Dicembre 14th, 2019 Riccardo Fucile
E’ UNO DEI TRE SENATORI M5S CHE ORA E’ PASSATO CON LA LEGA…SOLO TRE MESI FA ERA “ALLIBITO” PER IL COMPORTAMENTO DI SALVINI
Francesco Urraro è uno dei tre senatori (gli altri due sono Stefano Lucidi e Ugo Grassi) che è passato con la Lega scatenando le ire del Capo Politico del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio, che ha auspicato l’intervento della magistratura.
Il suo braccio destro storico, Dario De Falco, ha dichiarato che lo hanno fatto per questioni di stipendio. In ogni caso fa specie adesso leggere le dichiarazioni dei grillini quando ancora avevano come nemico Salvini.
Sono passati poco più i tre mesi da quando Francesco Urraro era “allibito” per il comportamento di Salvini: “Siamo rimasti allibiti per la foto, rilanciata oggi da alcuni quotidiani e siti napoletani, che ritrae Matteo Salvini con il figlio di un notissimo boss della camorra salernitana. Sarebbe stato il giovane a postare lo scatto, accompagnato dalla scritta: ‘Un caffè insieme al mio caro amico Matteo’. Il ministro del ‘più selfie per tutti’ ci ha abituati in 14 mesi ad ogni tipo di foto, ballo ed esibizione canora, ma, se la politica balneare al Papeete poteva farci pure sorridere, qui invece c’è da piangere perchè getta ombre su una persona che è stata ministro dell’Interno fino al giuramento del nuovo esecutivo. Per questo motivo chiediamo pubblicamente a Salvini di chiarire al più presto la sua posizione, meglio ancora se lo facesse in Commissione Antimafia”.
A settembre Andrea Caso e Francesco Urraro, membri campani della Commissione parlamentare Antimafia erano davvero arrabbiati: “Il segretario della Lega ci dica se la foto è stata scattata quando era ministro, se è davvero amico di Michele Matrone ed i suoi rapporti con lo stesso. Poco conta dove è stata fatta, scandalizzano certi comportamenti da parte di chi aveva il compito di contrastare la criminalità organizzata. Certe foto — proseguivano — non sono solo passaggi per i social network, come un cittadino onesto potrebbe pensare. No, al Sud certe foto sono molto di più, sono lette talvolta dalle sigle mafiose locali come l’apertura di uomini dello Stato a poteri antistatali. Specie quando la Lega è al governo della città , come in provincia di Salerno, a Scafati (comune sciolto per camorra nel 2017), dove il clan Matrone è stato protagonista di loschi rapporti tra politica e camorra. Adesso c’è il rischio che questo selfie possa essere interpretato come un pericoloso messaggio e noi non possiamo assolutamente consentire che la questione passi in secondo piano. Salvini chiarisca subito”.
Ora Urraro è passato nelle file della Lega, si vede che il tempo l’ha reso meno allibito.
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 14th, 2019 Riccardo Fucile
PADRE GALIMBERTI IN OCCASIONE DELLA CONSEGNA DELLA LAMPADA DELLA PACE AL PRESIDENTE MATTARELLA: “OCCORRONO UOMINI SAGGI PER GOVERNARE, CHE NON AMINO IL PROTAGONISMO DEI NARCISISTI E NON FACCIANO SOLO PROPAGANDA”
Parole chiare, nette: “Non svendiamo il diritto di sovranità “all’uomo forte di turno”.
Da Assisi si leva il forte monito alla politica dei Frati, in occasione della consegna della ‘lampada della pace’ al Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
“Il Parlamento – dice nel suo intervento il custode padre Mauro Gambetti – è per antonomasia il luogo dell’ascolto, del confronto costruttivo, della ricerca del bene comune: vorremmo che fosse nuovamente esempio di dialogo, in particolare per i più giovani. Solo così il nostro popolo potrà ancora ancora esercitare il proprio diritto di sovranità , senza svenderlo all’uomo forte di turno”
Gambetti utilizza parole chiare, inequivocabili: “Noi cerchiamo uomini umili e saggi per governare, che non amino il protagonismo dei narcisisti, non facciano continuamente propaganda e si pongano in modo garbato. Cerchiamo persone salde in se stesse e non in virtù dei consensi, capaci di dialogo, di ponderazione e di creatività . Come Liliana Segre che, nonostante gli atti di sgarbatezza e di odio di cui ancor oggi è vittima, continua ad illustrare ‘la Patria con altissimi meriti in campo sociale’. A lei va il nostro omaggio”.
Il padre custode dei Frati di Assisi ricorda che “dopo aver consegnato la ‘Lampada della pace’ a Juan Manuel Santos, ad Angela Merkel e ad AbdAllah II di Giordania, oggi siamo onorati e fieri di consegnarla a un italiano come Lei, Presidente Sergio Mattarella. Con questo gesto simbolico, vogliamo additare soprattutto ai giovani, per Suo tramite, un testimone credibile della politica e delle istituzioni chiamate a promuoverla. La Sua guida luminosa e umile ci consente di alimentare la fiducia e la speranza di vedere ancora un’Italia umana, di poterla costruire insieme. Grazie Presidente! In Lei riconosciamo un presidio dei principi costituzionali e democratici dell’Italia, improntati al confronto e al dialogo con tutti”.
Dice ancora padre Gambetti a Mattarella: “Siamo confortati dal Suo vigile impegno indirizzato a prevenire tutte le forme di odio, di sopruso e di egoismo che minacciano la sicurezza e la pacifica convivenza nel nostro Paese. E condividiamo il Suo continuo richiamo al senso di appartenenza, a sentirsi comunità di uomini e donne che aderiscono a valori, prospettive, diritti e doveri volti a promuovere una società più libera, giusta e fraterna, che consenta l’integrale sviluppo umano di ogni persona”.
Quindi Gambetti si rifà alle parole del Papa: “‘Oggi più che mai, le nostre società necessitano di ‘artigiani della pace’ che possano essere messaggeri e testimoni autentici di Dio Padre che vuole il bene e la felicità della famiglia umana’. Operiamo tutti insieme per la promozione di quei Valori che danno piena dignità all’uomo e compiutezza di vita alla società ! Pertanto, con la Lampada della pace, Le consegniamo anche il sogno di Francesco e di questa Comunità del Sacro Convento, il sogno della fraternità universale, certo utopia, ma utopia che aspira a farsi progetto comune: siamo certi che continuerà a promuoverla in Europa e nel mondo”.
(da Globalist)
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Dicembre 14th, 2019 Riccardo Fucile
SUCCESSO PER GLI APPUNTAMENTI AL TROCADERO E IN PLACE DE L’ALBERTINE
Le sardine, oltre alla manifestazione in Piazza San Giovanni a Roma, si sono presentati anche nelle piazze europee di Parigi e Bruxelles.
“Parigi non si Lega”: un ‘banco’ di sardine, oltre duecento, si sono riunite in un clima di festa, tra canti, balli e discorsi di impegno civile, nella zona del Trocadèro, dinanzi alla Tour Eiffel.
Nel cosiddetto Parvis des Droits de l’Homme – il piazzale dei Diritti Umanì – risuona l’eco di canzoni ormai entrate a far parte del repertorio ‘ittico’ delle sardine, da Com’è profondo il mare di Lucio Dalla a La Libertà di Giorgio Gaber e People have the power di Patti Smith.
Canti e balli interrotti da brevi di discorsi contro il modo di fare politica di Matteo Salvini e letture della Costituzione italiana. La piazza è avvolta da un inconsueto quanto inatteso sole invernale, piuttosto raro nella capitale francese anche questo fine settimana, in preda ai disagi per lo sciopero dei trasporti contro la riforma pensionistica di Emmanuel Macron.
ll movimento delle sardine è sceso in piazza anche a Bruxelles: sono alcune centinaia le persone che hanno risposto alla chiamata degli organizzatori, e che si sono radunate in una delle piazze del centro della città , place de l’Albertine, portando in giro gli ormai famosi cartelloni che raffigurano i piccoli pesci.
Le sardine non sono alla loro prima apparizione in Belgio: si erano già riunite ad Anversa ad inizio dicembre in occasione della partecipazione di Matteo Salvini ad una manifestazione organizzata dal gruppo politico europeo Identità e Democrazia, di cui fanno parte anche i fiamminghi di Vlaams Belang.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 14th, 2019 Riccardo Fucile
LE SARDINE HANNO CAPITO CHE BISOGNA AGIRE SENZA FRETTA E DELINEANDO UNA POLITICA VALORIALE TRASVERSALE… E IL LINGUAGGIO SEMPLICE, GARBATO E DIRETTO PUO’ CREARE NUOVE AGGREGAZIONI ANCHE TRA LA DESTRA NON SOVRANISTA
La prova generale è stata superata. Sul palcoscenico più difficile d’Italia, che è Roma, e in piazza San Giovanni dove storicamente si misurano le forze dei partiti, le Sardine hanno mostrato il loro piglio e la loro voglia di futuro declinata con un linguaggio semplice, diretto e soprattutto privo di politicismi e di formule vuote.
“Obiettivo raggiunto, siamo centomila”, esulta il leader Mattia Santori. Il trentunenne bolognese, con i ricci e il maglione con appiccicata una sardina di cartone, guarda soddisfatto la piazza e pensa al futuro. Se ci sarà “un vuoto di rappresentanza” e se dai territori “dovesse arrivare la richiesta di formare un partito, l’idea sarà presa in considerazione”. Ma nello stesso tempo avverte: “L’esca più pericolosa è la fretta”.
Gli oratori parlano da un palco ad altezza uomo che palco in realtà non è. È un tir parcheggiato dal quale le voci raggiungono con difficoltà il fondo di questa piazza strapiena.
“Non sentiamo nulla, ma l’importante è esserci”, dicono in tanti, giovani e meno giovani: “Finalmente una ventata di aria diversa”.
Il “finalmente” è la parola chiave di questa giornata e di questa piazza. Piazza che a ottobre aveva visto la manifestazione sovranista guidata da Matteo Salvini ed è per questo che Santori non ha dubbi quando dice: “Abbiamo dato vita a una narrazione diversa”. Al di là di ciò che succederà in futuro.
Il senso di marcia che questo movimento vuole darsi va ancora definito, intanto però si è reso consapevole di essere un soggetto spendibile per la nuova stagione.
Santori parla di “una nuova luce. Abbiamo portato tanti sorrisi ed energia e questa energia la portiamo nel prossimo decennio”.
La scommessa è sul 2020, prima di tutto sulle elezioni regionali in Emilia Romagna
Poi, il giorno dopo il voto, il 27 gennaio, inizierà la terza fase: “Ci guarderemo in faccia e penseremo che cosa fare”. Potrebbe esserci anche un incontro con il premier Giuseppe Conte, al quale la piazza rivolge già la richiesta di abrogare il decreto Sicurezza. E non solo quello.
Con un linguaggio educato e garbato che caratterizza le Sardine, viene lanciato l’appello ai politici affinchè facciano altrettanto: “Pretendiamo che la violenza verbale e fisica venga esclusa dai toni della politica”.
È questa la ventata di novità che arriva dalle 113 piazze in un mese e da quasi mezzo milione di persone coinvolte.
Piazze diverse anche da quelle del Movimento 5 Stelle, ci tiene a precisare Santori: “Loro sono nati come l’antipolitica. Noi crediamo nella politica e vogliamo fare da corpo intermedio tra la cittadinanza e la politica”.
Che cosa faranno? Diventeranno un partito? È la domanda che molti nella piazza si pongono. “Tutti ci chiedono: ‘E quindi? Quindi?. Vi candidate? Farete un partito?’. Stiamo creando una nuova narrazione contro l’odio”.
Sulla pedana c’è tutta la rete delle Sardine che oggi, in piazza San Giovanni, si è manifestata. Ci sono le Ong: “Sarete con noi sulla Sea Watch”. C’è “il re di Lampedusa”, così viene definito Pietro Bartolo, il medico che ha salvato vite in mare e tante altre ne ha viste morire. C’è una ragazza 22enne rappresentate dell’Arcigay per raccontare la sua storia: “Io sono Luce e sono una transessuale”. Ci sono i partigiani e una ragazza musulmana: “Io sono figlia di palestinesi”. Giocano tutti con il rap diventato virale di Giorgia Meloni, che in questa stessa piazza ha coniato il tormentone identitario e sovranista
Le Sardine sono nate per contrapporsi al linguaggio di Salvini e Meloni. La portata di questo evento è enorme. È nato sottovalutando la partecipazione che ci sarebbe stata a Bologna e ora che si chiude la prima fase la vita degli organizzatori è stravolta: “Non dormo da tre settimane, ma il percorso non è ancora finito e speriamo non finisca a breve. Si chiude una fase molto complicata di coordinamento e ne inizia un’altra”, spiega il leader delle Sardine che prepara già l’incontro di domenica con i 160 rappresentanti dei territori.
Incontro che serve a darsi delle linee guida per tornare sui territori e ascoltare le istanze che arrivano da lì. Le Sardine si conteranno quando ci sarà il voto in Emilia Romagna
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 14th, 2019 Riccardo Fucile
IL RACCONTO DEL PERCORSO DEL MOVIMENTO CHE “NON SI LEGA”
Tutto è cominciato a Bologna, esattamente un mese fa.
Un raduno in piazza, per rispondere a Matteo Salvini che nel frattempo riempiva il PalaDozza. Uno slogan semplice, “Bologna non si Lega“, e la scelta di un simbolo, le sardine: ovvero coloro che “non abboccano” alla propaganda.
Un mese dopo, le sardine riempiono Piazza San Giovanni a Roma e non sono già più le stesse: l’ambizione di contrastare localmente Salvini è presto deflagrata in un movimento nazionale — che ha riempito in 30 giorni più di 40 piazze
“Crediamo ancora nella politica e nei politici con la P maiuscola — si legge in un passaggio — Sono rimasti in pochi, ma ci sono”.
L’elemento di continuità , dallo sventolio dei libri a Ferrara al pane e nutella distribuito a Catanzaro, è stato soprattutto l’anti-leghismo.
Dieci piazze in un mese: il racconto di come le sardine sono diventate il simbolo della sfida al sovranismo
14 NOVEMBRE — BOLOGNA — In piazza molti giovanissimi, coppie con bambini, anziani, disabili, stranieri. La maggior parte con in mano delle sardine fabbricate a casa da sventolare, di tutti i materiali: carta, stoffa, fil di ferro, dipinte su cartelloni e rappresentate in tutti i modi. Sul Crescentone di piazza Maggiore tutti stretti l’uno all’altro, per l’appunto come sardine. Una protesta senza bandiere che partendo da un evento su Facebook ha raccolto più di 12mila persone.
19 NOVEMBRE — MODENA
Il flash mob si ripete: circa 7mila persone raggiungono la piazza modenese. I manifestanti, sotto gli ombrelli aperti ripetono lo slogan “Modena non si lega”. L’evento viene organizzato in concomitanza con la tappa elettorale di Salvini in città , proprio come a Bologna.
23 NOVEMBRE — REGGIO EMILIA — Il popolo delle ‘sardine’ riempie Piazza Prampolini: almeno 9mila persone si uniscono alla manifestazione, nonostante in città non sia previsto un comizio di Matteo Salvini. Nel frattempo però è nato il manifesto del movimento, che ha già sconfinato: a Sorrento il leader della Lega è stato accolto da pioggia e manifestanti, a Palermo davanti al teatro Massimo si sono ritrovate oltre 4mila persone. Oltre a Reggio Emilia, si riempie anche Piazza della Repubblica a Perugia e le sardine diventano un fenomeno nazionale.
24 NOVEMBRE — RIMINI — I manifestanti, circa 7mila secondo le stime, occupano non solo la Vecchia Pescheria, come era da programma del flashmob, ma anche la prospiciente piazza Cavour. Una piazza così piena, dicono i presenti, non si ricorda dai funerali di Federico Fellini.
La sfida a Salvini viene lanciata dalle note di ‘Romagna mia’ . Il giorno dopo, altre 7mila sardine circa scendono in piazza anche a Parma.
28 NOVEMBRE — GENOVA — Sono 8mila le ‘sardine di Genova’. Roberto Revelli è l’educatore che per primo ha lanciato l’evento su Facebook, imitando quanto fatto a Bologna. Tanti striscioni come quello tenuto in mano dagli organizzatori: “Voi non avete fermato il vento, gli avete fatto perdere tempo” che cita Fabrizio De Andrè. Si intonano le sue canzoni, ma anche l’inno di Mameli. Contemporaneamente le sardine sono in piazza anche nella leghista Verona e a Piacenza, il 29 pure a Mantova.
30 NOVEMBRE — FIRENZE — Piazza della Repubblica piena fino a Piazza Duomo: secondo gli organizzatori, più di 40mila persone. “Ci avete battuto di brutto”, commenta Mattia Santori. A Firenze quello delle sardine diventa un pre-raduno nazionale (anche in Toscana si voterà nel 2020). Ma le sardine sono ovunque: altre 10mila a Napoli, con pernacchia collettiva a Salvini, a Cosenza, a Pesaro e pure all’isola d’Elba.
1 DICEMBRE — MILANO — “Ripartiamo dalla Costituzione”. È questo l’appello condiviso dalle tante Sardine che riempiono piazza Duomo a Milano. Pioggia battente ma migliaia di partecipanti (25mila per gli organizzatori). Dopo l’inno ufficiale delle sardine Com’è profondo il mare di Lucio Dalla, la manifestazione si è aperta con la lettura dei primi articoli della Costituzione. Sul palco è salito anche Roberto Saviano. Altre manifestazioni da nord a sud: da Padova a Taranto, dove per protestare contro la situazione dell’ex Ilva era presente anche Santori.
7 DICEMBRE — NAPOLI — Sardine in piazza ad Ancona e Ravenna il 5 dicembre, a Trento, Siena e Salerno il 6, a Cagliari, Pescara e Bari il 7 dicembre, solo per citare le città principali. Le manifestazioni si susseguono lungo tutta la Penisola e a Napoli fanno il loro esordio anche le “sardine nere” del Movimento Migranti e Rifugiati. Chiedono l’accelerazione dei tempi della procedura per il riconoscimento della protezione internazionale e il rapido rilascio dei permessi di soggiorno.
9 DICEMBRE — FERRARA — Salvini torna in Emilia-Romagna e con lui le sardine tornano in piazza a Ferrara: il flash mob si arricchisce dello sventolio di libri perchè, come si legge sui social, “siamo sardine, studiamo per un paese più bello!”. L’iniziativa è stata decisa all’ultimo, dopo il successo nelle altre piazze della Regione.
10 DICEMBRE — TORINO — Gli organizzatori parlando di nuovo di più di 35mila persone in piazza, come a Firenze. Piazza Castello è gremita in occasione del primo raduno del movimento sotto la Mole. Il premier Giuseppe Conte nel frattempo ha definito le sardine “una partecipazione bellissima” e il movimento è arrivato anche oltre confine, con una manifestazione anche ad Anversa in Belgio.
Sono molto ed eterogenei i volti che si accostano alle manifestazioni: a Torino c’è Niccolò Pagani, il professore diventato celebre in Italia perchè più volte vincitore del programma L’Eredità . A Catanzaro le sardine accolgono Salvini con pane e Nutella, mentre il leader della Lega è impegnato nella campagna elettorale in Regione. Tutto è pronto per la manifestazione di Roma.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Dicembre 14th, 2019 Riccardo Fucile
POPOLO OMOGENEO IN PIAZZA E LA SPERANZA DI UN RITORNO AI VALORI UMANI
Ragazzi e giovani, soprattutto giovanissimi, hanno risposto alla chiamata delle Sardine nella Capitale, ma la marea – circa centomila persone, in linea con l’obiettivo degli organizzatori – che ha invaso piazza San Giovanni per la prima manifestazione nazionale del movimento anti sovranista partito un mese fa da Bologna scintillava anche d’argento.
A differenza di quello che si è visto nelle altre principali piazze – in totale sono 113 – in cui le Sardine si sono ritrovate nei primi trenta giorni di vita del loro movimento, il popolo di Roma era più omogeneo dal punto di vista anagrafico.
A sentirli, tutti, giovani e anziani, accomunati dalla voglia di “serietà nella politica”. “Siamo qui per far capire che le cose stanno cambiando, che non è come ce la raccontano”, dicono Leonardo e Michela, entrambi 19enni, sventolando uno stendardo con grappoli di sardine.
“Non vogliamo una politica d’odio, non vogliamo che continuino a raggirarci con le balle sovraniste”, urla Chiara, 23enne arrivata dalle Marche.
Antonio, architetto di 76 anni, guarda e sorride. Indica i capelli bianchi per far meglio capire il motivo della sua adesione
“È il colore dell’esperienza – sospira – sono qui perchè questa è una delle ultimissime opportunità che ho per poter incidere su un comportamento, quello che va assumendo la nostra politica, che non condivido e che va cambiato. Che facessero le persone serie e non pensassero solo ai voti“.
Al suo fianco la sua amica storica Gabriella sorride, una sardina di carta stagnola tra i capelli. Ha fatto il ’68 come tanti che affollano la piazza festosa e colorata, che pullula di striscioni e cartelli, e su tutti, rigorosamente, spicca il disegno di una sardina. Raffigurata anche sullo striscione di quaranta metri realizzato dagli organizzatori romani, che passa tra i manifestanti, un’onda allegra che attraversa il corteo.
Festoso, illuminato da un sole dicembrino insolitamente caldo, e “normale”
Nessun simbolo, niente bandiere di partito, ci sono rappresentanti di Arcigay, gli attivisti della rete “Restiamo umani” e i migranti e gli italiani di seconda generazione, ossia le “Sardine nere”.
Qualche manifestante ha portato in piazza i figli, tanti il cane. Come Rita, 58 anni, arrivata da Anagni, accompagnata dal suo “cagnolino antagonista” e pronta a dire “Io non sto con l’Italia che si riconosce in Salvini”.
Ha sempre votato a sinistra – dice allargando le braccia – “ma la sinistra da quando ha iniziato a inseguire Berlusconi ha perso i suoi riferimenti”.
C’e chi ha votato per i Cinque Stelle, come Laura Fiandra, la moglie di Tullio Solenghi del famosissimo trio comico
Quasi si commuove Guido. Ha 78 anni, con la moglie Laura, due anni più giovane, si definiscono “sardinonni” e non nascondono l’entusiasmo “perchè eravamo sfiduciati e questi ragazzi ci hanno fatto tornare a sperare”.
Dal palco risuonano le note dei Beatles, e poi dei Rolling Stones e dei Pink Floyd, in piazza uno striscione blu mare segnala la presenza delle Sardine tarantine.
Altre sono arrivate dalla Sardegna, dalla Sicilia, dall’Isola d’Elba, da Napoli, da Ferrara e da Modena.
Angelo, trentenne di Ascoli Piceno, si augura che “al centro del dibattito politico torni la persona umana”, mentre sul palco alcuni ragazzi leggono articoli della Costituzione e una giovane donna palestinese, facendo il verso a Giorgia Meloni, grida: “Io sono una donna, sono musulmana”.
Ce ne sono tante di donne, a piazza San Giovanni, “e dobbiamo partecipare sempre più numerose, in prima linea per dire che questo stato di cose non ci sta bene”, dice Simona, 36 anni, due grosse sardine di cartone come orecchini.
Dal corteo sale l’urlo sulla conclusione dell’inno di Mameli, sul palco arriva l’ex medico di Lampedusa, oggi eurodeputato dem, Pietro Bartòlo. “L’Italia siamo noi – esordisce – l’Italia che vuole che nessuno resti indietro”.
Indice puntato contro “le politiche dell’odio e della paura e le bugie propinate sull’immigrazione”, rilancia sulla necessità di eliminare i decreti sicurezza di Salvini. Un concetto ripreso poco più tardi dalla portavoce della Sea Watch, Giorgia Linardi, che parla a nome di tutte le Ong. “Ci associamo alle Sardine nella necessità di abbassare i toni, rifiutare il linguaggio violento di certa politica – spiega – non dobbiamo avere paura del sovranismo che non funziona perchè è un paradosso: non dà soluzioni ai problemi da cui esso stesso trae origine per via della paura”. Quindi l’appello: “Aiutateci a far tornare in mare le nostre navi”.
Luce Visco, presidente di Arcigay Molise ha raccontato la sua esperienza di donna transessuale, le difficoltà legate alla tutela dei diritti Lgbti nel nostro Paese ma il tema più battuto – in una piazza il cui promotore è il keniano 45enne, Stephen Ogongo, in attesa di cittadinanza italiana – è stato quello dell’immigrazione.
Ripreso anche da Mattia Santori nel più politico dei sei punti elencati al termine del suo intervento. “Chiediamo di ripensare il decreto sicurezza”, dice il leader delle Sardine, per poi correggersi quando dalla piazza gli hanno fatto notare che “ripensare non è abbastanza”. “Chiediamo di abrogare, abrogare i decreti sicurezza”, ripete.
Poco prima aveva ribadito che le Sardine non si trasformeranno in un partito. Non una priorità , in questo momento, per il popolo di Piazza San Giovanni.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 14th, 2019 Riccardo Fucile
DECINE DI MIGLIAIA DI SARDINE OCCUPANO PIAZZA SAN GIOVANNI E FANNO SEI PROPOSTE ALLA POLITICA: “GLI ELETTI VADANO IN PARLAMENTO INVECE CHE FARE CAMPAGNE ELETTORALI PERMANENTI”… “VIA I DECRETI SICUREZZA E STOP ALLA VIOLENZA VERBALE”
“Chi ragiona non abbocca. Abbiamo dimostrato che esistono ancora persone che sanno distinguere la politica dal marketing”. Questo l’urlo soddisfatto del “capo sardina” Mattia Santori dal palco di Piazza San Giovanni a Roma. Le sardine riempono la piazza romana per il test più importante dall’inizio del loro attivismo.
Mattia Santori, uno dei leader e principale volto delle sardine, al suo arrivo in piazza ha spiegato che in agenda ci sarà anche un incontro con Giuseppe Conte: “Questa è la fase 3, in cui chiuso il capitolo regionali saremo pronti per sederci al tavolo. Da febbraio inizieremo a ragionare sui temi”.
“Siamo un’onda che non si ferma, dalla Sicilia al Piemonte. Esattamente un mese fa la piazza di Bologna lanciava un segnale che era anche un grido di speranza, quando la bestia del populismo fa campagna sul tuo territorio hai due scelte: stringerti o perderti. La piazza di Bologna ha scelto di stringersi e dire: qui non si passa. Abbiamo vinto 113 piazze a zero. Il segnale si è amplificato e ha assunto diverse forme”.
Il leader del movimento nato in Emilia-Romagna ha elencato le richieste delle sardine in sei punti programmatici: “1. Pretendiamo che chi è stato eletto vada nelle sedi istituzioni a lavorare. 2. Che chiunque ricopra la carica di ministro comunichi solamente nei canali istituzionali. 3. Pretendiamo trasparenza dell’uso che la politica fa dei social network. 4. Pretendiamo che il mondo dell’informazione traduca tutto questo nostro sforzo in messaggi fedeli ai fatti. 5. Che la violenza venga esclusa dai toni della politica in ogni sua forma. 6. La violenza verbale venga equiparata a quella fisica. Ripensare il decreto sicurezza”.
“L’Italia dei grandi valori e non delle disugialianze dobbiamo tornare a essere. Abbiamo detto che l’immigrazione è un problema per nascondere i problemi veri…l’emigrazione è il vero problema. Questo è il grido della piazza: la politica ritrovi la strada dell’umanità “. Lo urla dal palco Pietro Bartolo, medico a Lampedusa per 28 anni ed europarlamentare. “Questa piazza ci dice che dobbiamo voltare pagina”, dice. Ma soprattutto “insieme dobbiamo resistere e ritrovare la strada maestra, che è quella dell’umanità ” aggiunge. “Dicono che sono il medico che ha fatto più ispezioni cadaveriche del mondo, io di questo record mi vergogno. Non è più possibile sopportare tutto questo. Non sono possibili leggi che criminalizzano chi salva le persone, queste leggi vanno contro la Costituzione. Queste leggi sono una vergogna”.
I Papaboys, come avevano promesso, si sono uniti alle sardine. “La piazza delle sardine è bellissima”, dice Daniele Venturi, presidente del movimento giovanile che ha cominciato a camminare con Giovanni Paolo II nei giorni della Giornata mondiale dei giovani di Tor Vergata e che ha seminato in tutto il mondo. “Il bello del movimento – aveva spiegato Venturi alla vigilia della manifestazione – è che dicono cose che la politica non è riuscita a dire ai giovani: sono ‘per’, non ‘contro’, ma mi pare che in tanti lo abbiano capito e guardino alle Sardine con l’attenzione che meritano. Sardine avanti tutta, andate e moltiplicatevi in ogni piazza, paese, città . Qualsiasi cosa pacifica venga dai giovani, fosse anche una vera rivoluzione, è la benvenuta”. Da qui la loro presenza oggi.
(da agenzie)
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Dicembre 14th, 2019 Riccardo Fucile
25 PARLAMENTARI RIUNITI IN ASSOCIAZIONE CON MARA PRESIDENTE: “NE’ CON IL GOVERNO NE’ CON SALVINI, NOSTRO RIFERIMENTO SOLO I VALORI LIBERALI”
Dopo Paolo Romani, che ieri ha parlato di dodici senatori pronti a lasciare Forza Italia per approdare al Misto, ora tocca a Mara Carfagna.
Tommaso Ciriaco su Repubblica racconta che il partito-ombra della parlamentare campana nascerà già lunedì.
Non porterà per adesso a una scissione da Forza Italia, ma prenderà la forma di una associazione. Una maxi corrente ufficiale con 25 parlamentari, una struttura pesante, un nome già pronto: “Voce libera”.
Di fatto, un gruppo nel gruppo — soprattutto al Senato, dove ogni scranno è fondamentale — una sfida ad Arcore, la piattaforma per lo strappo di domani.
Dopo lunga riflessione, la vicepresidente della Camera adesso parte davvero.
Non costituendo subito gruppi parlamentari autonomi (quello è il piano di Paolo Romani, che per adesso non raccoglie grande seguito).
Piuttosto, con un’associazione che lancia la sfida interna a Forza Italia. «Restiamo nel centrodestra — ha spiegato a tutti Carfagna — ma in una posizione, diciamo, dialettica…».
Nell’atto costitutivo ci sarà un richiamo all’affermazione dei «principi e dei valori liberali».
La sfida a Matteo Salvini, è chiaro, sarà una delle ragioni sociali del gruppo. Colpisce soprattutto la struttura, in questa nuova creatura che farà infuriare Silvio Berlusconi. Perchè si chiama associazione, ma assomiglia davvero a un partito: ci sarà il presidente, Carfagna naturalmente, ma sono previsti anche una serie di ruoli che di solito definiscono una forza politica autonoma: tra gli altri, un responsabile enti locali, uno per la giustizia, uno per l’economia, un tesoriere.
Anche i numeri sono da partito, più che da corrente: già ora tra i 20 e i 25 parlamentari, tra loro diversi senatori.
Guida il reclutamento a Palazzo Madama Massimo Mallegni, amico anche di Matteo Renzi, senatore toscano che ieri ha incontrato a Montecitorio un’attivissima Renata Polverini e la stessa Carfagna. Mallegni ha già convinto diversi colleghi a seguirlo, ad esempio Andrea Cangini e Andrea Causin. oltre ad altri toscani e campani.
Alcuni di loro già lunedì, nel voto di fiducia sulla manovra al Senato, diserteranno l’Aula.
Un segnale politico: nè con i giallo-rossi, nè con Salvini. «Io parto — spiega Mallegni — sarò fuori, lontano…».
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 14th, 2019 Riccardo Fucile
STRACHE E’ STATO CACCIATO UFFICIALMENTE DALL’FPOE: UTILIZZAVA 10.000 EURO AL MESE DI FONDI DEL PARTITO PER LUSSI PERSONALI
Heinz-Christian Strache è stato cacciato ieri ufficialmente dall’FPOE.
Il sovranista che voleva vendere l’Austria ai russi è stato accompagnato alla porta da Norbert Hofer, l’ex candidato presidente dell’Austria, indagato per le spese pazze e diventato famoso sui media internazionali per essersi fatto incastrare in un video segreto su un’isola spagnola, mentre offriva a una finta oligarca russa appalti pubblici e altri favori illeciti, in cambio di sostegno economico alle elezioni 2017.
Uno scandalo che ha fatto saltare il governo a Vienna con i popolari di Sebastian Kurz ed è costato la carriera all’ex falco populista, antimigranti e vicino, in gioventù, ai movimenti filonazisti.
Ieri il partito ha voluto spettacolarizzare la sua espulsione, ricordando i plafond mensili da 10 mila euro che Strache aveva a disposizione dal partito, e che pare spendesse per i lussi personali e quelli della moglie Philippa (anche lei candidata a settembre e al momento sospesa dall’Fpà¶) e i 2500 euro di affitto garantito: «Il partito era ufficialmente una lavatrice di scontrini per lui», spiega laconico l’altro leader Fpà¶, Herbert Kickl.
Si tratta del secondo scandalo che ha investito Strache, proprio alla vigilia delle elezioni che hanno visto il tracollo dell’FPOE e il trionfo di Sebastian Kurtz, che però deve ancora trovare un accordo con i Verdi per poter varare il suo governo.
Strache adesso potrebbe varare un proprio movimento che vale il 3% alle urne secondo i sondaggi, per correre come sindaco di Vienna.
Non ce la farebbe ma tornerebbe in politica e ruberebbe voti al suo ex partito. Senza però essere più l’ago della bilancia della politica austriaca.
Quei tempi sono finiti, la destra sovranista ha un destino segnato. E la storia potrebbe ripetersi anche in altri luoghi.
(da “NextQuotidiano”)
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