Ottobre 5th, 2020 Riccardo Fucile
STOP ALLE MULTE PER ONG E CONFISCA NAVI, RITORNA LA PROTEZIONE UMANITARIA, TEMPI PIU’ BREVI PER OTTENERE LA CITTADINANZA ITALIANA, POSSIBILITA’ DI SVOLGERE LAVORI DI PUBBLICA UTILITA’… NORMA “WILLY” CONTRO I VIOLENTI E GLI SPACCIATORI
La cancellazione delle multe milionarie per le ong, lo stop alla confisca delle navi, il ritorno al meccanismo della protezione umanitaria con un allargamento delle maglie della protezione speciale, tempi più brevi per ottenere la cittadinanza italiana, il ripristino della possibilità di svolgere lavori di utilità sociale.
Il nuovo decreto su immigrazione e sicurezza ottiene il via libera del Consiglio dei ministri: il governo approva così il superamento dei due decreti sicurezza voluti da Matteo Salvini.
Con in più due norme per inasprire il Daspo dai locali e le pene per i violenti e gli spacciatori, che arrivano dopo l’uccisione del giovane Willy Monteiro a Colleferro.
La maggioranza aveva faticato a trovare la quadra sul nuovo testo, a partire dai rilievi fatti in sede di emanazione dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. A dividere Pd e M5s era stato in particolare il ritorno della ‘protezione speciale’, non gradita da una parte dei Cinquestelle.
Le ultime modifiche prevedono, tra le altre cose, la fine delle multe e lo stop alla confisca della nave per le ong. La confisca delle navi delle organizzazione non governative non è più prevista a condizione che gli equipaggi informino le autorità italiane a ogni intervento di salvataggio e il Paese di cui battono bandiera, se non sono italiane.
C’è anche il ritorno della ‘protezione speciale’ — non più denominata umanitaria — per chi, tornando nel proprio Paese, rischierebbe “trattamenti inumani o degradanti“. Infine, la convertibilità in permesso di soggiorno per motivi di lavoro di alcune tipologie di permessi, ad esempio “per protezione speciale, per calamità , per residenza elettiva, per acquisto cittadinanza o apolidia, per attività sportiva, per lavoro di tipo artistico, per motivi religiosi, per assistenza minori”.
Via, poi, le norme speciali introdotte con il decreto Salvini che assegnavano al ministro dell’Interno specifiche competenze, prima disciplinate dal codice di navigazione. Ritorna, quindi, al ministero delle Infrastrutture la titolarità di determinare il divieto o la limitazione del transito di navi, fermo restando che il Mit, nei casi di ordine e sicurezza o di violazione delle norme sul traffico di migranti, dovrà concertare le proprie decisioni con il Viminale e con il ministero della Difesa, informato il presidente del Consiglio.
Ai nove articoli sui quali i giallorossi avevano trovato l’accordo se ne aggiungono due scritti da Alfonso Bonafede e Luciana Lamorgese che mettono nero su bianco la cosiddetta ‘norma Willy’, il ragazzo pestato a morte a Colleferro.
Il provvedimento introduce il ‘daspo’ per i violenti, dando il potere ai questori di disporre, anche in presenza di una condanna non definitiva, il divieto di accesso a pubblici esercizi o locali di pubblico trattenimento nei confronti delle persone denunciate, negli ultimi tre anni, per reati commessi in occasione di gravi disordini, qualora dalla condotta possa derivare un pericolo per la sicurezza. Inserita anche la norma di contrasto alla vendita di droga tramite siti web.
(da agenzie)
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Ottobre 5th, 2020 Riccardo Fucile
PER TOTI E’ TROPPO, PER DE LUCA TROPPO POCO… LA STRATEGIA DEI PICCOLI PASSI DAVANTI A UN PAESE IN ANSIA
Domani Roberto Speranza si presenterà davanti alle Camere per illustrare il testo del nuovo dpcm.
Due le novità fondamentali: la proroga dello stato d’emergenza fino al 31 gennaio dell’anno prossimo e l’obbligo di indossare le mascherine anche all’aperto, con un conseguente inasprimento delle pene che tuttavia dovrebbe essere inferiore ai 3mila euro ventilata nelle ultime ore.
Secondo quanto riferiscono fonti di governo a Huffpost, non ci sarà lo stop per bar e ristoranti alle 23. Una misura che è stata soppesata nelle ultime ore, per poi essere accantonata: “Dobbiamo far rispettare le prescrizioni, sensibilizzando e controllando – spiega un membro dell’esecutivo che sta limando il testo – Ma l’attuale livello di contagi ancora non ci ha portato al punto di misure così drastiche, non capiamo da dove sia uscita questa storia”.
Lo stupore è di molti fra quelli che hanno per le mani il dossier. C’è una differenza sostanziale tra i contagi di oggi e quelli, pur simili, di qualche mese fa: l’esecutivo allora si muoveva in territorio inesplorato, oggi si è più preparati ad un eventuale sviluppo dell’epidemia.
E per di più i presidi sanitari sul territorio sono stati implementati in modo tale da elevare il punto di saturazione in caso la curva epidemica salisse ulteriormente. Proprio per questo Giuseppe Conte non ha nessuna intenzione di drammatizzare la situazione. Una politica di piccoli passi, di accompagnamento dei nuovi contagi a misure misurate e calibrate, stando attenti, soprattutto, a non assumere provvedimenti che potrebbero infliggere altri duri colpi a un settore produttivo già in difficoltà .
Non è un caso che anche dall’entourage di Roberto Speranza, a capo di quel ministero, la Salute, che nei in passato è stato tra i più prudenti e maggiormente ha spinto per misure restrittive, filtrino toni estremamente pacati e tutt’altro che allarmistici.
Così la misura del coprifuoco per bar e ristoranti è stata valutata e scartata, tenuta nel cassetto per essere rispolverata se i contagi dovessero sensibilmente salire e un residuo di discussione rimane solamente su un ipotetico tetto di persone consentite per eventi e feste private (matrimoni, battesimi, compleanni).
Dopo un passaggio informale nel Consiglio dei ministri e il passaggio di Speranza in Parlamento, il dpcm tornerà in Cdm, probabilmente mercoledì, per la sua approvazione finale.
La scelta di mandare il ministro della Salute e non Giuseppe Conte a riferire a Montecitorio e Palazzo Madama viene spiegata come un modo per cercare di tenersi alla larga dalle polemiche che puntualmente seguono l’arrivo del premier in Aula: “E’ un momento delicato – spiegano – ci giochiamo il futuro prossimo del paese, sarebbe un assist per gli show che Lega e Fratelli d’Italia puntualmente mettono in piedi”. Un’equazione che probabilmente non tiene conto delle critiche che potrebbero piovere su Palazzo Chigi per non aver messo la faccia sull’estensione dello stato di emergenza e un inasprimento delle misure.
D’altra parte il governo si trova già ad affrontare i primi smottamenti sul fronte delle Regioni, che hanno iniziato a smarcarsi da prima che le nuove disposizioni entrino in vigore.
Vincenzo De Luca ha firmato proprio in queste ore un’ordinanza che dispone fino al 20 ottobre la chiusura obbligatoria alle 23 per bar, gelaterie, pasticcerie dalla domenica al giovedì (a mezzanotte il venerdì e il sabato, mentre ristoranti e pub potranno far accedere la clientela solo fino alle undici di sera anche nei weekend.
Dall’altra parte dello spettro c’è Giovanni Toti, che ha duramente criticato l’obbligo di mascherina all’aperto: “Sarebbe un passo indietro, perchè bisogna intervenire a seconda delle necessità dei territori”.
Più morbido ma sulla stessa linea anche Nicola Zingaretti, che oltre a essere presidente del Lazio, da segretario del Pd è anche azionista dell’esecutivo: “Mi auguro che non si prendano nuovi provvedimenti restrittivi ma questo dipende molto dai comportamenti collettivi e individuali”.
Nel frattempo è stato riattivato il Comitato operativo della Protezione civile in funzione nei mesi del lockdown. Alla prima riunione, avvenuta stamane, hanno partecipato Angelo Borrelli e Domenico Arcuri, oltre i rappresentanti delle Regioni, e non sono emerse particolari criticità .
Tra lo scontro tra governo e Regioni, il Parlamento che rischia di lavorare a singhiozzo per i contagi, le polemiche preventive sulle nuove strette, si torna a respirare un clima che sembrava essere superato da qualche mese.
Un sondaggio della Doxa stima che solo il 54% degli italiani accetterebbe il vaccino per il Covid-19. All’alba della seconda ondata sembra essere tornati al punto di partenza.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 5th, 2020 Riccardo Fucile
SALVINI AVEVA PUNTATO TUTTO SUL SUO CANDIDATO MINICUCCI, LA SCONFITTA DELLA LEGA E’ PESANTE: FINISCE 58,33% A 41,67%
Giuseppe Falcomatà , del Pd, riconfermato sindaco di Reggio Calabria. Al ballottaggio, il primo cittadino uscente, appoggiato dal centrosinistra, ha battuto con il 58,33% lo sfidante Antonino Minicuci, candidato del centrodestra, che si è fermato al 41,67%
L’andamento dello scrutinio non ha lasciato dubbi sin dai primi seggi con Falcomatà subito in vantaggio.
Tanto che già nel primo pomeriggio si è creato un capannello di sostenitori che hanno accolto la rielezione con un tifo da stadio.
«Qualcuno voleva provare a mettere bandierine nella nostra città . Noi non lo abbiamo permesso e allora con simpatia e con il sorriso diciamo… Salvini stai a casa tua», ha commentato a caldo Falcomatà .
«Nell’ultima settimana prima del ballottaggio – ha detto Falcomatà parlando con i giornalisti prima di stappare una bottiglia di prosecco – avevamo cominciato a sentire la fiducia. La città ci stava proteggendo. Ha cercato in noi l’elemento di difesa. Noi abbiamo provato ad interpretare questo sentimento. Questa è la vittoria della città di Reggio Calabria, la vittoria dei reggini, è anche la vittoria di chi ha preferito premiare e dare fiducia ad altre idee di amministrazione, ad altre idee di governo».
«Quello che abbiamo sentito in questa campagna elettorale – ha aggiunto – era tantissima fiducia, ma allo stesso tempo una forte domanda di cambiamento. Non è stato facile condurre una campagna elettorale in mezzo ai rifiuti. Non è stato facile condurla piena di attacchi strumentali e con poche idee rispetto al futuro della città . Ma la città lo ha capito. Io davvero ringrazio tutti i reggini. Da domani cambieranno le cose. Noi saremo interpreti di questo sentimento di cambiamento nella continuità . Abbiamo attraversato l’inferno, scalzi e senza scorta. E ne siamo usciti vivi, siamo consapevoli che il meglio deve ancora venire. Sarà un futuro condiviso con tutte le forze sane della città , con tutte quelle persone che hanno deciso di restare a Reggio Calabria, perchè ci sono nate a Reggio Calabria. Hanno deciso di resistere e di investire per la nostra città . Ecco, loro dovranno essere ancora più protagonisti del del governo cittadino e dell’amministrazione della cosa pubblica».
(da agenzie)
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Ottobre 5th, 2020 Riccardo Fucile
SI AGGIUNGONO ALLA SCONFITTA DEI SOVRANISTI A SEGRATE, BOLLATE E SOMMA LOMBARDO
Lorenzo Radice, 39 anni, è il nuovo sindaco di Legnano (Milano). Manager nel sociale, candidato con le liste civiche Insieme per Legnano, Legnano Popolare e Rilegnano, unitamente al Pd, Radice ha vinto al ballottaggio con il 54% delle preferenze.
A Corsico ha vinto invece Stefano Ventura, candidato con la Lista Corsico torna Grande, Partito Democratico e Lista Civica Insieme per Corsico.
A Saronno vittoria di Augusto Airoldi, con il 59,99% delle preferenze. “Prima la vittoria a Mantova, Bollate, Segrate e Somma Lombardo. Oggi i risultati straordinari dei ballottaggi a Lecco, Legnano, Corsico e Saronno. Un grande successo dei neoeletti sindaci e insieme del Partito democratico Lombardo, perno della coalizione di centrosinistra” commenta Vinicio Peluffo, Segretario del Pd Lombardo.
(da agenzie)
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Ottobre 5th, 2020 Riccardo Fucile
LEGA GRANDE SCONFITTA
Ad Aosta vince il candidato dell’area progressista e autonomista, Gianni Nuti, che ottiene il 53 per cento dei voti mentre il il candidato di Rinascimento Valle d’Aosta, Giovanni Girardini al 46 per cento, la lista del critico d’arte Vittorio Sgarbi.
Nuti, sostenuto da Progetto Civico Progressista, Union Valdotaine e Alliance Valdotaine, ha battuto l’outsider Girardini che al secondo turno ha ottenuto il sostegno di Lega, la grande sconfitta ad Aosta, e centrodestra.
Sostegno che non è bastato. E non è bastata la campagna elettorale aggressiva giocata da Girardini per conquistare Aosta: “Non è un ballottaggio, ma un referendum tra vecchio e nuovo. Per battere il sistema Aosta”.
La vittoria di Nuti renderà più semplice anche la partita per la formazione del governo della Regione, dove la Lega è il primo partito, ma il sistema proporzionale per il presidente e la formazione della giunta porta alla formazione di una coalizione progressista-autonomista come quella che reggerà il Comune di Aosta nei prossimi 5 anni.
Girardini era presente allo spoglio alla scuola Einaudi, dove sono state raccolte le schede: “La tendenza sembra chiara, se sara’ cosi depongo le armi nei confronti dei vincitori. L’affluenza e’ stata bassa, molto bassa. Bisogna riflettere su questo dato. La citta’ risulta spaccata”.
(da agenzie)
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Ottobre 5th, 2020 Riccardo Fucile
IL CANDIDATO PD HA RECUPERATO LO SVANTAGGIO E HA VINTO SUL FILO DI LANA
Una vittoria all’ultimo voto, e non è un modo di dire.
A Lecco la partita tra centrosinistra e centrodestra finisce con la vittoria di Mauro Gattinoni, il candidato del Pd – 43 anni, è ex direttore generale dell’Api, l’associazione delle Piccole e medie imprese – che tentava di proseguire l’esperienza amministrativa dei dieci anni di Virginio Brivio.
E se al primo turno era arrivato secondo dopo Giuseppe “Peppino” Ciresa, il 73enne candidato del centrodestra fortemente radicato in città , tra associazionismo, alpinismo e commercianti, al ballottaggio Gattinoni vince per 31 voti, con il 50,07% contro il 49,93% di Ciresa.
E’ la seconda vittoria del centrosinistra in Lombardia per i capoluoghi di provincia in questa tornata di elezioni Comunali 2020. Al primo turno, infatti, Mattia Palazzi si è confermato sindaco di Mantova con un risultato netto.
(da agenzie)
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Ottobre 5th, 2020 Riccardo Fucile
BETTI ELETTO SINDACO CON IL 59%
Michelangelo Betti del Pd è il nuovo sindaco di Cascina (Pisa), primo comune toscano conquistato quattro anni fa dalla Lega.
Sostenuto dal centrosinistra, e dopo l’apparentamento con una lista civica di sinistra e M5s, ha conquistato il 59% dei voti superando nettamente il candidato del centrodestra, Leonardo Cosentini (Lega), assessore uscente che si era apparentato con la lista civica di Dario Rollo, il sindaco reggente uscente che ha rotto i rapporti con la Lega poco prima del voto.
Lo scrutinio delle 36 sezioni del Comune assegna a Betti 11.088 voti, mentre il suo rivale si è fermato a 7699 consensi, pari al 41% dei consensi, quasi 20 punti in meno. Al primo turno Betti aveva il 38,68%.
Prima di sapere il risultato Betti aveva detto: “Sarà una rivincita, non una vendetta. La campagna ‘anti’ l’ha sempre fatta qualcun altro. Adesso io amministrerò per tutti i cittadini”.
“A Cascina si volta pagina”, dice la segretaria del Pd toscano Simona Bonafè. “Congratulazioni a Michelangelo Betti per questa ampia vittoria in tutte le sezioni e con quasi 20 punti di vantaggio complessivi. Un risultato importante perchè si tratta di un grande comune della Toscana e simbolico perchè riporta al Pd e al centrosinistra la guida dell’amministrazione lasciata da Susanna Ceccardi per ambire ad altri ruoli, dall’Europa alla Regione. Un’altra grande soddisfazione per il Partito Democratico che si aggiunge al risultato delle elezioni regionali e le amministrative a Viareggio”.
(da agenzie)
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Ottobre 5th, 2020 Riccardo Fucile
L’ALLEANZA VINCE ANCHE A GIUGLIANO, CAIVANO, SORRENTO, TERZIGNO E ARIANO IRPINO
Alle elezioni comunali il patto largo coi Cinque stelle funziona, e il Pd napoletano si prende una rivincita dopo il magro risultato delle regionali.
La tendenza dello spoglio per il ballottaggio è chiara, anche se la procedura non è ancora alla fine. La alleanza fra il centrosinistra a guida Pd e i Cinque stelle tiene ovunque. E riporta la vittoria a Pomigliano d’Arco, la città del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Questo il dettaglio.
“I risultati dei ballottaggi sono molto importanti ci dicono che l’alleanza delle forze di governo e di centrosinistra vince dove perdevamo da anni e dove avevamo perso negli ultimi tempi. La giornata è molto positiva, ci da coraggio e ci fa essere ottimisti” dice il segretario Pd Nicola Zingaretti in una conferenza stampa al Nazareno.
A Pomigliano, dove il patto è stato siglato per la prima volta, il candidato Gianluca Del Mastro vince con il 61,19 per cento sulla sfidante che si ferma al 38 per cento.
A Giugliano Nicola Pirozzi ha sovvertito l’esito del primo turno e scavalcato il sindaco uscente Antonio Poziello: detiene il 53 per cento quando mancano 13 sezioni su 100 alla fine dello spoglio.
Anche a Casavatore l’accordo coi cinque stelle ha tenuto fino all’ultima sezione: al fotofinish Luigi Maglione ha perso per soli due voti, il nuovo sindaco è Vito Marino di una coalizione civica.
E’ praticamante un en plein visto che a Caivano, altro comune dove il patto di governo era stato introdotto, la alleanza giallorossa aveva già eletto Enzo Falco al primo turno.
Il centrosinistra, anche senza grillini, espugna anche roccaforti della destra come Sorrento, dove Massimo Coppola guida col 61 per cento a metà spoglio, e Terzigno, con il 60 per cento per Francesco Ranieri a un terzo dello spoglio.
Sinistre e cinque stelle funzionano anche a Ariano Irpino, dove con il 65 per cento vince Enrico Franza.
“Siamo dinnanzi ad un risultato eccezionale. Il Partito democratico si conferma la prima forza della provincia di Napoli – dice Marco Sarracino, segretrario metropoltiano di Napoli – alle tantissime vittorie già riportate al primo turno, si aggiungono oggi quelle di Pomigliano D’Arco e Giugliano, Comuni importantissimi dove abbiamo deciso di sperimentare la coalizione con il Movimento 5 Stelle. Vinciamo a Sorrento, non accadeva dal 1993. Vinciamo a Saviano, non era mai successo. Il gruppo dirigente provinciale in pochi mesi ha raggiunto risultati impensabili. La nostra linea politica si è affermata con forza, non solo nel partito ma soprattutto nella società . Aver costruito coalizioni larghe e coese, che avessero al centro i nostri storici valori, si è dimostrata una scelta vincente. Ora con umilità , siamo già al lavoro per tornare a vincere le elezioni del comune di Napoli”.
(da agenzie)
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Ottobre 5th, 2020 Riccardo Fucile
ANDRIA AL PD, CENTROSINISTRA AVANTI IN MOLTI COMUNI MINORI
Matera ai Cinque Stelle e centrosinistra avanti nella maggior parte dei ballottaggi per decidere i nuovi sindaci in Puglia. È questo il quadro che si delinea dopo il secondo turno delle amministrative 2020.
Ad Andria, unica città capoluogo di provincia al voto, il centrodestra dell’uscente Nicola Giorgino era già fuori al primo turno: Giovanna Bruno del Pd e civiche vince su Michele Coratella del M5S.
A Matera invece è arrivato il momento dei Cinque stelle: il candidato Domenico Bennardi batte nettamente, con oltre il 60 per cento dei voti, l’avversario del centrodestra Rocco Luigi Sassone.
Su Bennardi che due settimane fa era finito invece dietro Sassone, presumibilmente si sono concentrati anche i voti del centrosinistra, già fuori al primo turno.
“E’ una facola: una cenerentola politica che è riuscita davvero a fare la storia di questa città “: queste le prima parole pronunciate da Domenico Bennardi, nuovo sindaco della città lucana.
Dopo aver definito il successo “inaspettato” e “incredibile, ha annunciato che “competenza e capacità politica” saranno i criteri per la formazione della giunta, che sarà composta da esponenti “della coalizione”. Primi punti da affrontare: “Tutela della materanità e problema della sanità “.
Nei centri pugliesi tanto centrosinistra.
A Corato importante e decisa affermazione di Corrado De Benedittis (62,6%) sull’ex senatore di Forza Italia, Luigi Perrone.
A Palo del Colle la spunta il 38enne segretario del Pd, Tommaso Amendolara, sulle civiche di Anna Cutrone.
Per i progressisti vittorie anche a Tricase (Antonio De Donno) e Latiano (Cosimo Maiorano).
A Lucera Giuseppe Pitta, vicino all’ex primo cittadino e neo-consigliere regionale (di centrosinistra) Antonio Tutolo, ribalta il risultato che si stava prospettando e batte Fabrizio Abate di Pd e civiche.
A Modugno dal lungo testa a testa emerge il 37enne Nicola Bonasia, civiche, contro il centrosinistra di Fabrizio Cramarossa.
Mentre a Conversano lo scontro degli ex primi cittadini va a Giuseppe Lovascio (civiche di centrodestra), vittorioso sul suo successore (con la giunta caduta anzitempo) Pasquale Loiacono del centrosinistra.
Anche a Ceglie Messapica, nonostante la frammentazione dei partiti, passa il centrodestra con Angelo Palmisano.
Un nuovo Comune del Tarantino, dopo Ginosa, Crispiano e Mottola, va invece al M5S: è Manduria, da oggi al sindaco Gregorio Pecoraro.
(da agenzie)
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