uno dei partiti che la compongono.
I contatti con Luigi Di Maio in giornata sono stati continui, ma nessuno dei due ha scoperto le proprie carte. “Aspettiamo di vedere che fanno – ha commentato Salvini con i suoi – devono capire che in gioco non c’è la posizione del leader della Lega, ma la tutela del ruolo di ministro”.
Tra gli uomini del leader 5 stelle si spera che, alla fine, il ministro dell’Interno dia seguito a quel che disse lo scorso 27 agosto, quando affermò di voler rinunciare all’immunità .
La situazione è di assoluto stand-by, ma la sensazione è che la war room stellata già stia mettendo in campo la macchina per salvare capra e cavoli, governo e alleato.
Trovando una sponda in Forza Italia.
“Vedrete – spiega un senatore che vuole rimanere anonimo – daranno libertà di voto confidando che gli azzurri voteranno contro l’autorizzazione a procedere”.
Ma l’operazione sarebbe rischiosissima. La maggioranza consta di sei/sette voti di margine. E nel pallottoliere risulterebbero ad oggi già una trentina i senatori sulla ridotta del sì, con Elena Fattori, Paola Nugnes e Alberto Airola gli unici finora ad uscire allo scoperto.
Un caposaldo 5 stelle fin dalle origini, e ribadito anche nel programma elettorale, come ha fatto prontamente notare Pippo Civati, nel quale si ribadiva la “volontà di intervenire su quelle prerogative che oggi sottraggono deputati, senatori e ministri dall’applicazione della giustizia”.
Dal quartier generale del Carroccio arrivano segnali contraddittori.
Perchè se il vicepremier in diretta Facebook si è detto sicuro “del voto” dei suoi senatori, dando dunque per scontato di volersi avvalere dell’immunità , dal suo entourage si fa notare che “quella parola oggi non è mai stata pronunciata”, e che “è presto per farlo, il ministro ancora non ha letto le carte”.
Il salva-Salvini procede su un crinale strettissimo. Perchè da un lato c’è lo strapiombo della fine dell’esperienza gialloverde. Dall’altro il crepaccio dell’implosione del gruppo parlamentare 5 stelle, e la slavina potenziale in vista delle urne di maggio.
(da “Huffingtonpost”)
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