Settembre 20th, 2019 Riccardo Fucile
LA MELONI VUOLE CHE IL POPOLO POSSA TORNARE A VOTARE, MA LEI A VOTARE NON CI VA, ANCHE SE E’ PAGATA PER QUELLO
La Camera ha negato l’autorizzazione all’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato di Forza Italia Diego Sozzani.
L’esito del voto ha creato un caso nella maggioranza con i deputati del MoVimento 5 Stelle che sono corsi ad attaccare gli alleati del PD, perchè loro certe cose non le fanno (tranne quando c’è da salvare Salvini).
Nel centrodestra la situazione ha preso una piega involontariamente comica grazie a Giorgia Meloni.
La leader di Fratelli d’Italia due sere fa era a Porta a Porta dove ha spiegato che il suo partito ha votato no all’arresto di Sozzani perchè «l’arresto sarebbe stato sul piano giuridico una forzatura importante».
Questo anche se la proposta della Giunta per le autorizzazioni a procedere era favorevole all’arresto.
Ma la Meloni non ha saputo spiegare il perchè del voto contrario perchè «sulla questione specifica non sono competente».
Nel senso che Giorgia Meloni ha ammesso di non avere la minima idea sul perchè è stato richiesto l’arresto di Sozzani (altrimenti avrebbe potuto esprimere un parere sul tema) o perchè il suo partito ha votato contro.
Che abbia voluto evitare di lasciare tracce per un’ennesima figuraccia come quella raccontata da Monti su quando la Meloni votò a favore della legge Fornero e del pareggio di bilancio (ma al voto finale era assente..)?
La cosa divertente è che la Meloni ha candidamente ammesso che lei in Aula non c’era, quindi non ha nemmeno votato.
Il che se ci si pensa è perfettamente logico. Qualche settimana fa quando a Montecitorio si votava per la fiducia al governo Conte la Meloni era fuori dal palazzo per gridare contro i poltronari dell’inciucio PD-M5S.
E a chi le faceva notare che lei di poltrone ne aveva due, essendo consigliere comunale a Roma oltre che deputata, la leader di FdI rispondeva che prendeva un solo compenso e non un doppio stipendio come suggerito da alcuni.
Incuriositi dall’assenza di Giorgia Meloni ad un voto così dirimente come quello sulla vicenda dell’onorevole Diego Sozzani siamo andati a curiosare su Openpolis da dove emerge che l’onorevole Meloni ha talmente in odio quelli imbullonati alla poltrona che non è tra i deputati più presenti.
Risulta infatti aver partecipato ad appena il 24.65% delle votazioni elettroniche in Aula mentre per il 75,35% dei casi è risultata assente.
(da agenzie)
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Settembre 20th, 2019 Riccardo Fucile
RIUNIONE CON CONTE, GUALTIERI, GUERINI E BONAFEDE E IMPEGNO A TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ENTRO BREVE TEMPO
L’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, l’aveva promesso: dal Viminale sarebbero dovuti arrivare i fondi per pagare gli straordinari (già effettuati nel 2018 e 2019) degli agenti della polizia di Stato. Quella promessa, però, non è stata mantenuta.
A inizio settembre, infatti, il Viminale ha fatto sapere che i soldi necessari per coprire i costi e poter pagare gli straordinari non sono stati stanziati.
E sono, quindi, rimasti semplici annunci dell’ex ministro dell’Interno a cui non hanno fatto seguito atti concreti
Questa mattina Conte ha incontrati i ministri della Difesa, dell’Interno, della Giustizia e dell’Economia. E ha deciso, secondo quanto fa sapere Palazzo Chigi, di proseguire con un’iniziativa che permetta di finanziare gli straordinari delle forze di polizia (come da pressioni della Lamorgese)
Il governo prende quindi l’impegno di trovare le risorse per pagare gli straordinari: “La sicurezza dei cittadini è al centro dell’agenda politica di questo Governo: a tal proposito è fondamentale prestare massima attenzione alle esigenze delle donne e degli uomini che la garantiscono ogni giorno. Per questo motivo è stata ribadita la necessità di adottare ogni utile iniziativa per il finanziamento anche degli straordinari per le forze di polizia”.
Alla riunione hanno partecipato il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede e il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Il vertice è servito proprio per discutere del personale del comparto difesa e sicurezza, soffermandosi sul riordino dei ruoli e delle carriere del personale delle forze armate.
I sindacati di polizia hanno espresso soddisfazione per questo impegno concreto, ora si attende con più fiducia.
(da agenzie)
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Settembre 20th, 2019 Riccardo Fucile
ESSERE IGNORANTI PUO’ ANCHE NON ESSERE UNA COLPA, MA SE RAPPRESENTI L’ITALIA BISOGNA ESSERNE DEGNI, SALVO CHE LA LEGA NON VOGLIA RIEMPIRE L’ITALIA DI MIGRANTI CLIMATICI
L’europarlamentare Susanna Ceccardi (che fino a poco fa ricopriva il doppio incarico pagato coi nostri soldi di sindaca di Cascina e consigliera di Salvini) ha voluto dimostrare oggi quanto i leghisti non hanno capito perchè è importante combattere il cambiamento climatico.
Il pretesto è l’intervento di Carola Rackete ieri a Piazza Pulita. L’ex comandante della Sea Watch 3 ieri a Piazza Pulita a sottolineato l’esigenza di adottare comportamenti più verdi per salvaguardare l’ecosistema.
È lo spirito del movimento Fridays for Future che proprio oggi sta vedendo milioni di ragazze e ragazzi scendere in piazza per una serie di manifestazioni e scioperi a favore del clima.
Matteo Salvini su Facebook ha descritto così la Rackete «”un’ecologista” che vuole salvare il pianeta e l’umanità dall’aumento delle temperature». L’eurodeputata Ceccardi invece si è posta domande molto più interessanti «che c’entrano i migranti col clima??» invitando l’attivista tedesca ad andare «a salvare gli orsi al Polo Nord invece che rompere le scatole nel Mediterraneo».
In realtà la Lega dovrebbe essere in prima linea contro i cambiamenti climatici e dovrebbe gioire se qualcuno si occupa di salvare il pianeta dall’aumento delle temperature.
I fenomeni migratori, il global warming, la desertificazione, la distruzione degli habitat naturali sono tutti fenomeni interconnessi.
Ad esempio, giusto per guardare a casa nostra, un aumento del livello del mare dovuto allo scioglimento dei ghiacciai costringerebbe milioni di italiani a diventare migranti climatici perchè le città costiere non sarebbero più abitabili.
Ma tra gli effetti del cambiamento climatico non c’è solo l’ingressione marina (il fenomeno della sommersione di terre emerse da parte del mare). Ci sono anche il collasso degli ecosistemi naturali, l’inaridimento del suolo con la drammatica conseguenza della difficoltà dell’agricoltura globale di sfamare miliardi di persone. Altri milioni di persone a causa della crisi idrica invece saranno costrette a spostarsi altrove.
Secondo la Banca Mondiale se la tendenza non verrà invertita entro il 2050 almeno 140 milioni di persone saranno costrette ad emigrare solo per avere la possibilità di sopravvivere.
Ora noi siamo abituati alla propaganda della Lega che ci martella in maniera ossessiva riguardo al fatto che i migranti che arrivano in Italia non stanno scappando dalla guerra e quindi non hanno il diritto di chiedere asilo politico o anche solo di entrare nel nostro Paese.
Eppure già adesso molte delle persone che cercano di venire in Europa lo fanno perchè spinte dalla fame, dalle carestie o dalle inondazioni. La situazione non potrà che peggiorare nei prossimi anni se non facciamo qualcosa ora.
Nella peggiore delle ipotesi ci troveremo a dover affrontare flussi migratori imponenti, nella sola Africa subsahariana 86 milioni di persone potrebbero trovarsi a dover lasciare le proprie case a causa della crisi climatica.
Molti di loro si sposteranno (come già succede) in altri paesi del Continente, ma senza dubbio molti proveranno a venire in Italia dove magari troveranno Susanna Ceccardi e gli eredi del leghismo che ancora ci spiegheranno che questi non scappano dalla guerra e che gli ambientalisti devono pensare a salvare gli orsi polari (che saranno probabilmente estinti).
In Germania invece stanno messi meglio di noi. Il governo ha trovato in questi giorni un accordo sul maxi-piano di investimenti ‘green’ da 40 miliardi di euro. Misure a favore del clima con il quale la Cancelliera Angela Merkel ha intenzione di ridurre drasticamente le emissioni inquinanti e produrre il 65% della sua energia da fonti rinnovabili entro il 2030.
Nessuno infatti chiede all’onorevole Ceccardi di andare a salvare foche e pinguini. E nemmeno di salvare i migranti nel Mediterraneo.
L’ex sindaca di Cascina come tutti i policymaker può agire ad un altro livello, con una portata ben più ampia. Ma purtroppo l’eurodeputata Ceccardi è impegnata letteralmente a sfottere quelli che possono evitare un disastro ecologico e umanitario. I leghisti parlano di invasione quando qualche decina di migliaia di persone entra nel Paese. Il futuro ci riserva movimenti migratori ben più drammatici nelle loro conseguenze.
(da agenzie)
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Settembre 20th, 2019 Riccardo Fucile
IL GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA SMENTISCE SALVINI: “I MIGRANTI E L’EUROPA NON SIANO CAPRI ESPIATORI, GLI IMMIGRATI DANNO UN CONTRIBUTO IMPORTANTE ALLA CRESCITA DEL PAESE”
“Per rimuovere gli ostacoli che frenano l’attività produttiva e l’imprenditorialità degli italiani occorre un piano di misure organico, che intervenga sia sul lato dell’offerta sia su quello della domanda. Un piano efficace richiede di abbandonare definitivamente la facile e illusoria ricerca di capri espiatori – l’Europa, la finanza, i mercati, gli immigrati – per fondarlo invece su un’analisi approfondita dei mali della nostra economia, che metta in primo piano le sfide poste dal cambiamento tecnologico e da quello demografico”.
Il richiamo è del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, secondo cui “anche l’immigrazione può dare un contributo alla capacità produttiva del Paese”
Gli studi, ha osservato il numero uno di Palazzo Koch intervenendo presso l’Università politecnica delle Marche, in occasione della ‘Lezione Giorgio Fua’ 2019′, “non rilevano effetti negativi dell’immigrazione sui lavoratori del paese ospitante nè in termini di tassi di occupazione nè di livelli retributivi, può anzi avere un impatto positivo sui tassi di partecipazione e sul numero di ore lavorate dalle donne italiane. Vanno però affrontate con decisione le difficoltà nell’integrazione e nella formazione di chi proviene da altri paesi così come quelle che si incontrano nell’attirare lavoratori a più elevata qualificazione”.
“Un più elevato tasso di partecipazione al mercato del lavoro, un allungamento della vita lavorativa, misure di contrasto alla disoccupazione e una più robusta dinamica della produttività sono fattori fondamentali per mitigare gli effetti negativi delle tendenze demografiche” in Italia, ha quindi ammonito Visco ricordando come “con l’invecchiamento della popolazione aumenterebbero le uscite per le pensioni e l’assistenza”.
Il governatore della Banca d’Italia lancia l’allarme sul calo demografico in Italia le cui “implicazioni per l’attività economica, e quindi per la sostenibilità del debito pubblico e della spesa sociale, sarebbero pesantissime”.
“Anche assumendo che i tassi di partecipazione dei singoli gruppi demografici aumentino ai ritmi mediamente positivi osservati nell’ultimo decennio – spiega il governatore – la riduzione della popolazione attiva prevista dall’Eurostat si tradurrebbe meccanicamente, in assenza di un aumento della produttività del lavoro, in una diminuzione cumulata del Pil compresa tra il 7 e l′8 per cento nei prossimi trent’anni”.
(da agenzie)
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Settembre 20th, 2019 Riccardo Fucile
IL TEMA AMBIENTALE TORNA PROTAGONISTA E ALLORA CI SI ADEGUA PER PRENDERE VOTI
Una foto per mostrarsi lontani dalle poltrone e dai Palazzi e attenti ai grandi temi ambientali che — anche oggi — stanno richiamando in piazza milioni di giovani (e meno giovani) in tutto il mondo.
L’AdnKronos ha rivelato il testo di un sms inviato dagli uffici della comunicazione M5S a tutti i parlamentari e attivisti pentastellati: farsi vedere, attraverso fotografie e selfie pubblicati sui propri profili social, in mezzo alla natura e in contesti bucolici.
Perchè la strategia politica si basa anche sui dettagli e le onde popolari devono essere cavalcate al meglio per mostrare maggior attinenza con i problemi messi in evidenza dal popolo.
La rivelazione dell’AdnKronos arriva nel giorno del Climate Strike che ha attirato nelle piazze di tutto il mondo milioni di studenti che chiedono maggior attenzione ai temi ambientali e alla tutela del pianeta Terra, sempre più minacciato dall’uomo che, senza alcuno scrupolo, spreca ed esaurisce tutte le risorse presenti senza pensare al domani e a una politica alternativa e verde.
«Come sapete il tema dello sviluppo economico innovativo e della salvaguardia dell’ambiente è centrale per tutti noi del MoVimento 5 Stelle e per fare sì che raggiunga sempre più persone, un buon modo è utilizzare sempre più scatti fotografici ambientati nella natura invece che in contesti urbani o palazzi della politica — si legge nel testo del messaggio visionato da AdnKronos -. In un momento storico in cui il Pianeta grida aiuto, sempre più forte, crediamo che anche questo sia un modo per aiutare e per risvegliare sempre più coscienze verso l’obiettivo di uno sviluppo economico innovativo e sostenibile».
Il mittente è la comunicazione M5S che è sempre stata molto attenta — fino a qualche tempo fa — a muovere la bandiera in base al vento che tirava. E nel messaggio si parla anche di aiuti per pianificare gli shooting fotografici.
Climate Strike e non solo. Oggi, infatti, Luigi Di Maio ha parlato dell’avvio delle trattative con i Verdi Europei per portare il M5S all’interno di quel gruppo nell’Europarlamento. Una mossa che, dunque, non sarebbe stata casuale. Mostrarsi mentre si strizza l’occhio ai temi Green può essere molto fecondo, come già accaduto in passato sempre ai pentastellati.
(da agenzie)
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Settembre 20th, 2019 Riccardo Fucile
PER IL 74% DEGLI ITALIANI E’ UNA PRIORITA’ ASSOLUTA INTERVENIRE
Il vertice sull’azione per il clima voluto dal segretario generale delle Nazioni Unite Antà³nio Guterres a New York – previsto per il 23 settembre – è alle porte, e l’Unione europea è chiamata all’appello a proporre fatti e non parole.
Del resto, secondo uno studio del Consiglio europeo per le relazioni internazionali, sono gli stessi cittadini Ue a chiedere risposte sempre più chiare sul tema, tanto che sarebbero disposti a sacrificare la crescita economica pur di proteggere il pianeta.
Il sondaggio, commissionato dal prestigioso think-tank European Council on Foreign Relations (ECFR), ha coinvolto 60mila cittadini europei in quattordici Paesi per capire cosa si aspettano da appuntamenti come l’Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA) e il summit di New York, concentrandosi su temi che vanno dal clima al disarmo nucleare in Iran, fino ai rapporti commerciali tra Cina e Stati Uniti e alle interferenze russe nelle elezioni di altri Paesi.
Stando all’indagine, il 74% degli italiani è pronto “a rendere il cambiamento climatico una priorità assoluta della propria politica” e, il 50% dei cittadini Ue sacrificherebbe la crescita economica per proteggere il clima.
Intanto, il conto alla rovescia per la settimana di sciopero mondiale, Global #WeekForFuture e del #GlobalClimateStrike, è cominciato, e da oggi al 27 settembre per le strade di tutto il mondo milioni di persone sfileranno chiedendo la possibilità di un futuro su questo pianeta.
Le preoccupazioni sul destino della Terra sembrano condivise anche dai maggiori rappresentanti delle istituzioni, a partire dallo stesso Guterres che, incalzato dai giornalisti Mark Hertsgaard del The Nation e Mark Phillips di CBS News, ha dichiarato che “Madre Natura è arrabbiata”.
Ecco perchè “la società civile, le imprese, le città , le regioni sempre più frequentemente premono sui governi centrali affinchè adottino nuove misure di contrasto al cambiamento climatico – lo abbiamo visto alle ultime elezioni europee – e sempre più frequentemente assumono loro stessi la responsabilità di cambiare”.
L’Europa, insomma, lo ha capito: il tempo è scaduto. In vista dell’appuntamento nella Grande Mela, la Commissione ha adottato una comunicazione indirizzata al Parlamento e al Consiglio, che ribadisce i punti dell’impegno dell’Ue a favore dell’azione per il clima e spiega che la strategia prevede di superare gli obiettivi dell’accordi di Parigi per il 2030 e rendere l’Europa neutrale in quanto a emissioni entro il 2050.
Peccato però che non ci sia ancora un accordo tra i Paesi sulla questione degli investimenti fossili: durante recente riunione del Cda della Banca europea per gli investimenti (Bei) dedicato allo stop ai finanziamenti ai fossili, il Cda ha infatti deciso di non decidere, e una nota della Banca ha annunciato che “le deliberazioni dettagliate sulla nuova bozza di politica di finanziamento nel settore energetico dovrebbero riprendere in occasione della prossima riunione che si terrà a Lussemburgo il 15 ottobre prossimo”. Secondo indiscrezioni, il Cda non sarebbe stato in grado di arrivare a una decisione definitiva stante i contrasti tra i 29 rappresentanti dell’organismo (uno per ciascun Paese Ue più uno della Commissione).
A livello politico invece è tutta da decidere la partita del computo degli investimenti finalizzati alla lotta al climate change nei parametri del deficit pubblico fissato dal Patto di stabilità e crescita.
Sul tavolo della nuova Commissione europea, la proposta italiana di svincolare gli investimenti verdi dal patto di stabilità – che piace sia a M5s che a Pd e che rilancia in chiave ecologista la golden rule che il ministro dell’Economia Gualtieri provò a introdurre già nel 2012.
Oltre ai progetti di decarbonizzazione, per l’Italia sono fondamentali anche quelli dello sviluppo di nuove tecnologie, la sensibilizzazione collettiva, la multimodalità e l’elettrificazione dei veicoli. “Occorre poi porre maggiore attenzione su quelle misure che mirano all’innovazione nello sviluppo delle infrastrutture digitali e della mobilità sostenibile, nonchè l’incentivazione, la sperimentazione e la messa in esercizio di veicoli a guida automatica e connessa”, ha dichiarato il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Paola De Micheli. ma per ora una riforma strutturale del Patto non è in agenda. la partita a Bruxelles è appena cominciata.
(da agenzie)
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Settembre 20th, 2019 Riccardo Fucile
SUCCESSO STRAORDINARIO DELLO SCIOPERO GLOBALE IN TUTTI I CONTINENTI… UN MILIONE E MEZZO DI CITTADINI IN PIAZZA IN GERMANIA
Milioni di studenti in marcia in tutto il pianeta per lo sciopero mondiale per il clima. Greta ha guidato a New Yorl il raduno più atteso della giornata. Oltre 15mila persone hanno partecipato a Bruxelles, 100 mila persone a Westminster, Londra, nel più grande raduno britannico della giornata. “Cambiare le politiche dei governi per preservare il futuro”, ha arringato la folla il leader laburista Jeremy Corbyn.
In Germania sono scese in piazza complessivamente almeno 1,4 milioni di persone, secondo gli organizzatori, con grandi eventi a Berlino, dove era presente anche la capitana della Sea Watch Carola Rackete, Francoforte e Amburgo.
Manifestazioni anche a Parigi, nella piazza centrale di Praga, e a Varsavia. A Helsinki un dimostrante vestito da Babbo Natale portava un cartello con la scritta ‘my house is on fire’, cioè ‘la mia casa è in fiamme’. Le manifestazioni hanno contagiato anche l’Africa, con eventi in Kenya, Uganda e Sudafrica.
La giornata di proteste è iniziata però a est, in particolare alle Vanuatu, alle Isole Salomone e a Kiribati, quando il sole si levava sul Pacifico. Migliaia di studenti sono scesi poi in strada in Australia, Thailandia, Indonesia ed India, dando inizio allo ‘sciopero globale’, in vista del summit Onu sul clima, in programma da lunedì a New York. Manifestazioni e cortei anche in Giappone, Filippine e Birmania: sono 150 i Paesi coinvolti in tutto il mondo.
Gli studenti di New York, esentati dalla lezione di scuola su ordine del sindaco Bill de Blasio, stanno marciando partendo da Lower Manhattan per contrastare il “cambiamento climatico”. Le manifestazioni sono iniziate in molte città degli Stati Uniti, come Washington, Boston e Philadelphia, riporta live la Cnn.
Il clou è però a New York, dove Greta Thunberg, guida le manifestazioni. Greta spera che questa iniziativa “sia il punto di svolta sociale”, ha dichiarato in un’intervista ad Afp.
Questo è il secondo sciopero globale per il clima, dopo quello di metà marzo quando scesero in piazza i cittadini di 40 Paesi. In tutto erano 1,6 milioni di persone
Non sono solo i giovani a partecipare questa volta. A loro si sono uniti gruppi sindacali e umanitari, organizzazioni ambientaliste e impiegati di alcuni dei più grandi marchi del mondo.
Oltre 1.500 dipendenti Amazon hanno annunciato la loro partecipazione allo sciopero, insieme ai lavoratori di Microsoft, che a inizio mese hanno twittato: “I lavoratori Microsoft si uniranno ai milioni di persone in tutto il mondo partecipando allo sciopero globale del clima guidato dai giovani il 20 settembre, per chiedere la fine dell’era dei combustibili fossili”.
Patagonia, il noto marchio di abbigliamento outdoor, chiuderà tutti i suoi negozi del mondo per qualche ora dal 20 al 27 settembre, a sostegno del Movimento. “Nel momento in cui la leadership sul clima è inesistente, devono farsi avanti le aziende responsabili”, ha sottolineato Patagonia in una nota.
(da agenzie)
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Settembre 20th, 2019 Riccardo Fucile
NON SARA’ PIU’ CENTRODESTRA CONTRO CENTROSINISTRA, MA SOVRANISTI CONTRO RINNOVAMENTO CIVICO RAPPRESENTATO DA UNA DONNA FORTE E CON GRANDE CAPACITA’ COMUNICATIVA, MOLTO RADICATA NEL SOCIALE
È Francesca Di Maolo il jolly che mette d’accordo Movimento 5 stelle e Partito democratico come candidata alla presidenza della Regione scelta per guidare il “patto civico”.
Candidatura francescana
Dopo la “caduta” di Andrea Fora per volere dei 5 stelle, l’obiettivo era stato puntato proprio su Assisi, visitata oggi da Di Maio. Una sortita che non appare affatto casuale. Però non per incoronare la sindaca Stefania Proietti, il cui nome è finito al centro di un gioco tattico tra M5s e Pd, bensì probabilmente per incontrare una esponente del mondo cattolico come Di Maolo che richiama molti dei valori incarnati da Fora, con il quale non è escluso possa dare vita a un ticket.
Una donna forte, con grandi capacità comunicative.
L’ingresso in scena della Di Maolo rende ancora più chiaro il quadro politico e il senso dell’appuntamento di fine ottobre, che manda in archivio il ‘tradizionale’ confronto centrosinistra-centrodestra; la linea di frattura oggi è diversa: da una parte ci sarà un destra-centro trainato da Lega e Fdi, con Fi in un ruolo subordinato, mentre dall’altra un rassemblement che ha reso possibile l’alleanza Pd-M5s anche in Umbria e trasformato il piccolo Cuore verde nel primo elettrocardiogramma del nuovo governo giallorosso.
Una ‘cosa’ nuova dove un ruolo di primo piano lo giocano, come evidente, i vertici della Chiesa, da tempo in rotta contro chi cerca di aggregare le aree del tradizionalismo ostili al papato di Bergoglio. Insomma, per capire la partita umbra va inserito anche questo elemento.
Chi è Francesca Di Maolo, avvocato assisano di 48 anni, sposata con una figlia di 20 anni e laureata in Giurisprudenza all’Università di Perugia, dal 2013 è presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, un centro sanitario di eccellenza nato nel 1871, diretto da un Ente Ecclesiastico senza scopo di lucro che promuove e svolge attività riabilitativa, psicoeducativa e assistenza socio-sanitaria per bambini e giovani adulti con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali.
Dal 2017 Di Maolo guida anche dell’Aris Umbria, l’associazione che riunisce e rappresenta istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, ospedali classificati, presidi ospedalieri, case di cura e centri di riabilitazione, impegnate nella rigorosa tutela della vita e della dignità della persona.
Amore e complessità Pochi giorni fa il Serafico ha compiuto 148 anni. «Il nostro fondatore, San Ludovico da Casoria, frate francescano, venne ad Assisi per fondare un’opera di carità da dedicare a San Francesco — scrive Di Maolo su Facebook -. Il Serafico fu fondato il 17 settembre, non un giorno qualunque, ma un giorno memorabile, quello in cui San Francesco ricevette le stimmate, quelle stesse che, secondo San Ludovico, avrebbero dovuto proteggere i nostri ragazzi piagati nella carne e a volte nell’anima. Oggi la missione del Serafico non è mutata dalle sue origini: rendere piena la vita di bambini e ragazzi disabili. Il Serafico non è un’Opera che appartiene a chi ci lavora, ma a tutta la comunità ed è per questo che il Serafico dopo 148 anni fiorisce ancora: è qui a dimostrare che l’Amore è sempre più forte di qualsiasi complessità ».
(da Umbria24)
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Settembre 20th, 2019 Riccardo Fucile
UNA PERSONA STIMATA, DIRIGE IL CENTRO DI RIABILITAZIONE DI ASSISI, CON FORTE RADICAMENTO NEL MONDO CATTOLICO
Il Movimento Cinque Stelle e il Partito democratico hanno trovato un nome unitario da candidare alla presidenza della regione Umbria: è Francesca Di Maolo, presidente del Serafico, 48enne avvocato di Assisi, è sposata e ha una figlia di 20 anni, laureanda in Giurisprudenza all’Università di Perugia.
Dunque fra i due litiganti Stefania Proietti, la sindaca di Assisi, e Andrea Fora, giovane leader della Confcooperative, spunta il nome buono proprio nel giorno in cui gli iscritti al Movimento approvano su Rousseau il “patto civico” per l’Umbria con il sostengo di altre forze politiche, tra cui il Pd.
La nuova candidata dirige l’importante centro di riabilitazione di Assisi è ha un forte radicamento nel mondo cattolico.
Dal 2013 è presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, un centro sanitario di eccellenza che si occupa di bambini e giovani adulti con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali. Inoltre, dal 2017, la Di Maolo presiede anche l’Aris Umbria: «Oggi la missione del Serafico non è mutata dalle sue origini: rendere piena la vita di bambini e ragazzi disabili. Il Serafico non è un’Opera che appartiene a chi ci lavora, ma a tutta la comunità ed è per questo che il Serafico dopo 148 anni fiorisce ancora: è qui a dimostrare che l’Amore è sempre più forte di qualsiasi complessità ».
“Sull’Umbria sono fiducioso. Ci sono le condizioni con lo sforzo di tutti per arrivare a una forte candidatura, unitaria e competitiva per il bene di quella bellissima terra orgoglio di tutta l’Italia”, commenta a caldo il segretario Pd Nicola Zingaretti.
L’accordo è arrivato dopo una visita di Luigi Di Maio ad Assisi.
(da agenzie)
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