SPREAD, LO SCONTRO CON LA UE E’ COSTATO AGLI ITALIANI 4 MILIARDI IN PIU’ DI INTERESSI
L’ANALISI TECNICA DELL’OSSERVATORIO CPI
Dopo l’accordo con l’UE lo spread è sceso a 250-260 punti base. Resta però più elevato del livello della prima metà di maggio (130 punti).
Inoltre, nel periodo giugno-novembre sono stati emessi titoli con spread anche più elevati e su questi, indipendentemente da quello che accadrà in futuro ai tassi di interesse, si pagheranno interessi più elevati di quanto sarebbe stato ipotizzabile a inizio maggio.
Abbiamo quindi aggiornato le nostre stime del maggior costo del debito pubblico dovuto all’aumento dello spread.
La maggior spesa di interessi per il 2018 e i prossimi anni ipotizzando che lo spread resti a un livello di 250 punti base (rispetto alla spesa che si sarebbe verificata se lo spread fosse rimasto al livello della prima metà di maggio): per il 2019 l’aggravio è di circa 4 miliardi (contro una precedente stima di 5-6 miliardi), che crescono a 6,6 miliardi nel 2020 e a 8,6 miliardi nel 2021.
Per quanto riguarda il maggior costo per i titoli che sono stati già emessi e che quindi non sarebbero più recuperabili anche se lo spread scendesse ulteriormente, la maggior spesa per il solo 2019 è di 1,5 miliardi. Per il quadriennio 2018-21 la maggior spesa cumulata è di oltre 4 miliardi.
(da agenzie)
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