GENOVA: SILVIO CADE ANCOR PRIMA DEI RISULTATI DELLE ELEZIONI
Maggio 9th, 2015 Riccardo FucileL’INCIDENTE DURANTE IL COMIZIO PER SOSTENERE LA CANDIDATURA DI TOTI
Inciampa, va al tappeto, si rialza e sorridendo esclama: “Questa è la sinistra…”.
Tutto in un attimo.
Succede a Silvio Berlusconi al termine del suo intervento per sostenere la candidatura di Giovanni Toti alla guida della Regione Liguria.
Il luogo è il Teatro della Gioventù, Genova. Qualche attimo di apprensione in sala. Poi l’ex premier, con guardie del corpo e Francesca Pascale al seguito, esce dal teatro.
Un piccolo fuori programma.
Arrivato alla fine di un comizio il cui principale argomento era stato sottolineare l’importanza di un centrodestra unito.
Unico argine elettorale al Partito Democratico guidato da Renzi, colui che “ha sospeso la democrazia”, con una politica di una “violenza inaudita”.
“Il programma di Giovanni Toti ha saputo ricompattare il centrodestra”, esordisce l’ex Cavaliere. Che ha poi aggiunto: “E’ avvenuto solo qui in Liguria ma l’auspicio è che questo possa ripetersi perchè solo con l’unità del centrodestra si può superare la sinistra”.
E Berlusconi cerca anche di delineare un suo ruolo nel futuro del partito.
“Da fuori della politica, penso però di poter essere utile a questo Paese”.
Come? Lanciando la formazione di un Partito Repubblicano. Non è la prima volta che, nelle ultime settimane, l’ex premier tesse le lodi del “modello americano”. Berlusconi rivendica “l’esempio degli Usa: nella più forte democrazia del mondo ci sono due partiti, i repubblicani e i democratici”.
Due formazioni politiche “soltanto” che si “contrastano”.
Poi il messaggio ai moderati: “Non votate per simpatie personali ma per un grande nuovo partito, che si può chiamare repubblicano o come vi pare, che si contrapone al Pd. Abbiamo il Pd, diamo vita a un’altra grande formazione che trasformi la maggioranza sociale dei moderati in una maggioranza politica consapevole e organizzata. Solo così contrasteremo la sinistra”. Un passaggio preceduto da un “ragionamento collettivo”.
Niente nuovo Predellino, insomma. “Dal ’48 a oggi i moderati d’italia, che sono maggioranza, non hanno ancora imparato a votare. Abbiamo votato lasciandoci portare da simpatia e non da intelligenza. Serve un ragionamento consapevole per essere tutti uniti in una grande forza”.
(da “il Fatto Quotidiano”)