Giugno 21st, 2019 Riccardo Fucile
SE VUOLE CRITICARLA PRIMA FACESSE UN PORNO E POI NE PARLIAMO
Se Salvini è geloso dei like a Valentina Nappi prima facesse un porno e poi ne parliamo. Altrimenti sono capaci tutti a rosicare perchè Rai Radio 2 mette un like su Twitter alla pornostar più bella del pianeta (isole comprese) in quanto più intelligente — e l’intelligenza è sexy!
Per questo il prestigioso social media manager di Salvini, Luca Morisi, dovrebbe prendere in considerazione l’ipotesi di evitare rosicamenti così vistosi e crisi di gelosia nei confronti di Valentina, colpevole soltanto di essere una donna libera.
Scrive Salvini: “Caspita, contro di me addirittura la contessa Valentina Nappi (celebre artista del porno) con il Like di Rai Radio 2, pagata da tutti gli Italiani”
La contessa Nappi merita infatti tutto il rispetto del ministro Matteo Salvini visto che è stata votata apprezzata da così tanti italiani. E se il ministro vuole contestarla, prima faccia un porno e poi parli.
(da “NextQuotidiano“)
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Giugno 21st, 2019 Riccardo Fucile
ITALIA SCENDE AL LIVELLO TIER 2 … “ERA PIU’ EFFICACE IL GOVERNO PRECEDENTE”
A sorpresa, a due giorni dalla missione americana di Salvini e dal suo incontro con il
segretario di Stato Mike Pompeo, il dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha declassato l’Italia in relazione alle attività di contrasto al traffico di esseri umani.
È quanto emerge dal rapporto diffuso dal dipartimento: l’Italia è stata portata al livello Tier 2.
“Il governo dell’Italia – si legge – non ha raggiunto pienamente gli standard minimi per l’eliminazione del traffico. I suoi sforzi non sono stati seri e sostenuti, rispetto a quelli del periodo precedente”.
Inoltre, il dipartimento ha sottolineato che “nonostante l’impegno per reprimere le reti di traffico in Italia, c’è stato un calo nel numero di arresti di trafficanti e di indagini, rispetto al periodo precedente”.
Insomma come dire che era meglio Minniti di Salvini.
Che lotta…
(da agenzie)
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Giugno 21st, 2019 Riccardo Fucile
LE NAVI ONG NON ATTIRANO MIGRANTI: QUANDO NON CI SONO NE ARRIVANO DI PIU’
Sono gli sbarchi fantasma a dribblare i porti chiusi di Salvini e Toninelli.
La Stampa racconta oggi in un articolo a firma di Fabio Albanese che il Viminale ha diffuso alcuni dati dai quali emerge che tra i 2144 migranti arrivati dal primo gennaio al 10 giugno, il 31%, 670 persone, viene della Libia, ma un 25% a testa arriva da Turchia (550) e Tunisia (543) e un altro 10% dall’Algeria.
Dalla Tunisia si arriva a Lampedusa e sulle spiagge dell’Agrigentino. Come sbarchi «fantasma» o «autonomi» il Viminale conteggia per quest’anno 815 arrivi (finora) al Sud contro i 930 di un anno fa, con un calo del 12%. Ma questi sono solo i numeri di chi è stato rintracciato, perchè non sempre è così.
Secondo uno studio di Matteo Villa (Ispi), nel solo mese di maggio dalla Libia sono partiti 2010 migranti e di questi appena 379 nello stesso periodo in cui al largo c’erano navi delle Ong, mentre i restanti 1631 sono partiti in periodi nei quali le navi umanitarie erano ferme nei porti (sotto sequestro o per manutenzione).
Come è avvenuto due fine settimana fa, quando tra migranti recuperati dai libici e riportati indietro, quelli salvati dalla Marina maltese e quelli arrivati in Italia si è toccato quota mille.
Questo a smentire ancora una volta il cosiddetto «pull factor» e cioè l’accusa che da anni viene fatta alle Ong di «attirare» i migranti ogni qual volta ci sono loro navi in mare.
Statisticamente, maggio e giugno sono i mesi con più partenze di migranti. Partenze che proseguono comunque per tutta l’estate. Cosa accadrà nelle prossime settimane, dunque, lo si potrà capire davvero solo alla fine della stagione.
(da agenzie)
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Giugno 21st, 2019 Riccardo Fucile
LASCIATI AL LARGO DELLE COSTE DELL’ISOLA DA UN PESCHERECCIO E POI HANNO PROSEGUITO CON UN GOMMONE
La dimostrazione che il pugno di ferro è solo una sceneggiata ad uso e consumo della
propaganda. Sono complessivamente 100 i migranti approdati nelle ultime ore a Lampedusa in tre sbarchi consecutivi
I primi 81 sono sbarcati all’alba di stamane con un gommone dopo essere stati lasciati al largo delle coste dell’isola da un peschereccio che stava tentando di fare rientro verso le coste del Nord Africa
La “nave madre” e’ stata intercettata e bloccata da una motovedetta della Guardia di Finanza
Subito dopo si sono registrati altri due “mini sbarchi”, con 12 e 7 migranti, ma non è ancora chiaro se siano da ricondurre al peschereccio sequestrato
Dodici migranti sono arrivati direttamente a terra e sono stati bloccati dai carabinieri. Altri 7 sono stati intercettati in mare; tre si sono lanciati in acqua nei pressi di Cala Pulcino. Due sono stati subito recuperati, un altro e’ riuscito a fare perdere le proprie tracce.
(da agenzie)
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Giugno 21st, 2019 Riccardo Fucile
IL PROBLEMA E’ CHE IN EUROPA SANNO FARE I CONTI E NON SI FANNO PRENDERE PER IL CULO DA DUE FUORICORSO FANCAZZISTI
Il professor Giuseppe Conte ha i numeri, e volendo li dà anche. E quindi contesta i calcoli dell’Europa davanti a un tavolo apparecchiato tra briciole di pizzette e rosticceria, come racconta oggi Ilario Lombardo sulla Stampa.
Con l’orgoglio di chi ha appena spiegato deficit e debito con i supplì e le crocchette, Conte ha quindi sostenuto che qui c’è qualcuno che ci giobba: «Riteniamo di avere i conti in ordine e confidiamo nelle nostre ragioni. Non accettiamo stime che non corrispondono alla realtà ».
Dire che l’Europa ha stime fuori dalla realtà è impegnativo
«Lo posso dire perchè noi semplicemente, grazie al nostro monitoraggio, abbiamo certificato flussi di cassa, risparmi di spesa e maggiori entrate. Lo dimostreremo mercoledì quando sarà approvato l’assestamento di bilancio, dopo che venerdì la Corte dei conti si sarà espressa».
Quale è allora secondo lei il motivo di questa rigidità : ragioni politiche?
«Non mi fate dire cosa penso. In questa fase voglio restare istituzionale».
Era stato lei però a dire, con realismo, che bisogna attenersi alle regole fin quando sono queste.
«Una cosa sono le regole, un’altra i numeri. Io sto contestando le loro stime di crescita e sto fornendo una certificazione delle mie stime attraverso l’assestamento. Per quanto riguarda le regole ho aperto una discussione con la mia lettera che è politica. In una famiglia si discute, che dite?».
La questione quindi è che c’è lontananza di stime tra i numeri della Commissione e quelli di un governo in cui i ruoli di maggior potere sono spartiti tra Salvini e Di Maio. E qui già un pubblico ministero raffinato e all’americana potrebbe dire: “Ho finito, vostro onore“.
Ma se vogliamo affrontare l’argomento in maniera più cogente dobbiamo partire dalla lettera con supercazzola che ieri Conte ha inviato all’Europa: perchè se c’era un qualsiasi errore sui conti, era quello il luogo deputato a farlo notare in modo inoppugnabile dimostrandolo con numeri e tabelle. P
urtroppo invece così non è andata. Perchè il premier si è limitato a scrivere cinque pagine di pii desideri su come dovrebbe essere l’Unione Europea e quanto dovrebbe cambiare. Tesi affascinanti, per carità , ma che sono come rispondere “Venerdì” alla domanda “Che ora è?”.
Perchè anche se Conte non se ne è accorto, quello che la Commissione Europea gli imputa è quello che gli ha risposto Pierre Moscovici: “si tratta di una discussione che non può essere fatta con commenti sulle regole bensì rispettando le regole che sono intelligenti e favoriscono la crescita economica”.
Bruxelles sta elegantemente facendo notare all’avvocato Conte che se si presenta in tribunale per difendere un suo cliente dall’accusa di aver commesso un reato e, nel merito, lo difende dicendo che quel reato non è una legge scritta particolarmente bene e ha dei difetti, la corte lo ascolterà con educazione e rispetto visto che è un professorone (cit.) e poi darà al suo cliente il massimo della pena.
Nella fattispecie sta accadendo che l’Europa chiede una correzione dei conti pari a dieci miliardi e che Conte ha risposto impegnandone due, peraltro già conteggiati per quota parte all’epoca della trattativa sul 2,4% diventato 2,04%.
Il resto sono chiacchiere di un chiacchierone di professione, che è la giusta sintesi tra gli altri due chiacchieroni che nemmeno lo fanno per professione.
Carlo Cottarelli sulla Stampa entra nei dettagli tecnici della replica:
La seconda parte della lettera (pagina 3) abbozza una risposta ai rilievi della Commissione sul nostro mancato rispetto delle regole, ma le rassicurazioni fornite sono limitate. Non ci sarà nessuna manovra per rafforzare i nostri conti, nessun fatto concreto per dirla alla Moscovici. La lettera dice solo che le previsioni fatte appena due mesi fa nel Documento di Economia e Finanza erano troppo pessimistiche.
Il deficit quest’anno non sarà del 2,4 per cento ma più basso. Di quanto più basso non c’è scritto, però. Anche se «i riscontri documentali necessari» saranno forniti “nelle competenti sedi tecniche”, il presidente del consiglio avrebbe potuto indicare il nuovo obiettivo. E’ significativo che non lo abbia fatto.
E poi c’è la questione delle entrate, sulla quale Conte sostiene che a Bruxelles si sbaglino:
In base ai dati usciti il 17 giugno, nei primi quattro mesi del 2019 le entrate per tasse e contributi sono aumentate solo dello 0,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018. Nelle previsioni fatte in aprile (coerenti con un deficit del 2,4 per cento) l’aumento previsto per l’anno era dell’1,3 per cento. Non sembra quindi che le entrate, nel loro complesso, stiano andando meglio del previsto.
E per il 2020? Si ribadisce l’intenzione di ridurre il deficit strutturale, ma solo dello 0,2 per cento rispetto all’ 0,6 per cento richiesto dalla Commissione.
E, a parte un generico riferimento alla revisione della spesa e a maggiori entrate, anche non tributarie (maggiori trasferimenti da imprese pubbliche?), non si spiega come gli obiettivi possano essere compatibili con gli aumenti di spesa già legiferati e con l’intenzione del governo, pure ricordata nella lettera, di non aumentare l’Iva e di introdurre la flat tax.
Il problema di Conte è che non si rende conto che avere i numeri e darli sono due cose diverse. Il rischio, sempre più concreto, è che la partita si concluda con il più classico dei “Me le hanno date, eh?, ma quante gliene ho dette“.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 21st, 2019 Riccardo Fucile
“VIOLATA L’AUTONOMIA DI COMUNI E PROVINCE”
Nelle more della sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato inammissibili i ricorsi
di cinque regioni contro il Decreto Sicurezza, c’è una questione giuridica molto importante che fa comprendere come la situazione per la norma (e per la credibilità del ministro) sia piuttosto buia.
Spiega oggi Claudia Fusani sulla Stampa:
La Corte ha messo il naso in alcune disposizioni del Titolo II del Decreto e ha ritenuto che è «stata violata l’autonomia costituzionalmente garantita a comuni e province». Sono state così accolte le censure sull’articolo 28 che prevede «un potere sostitutivo del prefetto nell’attività di tali enti». In pratica i giudici accusano il ministro dell’Interno di aver fatto una vera e propria invasione di campo nelle prerogative dei sindaci e “bocciano” i poteri straordinari attribuiti ai prefetti.
Il decreto infatti fece rumore anche nella parte in cui dà poteri speciali ai prefetti che, su mandato del ministro, devono individuare nella città «zone rosse», cioè pericolose per via dello spaccio o di altre forme di degrado ed impedire ai frequentatori di raggiungere quelle stesse zone tramite una sorta di Daspo urbano, divieti a frequentare una piazza o un giardino.
Insomma, è in arrivo una sorpresona per Salvini. Arriverà la prima volta che qualcuno solleverà la questione dell’incostituzionalità davanti a un giudice e questi rinvierà tutto alla Consulta.
A quel punto ciao ciao, un bacione.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 21st, 2019 Riccardo Fucile
LE OPINIONI DI COTTARELLI E DE MASI: “SOLO L’IMMIGRAZIONE CI SALVERA’”
Sempre più poveri, sempre più vecchi. E sempre di meno.
Il Rapporto Annuale dell’Istat descrive l’Italia come un Paese che corre il rischio, concreto, di una nuova decrescita economica e che si trova al centro di un’emorragia demografica inarrestabile. E, di conseguenza, con un futuro incerto. E, di conseguenza, con un futuro incerto. È il ritratto di una società impaurita, con poche prospettive, che rischia – come ha accennato anche il presidente dell’Istituto di Statistica nella presentazione del Rapporto – di doversi limitare a vivacchiare guardando al presente, data la nebbia che avvolge l’avvenire.
E che, di conseguenza, costituisce terreno fertile per un tipo di narrazione politica che gioca sulla paura: quella che vede i migranti – che pure, stando al rapporto, sono gli unici in grado di invertire la tendenza – come un pericolo e invita gli italiani a fare più figli per cambiare la tendenza. Ma quella che è stata finita “doppia recessione” è un fenomeno complesso. E a risolverlo non basteranno promesse elettorali, nè misure di breve periodo.
La possibilità che il Pil torni a calare nel secondo trimestre dell’anno – così come ipotizzato dall’Istituto nazionale di statistica – genera inquietudine, ma c’è un dato che riassume meglio di tutti la prospettiva di un Paese che non cresce, da nessun punto di vista. Se la tendenza non sarà invertita nel 2050 la popolazione italiana diminuirà di 2,2 milioni. Tradotto: 6 milioni di unità di forza lavoro mancanti.
Lo scenario è quello di un Paese in cui i giovani saranno sempre di meno e aumenteranno gli anziani. “In un contesto simile sorgerebbero due ordini di problemi – spiega Carlo Cottarelli ad Huffpost – uno è puramente numerico: con meno persone che lavorano il Pil è più basso. L’altro è un problema di produttività , che dipende dalla struttura demografica della popolazione. In una società dove ci sono più giovani l’economia cresce più rapidamente”.
C’è poi la questione delle pensioni: “Nella storia dell’umanità i giovani aiutano gli anziani. Ma se questi ultimi quando erano giovani hanno scelto di non avere figli, non avranno i giovani che alimenteranno le loro pensioni. Sarà un problema serio, ma in verità lo è già adesso. Se non cambia qualcosa sarà sempre peggio. Mi sento di dire che le politiche di questo governo non ci aiuteranno a cambiare situazione, sia dal punto di vista demografico che da quello economico. Anzi, corriamo il rischio di ritrovarci in una situazione simile a quella che l’Italia ha vissuto nel 2011/2012”.
Quanto alla bassa natalità , gli unici a invertire la tendenza sono gli stranieri.
Se la curva della popolazione non ha avuto una flessione più drastica è grazie a loro: “Non va ignorato che la crescita della popolazione italiana degli ultimi vent’anni è avvenuta unicamente grazie all’aumento della componente di origine straniera”, ha detto Blangiardo alla presentazione del lavoro.
Anche per Cottarelli la presenza di stranieri in Italia può essere d’aiuto tanto all’economia quanto alla demografia che, in un contesto del genere, sono strettamente collegati: “L’immigrazione regolare può risolvere il problema, certo. Ma sappiamo che per vari motivi questo crea tensioni. Del resto, una delle ragioni per cui la Lega ha preso tanti voti è la paura dell’immigrazione irregolare. È, per certi versi, il timore di un cambiamento che avviene molto rapidamente”.
Gli stranieri hanno dato un contributo fondamentale per arginare l’emorragia di nuovi nati nel Paese.
Il professor Cottarelli ride della proposta di Matteo Salvini di ridurre la pressione fiscale: “E con quali soldi? – si chiede – non è neanche una misura mirata alla natalità . Il problema grosso dell’Italia è il debito pubblico. Noi spendiamo il 3,7% del Pil (70 miliardi) per pagare gli interessi sul debito. Questi soldi gli altri Paesi li usano per altre misure, comprese quelle che riguardano la demografia”.
I dati sull’invecchiamento della popolazione sono chiari. Ma l’Italia non è la sola a trovarsi in questa situazione. Cambia, però, il modo in cui il problema viene affrontato. Per il professor Domenico De Masi, sociologo del Lavoro, anche in questo caso incide la gestione dell’immigrazione:
”È un andamento di tutti i Paesi ricchi. Gli altri hanno però pensato di compensare la minore presenza di ‘indigeni’ con gli immigrati”, dice ad HuffPost. L’idea che, alla luce di questi dati, gli italiani siano invitati a fare più figli lo fa sorridere: “Salvini dice che bisogna avere più figli? – afferma – ma se prima che un nuovo nato diventi forza lavoro devono passare almeno 20 anni. Il problema della carenza di giovani è, invece, attuale. E si può risolvere solo con gli immigrati”.
Per De Masi un’analisi demografica che si fermi all’Italia è miope: bisogna estendere lo sguardo al mondo intero: “In Italia in futuro la popolazione diminuirà , è vero, ma se guardiamo il dato globale ci accorgiamo che nel mondo, entro 10 anni, saremo un miliardo in più”. R
agionando in questi termini, per De Masi, il problema non si pone. Basta lasciare alle persone la possibilità di spostarsi da un Paese all’altro: “Per fortuna la situazione complessiva è tale che possiamo compensare le denatalità con le migrazioni. Ed è questo che Salvini non capisce”.
(da “Huffingtonpost”)
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