Dicembre 3rd, 2019 Riccardo Fucile
E ORA LA BORGONZONI DI COSA PARLA? BEH, PUO’ SEMPRE RACCONTARCI DELLE SUE SERATE AL CENTRO SOCIALE LINK DI BOLOGNA PRIMA DI CONVERTIRSI LEGHISTA
La Cassazione ha revocato l’obbligo di dimora nei confronti di Andrea Carletti, il sindaco Pd di Bibbiano, indagato per lo scandalo ‘Angeli e Demoni’ sul presunto sistema di affidi illeciti di minori scoppiato in Val d’Enza, in provincia di Reggio Emilia, nel giugno scorso quando il politico venne arrestato.
A distanza di sei mesi ora è tornato libero.
In attesa delle motivazioni, la Cassazione avrebbe deciso per la revoca sentenziando che non sussistevano le condizioni per l’arresto e quindi per una misura cautelare.
E ora la Borgonzoni di cosa parla?
(da agenzie)
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Dicembre 3rd, 2019 Riccardo Fucile
IN UN ANNO PERSI 9.000 POSTI DI LAVORO, MA UTILI SCHIZZATI A 9 MILIARDI… E UNICREDIT SEGUE IL TREND: 8 MILIARDI DI UTILI E 8.000 ESUBERI IN TRE ANNI… IL SILENZIO DEI SOVRANISTI DELLA DOMENICA
Il paradigma che sta alla base del nuovo piano di Unicredit – migliaia di esuberi tra i dipendenti e una valanga di miliardi ai soci – ha tutto tranne che le sembianze di una mosca bianca.
È un altro tassello che si va ad aggiungere a quello che è un trend: i banchieri sono sempre più ricchi, i bancari vanno sempre più frequentemente a casa. I numeri, più di ogni altra considerazione, attestano il cambiamento di pelle.
Eccoli, in uno studio del sindacato bancario First Cisl, quelli delle prime cinque banche italiane (Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Bpm, Mps e Ubi) nei primi nove mesi del 2019: in un anno gli utili netti sono schizzati a 8,7 miliardi, +38,5 per cento. I posti di lavoro andati in fumo sono stati 9.190, gli sportelli chiusi 1.013.
Unicredit è tra le big five e la strategia delineata dal ceo Jean Pierre Mustier da qui al 2023 altro non fa che rafforzare una direzione di marcia ben definita.
Le grandi banche, insomma, si muovono in blocco, non hanno dubbi nell’indirizzare le proprie politiche verso un assottigliamento della cosiddetta forza lavoro.
La digitalizzazione ha investito il settore e ha facilitato i manager in questa operazione, ma non è una questione legata solo alla possibilità di impiegare le macchine al posto dei dipendenti.
Quella in atto è una mutazione cercata, voluta, che stravolge la piramide della ricchezza interna alle banche. La base viene sempre più ridotta per far sì che la punta, cioè i vertici, sia sempre più larga in termini non tanto di poltrone quanto di peso specifico delle poltrone stesse. Peso che si traduce in remunerazioni, soldi.
Prendiamo Unicredit. Mustier ha messo il capello a questo ragionamento: “Team 23 (il nome del nuovo piano ndr) è incentrato sulla massimizzazione della creazione di valore per gli stakeholder, inclusa una rinnovata attenzione alla soddisfazione del cliente grazie a processi semplificati e a prodotti innovativi, nonchè a un maggiore ritorno per gli azionisti”.
Dentro al piano c’è la dimensione operativa: la banca punta a creare 8 miliardi di valore per gli azionisti nell’arco del piano e aumentare al 40% la distribuzione di capitale per il 2019.
Tradotto: 8 miliardi ai soci, ai banchieri. L’altra faccia della medaglia è quella che impatta sui dipendenti. Unicredit ridurrà il personale di circa 8mila unità da qui al 2023 e chiuderà circa 500 sportelli nello stesso periodo.
L’Italia – e così torniamo alle dinamiche delle big five nostrane – dovrà sobbarcarsi la parte più consistente: seimila su ottomila.
Le nuove uscite si andranno così a sommare alle oltre novemila che si sono già registrate da settembre dello scorso anno a quello del 2019. Il calo degli occupati e degli sportelli è stato imponente: mille filiali in meno rispetto (- 6,6%) e dipendenti ridotti del 3,6 per cento. I dipendenti delle cinque banche erano 256.723, ora sono 247.533. Gli sportelli sono passati da 15.307 a 14.294.
Questa dinamica, che accomuna i big player, apre quantomeno un problema strutturale e cioè il ridimensionamento della forza contrattuale in capo alla politica e ai sindacati. Le trattative sugli esuberi messi in campo nel 2019 hanno dato prova di quanto sia difficile intervenire su una dinamica così strutturata e che coinvolge un mercato largo, non restringibile nei confini nazionali.
E questo ragionamento vale per le banche come per i colossi industriali.
Se cioè Unicredit e Mittal ritengono strategici altri mercati – e questo lo si evince proprio dalla quota degli esuberi destinata all’Italia – è più difficile per il governo impattare su queste dinamiche.
Unicredit, le big five bancarie, Ilva, Alitalia dicono sostanzialmente questo e cioè di un’evoluzione che scarica la sua marcia sugli esuberi.
Difficile, quindi, dare risposte dall’esterno. È successo così anche oggi. A fine giornata, il tabellino delle dichiarazioni politiche sugli esuberi di Unicredit è praticamente vuoto.
C’è la presa di posizione del Pd, che parla di “mannaia” con una dichiarazione di Pietro Bussolati, componente della segreteria, mentre dal ministero del Lavoro, guidato dalla ministra pentastellata Nunzia Catalfo, filtra che i tagli sono “inaccettabili”.
Di fatto due mosche bianche.
I big del governo e della maggioranza, ma anche quelli delle opposizioni? Non pervenuti.
La politica si rivela distratta di fronte a una prospettiva drammatica, all’ennesima emorragia di posti di lavoro, a un sistema produttivo che si sta impoverendo. E a dinamiche che richiedono inevitabilmente anche un nuovo paradigma nella politica.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 3rd, 2019 Riccardo Fucile
IL PROFESSOR ALPA ERA UNO DEI 5 MEMBRI DELLA COMMISSIONE ESAMINATRICE DEL CONCORSO A PROFESSORE ORDINARIO VINTO DA CONTE NEL 2002
L’inchiesta de Le Iene sul premier continua: secondo la nuova rivelazione, in onda questa sera, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non avrebbe raccontato tutta la verità sul concorso grazie al quale nel 2002 è diventato professore ordinario di Diritto privato all’Università di Caserta “Luigi Vanvitelli”.
Il punto sono, come già nella prima puntata, i dubbi sulla compatibilità con il ruolo di commissario d’esame del professor Alpa, amico personale del premier.
Conte, ieri, aveva replicato a stretto giro dichiarando che aveva già «chiarito che mai c’è stato un conflitto di interessi, mai un’associazione professionale tra di noi, mai un conto corrente comune, in merito al concorso da professore ordinario, hanno deciso all’unanimità i cinque commissari. Vedrò il servizio, se necessario preciseremo ancora in piena trasparenza».
Ora però Le Iene tornano all’attacco con quella che sembra una vera e propria pistola fumante.
Un documento esclusivo della trasmissione Mediaset, in onda questa sera, rivelerebbe che esisteva un legame di interessi economici e professionali fra Conte e il professor Alpa: quest’ultimo non avrebbe quindi avuto i requisiti di imparzialità per rivestire il ruolo di commissario d’esame al concorso universitario di Caserta del 2002, con il quale il premier è diventato professore ordinario di diritto privato.
Conte ha sempre negato il rapporto professionale, nonostante sul suo curriculum ufficiale compaia la dicitura: “Dal 2002 ha aperto con il prof. avv. Guido Alpa un nuovo studio legale dedicandosi al diritto civile, diritto societario e fallimentare”.
Il giovane Conte avrebbe lavorato in uno studio a Roma, a via Cairoli, su due piani, in cui occupava il piano superiore: stessa segretaria e stesso numero di telefono di Alpa. In pratica, lo stesso studio.
A La Repubblica Conte aveva dichiarato che lui e Alpa erano solo “coinquilini”, uniti da una semplice condivisione della segreteria e del numero telefonico, ma con distinte attività professionali. Il documento però sembra mostrare un diverso tipo di rapporto e legame professionale.
La replica da palazzo Chigi
Poco prima della messa in onda del servizio, fonti di palazzo Chigi hanno chiarito: «Si tratta di un progetto di parcella ma non una fattura unica».
Il che è vero, ma si tratta pur sempre di un progetto di parcella unico intestato a entrambi, perchè non sono due?
Altra domanda: per il pagamento vengono indicati precisi estremi bancari di un solo conto corrente di un istituto genovese (dove Alpa risiede). A chi risulta intestato?
L’impressione è che Conte avrebbe fatto bene a dire subito come stavano le cose e dei suoi rapporti professionali con Alpa. Fermo restando che il concorso era composto da cinque commissari che all’unanimità lo hanno dichiarato vincitore. Ma forse uno non doveva proprio esserci.per ragioni sia di stile che di incompatibilità .
(da agenzie)
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Dicembre 3rd, 2019 Riccardo Fucile
DUE ELEMENTI CERTI: PIACCIONO A UN TERZO DEGLI ITALIANI E POTREBBERO PESCARE MOLTI VOTI NELL’AREA DELL’ASTENSIONISMO E DI CHI NON HA PIU’ FIDUCIA IN NESSUNO… VERO CHE SUSCITANO SIMPATIE A SINISTRA E NEI GRILLINI, MA POTREBBERO ANDARE OLTRE
Se le Sardine decidessero di diventare un vero e proprio partito politico, quali sarebbero i loro orizzonti? Ne abbiamo parlato con il fondatore di YouTrend Lorenzo Pregliasco e con Livio Gigliuto, Vicepresidente dell’Istituto Piepoli
E se dal movimento delle Sardine nascesse un partito politico? È una domanda che si pongono in molti sin dalla prima discesa in piazza a Bologna, lo scorso 14 novembre, in risposta all’inizio della campagna elettorale della Lega per le Elezioni regionali dell’Emilia-Romagna del 26 gennaio 2020.
Ma nelle ultime ore questa domanda ha continuato a riproporsi in modo più insistente, anche alla luce delle recenti dichiarazioni di Mattia Santori, uno dei 4 fondatori del movimento.
«In questo momento colmiamo un vuoto di rappresentanza — ha dichiarato Santori — quindi i casi sono due: o fondiamo un partito o presentiamo le nostre istanze a chi politica già la fa. Che siano Pd, M5s o destra moderata. Arriveremo a quattro, cinque o sei punti su cui chiederemo alla politica di lavorare».
Ma se le Sardine decidessero di diventare un vero e proprio partito politico, quali sarebbero i loro orizzonti? Quale effettivo peso elettorale potrebbero avere? E da chi potrebbero “rosicchiare” voti?
Ne abbiamo parlato con il fondatore di YouTrend Lorenzo Pregliasco e con Livio Gigliuto, Vicepresidente dell’Istituto Piepoli e Direttore dell’Osservatorio Nazionale sulla Comunicazione Digitale.
Quanto peso potrebbero avere le Sardine se formassero effettivamente un nuovo soggetto politico?
Lorenzo Pregliasco: «È sempre difficile poter valutare il peso potenziale di una nuova formazione politica. Tant’è che spesso, in passato, ci sono state stime e valutazioni su potenziali partiti nuovi che poi non hanno corrisposto all’effettivo valore elettorale».
«Molte persone oggi potrebbero dire di essere disponibili di prendere in considerazione la possibilità di votare un movimento ispirato alle Sardine, ma questo consenso non è detto che si traduca in voto».
Livio Gigliuto: «Partiamo dal fatto che nelle ultime settimane l’attenzione degli italiani nei confronti delle sardine è cresciuta. Adesso più di un italiano su due ritiene che questo movimento, nato locale, non si fermerà all’Emilia ma diventerà un movimento nazionale».
«Si tratta in ogni caso di un movimento che ha già la fiducia di circa un terzo degli italiani. Attenzione però! Avere la fiducia degli elettori non vuol dire necessariamente raccogliere consenso elettorale. Ancora è un “segnale debole”, è troppo giovane e acerbo questo sentimento nel Paese. Vedremo col tempo, in ogni caso, “multi sunt vocati, pauci vero electi”».
Da quali partiti potrebbero “rosicchiare” voti?
Lorenzo Pregliasco: «Credo che molte delle persone che sono scese in piazza e che si riconoscono in questo movimento siano dell’area di centro-sinistra, quindi Partito Democratico, ex LeU, Verdi. Forse qualcosina anche dal M5s, in particolare dalle componenti più anti-salviniane del MoVimento».
Livio Gigliuto: «Questo è tutto da vedere. Naturalmente tendono a sedurre di più l’elettorato che già raccoglie nel centrosinistra. Ma potrebbero anche assorbire una parte dell’elettorato”. «In ogni caso, il movimento raccoglie sentimenti positivi da più di un italiano su tre, ma quanti di questi sono disposti a “lasciare” il loro abituale partito per votare una nuova formazione? Lo scopriremo col tempo, e non è detto sia breve».
Tra gli intenti principali delle Sardine vi è quello di far riaccendere l’interesse e l’attenzione verso la politica italiana. Potrebbero abbassare le percentuali di astensionismo?
Lorenzo Pregliasco: «Secondo me l’autentica sfida per le Sardine è riuscire a recuperare dall’astensione. Se riescono “a scongelare” un po’ di quell’elettorato che oggi si è rifugiato nel non voto, oppure non sa chi votare e si sente un po’ distante dalla politica tradizionale diventano un fenomeno interessante».
«Sicuramente le Sardine sono un fenomeno interessante, sicuramente riempire le piazze non è un fenomeno mai semplice, sicuramente potrebbero rimobilitare elettori delusi”
Livio Gigliuto: «Da questi movimenti, in principio, non ci si aspetta che nasca un partito. A volte è successo, come nel caso di Grillo; in altri casi no, come nel caso di Moretti. In ogni caso, la loro nascita è un segnale di vitalità dell’opinione, che potrebbe anche essere rimotivata al voto dal riempimento di piazze in giro per il Paese».
(da Open)
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Dicembre 3rd, 2019 Riccardo Fucile
IL POST VIRALE SUL SITO DELLE SARDINE: “NON ABBIAMO CERTO PAURA DI STARE DALLA PARTE DI CHI RIPUDIA IL RAZZISMO, LA VIOLENZA VERBALE, IL POPULISMO. QUESTI RAGAZZI SONO LA PARTE SANA DELLA SOCIETA'”
Sta avendo molto successo il post che Giovanni Bartolotta, poliziotto e dirigente nazionale del sindacato Uil sicurezza, ha scritto sul gruppo L’Arcipelago delle Sardine, nato da una costola delle 6000 sardine di Bologna.
Bartolotta, da poliziotto, si stupisce di aver ricevuto così tanti like e commenti entusiastici per la sua adesione al Movimento delle Sardine: “Non credo che sia così strano. E se per qualcuno lo è, vuol dire che c’è qualcosa che non va. Innanzitutto voglio rassicurarvi che in questo e in molti altri gruppi di sardine ci sono molti poliziotti, perchè non tutti i poliziotti sono dalla parte di Salvini, è ovvio. Magari non si esprimono per timidezza, ma ci sono. Io sono un dirigente nazionale del sindacato (UIL sicurezza), sono cresciuto con questi valori e non ho mai avuto paura di esprimere le mie opinioni, in più di vent’anni di servizio” scrive.
“Ma poi continua, “paura o timore per cosa? Di stare dalla parte di chi vuole ripudiare il razzismo, il populismo, la violenza verbale, gli haters, le fake news? Per me quella è semplicemente la parte sana della società . E non è questione di opinioni politiche. Io accetto tutte le opinioni politiche, perchè da poliziotto prima e sindacalista poi, cerco sempre di essere super partes. Ma non mi piace che qualcuno faccia propaganda usando i mezzi di cui sopra. Non mi sono mai piaciuti gli “estremismi”, di qualsiasi colore politico”.
“Auspico che ci sia sempre vicinanza tra questo tipo di piazze, di movimenti con le forze dell’ordine. Un caro saluto a tutti” conclude.
(da agenzie)
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Dicembre 3rd, 2019 Riccardo Fucile
“ATTO DI FEDE” A SOSTEGNO DELLO SPACCIATORE ABUSIVO DI ROSARI E CROCIFISSI CHE LEGGE IL VANGELO ALLA ROVESCIA
Ci mancava un rosario dei tradizionalisti in favore dello spacciatore abusivo di rosari e crocifissi e che legge il Vangelo alla rovescia.
Capita in questo strano paese: il leader della Lega Matteo Salvini sarà martedì prossimo a Torino, per rispondere dell’accusa di vilipendio all’ordine di giudiziario, e nel capoluogo piemontese, davanti al Palazzo di Giustizia si terrà una recita del rosario organizzata dal gruppo ‘I cinque sassi'(che si rifà alla Madonna di Medjugore diventata il simbolo dei reazionari) nato a Torino nei giorni scorsi per “sostenere con la preghiera Salvini e tutte quelle persone che lavorano per il bene dell’Italia” §
Angela, una delle coordinatrici, spiega: “Con la preghiera vogliamo sostenere chi lavora per difendere i valori e le tradizioni degli italiani”.
Sull’episodio che ha portato Salvini in Tribunale – le frasi contro la magistratura pronunciate dal parlamentare in un discorso a Collegno (Torino) il 14 febbraio 2016 – la portavoce del gruppo ‘I cinque sassi’ dice: “I poteri forti vogliono pilotare le questioni italiane”.
Gli aderenti al gruppo dicono di essere “cattolici” e aggiungono: “Crediamo in Salvini. Quello di martedì è un atto di fede”.
(da agenzie)
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Dicembre 3rd, 2019 Riccardo Fucile
BASTA PUBBLICARE ARTICOLI SGRADITI E FINISCI NEI GUAI: CHE BEL MODELLO CHE I SOVRANISTI VOGLIONO IMPORTARE IN ITALIA!
Il presidente russo, Vladimir Putin, ha firmato una discussa legge, che da ora in avanti permette alle autorità russe di trattare anche le persone fisiche e non più solo quelle giuridiche come “agenti stranieri”, la dicitura con cui in Urss si bollavano le spie.
La nuova legge andrà a colpire anche figure come i blogger: per vedersi etichettato come agente straniero è sufficiente ricevere denaro dall’estero e diffondere materiale pubblicato dai media di organizzazioni a loro volta inserite nella blacklist degli agenti stranieri.
Il disegno di legge, presentato l’anno scorso alla Duma di Stato, rientrava nell’ambito delle iniziative di rappresaglia di Mosca per la decisione di Washington di inserire l’emittente filo-Cremlino ‘Russia Today’ nella lista degli agenti stranieri negli Usa. Come “misura speculare”, Mosca aveva bollato come agenti stranieri 10 testate americane.
La nuova legge interessa anche i giornalisti che gia’ lavorano in questi media, tra cui Voice of America e Radio Liberty.
(da agenzie)
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Dicembre 3rd, 2019 Riccardo Fucile
NEL SILENZIO DEI SOVRANISTI E DEI LORO SERVI, LA VOCE DI MARA: “DISGUSTOSO CHI INNEGGIA A HITLER, QUEL DOCENTE VA SANZIONATO CON SEVERITA'”
È particolarmente grave che un professore, una personalità cioè che è a continuo contatto con gli studenti, esterni su twitter posizioni vergognose come l’apologia del nazismo e idee pericolosamente omofobe e antisemite.
Ed è anche grave il fatto che dai sedicenti sovranisti di questo paese non sia arrivata una ferma condanna.
Perchè ormai viviamo in un paese dove il sovranismo è sinonimo di vicinanza a movimenti che al nazismo sono chiaramente ispirati.
E così, come non è arrivata nemmeno una parola di commento da parte di Salvini o della Meloni sul mega blitz della Digos Ombre Nere che ha smascherato un’organizzazione terroristica, armata, con membri in tutta Italia (19 arresti, per il momento), anche sulla questione del professor Castrucci dall’estrema destra viene solo silenzio.
Con un’eccezione.
Mara Carfagna ha infatti scritto su twitter che è “Disgustoso chi inneggia a Hitler, peggio se è un docente. Castrucci dell’Università di Siena, uno che dovrebbe formare i giovani, va sanzionato con severità . Mi indigna che qualcuno esalti ancora il nazismo che ha ucciso sei milioni di ebrei e ha portato l’Europa alla guerra”.
(da Globalist)
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Dicembre 3rd, 2019 Riccardo Fucile
L’ART 89 DEL REGIO DECRETO 31-08-1933 N. 1592 PREVEDEVA IL CASO DI “ATTI CHE LEDANO LA DIGNITA’ O L’ONORE DELLA PROFESSIONE” ALLA BASE DELLA DESTITUZIONE
La procura di Siena ha disposto il sequestro preventivo del profilo twitter del professor Emanuele Castrucci e l’oscuramento dei tweet a sostegno di Hitler.
Per l’esecuzione di entrambi i provvedimenti è stata data delega alla polizia postale. La procura, diretta da Salvatore Vitello, ha aperto un fascicolo di indagine ipotizzando il reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, aggravata da negazionismo.
Il professore di Siena finito nell’occhio del ciclone per le sue posizioni a favore di Hitler sui social verrà anche sanzionato dalla sua università sulla base di un decreto di epoca fascista.
È stata la stessa Università di Siena, nella persona del rettore Francesco Frati, a comunicare che nei confronti del professor Emanuele Castrucci sarebbero stati presi provvedimenti.
Mentre i legali dell’università hanno presentato la denuncia in procura, il senato accademico ha deciso quale sanzione verrà inflitta al professore antisemita. A comunicarlo è un altro docente dell’Università di Siena, Massimo D’Antoni, che su Twitter annuncia come il suo ateneo si starebbe muovendo per sanzionare il collega.
“Il Rettore di Siena, sentito il Senato, ha disposto di deferire il prof. Castrucci alla Commissione di Disciplina, proponendo la sanzione della destituzione a norma del Regio Decr. 1592/1933. Immagino che l’accusa sia quella di lesione della dignità e l’onore della professione”, si legge in un Tweet del professor D’Antoni, che accompagna con queste parole uno screenshot in cui si legge proprio di quel Regio decreto cui si fa riferimento per procedere contro Castrucci, datato 31 agosto 1933. Un Regio decreto emanato in pieno ventennio fascista.
Sui social in tanti hanno fatto notare la stranezza della situazione. “E comunque fa un po’ ridere che venga sanzionato secondo una legge del 1933″, si legge in un tweet di risposta sotto al post dell’economista dell’Università di Siena.
“Con un decreto fascista si fa decadere il nazista?”, si domanda un altro utente; “Il 1933 non era l’undicesimo anno dell’era fascista? Quindi per allontanare il prof. Castrucci per un post a contenuto nazista stanno utilizzando una legge fascista? Ho capito bene?”, si chiede incredulo qualcun altro.
E ancora: “Un decreto d’era fascista. Che deliziosa ironia”; “1933, fatte alcune cose giuste”.
(da agenzie)
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