Settembre 2nd, 2019 Riccardo Fucile
“IL PROBLEMA NON ESISTE PIU'”: RIDICOLA GIUSTIFICAZIONE PER NASCONDERE LA FIGURA DI MERDA
“In questi giorni si è detto che la trattativa si è bloccata sui posti da vicepremier. Il concetto è semplice: Conte è un premier super-partes, per cui se ci fosse stato un vicepremier Pd era giusto che ci fosse un vice M5S. Il Pd ci ha ripensato e ha rinunciato ad avere un suo vicepremier, per cui il problema ora non esiste più”.
Lo dice il leader del M5S Luigi Di Maio in un video su facebook alla vigilia del voto su Rousseau in cui annuncia la sua rinuncia alla carica di vicepremier nel Conte Bis.
“Ora tocca agli iscritti del Movimento e mi rivolgo a chi è perplesso, non c’è un voto giusto o sbagliato, c’è il vostro voto, noi abbiamo già vinto”, conclude.
Dal Pd il segretario Nicola Zingaretti pala di “passi in avanti” e si dice “fiducioso e ottimista”. “Stiamo lavorando con pazienza e serietà per un governo di svolta vera, questo serve all’Italia, che riaccenda i motori dell’economia, che nell’ultimo anno si è fermata, che tagli le tasse sul lavoro, per aumentare i salari specialmente quelli più bassi, che investa nella Green Economy e sulla scuola, per lo sviluppo economico delle imprese, che modifichi i decreti sicurezza; un governo che cambi radicalmente quello che abbiamo visto finora e faccia cose utili per gli italiani. Se si stanno facendo, come pensiamo che si stiano facendo, per fortuna, passi in avanti in questa direzione, ovviamente noi siamo fiduciosi e ottimisti e continueremo a lavorare per questo risultato”.
(da agenzie)
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Settembre 2nd, 2019 Riccardo Fucile
NEL QUESITO SULL’ALLEANZA CON LA LEGA IL SI’ VENIVA PRIMA E LA LEGA NON ERA MAI NOMINATA
Martedì, come è ormai noto, i 115.372 aventi diritto al voto su Rousseau saranno chiamati dalle 9 alle 18 a esprimere il proprio voto sull’alleanza con il Pd per un nuovo governo guidato da Giuseppe Conte.
Il quesito a cui potranno rispondere gli iscritti è: “Sei d’accordo che il MoVimento 5 Stelle faccia partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte?”.
La domanda si presenta ben più esplicita di quanto è successo il 18 maggio 2018, quando il quesito che avrebbe portato al governo con Matteo Salvini, non citava esplicitamente la Lega, ma chiedeva solo l’approvazione del “contratto del governo del cambiamento”.
C’è però un altro dettaglio interessante.
Secondo quanto potuto verificare da Repubblica, il quesito, che è già pubblicato sulla piattaforma Rousseau, offre agli iscritti due risposte.
Il bottone del “No” è il primo ad apparire, sopra a quello del “Sì”. Lo scorso anno, in occasione del governo con la Lega, il “Sì” veniva prima del “No”
I precedenti su Rousseau
La storia dei voti su Rousseau insegna che dei 115mila e dispari iscritti alla piattaforma (che rappresentano appena l’1 per cento dell’elettorato grillino alle ultime Politiche) in realtà in media ne votano molto meno.
Ad esempio al quesito sul mandato zero, il 25 e il 26 luglio scorsi, risposero appena in 25 mila.
Un pochino più alta la partecipazione alle europarlamentarie (primo turno, 31 marzo 2019: 37.256 votanti; secondo turno 4 aprile 2019: 32.240).
Il massimo dei votanti si è raggiunto nella consultazione sul caso Diciotti, che coinvolgeva l’alleato di governo Matteo Salvini: era il 18 febbraio 2019 e votarono in 52.417.
Infine alle Parlamentarie del 3 febbraio 2018 votarono in 39.991. Per l’alleanza fra M5s e Lega, il 18 maggio 2018, i votanti furono 44.769. Vedremo quanti saranno i voti domani.
(da agenzie)
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Settembre 2nd, 2019 Riccardo Fucile
E SU 5.025 ARRIVI VIA MARE SOLO 482 SONO STATI CON LE ONG, A DIMOSTRAZIONE DELLE PALLE DEL GOVERNO
Per la gioia dei suoi fan oggi Matteo Salvini ha annunciato che grazie al Decreto Sicurezza «è stata sequestrata la nave di una ONG tedesca». La nave in questione è la Eleonore della ONG Lifeline che ha forzato il divieto di ingresso in Italia ed è stata così sottoposta a n sequestro amministrativo cautelare
Quello che Salvini non dice ai suoi è che grazie al sequestro sbarcheranno in Italia i 104 migranti a bordo della nave. Persone che da otto giorni il capo della Lega teneva in mezzo al mare.
Ma per Salvini le cose stanno diversamente: «mentre altri litigano per le poltrone, io continuo a difendere i confini e la sicurezza del mio Paese». In che modo non è chiaro. Perchè se sono i migranti a costituire un pericolo per la sicurezza della Nazione allora il sequestro e il conseguente sbarco non hanno certo risolto alcunchè.
Se invece l’obiettivo è quello di fermare le ONG abbiamo una brutta notizia per Salvini e i suoi elettori. Perchè delle navi delle ONG sequestrate grazie al Decreto Sicurezza ben poche rimangono in porto. Ad esempio la Open Arms fatta sequestrare il 20 agosto scorso è già stata restituita alla ONG spagnola di Oscar Camps.
Il Capitano non dice nemmeno che nel frattempo anche tutti i migranti a bordo della Mare Jonio di Mediterranea potranno scendere a terra.
A bordo del rimorchiatore della ONG italiana erano rimasti 31 migranti. Dopo un’ispezione a bordo di un team di medici inviati dal Ministero è stato deciso di trasbordarli tutti a terra tramite una motovedetta della Guardia Costiera italiana.
E non finisce qui, oggi a Lampedusa ci sono stati altri tre sbarchi “fantasma” per un totale di 143 persone, tutte accompagnate nell’hotspot dell’isola.
A dimostrazione poi che i migranti non arrivano grazie a quei “vicescafisti” cui ha dichiarato guerra il ministro degli Interni uscente ci sono i dati.
Il ricercatore dell’ISPI Matteo Villa ha pubblicato oggi un grafico che mostra come delle 5.025 persone sbarcate in Italia da inizio gennaio solo 472 siano arrivate grazie ai cosiddetti “taxi del mare”.
La propaganda salviniana si concentra su poche centinaia di casi per nascondere come la strategia dei porti chiusi e del decreto sicurezza non abbia fatto diminuire le partenze ma solo aumentare il tasso di mortalità .
Insomma il Decreto Sicurezza e la “chiusura” dei porti è una colossale farsa, uno strumento funzionale unicamente alla propaganda della Lega.
E la ragione è molto semplice. Al fallimento della strategia di Salvini si accompagna quello dell’impostazione del Governo del Cambiamento sull’immigrazione
Tutte le volte che il ministro dell’Interno ha scatenato una crisi sui migranti a bordo di una nave delle ONG tenendoli in ostaggio in mezzo al mare il Governo (dal Presidente Conte fino ai ministri Toninelli e Trenta) si è schierato compatto sulla linea che quei migranti (poche centinaia in tutto nel 2019) non dovessero assolutamente sbarcare in Italia ma andassero redistribuiti.
Un modo per mostrare come con il governo orgogliosamente sovranista e populista l’Italia aveva iniziato a fare la voce grossa in Europa.
Il tutto senza dire che la maggior parte dei richiedenti asili che arrivano nel nostro Paese sono quelli che la Germania ci rimanda indietro (da nord) e soprattutto come nel 60% dei casi le varie “crisi” con le ONG si sono risolte con lo sbarco dei migranti in Italia.
Prima i porti italiani
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 2nd, 2019 Riccardo Fucile
HANNO DATO ALLA LEGA IL 40% DEI VOTI IN MOLTI CENTRI COLPITI, ORA SI ACCORGONO DI ESSERE STATI PRESI PER IL CULO
Ieri Matteo Salvini ha voluto esprimere su Facebook la sua solidarietà ai terremotati di Norcia e Arquata dopo le scosse di sabato e domenica.
Purtroppo, però, qualcuno si è accorto che il leader leghista non si è mai sporcato le mani nei 14 mesi di governo con la questione del terremoto e della ricostruzione e c’è chi ha notato che Salvini era “a cercar funghi in Trentino” anche ieri ma non si è fatto vedere dalle parti del Centro Italia.
La maggior parte degli astanti ha notato che Salvini si è dedicato a tutt’altro nei 14 mesi dei governo — ai migranti — senza proporre nulla in questi mesi dopo aver ampiamente utilizzato l’argomento in campagna elettorale.
Ma la propaganda del Capitano è riuscita comunque a fare breccia su qualcuno, visto che alle Europee la Lega in molti centro ha sfiorato il 40% dei consensi.
Ora c’è chi gli ricorda che ha governato fino a pochi giorni fa senza però dire una parola sui terremotati e che la questione gli è venuta in mente solo ora “dopo esserti fatto i cavoli tuoi per tutta la giornata”.
(da “NextQuotidiano“)
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Settembre 2nd, 2019 Riccardo Fucile
“NEL M5S CONTE E’ L’UNICO COLTO IN UN MUCCHIO DI IGNORANTI”
Domenico De Masi, sociologo e collaboratore del MoVimento 5 Stelle nella passata legislatura, oggi in un’intervista a Repubblica sfotte Luigi Di Maio invitandolo a laurearsi e a lasciare la politica, mentre elogia Conte premier:
Conte premier la convince?
«È cresciuto. E sa perchè? È l’unico colto in un mucchio di ignoranti. Passava per uomo di paglia, uno che conosceva soltanto le dinamiche dei consigli di facoltà , mentre l’altro giorno, uscendo dal colloquio con Mattarella, ha fatto un discorso quasi da statista. È la prova che la cultura dà da mangiare. Conte può sedersi a un tavolo con Merkel o Trump e Macron e parlare la loro lingua senza complessi d’inferiorità , queste cose fanno la differenza».
Di Maio sembra avere nostalgia del rapporto con Salvini.
«Ma non capisce che il Movimento oggi è molto più a sinistra di 17 mesi fa. Salvini lo ha svuotato a destra. Questo può facilitare il rapporto con il Pd, a patto che i democratici vogliano fare cose di sinistra».
Come spiega il crollo del M5S?
«Di Maio ha fatto quattro cose contemporaneamente: capo del Movimento, vicepremier, ministro del lavoro, ministro dello Sviluppo economico. Neanche Churchill ci sarebbe riuscito. Salvini invece ha fatto solo campagna elettorale. Di Maio doveva fare solo il capo politico, perchè, se avesse letto Robert Michels in Sociologia dei partiti politici avrebbe dovuto sapere che il passaggio da movimento a istituzione è delicatissimo. Il Movimento era un mucchio di sabbia, la Lega invece un mattone: perciò ha prevalso Salvini».
Che consigli dà a Di Maio?
«Di laurearsi. Di studiare l’inglese. Di andarsene all’estero, in un’università importante, e poi tornare: avrebbe 37 anni e la vita davanti»
(da agenzie)
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Settembre 2nd, 2019 Riccardo Fucile
ORA SI CERCA DI DEFINIRLO INDIPENDENTE PER GIUSTIFICARE LA POLTRONA COME VICE A DI MAIO… SE IL PD ACCETTA SI SUICIDA
La partita di governo e l’accordo tra M5S e PD si giocano in buona parte sulla figura del vicepremier. Il MoVimento 5 Stelle, con Luigi Di Maio in testa, ritiene fondamentale riproporre per il Conte-bis lo schema “a tre” già visto nella precedente edizione dell’esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Un Presidente del Consiglio e due vicepremier, uno per ciascuno dei due partiti della maggioranza.
Per il M5S è logico: Giuseppe Conte è un premier “terzo”, un elevato, come lo ha definito qualche giorno fa Beppe Grillo.
Ma davvero Giuseppe Conte non ha nulla a che fare con il partito di Casaleggio, Grillo e Di Maio al punto da poter essere considerato un “garante” del patto tra due forze politiche diversissime? La risposta è no. P
erchè anche se Conte ha rivendicato di recente di essere un “indipendente” e di non essere iscritto al M5S il premier incaricato è senza dubbio espressione del MoVimento.
L’idea è quella di far passare Conte come un “tecnico”, ed è curioso che a farlo sia proprio il partito che di tecnici e professoroni non ne vuole proprio sapere.
A marzo del 2018 Luigi Di Maio presentò il Prof. Avv. Giuseppe Conte come futuro Ministro per la Pubblica Amministrazione, la Deburocratizzazione e la Meritocrazia di un governo da lui presieduto.
Era la squadra di governo #patrimoniodelPaese, come venne definita sul blog. Sul sito di Di Maio venne anche caricato un documento con un breve resume dei candidati ministri.
Come è noto poi le cose non andarono così.
Il M5S vinse le elezioni ma dovette allearsi con la Lega per dare vita ad un Governo. Alcuni di quei candidati ministri ottennero altri incarichi (ad esempio è il caso di Pasquale Tridico all’INPS in quota pentastellata), altri uscirono dalla scena politica, altri invece vennero nominati sottosegretari o ministri.
Ad esempio il Generale Sergio Costa, che non era candidato alle Politiche ed è tra i cosiddetti indipendenti è Ministro dell’Ambiente per il M5S.
Oppure Armando Bartolazzi, che doveva essere ministro della Salute, è diventato sottosegretario di Stato della ministra Giulia Grillo (l’altro sottosegretario era il leghista Luca Coletto).
Quando Conte era la “sintesi del MoVimento 5 Stelle”
Restiamo al 2018 e alle fasi della formazione del Governo gialloverde. Chi fu a proporre al Presidente della Repubblica la figura di Conte come Presidente del Consiglio?
Il Capo Politico del M5S Luigi Di Maio che lo annunciò ai giornalisti durante la conferenza stampa del 21 maggio 2018.
Di Maio disse «abbiamo indicato il nome di Giuseppe Conte al presidente della Repubblica, sarà il premier di un governo politico» e come per rispondere alle obiezioni sul premier non eletto dal Popolo aggiunse «sono molto orgoglioso di questo nome perchè è la sintesi del Movimento 5 Stelle. Non vesserà il popolo italiano. Non è stato eletto? Era nella mia squadra, lo hanno votato 11 milioni di italiani».
Insomma all’epoca per Di Maio Conte non solo era “la sintesi del M5S” (quindi non certo una figura terza) ma addirittura era come se fosse stato eletto visto che era nella sua squadra di governo “votata” (ma non fu così naturalmente perchè non si vota alcuna squadra) dagli italiani il 4 marzo.
Insomma se all’epoca Conte era addirittura stavo “votato” dagli elettori del M5S come è possibile che oggi non sia nemmeno più la “sintesi” del partito ma anzi una figura terza?
Si dirà che è un politico “indipendente”, che non ha tessere di partito in tasca. Ma a smentire l’equidistanza di Conte dal Partito Democratico e dal MoVimento basta un video pubblicato inizialmente sui canali social del M5S.
È il video girato all’interno di quello che era il quartier generale del comitato elettorale del M5S la notte dello spoglio dei voti.
E chi si vede mentre festeggia assieme ai vari Paragone, Bonafede, Di Battista, Carelli e Di Maio? Proprio lui, il futuro premier “indipendente”, quello che dovrebbe essere una figura super partes e garante.
O che almeno secondo Di Maio (che lo ha designato) dovrebbe esserlo. All’epoca però era tutt’altro che indipendente. Ma è evidente che così non è. Altrimenti che ci faceva uno che non era nemmeno candidato alle elezioni nel quartier generale del M5S quella sera?
Conte non sarà iscritto a Rousseau, ma questo non significa che non sia espressione politica del MoVimento 5 Stelle. E visto che è palesemente così non c’è bisogno di due, quattro o otto vicepremier.
Ne basta eventualmente uno, ma per ovvie ragioni Di Maio punta i piedi, perchè se così fosse allora il vicepremier sarebbe del PD ma soprattutto Conte avrebbe mano libera per assumere il ruolo di leader del M5S.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 2nd, 2019 Riccardo Fucile
IN PRIMA LINEA PARAGONE, DI BATTISTA E I COMPAGNI DI MERENDE DEL BIBITARO… MA TRA I PARLAMENTARI M5S MOLTI ESCONO ALLO SCOPERTO CONTRO I BECCHINI DEL MOVIMENTO
Giovanna Vitale su Repubblica oggi descrive come i contrari all’accordo per il governo M5S-PD stanno lavorando per farlo saltare, puntando sul voto su Rousseau che non nasce sotto i migliori auspici:
Una manovra a tenaglia, giocata di sponda con Alessandro Di Battista e gli esponenti 5stelle più vicini alla Lega, da Paragone a Buffagni, per alzare la tensione e caricare a pallettoni la pistola tenuta sin dal principio sul tavolo della trattativa coi dem.
Obiettivo: orientare gli iscritti se non a bocciare, quanto meno per evitare che il referendum sulla nuova alleanza si trasformi in un plebiscito a favore dell’avvocato pugliese. Cioè nel certificato di morte politica del ministro di Pomigliano.
Secondo il racconto la strategia, inaugurata con l’aut aut di venerdì sera («O si fa come diciamo noi, o meglio votare»), è stata proseguita sui social dalle quinte colonne lumbà rd dentro il Movimento: vedasi i post martellanti di Paragone, con tanto di sondaggio su Fb che ha visto prevalere i no all’accordo.
E anche Di Battista ha fatto la sua parte: «Bravo Luigi, il Pd scambia per ultimatum idee sacrosante per il benessere collettivo», ha eccitato gli animi sabato pomeriggio.
È allora che Grillo ha mangiato la foglia: dal tinello di casa ha acceso la telecamera, sconfessato Di Maio e bagnato la miccia. Gettando nello sconforto il quartier generale dimaiano.
Perchè se Paragone e i suoi “fratelli” troveranno rifugio fra le braccia di Salvini, che giusto ieri si è detto pronto ad accoglierli, più incerto appare il destino di “Dibba”. Lavoratore precario e senza seggio, per di più frustato nelle sue ambizioni editoriali: il libro su Bibbiano in chiave anti-Pd, che doveva uscire a giorni, è stato congelato.
Un offuscamento che sembra condividere con i fedelissimi del capo politico, in caduta libera nel gradimento sia degli eletti, sia della base.
La guerra ormai è aperta:
Carla Ruocco ha denunciato «la de-meritocrazia» imposta da Di Maio con la nomina di ministri e sottosegretari per nulla all’altezza. Federico D’Incà ha usato una metafora molto applaudita per perorare le nozze demostellate: «La scatoletta che volevamo aprire è quella in cui ora siamo dentro, noi siamo il tonno, varietà pinna gialla», ha scherzato il questore della Camera.
(da agenzie)
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Settembre 2nd, 2019 Riccardo Fucile
DOPO I CENTO ATTRACCATI STAMANE, ALTRI DUE SBARCHI AUTONOMI… I PROBLEMI NON SI RISOLVONO CON GLI SLOGAN
Raffica di sbarchi a Lampedusa.
La guardia di Finanza ha intercettato un barcone con a bordo una trentina di migranti. L’imbarcazione si trovava a poche miglia dall’isola più grande delle Pelagie.
Lo sbarco sta avvenendo a molo Favarolo.
Cosa diversa, invece, per l’approdo autonomo di circa un centinaio di tunisini a Cala Spugne. E’ una mattinata intensa per le forze dell’ordine dell’isola di Lampedusa che si stanno trovando a fronteggiare due sbarchi nel giro di una mattinata.
Qualche ora dopo, un terzo sbarco con a bordo 15 migranti è stato intercettato e i migranti posti in salvo
(da “AgrigentoNotizie”)
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Settembre 2nd, 2019 Riccardo Fucile
DOPO L’ESPOSTO IN PROCURA ARRIVANO GLI ISPETTORI DELLA CAPITANERIA DI PORTO CHE ORDINANO LO SBARCO… GIOIA E LACRIME A BORDO
“Abbiamo ripristinato la legge del mare anche in Italia: i naufraghi non possono stare in mare”, il capo missione di Mediterranea, Luca Casarini è in lacrime.
Dopo una notte drammatica passata al Vhf di bordo, dopo due relazioni mediche inviate dalle autorità sulle condizioni psicologiche dei 31 naufraghi, la Capitaneria di Porto ha annunciato che sbarcherà tutti.
La gioia, sulla plancia di comando del rimorchiatore, esplode rumorosa intorno quando, a metà mattina, da Roma arrivano le prime notizie ufficiose.
“La logica e il buon senso — commenta Cecilia Strada — sono state più forti di ogni decreto e di ogni delirio sovranista”. Decisiva la relazione degli ispettorei Usmef (l’Ufficio della sanità marittima) effettuata tre giorni fa.
Adesso che sulla barca non ci sono più i naufraghi, secondo i legali di Mediterranea, dovrebbero decadere anche i presupposti del divieto di ingresso in acque internazionali della Mare Jonio. Che dunque dovrebbe rientrare in porto nel giro di poche ore.
(da agenzie)
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