Settembre 23rd, 2020 Riccardo Fucile
“SIAMO ANCORA AMICI, ALMENO CREDO”: TOTI E I MUSI LUNGHI DI SALVINI DOPO LE ELEZIONI
Un capitano (quasi) senza fascia. Dopo l’affondo di Luca Zaia — «io governo, non vado in giro a
fare comizi» — nel centrodestra è partita la corsa alla delegittimazione del leader designato (in base al successo elettorale). Ma ora quella posizione da deus ex machina inizia a traballare, come dimostra la dichiarazione di Giovanni Toti contro Salvini e sul futuro della coalizione. Il Presidente della Regione Liguria, appena rieletto, non fa sconti al segretario della Lega e ne condanna l’atteggiamento politico.
Salvini è ancora il leader del centrodestra?
«Per essere il capo, servono due cose. I numeri e la capacità di gestire la coalizione. I primi ci sono, la seconda per ora no. Matteo potrebbe essere l’architetto del centrodestra, ma al momento non mi risulta che abbia alcun progetto. Si concentra solo sulle sue battaglie, va per conto suo. Non ascolta chi gli vuole bene. E a forza di dare spallate, finisce per rimediare una lussazione dopo l’altra»
In Liguria Toti ha cannibalizzato la Lega?
«Analisi sbagliata. Questo è anche un suo successo, non solo della mia lista o di Fratelli d’Italia. Un candidato premier come Matteo deve avere a cuore i numeri della coalizione, non solo quelli del suo partito. Deve intestarsi le vittorie, come faceva molto bene Berlusconi, e non gioire solo per un consigliere in più della Lega o un suo candidato al ballottaggio».
Non eravate amici?
«Lo siamo ancora, almeno credo. Ma da lui e dai suoi mi aspettavo sorrisi e brindisi, non i musi lunghi di questi giorni. Questa dovrebbe essere la differenza tra il segretario di un partito e il il leader di uno schieramento».
(da agenzie)
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Settembre 23rd, 2020 Riccardo Fucile
I CANDIDATI “SBAGLIATI” LI HA AVALLATI PURE LUI, COME GLI ALLEATI HANNO DETTO SI’ ALLA CECCARDI E ALLA BORGONZONI
Una stoccata, tra le righe. Matteo Salvini, nella sua intervista a Il Corriere dalle Sera, sottolinea come le mancate vittorie in Puglia (dove l’obiettivo sembrava essere più facilmente raggiungibile) e in Campania (dove, però, De Luca gode di un altissimo gradimento popolare) siano arrivate per una scelta strategica sbagliata da parte del Centrodestra.
E il mirino è sul nome dei due candidati scelti dalla coalizione (in un accordo siglato mesi fa che prevedeva un’alternanza tra i tre partiti sulle figure da far correre alla Regionali). Dunque, Salvini accusa alleati centrodestra per le scelte sbagliate
Tutto è partito da una frase: «Non commento gli errori degli altri, men che meno degli alleati». Parole che aprono la strada alla domanda successiva del giornalista de Il Corriere (Mauro Cremonesi) che sottolinea, dunque, come da questa sua dichiarazione ci sia, tra le righe, un j’accuse a Fratelli d’Italia e Forza Italia. Sono questi, infatti, ad aver proposto i nomi di Raffaele Fitto (in Puglia) e Stefano Caldoro (in Campania), come da accordi prestabiliti.
E la conferma arriva dalla risposta del leader della Lega: «Posso dire che in Puglia e in Campania non abbiamo intercettato la richiesta di cambiamento che veniva dai cittadini. E adesso dobbiamo guardare al futuro. Io proporrò alla coalizione di scegliere gente che viene dall’impresa e dalle professioni. Anche senza tessere di partito in tasca. L’alleanza si deve allargare». Insomma, parole che mostrano come le idee, ora, siano molto divergenti alla luce dei risultati in quelle due Regioni.
Eppure i nomi erano condivisi. L’accordo era stato ufficializzato il 22 giugno scorso, con la scelta dei nomi dei vari candidati alle Regionali. Un progetto che aveva la firma di tutti e non del singolo partito. Quindi Raffaele Fitto in Puglia e Stefano Caldoro in Campania li hanno voluti tutti e tre i partiti della coalizione. Eppure oggi, a denti stretti, Salvini accusa alleati Centrodestra.
(da agenzie)
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Settembre 23rd, 2020 Riccardo Fucile
“VI PORTEREMO ALTRI STRANIERI”
La Procura delle Federcalcio ha appena aperto un’inchiesta sulla vicenda dell’esame ‘farsa’
sostenuto dal calciatore Luis Suarez a Perugia per acquisire la cittadinanza italiana. Lo apprende l’Il capo della procura della Federcalcio, Giuseppe Chinè, ha chiesto anche gli atti dell’indagine della magistratura ordinaria di Perugia.
L’ipotesi potrebbe essere la violazione ai sensi dell’articolo 32 del codice della Figc che recita: ”È punibile chiunque provi direttamente o tenti di compiere o consenta che altri compiano atti volti a ottenere attestazioni o documenti di cittadinanza falsi o alterati per eludere le norme in materia di ingresso in Italia e di tesseramento di extracomunitari”.
Intanto l’ipotesi investigativa al vaglio della procura di Perugia è quella di corruzione. Reato del quale parlano oggi alcuni giornali. L’addebito sarebbe contestato in relazione alle presunte utilità per l’Ateneo. Non ricevute direttamente dai vertici ma in termini di ulteriori occasioni di lavoro per la Struttura, dopo l’esame di Suarez, riguardo alle certificazioni di conoscenza della lingua italiana necessarie per ottenere la cittadinanza italiana anche di giovani calciatori.
Secondo quanto viene ribadito dall’agenzia di stampa Ansa non sono attualmente coinvolti nell’indagine personaggi legati alla Juventus che tramite il suo staff si era rivolta all’Università per Stranieri per sapere se ci fosse la possibilità di far svolgere a Perugia l’esame all’attaccante uruguayano. Prova poi materialmente organizzata da Palazzo Gallenga. L’indagine appare comunque ancora nelle fasi iniziali.
Le telefonate tra il legale della Juve e il dg dell’università . “Vi porteremo altri stranieri”. È quanto detto dall’avvocatessa Maria Turco che lavora nello studio di Luigi Chiappero, da sempre legale del club bianconero, al dg dell’università per stranieri di Perugia, Simone Olivieri, finito sotto inchiesta per la presunta truffa dietro all’esame d’italiano sostenuto dal calciatore del Barcellona, Luis Suarez. Lo riporta un articolo pubblicato sul Corriere della sera. Tra i due sarebbero state intercettate tre telefonate. Insomma, un accordo con l’ateneo per far sostenere l’esame a tutti i giocatori stranieri che hanno bisogno della certificazione per ottenere la cittadinanza italiana.
È l’inizio di settembre quando un amico di Olivieri lo mette in contatto con l’avvocatessa Turco che lavora nello studio di Luigi Chiappero, da sempre legale della Juventus. Cominciano così una serie di telefonate per accordarsi sulle modalità di svolgimento dell’esame. I tempi sono stretti, c’è bisogno di fare in fretta ma soprattutto di avere la certezza che Suarez, nonostante non conosca l’italiano, ottenga il certificato. Vengono individuati i professori e si avvia una trattativa che – questo avrebbe assicurato Turco – avrebbe portato utilità anche all’ateneo. I due non immaginano evidentemente di essere intercettati e invece i finanzieri ascoltano in diretta le conversazioni.
L’avvocatessa, riporta sempre il Corriere della sera, spiega a Olivieri l’intenzione di “dirottare” sull’università per stranieri di Perugia tutti gli altri giocatori extracomunitari che avranno in futuro bisogno di sostenere l’esame di italiano per poter essere tesserati.
E così ottiene da Olivieri la certezza che si farà tutto il necessario per risolvere ogni problema legato a Suarez. Quanto basta ai magistrati per ipotizzare il reato di corruzione e delegare ulteriori verifiche. Si tratta infatti di una “utilità ” per l’ateneo, per questo la contropartita è stata contestata nell’informazione di garanzia al direttore generale. Adesso sarà lui a dover chiarire ogni passaggio, compresa la procedura d’urgenza che si è deciso di riservare al calciatore.
(da agenzie)
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Settembre 23rd, 2020 Riccardo Fucile
CI SONO ANCHE I DUE FRATELI TREDICINE
Diciotto misure cautelari (otto in carcere e dieci ai domiciliari) sono state seguite, su delega della procura, dai militari del Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza e dal personale della Polizia Locale di Roma Capitale nell’ambito dell’indagine sul cosiddetto racket delle autorizzazioni per il commercio su strada con il coinvolgimento di pubblici ufficiali, imprenditori e sindacalisti e sullo sfondo la famiglia dei Tredicine.
Infatti tra gli arrestati ci sono anche i due fratelli Tredicine, Dino (in carcere) e Mario (ai domiciliari).
I reati contestati, a vario titolo, sono quelli di associazione per delinquere, corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità , rivelazione del segreto d’ufficio, estorsione, abusiva attività finanziaria, usura e autoriciclaggio.
Gli investigatori, nel frattempo, hanno provveduto a eseguire un sequestro preventivo di disponibilità finanziarie per un milione di euro, pari ai profitti illeciti conseguiti da alcuni indagati.
(da agenzie)
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