Settembre 13th, 2019 Riccardo Fucile
GUADAGNI ILLECITI, TORTURE, STUPRI: UN RAPPORTO DOCUMENTATO DIMOSTRA CHE L’ITALIA CONTINUA A FINANZIARE UNA ASSOCIAZIONE A DELINQUERE, DIVENTANDONE PARTECIPE E COMPLICE
L’Onu ha le prove: «La Guardia costiera libica trasferisce migranti in centri di detenzione non ufficiali», dove si ritiene che funzionari del governo «vendano i migranti ai trafficanti». Non prima di avere torturato, schiavizzato, stuprato.
L’ultimo rapporto del segretario generale sulla Libia è già sul tavolo del procuratore del Tribunale internazionale dell’Aja. E non piacerà ai leader europei.
I crimini sono stati documentati e riassunti nelle 17 pagine che costituiscono un pesante atto d’accusa che Antonio Guterres ha messo nero su bianco, dopo avere raccolto le informazioni di tutte le agenzie Onu sul campo, coordinate dall’Unsmil, la missione delle Nazioni Unite a Tripoli.
La sequenza di violazioni chiama in causa la responsabilità di quei Paesi, come l’Italia, che finanziano ed equipaggiano a fondo perduto le autorità libiche, senza mai riuscire a ottenere neanche il minimo impegno per il rispetto dei diritti fondamentali.
Il 7 giugno l’Alto commissario per i diritti umani «ha invitato il governo di accordo nazionale – rivela Guterres – a lanciare immediatamente un’indagine indipendente per individuare le persone scomparse». Centinaia di migranti intercettati in mare, infatti, vengono regolarmente fatti sparire. Ma dell’inchiesta, nessuno sa nulla.
Alle donne, specialmente le più giovani, tocca il trattamento più infame. «Continuano a essere particolarmente esposte a stupri e altre forme di violenza sessuale».
E stavolta le fonti non sono le organizzazioni umanitarie, ma gli osservatori delle Nazioni Unite a cui si sono aggiunti nell’ultimo anno gli investigatori della Corte penale dell’Aja. «L’Unsmil ha continuato a raccogliere resoconti da donne e ragazze migranti — si legge nel dossier — che erano state vittime di abusi sessuali da parte di trafficanti, membri di gruppi armati e funzionari». Nel periodo osservato sia le donne libiche che le straniere «hanno continuato a rischiare di subire abusi sessuali da parte delle guardie carcerarie».
Entro novembre il procuratore internazionale Fatou Bensouda depositerà un aggiornamento sulle investigazioni, ma dalla relazione di Guterres è facile prevedere alcuni dei capi d’accusa: «Perdita della libertà e detenzione arbitraria in luoghi di detenzione ufficiali e non ufficiali; tortura, compresa la violenza sessuale; rapimento per riscatto; estorsione; lavoro forzato; uccisioni illegali. I migranti hanno continuato a essere detenuti in sovraffollamento, in condizioni disumane e degradanti, con cibo, acqua e cure mediche insufficienti e servizi igienico-sanitari molto scarsi».
I colpevoli, secondo il segretario generale, sono indistintamente «funzionari statali, membri di gruppi armati, contrabbandieri, trafficanti e membri di bande criminali».
Un cartello criminale che può contare sul ruolo decisivo dei guardacoste.
I “soccorsi” in mare, infatti, riforniscono di migranti i boss del traffico internazionale, moltiplicando gli introiti.
Le operazioni della cosiddetta Guardia costiera, fieramente sostenuta da Bruxelles e da Roma, sono una delle principali cause delle violazioni. Non è un caso che Guterres si guardi bene dal parlare di «soccorsi».
«Il numero di prigionieri – si legge – è cresciuto a seguito dell’aumento delle intercettazioni in mare e della chiusura delle rotte marittime». Una manna per i contrabbandieri di vite umane.
Tutto alla luce del sole. «L’Unsmil ha continuato a ricevere segnalazioni credibili di detenzione prolungata e arbitraria, torture, sparizioni forzate, cattive condizioni di detenzione, negligenza medica e rifiuto di visite da parte di famiglie e avvocati da parte di i responsabili delle carceri e di altri luoghi di privazione della libertà ».
Al momento si contano 4.900 rifugiati e migranti detenuti nelle prigioni del governo, «ma un ulteriore numero sconosciuto di persone è detenuto in altre strutture» clandestine.
Il 29 luglio, vista «l’assenza di misure per far fronte a queste condizioni», l’Onu aveva chiesto «la chiusura di tutti i centri di detenzione». Invano.
(da “Avvenire”)
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Settembre 13th, 2019 Riccardo Fucile
LA CONFERMA DEL MINISTRO DEGLI INTERNI SEEHOFER: “PRENDEREMO IL 25%, ALTRETTANTO FARA’ LA FRANCIA, QUOTE MINORI IN ALTRI PAESI”
Il ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, ha confermato che c’è accordo affinchè la Germania accolga un quarto dei migranti che entrano in Italia dopo un salvataggio in mare.
Lo riferisce il sito del quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung sottolineando che anche la Francia prenderà un 25% di questi migranti.
“I colloqui sono ancora in corso. Ma se rimane come concordato, possiamo prendere il 25% delle persone salvate in mare davanti all’Italia”, ha detto Seehofer al quotidiano bavarese.
“Ciò non sovraccaricherà la nostra politica migratoria”, ha detto l’esponente dell’ala destra bavarese (Csu) del partito della cancelliera Angela Merkel.
Per Berlino “non cambia niente”, ha sostenuto Seehofer come riferisce il sito della Sueddetsche Zeitung (Sz) ricordando che, secondo dati del ministero dell’Interno, negli ultimi 12 mesi sono arrivati in Germania 561 migranti salvati in mare in Italia.
Francia, Germania e Italia, all’incontro dei ministri dell’Interno dell’Ue in programma a Malta il 23 settembre, vogliono fissare quote sulla ripartizione di migranti, ricorda la Sz sostenendo che anche Parigi sarebbe disposta ad accoglierne un 25%.
“L’aspettativa è che altri Stati si aggreghino”, ha detto Seehofer riferendosi all’intesa che andrà poi ratificata nel Consiglio Ue di ottobre. “Ho sempre detto che la nostra politica migratoria è anche umana. Non faremo annegare nessuno”, ha detto il ministro il quale ha constatato che non ci sono Paesi nordafricani disposti ad attuare una sua proposta di esame del diritto di asilo dei migranti sulla sponda sud del Mediterraneo.
Intanto il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, fa un appello sul Trattato di Dublino: “Una riforma del trattato di Dublino – afferma – è una riforma importante per fare una politica europea che affronti la questione dell’immigrazione. Si rimbocchino le maniche e si discuta di questa riforma in Consiglio, la mettano in agenda”.
Nel frattempo l’Ocean Viking, la nave con a bordo 82 migranti, rimane in mare. Sulla questione arriva la critica del dem Matteo Orfini: “Per la cronaca: in attesa dell’accordo sulla redistribuzione, la Ocean Viking resta in mare senza l’assegnazione di un porto sicuro. Esattamente come accadeva con Salvini ministro. Così davvero non va bene. Anzi: così è una vergogna”.
(da Open)
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Settembre 13th, 2019 Riccardo Fucile
PRESSING SULLA GERMANIA PERCHE’ SPENDA DI PIU’
In un’Europa con l’economia che non promette bene, all’indomani dell’annuncio di Mario Draghi sul nuovo ‘bazooka’ della Bce per sostenere una ripresa che ancora non si vede, accade ciò che fino a ieri sembrava impossibile: la Germania finisce sotto accusa.
Succede a Helsinki, alle riunioni informali dei ministri europei delle finanze organizzate per oggi e domani dalla presidenza di turno finlandese. Contro il ministro tedesco Olaf Scholz il coro è unanime: anche la Germania è in recessione, surplus troppo alto, è ora che spendiate di più per la crescita di tutta l’Eurozona.
L’Italia, con il suo debito alto e secondo solo a quello greco, esce dal mirino delle prediche per effetto del neonato governo Conte II, che spazza via d’un colpo i timori europei su un Belpaese magari guidato da Matteo Salvini e con un piede fuori dall’eurozona.
Invece qui al Finlandia Hall, il palazzo al centro di Helsinki che ospita il summit, Roberto Gualtieri, ex eurodeputato che qui conosce più o meno tutti, al suo debutto da ministro dell’Economia e Finanze, incassa non solo congratulazioni, ma anche una lieve apertura niente meno che del ‘falco’ Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea uscente ed entrante, sulla flessibilità per investimenti nell’economia green nella prossima legge di stabilità .
Di solito Dombrovskis chiude sempre, senza se e senza ma. Oggi non lo fa e comunque c’è tempo fino alla presentazione della manovra il 15 ottobre prossimo.
La vera novità è la Germania. Il caso tedesco tiene banco.
Nessuno si sogna di attaccare Scholz frontalmente nelle dichiarazioni pubbliche. Ci mancherebbe, si tratta sempre della Germania, paese guida dell’Unione nei confronti della quale non è mai stata aperta una procedura per surplus alto. Oggi non ci sono avvisaglie di procedura, ma il punto lo sottolineano tutti, proprio nel giorno in cui — tra l’altro — in Germania (come in Olanda e Austria) è massima la rabbia contro Draghi, ‘Draghula’ come lo soprannomina il tabloid Bild.
“Il ciclo economico non è molto buono. Significa che chi ha il debito alto, deve ridurlo. Chi però ha spazi fiscali di manovra, deve spendere”, dice Dombrovskis.
Questo è il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno: “Gli Stati con spazio di bilancio lo devono usare per contrastare il rallentamento dell’economia″.
E questo è il ministro francese Bruno Le Maire: “La mancanza di crescita è diventata un problema in Europa. Non sto chiedendo alla Germania di spendere di più ma a tutti di fare quello che possono. Molti devono ridurre le loro spese, stare alle regole e fare le riforme. Ma chi ha lo spazio fiscale deve spendere di più. C’è bisogno di parlare di più con la Germania ma le cose si stanno muovendo”.
Con l’economia che ancora non gira, si punta a riequilibrare il peso delle responsabilità . Ecco perchè il dito finisce puntato anche su Berlino, per la prima volta. E, certo, al contempo si aspettano al varco i paesi che devono ridurre il debito. Anche perchè — e questa è la doccia fredda per l’Italia — si allontana la riforma del patto di stabilità e crescita, chiesta anche dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Roma non potrà contare su una riforma della regola del 3 per cento nel rapporto tra deficit e pil, per dire. Almeno non per ora.
La chiusura arriva proprio dai francesi, che si pensava sostenessero la richiesta italiana. “Sono molto prudente sulla revisione del patto di stabilità e crescita — dice secco Le Maire – meglio parlare di investimenti”.
Per l’Italia resta lo spazio di flessibilità previsto dalle regole. Di questo parlano Dombrovskis e Gualtieri nel loro incontro, il primo di una serie di colloqui che seguiranno passo passo l’elaborazione della manovra economica a Roma.
“La manovra è un ‘work in progress’ – dice il commissario europeo — c’è ancora un mese prima della scadenza, ma Gualtieri mi ha assicurato che lui ha intenzione di muoversi dentro le regole del patto di stabilità e crescita, che prevede una certa flessibilità ”.
Dunque con un deficit al di sotto del 3 per cento del pil e che, secondo indiscrezioni, potrebbe però arrivare al 2,4 per cento, la soglia che l’anno scorso fu contestata al governo Conte I, quello di Salvini e Di Maio, e che quest’anno invece potrebbe essere concessa al Conte II, l’esecutivo del M5s col Pd.
Perchè Dombrovskis non si mostra più tanto falco: “Sulla specifica flessibilità , occorrerà una valutazione approfondita, non si può dire adesso: dipende dalla valutazione sulla fase del ciclo economico in cui si trova l’Italia e questo sarà chiarito quando pubblicheremo le stime macroeconomiche a novembre”.
Il governo ha intenzione di muoversi su investimenti ‘verdi’ per aiutare la crescita, nel solco di quanto prospettato dalla nuova presidente della Commissione Ursula von der Leyen, sottolineano dal Tesoro.
A Helsinki intanto Gualtieri aderisce alla cosiddetta ‘coalizione per il clima’, 40 paesi impegnati nella gestione dei cambiamenti climatici con politiche ambientaliste. Ma il quadro della legge di stabilità — che dovrà necessariamente occuparsi di disinnescare le clausole di salvaguardia sull’aumento dell’iva — è ancora tutto da definire.
Il clima però è completamente diverso. L’Italia non è più la ‘brutta bestia’ capace di far saltare il banco.
Nel cono d’ombra delle preoccupazioni europee restano l’Irlanda e la Grecia. Ma soprattutto inizia sulla Germania un pressing che potrebbe cambiare radicalmente il corso della storia economica dell’Ue.
(da “Huffingtonpost”)
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Settembre 13th, 2019 Riccardo Fucile
UNA COMPONENTE REALMENTE LIBERALE NON HA NULLA DA SPARTIRE CON IL SOVRANISMO… OCCORRE RICOMINCIARE DA BASI CULTURALI E DELINEARE UN NUOVO PROGETTO DI SOCIETA’, VOLARE ALTO NON CAVALCARE IL LIVORE
È di oggi la notizia relativa all’incontro tra Berlusconi e Salvini, un incontro all’esito del quale i due leader avrebbero convenuto di “continuare ad essere” un fronte unito, sia in termini di opposizione al governo “giallorosso“, che in vista delle prossime elezioni amministrative.
Dal punto di vista del pragmatismo politico, della possibile conquista del potere, il ragionamento non farebbe una piega. Ma può bastare il pragmatismo? Può essere sufficiente, una cosa del genere, a costruire una solida alternativa culturale, prima ancora che politica, alle sinistre?
In tutta sincerità penso proprio di no
La Lega di Salvini, per chi crede in certi valori, è un soggetto politicamente inaccettabile ed insostenibile: un miscuglio di livore nazionalista e statalista misto ad un liberismo economico sbiaditissimo e da toni di chiusura così inaccettabili da far invidia soltanto a FdI.
L’ala sovranista del “centrodestra” continuerà a cavalcare il ritornello degli ultimi anni, da un lato, perchè convinta della bontà dei sondaggi; dall’altro, perchè priva di uno spessore culturale e politico capace di farle fare altro.
Nel bene e nel male Forza Italia potrebbe rappresenterebbe ancora una possibilità , ma non così com’è! Non si può fare il leader per sempre e non sempre si possono accettare certi “matrimoni”.
Oggi come oggi servirebbe una grandissima ventata d’aria fresca, sia in termini di uomini e donne, che avuto riguardo al panorama ideale di riferimento.
L’autentica capacità di avere visioni ardite anche rubando certi argomenti alla solita demagogia della sinistra, nel caso. Il mondo e, con esso, la società , sono profondamente cambiati negli ultimi vent’anni e la solita formula “liberali in economia”, “conservatori” nei valori, non regge proprio più.
Ancor di meno regge un’alleanza basata soltanto sulla voglia di potere.
È fuor di dubbio che il potere sia necessario alla politica: senza di esso non sarebbe possibile, nè realizzare le proprie idee, nè portare avanti la propria visione.
Ma, prima ancora di quello, una politica di qualità dovrebbe avere, darsi ed incarnare una “missione laica” di più ampia portata culturale e filosofica.
Sono le idee ed i concerti a dare corpo alla politica: la loro ricerca, il loro approfondimento, la loro rimeditazione e rivisitazione, in termini rigorosamente scientifici, così come la loro diffusione, non sono, e non dovrebbero mai rappresentare, un mero optional.
Epurato il campo dalle questioni gnoseologiche, sono sempre stati tre i grandi temi della filosofia, anche politica: l’individuo, la società e lo stato.
E allora, che importanza vogliamo dare all’individuo ed ai suoi “colori”? Come la vogliamo concepire la società ? E lo Stato, come lo vogliamo?
Dopo di che, quali dovrebbero essere i rapporti tra queste “ragioni”, tra queste realtà , e tutto ciò che è “dimensione sovranazionale”
È vero: sono soltanto “macro-argomenti”. Quanto basterebbe, però, per riportarci sul terreno di una più seria mappa concettuale sulla quale lavorare. Cavalcare le notizie e vivere di “immanente quotidianità ”, non basta.
Il potere serve. È uno strumento necessario, ma se a quello si fosse (e si è) capaci di unire l’autorevolezza, beh, a quel punto si sarebbe quasi vicini alla virtù.
L’attuale centrodestra avrà pure il favore dei sondaggi, forse: ma siamo così sicuri che lo abbia pure per tutti coloro ai quali il relativo quesito non sia stato posto?
Siamo così convinti che la coeva “deriva nazionalista”, peraltro sistematicamente conservatrice nei valori, si appartenga a tutto il popolo dell’ideale area di centrodestra?
La “lotta” alle sinistre vogliamo continuare a considerarla sempre limitata o siamo capaci di competere a livelli più alti?
Perchè, diciamocelo una volta per tutte, la sinistra avrà sempre un vantaggio: ha più solide basi culturali; ha sempre più sete di ricerca della verità .
Per quanto gli slogan possano essere (e siano) un efficace strumento di comunicazione sintetica, non dimentichiamo mai che dietro ad ogni vicenda umana e sociale c’è la vita delle persone, con le loro ricchezze e con le povertà
Certe disquisizioni non sono mera teoria: sono vita vissuta. Facciamoci attraversare dal dubbio, quindi.
Avventuriamoci nei più esaltanti sentieri dell’ignoto.
Osiamo e guardiamo oltre: il centrodestra, volendo, potrebbe essere bellissimo…
Salvatore Totò Castello
Right Blu – La Destra liberale
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Settembre 13th, 2019 Riccardo Fucile
ABITUATI A TAROCCARE LE NOTIZIE PER FOMENTARE L’ODIO, PENSANO CHE TUTTI SIANO DEI RIFIUTI UMANI COME LORO
Il vittimismo — insieme alle grida in caps lock dei leoni da tastiera — è uno dei mali che affligge il mondo di internet, in special modo da quando si sono diffusi i social network.
La chiamano democrazia della rete, ma il più delle volte è la possibilità di ricorrere all’insulto libero senza la spada di Damocle della denuncia assicurata per diffamazione. In questo caso, però, non ci troviamo a parlare dei soliti insulti sessisti o discriminatori, ma di ipotesi di complotto lanciate e rilanciate.
E così la vicenda della signora — che si è proclamata fieramente «razzista e salviniana» — che non ha affittato la propria abitazione a una ragazza perchè meridionale, viene capovolta fino a rientrare tra le più sgangherate ipotesi di complotto da quando l’uomo inventò i social network.
La storia denunciata da Deborah Prencipe, dunque, diventa una vicenda costruita ad arte per demonizzare Matteo Salvini.
E i commenti di questo tenore arrivano anche sotto articoli postati da testate apertamente schierate verso destra, ma ai lettori (ed elettori) della Lega — quando si legge il nome di Salvini interpellato per questa o quella vicenda — non guardano in faccia a nessuno.
Infatti, molte delle ipotesi di complotto nei confronti del senatore del Carroccio ed ex Ministro dell’Interno si trovano tra i commenti della storia di Deborah Prencipe raccontata da Il Giornale.
Una storia, una denuncia che diventa il modo di fare campagna elettorale contro Salvini. È evidente come dalle parti dei sostenitori del Carroccio ci sia l’abitudine a strumentalizzare questioni e vicende — come la legge regionale del Friuli impugnata o il rinvio dell’introduzione dell’educazione civica nelle scuole — solamente per far propaganda politica.
E per questo, adesso, la denuncia della giovane pugliese Deborah Prencipe viene svilita a bufala anti-Salvini.
Invenzioni, dunque. Il tutto dall’alto della propria tastiera, nono conoscendo in alcun modo i fatti. Ci si basa solo sul fatto che se si parla di Salvini allora è un complotto, rivoltando e capovolgendo la realtà senza alcun riscontro. Una triste abitudine a cui, purtroppo, ci troviamo sempre più spesso davanti.
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 13th, 2019 Riccardo Fucile
IN QUALSIASI PARTITO IL SEGRETARIO SI SAREBBE DISSOCIATO, SE UNO TACE VUOL DIRE CHE SI RICONOSCE IN QUELLE PAROLE, I MERIDIONALI LEGHISTI SONO AVVISATI
«Succede questo. Decido di trasferirmi nel paese della mia fidanzata in provincia di Milano», inizia così il post di Deborah, una ragazza di Foggia che decide — come tanti italiani del Sud — di andare a vivere al Nord.
Le cose però non finiscono bene, anzi sembra di essere tornati indietro di qualche decennio. Quando al Nord l’odio per i meridionali non era ancora stato sostituito da quello per gli immigrati. Perchè gli immigrati erano proprio loro, i nostri compatrioti.
E’ la storia della signora Patrizia, orgogliosamente razzista e salviniana, che quando scopre che Deborah è di Foggia decide, quindici giorni prima dell’inizio del contratto, che la proprietaria la casa non la vuole più affittare ma preferisce venderla.
Perchè Deborah è nata a Foggia «e la signora Patrizia di Malvaglio ritiene che in casa sua i meridionali non devono entrare».
In due audio dei quali la signora Patrizia autorizza la pubblicazione assistiamo ad un crescendo salviniano di odio all’insegna della discriminazione.
Si parte con «i meridionali i neri, i Rom sono tutti uguali, io sono una razzista al 100%». Ed è vero che sono tutti uguali, ma è vero anche che sono uguali alla signora Patrizia e a tutti gli italiani del Nord (o agli altri esseri umani).
Per la signora di Malvaglio invece sono uguali nel senso che fanno egualmente schifo. Ci tiene lei a farlo sapere perchè non ce l’ha con tutti gli stranieri «non è una svizzera, è una meridionale, è diverso».
«Scriva sotto il post la signora è una salviniana è una leghista come Salvini, come Matteo, il suo Capitano è Salvini. Lo scriva proprio in grande: La signora, che è di Salvini da quando c’era ancora il Bossi che ha cominciato le prime volte, la signora era in prima linea. Lo scriva pure, ma proprio in grande che io sono una leghista sfegatata». Questo lo sfogo finale della signora Patrizia, che rivendica con orgoglio le sue radici di leghista vecchia maniera.
Inutile nascondercelo, al Nord Italia (e mica nelle valli sperdute) l’odio per i meridionali è ancora ben radicato e diffuso, soprattutto in quell’elettorato che fa riferimento alla Lega che una volta si chiamava Nord e che oggi invece che l’Indipendenza della Padania sogna l’Autonomia differenziata di Lombardia e Veneto.
Un’autonomia da ottenere a discapito delle regioni del Sud, come è noto. Una secessione dei ricchi che per i leghisti della prima ora ha un sapore ancora più dolce perchè combattuta anche grazie ai voti dei tanti terroni che ora votano felici per la “nuova” Lega nazionale che sfonda in Sardegna, in Abruzzo o in Calabria.
Siccome sappiamo che questi sentimenti razzisti e discriminatori sono ancora diffusi non ci stupiremo poi più di tanto per quello che dice la signora Patrizia.
In fondo fa pur sempre parte di quella folta schiera di persone che quotidianamente insulta donne, ragazzine, omosessuali e migranti. Cambia appena l’oggetto del suo odio.
Ci chiediamo invece come mai Salvini non abbia sentito la necessità di prendere le distanze da queste parole d’odio.
Da autoproclamato papà di tutti gli italiani (e quindi anche di quelli del Sud, dove è stato eletto) che Salvini prendesse le distanze, perchè solo lui può dire ai leghisti che il razzismo è sbagliato.
Che dicesse una buona volta che la Lega non è più quel partito razzista dove un giovane capogruppo cantava «senti che puzza, scappano anche i cani, sono arrivati i napoletani».
I leghisti in genere sono i primi che chiedono ai musulmani di prendere le distanze per un attentato commesso da persone con le quali condividono poco o nulla se non la fede in Allah.
Magari la signora Patrizia domenica potrebbe pure essere presente sul pratone di Pontida al raduno annuale della Lega. Proprio per questo sarebbe opportuno che la Lega riconoscesse gli errori del passato e rinnegasse l’odio per gli italiani sotto il Po, magari chiedendo pure scusa.
Ma non succederà , perchè è l’odio che ha tenuto unita la Lega di Bossi e che oggi tiene unita quella di Salvini.
(da “NextQuotidiano“)
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Settembre 13th, 2019 Riccardo Fucile
L’EX SOTTOSEGRETARIO VACCA: “IL COMUNE E’ SOLO UN TRAMITE, IL SINDACO HA FIRMATO UN TESTO E NON PUO’ INTERFERIRE SULLE SCELTE ARTISTICHE”… IL SINDACO SI ERA OPPOSTO ALL’INVITO A SAVIANO E ZEROCALCARE
I finanziamenti del Festival degli incontri all’Aquila, quello che fa infuriare il sindaco di Fratelli d’Italia Pierluigi Biondi perchè la direttrice voleva invitare Saviano e Zerocalcare, sono interamente a carico del Ministero per i beni culturali; non basta: lo stesso sindaco ha sottoscritto un documento dove l’amministrazione locale accetta di non avere nessuna voce sulle scelte artistiche in capo alla direttrice Silvia Barbagallo.
Lo ha dichiarato Gianluigi Vacca, fino a ieri sottosegretario ai Beni culturali, esponente Cinque stelle, abruzzese che aveva la delega per la ricostruzione del patrimonio culturale nelle zone del terremoto.
“Il Festival degli Incontri dell’Aquila deve essere una manifestazione artistica, uno strumento per il rilancio della città attraverso la cultura nel decennale del terremoto, non certo una vetrina per la politica. Non si comprende quindi a quale titolo il sindaco Biondi pretenda di avere l’ultima parola sulla scelta degli artisti, minacciando o mettendo veti sui nomi sgraditi a lui o al suo partito. La sua è un’ingerenza grave e inaccettabile”, ha dichiarato in una nota l’ex Sottosegretario.
Prosegue: “Ricordo che i soldi per il festival li ha messi interamente il Mibac, con un finanziamento nell’ultima legge di bilancio, e che il Comune agisce solo come tramite amministrativo. Nell’accordo sottoscritto a suo tempo, tra me come vertice del Ministero e dal sindaco Biondi per il Comune, è chiaramente specificato che ‘il Comune curerà tutte le attività di carattere amministrativo, organizzativo e contabile’, mentre non è scritto da nessuna parte che ha voce in capitolo sulle scelte artistiche, che competono alla direttrice del Festival, la quale agisce in piena autonomia”
“Al sindaco Biondi ricordo inoltre che il programma è stato visionato dal comitato operativo di cinque saggi creato d’intesa tra Mibac e Comune, dal quale ha ottenuto piena approvazione. La politica deve rimanerne fuori, auspico quindi che il sindaco torni sui suoi passi in modo che il festival si svolga regolarmente, nell’interesse dell’Aquila e degli aquilani. Il M5S è nato anche per impedire che la politica condizioni la cultura, con velleità censorie. Su questo — ha concluso Vacca – siamo e saremo sempre intransigenti”.
Va peraltro aggiunto che nè Vacca nè l’ex ministro Alberto Bonisoli hanno trovato da obiettare sulle scelte del festival per quanto Saviano non abbia risparmiato critiche ai pentastellati al governo con la Lega.
(da agenzie)
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Settembre 13th, 2019 Riccardo Fucile
RISULTATO POSITIVO PER 73.000 EURO NEL 2018
Il “divorzio” dalla Casaleggio Associati non sembra aver intaccato i guadagni della società del comico genovese e cofondatore del Movimento 5 Stelle, la Beppegrillo Srl, di cui lo stesso Grillo è l’unico socio.
Secondo il primo bilancio della nuova società , quello relativo al 31 dicembre 2018, la Beppegrillo Srl ha chiuso l’esercizio con un risultato positivo di 73mila 238 euro.
In particolare, i ricavi delle vendite sarebbero pari a 230 mila euro. Questo a fronte di un capitale investito di circa 131 mila euro.
Secondo l’agenzia stampa Adnkronos, che ha potuto leggere una copia del bilancio, il “risultato operativo” sarebbe di 102mila 384 euro, mentre i “costi esterni operativi” sono pari a 127mila 616 euro. A fronte di un patrimonio netto di 73mila 248 euro, i debiti sono stimati in 45mila 828 euro di cui 2.276 verso i fornitori e 43mila 552 euro di carattere tributario.
La società , attiva nel settore dei portali web gestisce anche il popolare sito di Grillo, sostanziale fonte di ricavi pubblicitari, come attestano i vari inserti presenti sulla pagina, ma dove si possono acquistare anche vari prodotti di Beppe Grillo, oltre ad approfondire il “grillopensiero”.
L’ultima recente iniziativa pubblicizzata in alto al sito riguarda un tour dell’Italia — «sui passi di Pasolini», così recita il post — in camper, con tanto di troupe, per cercare nuove storie sull’economia circolare. Noto come “Regeneration Road“, il tour dovrebbe iniziare a partire dalla primavera del prossimo anno.
(da agenzie)
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Settembre 13th, 2019 Riccardo Fucile
SONO ACCUSATI DI AVER RIPETUTAMENTE VIOLENTATO UNA RAGAZZA: INCASTRATI DAL VIDEO CON CUI HANNO RIPRESO LA SCENA PER POI VANTARSI CON GLI AMICI
Responsabili di una violenza terribile della quale si erano anche vantati con gli amici: adesso sono stati concessi gli arresti domiciliari a Francesco Chiricozzi e a Riccardo Licci, i due militanti di CasaPound che avevano ripetutamente violentato una ragazza al pub Old Manners di Viterbo, che è un luogo di ritrovo dell’estrema destra della zona.
I due giovani erano rinchiusi nel carcere Mammagialla della cittadina laziale da oltre 4 mesi: era infatti il 29 aprile quando il caso esplose con l’arresto dei due ragazzi accusati della violenza di gruppo ai danni di una 36enne italiana.
Nei giorni scorsi, dopo che era stata depositata la perizia sui cellulari passati al setaccio per ricostruire le chat in cui le immagini della presunta violenza sarebbero state condivise, la procura aveva chiesto per i due il giudizio immediato.
La richiesta per ottenere i domiciliari era già stata presentata dai difensori dei due indagati i primi di maggio e, poi, una seconda volta, a luglio, ma in entrambi i casi era stata respinta. Oggi invece i domiciliari sono stati concessi.
(da agenzie)
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