Settembre 26th, 2019 Riccardo Fucile
ARRIVA UN BARCHINO CON OTTO TUNISINI: “VOGLIAMO ANDARE IN FRANCIA PER RINCONGIUNCERCI CON LA FAMIGLIA”
Gli sbarchi ‘fantasma’ non si fermano. 
Otto tunisini, tra cui due minorenni, sono arrivati all’alba di oggi con un barchino nel porto di Lampedusa.
I migranti sono stati aiutati a sbarcare da alcuni pescatori che in quel momento erano al lavoro sulla banchina commerciale.
Dopo essere scesi a terra si sono diretti in un bar del centro per fare colazione. Sull’isola in quel momento non c’erano pattuglie delle forze dell’ordine in servizio e gli otto tunisini hanno chiesto ai pescatori dove attraccava il traghetto diretto a Porto Empedocle, spiegando di volere andare in Francia per ricongiungersi con il resto della loro famiglia.
“In Tunisia non riusciamo a vivere — ha spiegato uno di loro che parlava l’italiano in modo abbastanza corretto — la paga è insufficiente, un muratore guadagna 30 dinari al giorno ma per acquistare un chilo di carne, ne occorrono 28; così non si riesce a sopravvivere per questo andiamo via per cercare di potere lavorare e guadagnare quello che serve per vivere”.
(da Fanpage)
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Settembre 26th, 2019 Riccardo Fucile
MENO MALE CHE IERI SALVINI AVEVA DETTO “DOVE GOVERNIAMO NOI NON CI SONO COSCHE”
Negli anni Ottanta erano pastori, ladri, rapinatori. Si erano messi in testa di essere un clan, e di fare la guerra alla mafia ufficiale, la Cosa nostra di Riina e Provenzano, nel cuore della Sicilia, fra Agrigento e Caltanissetta.
In tanti furono uccisi, chi restò in vita venne invece mandato in esilio. Un passato che sembrava non dovesse più tornare.
Invece, adesso, la squadra mobile di Caltanissetta e il Servizio centrale operativo della polizia hanno scoperto che i “ribelli” di un tempo sono diventati la nuova classe dirigente mafiosa che governa Gela, uno dei centri più ricchi della provincia nissena.
In trentacinque sono stati arrestati questa notte in un blitz imponente, disposto dalla direzione distrettuale antimafia nissena, che ha posto la città sotto assedio.
Altri 15 fiancheggiatori dei padrini siciliani sono stati bloccati in Nord Italia su disposizione della dda di Brescia, nell’ambito di un’ordinanza che riguarda complessivamente 75 persone, arrestate per reati finanziari, tutti legati agli affari dei clan. Gli accertamenti condotti con la collaborazione dalla Guardia di finanza hanno portato a sequestri di beni per 35 milioni di euro
L’inchiesta siciliana, curata dalla squadra mobile di Caltanissetta diretta dal vice questore aggiunto Marzia Giustolisi, racconta di un’organizzazione potente retta da alcuni scarcerati eccellenti, che ha sancito una solida pax mafiosa con la Cosa nostra ufficiale, sul territorio gestiva le attività classiche dei clan.
“Dal traffico di droga alle estorsioni — spiega Francesco Messina, al vertice della Direzione centrale anticrimine della polizia – i proventi venivano poi reinvestiti in aziende nel settore alimentare”. I boss imponevano i propri prodotti. Chi si ribellava, era vittima di incendi e danneggiamenti.
“Ci siamo trovati di fronte a un’organizzazione paragonabile all’Ndrangheta — prosegue Messina — per capacità di penetrazione del territorio, ma anche per le attività svolte in Nord Italia”.
In Lombardia e in Piemonte, alcuni mafiosi si erano trasformati in esperti manager del settore dell’intermediazione finanziaria. Le aziende decotte e le cessioni dei crediti erano diventati un altro lucroso business.
Eccola, dunque, l’altra mafia. Nelle intercettazioni i nuovi vecchi boss dicevano di avere a disposizione “500 leoni”, un esercito da scatenare. Ma Gela non è più quella di trent’anni fa, per fortuna, e oggi qualche commerciante ha trovato il coraggio di denunciare le estorsioni. La Sicilia cambia. E i boss 2.0 si sono adeguati. Meno violenza e più affari.
Da Caltanissetta a Palermo è la stagione di nuovi investimenti nell’economia legale. Anche se i cognomi sembrano riportare a un passato lontano. Ma Totò Riina, il capo dei capi, il tiranno di Cosa nostra, è ormai morto e con lui la stagione dei mafiosi Corleonesi che avevano una sola legge: chi non è con noi, è contro di noi.
Così, poco a poco, sono caduti tutti i veti, tutti gli editti, a Palermo sono tornati gli Inzerillo dall’America, a Caltanissetta sono tornati gli stiddari. E sono tornati con tanti soldi in tasca, quelli mai sequestrati. Quei soldi stanno riorganizzando la nuova mafia che vuole riprendersi la storia.
“Sono tornati, ma teniamo sotto controllo tutti i tentativi di riorganizzazione — dice Francesco Messina — a luglio, è stato colpito duramente il clan Inzerillo, in un’operazione fra Palermo e New York. Adesso, Gela”. E altri fronti caldi sono all’attenzione delle indagini. La parola chiave è una sola: scarcerati. Sono quasi quattrocento in Sicilia negli ultimi tre anni. Gente che ha finito di scontare il proprio debito con la giustizia. E tornando in libertà pensa che il calendario sia rimasto fermo ai ruggenti anni Ottanta.
(da agenzie)
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Settembre 26th, 2019 Riccardo Fucile
LA PARLAMENTARE CALABRESE: “TUTTO MI ACCOMUNA AL NUOVO GRUPPO PARLAMENTARE”
La senatrice grillina Silvia Vono lascia il Movimento e passa con Matteo Renzi. “Ho preso una
decisione importante, difficile e sofferta ma improcrastinabile che però mi dà finalmente la possibilità di ragionare in termini democratici. Mi sono messa piu volte in discussione in questi mesi di legislatura e ho messo in discussione tanti principi che forse qualcuno si illude ancora di avere come guida ma, appunto, solo una fragile illusion”, dice la senatrice Vono
E poi risponde alla domanda fondamentale. Perchè Matteo Renzi? “Perchè – spiega – ha dimostrato coraggio, lungimiranza e determinazione. Se ha sbagliato qualcosa nel suo percorso precedente, ne ha fatto tesoro, sapendo farsi da parte, rispettando l’impegno preso con gli italiani. Ha continuato a lavorare con intelligenza e in piena libertà ; e onestà ; intellettuale, ha scelto di esporsi coraggiosamente, un’altra volta, per l’Italia. Con senso del dovere per il Paese e per il bene comune, onestà ; intellettuale per il rispetto verso i cittadini, con coraggio e responsabilità ; anche quando tutto il sistema ti consiglierebbe, proprio perchè; sistema, di agire in modo diverso”.
“Tutto questo mi accomuna al nuovo gruppo parlamentare, di cui mi auguro di essere parte integrante, con la determinazione che è ancora possibile dare una svolta al nostro paese, quella svolta di idee che dev’essere opportunità ; vera per tutti gli italiani. Il mio impegno resta costante nella convinzione che sono stata eletta per servire il Paese e non un movimento o un partito nè; per rafforzarne le fila. Credo che il mio impegno potrà finalmente servire concretamente anche per alla mia amata Calabria, territorio, che ho la piena volontà ; di promuovere insieme alla gente calabrese, alle belle persone che la abitano e che hanno bisogno di essere accompagnate a rendere la nostra meravigliosa terra prosperosa e libera da pregiudizi e dignitosa come tutti coloro che la vivono”.
(da agenzie)
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