Destra di Popolo.net

E’ QUASI CRISI DI GOVERNO, BERLUSCONI VUOLE L’IMPUNITA’ E FARA’ PAGARE L’IVA AGLI ITALIANI E VENIR MENO I SOLDI PER LA CASSA INTEGRAZIONE

Settembre 27th, 2013 Riccardo Fucile

LETTA: “O SI RILANCIA O SI CHIUDE”, LUNEDI O MARTEDI CHIEDERA’ LA FIDUCIA IN PARLAMENTO… SALTA IL RINVIO DELL’IVA, LITE IN CONSIGLIO DEI MINISTRI

Una giornata politica drammatica e convulsa. Fatta di incontri continui. E terminata con un consiglio dei ministri che si trasforma in una resa dei conti.
Con Letta che dice: “Io non vivacchio, o si rilancia o si chiude”.
Mentre salta il decreto per congelare l’aumento dell’Iva e per il rifinanziamento della cassa integrazione.
Con il ministro Delrio che annuncia: “Il premier chiederà  la fiducia alle Camere su un discorso programmatico”. E Zanonato ammette: “E’ quasi crisi”.
La giornata era partita con Letta che, sbarcato dagli Usa, vedeva subito Dario Franceschini in vista dell’incontro con Giorgio Napolitano, e durato un’ora e mezza – è cominciata con un faccia a faccia con Dario Franceschini.
Ed è proprio il ministro per i rapporti con il Parlamento, più tardi protagonista di uno scontro col vicepremier Angelino Alfano sul tema giustizia, che alle 18.30 ha incontrato i ministri Pd.
“L’esperienza di governo non prosegue senza chiarimento”, il messaggio uscito dal vertice dem. In linea con quello inviato a tutti i leader dal presidente del Consiglio: serve una verifica rapida. “Senza se e senza ma: prendere o lasciare perchè i problemi del Paese sono tanti e urgenti. Basta minacce, come la gravissima iniziativa Pdl”.
Su questa strada – chiarimento definitivo con vioto alle Camere lunedì o martedì – il premier può contare sull’appoggio del Quirinale .
Cdm di chiarimento, salta manovrina.
Rientrato dal Colle, il premier ha dato il via, intorno alle 20, a un Consiglio dei ministri inizialmente programmato per approvare il decreto per lo slittamento dell’Iva. Ma alla fine centrato solo sul primo faccia a faccia con i ministri Pdl.
Tanto che il via libera alla “manovrina” è slittato: se ne parlerà  una volta superato il passaggio parlamentare d’inizio settimana.
“Da questa riunione – ha detto Letta – mi aspetto un chiarimento definitivo, non è possibile esaminare ora alcun provvedimento economico, nè tantomeno il rinvio dell’aumento dell’Iva”.
Ma è muro contro muro.
“Non vogliamo chiarimenti che servono per tirare a campare – ha risposto il ministro dell’Interno Alfano – il governo va avanti se centra gli obiettivi. Occorre mettere la giustizia dentro il chiarimento. E non possiamo restare se aumentano le tasse”.
Renato Schifani, capogruppo Pdl al Senato, lo aveva anticipato in serata: “Il Pd ha ancora alcuni giorni di tempo per evitare che il 4 ottobre si trasformi in una giornata di esecuzione politico-giudiziaria. Le dimissioni dei ministri non sono all’ordine del giorno”. Sullo stesso punto era tornato Fabrizio Cicchitto, dicendo che l’ipotesi “non esiste”.
Sempre durante il consiglio dei ministri Dario Franceschini ha duramente replicato al vicepremier: “Per il Pdl – ha detto – “parlare di giustizia è sinonimo dei problemi giudiziari del Cav”.
Quindi non è possibile barattare la durata del governo con cedimenti su regole e che nel programma, a suo avviso, deve essere scritto rispetto dello Stato di diritto.
Sarà  poi il ministro Del Rio a rilanciare: “I problemi del Paese sono altri, come il lavoro e i giovani e non la giustizia, come ha chiesto Alfano. Una verifica sulla giustizia è irricevibile”.
Clima a tratti elettrico, dunque, non senza battibecchi.
A un certo punto è intervenuto anche il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, che in un duro intervento si è sfogato: “Sono mesi che vengo attaccato, ma il mio dovere è quello di difendere i conti pubblici e cerco di svolgerlo il meglio che posso” avrebbe detto.
Letta si presenterà  quindi alle Camere per ottenere la fiducia: se non lo avrà  gli Italiani pagheranno Iva e Imu e dovranno ringraziare chi non ha il coraggio di assumersi le proprie responsabilità  penali sancite in tre gradi di giudizio e da una corte composta da magistrati di destra, facendo così pagare alle famiglie italiane il prezzo della sua arrogante richiesta di impunità .

argomento: governo | Commenta »

PAOLA TAVERNA ELETTA CAPOGRUPPO M5S MA LE MANCANO 14 VOTI

Settembre 27th, 2013 Riccardo Fucile

CRESCE IL DISAGIO NEL GRUPPO VERSO LA FEDELISSIMA DI GRILLO

Sono pronti. Otto, forse dieci senatori grillini moderati.
In rotta con i falchi pentastellati e tollerati a stento dalla cabina di regia del Movimento, progettano un governo con il Partito democratico.
Non un Letta bis, sia chiaro. Piuttosto, un esecutivo guidato da una figura terza, “alla Rodotà ”.
Se si dovesse aprire uno spiraglio, i dissidenti sarebbero pronti a mettere in gioco anche il seggio parlamentare, rimettendolo al giudizio della Rete insieme a una semplice domanda: è ancora possibile sostenere un governo del cambiamento
Per ora restano nell’ombra, in attesa che la ruota si fermi. E continueranno a non esporsi, soprattutto se il Pdl dovesse annunciare un nuovo voto di fiducia a Enrico Letta.
Ma in caso di stallo usciranno allo scoperto.
Fra gli altri, su posizioni critiche si attestano Fabrizio Bocchino e Alessandra Bencini, Luis Orellana e Francesco Campanella, Lorenzo Battista e Francesco Molinari, Maurizio Romani e Maria Mussini
Un primo messaggio è stato recapitato ieri. Nel segreto dell’urna. In 14 (più 3 assenti) hanno preferito votare scheda bianca o nulla pur di non sostenere una delle due senatrici “talebane” in ballottaggio per la guida del gruppo del Senato.
Alla fine – con 20 voti su 50 l’ha spuntata Paola Taverna, romana del Quarticciolo.
Ha sconfitto Barbara Lezzi, che si è fermata a 13
Nessuno più di Taverna interpreta l’anima ortodossa e radicale del Movimento.
Lo chiarisce lei stessa, nel pomeriggio dell’incoronazione: «Altri governi? Non esiste, la linea è sempre la stessa». Ma non basta.
Da sempre predica il pugno di ferro contro il dissenso. E non si smentisce: «Nuovi scenari? Io sono per la libertà , chi vede questa possibilità  se ne va…», risponde in rima.
Eppure, i moderati continuano a proporre un patto con il Pd.
Chiedono che sia la Rete a esprimersi – anche sulla loro permanenza in Parlamento – e sono pronti a dar battaglia in assemblea.
Lo si capisce ascoltando Campanella. Arriva da trent’anni di militanza sindacale, pretende rispetto: «Un Letta bis non esiste, ho una storia e una dignità  ».
Ma ragionare di un esecutivo con una personalità  super partes, questo è possibile: «Io non ci credo, ma se il Pd facesse uno scatto di reni e lanciasse una proposta convincente anche per chi ci ha votato, chi saremmo noi per dire no, Terminator?».
Beppe Grillo, intanto, si appresta a reclamare nuove elezioni, sparando contro un Letta bis.
D’altra parte, assicura l’ormai ex capogruppo Nicola Morra, «se andiamo al voto vinciamo».
Nel frattempo, però, il leader lancia l’idea di un referendum tra gli iscritti per valutare la migliore riforma elettorale.
Con buona pace dei progetti su cui i parlamentari M5S lavorano da mesi.

Tommaso Ciriaco
(da “La Repubblica”)

argomento: Grillo | Commenta »

NEL PDL SI SCATENA LA CACCIA PER FAR FIRMARE I “PRIMI DEI NON ELETTI”

Settembre 27th, 2013 Riccardo Fucile

LE MISURE PER DISSUADERE I SUBENTRANTI A CAMERA E SENATO

Alle 13.20, ora in cui i deputati si attovagliano al ristorante della Camera, Renato Brunetta torna da palazzo Grazioli, varca il portone di Montecitorio e strappa Fabrizio Cicchitto ai tiggì.
Gli parla nell’orecchio con tono grave e una parola si distingue sulle altre: «Napolitano».
Brunetta è una furia, coi suoi passi velocissimi corre verso l’Aula: «Sono scioccato dalla Procura di Palermo»
I magistrati e il capo dello Stato, ecco il corto circuito che ha innescato la miccia.
Ma ad accendere il fuoco, insinuano, è stato uno di loro, Gaetano Quagliariello.
Lo sussurrano i deputati più vicini a Verdini e Santanchè, spiegano che è stata la dichiarazione del ministro delle Riforme sulle dimissioni che «si danno e non si annunciano» a convincere anche i più riottosi che l’ora di «tirar fuori gli attributi» è ormai scoccata e che altro non resta da fare che dimettersi in massa.
Tutti, subito. Un’azione senza precedenti che, a sentire i più estremisti, porterà  dritto al voto di sfiducia, tirando giù a valanga anche le giunte locali…
Ma no, è solo un’ipotesi bellicosa che a sera il capogruppo del Lazio, Luca Gramazio, si affretterà  a smentire.
Dall’Aula di Montecitorio esce per primo il capo ufficio stampa, Luca D’Alessandro. «Stanno firmando tutti».
Gli dicono che al Quirinale c’è grande agitazione e lui, insultante: «L’imperatore d’Italia lascia? Bene! Così è il primo e la smette di comandare nel partito nostro». Questi gli umori che ribollono tra i falchi del Pdl mentre i deputati, colombe comprese, lasciano l’Aula con facce di pietra e, sul corridoio dei passi perduti, i prestampati per le dimissioni passano di mano in mano.
C’è chi firma e chi temporeggia. Lei si è dimesso, onorevole Piso? «Ancora no. Brunetta lo ha chiesto, ma vediamo, valutiamo».
A sera avranno capitolato tutti, anche quel Giuseppe Castiglione finito nel mirino per le aperture a una nuova maggioranza.
I siciliani, vigilati speciali, si affrettano a siglare il patto di fedeltà  al capo, alla Camera e al Senato. «Il gruppo è compatto», allontana i sospetti Giuseppe Ruvolo.
Un oscuro peone non si capacita di dover dire addio allo scranno e un amico democratico lo prende in giro: «Ti sei dimesso? Ma che, sei scemo?».
Dorina Bianchi sorride, con un che di rassegnato sul viso: «Le ho date, sì. Perchè? Lo abbiamo fatto tutti…».
Mariastella Gelmini scivola via in un silenzio indecifrabile, che scioglierà  in una nota di agenzia: «Chiediamo solo che il Pd si ravveda».
Pina Castiello lo dice in napoletano stretto: «Da cittadina mi dispiace se Letta cade, però mandare a casa Berlusconi non si può».
Preoccupazione, sgomento, paura del salto nel buio.
Finchè, a ondate, i deputati del Pdl si risvegliano dallo choc e cominciano a ragionare sulle conseguenze del loro collettivo «atto di affetto» verso Berlusconi.
Che succede, adesso? E se i primi dei non eletti decidessero di subentrare allegramente ai dimissionari?
Gira voce di una lettera di dimissioni in bianco che il capogruppo avrebbe in mente di far firmare ai «subentranti».
Categoria che improvvisamente (e fisicamente) si materializza.
Ecco apparire Osvaldo Napoli, primo dei non eletti a Torino dopo Alfano, Capezzone e Annagrazia Calabria. «La crisi c’è già  – sentenzia – come fa Letta a non presentarsi dimissionario da Napolitano?».
E lei, subentra? «Ma no, non posso farmi dare del venduto»
Dimissionari, subentranti, pretendenti. E gufanti.
Giorgio Stracquadanio, berlusconiano pentito e strafelice di poter lanciare in piena crisi la sua nuova «Cosa blu», predice agli ex colleghi un fosco futuro: «Letta metterà  la fiducia e vi sgonfierete come un soufflè».
Isabella Bertolini, la fu pasionaria del Cavaliere, concorda: «È l’ennesima sceneggiata. Come farete a non votare la fiducia?».
Ma i falchi hanno l’aria di chi ha tagliato i ponti. Per Mara Carfagna, tailleur pantalone color panna, l’addio a orologeria è tutt’altro che simbolico e pazienza se le conseguenze saranno irreparabili: «Che amarezza! La decadenza di Berlusconi è l’emblema di un sistema malato. L’emergenza è lo Stato di diritto, non il governo». Uno smarrito Maurizio Bianconi si aggira in scarpe da ginnastica: «Questo governo fa schifo, ma può restare dov’è».
Voterà  la sfiducia? «La regola del Pdl è obbedire».

Monica Guerzoni
(da “il Corriere della Sera”)

argomento: PdL | Commenta »

TELECOM, TRE MOSSE DISPERATE PER BLOCCARE GLI SPAGNOLI

Settembre 27th, 2013 Riccardo Fucile

IL GOVERNO PREPARA I POTERI SPECIALI DELLA GOLDEN SHARE MA È TARDI… LE ALTERNATIVE: CAMBIARE LE REGOLE SULLE SCALATE O TROVARE SOLDI FRESCHI

Nella storia di Telecom i passaggi di controllo non sono mai stati pacifici.
E anche questa volta il percorso che dovrebbe portare alla sottomissione (e poi alla fusione) con la spagnola Telefà³nica sarà  pieno di battaglie e di incognite.
La politica si è svegliata e da due giorni ha un solo argomento: se gli spagnoli salgono dal 46 al 70 e poi al 100 per cento di Telco, la holding che controlla Telecom con il 22,4 per cento del capitale, metteranno le mani sulla rete telefonica nazionale, cavi e software da cui passano quasi tutte le comunicazioni.
Secondo i servizi segreti guidati da Giampiero Massolo, sarebbe addirittura a rischio la sovranità  nazionale, stando alle indiscrezioni filtrate sulla relazione inviata ieri al Parlamento.
Bisogna drammatizzare per due ragioni.
Primo: la legge sulla golden share, cioè i poteri che il governo si attribuisce sulle aziende strategiche, permette di intervenire in un caso come questo solo se c’è “un grave pregiudizio per gli interessi pubblici relativi alla sicurezza”.
Seconda ragione: l’allarme aiuta a mascherare i ritardi, il decreto attuativo che spiega come funziona la golden share nel settore delle telecomunicazioni dovrebbe arrivare   in Consiglio dei ministri. Ma ci vorranno mesi perchè sia operativo.
E quindi è abbastanza inutile per bloccare gli spagnoli.
La Borsa pare considerare più efficace la seconda barricata: il titolo Telecom Italia ieri è voltato del 4 per cento nell’ipotesiche cambino le regole sulle scalate.
L’idea parte dal senatore Pd Massimo Mucchetti: bisogna cambiare le regole sull’obbligo di Opa, offerta pubblica d’acquisto.
Nell’operazione Telco la spagnola Telefà³nica paga di fatto le azioni Telecom al doppio del valore di mercato, ma tanta generosità  va a beneficio solo dei soci della holding Telco, cioè Generali, Mediobanca e Intesa.
Gli altri azionisti, quasi l’80 per cento, vedranno cambiare il controllo del gruppo e quindi le sue prospettive senza ricevere un centesimo.
Non solo: finora ha retto una finzione giuridica, cioè che Telco non controllasse Telecom. Così gli azionisti della holding non dovevano consolidare i debiti: in pratica Telefà³nica ha già  50 miliardi di debiti, se venisse sancito che comanda su Telecom dovrebbe accollarsi anche i 40 miliardi di debiti italiani. Mucchetti, d’accordo con Altero Matteoli (Pdl) propone due cose: stabilire che basta il controllo di fatto e non c’è bisogno di avere il 30 per cento del capitale per far scattare l’obbligo di Opa (chi vuole il controllo si impegna a comprare le azioni dei soci a un prezzo più alto di quello di mercato), e poi sancire che Telco controlla Telecom.
Così gli spagnoli dovrebbero scegliere: o rinunciano alla campagna d’Italia o si rassegnano a spendere qualche miliardo invece che gli 850 milioni teorici previsti dall’accordo attuale.
Un cambiamento di regole complesso, che ieri però ha avuto un primo appoggio da Giuseppe Vegas, il presidente della Consob, che in audizione al Senato ha detto che la normativa sull’Opa “si può cambiare”.
E il sottosegretario al-l’Economia Alberto Giorgetti ha chiesto al Parlamento di formulare una proposta. Anche qui i tempi non sono brevissimi.
I soldi sono più rapidi delle leggi.
Il presidente Telecom ha (forse) un’arma decisiva per fermare Cesar Alierta: proporrà  un aumento di capitale, cioè chiederà  ai soci (a Telco e a i piccoli azionisti) di mettere soldi freschi direttamente in Telecom, non nella holding di controllo. Mediobanca, Intesa e Generali non hanno alcuna intenzione di spendere ancora. Telefà³nica è contrarissima.
I consiglieri di amministrazione dovranno votare: dopo Luigi Zingales, che ha denunciato i conflitti di interessi di Telefà³nica, ieri si è pronunciato anche un altro amministratore indipendente, il rettore della Luiss Massimo Egidi: “Se Bernabè proponesse l’aumento noi lo appoggeremmo”.
Gli equilibri tra i 14 consiglieri sono incerti. Ma l’incognita più grossa è se Bernabè ha davvero trovato il “cavaliere bianco” coi soldi pronti.
L’ultimo indiziato è il gruppo americano AT&T. La suspense durerà  poco, il consiglio di amministrazione è convocato per il 3 ottobre. Se l’aumento di capitale venisse bocciato, Bernabè potrebbe dimettersi subito.
Forse alla fine Telecom e la sua rete finiranno davvero agli spagnoli per pochi spiccioli, ma la battaglia, per quanto tardiva, è appena cominciata.

Stefano Feltri

argomento: economia, governo | Commenta »

I GRILLINI IMPERMEABILI AL RAGIONAMENTO

Settembre 27th, 2013 Riccardo Fucile

QUANDO DISCUTERE SU UN TEMA CONCRETO DIVENTA IMPOSSIBILE

Ho accettato la richiesta di un vecchio amico. Vieni a parlare a una festa dei grillini? Su cosa? Lavoro, salute, economia. Hhmm. Dai, ti prego. È una bravissima persona. Ok.
Alla fine me ne sono pentito assai. Non tanto perchè mi hanno mangiato vivo con perfetto stile berlusconiano; quanto perchè non c’è stato verso di spiegare niente: erano impermeabili al ragionamento.
Diritto al lavoro, certo. Art. 4 Cost: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”.
Ma che succede se il lavoro uccide? Art. 32 Cost: “La Repubblica tutela la salute come diritto dell’individuo e interesse della collettività ”.
Vi ricordate le miniere di zolfo siciliane dell’800? Ci lavoravano i carusi, ragazzini di 6/7 anni che morivano come mosche. Certo, la loro paga manteneva famiglie poverissime. Ma vi sentireste di dire che dovevano continuare a lavorare?
Non sono arrivati a dirmi di si; però mi hanno spiegato, con molta enfasi, che la “politica” doveva garantire un lavoro sicuro a tutti. E qui sono cominciati i guai seri.
Vero, lo Stato, deve promuovere le condizioni che rendano effettivo il diritto al lavoro.
Ma se non ci riesce? Se non si può? Se, nella migliore delle ipotesi, ci vuole tempo?
Si può, si può, basta che la smettano di rubare. Vero; ma prima che si riesca a metterli tutti in prigione ci va del tempo; e intanto?
Prendete Ilva. Lo sappiamo tutti che ammazza, lavoratori e cittadini di Taranto. Forse, con 10,15, 20 miliardi, nessuno lo sa con precisione, ed entro 10,15 anni, anche questo nessuno lo sa, si arriverà  a metterla in sicurezza. Ma nel frattempo?
Quanti morti si possono accettare per garantire il diritto al lavoro dei 5000 dipendenti?
Ci dovevano pensare prima, non la dovevano privatizzare, chissà  i soldi che si sono fatti dare. Tutto vero; però è andata così. Adesso che si fa?
Tumulto, si sono divisi in due parti, una piccolina che raccontava come a Taranto sia impossibile vivere; e un’altra maggioritaria che diceva che lo Stato doveva espropriarla.
Ho colto il suggerimento per passare al problema principale, anche se ormai avevo capito che navigavo in brutte acque. Non la espropria perchè poi i soldi per il risanamento li deve mettere lui.
E dove li trova lo Stato 15 miliardi? Vedete, il lavoro deve essere remunerativo; che vuol dire ripagare l’investimento e garantire la paga del lavoratore. Se non è così, non si può mantenere.
Chi dovrebbe pagare il salario dei lavoratori che non ricavano da quello che fanno le risorse necessarie? Tutti gli altri, non c’è soluzione.
Questo già  avviene con la cassa integrazione in deroga. È una forma di tassa.
Quanto può andare avanti un Paese che fa pagare a tutti, pro quota, il lavoro di quelli che non ricavano di che pagarselo da soli?
In questo senso, il diritto al lavoro è subordinato anche alle leggi dell’economia: niente utile, niente paga.
Se non ci sono soldi, come si potrebbe corrispondere un salario?
A momenti mi ammazzavano. La cosa più gentile che mi hanno detto: parli bene tu con la tua pensione milionaria che ti paghiamo noi.
Che, tra tante stupidaggini, è stata l’unica cosa sensata; in effetti un po’ in imbarazzo mi sono sentito, anche se di milioni non se ne parla.
Un simpatico sindacalista che era sul palco con me mi ha spiegato che la soluzione era ovvia: la nazionalizzazione di tutti i mezzi di produzione, industrie, commerci, banche: e, naturalmente, l’uscita dall’euro.
Ho pensato al Muro di Berlino e alla Corea del Nord e ho rabbrividito.
Alla fine, sguardi ostili e incazzatura generale.
Mi spiace per il mio amico; ma con questa gente non si può ragionare.

Bruno Tinti
(da “il Fatto Quotidiano“)

argomento: Grillo | Commenta »

“MANCATI CONTROLLI SULL’ILVA”: LA UE PROCEDE CONTRO L’ITALIA

Settembre 27th, 2013 Riccardo Fucile

PUNITI PER LE EMISSIONI INQUINANTI

Tra un passato distrutto dalle troppe vittime, un presente sfregiato dai molti ammalati e un futuro in dubbio con tassi elevatissimi di sterilità , l’Unione Europea certifica il disastro ambientale di Taranto.
Ieri la Commissione ha annunciato l’avvio di una procedura di infrazione a carico dell’Italia. «In seguito a diverse denunce provenienti da cittadini e Ong, la Commissione ha accertato che l’Italia non garantisce che l’Ilva rispetti le prescrizioni dell’Ue relative alle emissioni industriali, con gravi conseguenze per la salute umana e l’ambiente» dicono.
«L’Italia è inoltre inadempiente anche rispetto alla direttiva sulla responsabilità  ambientale, che sancisce il principio “chi inquina paga”».
Ora l’Italia, spiega il commissario Janez Potocnik, ha due mesi di tempo per rispondere. Altrimenti scatteranno le procedure di sanzione con multe salatissime ai danni dello Stato.
«La Commissione – spiega però il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando – ha apprezzato il lavoro del nostro Governo. La prima risposta sarà  l’approvazione del nuovo piano ambientale: gli interventi di risanamento e di innovazione che i commissari stanno ultimando sono parte essenziale di questa risposta».
«Spero che non siano soltanto buone intenzioni» risponde però Potocnik, che ben conosce evidentemente i 20 anni di promesse mai mantenute della politica italiana per difendere Taranto dai veleni.
A partire dalle due Autorizzazioni integrate ambientali rilasciate dal governo Berlusconi e da quella di Monti che avrebbero, secondo Bruxelles, disatteso le norme comunitarie.
Su questo, indaga anche la procura di Taranto che proprio nelle scorse settimane ha sequestrato a Roma documenti al Ministero.
A esultare per l’apertura della procedura sono le associazioni ambientaliste: Bruxelles si è infatti mossa soltanto dopo a un lungo lavoro e a un accurato dossier presentato da Peacelink, con Antonia Battaglia, Fabio Matacchiera e Alessandro Marescotti che hanno lavorato per mesi alla messa in mora dello Stato italiano.
Intanto, mentre il commissario Bondi promette la dismissione degli impianti più inquinanti a favore di altri a impatto molto più basso, a Taranto continua il braccio di ferro tra magistratura e famiglia Riva per la riapertura degli impianti fermi da quasi due settimane al Nord.
La situazione è kafkiana, con la Procura e il gip che dicono di non aver mai ordinato il fermo degli impianti ma di aver tolto solo le somme dalla disponibilità  della famiglia Riva per passarle in quelle del custode, e la famiglia Riva che invece giura di essere stata costretta a chiudere.
In attesa di definire quindi la differenza tra sequestro e serrato, dovrebbe intervenire il Governo con un decreto ad hoc: il ministro Flavio Zanonato sostiene che è pronto ma il Consiglio dei ministri, traballante per motivi politici, non si è ancora riunito.

Giuliano Foschini
(da “la Repubblica“)

argomento: Ambiente, sanità | Commenta »

GIOVANARDI ROMPE IL FRONTE PDL: “LE DIMISSIONI NON SONO SERIE, QUANDO SARANNO VERE SAREMO IN MOLTI A NON DIMETTERCI”

Settembre 27th, 2013 Riccardo Fucile

IL SENATORE SI E’ RIFIUTATO DI FIRMARE: “SAREBBE BASTATO RINVIARE LA LEGGE SEVERINO ALLA CORTE COSTITUZIONALE”

Senatore Giovanardi, proprio lei, un fedelissimo di Berlusconi che alla fine lo tradisce e non firma le dimissioni.
“Lei non ha letto bene la mia dichiarazione. Io non tradisco nessuno. Questa è una doppia mascalzonata, quella che sta facendo il Pd e anche quella che sta studiando qualcuno ai danni di Berlusconi”.
Spieghi meglio.
“Il Pd sta facendo una forzatura sul voto di decadenza dal Senato del Cavaliere. Sarebbe bastato rinviare la legge Severino alla Corte Costituzionale e tutto si sarebbe aggiustato”.
Lei è un democristiano di vecchio stampo, così forse si aggiustava tutto, ma l’elettorato del Pd non l’avrebbe perdonato.
“Si però adesso fanno la parte dei giustizialisti. Inutilmente. E il governo rischia. Inutilmente”.
Perchè dice che anche dentro il partito questa storia delle dimissioni non giova a Berlusconi?
“E’ una cosa che è stata gestita malissimo. Anche Martino (il senatore Antonio Martino, ndr) non è d’accordo, perchè non serve a nulla, non si sa a cosa voglia arrivare. Poi, adesso sto ascoltando interpretazioni diverse da parte di alcuni colleghi che dicono che comunque è solo un gesto di solidarietà  a Berlusconi, nulla di più. Ma con le dimissioni non si scherza, io quindi non mi dimetto”.
Diranno che lei è attaccato alla poltrona.
“Dicano pure ciò che vogliono, ho fatto il ministro, il capogruppo, il sottosegretario, il vicepresidente, ho un’esperienza parlamentare che alcuni dei miei colleghi se la sognano, cosa vuole che stia attaccato alla poltrona? Dico solo che questa storia non sta in piedi”.
Non crede che il suo gesto, decisamente coraggioso visto dall’esterno e visto il suo ruolo dentro il partito, possa servire da apripista anche per altri senatori, casomai alla prima legislatura?
“Io il mio gesto l’ho motivato. Io non ho firmato e non firmerò le dimissioni perchè ritengo non siano la modalità  giusta per costringere le forze politiche ad assumersi le responsabilità  nei confronti del Paese, soprattutto in vista della campagna elettorale. Poi, se il 4 ottobre il Pd si renderà  complice di questa mascalzonata contro Berlusconi, allora sarà  evidente che non ci sono più le condizioni per continuare un’alleanza di governo. Che bisogno c’è di dimettersi? Per darci in pasto ai grillini che poi, una volta dovessero mai arrivare al voto dell’aula, si divertirebbero a votare uno sì e uno no. “Tu resti perchè ci sei simpatico, tu invece no perchè sei antipatico”, ma che razza di cultura politica è mai questa? Ripeto, non è una cosa seria”.
Scusi, ma lei l’altra sera c’era alla riunione dei gruppi dove avete deciso di dimettervi in massa
“Certo che c’ero”.
E perchè non l’ha detto subito che lei non ci stava?
“Io ho chiesto la parola, poi è arrivato Berlusconi e mi è stato detto che il dibattito non c’era più, quindi non mi sono potuto esprimere”.
Quanti altri come lei?
“Parecchi. Non faccio numeri, ma le assicuro che non ho visto mica tanti entusiasmi in giro”.
Tanti da costituire una gamba per una maggioranza alternativa?
“Ma questo proprio non lo so, è veramente presto per parlarne”.
Già , ma visto che vi siete ficcati in un cul de sac, adesso come pensate di uscirne?
“Ah, non ne ho proprio idea. Io non ho firmato, quindi questo gioco non mi riguarda. Se la vedesse chi l’ha inventato”.
E’ stato Brunetta.
“Io ho fatto un gesto in piena coscienza, non ho firmato. Se la vedesse lui con la sua”.

Sara Nicoli
(da “il Fatto Quotidiano“)

argomento: PdL | Commenta »

SOLITO GIOCO DELLE TRE CARTE: L’AUMENTO DELL’IVA SLITTA A GENNAIO, RINCARO DELLA BENZINA E DEGLI ACCONTI IRES-IRAP

Settembre 27th, 2013 Riccardo Fucile

SARANNO RIVISTE IN FUTURO LE ALIQUOTE, INTANTO AUMENTANO LE ACCISE

Accordo fatto.
L’aumento dell’Iva dal 21% al 22% slitta dal primo ottobre a gennaio, nella speranza di poterlo congelare definitivamente entro la fine dell’anno.
E’ quanto emerge dalla Bozza del decreto legge anticipata dall’Ansa. Entro l’anno prossimo, poi, verranno “ridefinite le misure delle aliquote ridotte” dell’Iva “nonchè gli elenchi da assoggettare alle medesime”.
Il Consiglio dei ministri di oggi, inoltre, ha rifinanziato la Cassa integrazione in deroga per il 2013 con un’ulteriore somma di 330 milioni di euro “da ripartirsi tra le regioni”.
Le coperture per il mancato rialzo dell’Iva a ottobre arriveranno dall’aumento dell’acconto dell’Ires (al 103%) e dell’Irap per il 2013, oltre che dall’incremento delle accise sui carburanti per 2 centesimi al litro fino a dicembre 2013 e poi fino al 15 febbraio 2015 di 2,5 2,5 cent al litro.
Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, negli ultimi giorni aveva indicato in un miliardo di euro la cifra necessario per far slittare il provvedimento, inizialmente previsto per giugno.
La Bozza prevede anche l’integrazione con 120 milioni di euro del fondo di solidarietà  comunale istituito per il 2013 per compensare i Comuni del mancato gettito Imu.
Sono state quindi accolte, almeno per il momento, le richieste delle associazioni di categoria.
L’ultimo a chiedere lo stop all’aumento era stato Carlo Sangalli, questa mattina, a Radio1Rai: “Anche se alcuni indicatori come ad esempio l’export e la fiducia delle famiglie e delle imprese cominciano a dare segnali di risveglio, ancora latitano gli effetti sull’economia reale. Noi confermiamo le stime di marzo con il Pil a -1,7% e i consumi a -2,4%. Bisogna far ripartire la domanda interna e per questo si deve scongiurare il previsto aumento dell’Iva dal 21 al 22%”.

(da “La Repubblica”)

argomento: governo | Commenta »

DE GREGORIO, L’INCUBO NOTTURNO DI BERLUSCONI

Settembre 27th, 2013 Riccardo Fucile

L’EX SENATORE HA GIà€ AMMESSO DI AVER GESTITO LA COMPRAVENDITA DI PARLAMENTARI PER FAR CADERE PRODI

È da settimane che Silvio Berlusconi agita il fantasma del suo arresto.
Un fantasma che viaggia in coppia con un altro spettro: la decadenza dal ruolo parlamentare che ricopre.
Senza immunità , infatti, queste fantomatiche manette potrebbero scattare più facilmente.
Alle voci ha già  risposto esattamente un mese fa, il procuratore capo di Napoli Giovanni Colangelo parlando di “notizie prive di qualsiasi fondamento”: “Non c’è alcuna misura di custodia cautelare nei cassetti e — per rispetto della legge — non potrebbe esserci”.
Lasciando le voci di arresto al loro rango, quello delle ipotesi, restano i fatti della cronaca giudiziaria che, da soli, giustificano l’idea di un autunno caldo per il Cavaliere, nelle aule giudiziarie napoletane.
La prima data da tenere a memoria è quella del 23 ottobre, giorno d’udienza per il procedimento sulla compravendita dei senatori che, nel 2007, portarono alla caduta del governo Prodi.
Berlusconi è accusato — i pm sono Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock, Alessandro Milita e Fabrizio Vanorio — di corruzione, in concorso con Valter Lavitola, per aver pagato 3 milioni di euro a Sergio De Gregorio, leader di “Italiani nel mondo”, che aveva il compito di traghettare i transfughi del centrosinistra nelle file del-l’opposizione per far cadere il governo Prodi.
E De Gregorio — da quando ha ammesso le sue responsabilità , chiedendo il patteggiamento — è diventato il principale accusatore di Berlusconi anche per altre vicende giudiziarie, a partire dalla questione rogatorie con Hong Kong nel procedimento Mediaset.
Pochi giorni fa è stato lo stesso Valter Lavitola a insinuare nuovi dubbi, dichiarando che Berlusconi rischia — a suo dire — un’incriminazione per corruzione internazionale, per le vicende panamensi legate a Finmeccanica, nelle quali il Cavaliere potrebbe essere indagato addirittura per associazione per delinquere, proprio con Lavitola.
Lavitola mette al centro della sua ipotesi la costruzione di un ospedale per bambini, a Panama, legato alla chiusura di un appalto per la costruzione di una metropolitana. L’unico fatto certo è che negli atti d’indagine, il nome di Berlusconi, viene fuori più volte, ma anche in questo caso non v’è traccia di iscrizioni nel registro degli indagati. C’è poi un terzo filone d’inchiesta che lambisce il Cavaliere e, anche in questo caso, il suo vecchio amico Valter Lavitola.
E anche questa preoccupa il fondatore di Forza Italia che però non risulta indagato, esattamente come Lavitola, ma vede accusato il direttore del settimanale di famiglia, Panorama, per rivelazione del segreto d’ufficio è corruzione.
Un’inchiesta che, come le altre due, è condotta dai Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock.
La storia risale all’estate di due anni fa, quando Panorama, diretto da Giorgio Mulè, pubblicò uno scoop sensazionale: la Procura di Napoli intendeva arrestare Valter Lavitola e Gianpi Tarantini.
Ma secondo l’accusa non si trattò di una normale fuga di notizie, perchè l’atto non era stato ancora firmato dalla gip, Amalia Primavera e, dalla ricostruzione degli investigatori, si scopre che fu un cancelliere, compiendo un reato, a estrarre il documento dal computer dell’ufficio.
Fin qui, la cronaca giudiziaria, ma ad agitare gli incubi del Cavaliere c’è una serie di quesiti dettati dal buon senso: quella pubblicazione, al di là  del suo aspetto giornalistico, può aver agevolato la fuga e la conseguente latitanza di Lavitola?
Il faccendiere era infatti già  all’estero quando lo scoop fu pubblicato, e all’estero rimase per parecchi mesi successivi.
E ancora: il direttore e il giornalista, prima di pubblicare lo scoop, avvisarono il loro editore oppure no?
In altre parole, Berlusconi sapeva, prima della pubblicazione, della richiesta di arresto per il suo vecchio amico Lavitola?
Sono domande dettate dalla logica, delle quali Berlusconi conosce la risposta, così come conosce la verità  sui suoi rapporti con Valter Lavitola, Sergio De Gregorio e Gianpi Tarantini.
Dei tre, l’unico ad avergli voltato le spalle è De Gregorio.
E il caldo autunno napoletano s’inaugura il 23 ottobre, con l’udienza sulla compravendita dei senatori, che potrebbe aprire un nuovo processo per Berlusconi.
Il patteggiamento richiesto da De Gregorio è un primo, importante risultato ottenuto dall’accusa.
Ma nell’attesa, Berlusconi già  agita lo spettro dell’arresto.

Antonio Massari
(da “Il Fatto Quotidiano“)

argomento: Giustizia | Commenta »

« Previous Entries
  • Destra di Popolo.net
    Circolo Genovese di Cultura e Politica
    Diretto da Riccardo Fucile
    Scrivici: destradipopolo@gmail.com

  • Categorie

    • 100 giorni (5)
    • Aborto (20)
    • Acca Larentia (2)
    • Alcool (3)
    • Alemanno (150)
    • Alfano (315)
    • Alitalia (123)
    • Ambiente (341)
    • AN (210)
    • Animali (74)
    • Arancioni (2)
    • arte (175)
    • Attentato (329)
    • Auguri (13)
    • Batini (3)
    • Berlusconi (4.297)
    • Bersani (235)
    • Biasotti (12)
    • Boldrini (4)
    • Bossi (1.223)
    • Brambilla (38)
    • Brunetta (83)
    • Burlando (26)
    • Camogli (2)
    • canile (4)
    • Cappello (8)
    • Caprotti (2)
    • Caritas (6)
    • carovita (170)
    • casa (247)
    • Casini (120)
    • Centrodestra in Liguria (35)
    • Chiesa (276)
    • Cina (10)
    • Comune (343)
    • Coop (7)
    • Cossiga (7)
    • Costume (5.592)
    • criminalità (1.404)
    • democratici e progressisti (19)
    • denuncia (14.536)
    • destra (573)
    • destradipopolo (99)
    • Di Pietro (101)
    • Diritti civili (276)
    • don Gallo (9)
    • economia (2.332)
    • elezioni (3.303)
    • emergenza (3.080)
    • Energia (45)
    • Esselunga (2)
    • Esteri (784)
    • Eugenetica (3)
    • Europa (1.314)
    • Fassino (13)
    • federalismo (167)
    • Ferrara (21)
    • Ferretti (6)
    • ferrovie (133)
    • finanziaria (325)
    • Fini (823)
    • fioriere (5)
    • Fitto (27)
    • Fontana di Trevi (1)
    • Formigoni (90)
    • Forza Italia (596)
    • frana (9)
    • Fratelli d'Italia (291)
    • Futuro e Libertà (511)
    • g8 (25)
    • Gelmini (68)
    • Genova (543)
    • Giannino (10)
    • Giustizia (5.796)
    • governo (5.805)
    • Grasso (22)
    • Green Italia (1)
    • Grillo (2.941)
    • Idv (4)
    • Immigrazione (734)
    • indulto (14)
    • inflazione (26)
    • Ingroia (15)
    • Interviste (16)
    • la casta (1.396)
    • La Destra (45)
    • La Sapienza (5)
    • Lavoro (1.316)
    • LegaNord (2.415)
    • Letta Enrico (154)
    • Liberi e Uguali (10)
    • Libia (68)
    • Libri (33)
    • Liguria Futurista (25)
    • mafia (544)
    • manifesto (7)
    • Margherita (16)
    • Maroni (171)
    • Mastella (16)
    • Mattarella (60)
    • Meloni (14)
    • Milano (300)
    • Montezemolo (7)
    • Monti (357)
    • moschea (11)
    • Musso (10)
    • Muti (10)
    • Napoli (319)
    • Napolitano (220)
    • no global (5)
    • notte bianca (3)
    • Nuovo Centrodestra (2)
    • Obama (11)
    • olimpiadi (40)
    • Oliveri (4)
    • Pannella (29)
    • Papa (33)
    • Parlamento (1.428)
    • partito del popolo della libertà (30)
    • Partito Democratico (1.034)
    • PD (1.192)
    • PdL (2.781)
    • pedofilia (25)
    • Pensioni (129)
    • Politica (32.750)
    • polizia (253)
    • Porto (12)
    • povertà (502)
    • Presepe (14)
    • Primarie (149)
    • Prodi (52)
    • Provincia (139)
    • radici e valori (3.690)
    • RAI (359)
    • rapine (37)
    • Razzismo (1.410)
    • Referendum (200)
    • Regione (344)
    • Renzi (1.521)
    • Repetto (46)
    • Rifiuti (84)
    • rom (13)
    • Roma (1.125)
    • Rutelli (9)
    • san gottardo (4)
    • San Martino (3)
    • San Miniato (2)
    • sanità (306)
    • Sarkozy (43)
    • scuola (354)
    • Sestri Levante (2)
    • Sicurezza (454)
    • sindacati (162)
    • Sinistra arcobaleno (11)
    • Soru (4)
    • sprechi (319)
    • Stampa (373)
    • Storace (47)
    • subappalti (31)
    • televisione (244)
    • terremoto (402)
    • thyssenkrupp (3)
    • Tibet (2)
    • tredicesima (3)
    • Turismo (62)
    • Udc (64)
    • Università (128)
    • V-Day (2)
    • Veltroni (30)
    • Vendola (41)
    • Verdi (16)
    • Vincenzi (30)
    • violenza sulle donne (342)
    • Web (1)
    • Zingaretti (10)
    • zingari (14)
  • Archivi

    • Luglio 2025 (48)
    • Giugno 2025 (573)
    • Maggio 2025 (591)
    • Aprile 2025 (622)
    • Marzo 2025 (561)
    • Febbraio 2025 (352)
    • Gennaio 2025 (640)
    • Dicembre 2024 (607)
    • Novembre 2024 (609)
    • Ottobre 2024 (668)
    • Settembre 2024 (458)
    • Agosto 2024 (618)
    • Luglio 2024 (429)
    • Giugno 2024 (481)
    • Maggio 2024 (633)
    • Aprile 2024 (618)
    • Marzo 2024 (473)
    • Febbraio 2024 (588)
    • Gennaio 2024 (627)
    • Dicembre 2023 (504)
    • Novembre 2023 (435)
    • Ottobre 2023 (604)
    • Settembre 2023 (462)
    • Agosto 2023 (642)
    • Luglio 2023 (605)
    • Giugno 2023 (560)
    • Maggio 2023 (412)
    • Aprile 2023 (567)
    • Marzo 2023 (506)
    • Febbraio 2023 (505)
    • Gennaio 2023 (541)
    • Dicembre 2022 (525)
    • Novembre 2022 (526)
    • Ottobre 2022 (552)
    • Settembre 2022 (584)
    • Agosto 2022 (585)
    • Luglio 2022 (562)
    • Giugno 2022 (521)
    • Maggio 2022 (470)
    • Aprile 2022 (502)
    • Marzo 2022 (542)
    • Febbraio 2022 (494)
    • Gennaio 2022 (510)
    • Dicembre 2021 (488)
    • Novembre 2021 (599)
    • Ottobre 2021 (506)
    • Settembre 2021 (539)
    • Agosto 2021 (423)
    • Luglio 2021 (577)
    • Giugno 2021 (559)
    • Maggio 2021 (556)
    • Aprile 2021 (506)
    • Marzo 2021 (647)
    • Febbraio 2021 (570)
    • Gennaio 2021 (605)
    • Dicembre 2020 (619)
    • Novembre 2020 (575)
    • Ottobre 2020 (639)
    • Settembre 2020 (465)
    • Agosto 2020 (588)
    • Luglio 2020 (597)
    • Giugno 2020 (580)
    • Maggio 2020 (618)
    • Aprile 2020 (643)
    • Marzo 2020 (437)
    • Febbraio 2020 (593)
    • Gennaio 2020 (596)
    • Dicembre 2019 (542)
    • Novembre 2019 (316)
    • Ottobre 2019 (631)
    • Settembre 2019 (617)
    • Agosto 2019 (639)
    • Luglio 2019 (654)
    • Giugno 2019 (598)
    • Maggio 2019 (527)
    • Aprile 2019 (383)
    • Marzo 2019 (562)
    • Febbraio 2019 (598)
    • Gennaio 2019 (641)
    • Dicembre 2018 (623)
    • Novembre 2018 (603)
    • Ottobre 2018 (631)
    • Settembre 2018 (586)
    • Agosto 2018 (362)
    • Luglio 2018 (562)
    • Giugno 2018 (563)
    • Maggio 2018 (634)
    • Aprile 2018 (547)
    • Marzo 2018 (599)
    • Febbraio 2018 (571)
    • Gennaio 2018 (607)
    • Dicembre 2017 (579)
    • Novembre 2017 (634)
    • Ottobre 2017 (579)
    • Settembre 2017 (456)
    • Agosto 2017 (368)
    • Luglio 2017 (450)
    • Giugno 2017 (468)
    • Maggio 2017 (460)
    • Aprile 2017 (439)
    • Marzo 2017 (480)
    • Febbraio 2017 (420)
    • Gennaio 2017 (453)
    • Dicembre 2016 (438)
    • Novembre 2016 (438)
    • Ottobre 2016 (424)
    • Settembre 2016 (367)
    • Agosto 2016 (332)
    • Luglio 2016 (336)
    • Giugno 2016 (358)
    • Maggio 2016 (373)
    • Aprile 2016 (308)
    • Marzo 2016 (369)
    • Febbraio 2016 (335)
    • Gennaio 2016 (404)
    • Dicembre 2015 (412)
    • Novembre 2015 (401)
    • Ottobre 2015 (422)
    • Settembre 2015 (419)
    • Agosto 2015 (416)
    • Luglio 2015 (387)
    • Giugno 2015 (397)
    • Maggio 2015 (402)
    • Aprile 2015 (407)
    • Marzo 2015 (428)
    • Febbraio 2015 (417)
    • Gennaio 2015 (434)
    • Dicembre 2014 (454)
    • Novembre 2014 (437)
    • Ottobre 2014 (440)
    • Settembre 2014 (450)
    • Agosto 2014 (433)
    • Luglio 2014 (437)
    • Giugno 2014 (392)
    • Maggio 2014 (392)
    • Aprile 2014 (389)
    • Marzo 2014 (436)
    • Febbraio 2014 (386)
    • Gennaio 2014 (419)
    • Dicembre 2013 (367)
    • Novembre 2013 (395)
    • Ottobre 2013 (447)
    • Settembre 2013 (433)
    • Agosto 2013 (389)
    • Luglio 2013 (390)
    • Giugno 2013 (425)
    • Maggio 2013 (413)
    • Aprile 2013 (345)
    • Marzo 2013 (372)
    • Febbraio 2013 (293)
    • Gennaio 2013 (361)
    • Dicembre 2012 (364)
    • Novembre 2012 (336)
    • Ottobre 2012 (363)
    • Settembre 2012 (341)
    • Agosto 2012 (238)
    • Luglio 2012 (328)
    • Giugno 2012 (288)
    • Maggio 2012 (258)
    • Aprile 2012 (218)
    • Marzo 2012 (255)
    • Febbraio 2012 (247)
    • Gennaio 2012 (259)
    • Dicembre 2011 (223)
    • Novembre 2011 (267)
    • Ottobre 2011 (283)
    • Settembre 2011 (268)
    • Agosto 2011 (155)
    • Luglio 2011 (210)
    • Giugno 2011 (264)
    • Maggio 2011 (273)
    • Aprile 2011 (248)
    • Marzo 2011 (255)
    • Febbraio 2011 (234)
    • Gennaio 2011 (253)
    • Dicembre 2010 (237)
    • Novembre 2010 (187)
    • Ottobre 2010 (159)
    • Settembre 2010 (148)
    • Agosto 2010 (75)
    • Luglio 2010 (86)
    • Giugno 2010 (76)
    • Maggio 2010 (75)
    • Aprile 2010 (66)
    • Marzo 2010 (79)
    • Febbraio 2010 (73)
    • Gennaio 2010 (74)
    • Dicembre 2009 (74)
    • Novembre 2009 (83)
    • Ottobre 2009 (90)
    • Settembre 2009 (83)
    • Agosto 2009 (56)
    • Luglio 2009 (83)
    • Giugno 2009 (76)
    • Maggio 2009 (72)
    • Aprile 2009 (74)
    • Marzo 2009 (50)
    • Febbraio 2009 (69)
    • Gennaio 2009 (70)
    • Dicembre 2008 (75)
    • Novembre 2008 (77)
    • Ottobre 2008 (67)
    • Settembre 2008 (56)
    • Agosto 2008 (39)
    • Luglio 2008 (50)
    • Giugno 2008 (55)
    • Maggio 2008 (63)
    • Aprile 2008 (50)
    • Marzo 2008 (39)
    • Febbraio 2008 (35)
    • Gennaio 2008 (36)
    • Dicembre 2007 (25)
    • Novembre 2007 (22)
    • Ottobre 2007 (27)
    • Settembre 2007 (23)
  • Settembre 2013
    L M M G V S D
     1
    2345678
    9101112131415
    16171819202122
    23242526272829
    30  
    « Ago   Ott »
  • Leggi gli ultimi articoli inseriti

    • “VANNACCI DERIDE GLI OMOSESSUALI COME ME, LA SMETTA. CI HA FRACASSATO GLI ZEBEDEI”; ANCHE NELLA LEGA SI SONO ROTTI LE SCATOLE DELLE SPARATE DELL’EURODEPUTATO ELETTO NEL CARROCCIO CONTRO I GAY (“CI ARMIAMO E POI CHI MANDIAMO IN GUERRA? QUELLI DEL GAY PRIDE?”)
    • GLI INDUSTRIALI AVVERTONO GIORGIA, I DAZI DELL’“AMICO” TRUMP SONO INDIGERIBILI: IL NUMERO UNO DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, È CHIARISSIMO NEL BOCCIARE IL COMPROMESSO SULLE TARIFFE COMMERCIALI AL 10% CON GLI USA, DEFINITA DA MELONI “NON PARTICOLARMENTE IMPATTANTE”
    • SE LO STATO DI UNA DEMOCRAZIA SI GIUDICA DALLE SUE CARCERI, L’ITALIA È TERZO MONDO
    • PREZZI BOLLENTI
    • GIORGIA MELONI A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L’ALBERO UN’ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA’ ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU’ INCROLLABILE CONSENSO PUO’ SGRETOLARSI
    • LE TEMPERATURE ALTE GIOCANO BRUTTI SCHERZI: BOCCHINO VUOLE CANDIDARE MELONI AL NOBEL PER L’ECONOMIA
  • Commenti recenti

    • Log In

      • Accedi
      • Feed dei contenuti
      • Feed dei commenti
      • WordPress.org
    • Credits: G.I





    Usiamo i cookie anche di terze parti autorizzate. Continuando a navigare su questo sito, acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy.
    PreferenzeCONTINUA
    Manage consent

    Privacy Overview

    This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
    Necessary
    Sempre abilitato
    Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
    CookieDurataDescrizione
    cookielawinfo-checbox-analytics11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
    cookielawinfo-checbox-functional11 monthsThe cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
    cookielawinfo-checbox-others11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
    cookielawinfo-checkbox-necessary11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
    cookielawinfo-checkbox-performance11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
    viewed_cookie_policy11 monthsThe cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
    Functional
    Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
    Performance
    Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
    Analytics
    Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
    Advertisement
    Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
    Others
    Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
    ACCETTA E SALVA