Dicembre 26th, 2019 Riccardo Fucile
LE ASSOCIAZIONI: “LO DENUNCIAMO PER DIFFAMAZIONE, LA MELONI PRENDA LE DISTANZE”
Un post sessista e di cattivo gusto pone sotto i riflettori un esponente di Fratelli d’Italia.
Nel giorno di Natale Sergio Berlato di Fdi, consigliere regionale in Veneto e futuro europarlamentare (entrerà in carica dopo la fuoriuscita della Gran Bretagna per la Brexit), ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una vignetta volgare dedicata “a tutte le signorine animaliste e vegane” che lo hanno criticato per il fatto di essere un “appassionato cacciatore”.
Berlato, infatti, è stato eletto a luglio scorso presidente dell’Associazione dei cacciatori veneti.
La vignetta ha scatenato una pioggia di critiche e commenti negativi oltre che le ire degli animalisti, al punto che Rinaldo Sidoli, portavoce di Alleanza Popolare Ecologista (Ape), annuncia che domani mattina presenterà “un esposto alla procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma per il reato di diffamazione, che potrà essere sottoscritto da tutte le donne che si sono sentite offese e diffamate”.
Sidoli fa un appello alla leader di Fdi Giorgia Meloni: “Ci auguriamo che nelle prossime ore arrivino delle scuse da Fratelli d’Italia. Nell’attesa ci appelliamo a Giorgia Meloni perchè prenda le distanze da certe affermazioni denigratorie verso l’impegno di volontarie a difesa degli animali. Simili volgarità non dovrebbero appartenere al linguaggio di un rappresentato dello Stato. In quelle poche parole vi è racchiuso un razzismo viscerale contro tutto il genere femminile, costretto, indipendentemente da ciò di cui si occupa, a dover rendere conto della propria vita sessuale. Una ironia che scade nel triviale per noi è inaccettabile”.
(da “La Repubblica”)
argomento: Fratelli d'Italia | Commenta »
Dicembre 26th, 2019 Riccardo Fucile
LA VERA SINTONIA DELLE SARDINE NON E’ CON LA SINISTRA MA CON IL MONDO DEL VOLONTARIATO CATTOLICO… I RAGAZZI DELLE PIAZZE HANNO TROVATO UN ALLEATO SORPRENDENTE CON CUI PROGRAMMANO LE PROSSIME MOSSE
Sardine benedette: per sintonia, molto prima che per strategia.
Da Sant’Egidio alla Cei, Sardine che si appoggiano alle parrocchie, hanno avuto contatti con il cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, e stretto relazioni con la Comunità fondata da Andrea Riccardi, già prima che tutto cominciasse: anche quando Mattia, Andrea, Giulia, Roberto gli altri non si erano ancora ritrovati a piazza Maggiore, a sorpresa, in dodicimila, il 14 novembre, ecco anche allora quei fili c’erano già
L’ultima conferma che c’è anche questo pezzo di realtà , alle spalle dei molti e variopinti mondi che sostengono e si ritrovano nel movimento delle Sardine arriva proprio di fronte alla basilica di San Giovanni, a Roma, nel bel mezzo del più importante tra i 130 flash mob organizzati in poco più di un mese dal gruppo di ragazzi che, di colpo, ha scippato a Matteo Salvini il monopolio della piazza.
Conferme fatte di dettagli. Come questo. All’imbrunire del 14 dicembre, nella piazza tappezzata di Sardine, avvicinandosi al camion da cui parlano gli oratori, l’unico politico eletto che è dato rintracciare tra le transenne è infatti il consigliere regionale del Lazio Paolo Ciani. Non certo una prima fila, latore però di un ambiente preciso, tutt’altro che secondario. Eletto nella maggioranza che sostiene il governatore (e segretario dem) Nicola Zingaretti, Ciani è una figura chiave della comunità di Sant’Egidio, creatura dell’ex ministro Andrea Riccardi. Fondatore nel 2018 di Demos (democrazia solidale) con Mario Giro, altro peso massimo di quell’universo, adesso Ciani è a piazza San Giovanni per accompagnare Pietro Bartolo, per trent’anni medico a Lampedusa e da giugno europarlamentare (sostenuto da Demos), a sua volta l’unico eletto ammesso – guarda caso – sul palco sardino, che in generale rifugge la commistione partitica.
Applauditissimo il suo intervento, dopo quello della presidente dell’Anpi Carla Nespoli, e prima di quelli – giusto per dare l’idea della vastità che si è voluta rappresentare – della presidente dell’Arcigay Molise Luce Visco, della collaboratrice di Sea Watch Giorgia Linardi.
L’attenzione all’accoglienza è uno dei punti in cui le sardine si sono esposte di più, chiedendo l’abolizione dei decreti sicurezza di Salvini.
(da “L’Espresso“)
argomento: radici e valori | Commenta »
Dicembre 26th, 2019 Riccardo Fucile
POI E’ STATO RILASCIATO MA LA POLIZIA HA SACCHEGGIATO I DOCUMENTI NELLA SEDE DEL PARTITO
Ennesimo fermo per l’attivista anti-Putin, a poche ore dal sequestro di un suo collaboratore costretto al servizio militare in Antartide
L’attivista Alexei Navalny, tra i più noti oppositori di Vladimir Putin, è stato arrestato ancora una volta dalla polizia russa, per essere rilasciato poco dopo.
L’arresto è avvenuto in diretta, mostrato dallo stesso Navalny su Twitter nel quartiere generale dell’attivista, sede della sua associazione. La sua portavoce, Kira Yarmysh, ha confermato il fermo, al quale l’attivista non ha opposto resistenza.
Assieme a Navalny ci sono i suoi avvocati, in attesa di conoscere le accuse che hanno portato all’arresto
Mentre Navalny è stato trattenuto dalla polizia, gli agenti hanno letteralmente saccheggiato la sede del Fondo anti-corruzione, portando via diversi documenti, come ha raccontato la portavoce dell’attivista che riporta anche di una riunione in corso del Consiglio di Stato convocata da Putin
Nelle ultime ore, Navalny aveva denunciato il sequestro di un suo collaboratore, Ruslam Shaveddinov, da parte dell’esercito russo che lo avrebbe portato in una base dell’Antartide
Navalny sostiene che il suo collaboratore fosse in possesso di tutti i documenti necessari per essere esentato dal servizio militare per ragioni di salute.
(da agenzie
argomento: denuncia | Commenta »
Dicembre 26th, 2019 Riccardo Fucile
L’ATTUALE PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE ANTIMAFIA E’ NOTO PER ESSERE CRITICO VERSO DI MAIO… SI ERA ANCHE BATTUTO PER SI’ AL PROCESSO A SALVINI SULLA DICIOTTI
Nicola Morra è stato indicato nei giorni scorsi come il probabile successore di Lorenzo Fioramonti, che ieri ha rassegnato le dimissioni e secondo i rumors sarebbe pronto a uscire dal MoVimento 5 Stelle insieme a una pattuglia di deputati e senatori per formare un gruppo a sostegno del governo Conte.
Nei totoministri degli scorsi mesi Morra, attuale presidente della Commissione Antimafia, laureato in filosofia e insegnante alle scuole superiori, era indicato in alternativa per la poltrona di viale Trastevere. Ora dovrebbe essere il suo momento.
Morra negli scorsi mesi è stato dipinto come leader interno al M5S anti-Di Maio ma non ha mai polemizzato apertamente con l’attuale proprietà grillina, anche se era tra i fautori del governo con il Partito Democratico.
Da presidente della Commissione Antimafia si era anche battuto per il sì al processo a Salvini sulla Diciotti, perdendo alla fine il voto “popolare”.
(da agenzie)
argomento: governo | Commenta »
Dicembre 26th, 2019 Riccardo Fucile
DA TEMPO NON CONDIVIDE LA LINEA DI DI MAIO E SI RITIENE PIU’ VICINO AL PREMIER CONTE… PROBABILE CHE ESCA DAL M5S CON UNA DECINA DI DEPUTATI E FORMI UN GRUPPO AUTONOMO
Dopo averlo fatto sapere a tutti grazie alla presidenza del Consiglio, l’ex ministro della Pubblica Istruzione Lorenzo Fioramonti annuncia sulla sua pagina facebook di aver rassegnato le dimissioni già dal 23 dicembre scorso, confermando di aver deciso di dimettersi a causa dei fondi non stanziati dal governo:
“Non è stata una battaglia inutile e possiamo essere fieri di aver raggiunto risultati importanti: lo stop ai tagli, la rivalutazione degli stipendi degli insegnanti (insufficiente ma importante), la copertura delle borse di studio per tutti gli idonei, un approccio efficiente e partecipato per l’edilizia scolastica, il sostegno ad alcuni enti di ricerca che rischiavano di chiudere e, infine, l’introduzione dell’educazione allo sviluppo sostenibile in tutte le scuole (la prima nazione al mondo a farlo).
La verità , però, è che sarebbe servito più coraggio da parte del Governo per garantire quella “linea di galleggiamento” finanziaria di cui ho sempre parlato, soprattutto in un ambito così cruciale come l’università e la ricerca. Si tratta del vero motore del Paese, che costruisce il futuro di tutti noi. Pare che le risorse non si trovino mai quando si tratta della scuola e della ricerca, eppure si recuperano centinaia di milioni di euro in poche ore da destinare ad altre finalità quando c’è la volontà politica.
Alcuni mi hanno criticato per non aver rimesso il mio mandato prima, visto che le risorse era improbabile che si trovassero. Ma io ho sempre chiarito che avrei lottato per ogni euro in più fino all’ultimo, tirando le somme solo dopo l’approvazione della Legge di Bilancio. Ora forse mi criticheranno perchè, in coerenza con quanto promesso, ho avuto l’ardire di mantenere la parola.
Le dimissioni sono una scelta individuale, eppure vorrei che — sgomberato il campo dalla mia persona — non si perdesse l’occasione per riflettere sull’importanza della funzione che riconsegno nelle mani del Governo. Un Governo che può fare ancora molto e bene per il Paese se riuscirà a trovare il coraggio di cui abbiamo bisogno.
Il tema non è mai stato “accontentare” le mie richieste, ma decidere che Paese vogliamo diventare, perchè è nella scuola — su questo non vi è alcun dubbio — che si crea quello che saremo.”
E chiude con una promessa che sa di minaccia
“Il mio impegno per la scuola e per le giovani generazioni non si ferma qui, ma continuerà — ancora più forte — come parlamentare della Repubblica Italiana”.
Al suo posto è pronto ad andare Nicola Morra, mentre vedremo presto se è vero che Fioramonti si muove per creare un raggruppamento di parlamentari che vuole uscire dal MoVimento 5 Stelle per formare un altro piccolo gruppo o partitino che andrà ad appoggiare il governo Conte senza però rimanere sotto l’egida di Di Maio.
Questo si raccontava nei giorni precedenti e questo sarebbe l’obiettivo a cui tende l’ormai ex ministro, che alcuni indicavano anche come possibile successore del M5S al posto di Di Maio in caso di addio.
(da agenzie)
argomento: governo | Commenta »
Dicembre 26th, 2019 Riccardo Fucile
LA DISSONANZA CON IL M5S PARTE DA LONTANO… PROSSIMO PASSO UN GRUPPO PRO-CONTE ALLA CAMERA
Il disamoramento di Lorenzo Fioramonti parte da lontano. Forse prima ancora della sua nomina a ministro dell’Istruzione. E culmina oggi con una lettera ai suoi fan su facebook nella quale assicura che continuerà a battagliare sulle tematiche delle scuola anche da deputato semplice della Repubblica.
In sostanza, anche senza la casacca del Movimento che gli ha consentito di farsi eleggere e di varcare l’ingresso di Montecitorio.
A tutti infatti era apparso quanto meno fuori luogo comunicare prima ancora di giurare da titolare del dicastero di viale Trastevere, con una serie di interviste ai principali quotidiani, che si sarebbe dimesso nel caso non avesse ottenuto tre miliardi di fondi per la scuola.
“Ma come ha potuto fare, in quel contesto, con un governo appena nato?”, si domandano oggi con insistenza i suoi detrattori dentro a un gruppo parlamentare, quello dei cinquestelle, le cui chat ribollono.
Ecco, Fioramonti, romano, classe ’77, una laurea in filosofia con tanto di dottorato, una cattedra in economia politica all’Università di Pretoria in Sud Africa, ha sempre tenuto un atteggiamento all’interno del Movimento da battitore libero, con posizioni dissonanti dal mainstream di Di Maio e company, al punto che qualcuno lo aveva ipotizzato leader alternativo al capopolitico dei cinquestelle.
Già , i cinquestelle. Nella war room dei grillini se l’aspettavano che sarebbe finita così. “Era un’operazione studiata a tavolino, mirata a crearsi un personaggio”, è l’accusa che gli rivolgono gli ex compagni nel giorno di Santa Stefano.
Pian piano, dichiarazione dopo dichiarazione, Fioramonti si è sempre più allontanato dalle istanze pentastellate. Con alcune uscite che hanno fatto traballare l’esecutivo, leggi alla voce sugar tax. Oppure sottolineando con forza gli errori sul caso Diciotti, sulla legittima difesa, sui famosi decreti sicurezza Salvini. Soltanto venti giorni fa, nel bel mezzo della bufera sulla manovra di bilancio, in un’intervista a Vittorio Zincone sul settimanale “Sette” del Corriere della Sera, Fioramonti aveva attaccato nientepopodimeno che Casaleggio e la società : “Mi chiedo — dice – che relazione c’è tra noi e un’azienda privata che non si capisce a quale titolo gestisce parte delle nostre risorse e che si inserisce nell’agenda politica?”.
E ancora: “Va benissimo un server provider che ci fa il sito web, ma questa situazione dimostra che il problema più che la leadership, è l’organizzazione del Movimento”. Tutti erano rimasti basiti, ma tutti non avevano proferito verbo. Perchè l’esecutivo stava attraversando una fase non facile ed era preferibile non alimentare polemiche.
Ora, dopo aver fatto il viceministro dell’esecutivo gialloverde e il ministro del governo giallorosso, Fioramonti si prepara ad uscire dal Movimento.
D’altro canto, basta leggere il suo post su Facebook e accorgersi che il percorso politico dell’ex ministro dell’Istruzione non si fermerà oggi. Lui infatti la mette così: “Il mio impegno per la scuola e per le giovani generazioni non si ferma qui, ma continuerà – ancora più forte – come parlamentare della Repubblica Italiana”.
Fonti qualificate raccontano che starebbe lavorando a un partito ecologista italiano. Sul modello dei verdi di Germania che veleggiano in doppia cifra. Non a caso prima di strappare ripeteva ad amici e fedelissimi: “Fino all’ultimo cercherò di portare avanti i contenuti del Movimento, che nacque progressista e ambientalista”.
Il primo passo sarà quasi certamente un gruppo parlamentare a Montecitorio, che voterà a favore del governo, e che vedrà al suo interno altri cinquestelle. Fra gli altri, dieci in totale, Rachele Silvestri, Andrea Vallascas, Massimiliano De Toma. Quest’ultimo viene considerato l’amico di Fioramonti.
“Quando Lorenzo si presenta a Montecitorio parla solo con De Toma”, confessa un deputato. E poi ancora potrebbero cedere alle sirene di Fioramonti Mara Lapia, Paolo Giuliodori, Felice Mariani, Roberto Rossini, Paolo Lattanzio, Nadia Aprile e Roberto Cataldi. Tutti indiziati speciali anche se ancora non si ha la certezza.
E se su queste potenziali uscite la cabina di regia di Di Maio e company minimizza, “non ci sono prime linee”, allo stesso tempo c’è chi prova a gettare veleno. Il sospetto è che dietro a questa fuga in avanti di questo professore che si vanta di possedere una casa tutta ecosostenibile si nasconda la questione rendicontazione.
L’accusa suona più o meno così: “Fioramonti lascia il ministero e il gruppo perchè i suoi rimborsi sono fermi al 2018, Restituisca prima i 70 mila euro e ne parliamo”.
In effetti, spulciando nel sito tirendiconto.it, ci si accorge che Fioramonti non versa i rimborsi dal dicembre dello scorso anno. Assieme a lui anche diversi fra gli indiziati del nuovo gruppo ecologista non avrebbero versato le quote dovute nel 2019. Non è dato sapere se sarà un caso. Certo è che si tratta di un’altra scossa che investe il M5S.
(da “Huffingtonpost”)
argomento: governo | Commenta »