Settembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile
L’ALLEANZA DI GOVERNO AL 50,8%, CENTRODESTRA UNITO AL 47,4%… IL PARTITO DI RENZI AL 5,4% PESCA ANCHE IN FORZA ITALIA E TRA GLI ASTENUTI E RAFFORZA IL GOVERNO
Secondo i sondaggi di Swg per il Tg La7 di Enrico Mentana, la Lega di Matteo Salvini è ancora il primo partito italiano con il 33.6%, in lieve flessione rispetto a lunedì scorso (-0.4%).
Cala ancora il Movimento 5 Stelle fermandosi a quota 20% (-0.5%).
Dopo la scissione di Renzi, il Partito Democratico perde il 2.1%
Calo anche per il partito di Giorgia Meloni Fratelli d’Italia che dal 7% della scorsa settimana arriva al 6.7%.
Silvio Berlusconi e Forza Italia sempre più giù al 5.1% perdendo uno 0.9%.
Dato incoraggiante per il neonato partito di Matteo Renzi “Italia Viva” che registra il 5.4%.
Ma veniamo alle aggregazioni: il centrodestra unito si ferma al 47.4% (Lega, Fdi, FI, Toti). L’alleanza di governo (Pd-M5s-altri sinistra) è maggioritario con il 50,8% degli elettori.
Il partito di Renzi (e qui sta la novità ) pesca il 2,8% dal Pd e lo 0,7% da + Europa, ma anche un 2% tra gli elettori di Forza Italia e gli astenuti.
Il centrodestra in una settimana ha perso quindi l’ 1,6%
(da agenzie)
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Settembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile
MA QUANDO LO FACEVA LUI CONTRO UNA LIBRERIA DI COMO ANDAVA BENE?
Bisognerebbe sempre fare i conti con il proprio specchio e la propria coerenza.
E Matteo Salvini, da questo punto di vista, continua ad avere diverse paure. Internet e i social, però, fanno rifiorire vecchie battaglie dimenticate nella mente degli elettori e degli stessi personaggi politici.
L’ultima vicenda riguarda il dipendente del Comune di Gubbio che su Facebook ha detto che boicotterà le attività commerciali dei negozianti scesi in piazza per sostenere il leader della Lega.
E chi si scandalizza? Matteo Salvini.
Quando nel proprio passato si è stati professionisti di battaglie simili sarebbe meglio tacere. Ma la coerenza non è il suo forte.
Ricostruiamo la vicenda. Un dipendente del Comune di Gubbio ha scritto una propria opinione personale sull’evento in piazza per accogliere Matteo Salvini.
Avrebbe detto di voler boicottare quegli esercenti scesi in piazza per sostenere la Lega e il loro leader.
La Lega in Umbria ha denunciato l’accaduto, così come Matteo Salvini attraverso i suoi canali social. Il leader della Lega parla di «Roba da matti», dimenticando l’invito al boicottaggio fatto da lui il 17 giugno del 2017 contro la Feltrinelli di Como.
Et voilà : il festival dell’incoerenza.
Anche perchè il peso mediatico che può avere il post di un dipendente comunale che al massimo potrà contare su duemila ‘amici social’, non può essere paragonato all’appeal di Matteo Salvini che all’epoca era già segretario della Lega.
Ma la coerenza è come il vecchio detto popolare: «Vedere la pagliuzza negli occhi altrui e non accorgersi della trave nel proprio occhio».
(da agenzie)
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Settembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile
DOPO ESSERSI ARRAMPICATI SUGLI SPECCHI PER NEGARE CHE SALVINI LO AVESSE MAI DETTO, RIECCO MORISI CHE COMBINA UN ALTRO CASINO… E I LEGHISTI NON SANNO PIU’ COSA DIRE
“Matteo Salvini non ha mai detto che è di Bibbiano, sono gli idioti di sinistra che devono divulgare il falso”. Almeno così giuravano e spergiuravano i piccoli fan di Salvini dopo che era venuto fuori che Greta, la bambina portata sul palco di Pontida dalla madre e da Maricetta Tirrito non era “di Bibbiano” come invece avevano lasciato intendere la Lega sui sui canali social ufficiali retwittando per giorni la storia della “bambina di Bibbiano” restituita alla madre che ha partecipato al raduno della Lega.
Ad una settimana dal raduno della Lega l’eco dello scivolone della comunicazione di Luca Morisi continua a perseguitare i leghisti.
Perchè è vero che Salvini dal palco non ha mai pronunciato la parola Bibbiano ma è anche vero che sui social la Lega ha invece associato la figura di Greta alla vicenda dell’inchiesta Angeli e Demoni.
Di più: il giorno successivo durante un’intervista su la 7Gold Salvini aveva rilanciato: «ieri a Pontida c’erano le mamme coi bambini di Bibbiano. I bambini portati via. Mi hanno criticato? Ma chi se ne frega».
A peggiorare le cose ci ha pensato sempre lo staff del sedicente Capitano che ieri durante la diretta da Barbara D’Urso ha twittato che «ho mostrato la bimba di Bibbiano sul palco di Pontida perchè me l’ha chiesto la sua mamma. E io sono contrario a chi toglie i bambini alle famiglie senza motivo».
Insomma è chiaro che per la macchina della propaganda della Lega la bambina è “di Bibbiano”.
E poco importa a questo punto che il suo caso sia molto diverso da quello dell’inchiesta sui servizi sociali della Val d’Enza e che la bambina non sia stata restituita ai genitori. Perchè quello che importa è far passare il messaggio — sbagliato — che tutti i minori in affido siano in qualche modo vittime di soprusi e ingiustizie perpetrati da giudici, tribunali, psicologi e assistenti sociali.
C’è però un problema: quei leghisti che nei giorni scorsi sono sgolati per spiegare che Salvini non stava strumentalizzando nessuno.
Anzi che ha solo risposto all’appello di una madre (magari senza informarsi troppo).
Ad esempio il Senatore Alberto Bagnai, che puntualizzava che «la parola Bibbiano non viene pronunciata, nè si allude all’Emilia, nè al PD».
Proprio come ieri sera, Salvini non ha in realtà pronunciato una frase identica a quella del tweet. Ed esattamente come a Pontida la macchina della propaganda di Luca Morisi ha aggiunto la parolina magica che tanto piace ai sovranisti.
E chissà cosa avranno pensato quelli che — come l’ex viceministro Edoardo Rixi qualche mattina fa su La 7 a L’aria che tira — si sono impegnati a rettificare le fake news della sinistra.
Ad esempio l’assessore al patrimonio, demanio, affari generali e sistemi informativi della Regione Friuli-Venezia Giulia Sebastiano Caliari che su Facebook diceva a Selvaggia Lucarelli che si doveva vergognare perchè Salvini non aveva mai specificato dove e quando Greta era stata “restituita” alla madre.
Oppure come quel consigliere comunale della Lega che si era preso la briga di fare la trascrizione integrale del discorso di Salvini a Pontida per sottolineare come la parola “Bibbiano” non sia mai stata pronunciata da Salvini.
Altri, come la giornalista Maria Giovanna Maglie, in televisione si erano cimentate nella confutazione della fake news secondo la quale Salvini aveva preso in braccio Greta spiegando che in realtà quella che il leader della Lega teneva in braccio era la figlia Mirta addirittura “chiudendo” la polemica su Pontida.
Che cosa faranno ora quelli che sfottevano gli asinistri che non erano nemmeno in grado di ascoltare qualche secondo di video per accorgersi delle bufale raccontate ad arte su Salvini e su Greta di Bibbiano.
Cosa faranno quelli che si erano visti costretti a scendere in campo per difendere Salvini davanti all’idiozia della sinistra.
E tutti quelli che lo hanno detto e scritto hanno ragione, visto che proprio ieri la magia di Bibbiano si è manifestata di nuovo.
Mentre Salvini parlava di quello che era successo a Pontida i twittatori ufficiali della Lega continuavano a rievocare Bibbiano.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile
MOLTI IMMIGRATI ORMAI NON DENUNCIANO NEMMENO LE VIOLENZE SUBITE PER PAURA DI ULTERIORI CONSEGUENZE
Fra il 2014 e il 2017 in Italia sono raddoppiati i crimini a sfondo razzista, balzati da 413 a 828.
Emerge dal nuovo rapporto pubblicato dall’Enar che riporta i dati dell’Ufficio per i diritti umani dell’Ocse.
Nel documento si evidenzia che in alcuni Paesi europei, Italia compresa, molti immigrati non denunciano nemmeno le violenze subite per paura che questo possa avere delle conseguenze sul loro status legale
Il rapporto cita poi la Penisola come buona pratica per aver introdotto nel 2014 un fondo specifico per supportare finanziariamente le vittime di discriminazioni, anche se questo sarebbe stato “usato pochissimo fino a oggi”.
E’ positivo anche che l’Italia abbia, cosi’ come circa la meta’ degli Stati Ue, delle linee guida operative per raccogliere dati e indagare sui crimini d’odio a sfondo razzista, ma, sostiene il report, alle forze dell’ordine non sono fornire “risorse sufficienti” (dalla formazione al personale) per gestire questo tipo di reati.
L’Enar denuncia poi “l’esistenza di forme sottili di razzismo all’interno del sistema di giustizia penale europeo”
Di conseguenza “un numero significativo di crimini motivati dall’odio finiscono per non essere giudicati come tali”.
(da agenzie)
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Settembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile
PUNITI I COMPORTAMENTI RAZZISTI DEI TIFOSI, PER LA QUALIFICAZIONE AGLI EUROPEI 2020 ULULERANNO A CASA LORO… SOLO IN ITALIA I RAZZISTI RESTANO IMPUNITI
Il razzismo è una piaga che sta continuando a lacerare il mondo del calcio e allora la Uefa ricorre al pugno duro.
L’ente calcistico europeo ha deciso di irrogare la sanzione di un turno a porte chiuse, da scontare ad ottobre nei prossimi match casalinghi delle qualificazioni europee, nei confronti delle nazionali di Romania, Ungheria e Slovacchia.
Il provvedimento è stato preso per cori e comportamenti razzisti messi in atto dai loro tifosi nel corso degli ultimi impegni. Nei confronti di queste tre federazioni sono state comminate multe che variano da 83mila a 20mila euro.
Un tema di stringente attualità , purtroppo, anche in Italia come dimostrano i recenti episodi, ultimo in ordine di tempo quello di domenica sera durante l’incontro Atalanta-Fiorentina, interrotta per circa quattro minuti a cavallo della mezz’ora del primo tempo dall’arbitro Orsato a causa dei cori razzisti nei confronti del difensore brasiliano della Fiorentina Dalbert.
“A Roma Ceferin ha fatto i complimenti alla Federazione per come stavamo facendo passi in avanti, ma da febbraio 2019 ad ora la situazione è peggiorata e non ci fa piacere – riconosce Michele Uva, vicepresidente dell’Uefa su Radio Punto Nuovo -. È necessario prenderne coscienza e passare ai fatti, perchè le regole ci sono e vanno applicate. L’Uefa ha un protocollo chiaro, il razzismo in altre federazioni è quasi scomparso invece qui in Italia aumenta e non si capisce il motivo. Il male più grosso è non avere il coraggio di condannare gli episodi, o di bloccare le partite anche se ieri fortunatamente non è successo. La Figc sa bene che c’è un protocollo chiaro, non è detto che funzioni in tutti e 55 paesi perchè va adattato alle singole nazioni, però una traccia esiste ed è ricompresa nelle norme federali”.
(da agenzie)
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Settembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile
L’AUTOGOL DELL’IGNORANZA: CAMBIARE IL CARTELLO “RIACE CITTA’ DELL’ACCOGLIENZA” PER DEDICARLA A DUE SANTI DI CUI NON CONOSCE NEMMENO LA STORIA
Qualcuno lo rivendicherà come un successone. Soprattutto per coloro che non hanno mai accettato il modello di accoglienza proposto dall’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano. Invece, non è altro che un ulteriore modo di rimarcare la predisposizione all’apertura del centro calabrese che ha dedicato il suo cartello d’ingresso ai santi Cosma e Damiano, le cui reliquie furono trasportate in paese ben 350 anni fa.
Antonio Trifoli, il nuovo sindaco filo-leghista, ha sostituito il precedente cartello che definiva Riace ‘città dell’accoglienza’ con un altro tabellone, in cui si sottolinea l’appartenenza della terra al movimento di devozione per Cosma e Damiano.
Essi stessi dei santi dell’accoglienza.
Già , perchè Cosma e Damiano, secondo l’agiografia, erano due medici, fratelli (qualcuno sostiene addirittura gemelli) che erano originari delle zone della Turchia e che erano famosi per prestare la loro opera medica gratuitamente, soprattutto ai bisognosi.
Per la loro fede nel cristianesimo e per la loro opera di proselitismo — incoraggiata in modo particolare in seguito alla messa in pratica delle loro virtù mediche — furono perseguitati, imprigionati e uccisi come martiri
Insomma, i santi dell’accoglienza, della condivisione, dell’amore gratuito, del disinteresse, dell’attenzione verso gli ultimi e verso i più poveri.
Un messaggio non così differente da quello che c’era prima, quando il cartello sull’accoglienza e la cura dei migranti identificava Riace.
A volte, non ci si rende conto di quanto certi messaggi siano ancora più in linea con quelli che si vogliono smentire.
(da “Giornalettismo”)
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Settembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile
POCA DIMESTICHEZZA DELL’EX VICE-MINISTRO CON L’USO DEL VERBO AVERE E DELLA PREPOSIZIONE SEMPLICE
L’ex viceministro dell’Economia del governo Conte Massimo Garavaglia decide oggi di fornire un po’ d’acqua per il mulino di Matteo Salvini pubblicando un post in cui sostiene che la volontà di fare un governo tra Zingaretti e Di Maio (cosa che è successo qualche tempo fa ormai) è dimostrata dal fatto che DOPO il Partito Democratico e il MoVimento 5 Stelle hanno fatto un accordo per un unico candidato in Umbria.
L’affermazione fa a pugni con la logica — e questa non è una novità in generale per i fautori della Cospirazione Ursula — ma a spiccare nel post è anche la non eccezionale dimestichezza con l’uso del verbo avere e della preposizione semplice.
Prima gli italiani, ok, ma prima l’italiano.
(da agenzie)
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Settembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile
OCCORRONO MISURE VOLTE AD ASSICURARE UN FUTURO AI GIOVANI TUNISINI STABILENDO ACCORDI SIA COMMERCIALI CHE PER I RIMPATRI
Di Maio ha commentato l’insperato successo della Lamorgese a Malta dicendo una banalità tipica della sua cultura reazionaria: “Bene la ridistribuzione, ma occorre bloccare le partenze”.
Affermazione che da privato cittadino al bar avrebbe potuto pronunciare un elettore leghista, ma si dà il caso che lui sia ministro degli Esteri del governo italiano.
Comprendiamo che stia rosicando perchè la Lamorgese ha ottenuto in 15 giorni quello che il governo precedente non è riuscito a fare in 15 mesi, ma dimentichiamo per un momento i precedenti incivili di chi aveva definito le Ong “taxi del mare” e facciamo finta di trovarci di fronte a un “vero” ministro degli Esteri.
Bloccare le partenze vuol dire continuare ad avallare i criminali libici che taglieggiano i profughi nei lager? Vuol forse dire finanziare i trafficanti della Guardia costiera libica?
Se si vogliono bloccare le partenze occorre agire non solo in Libia ma anche in Tunisia, da cui partono centinaia di giovani tunisini in cerca di fortuna.
Partiamo dalla Libia.
E’ auspicato da molti la creazione di un canale umanitario per consentire arrivi selezionati e in sicurezza. Per farlo il nostro ministro degli Esteri dovrebbe convincere la Ue a imporre che i centri di detenzione vengano sottratti al monopolio libico e affidati a organismi di controllo internazionali. A quel punto si colpirebbero realmente gli interessi dei trafficanti (milizie libiche, criminalità locale e guardia costiera corrotta), altrimenti le partenze “pilotate” continueranno perchè (qualcuno lo spieghi a Di Maio) i trafficanti sono i militari libici che l’Italia continua a finanziare.
E arriviamo alla Tunisia
L’accordo di Malta esclude gli “sbarchi fantasma”, ovvero i migranti economici che arrivano dalla Tunisia e che dovrebbero quindi essere rimpatriati a nostra cura.
Salvini è solo riuscito a far giustamente incazzare il governo tunisino affermando che “la Tunisia ci manda solo delinquenti”. In 15 mesi è così riuscito nell’impresa di fare meno rimpatri di quanto sono gli arrivi. E qui un ministro degli Esteri avrebbe molto da guadagnare in credibilità , proponendo un patto serio al governo di Tunisi.
La Tunisia, per chi la conosce, non sono solo le spiagge di Hammamet dove gli italiani vanno in vacanza, ma un Paese che ama l’Italia e dove tanti giovani non hanno lavoro, sono le periferie povere di Tunisi, i ragazzini a piedi nudi che vendono le rose del deserto a Tozeur o a Douz per pochi dinari, una rete ferroviaria ridotta con molti treni (donati dalla Francia) che noi avevamo prima della guerra, il contrasto tra giovani che vestono all’occidentale e gli adulti legati alle tradizioni.
Per limitare gli arrivi basterebbe un accordo con il governo che creasse lavoro locale: ad esempio facendo lavorare imprese italiane nell’ammodernamento della rete ferroviaria o (come già accaduto) nel potenziamento delle strade di collegamento con il Sud del Paese.
Un accordo commerciale che gioverebbe sia alle nostre aziende che allo sviluppo della Tunisia, creando migliaia di posti di lavoro.
E automaticamente verrebbe meno la scommessa di tanti giovani di imbarcarsi per l’Italia, oltre a fornire al nostro governo la carta di pretendere di triplicare i rimpatri attuali di chi non ha diritto di asilo. Aumentando altresì i permessi per i lavoratori stagionali che potrebbero trovare lavoro in Italia per un periodo temporaneo.
Questo è fare una politica estera intelligente, fondata su dialogo, mediazione e interventi reali per “aiutarli a casa loro”, investendo nel futuro delle giovani generazioni.
In attesa di un ministro degli esteri che usi il cervello e non gli slogan.
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Settembre 23rd, 2019 Riccardo Fucile
HA FATTO DI PIU’ LA NUOVA MINISTRA IN QUINDICI GIORNI CHE IL SEQUESTRATORE DI PERSONE IN UN ANNO : ROTAZIONE PORTI DI SBARCO, RICOLLOCAZIONE IMMEDIATA IN TUTTA EUROPA, RIDISTRIBUZIONE ANCHE DEI MIGRANTI ECONOMICI CHE NON SARANNO PIU’ A CARICO DELL’ITALIA… POCHE PAROLE DELLA MINISTRA: “MOLTO SODDISFATTA”
Trovato un accordo sui migranti al mini-summit della Valletta tra Italia, Francia, Germania, Malta e Finlandia.
L’intesa riguarda i ricollocamenti dei richiedenti asilo in “tempi molto rapidi”, ha annunciato la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese al termine dei lavori. L’accordo – ha spiegato – prevede che “entro quattro settimane” i migranti richiedenti asilo vengano ricollocati in altri Paesi che si faranno carico delle procedure di verifica dei requisiti e degli eventuali rimpatri.
Un risultato impensabile fino a un mese fa per l’Italia, dal momento in cui le verifiche sullo status dei richiedenti asilo (e dunque l’iter per distinguere tra rifugiati e migranti economici) saranno a carico dei Paesi in cui i migranti verranno ricollocati.
L’intesa si articola in quattro punti:
1) “rotazione volontaria” dei porti di sbarco, non solo quando quelli di Italia e Malta sono saturi;
2) “redistribuzione dei migranti su base obbligatoria” con un sistema di quote che verrà stabilito in base a quanti dei 28 paesi Ue parteciperanno all’intesa;
3) tempi “molto rapidi” (4 settimane) per i ricollocamenti;
4) la redistribuzione di tutti i richiedenti asilo e non solo di coloro che hanno ottenuto lo status di rifugiato.
“Da oggi Italia e Malta non sono più sole, c’è la consapevolezza che i due Paesi rappresentano la porta d’Europa”, ha dichiarato Lamorgese, dicendosi “molto soddisfatta”. “Il testo predisposto va nella giusta direzione – ha aggiunto – ci sono contenuti concreti e abbiamo sciolto dei nodi politici complicati”.
L’auspicio dell’Italia, ha sottolineato la titolare del Viminale, è che l’accordo sia condiviso quanto più possibile tra i paesi Ue.
“Accolgo con favore l’esito positivo sui meccanismi temporanei a seguito degli sbarchi”, ha scritto su Twitter il commissario europeo agli Affari interni Dimitris Avramopoulos. “Conto che altri Stati membri si uniscano quando discuteranno di questo al Consiglio Giustizia e Affari interni l′8 ottobre. I progressi sono possibili se c’è volontà politica”, ha concluso Avramopoulos.
Quello che è avvenuto oggi a Malta è “molto importante, un primo passo concreto per un approccio di vera azione comune europea”, ha commentato la ministra dell’Interno Lamorgese. “Ho trovato un clima davvero positivo perchè la politica migratoria va fatta insieme agli altri stati. Noi abbiamo sempre detto che chi arriva a Malta e in Italia arriva in Europa. E oggi questo concetto fa parte del comune sentite europeo”, ha aggiunto.
Secondo Horst Seehofer, ministro dell’Interno tedesco, il “meccanismo di emergenza” su cui si è trovato un accordo oggi a Malta “aprirà la strada alla revisione della politica comune europea d’asilo”, ovvero del regolamento di Dublino.
Il ministro tedesco ha specificato che oggi sono stati “identificati alcuni regolamenti che aiutano Italia e Malta con procedure chiare e prevedibili per la riduzione dei rifugiati” e si è detto “ottimista che in un breve futuro riusciremo a fare una politica comune europea”.
Da New York, a margine dell’Assemblea Generale dell’Onu, il premier Giuseppe Conte ha commentato: “Macron mi ha dato grandi aperture, e c’è grande disponibilità da parte di partner europei”
(da “Huffingtonpost”)
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