Dicembre 22nd, 2019 Riccardo Fucile
“NON CI FAREMO PIU’ DETTARE LA LINEA DA DI MAIO, A GENNAIO NE ARRIVERANNO ALTRI”… “SI RAFFORZI L’ASSE CON IL PD”: CRESCE IL MALUMORE CONTRO IL CAPO POLITICO ANCHE AL SENATO
Si chiamerà operazione gruppo misto. Alla Camera già dalla prossima settimana verranno
firmate circa quindici lettere che sanciranno altri addii al Movimento 5 stelle. Il Messaggero racconta che i prossimi transfughi costituiranno una corrente interna al gruppo misto e continueranno a sostenere il governo, ma fuori dall’egida di Di Maio & Casaleggio:
«Ce ne staremo tranquilli a sostenere il governo ma decideremo noi la linea, non ce la faremo più dettare dai vertici M5s», spiega uno dei promotori del piano.
A gennaio se ne aggiungeranno altri, con l’obiettivo in prospettiva non tanto di formare un gruppo autonomo quanto una nuova forza politica.
Destinazione gruppo misto — probabilmente alla ripresa dei lavori parlamentari — anche per una pattuglia, meno numerosa, di senatori. La maggior parte dei malpancisti a palazzo Madama, così come a Montecitorio, dovrebbe uscire per rafforzare il governo, non per indebolirlo.
E senza guardare necessariamente a Conte come futuro leader oltre che punto di riferimento attuale. Semplicemente per staccarsi dalle logiche pentastellate.
Nuove scosse telluriche in vista quindi nel Movimento 5 stelle, nonostante Di Maio abbia ieri avviato ufficialmente la stagione dei facilitatori, con una riunione fiume per rilanciare l’agenda e sottoporla al più presto all’attenzione del presidente del Consiglio. Fibrillazioni alla Camera: c’è chi punta a cambiare il Movimento senza uscire (tra questi Trizzino, l’ex ministro Grillo e altri) e chi ormai ha deciso che è arrivato il momento di percorrere la propria strada.
Non si tratta solo di deputati eletti nell’uninominale ma in ogni caso la maggioranza è composta da esponenti provenienti dal mondo delle professioni e non dal movimentismo.
Tra questi ci sarebbe anche il ministro Fioramonti che però potrebbe anche aggregarsi in un secondo momento, dopo aver sciolto il nodo delle dimissioni dal dicastero dell’Istruzione.
Ed è caos anche al Senato: i tre (Giarrusso tra questi) che hanno firmato per il referendum sul taglio del numero dei parlamentari potrebbero essere cacciati, per di più c’è il “caso Paragone” e ci sono tanti che ormai non nascondono più il proprio malessere: «Basta. Serve una scossa importante», dice per esempio Dessì.
La scossa invocata dall’ala governista è che Di Maio viri a sinistra. Niente più terza via, era un altro mondo quando è nato il Movimento, ora l’unica alternativa — questa la richiesta arrivata sul tavolo del capo politico — è il «fronte progressista»
Ovvero rinsaldare l’asse tra M5s e Pd, superare le incomprensioni delle scorse settimane, stringere un’alleanza sempre più forte con il Nazareno.
«In tantissimi tirano da questa parte», afferma il deputato Lattanzio. Il garante resta Beppe Grillo. Un suo intervento potrebbe mettere in salvaguardia — qualora ce ne fosse bisogno — i numeri a palazzo Madama.
Come? Facendo ritornare alla base alcuni dei senatori cacciati dopo essere finiti sotto processo. E’ per esempio il caso di De Bonis, Nugnes e Fattori (De Falco no, ha imbastito una causa legale).
(da “NextQuotidiano“)
argomento: governo | Commenta »
Dicembre 22nd, 2019 Riccardo Fucile
IL CONSIGLIERE COMUNALE DI CITTA’ DI CASTELLO SAREBBE L’AUTORE DI UN COLPO A UNA SALA SCOMMESSE, LUI NEGA
Marco Gasperi, consigliere del MoVimento 5 Stelle e vicepresidente del Consiglio comunale di Città di Castello oltre che candidato sindaco nel 2016 è accusato di rapina aggravata. Ha ricevuto un avviso di conclusione indagini per i fatti che risalgono il 10 aprile scorso ai danni della sala scommesse Gold Faraone.
A confermarlo al telefono con La Nazione Umbria di oggi è lui stesso che sottolinea però di essere sereno. «Non sono colpevole di nulla. Ho piena fiducia nelle istituzioni e nella magistratura. Non ho commesso alcun reato e chi non ha fatto niente non deve temere nulla…». A difenderlo è la sorella avvocato insieme al collega del foro di Palermo.
Scrive UmbriaJournal:
La notizia è stata diffusa ieri con un comunicato stampa dai carabinieri che riporta: «Un uomo con il volto travisato ed armato di pistola aveva fatto irruzione nell’esercizio, facendosi consegnare da una dipendente sotto la minaccia dell’arma, la somma di € 4.500 circa. Accertamenti, che sin dall’inizio avevano consentito ai Carabinieri di focalizzare l’attenzione sul giovane, abituale frequentatore della stessa sala scommesse, avevano già portato al sequestro dell’arma verosimilmente utilizzata nella rapina e legittimamente detenuta, nonchè di alcuni capi di abbigliamento (cappellino, guanti etc) indossati dal presunto rapinatore.
I successivi approfondimenti, svolti anche sui filmati delle concitate fasi della rapina registrati dall’impianto di videosorveglianza della sala scommesse, oggetto tra l’altro di una approfondita relazione tecnica della “Sezione Fonica e Audiovideo” del Raggruppamento Investigazioni Scientifiche di Roma (R.I.S.), hanno quindi permesso ai Carabinieri ed all’Autorità Giudiziaria, di cristallizzare gli elementi fondanti il pesante quadro indiziario, che ha dato origine al provvedimento notificato al giovane».
Marco Gasperi in un’intervista alla Nazione dichiara: “Sono sereno perchè, anche se ci vorrà tempo, la verità verrà fuori. Non ho bisogno di dimettermi, non sono colpevole di nulla”.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: Giustizia | Commenta »
Dicembre 22nd, 2019 Riccardo Fucile
SECONDO LA PROCURA AVREBBE VERSATO I FONDI RACCOLTI PER I TERREMOTATI SUOI CONTI DI DUE SOCIETA’ A LUI COLLEGATE… SOLDI SPESI SENZA PEZZE DI APPOGGIO
Giuliano Pazzaglini è l’ex sindaco di Visso e senatore della Lega indagato per peculato per i
soldi delle donazioni per i terremotati affidati al Comune all’epoca in cui era primo cittadino.
Pazzaglini è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Macerata per vari reati contro la Pubblica amministrazione legati a donazioni post sisma 2016 per un ammontare di decine di migliaia di euro che mancherebbero all’appello.
In particolare anche due consistenti donazioni di Emil Banca di Bologna.
In questo primo filone gli viene contestato il reato di peculato. Riguarda la somma di 11.800 euro di una iniziativa di beneficenza organizzata da Moto Nardi “In moto per ricostruire” a favore dei commercianti, di cui non vi è traccia.
La procura ha sequestrato qualche tempo fa dal suo conto 10300 euro, che risultano spesi senza pezze d’appoggio. E ieri, scrive Cronache Maceratesi, è stata la volta di un nuovo sequestro, stavolta per un ammontare di 38mila euro
La procura dopo aver chiuso le indagini a giugno (è indagato anche Giovanni Casoni, ex presidente della Croce Rossa), ha effettuato nei giorni scorsi sui conti del senatore Pazzaglini un ulteriore sequestro in questo caso di 38mila euro.
In precedenza la procura aveva sequestrato 10mila euro sul conto del senatore leghista. Sotto la lente ci sono i soldi che erano stati donati per sostenere i commercianti di Visso e realizzare delle casette per ospitare le loro attività . Denaro che era stato raccolto da tre motoclub che intendevano versarlo al comune.
E’ stato allora che il senatore, all’epoca sindaco di Visso, ha proposto che i soldi venissero versati a due società , la “Sibil Project e la Sibil Iniziative”. Pazzaglini, difeso dagli avvocati Giuseppe Villa e Giancarlo Giulianelli, e Casoni, assistito dal legale Maurizio Ballarini, hanno sempre respinto le accuse, sostenendo che i soldi erano stati usati secondo le finalità benefiche per cui erano stati raccolti.
Il nuovo sequestro non riguarda comunque Casoni ma il solo Pazzaglini.
Sono due i filoni d’indagine della procura di Macerata sulle donazioni per i terremotati e il sindaco di Visso.
Il primo è quello che riguarda i soldi dei motociclisti mentre l’altro è ancora coperto da segreto istruttorio. Indagato anche Giovanni Casoni che, secondo il Fatto, Pazzaglini ha portato con sè in Senato come assistente dopo che era stato costretto a dimettersi da presidente della Croce Rossa locale a seguito dell’inchiesta del Fatto che aveva rivelato che Pazzaglini fosse socio di Casoni nella Sibyl Project per il confezionamento di cesti con prodotti tipici acquistati dai produttori locali da rivendere sul mercato con la scritta “Ripartiamo da qui… Pacco solidale Sisma”.
Il Fatto aveva anche rivelato la storia di sei casette di legno donate a Visso dai Comuni di Meolo (Venezia) e Taino (Varese) transitate nelle società del senatore e di Casoni a cui si è aggiunto un corposo esposto di cittadini sulle donazioni.
Il sindaco però su Facebook all’epoca ha negato che Casoni sia stato costretto a dare le dimissioni
(da “NextQuotidiano”)
argomento: Burlando, terremoto | Commenta »
Dicembre 22nd, 2019 Riccardo Fucile
120.000 EURO L’ANNO AL BLOG DI GRILLO PER SPOT PUBBLICITARI E 600.000 EURO ALLA CASALEGGIO PER COONSILENZE DAL TITOLARE DI UNA COMPAGNIA CHE HA UNA CONVENZIONE CON LO STATO ITALIANO DI 72 MILIONI DI EURO
Si tratta di un evidente caso di serendipity: indagando sui finanziamenti della Moby SPA di Vincenzo Onorato alla Fondazione Open di Matteo Renzi sono spuntati i soldi dell’armatore di Tirrenia a Beppe Grillo e alla Casaleggio Associati.
E ora, scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, i bonifici sono stati segnalati come operazioni sospette dall’UIF, l’unità antiriciclaggio di Bankitalia e sono in corso accertamenti per verificare gli accordi economici presi tra il 2018 e il 2019 e per capire quali vantaggi abbiano portato al titolare di una convenzione con lo Stato da 72 milioni di euro e del monopolio di alcune rotte marittime.
Il colpo di scena arriva dopo che l’Unione Europea ha avviato un’istruttoria per verificare che la convenzione e il monopolio non siano aiuto di stato: per questo Onorato potrebbe aver sovvenzionato fondazioni e società allo scopo di ottenere appoggi per le attività delle sue azione in Italia e che si sia adoperato per ottenere la modifica delle norme sull’imbarco dei marittimi sulle navi italiane.
Spiega oggi il Corriere:
Il «contratto di partnership» segnalato dall’Uif è quello siglato per due anni – 2018/2019 –con l’azienda che gestisce il blog di Grillo e prevede un esborso annuo di 120mila euro.
In cambio la società garantisce sia l’inserimento di messaggi pubblicitari, sia «“contenuti redazionali” con interviste a testimonial della Moby da pubblicare anche su Facebook, Twitter e Instagram».
Il patto prevede «la pubblicazione di uno “spot” al mese» e ciò ha alimentato il sospetto che la cifra pattuita fosse in realtà un finanziamento politico mascherato.
Per questo sono scattate le verifiche che prevedono controlli sui prezzi offerti ad altre aziende proprio per accertare la congruità della somma, ma anche accertamenti per stabilire se i soldi siano in realtà la contropartita versata dall’armatore per ottenere interventi di tipo normativo.
Grillo e Onorato sono amici da tempo. Nel settembre 2018, quando il Movimento 5 Stelle in Sardegna si schierò contro la convenzione siglata con la Moby, fu proprio il fondatore a difenderla attaccando le altre compagnie e rilanciando su Twitter gli articoli del suo blog, proprio come previsto dal contratto
Un post del blog di Grillo su Moby e Tirrenia in cui parla Onorato è stato rimosso dal blog di Grillo. È ancora disponibile però la copia cache del post.
E il post venne sfottuto a più riprese dai concorrenti di Onorato perchè i commenti erano tutti critici nei confronti di quest’ultimo.
Onorato ha anche pagato per consulenze la Casaleggio Associati. L’accordo con la piattaforma specializzata nelle strategie digitali di Davide Casaleggio – il figlio del fondatore del Movimento 5 Stelle Gianroberto – è stato sottoscritto il 7 giugno 2018:
Prevede la «stesura di un piano strategico e la gestione di iniziative volte a sensibilizzare l’opinione pubblica e gli stakeholder del settore marittimo sulla limitazione dei benefici fiscali del Registro Internazionale alle sole navi che imbarcano equipaggi italiani o comunitari». Il mandato è duplice: «Sensibilizzare le istituzioni e raggiungere una community di un milione di persone».
In questo caso la cifra pattuita è di 600mila euro ma con ulteriori clausole legate al raggiungimento del risultato.
È stato infatti deciso il versamento di 250 mila euro ad obiettivo entro 12 mesi e 150mila euro ad obiettivo tra i 12 e i 24 mesi.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: Grillo | Commenta »
Dicembre 22nd, 2019 Riccardo Fucile
DOPO UN GIORNO IL POST E’ STATO CANCELLATO: “E’ STATO UN ERRORE DI TRASLAZIONE”… COME NO, CI CREDIAMO TUTTI
La Lega — Salvini premier ha cancellato dal suo account su Twitter un post in cui “celebrava”
il presepe portato da Matteo Salvini al congresso della Lega con uno slogan tratto da Gomorra: “E mo c’aripigliamm tutt kill ke’ o nuost”.
Il tweet in questione stava facendo il giro dell’Internet accompagnato dai continui sfottò nei confronti della Bestia di Luca Morisi, che aveva avuto l’intelligenza (indubbiamente artificiale) di collegare il simbolo della cristianità alla frase di un camorrista della serie tratta dal libro di Roberto Saviano: “Quindi la #Lega esibisce: — un presepe, che racconta la storia di perseguitati palestinesi cui rendono omaggio poveri (quelli colpiti dai decreti “decoro”) e re orientali (uno nero) — Gesù che dice una frase di #Gomorra (scritta da #Saviano). È evidente: non sanno quel che fanno”.
La cancellazione del tweet, ovviamente senza scuse nè assunzioni di responsabilità , dimostra però che stavolta i social manager della Lega — che ieri se la prendevano con la linguaccia della ragazza del dito medio nei confronti di Salvini, per dire la lucidità — ne hanno pestata una grossa, visto che di solito non cancellano nulla. Non hanno nemmeno cancellato la famosa fregnaccia della circolare sulla ridistribuzione degli immigrati in Umbria. Ma stavolta c’era di mezzo Gesù: meglio soprassedere.
Secondo la Lega è stato traslato per errore un post di Luca Iaia messo su Facebook: questo sarebbe all’origine del post su Gesù, il presepe e Gomorra.
Ovvero il post di tale Iaia sarebbe finito per errore sulla pagina ufficiale della Lega con tanto di simbolo della Lega.
Ovvio che crediamo tutti.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Dicembre 22nd, 2019 Riccardo Fucile
UN SEMPLICE BLOCCO STRADALE MAI AVVENUTO TRASFORMATO IN “RISCHIO PER LA SICUREZZA”
Erano scesi in strada per i loro diritti e per protestare contro le terribili condizioni lavorative a cui erano sottoposti con situazione di gravissima illegalità e sfruttamento della manodopera ma per questo sono finiti nel mirino delle autorità e multati.
È quanto accaduto a ventuno operai che lo scorso 16 ottobre avevano preso parte a una protesta sindacale davanti alla Tintoria Superlativa di via Inghirami a Prato.
A denunciare l’accaduto è stato il sindacato che aveva organizzato la protesta, il Si Cobas, secondo il quale si tratta della prima applicazione a livello nazionale di una norma contenuta nel Decreto sicurezza voluto dall’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini.
Ai ventuno lavoratori sono state notificate multe di 4mila euro in quanto avrebbero messo a rischio la sicurezza attuando un blocco stradale. Un blocco che in realtà il sindacato nega sia mai avvenuto.
Per questo i rappresentanti dei lavoratori hanno deciso di indire una nuova protesta, che si è svolta questa mattina per chiedere il ritiro delle multe. Secondo la ricostruzione del sindacato, la manifestazione fu indetta contro il mancato rispetto dell’accordo “che avrebbe dovuto aprire un percorso di regolarizzazione in un contesto di gravissima illegalità imprenditoriale e sfruttamento della manodopera”.
“Lavoro nero, turni di 12 ore per 7 giorni la settimana, paghe di mille euro, niente ferie, malattie o permessi. Condizioni confermate dal controllo dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro che per la terza volta in 4 anni procedeva alla sospensione dell’attività e all’apertura di un fascicolo presso la Procura della Repubblica per sfruttamento” hanno ricordato i sindacalisti.
Durante la protesta in strada un’auto travolse alcuni operai in sciopero e la sindacalista Sarah Caudiero rimase lievemente ferita a un piede. Alcuni dei presenti furono così identificati e ora per loro è scattata la multa.
“L’applicazione del Decreto Salvini contro le legittime proteste dei lavoratori è un campanello di allarme sullo stato di salute delle libertà democratiche sul nostro territorio. Ancora più grave che questo accada andando a sanzionare lavoratori in sciopero che non recepiscono retribuzioni da sette mesi e sono impegnati nella denuncia di situazioni gravissime di sfruttamento ed illegalità imprenditoriale che purtroppo contraddistinguono ancora il distretto pratese” scrive in una nota il sindacato, aggiungendo: “Dalle misure di vero e proprio razzismo istituzionale alle misure di limitazione del diritto di dissenso, il Decreto Salvini porta avanti una e vera e propria guerra ai più deboli in nome di una presunta sicurezza”
(da “Fanpage”)
argomento: denuncia | Commenta »
Dicembre 22nd, 2019 Riccardo Fucile
“IL VIMINALE E’ MOLTO ATTENTO ALLE CONDIZIONI DI VITA DI TUTTI I SOGGETTI COINVOLTI E ALLE ESIGENZE DEI COMUNI CHE LI OSPITANO”
Il Ministero dell’Interno assicura che «nessuno dei 1.428 titolari di permesso di soggiorno
per motivi umanitari, attualmente presenti nel nuovo Sistema di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati (SIPROIMI), perderà l’assistenza».
Il Viminale precisa inoltre che «in vista della scadenza il prossimo 31 dicembre dei progetti in corso, per dare continuità all’azione di assistenza, l’Autorità Responsabile dei fondi europei FAMI ha già pubblicato due specifici avvisi riservati agli Enti Locali per finanziare iniziative di accompagnamento all’autonomia e all’inclusione».
La nota del dicastero guidato dalla ministra Luciana Lamorgese continua dicendo:
«Al momento i progetti finanziati sono 39 ed un nuovo bando verrà a breve pubblicato. Le progettualità avranno inizio dopo una fase accelerata di selezione».
«La continuità all’assistenza dei titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari potrà essere garantita anche utilizzando le strutture già destinate dai Comuni nell’ambito del SIPROIMI»
Spiega il ministero che la «possibilità di mantenere la sede di accoglienza attuale rientra nella discrezionalità dell’Ente Locale titolare del progetto ed è consentita dal FAMI. Rimane inoltre confermata la possibilità , qualora ne ricorrano i presupposti, di rilasciare loro un permesso di soggiorno per cure mediche o per i casi speciali previsti dalla legge (es. vittime di tratta)».
«In attesa di definire le modifiche al quadro normativo, in corso di valutazione politica, il Ministero dell’Interno è molto attento, in questa delicata fase, alle condizioni di vita di tutti i soggetti coinvolti e alle esigenze dei comuni italiani che li ospitano e delle organizzazioni che gestiscono i relativi progetti», conclude il ministero degli Interni.
(da agenzie)
argomento: Diritti civili | Commenta »