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LA TELEFONATA DI SILVIO AI REDUCI: OCCHIO NON VEDE, CUORE NON DUOLE

Febbraio 27th, 2016 Riccardo Fucile

SISTO GLI DICE: “QUA E’ PIENO DI GENTE”, MA IN REALTA’ ERANO QUATTRO GATTI…A BARI FORZA ITALIA NON E’ PIU’ RAPPRESENTATA IN CONSIGLIO COMUNALE

“Un esercito di difensori del voto, di missionari della libertà ” per combattere, porta a porta e programma alla mano, una nuova “crociata”. E riconquistare 26 milioni di sfiduciati.
La rimonta di Forza Italia deve partire da Bari. Lo ripete in una telefonata fiume il fondatore e presidente del partito Silvio Berlusconi, collegato in viva voce con il capoluogo pugliese.
L’occasione dell’appello ai reduci la fornisce l’inaugurazione della nuova sede del coordinamento metropolitano di Forza Italia, guidato da qualche giorno dal deputato Francesco Paolo Sisto dopo il commissariamento della consigliera Irma Melini.
Una situazione difficile, quella del partito a Bari: quattro i consiglieri comunali che hanno abbandonato il gruppo di Forza Italia, nei fatti scomparso dai banchi dell’assemblea di Palazzo di città .
Nel nuovo comitato, nella centralissima via Argiro, però sono appena un centinaio i militanti accolgono il leader, per ora solo collegato via telefono.
“Troppo presto per averlo qui, non siamo ancora pronti”, confessa Sisto.
“Verrò a Bari a breve — assicura Berlusconi — così come tornerò in tv e su Internet per ripetere il miracolo di qualche anno fa e recuperare in 23 giorni il 10 per cento”.
La missione — per l’ex premier — è riprendersi uno a uno i voti degli sfiduciati, per evitare “la catastrofe” della vittoria del Movimento 5 Stelle, che “continua a crescere nei sondaggi”.
Sisto incautamente aveva detto a Berlusconi: “E’ pieno di gente”. Ma in realtà  non è così: se si pensa a quando accorrevano in 10.000 ad ascoltarlo, la visione di quel centinaio di persone “sopravvissute” è sintomatico della crisi profonda del centrodestra in Puglia.

Silvia Dipinto
(da “La Repubblica”)

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RISSE, DROGA E FURTI IN CASA: IMMIGRATI? NO, BABY GANG DELLA ROMA BENE

Febbraio 27th, 2016 Riccardo Fucile

DALLA BALDUINA A PRATI: SONO FIGLI DI AVVOCATI, PRIMARI, IMPRENDITORI E COMMERCIALISTI

In tasca hanno i soldi di mamma e papà .
Girano per le strade e le piazze di Roma nord a bordo di minicar da 15mila euro. Tornano la notte alle 3. Assaltano appartamenti durante le feste del sabato sera.
Si drogano e bevono superalcolici arrampicati sui cornicioni dei palazzi con le gambe a penzoloni mentre si scattano con il cellulare i selfie.
Scappano prima che le forze dell’ordine riescano a bloccarli e denunciarli.
Minacciano i coetanei che aggrediscono se fanno la spia ai «grandi».
Ecco il nuovo incubo di Roma nord. Una quindicina di ragazzini, tra i 15 e i 17 anni, che sono diventati il terrore degli adolescenti e dei genitori.
L’ultima irruzione risale a due sabati fa. La prima invece allo scorso ottobre.
Il valore dei soldi, dell’argenteria e degli oggetti rubati negli appartamenti dove si imbucano non ha importanza per i membri della baby gang.
Si tratta, infatti, solo di provare quel brivido, di assaporare la scarica di adrenalina dettata da quel trasgredire maledettamente figo.
Non hanno alle spalle le storie difficili di quei “clandestini” che destano tanto allarme sociale e speculazioni politiche, hanno potenti famiglie alle spalle in grado di assicuragli, se proprio andasse male, un’assistenza legale di primo livello.
I loro genitori saranno sicuramente i primi a lamentarsi della presenza dei campi rom, forse perchè sono in concorrenza con i loro figli.
Sicuramente difenderanno la “famiglia tradizionale”, senza rendersi conto, troppo presi dalle loro occupazioni, della deriva che stanno imboccando figli senza più riferimenti e valori.
Finchè carcere non li separi.

(da agenzie)

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IL COMUNE DI ROMA VUOLE I SOLDI DELLA FONTANA DI TREVI, BASTA MONETINE AI POVERI

Febbraio 27th, 2016 Riccardo Fucile

LA RABBIA DEI VOLONTARI: “CI TRATTANO COME SE FOSSIMO QUELLI DI MAFIA CAPITALE”

Euro, dollari, rubli, sterline, yuan e yen.
I milioni di turisti che arrivano in Italia, a Roma, e sorridenti lanciano le monetine nella Fontana di Trevi, non sanno che quegli insignificanti (per loro) spiccioli sono un prezioso aiuto per i poveri.
Un automatismo che potrebbe finire schiacciato dalle esigenze di cassa del Comune e stravolto per sanare altri buchi di bilancio o coprire altre spese.
Da anni il rito che mescola superstizione e romanticismo, per chi amante della Città  Eterna compie quel gesto nella speranza di ritornare a Roma, è coperto da una convezione tra il Campidoglio e la Caritas diocesana della Capitale: i soldi raccolti finiscono in opere di beneficenza per indigenti, malati e senzatetto.
Così sarà  fino al 2017 e anche dopo se verrà  rinnovata la convenzione.
Si tratta di circa un milione di euro l’anno, una cifra che dal 2010 è stata sempre in aumento fino al 2014, quando sono partiti i lavori di restauro della Fontana, terminati a novembre.
Alla Caritas, però, sono preoccupati, perchè le notizie che arrivano dal Campidoglio non rassicurano e al Vicariato, sede romana dell’organismo pastorale, lamentano l’assenza di interlocutori: «Non sappiamo con chi parlare e i soliti ostacoli burocratici non aiutano. Già  non è stato per noi un bene che con il restauro il ministero abbia bloccato tutto».
Il pantano politico di Roma ha fatto il resto e ha congelato anche questa decisione, lasciando però un sospetto: che il Comune voglia tenere per sè il patrimonio di monetine e dirottare le risorse altrove.
Lo scorso ottobre poco prima della caduta di Ignazio Marino, la giunta capitolina ha approvato un provvedimento che rende il Campidoglio proprietario esclusivo di tutte le monete lanciate nelle fontane di Roma, dalla Barcaccia di piazza di Spagna al Tritone di piazza Barberini, da quella di Santa Maria in Trastevere a Madonna dei Monti.
I cartelli appositamente installati dalla Sovrintendenza ai Beni culturali accanto alle opere informeranno i turisti che la raccolta servirà  a finanziare il restauro dei monumenti, trasformando di fatto il lancio delle monetine in una donazione.
In quell’elenco, però, la Fontana di Trevi non c’è, proprio perchè tuttora è in vigore la convenzione con la Caritas che scadrà  il prossimo anno. Mesi fa la questione restò in sospeso. Poi, come si sa, tutto è precipitato.
Pochi giorni dopo il provvedimento, a fine ottobre, sono arrivate le dimissioni di Marino e quasi contemporaneamente la Fontana progettata da Nicola Salvi è tornata a risplendere dopo 17 mesi di ponteggi per i lavori.
La Caritas non ci vede chiaro e chiede una risposta che forse in pieno commissariamento non può ricevere: dovrà  aspettare le elezioni e l’insediamento della nuova giunta per sapere che fine faranno le monetine, che vengono periodicamente raccolte, pulite, contate e, quando si tratta di valuta straniera, convertite in euro.
Tra chi teme il peggio c’è Massimo Raimondi, storico responsabile delle case famiglia per i malati di Aids che la Caritas gestisce nel parco di Villa Glori: «Quei soldi sono fondamentali per tenere in piedi tutto questo — dice – . Anche perchè dobbiamo ancora ricevere i rimborsi dalla Regione Lazio per i nostri servizi sociali e sanitari. A molti non è chiaro che quelle monete non vanno nelle nostre tasche, ma verrebbero sottratte agli ultimi che noi assistiamo. Dopo Mafia Capitale si fa una gran confusione. Parlano tanto di sussidiarietà  e alla fine ci trattano come se fossimo Salvatore Buzzi ».

Giacomo Galeazzi e Ilario Lombardo
(da “La Stampa“)

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SALVINI INSULTA I GENOVESI E RIMEDIA L’ENNESIMA FIGURA DI ….FELPA

Febbraio 27th, 2016 Riccardo Fucile

“ADESSO VENGONO DA GENOVA A SPIEGARCI COME SI FA RICERCA”… PECCATO CHE LA REGIONE LOMBARDIA, IL COMUNE DI MILANO   E TRE UNIVERSITA’ MILANESI ABBIANO CONDIVISO IL PROGETTO SUL POLO SCIENTIFICO CON L’ITT GENOVESE… SOLO GLI IGNORANTI NON LO SANNO

«Non abbiamo bisogno che vengano da Genova a spiegarci come si fa ricerca a Milano»: Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, ha detto così alla presentazione del candidato sindaco per il capoluogo lombardo, Stefano Parisi, spiegando che la sua sarà  una «campagna elettorale di orgoglio milanese».
Il riferimento è al progetto dell’Human Technopole che sorgerò nel sito di Expo, presentato nei giorni scorsi dallo stesso Renzi : «Mi sembra un insulto verso le università  migliori che ci sono in Italia e in Europa, però è la solita idea di clientelismo, di affarismo, di mancanza di meritocrazia che ha contraddistinto il governo Renzi in questi due anni».
Ma Salvini, oltre a insultare i genovesi, non sa neanche di cosa parla.
Facile per Il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, ricordare che il progetto sul futuro delle aree di Expo è stato «condiviso» con Comune di Milano e Regione Lombardia e coinvolge anche le università  milanesi: «Qualcuno a destra avvisi Salvini delle sue clamorose gaffe sul post Expo e su Milano. Lo avvisi che il progetto presentato l’altro giorno con Regione e Comune è stato condiviso dalle istituzioni locali ed è stato elaborato anche dalle tre università  pubbliche milanesi in prima fila».
Ancora: «Anzichè riconoscere il bel lavoro di squadra promosso dal governo, lui cerca di buttare tutto in rissa. Che tristezza, piegare anche questo lavoro alle logiche di campagna elettorale. Ma è proprio a partire da qui che si vede la differenza tra chi ha a cuore Milano e chi la vuole usare solo per la propria propaganda personale».
L’ennesima figura di cacca, insomma.

(da “il Secolo XIX”)

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RIXI NON E’ PIU’ IL VICE DI SALVINI: UN MESE FA ERA “UN GRANDE FRATELLO”, ORA LA NOMINATION PER USCIRE DALLA CASA

Febbraio 27th, 2016 Riccardo Fucile

FATTI FUORI I DUE VICE INQUISITI PER I PIU’ PRESENTABILI GIORGETTI E FONTANA… SI TEME LA CONDANNA PER PECULATO PER I RIMBORSI E IL RELATIVO DANNO DI IMMAGINE

Edoardo Rixi, assessore regionale allo Sviluppo economico della Regione, perde lo scettro di vicesegretario nazionale della Lega.
Ieri al termine del Consiglio federale, che si è svolto nel pomeriggio a Milano, in via Bellerio, lo stesso leader del Carroccio, Matteo Salvini, dà  l’annuncio: «Giancarlo Giorgetti e Lorenzo Fontana sono stati nominati vicesegretari federali della Lega Nord».
Insomma, da ieri Salvini ha due nuove vice nazionali, mentre Edoardo Rixi e l’altro vice-nazionale, Riccardo Molinari, entrambi inquisiti, lasciano il passo.
Non hanno scadenza temporale, le cariche di vice-nazionali, che sono esclusivamente a discrezione del leader Salvini.
Rixi cerca di minimizzare e pala di “naturale avvicendamento”.
Se Giorgetti è considerato l’eminenza grigia della Lega, Fontana lavora sul piano europeo: per Salvini si tratta di un rafforzamento della compagine del movimento.
Certo, viene ammesso con difficoltà , nei corridoi milanesi, il coinvolgimento di Edoardo Rixi nell’inchiesta “Spese Pazze” non ha per nulla lasciato indifferente Salvini, anche se ufficialmente il leader del Carroccio si è speso più volte, in interviste e con post sui social, per difendere e ribadire l’innocenza del «mio fratello Edoardo», attaccando la magistratura.
Ma di fronte alla possibilità  di un condanna per peculato, in un partito squassato da vicende giudiziarie, avere due vice sotto processo non era proprio il massimo.
Sono le regole del “Grande Fratello”: oggi tocca a Rixi essere stato “nominato”, in attesa del prossimo…

(da agenzie”)

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INTERVISTA A JEAN MARIE LE PEN: “MARINE SI PENTIRA’ DI AVERMI TRADITO, FARO’ UN PARTITO PER SFIDARE IL FRONTE”

Febbraio 27th, 2016 Riccardo Fucile

IL FONDATORE DEL FN MEDITA VENDETTA SULLA FIGLIA “MANIPOLATA DA ARRIVISTI”… E NON RISPARMIA NEANCHE LA NIPOTE MARION

Quando Marine era piccola le raccontava della politica come fosse un incontro di pugilato. “Se scegli di salire sul ring devi essere pronto a prendere colpi fino alla fine. Il campione del mondo vince con la faccia gonfia di botte”.
La bambina si è messa i guantoni e ha preso a pugni il suo mentore in un parricidio che evoca tragedie greche ed è la chiave di volta di un pezzo di futuro della Francia. Sui muri sono appese le fotografie ingiallite dei bei tempi andati. Il patriarca al balcone con le tre figlie biondissime: Marie-Caroline, Yann e Marine.
La magione di Montretout, sulle colline di Saint-Cloud, è stata per decenni quartier generale del Front National, crocevia di affari e sentimenti della dinastia Le Pen. Marine ha lasciato la casa di famiglia un anno fa, preludio di una rottura che si è consumata qualche mese dopo.
Jean-Marie continua a venire il pomeriggio, nell’ufficio al primo piano avvolto nella penombra in cui troneggia il binocolo di un incrociatore puntato sulla vista a perdifiato della capitale.
“Sente il rumore in sottofondo? E’ l’autostrada ma a me ricorda quello del Pacifico, quando facevo le traversate in mare”. La polvere copre i modellini di velieri, omaggio alla famiglia di pescatori bretoni.
Qualche giorno fa, è arrivata la polizia giudiziaria per fare perquisizioni nell’inchiesta sull’assunzione degli assistenti all’europarlamento. Un altro affaire riguarda il mutuo della casa di Rueil-Malmaison, dove Le Pen è andato a vivere con la seconda moglie Jany.
Gli accertamenti riguardano anche la presidente del Fn. E’ un nodo privato e pubblico difficile da sciogliere.
“Mia figlia non ha capito che ero il suo scudo. Senza di me, è più fragile ed esposta”. Un vecchio leone ferito che medita vendetta, parla di sè in terza persona.
“Non capisco cosa giustifichi l’esclusione di Jean-Marie Le Pen che ha fondato il Front National e l’ha diretto per 40 anni”. Da mesi non comunicano più.
Quando finalmente si sono incontrati, in un estremo tentativo di riappacificazione, è finita male. “Sembrava un addio tra marito e moglie” ricorda Le Pen, che a giugno compirà  89 anni.
“Marine non ama essere contraddetta. Il suo difetto, se posso permettermi, è di non essere abbastanza democratica”. L’addio si trascina. “Qualunque regno diviso al suo interno è destinato a perire” ha scritto Le Pen a sua figlia, minacciando di fondare un suo movimento politico.
Da quando è stato escluso dal partito, nel maggio scorso, continua a battersi.
Tre processi, tutti vinti, resta la Cassazione. Cita un vecchio proverbio: “L’esperienza è una candela che illumina solo colui che la porta”. Le relazioni sono interrotte anche con la nipote Marion. “E’ troppo sicura di sè. Come Marine, pensa di poter fare a meno di me. Eppure sono io che le ho create”.
La leader del Fn è determinata. “E’ manipolata da arrivisti che le stanno intorno” continua il fondatore citando Florian Philippot, vicepresidente del partito, che avrebbe spinto per liberarsi del “Diavolo” in casa, come Le Pen senior è stato soprannominato in mezzo secolo di attività  politica.
Nel 1972, quando creò il Front National, scelse come simbolo la fiamma che arde, copiando i “fratelli” del Movimento Sociale. “Con l’Italia ho avuto sempre tante relazioni. Sono amico di Marco Pannella, anche se la pensiamo diversamente siamo entrambi paria del sistema”.
“Non, je ne regrette rien”. Non rimpiango niente, dice, intonando la melodia della canzone di Edith Piaf.
Sottoscrive di nuovo la frase per cui la figlia ha deciso di escluderlo dal Fn. “Le camere a gas sono un dettaglio della Storia. L’ho detto e lo ripeto”.
Impresentabile in un partito che punta al potere. Doveva andare diversamente.
Jean-Marie aveva designato come erede la primogenita, Marie-Caroline. Lei se ne andò con il rivale politico del padre.
La vita del Menhir – altro soprannome ispirato ai monoliti – è costellata di tradimenti al femminile. La prima è stata la moglie Pierrette, scappata con il suo biografo. L’ultima è Marine. “Non ho mai sofferto. Se qualcuno non mi ama più, smetto di amare” dice con un ghigno che irrigidisce il volto.
Parafrasando Gloria Swanson potrebbe dire: “Io sono sempre grande, è la Francia che è diventata piccola”. Appena si lascia andare sul suo viale del tramonto, riaffiorano le ossessioni più sconcertanti.
“L’esplosione demografica è il fenomeno del millennio. Sulla carta, abbiamo già  perso: saremo sommersi. Ma c’è l’imprevedibile: una gigantesca epidemia, un conflitto nucleare”.
A proposito di Angela Merkel che ha deciso di accogliere i rifugiati, si concede una delle sue battute di pessimo gusto: “Ha aperto le braccia e subito ha dovuto chiudere le cosce”. E’ un lungo crepuscolo.
Si consola facendo il bisnonno con la piccola Olympe, figlia di Marion che spesso viene a trovare la nonna Yann, la più discreta e tormentata delle figlie, l’unica rimasta a Montretout.
“Forse Marine pensa che deve calpestare i sentimenti per una causa superiore. Se vincerà , allora entrerà  nella Storia. Ma se così non fosse, come purtroppo temo, porterà  con sè il rimorso fino alla fine dei suoi giorni”.
Dice che ha già  pronto il nome del suo nuovo movimento. Sembra piuttosto l’ennesima recita, l’ultima.
Dietro ai propositi bellici, traspare la voglia di fuggire da un destino ormai segnato. “Per tacere, aspetto di essere morto”.

Anais Ginori
(da “la Repubblica“)

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BERLUSCONI-LAVINIA, LA PASCALE DISTRUGGE UN QUADRO: “DEVI SMENTIRE TUTTO”

Febbraio 27th, 2016 Riccardo Fucile

A FARNE LE SPESE UN DIPINTO PREZIOSO

L’allarme “fermi tutti” è scattato sul presto, o sul tardi, a seconda delle abitudini.
È l’una di notte di ieri, villa di Arcore, Francesca Pascale viene informata dell’articolo del Fatto dedicato a lei, Silvio Berlusconi e Lavinia Palombini, la 21enne romana per la quale, da questa estate in Sardegna, l’ex Cavaliere dimostra attenzioni e simpatia. Dolore. Scene di ira.
Pare ne abbia subito le conseguenze anche un quadro prezioso, danneggiato in maniera importante, oltre ai padiglioni auricolari dei presenti, sollecitati dal tono di voce della trentenne. Non basta, ovviamente.
La richiesta è stata perentoria: “Adesso (rivolta a Berlusconi) organizzi un’intervista e smentisci tutto, tutto!!! Altrimenti non mi controllo”.
No, la risposta dell’ex premier, non ci penso proprio, almeno per ora. Altre urla, altre accuse.
Però, come accade da anni nelle situazioni più complesse, a intervenire è Niccolò Ghedini, parlamentare assenteista quanto avvocato presenzialista, il quale decide la strategia da tenere in tre punti.
Primo: cercare un contatto con i giovani Zappacosta, Andrea e Luca, ex colleghi della Palombini in Azzurra libertà , per capire come arginare la vicenda, smussarla, magari smentirla.
Addirittura c’è chi sostiene di aver incontrato il legale alle otto del mattino nel quartiere Parioli di Roma, vicino alla loro abitazione, in cerca dei due.
Secondo: proteggere la ragazza, lo ha chiesto B.; proteggerla sì dal clamore generale, ma soprattutto dalle ire della Pascale.
Infine annunciare querela: “A proposito di notizie di stampa riguardanti asseriti rapporti fra la signora Lavinia Palombini e il presidente Berlusconi, si tratta di fatti totalmente inventati, privi di ogni fondamento e palesemente diffamatori”.
Quindi, aggiunge, “si provvederà  a esperire quanto prima ogni più opportuna azione legale anche nei confronti di coloro che dovessero riprendere tali inveritiere affermazioni”. Insomma, più querele per tutti.
Ma non è finita. Anche i legali della ragazza annunciano provvedimenti: “Quanto si legge in queste ore in merito alla presunta storia tra la signora Lavinia Palombini e il presidente Silvio Berlusconi è completamente falso. Nei prossimi giorni intraprenderemo tutte le opportune azioni a tutela dei diritti e degli interessi della nostra assistita”.
Peccato che nessuno ha parlato di “storia”.
Gli Zappacosta sono stati assediati tutto il giorno: “Non ne possiamo più, ci ha chiamato chiunque, non solo giornalisti, ma siamo impegnati in campagna elettorale e ci interessa parlare solo di politica”.
La famiglia Berlusconi si è ulteriormente spaccata, con la figlia Barbara in prima linea, poco amica della Pascale, e sempre più in ansia per le sorti del padre, isolato dentro Arcore.
E poi la politica, sfondo grigio di un’esistenza, dove gli incontri di questo periodo sono costellati d’imbarazzo, di silenzi, di frasi nascoste in pensieri differenti. Mancano pure le barzellette, chi lo va a trovare esce più cupo di quando varca il cancello.
E da oggi vedrà  sulle pareti un quadro in meno, prima vittima sacrificale di un’amicizia che non s’ha da fare.

Alessandro Ferrucci
(da “il Fatto Quotidiano”)

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“MAI CON NCD”: IL COERENTE SALVINI ALLEATO CON LUPI PER LE AMMINISTRATIVE DI MILANO

Febbraio 26th, 2016 Riccardo Fucile

LA UMORISTICA FOTO DI GRUPPO TRA I DUE INCIUCISTI

Ncd e Lega con Stefano Parisi a Milano, prove di “nuova piattaforma per il centrodestra”. L’ex ad di Fastweb, candidato sindaco del centrodestra, parte con la sua campagna elettorale e accanto a sè trova tutti i big dei partiti che lo sostengono: Maurizio Lupi di Ncd, Maria Stella Gelmini di Fi, Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia e Matteo Salvini della Lega che manda subito un messaggio al governo: “Se vinciamo sarà  l’avviso di sfratto a Renzi”.
Affermazione ridimensionata da quello che sarà  lo sfidante di Giuseppe Sala: “Non esageriamo”.
“Si sta creando una nuova piattaforma per il centrodestra, miracolo lo hanno chiamato, ed è il motivo vero per cui ho scelto di candidarmi – spiega Parisi – ma è un po’ eccessivo parlare di avviso di sfratto al premier”.
Le idee per la città . “Dobbiamo guardare a come sarà  Milano tra 10 o 20 anni. Oggi nei cassetti di Pisapia non c’è nulla e bisogna riprendere il percorso iniziato con Albertini e gli Stati generali del 1998”.
Questa la prospettiva del candidato per la città . Quanto al pedaggio d’ingresso in città  Area C, Parisi assicura che “non verrà  toccato il perimetro” nel quale è ora in vigore.   “Fra cinque anni avremo una città  cambiata e molto migliorata”, dice ancora l’ex city manager.
Tra le proposte: ancora sicurezza, con le telecamere del Comune e dei privati messe in rete per creare metadati, la riqualificazione delle periferie, l’innovazione e la semplificazione della macchina comunale.
La coalizione.
E’ stato – dice Parisi – il sostegno dei quattro partiti che gli ha fatto decidere di candidarsi. E l’occasione serve a Lupi per parlare di Milano come di laboratorio politico. Il capogruppo di Ap alla Camera commenta il rapporto con la Lega. “Non siamo un’unione civile con Salvini – dice – nè una coppia di fatto. A Milano abbiamo sempre lavorato assieme, ognuno di noi dando il proprio contributo per tornare a fare grande questa città . Io e Salvini, tra l’altro, siamo stati, per la prima volta, consiglieri comunali insieme, nel 1993. E ora la candidatura di Parisi ci ha rimesso insieme”.
Salvini ha ribadito che sarà  impegnato personalmente nelle comunali della sua città , come capolista della Lega e potenziale assessore del futuro sindaco (“se gli servirò”). Preoccupato da un candidato come Parisi nato a Roma? “Preferisco un milanese di adozione piuttosto che un milanese con la puzza sotto il naso”.

(da agenzie)

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SCANDALO SANITA’ LOMBARDA: SALVINI E’ SOCIO FONDATORE DELL’ASSOCIAZIONE DI RIZZI E LONGO

Febbraio 26th, 2016 Riccardo Fucile

IL LEADER DELLA LEGA RISULTA CONSIGLIERE DI “OCTOPUS BRAIN” INSIEME ALL’EX PD GIANCARLO SERAFINI, CONDANNATO PER CORRUZIONE QUANDO ERA AMMINISTRATORE INAIL

Il leader della Lega Matteo Salvini è tra i soci fondatori di Octopus Brain, un’associazione per la prevenzione del disagio giovanile presieduta niente meno che da Mario Valentino Longo, il factotum di Fabio Rizzi (consigliere regionale leghista arrestato per le tangenti sulla sanità  in Lombardia ndr), arrestato nell’ambito dell’inchiesta Smile della procura di Monza.
Il segretario del Carroccio non è un socio qualunque, era anche consigliere dell’associazione, carica che divideva proprio con il compagno di partito Fabio Rizzi. Quando gli si chiede conto della sua presenza tra i ranghi dell’associazione Salvini risponde: “Sono presente in decine di associazioni in Italia, e non ho mai preso una lira. Tra i soci fondatori della Octopus Brain c’era anche Giancarlo Serafini, ex senatore e consigliere regionale del Pdl (oggi in Forza Italia) che nel 1994 ha patteggiato una condanna per corruzione quando era consigliere d’amministrazione Inail.
Octopus Brain è un Associazione con sede a Varese, fondata nel 2010 da Matteo Salvini insieme a Fabio Rizzi, Mario Longo ed un po’ di dentisti, per prevenire il disagio minorile. Tesoriere quella Silvia Bonfiglio, compagna di Longo ai domiciliari…
Su 7 membri del direttivo 4 vengono arrestati, come possiamo definire l’associazione?
Un caso di cattive compagnie?

(da “il Fatto Quotidiano”)

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