Dicembre 8th, 2019 Riccardo Fucile
SPETTA SEMPRE PIU’ A LUI PORTARE AVANTI LA BANDIERA DELL’ESECUTIVO, ANCHE PERCHE’ E’ UNO CHE SA DI COSA PARLA E NON HA PROBLEMI A SFIDARE SALVINI IN TV
Quasi come un videogioco a più livelli. A settembre Roberto Gualtieri aveva fatto il suo esordio televisivo a Mezz’Ora in Più con un confronto indiretto con Giancarlo Giorgetti, numero due della Lega, ospite subito dopo di lui.
Tre mesi dopo, il ritorno in tv, sempre nella trasmissione di Raitre, e questa volta la sfida a distanza è con Matteo Salvini, peso massimo del leghismo e leader dell’opposizione.
Un crescendo che, stessa rete stesso studio televisivo, dovrebbe culminare a gennaio con l’annunciato faccia a faccia tra il ministro dell’Economia e il leader della Lega.
Il guanto della sfida è sugli asili nido gratis – “una balla spaziale” secondo Salvini, a cui Gualtieri replica via Twitter – ma è inevitabile che sarà allargato a tutti i temi.
Roberto Gualtieri in punta di piedi, nel giro di poche settimane, si sta prendendo la scena nel Governo, diventando frontman e regista di tutti i nodi che hanno diviso la maggioranza.
Dal negoziato europeo sul Mes, il Fondo Salva Stati, alla delicata mediazione interna sulla manovra. Portabandiera del Governo, ma dettaglio da trascurare, anche di un partito, il Pd, che soffre il fatto di non avere, nell’era della comunicazione spinta e degli status Instagram e Facebook, una leadership forte che possa incidere nel dibattito.
Non è nella testa di Gualtieri di sostituire il segretario Nicola Zingaretti, con cui il legame risale ai tempi della Fgci (Federazione Giovani comunisti italiani). Ma è evidente, confessano all’HuffPost, che “si sta sobbarcando il peso del Pd, senza dimenticare che l’unico in grado di tenere testa al capodelegazione Franceschini è certamente Roberto, per il suo curriculum, la sua esperienza in Europa….”.
Per dirla con un alto dirigente dei democratici, “Roberto è uno che chiama Draghi, Lagarde, Moscovici, insomma l’Europa”
Di certo è anche il contesto politico che sta facendo emergere Gualtieri. Il logorarsi del rapporto fra Luigi Di Maio e il premier Giuseppe Conte ha contribuito ad accrescere la forza di Gualtieri, storico dell’Istituto Gramsci di casa a Bruxelles e a Strasburgo.
Non a caso chi lo conosce rivela che “lui ha una capacità : anche quando non è direttamente responsabile del dossier riesce a emergere, vedi il caso Ilva…”.
Bastava osservarlo in tv per comprendere che dietro questo omone, occhialuto, sempre in giacca e cravatta, come conviene ad un uomo delle istituzioni, che conosce i dossier e che di fatto è il numero due del Governo, c’è qualcosa di più. Forse addirittura una strategia di comunicazione per portarlo ancora più in alto dei gradi che ha addosso.
“Abbiamo pagato il conto del Papeete”, è l’incipit di un’intervista dove i toni e l’aggressività non sono certi quelli degli ultimi ministri dell’Economia, ma quelli di chi vuole prendere di petto Matteo Salvini e sfidarlo a viso aperto.
L’altro passaggio che disvela l’attacco frontale è quando Gualtieri replica duro sul Mes: “Salvini e Borghi con cinismo sorprendente hanno iniziato a fare una campagna terroristica per spaventare gli italiani su una riforma che in sostanza non cambia nulla. Certo, se non ci si riesce a esprimere con competenza e serietà sulla Nutella – ironizza il ministro – è evidente che la credibilità su ciò che si dice sul Mes sia piuttosto scarsa”.
A Gualtieri viene riconosciuta la capacità di mediare sia con i diversi partiti di maggioranza. D’altro canto nel giorno in cui il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, sul Corriere della Sera chiede a Di Maio di chiarire se abbia o meno ancora fiducia nel premier Conte, trova conferma l’indiscrezione secondo cui Gualtieri ha ricevuto nei giorni scorsi un sms di congratulazioni da parte del leader M5S su come ha gestito la vicenda Mes.
“Mi stupisco di come possano uscire queste cose, ma è vero” ammette. Anche Renzi lo rispetta e lo stima e questo lo sta aiutando nei negoziati.
Il prossimo appuntamento da segnare sul calendario è la battaglia parlamentare sul Mes. Salvini già tenta i 5 stelle meno convinti del Trattato europeo per non far approvare la risoluzione di maggioranza, con una spallata mortale all’esecutivo.
Il Quirinale, nelle scorse settimane, ha fatto trapelare che non ci sono altri governi dopo il Conte-2, ma è evidente che in questo momento Gualtieri appare la carta forte di un eventuale piano B.
Intanto a gennaio sfiderà Salvini in tv. Poi si vedrà .
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 8th, 2019 Riccardo Fucile
“COPRIAMO SPESE PER GLI ASILI NIDO PER IL 90% DELLE FAMIGLIE ISEE”… NELLA MANOVRA BONUS ASILI NIDO A 3000 EURO (E 2500 PER FAMIGLIE DA 25.000 A 40.000 EURO DI ISEE) OLTRE A 2,5 MILIARDI EXTRA PER COSTRUIRE NUOVI ASILI NIDO
Nella settimana in cui la manovra economica arriverà in aula al Senato, lo scontro a distanza tra il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e il segretario della Lega passa dai social: «Matteo Salvini farebbe bene a documentarsi meglio: in manovra bonus asili nido a 3000 euro (e 2500 per famiglie da 25.000 a 40.000 Isee). In più 2,5 miliardi per la costruzione di nuovi asili. Ci vediamo a gennaio», ha scritto su Twitter il titolare di via XX Settembre riferendosi a un futuro ‘duello’ televisivo.
Matteo Salvini lo aveva criticato durante la trasmissione televisiva di Lucia Annunziata, definendo la proposta del governo ‘una balla spaziale’: «In questo modo — scrive Gualtieri in un secondo tweet allegando le foto della norma — il bonus aumenta e consentiamo di coprire le spese per l’asilo nido al 90% della popolazione Isee».
La manovra 2016 aveva già introdotto un bonus di 1000 euro a figlio per gli asili nido; quella del 2018 aveva innalzato la quota a 1500 euro per i nati tra il 2019 e il 2021. Nella legge si rende permanente il bonus da 1500 euro per famiglie con Isee da 40mila euro in su e si aumenta il bonus fino a 3000 euro per famiglie con Isee fino a 25mila euro. Infine per chi ha un Isee tra 25mila e 40mila euro il contributo sarà invece di 2500 euro.
(da agenzie)
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Dicembre 8th, 2019 Riccardo Fucile
I FINANZIAMENTI AL PARTITO DA PARTE DI LOBBY, PALAZZINARI ROMANI INDAGATI E I FAVORI DELLA FONDAZIONE DI ALLEANZA NAZIONALE
L’Espresso pubblica oggi un’inchiesta su Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia e i soldi al partito.
L’articolo di Federico Marconi e Giovanni Tizian racconta i finanziatori partendo dal 12 novembre e dalla cena di gala a inviti dell’European Conservatives and Reformists, di cui fanno parte i cinque deputati di Fratelli d’Italia eletti alle elezioni di maggio.
Tra gli invitati troviamo rappresentanti di multinazionali e società che hanno versato contributi sostanziosi negli ultimi anni ai conservatori.
Per esempio At&T, il colosso texano delle telecomunicazioni quotato in Borsa, che ha donato 12mila euro nel 2017 e 13.230 euro l’anno successivo.
Il capo di At&T, Randall Stephenson, risulta tra i maggiori finanziatori dei repubblicani americani. In sintonia con Paul Singer, padre del fondo Elliot Management che ha investito oltre 3 miliardi proprio in AT&T e che negli anni è stato molto generoso con il partito di Trump.
La corporation era presente alla cena del 12 novembre con Alberto Zilio, direttore degli affari pubblici in Europa e lobbista di At&T.
Giorgia Meloni, grazie a Raffaele Fitto, è salita sul cavallo giusto. Anche perchè è d’oro: nel 2017 il gruppo Ecr ha incassato 1,44 milioni sovvenzioni dal Parlamento. Che, stando ai dati ufficiali dell’Autorità che si occupa di monitorare questi flussi, potrebbe versare altri 7 milioni per gli anni 2018 e 2019.
Ecr si piazza così tra il terzo e quarto posto per soldi pubblici ricevuti. E lo strapotere dei burocrati dell’Unione? In questo caso nulla da eccepire.
Il racconto elenca gli altri finanziamenti a Fratelli d’Italia. Ad esempio il 9 maggio 2018, due mesi dopo le elezioni politiche, il partito ha ricevuto un bonifico di 70mila euro dall’Associazione Cacciatori Veneti.
Ma a fare la parte del leone sono i palazzinari romani: Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia hanno ricevuto dai più noti costruttori romani circa 180 mila euro di donazioni.
«Si tratta di erogazioni liberali da parte di società che non avevano alcuna criticità giudiziaria da noi conosciuta», è la risposta del partito ricevuta dall’Espresso.
Negli elenchi ufficiali ci sono tutti: Angiola Armellini, immobiliarista già indagata, nel 2014, per una maxi evasione fiscale, con 20 mila euro, versati tramite quattro società nel 2016 quando cioè era nota la sua disavventura giudiziaria; Sergio Scarpellini, palazzinaro deceduto l’anno scorso, coinvolto nello scandalo della casa dell’ex braccio destro di Virginia Raggi, Raffaele Marra ; i costruttori Santarelli; un’azienda del gruppo Mezzaroma; le imprese del gruppo Navarra, attivissime negli appalti pubblici che hanno versato 25 mila euro; infine l’immancabile Luca Parnasi, l’imprenditore del mattone che voleva realizzare il nuovo stadio della Roma, poi travolto da un’inchiesta giudiziaria per corruzione e per finanziamento illecito.
Oltrechè a fondazioni e associazioni legate a Pd e Lega, ha donato anche a Fratelli d’Italia, sezione Roma-Lazio, che ha percepito 50 mila euro dalla stessa società , l’Immobiliare Pentapigna, con cui Parnasi ha foraggiato Carroccio e Dem.
Poi ci sono le fondazioni più legate al partito. Una è la Fondazione Alleanza Nazionale, che nasce nel 2012 per tutelare il patrimonio, ideale e immobiliare, dell’ex Msi.
Nel patrimonio immobiliare degli ex missini figura l’appartamento di via della Scrofa, 39, a due passi da Camera e Senato, dove Fratelli d’Italia ha da poco trasferito il suo quartier generale. Un altro indirizzo denso di storia: sede del Msi di Almirante e poi di Alleanza Nazionale con Gianfranco Fini.
Poi c’è un altro luogo identitario dell’ex Msi, in via Ottaviano, 9. A pochi passi da lì nel 1975 è stato ucciso lo studente greco Mikis Mantakas e per questo ha avuto sempre una centralità nella topografia della destra romana. Dopo lo scioglimento di An era stata occupata dal Movimento Sociale Europeo fino a quando, nel 2015 non è stato minacciato lo sfratto. Fu forte la mobilitazione di tutti i camerati romani per evitare che la sede si trasformasse in un locale commerciale.
Interviene allora la Fondazione An, che a inizio luglio 2018 compra l’immobile da Pasquale ed Eleonora Romualdi. Un ottimo affare. Per 174 metri quadrati a pochi passi da San Pietro, gli ex missini hanno speso solo 50 mila euro: 288 euro al metro quadro in una zona in cui anche per un box le quotazioni sono assai più alte.
Nella lista delle fondazioni d’area c’è poi la Giuseppe Tatarella. A capo Francesco Giubilei, ’92, fondatore di Nazione Futura. Organizza eventi in giro per l’Italia, a cui partecipa anche l’uomo di Steve Bannon, Benjamin Harnwell.
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 8th, 2019 Riccardo Fucile
“QUESTA E’ MANCANZA DI DECORO”: UNO SPACCATO SULL’IGNORANZA DI CHI APPONE UNA FIRMA SENZA SAPERE NEANCHE COSA FIRMA, SIAMO ALLA CIRCONVENZIONE DI INCAPACE
Non sanno di cosa parlano. Ma proprio zero. Eppure firmano perchè firmare significa stare dalla parte di Salvini.
Cosa sia il Mes lo ignorano. Confusamente qualcuno balbetta che è qualcosa che riguarda l’Europa
Ma non hanno alcuno strumento culturale o di conoscenza per poter valutare. Del resto come funzioni il Mes non lo sa esattamente nemmeno Salvini, figurarsi la gente che accorre.
La petizione contro il Mes è indecente, perchè si chiede alla gente di protestare contro qualcosa che non si conosce a parte gli slogan e quello che il ministro dell’Economia Gualtieri ha definito una campagna terroristica, come dire che con il Mes i risparmi degli italiani andranno alle banche tedesche.
Carlo Calenda ha messo un rete un video di Askanews ed è sbottato: “il punto è questo, altro che fascismo. È la assoluta mancanza di decoro e rispetto per se stessi che questi cittadini dimostrano firmando qualcosa che non comprendono”.
È il sovranismo populista o plebiscitario che dir si voglia: chiedere sostegno al ‘popolo’ non sulla base della conoscenza e del raziocinio ma sulla base delle paure, dell’ignoranza e della pancia.
Le immagini sono chiarissime nella loro tragicità
(da agenzie)
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Dicembre 8th, 2019 Riccardo Fucile
LO STUDIO DEL SOLE 24 ORE SULLA BASE DEI DATI DEL MINISTERO: CARENZE DI COMPETENZE, DA ANNI DISOCCUPATI E CON BASSI LIVELLI SCOLASTICI E DI PROFESSIONALITA’… IN PRATICA NON POSSONO ASPIRARE A UN LAVORO MA SOLO AD ASSISTENZA
Solo 50mila dei 200mila percettori del reddito di cittadinanza finora testati è occupabile attualmente. Ovvero il 25% del totale.
La stima è del Sole 24 Ore, che oggi spiega come dei 704mila percettori del reddito di cittadinanza considerati lo scorso settembre “occupabili” da Anpal, Inps e ministero del Lavoro finora oltre 200mila sono stati convocati dai centri per l’impiego.
Ma da questo primo screening condotto dagli operatori sul campo è emerso che la platea di soggetti che effettivamente possono aspirare ad un posto di lavoro è di gran lunga inferiore alle stime iniziali, e soprattutto il “campione” presenta forti carenze di competenze e in diversi casi è da indirizzare verso le politiche sociali (più che verso una nuova occupazione).
Spiegano Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci:
Sui primi 200mila beneficiari del sussidio entrati in contatto con le strutture pubbliche, nelle regioni del Nord, come Veneto e Lombardia, la quota di disoccupati che può realmente aspirare a un posto di lavoro è stimata, in media, del 30-35%; una percentuale leggermente più bassa si registra al Centro, ad esempio, nel Lazio (30% circa).
«La gran parte delle persone prese in carico dai centri per l’impiego sono da anni disoccupate o con livelli di professionalità basse — spiega l’assessore al lavoro della Regione Lazio, Claudio Di Berardino -. Per essere riconnessi con il mondo produttivo, dovranno seguire percorsi formativi che, per essere efficaci, devono guardare alle esigenze effettive delle imprese presenti sul territorio».
Mentre al Sud in regioni come la Campania e la Sicilia ancora non si fanno stime, ma si confermano grandi difficoltà per carenza di competenze e livelli scolastici al di sotto delle richieste del mercato del lavoro, che fanno presagire performance più basse del Centro-Nord; nodi che complicano la ricerca di un impiego che, in città come Palermo, è considerata dagli stessi tecnici «difficile, se non impossibile».
Proiettando, quindi, su tutt’Italia, queste primissime stime, su 200mila soggetti profilati circa 50mila sarebbero quelli oggi realmente “occupabili”.
Le profilazioni finora condotte mettono in luce come gli operatori dei Cpi e i circa 3mila navigator si siano trovati di fronte, in larghissima parte, disoccupati di lunga durata, persone di età avanzata e con carriere lavorative saltuarie o discontinue, e spesso con problemi che rendono questi soggetti più indirizzabili verso forme di sostegno all’inclusione sociale:
Il risultato è che in alcune regioni del Centro-Nord, dopo il contatto con gli esperti del centro per l’impiego, si è individuato un buon 15-20% della prima platea di cosiddetti “occupabili” che dovrà essere invece indirizzata verso le politiche sociali.
Un’altra fetta, più o meno consistente dei primi “occupabili”, è poi stata esclusa o esonerata dalle attività di ricerca attiva di un lavoro (ad esempio perchè disabile, giovane alle prese con corsi di studio, o persone già occupate).
In questa ottica non stupisce che siano appena 18mila i contratti sottoscritti da parte dei percettori del reddito di cittadinanza tra aprile e il 21 ottobre.
Si è trattato in due terzi dei casi di assunzioni con un contratto a tempo determinato. Quasi il 18%, poi, ha sottoscritto un contratto a tempo indeterminato, seguono apprendistato (3,5%) e tirocinio (2,9%).
Oltre il 41% degli inserimenti ha meno di 35 anni e più del 90% ha trovato un impiego entro sei mesi dalla presentazione della domanda.
Tutti questi soggetti, però, hanno trovato un impiego senza utilizzare il percorso di attivazioni disegnato dal reddito di cittadinanza, ovvero in mancanza di una rete informatica unitaria in grado di collegare la banca dati centrale di Anpal con le 19 regionali per spingere le imprese a pubblicare le vacancies da incrociare con i curricula dei percettori del sussidio.
Nella gran parte dei casi, inoltre, non hanno avuto il supporto dei navigator, entrati nei Cpi solo da settembre.
(da “NextQuotidiano“)
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Dicembre 8th, 2019 Riccardo Fucile
SARDINE CHOC: DISPOSTO A VOTARLE IL 27% DEGLI ELETTORI, MENTRE il 42% DEGLI ITALIANI E’ D’ACCORDO CON LORO CON PUNTE ALTISSIME TRA GLI UNDER 34… E SONO VISTI CON INTERESSE ANCHE DAGLI ELETTORI DI DESTRA ANTI-SOVRANISTI
Il sondaggio di Demos & PI illustrato oggi su Repubblica da Ilvo Diamanti dice che la Lega è sotto il 30% mentre le Sardine registrano un boom tra i giovani anche di altri partiti.
Il Carroccio è stimato al 29,5% mentre il Partito Democratico è al 18,7% e il Movimento 5 Stelle al 18,1%; Fratelli d’Italia all’11,3% mentre Forza Italia è al 6,5% e Italia Viva al 3,5%, molto lontana dal 10% messo come obiettivo da Matteo Renzi qualche tempo fa.
Ma la rilevazione di Diamanti sonda anche il consenso in crescita delle Sardine, che rivelano una domanda e un “vuoto” di rappresentanza di proporzioni ampie. Soprattutto fra i giovani e i giovani-adulti. I settori socio-demografici dimostrano che il coinvolgimento più elevato.
Il 4% della popolazione, infatti, afferma di aver partecipato alle manifestazioni delle Sardine. Ma questa componente sale fra i più giovani (fino a 24 anni) e raddoppia fra i giovani-adulti (fino a 34).
È interessante osservare come vi sia un’area molto più ampia, superiore al 40%, che si dice favorevole a queste mobilitazioni.
Ma, soprattutto, un quarto della popolazione intervistata sostiene che, se le Sardine “scendessero in campo”, prenderebbero in seria considerazione la possibilità di votare per loro. Un’ipotesi, per ora, poco plausibile. Ma significativa, per le indicazioni che suggerisce. Raccoglie, anche in questo caso, i livelli più rilevanti fra i più giovani.
Ma è importante l’orientamento politico. Favorevole alle Sardine soprattutto fra gli elettori di Centro-Sinistra. Tuttavia, l’eventuale presenza elettorale delle Sardine interessa anche la base di FI. Alla ricerca di uno spazio, di fronte al declino del Capo e fondatore. Non solo: le sardine pescano anche tra gli astenuti di destra che non voterebbero mai Salvini
Invece, gli elettori del M5s appaiono lontani, nonostante le Sardine interpretino una parte simile a quella del M5s delle origini. Attori del disagio democratico di fronte al declino dei partiti e della politica. Ma forse l’ostilità degli elettori del M5s si spiega proprio così. Perchè le Sardine denunciano la distanza, rispetto al Movimento delle origini. Ma se si spostassero con il tempo anche loro verso le sardine il quadro politico verrebbe terremotato.
(da agenzie)
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Dicembre 8th, 2019 Riccardo Fucile
PSICODRAMMA NEL M5S, CHI PLAUDE E CHI LA INSULTA, MA IN MOLTI SCEGLIERANNO IL VOTO DISGIUNTO… “SE VINCE LA LEGA TUTTE LE NOSTRE BATTAGLIE VERRANNO CANCELLATE”
«Molti hanno apprezzato la mia schiettezza, altri mi hanno offesa o detto di stare zitta» ha raccontato. Lei si chiama Raffaella Sensoli, è una consigliera regionale uscente del M5s in Emilia-Romagna ed è stata bersagliata di insulti dopo aver annunciato che voterà il candidato di centrosinistra Stefano Bonaccini, oltre che la lista del suo Movimento alle prossime Regionali del 26 gennaio.
Insomma applicherà il voto disgiunto, dopo che lo stesso Bonaccini ieri dal palco di Bologna ha lanciato un appello ai grillini emiliano-romagnoli per un sostegno almeno su di sè.
«Di fronte al pericolo di un’avanzata dei sovranisti in Emilia-Romagna non bisogna tacere» ha raccontato al Corriere.
«Se vincesse la Lega molte delle nostre battaglie verrebbero azzerate, dalla viabilità all’ecologia, ma credo ritirerebbero anche la legge contro l’omotransfobia, che abbiamo votato con il Pd. Non possiamo permettercelo» ha aggiunto.
Una consigliera che non teme di essere espulsa dal M5s, che non si ricandiderà ma che, nonostante tutto, rimane fedele a Beppe Grillo: «Credo che bisogna ascoltare davvero le sue parole. Non siamo gli stessi di 10 anni fa, dobbiamo ragionare e votare con la testa, non con la pancia».
Il suo obiettivo, adesso, è «tutelare l’Emilia Romagna» e l’unico modo possibile è votare Bonaccini presidente pur assicurando «una rappresentanza in Regione del M5s». «Noi siamo fuori dai giochi per la presidenza, è inutile illudersi» ha detto.
Lo stesso Stefano Bonaccini, da piazza Maggiore a Bologna, ha lanciato un messaggio forte e chiaro ai grillini: «Non era meglio confrontarsi sui programmi anzichè un isolamento che rischia di rendervi irrilevanti? Davvero noi e i sovranisti siamo uguali? Sarà la stessa cosa se sarò presidente io o la Borgonzoni?».
E infine ha aperto al voto disgiunto: «Chiederemo a tutti gli elettori, anche chi ha votato Lega, di riflettere e scegliere con attenzione. Con una croce si vota una lista, però ci sono due progetti di Regione e due candidati presidenti, si può scegliere».
(da agenzie)
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Dicembre 8th, 2019 Riccardo Fucile
LE SARDINE STANNO MOTIVANDO ANCHE ASTENUTI ED ELETTORI GRILLINI E PERSINO DI DESTRA A FERMARE I SOVRANISTI CON IL VOTO DISGIUNTO
Repubblica oggi racconta le 10mila persone a piazza Maggiore per l’ufficializzazione della candidatura di Stefano Bonaccini in Emilia Romagna e spiega che i sondaggi sul voto danno ancora in vantaggio il governatore in carica
«Mi avevano sconsigliato di fare questa manifestazione e invece ne è valsa la pena. Questa è una piazza straordinaria» dice il governatore sul palco.
Il Pd sta dietro i riflettori, mentre il governatore spinge sull’acceleratore e stacca la rivale Lucia Borgonzoni.
Questo dicono le tendenze degli ultimi sondaggi sulla delicatissima partita emiliano romagnola, “linea del Piave” anche per il governo.
L’effetto-sardine, che colma le piazze aiuta il governatore. Bonaccini è in vantaggio nelle ultime rilevazioni, al 45,4% contro il 40,6% della leghista Borgonzoni, secondo Izy, che ha testato la partita cinque giorni fa.
Ma soprattutto il suo trend risulta in crescita, perchè le piazze piene emiliano romagnole creano un’onda positiva. Convincono a entrare in campo per fermare la Lega anche astenuti, 5 stelle, elettori di sinistra radicale, e persino qualche moderato di Forza Italia. Tutta gente che in altre circostanze ci avrebbe pensato due volte a votare un candidato dem, e che invece stavolta potrebbe farlo.
Non a caso due ieri in piazza c’era anche Mattia Santori e Andrea Gareffa, i due fondatori delle sardine bolognesi. Nessun commento, ma il dialogo con Bonaccini è aperto: «Le sardine non cercano posti ma risposte. Proveremo a dargliele» dice il governatore .
La partita resta comunque non semplice. Se Bonaccini avanza nel voto sul presidente, nei voti di lista il centrodestra resta solido, spesso davanti alla sinistra. Un’ombra che preoccupa, e che spinge Bonaccini a invocare dal palco «il voto disgiunto»
Un’ombra però che non offusca l’immagine di piazza Maggiore ricolma.
(da “NextQuotidiano”)
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Dicembre 8th, 2019 Riccardo Fucile
ANCHE LA FESTA DELL’IMMACOLATA SFRUTTATA PER BASSI INTERESSI POLITICI…”LA MADONNA SI STA VERGOGNANDO PER TE, BASTA, CI HAI STANCATO”
Ancora una volta l’uso sfacciato della religione non per promuovere amore e accoglienza ma per alzare steccati e usare il credo come un corpo contundente nell’immaginario derby tra identità e globalismo.
Ma anche questa volta i social sono una caporetto per Capitan Nutella e il suo sfrontato esibizionismo da pseudo-cristiano.
Che ha detto Salvini?
“C’è chi se ne vergogna, c’è chi addirittura ne insulta l’immagine, offendendo non solo i credenti ma la memoria collettiva e la sensibilità profonda di tutti gli Italiani. Buona Festa dell’Immacolata, con un augurio affettuoso per Voi e tutti i Vostri cari.
Uno tsunami di critiche si è abbattuto sul Capitone
Sai cosa mi sembra di percepire? Che la gente per bene, quella che lavora, quella che chiede pace per se stesso, per i propri figli e gli altri, quella che tiene alle tradizioni e alla fede cristiana, inizia ad essere stanca di te”
“Caro Matteo ..io voglio sperare che questi post ( Madonne,Rosari,Nutella Wings, gattini, presepi ,foto col mitra ecc.) siano il prodotto di qualche idiota che dovresti rimuovere dal tuo staff. Secondo me queste cose servono solo ad alimentare inutili polemiche”
“Aspettateeeeeeee!!! Non scappateeeeee!!! E niente felpino, c’ho provato a fermare gli ultimi 2 neuroni ma hanno detto che non ne potevano più di stare dentro quel cesso che tieni sul collo.”
“La prima a vergognarsene è lei, la Madonna si dissocia dell’uso strumentale che ne fai”
“Lei dovrebbe VERGOGNARSI per la sfacciataggine con cui usa immagini religiose per i propri scopi propagandistici.”
“Salvini si vergogni, come si permette a fare gli auguri usando l’immagine di Maria??”
“Se siete cattolici perchè fate differenza tra bambini Italia e bambini non italiani alcuni sindaci leghisti non mi sembrano così tanto cattolici o forse non sanno quale il comportamento che deve avere uno che si professa cattolico.”
“Ma non bastava iniziare da Buona festa???…..ma sempre critiche o polemiche? E rilassati che il mondo è vario.L’importante è non fare del male a nessuno.Conosco gente sempre in chiesa poi……e comunque la religione non è un comizio elettorale.È cosa privata”
“La religione è un fatto puramente personale. Usarla a fini politici è la peggiore delle meschinità . #ImmacolataConcezione”
(da agenzie)
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