SONDAGGISTI: “VOTO A LUGLIO? UN TUFFO NELL’IGNOTO”
“NESSUNO PENSI DI TRARRE VANTAGGIO, NON ESISTE UN PARTITO DEI VACANZIERI”
Il 22 luglio di un anno fa Caronte sferzava l’Italia con le sue temperature roventi facendo sfiorare i 40 gradi mentre milioni di cittadini – circa 9 in tutto il mese – si godevano la loro vacanza al mare o in montagna.
Lo stesso giorno del 2018 i cittadini potrebbero essere chiamati a votare per la seconda volta in un anno.
Urne aperte in piena estate, sarebbe la prima volta nella storia italiana.
Un tuffo nell’ignoto, secondo alcuni dei principali sondaggisti: il rischio di un calo dell’affluenza c’è, soprattutto nella fascia giovanile, quella che gode di un periodo di vacanza più lungo, ma non è affatto scontato che influenzi l’esito elettorale.
E al tempo stesso nessun leader politico può pensare di trarre vantaggio da un voto anticipato sotto l’ombrellone: non esiste un “partito dei vacanzieri”, al mare ci vanno sia gli elettori della Lega, sia quelli M5S o del Pd.
“Il 22 luglio l’elettorato più giovane avrà finito gli esami scolastici o universitari. Tantissimi ragazzi stanno pensando o hanno già prenotato un viaggio a Ibiza, Formentera o nelle isole della Grecia. Il rischio è che tra i giovani, che godono di un maggiore periodo di vacanza, ci sia una forte defezione alle urne”, dice la sondaggista di Euromedia Research Alessandra Ghisleri, interpellata da HuffPost.
La voglia di mare potrebbe quindi incrementare la propensione all’astensione degli elettori più giovani, già “fisiologicamente” sfiduciati nei confronti della politica.
Le previsioni che si possono fare allo stato attuale sono ben poche, dicono i sondaggisti.
“La campagna elettorale permanente deve tener conto che sono cambiati i concetti base delle promesse fatte dai partiti fino al 4 marzo”, prosegue Ghisleri, secondo la quale “tutti i dati raccolti dalle rilevazioni fatte fino ad oggi appartengono a un vecchio schema, quello ancorato alla possibilità di fare un governo con le percentuali uscite dalle urne a marzo”.
Ora lo schema cambia e quelle rilevazioni possono essere valutate solo come start, un punto di partenza: “C’è tutta una campagna elettorale da fare”.
E gli elettori dovranno valutare i comportamenti assunti dai partiti in questa complessa e prolungata fase di consultazioni senza sbocco: “Bisogna vedere, per fare un esempio, come gli elettori che M5S ha sottratto al Pd valuteranno le mosse di Di Maio durante le consultazioni. Nel momento in cui si entra in una nuova campagna elettorale, cambia tutto. Evidentemente le condizioni sono cambiate”.
L’unico dato certo è che il voto in estate non aiuta la partecipazione, come ha rilevato lo stesso presidente Mattarella nel suo discorso alla fine del terzo giro di incontri con i gruppi parlamentari.
“Certo”, dice Ghisleri, “chi può andare in vacanza prima o per più tempo, se motivato, ha tutti i mezzi per l’esercizio del voto” e quindi non ha senso, al momento, azzardare valutazioni sulle sfumature e differenze sociali degli elettorati dei partiti. Se il Pd è diventato il partito di riferimento della classe borghese e benestante, e quindi con più possibilità di essere in vacanza già a luglio, non è detto che manchi all’appuntamento con le urne. “Se è motivato, può recarsi a votare, ne ha la possibilità “.
Secondo la sondaggista di Euromedia, un nuovo voto a luglio potrebbe essere considerato “un secondo turno alla francese tra le forze che hanno raggiunto un buon numero di voti”.
Una sorta di sfida finale tra i due partiti usciti “vincitori” dal voto del 4 marzo ma incapaci, tra veti incrociati di tutte le forze politiche, di trovare una maggioranza in Parlamento. “Ma c’è anche il rischio vero che a luglio ci si ritrovi in una situazione di stallo simile a quella di oggi e senza i voti di M5S e Lega non si potrà comunque far nulla”. In altre parole, punto e a capo.
“Bisogna capire non solo quale sarà la reazione degli elettori al voto anticipato ma anche al voto sotto l’ombrellone”, dice Antonio Noto dell’Istituto Noto Sondaggi. “Potrebbe esserci, come dice Di Maio, una sorta di ballottaggio tra centrodestra e M5S. Ma ci potrebbe essere anche una reazione contraria, con la perdita di consensi per i partiti vincitori della precedente tornata verso altri partiti. Non si possono quindi proiettare le rilevazioni fatte in questi giorni sul 22 luglio o su settembre, i cittadini devono ancora metabolizzare quello che è accaduto”, dice il sondaggista all’HuffPost. “Solo il 15% degli italiani segue la politica in maniera assidua, e occorre tener presente che per il voto del 4 marzo il 20% degli elettori ha deciso negli ultimi dieci giorni di campagna elettorale se andare a votare”.
Anche per Antonio Noto ogni considerazione su chi avvantaggi un voto in estate è assolutamente prematura.
“Un calo dell’affluenza è da mettere in conto ma non è detto che influenzi l’esito del voto”. In altre parole, “non è che quelli che vanno in vacanza a luglio votano tutti lo stesso partito, ma si dividono tra i vari partiti. Non esiste un ‘partito dei vacanzieri’. In Italia il grosso delle ferie si registra comunque ad agosto, e comunque ci si può sempre recare per un giorno nel proprio Comune di residenza per votare e poi tornare al mare. Abbiamo già visto sia il 4 dicembre con il referendum sia il 4 marzo che quando gli elettori sentono l’importanza del voto alla fine partecipano numerosi”.
Di una cosa sembra essere abbastanza sicuro il direttore di Noto Sondaggi: “Nell’elettorato ci sarà una reazione e probabilmente il voto anticipato non sarà una classica ripetizione del 4 marzo”
(da “Huffingtonpost”)
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