Ottobre 25th, 2020 Riccardo Fucile
GUALTIERI: “NON SOLO INDENNIZZI MA ANCHE TRE MESI DI CREDITO DI IMPOSTA SUGLI AFFITTI, ELIMINAZIONE RATA IMU, CIG PER I DIPENDENTI E 1.000 EURO PER I COLLABORATORI”… TANTO SI LAMENTERANNO LO STESSO
Le aziende interessate dai ristori “sono molte, sono più di 300 mila, forse 350 mila, tutte le aziende ed esercizi pubblici che sono oggetto delle restrizioni introdotte dal Dpcm”.
Lo ha detto il ministro dell’economia Roberto Gualtieri al Tg1. “Sappiamo di chiedere un sacrificio importante e necessario a contenere il virus e quindi per tutti costoro ci saranno questi indennizzi che sono solo una parte delle misure – ha aggiunto – Poi avremo per tre mesi il credito di imposta sugli affitti, l’eliminazione della rata Imu e poi naturalmente la cig per i lavoratori e l’indennità di 1000 euro per i collaboratori”.
“Gli indennizzi arriveranno il più presto possibile, pensiamo che l’Agenzia delle entrate possa erogare questi contributi entro metà novembre, forse già l′11 novembre, perchè ci sarà lo stesso meccanismo già autorizzato con il vecchio fondo perduto”, ha agginto il ministro dell’Economica Roberto Gualtieri, parlando del cosiddetto decreto ristori. Quindi, chi ha già fatto domanda in passato “riceverà in automatico”, chi invece fa domanda per la prima volta dovrà aspettare un po’ di più, ma comunque riceverà l’indennizzo “entro l’anno”.
(da agenzie)
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Ottobre 25th, 2020 Riccardo Fucile
IL NUOVO DPCM NON E’ UN PASSO IN AVANTI MA UN ARRETRAMENTO TATTICO… NON ESISTE UN MODELLO ITALIA, SIAMO PENULTIMI PER TASSO DI LETALITA’, BATTUTI SOLO DAL MESSICO
Governare richiede una dose massiccia di realismo, quindi tutti quelli che contestano le misure adottate nelle ultime ore dall’esecutivo stentano poi a trovare uno schema di lavoro alternativo.
Diciamo dunque la verità una volta per tutte: non esiste un Modello Italia (siamo penultimi per tasso di letalità — cioè numero decessi su numero contagiati – nella classifica dei primi 20 paesi al mondo per totale positivi, battuti solo dal Messico , fonte Il Sole 24 Ore), siamo tra i paesi con peggiori previsioni di crollo del PIL su scala mondiale, conosceremo una escalation del debito pubblico che condizionerà i governi dei prossimi 30 anni almeno ed abbiamo sprecato l’occasione dell’estate per rafforzare in modo significativo il nostro sistema sanitario.
Detto ciò stanno male anche gli altri, almeno i nostri vicini (Spagna, Francia, Belgio e anche Germania e Gran Bretagna) quindi i problemi non sono solo nostri.
È però di tutta evidenza il fallimento totale del sistema di tracciamento impostato a livello nazionale, di cui è emblema la malinconica app IMMUNI che giace silenziosa (e quindi inutile) nei nostri telefonini mentre il passa parola ci informa di amici e conoscenti raggiunti dal virus.
In queste condizioni è quindi chiaro che il governo fa quello che può (e che deve) al punto in cui siamo giunti: carica ancora una volta sui comportamenti individuali (di cui alla lista dei divieti in procinto di scattare) il peso pressochè totale di tenere sotto controllo la pandemia.
Siccome però siamo a questo punto (e prima che vada in default l’intero SSN) è inutile sperare in altri strumenti: o non esistono o sono troppo aleatori e lenti nella loro efficacia.
Per quanto mi riguarda quindi non posso che condividere l’impostazione oggi data dal premier Conte, avendo però cura di chiarire che non si tratta affatto di un passo in avanti, bensì di un doloroso arretramento “tattico” resosi necessario dall’andamento generale del conflitto, andamento che ci vede in precipitosa ritirata dopo i fuochi fatui estivi.
Allo stato dunque chiudiamo tutto ciò che è socialità (dopo le 18.00), molto di ciò che è cultura (cinema, teatri), molto sul versante dello sport (palestre) e già un po’ della scuola, poichè si aumenta in modo significativo la quota di lezioni a distanza per i più grandi.
Lo facciamo sperando che basti, ma nel governo pochi si fanno illusioni su questo punto.
Nella sua comunicazione di oggi il premier ha cambiato tono (e ha fatto bene), perdendo molta della baldanza del passato.
Ha anche abbandonato gli orari sbagliati (ed ansiogeni) di questa primavera, parlando a metà giornata (spero faccia così di qui in avanti).
Per rendere però accettabile tutto ciò occorre da parte del governo un scatto poderoso e visibile, di cui per ora vi sono tracce modeste, contradditorie e, a volte, persino irritanti.
Occorre una fulminea iniezione di risorse economiche a tutte le categorie coinvolte, usando ogni strumento disponibile (compreso quello fiscale). A ciò si deve aggiungere uno sforzo visibile sul fronte sanitario, fatto di misure concrete.
Vorrei cioè vedere consultori medici nelle piazze, vorrei vedere camper diagnostici in giro per le strade, vorrei vedere un servizio di assistenza a domicilio di cui si parla da mesi ma che è tale solo sulla carta.
Poi c’è un tema più politico, ma non per questo meno importante La maggioranza è solida perchè inamovibile, ma politicamente è in stato comatoso. Va dunque rianimata e condotta ad elaborare un programma preciso (verso Bruxelles in primo luogo) per la restante parte della legislatura.
Anche perchè navigando a vista prima o poi si va a sbattere.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 25th, 2020 Riccardo Fucile
“OCCORRE UN PIANO DI SORVEGLIANZA CON TRACCIAMENTI MIRATI PER INTERROMPERE LE CATENE DI TRASMISSIONE, STRUMENTI INFORMATICI E RAFFORZAMENTO DELLA CAPACITA’ DI DIAGNOSI”… GLI ESEMPI DI COREA E TAIWAN
“Le misure messe in campo con il nuovo dpcm sono misure ad effetto temporaneo e non risolutive”. Lo afferma all’Ansa Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova.
Il punto, ha spiegato, è che “finchè non si elaborerà un piano per consolidare i risultati eventualmente derivanti da misure più restrittive, continueremo inevitabilmente in questa spirale di contagi”.
Secondo Crisanti bisognerebbe dunque “mettere in campo un piano di sorveglianza che, una volta che saremo riusciti ad abbassare i contagi attraverso misure più restrittive come tutti speriamo, riesca a mantenerli bassi e sotto controllo”.
Ci sono, ha sottolineato, “vari esempi di Paesi virtuosi che sono riusciti in questo obiettivo, da Taiwan alla Corea. Oltre alle misure illustrate oggi dal premier, bisognerebbe cioè adottare una strategia che finora in Italia non è stata mai messa in campo”. Si tratta di attuare un “vero piano di sorveglianza che preveda tracciamenti mirati per interrompere le catene di trasmissione, strumenti informatici efficaci e rafforzamento della capacità di diagnosi”
(da agenzie)
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Ottobre 25th, 2020 Riccardo Fucile
TRE MESI IN COMA FARMACOLOGICO E UN ALTRO IN TERAPIA INTENSIVA, POI LA RIABILITAZIONE
Andrea Delisio, 48enne vicino Parma, racconta a Fanpage.it la sua storia: ricoverato a marzo a causa del Covid-19, è stato per tre mesi in coma farmacologico e quattro, complessivamente, nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Maggiore.
Poi, fino al 29 settembre scorso, è ricominciata la sua vita grazie al percorso di riabilitazione in una struttura specializzata, per un totale di circa sei mesi costantemente in lotta contro il virus e le sue conseguenze.
“Sono vivo grazie ai medici, agli infermieri e a tutto il personale sanitario, che ha dimostrato professionalità , competenza e umanità eccezionali” dice Andrea, rivolgendo il suo messaggio speciale proprio a chi gli è stato vicino in tutti questi mesi. “Il virus esiste — aggiunge — : rispettiamo le regole, sono un investimento per il futuro”.
“I decessi sono un dato di fatto, così come le degenze come la mia di sei mesi: sono giorni rubati alla vita. Quindi seguiamo quelle quattro regole fondamentali e consideriamole come un investimento per il futuro”.
Ecco il messaggio rivolto a tutti da Andrea Delisio, 48enne originario di Roma, ma residente da anni vicino a Parma, con la sua famiglia, dopo una lotta difficilissima col virus durata oltre sei mesi. Ricoverato il 19 marzo scorso all’Ospedale Maggiore della città ducale, Andrea ha conosciuto da vicinissimo il Covid-19 e adesso, dopo aver concluso soltanto a fine settembre il lungo percorso di riabilitazione, tramite le telecamere di Fanpage.it ha deciso di raccontare la sua storia e, soprattutto, rivolgere il suo ringraziamento particolare a tutti gli operatori sanitari che lo hanno seguito in questi mesi. “Hanno dimostrato professionalità , umanità e competenze eccezionali -assicura Andrea-, in questo momento c’è assoluto bisogno di persone così”.
“Il 19 marzo sono stato ricoverato per Covid con una polmonite interstiziale che interessava il 60% dei polmoni -riavvolge il nastro il 48enne-. Sono stato quattro mesi a Parma, di cui tre in terapia intensiva in coma farmacologico e uno in sub-intensiva, e due mesi presso la clinica riabilitativa Cardinal Ferrari di Fontanellato”.
Una volta rientrato a casa, il 29 settembre scorso, amici e soprattutto moglie e figlio di appena otto anni hanno accolto Andrea con striscioni e una festa a sorpresa. “Bellissimo” ricorda Andrea. Ma prima, c’è stata una battaglia non semplice da vincere.
“Tutto è iniziato con una sintomatologia simile a quella influenzale -racconta-, con la febbre alta che non scendeva neanche coi farmaci. Poi ho perso olfatto e gusto, fino a quando, a causa di difficoltà respiratorie, sono stato ricoverato. Dopo tre o quattro giorni, a seguito di una crisi respiratoria, sono andato in terapia intensiva”.
I ricordi, a questo punto, però si interrompono. Per tre mesi è blackout totale. Poi, dopo il coma farmacologico, c’è l’inizio della rinascita, a piccoli passi. Prima un mese in terapia sub-intensiva, con le prime videochiamate ad occhi aperti con la moglie e il figlio, e poi per altri due mesi nel centro riabilitativo in provincia.
“Ricordo le difficoltà non solo nostre, dei pazienti, ma anche del personale medico e degli infermieri. Ci tengo a raccontare la mia esperienza -precisa dunque Andrea- perchè per me è un esempio di efficienza della sanità pubblica. Oggi conduco una vita normale grazie a loro”.
“Ci tengo però a raccontarla anche perchè il virus esiste, lo passiamo sulla pelle” continua il giovane padre, mostrando proprio i segni ancora visibili della tracheotomia. “È un ricordo che aiuta ad apprezzare le cose importanti. E non posso dimenticare neanche la sensazione di immobilità — prosegue Andrea — . Lì subentra l’aspetto psicologico del timore di non riuscire a tornare come prima”. Fortunatamente, in realtà , la strada imboccata grazie al personale al suo fianco sembra proprio quella giusta.
In seguito a così tanti mesi di lotta in solitudine contro il virus, la ripartenza è iniziata “con la prima visita di mia moglie e mio figlio. Rivederli fisicamente è stato come ricominciare a vivere” conclude Andrea, appellandosi quindi al buonsenso di tutti: “Ci sono delle regole, seguiamole. In terapia intensiva ci siamo stati e tanti, purtroppo, non ne vengono fuori”.
(da Fanpage)
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Ottobre 25th, 2020 Riccardo Fucile
LA RABBIA DELL’INFERMIERA DEL CARDARELLI DI NAPOLI
“Quando dite che il Covid non esiste, vi farei vedere la tristezza dei pazienti, i loro occhi che implorano aiuto”
Un post di Martina dell’ospedale Cardarelli di Napoli che ben descrive l’ansia di questa seconda ondata e fa rivivere situazione che mai avremmo voluto vedere di nuovo.
“Quando dite che il covid non esiste, vi farei assistere ad un nostro turno, con tutti i dispositivi di protezione, che fanno male e fanno sudare, vi farei capire anche solo per un minuto l’ansia che si prova per la paura di non esserti vestita e svestita bene, la paura di non farcela, la paura di non esserti sanificata al meglio…”.
Martina dell’ospedale Cardarelli di Napoli che ben descrive l’ansia di questa seconda ondata e fa rivivere situazione che mai avremmo voluto vedere di nuovo.
“Vi farei vedere la tristezza dei pazienti che non vedono l’ora di uscire da quest’incubo, vi farei vedere come la vita di altri pazienti nel giro di pochi minuti peggiora e devono essere intubati, vi farei vedere il loro viso con quelle NIV, i loro occhi che implorano aiuto, vi farei tornare a casa come torno io con i segni e con la tristezza per le persone che non hanno resistito”, scrive Martina.
Poi un’esortazione: “Vi prego proteggetevi, lavatevi spesso le mani, non togliete mai la mascherina, rispettate le distanze”.
(da agenzie)
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Ottobre 25th, 2020 Riccardo Fucile
IL CORAGGIO DI QUESTA AGENTE DI POLIZIA CHE DAL LETTO DI OSPEDALE STA LOTTANDO PER LA VITA: “PROTEGGI CHI AMI, METTI LA MASCHERINA”
“I miei polmoni non funzionano piuÌ€, li sento pieni d’acqua. Vorrei strapparmi dalla faccia questo bavaglio, ma se lo faccio crepo, percheÌ da sola non ci riesco piuÌ€ a respirare”.
Clotilde A., ha 37 anni, due figli, un marito, fa l’agente penitenziario, e dal letto di ospedale sul quale sta combattendo la sua battaglia contro il Covid, affida ad un video pubblicato su Facebook e subito diventato virale, il suo disperato appello: “Mettetevi in testa che il Covid esiste cazzo! Prima che in testa vi mettano altro”.
Il riferimento è al casco respiratore che la donna è costretta a indossare per contrastare la sua grave insufficienza respiratoria dovuta al coronavirus: “Questa dannata boccia per pesci che ho in testa fa un rumore d’inferno, mi sembra che mi spacchi il cervello. Sto qui sdraiata e prego che arrivi presto l’infermiera a portarmi le gocce percheÌ solo se crollo riesco a calmarmi”.
Le parole di questa donna arrivano dirette: “Mi chiamo Clotilde e fino al giorno prima mi truccavo gli occhi e mio marito mi diceva che ero bellissima. Non lo vedo da giorni, sta male anche lui, barricato dentro casa con i nostri due figli, anche loro positivi. Vi auguro di non sapere mai cos’eÌ€ la fame d’aria: eÌ€ quando apri la bocca e inspiri ma non entra niente. Ti senti i polmoni chiusi come due sacchi rotti e boccheggi come un pesce rosso saltato sul pavimento”.
Poi la rabbia verso chi nega la tragedia che stiamo vivendo: “Voi ancora credete che il Covid sia uno scherzo, un complotto che loro hanno inventato per controllarci. Ma loro chi? Io non li conosco, sono una donna come tante altre! Non eÌ€ “la malattia dei vecchi” io sono giovane eppure eccomi qui, a pregare che mi diano presto qualcosa capace di spegnermi. Spero che non vi accada mai, però non scherzateci. Il Covid esiste e fa molto, molto male. Mi ripeto che ce la faroÌ€, che sono forte, che non devo mollare, per i miei figli. Mi chiamo Clotilde e sto soffrendo, non ti dico bugie, puoi credermi, non ne avrei la forza. Ti prego non scherzare con il Covid, metti la mascherina, proteggi chi ami, percheÌ dentro questa boccia per pesci, davvero, io mi sento morire”.
(da Fanpage)
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Ottobre 25th, 2020 Riccardo Fucile
TITOLARI DI UN’AZIENDA CHE HA CONSEGUITO RICAVI PARI A 376.000 EURO, MA DENUNCIAVANO REDDITO ZERO… AVEVANO ACQUISTATO PURE UN MERCEDES E UNA TOYOTA
Percepivano il reddito di cittadinanza dichiarando un reddito pari a zero, eppure avevano comprato auto di grossa cilindrata, ciascuna di un valore superiore ai 30 mila euro.
A finire nei guai sono tre persone, residenti a Misano Adriatico, nel Riminese, individuate dalla Guardia di finanza nell’ambito dei controlli nel settore della spesa pubblica.
In particolare, due delle tre persone individuate sono madre e figlia, rispettivamente di 45 e 26 anni, che ad aprile 2019 hanno percepito un sostegno pari a 1.050 euro avendo dichiarato, secondo quanto ricostruito dai finanzieri, reddito zero ai fini Isee.
Tuttavia, in base ai riscontri eseguiti dalle fiamme gialle, le due donne sarebbero titolari di un’azienda che nel 2017 e 2018 ha conseguito ricavi pari a 376.000 euro. Inoltre, le due donne avrebbero omesso di comunicare all’Inps l’acquisto di due autovetture nuove di grossa cilindrata, avvenuto lo scorso giugno, di cui una Mercedes del valore di 37.000 euro intestata alla 45enne e una Toyota del valore di 32.000 euro intestata alla figlia.
ll terzo caso, invece, riguarda un uomo di 28 anni, sempre residente a Misano Adriatico (Rimini), che da aprile 2019 ha percepito un reddito di cittadinanza mensile di circa 500 euro, avendo a sua volta dichiarato, per la guardia di finanza, redditi pari a zero. Tuttavia, secondo gli accertamenti delle fiamme gialle, il 28enne è risultato titolare di una ditta che nel 2017 e 2018 gli avrebbe assicurati ricavi pari a 125.000 euro.
Il giovane avrebbe anche omesso di comunicare all’Inps l’acquisto di due auto nuove, una Toyota del valore di 37.000 euro e una Mercedes del valore di 35.000 euro, avvenuto nella primavera scorsa. Le tre persone sono state segnalate all’Autorità giudiziaria e alla direzione provinciale dell’Inps di Rimini per l’immediato blocco dell’erogazione del beneficio e l’attivazione del recupero delle somme incassate indebitamente.
(da agenzie)
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Ottobre 25th, 2020 Riccardo Fucile
IN PROVINCIA DI MILANO SONO 2.589, DI CUI 1.217 IN CITTA’
Non rallentano i contagi di Coronavirus in Lombardia.
Con 35.285 tamponi i nuovi contagi sono +5.762, ovvero +806 in più rispetto a ieri con 2.536 tamponi in meno.
La provincia di Milano registra l’aumento più grande: +2.589 di cui +1.217 in città . Seguono Varese (+907) e Monza (+588).
Più incoraggianti i dati sulle terapie intensive che riportano 18 nuovi pazienti, contro i 29 di ieri, per un totale di 231 persone. In totale i pazienti ricoverati con sintomi in regione sono 2.326, +173 rispetto a ieri.
Sono 25 i decessi a causa del Covid registrati nelle ultime 24 ore (ieri erano 51), per un totale di 17.235 dall’inizio della pandemia.
In regione sono 47.983 le persone attualmente positive al virus.
(da agenzie)
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Ottobre 25th, 2020 Riccardo Fucile
IN UN PAESE CHE HA UN SESTO DI ABITANTI DELL’ITALIA OGGI I POSITIVI SONO STATI 3.149 CON 35 DECESSI
Boom di contagi da coronavirus in Ungheria, dove le autorità sanitarie hanno registrato 3.149 nuovi positivi, il numero più alto dall’inizio della pandemia.
Per la prima volta nel paese, che conta poco meno di 10 milioni di abitanti (un sesto della popolazione italiana), i nuovi casi superano la soglia delle 3mila unità
Il totale delle infezioni in Ungheria dall’inizio della pandemia è ora di 59.247 unità .
I nuovi decessi sono stati 35, per un totale di 1.425 vittime.
Nonostante l’aumento dei casi, Il premier Viktor Orban, punta a non imporre un nuovo lockdown, dopo che le misure restrittive imposte in primavera hanno portato ad una contrazione dell’economia del 13,6% nel secondo trimestre.
(da agenzie)
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