Destra di Popolo.net

TRISTE IL PAESE CHE DI FRONTE A 800 MORTI AL GIORNO SOSTITUISCE LA PIETA’ CON L’INDIFFERENZA

Dicembre 11th, 2020 Riccardo Fucile

I DATI SONO TERRIBILI, LE TIMIDE MISURE PRESE DAL GOVERNO HANNO SOLO RALLENTATO LA SECONDA ONDATA, MA SI PARLA SOLO DI COME FESTEGGIARE

Lo spunto viene da un ‘festante’ comunicato del Torino Airport: “Riprende forza la domanda di viaggi aerei da e per Torino in vista delle Festività  natalizie 2020. Dal 13 al 20 dicembre saranno operati 208 voli da e per Torino Airport: si tratta di 153 voli in più rispetto agli 8 giorni precedenti, pari a un aumento del +278%. Le compagnie aeree tornano dunque ad investire sullo scalo piemontese, confermando il clima di fiducia verso una concreta ripartenza del settore”.
Per carità , la notizia è positiva sotto certi punti di vista. Ma negativa su altri: siamo in piena pandemia, giorni fa abbiamo contato quasi mille morti in un giorno, oggi sfiorati i novecento, il dato più basso è stato di 499 morti
Abbiamo ‘macinato’ circa 4-5 mila morti a settimana e le timidissime misure prese dal governo hanno rallentato di pochissimo la diffusione del virus con un indice tamponi/positivi che sta al 10% ed è molto alto.
Eppure nessuno si è fermato a chiedersi: come mai ogni giorno ci sono centinaia di morti come nei peggiori giorni della prima ondata e nessuno sembra più interessarsene?
Come mai i bollettini quotidianamente danno conto di una vera e propria strage e quasi nessuno si ferma a chiedersi come sia potuto accadere (per non farlo più) ma le uniche preoccupazioni sono gli spostamenti di Natale, lo shopping ed è stato perfino necessario alzare la voce per opporsi alla riapertura degli impianti di sci?
Il dato che imbarazza e lascia sbalorditi è che in questi giorni non ci sia da parte dell’opinione pubblica una forte richiesta di maggiore sicurezza e di norme stringenti ma, al contrario, qualsiasi restrizione viene vissuta non come una protezione ma come una limitazione.
Eppure, come già  avvenne la scorsa estate, molte ‘Cassandre’ (ossia quelli che predicono il futuro ma non vengono creduti) che sono numerosi studiosi ipotizzano la ‘tempesta perfetta’ nel combinato disposto di restrizioni leggere, feste di Natale, voglia di evadere, inverno che favorisce i contagi e medicina territoriale che al momento è ancora inefficiente come lo era a marzo.
I loro avvertimenti sono vissuti con fastidio perchè si deve parlare solo di Natale, di shopping, cenoni, veglioni o dei vaccini che arriveranno ma ancora non sono arrivati e, quindi, nel frattempo si muore.
Tra 15 giorni è Natale, poi Santo Stefano, Capodanno e in fine l’Epifania. Tra Natale e la Befana ci saranno due settimane intense.
C’è da sperare che qualcuno pensi ai morti di questi giorni che non vedranno il nuovo anno, a circa 65 mila famiglie senza un padre, una madre, un nonno e faccia il meglio per evitare che tanti altri non arrivino vivi a gennaio o in tempo per avere il vaccino.
Se è vero che è triste un paese che ha bisogno di eroi, è orribile un paese che trasforma gli eroi di ieri – medici e infermieri – nei reietti di oggi e che di fronte a migliaia di morti a settimana sostituisce la pietà  con l’indifferenza.

(da agenzie)

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INTERVISTA A GINO STRADA: “POCHI I NOVE MILIARDI DEL RECOVERY PER LA SANITA'”

Dicembre 11th, 2020 Riccardo Fucile

“SMETTIAMOLA DI DARE SOLDI AI PRIVATI”… “A NATALE RESTO IN CALABRIA”

«La pandemia del Coronavirus ha messo a nudo le fragilità  della nostra sanità , impoverita dai privati. Credo siano stati commessi molti errori nella gestione dell’emergenza, con le regioni che hanno preso la propria strada. Intanto non abbiamo protetto gli ospedali, non abbiamo rafforzato la medicina territoriale e abbiamo registrato comportamenti irresponsabili. Ancora, infatti, molti non hanno capito la gravità  della situazione».
A parlare a Open è Gino Strada, fondatore di Emergency, chiamato dal governo a risollevare la Calabria dall’emergenza.
La missione è iniziata da meno di tre settimane, e il medico freme. Spiega che l’intervento della sua organizzazione umanitaria c’entra poco con le tendopoli. E non fa sconti. Neppure al governo che l’ha voluto lì.
«Hanno detto che abbiamo allestito ospedali da campo — attacca subito — Mai fatti, pensate che stiamo creando un centro di chirurgia pediatrica in Uganda disegnato da Renzo Piano, altrochè. Hanno detto che ero stato chiamato per fare il commissario, ma quando mai. Io non sono un manager nè un avvocato. Sono un medico. Certo, il governo non ha fatto una bella figura con la nomina di tutti quei commissari in Calabria», aggiunge.
Nonostante le polemiche, quando il premier Giuseppe Conte lo ha chiamato, Gino Strada ha risposto subito di sì. Senza pensarci un attimo: «Certo, ho un po’ di preoccupazione per la mia salute. Non sono più un ragazzino nè sono in perfetta salute. Ma queste sono cose che vanno fatte per aiutare il nostro Paese. Intanto i nostri medici lavorano nella massima sicurezza, siamo molto rigidi perchè il rischio c’è sempre».
Nello specifico Emergency, a Crotone, sta operando a stretto contatto con la Protezione civile: «Abbiamo già  allestito un secondo reparto Covid con 31 letti, oltre a quello che c’è già . Poi ci stiamo occupando del tracciamento dei positivi, dei follow up dei malati a domicilio, vogliamo rafforzare le Usca (Unità  speciali di continuità  assistenziale, ndr) e gestiamo due tende dell’Esercito, allestite accanto all’ospedale di Crotone, con altri posti letto di riserva che, speriamo, non servano».
La polemica con il governatore Spirlì
Ma sono due le cose che Gino Strada proprio non digerisce, da quando ha accettato l’incarico. La prima è la polemica con il governatore della Calabria Nino Spirlì (che ha sostituito Jole Santelli, dopo la sua morte). «Dice che sono un missionario. Io missionario di cosa? Questo è parlare a vanvera. Il presidente della Regione fa affermazioni un po’ forti visto che nemmeno ci conosciamo. Tra l’altro, tramite il suo portavoce, ho chiesto un colloquio ma finora niente. Nessuna risposta. Le decisioni devono passare prima sul suo corpo? Ma io aiuto la Calabria, niente di più. Grande collaborazione, invece, da parte di medici e del nuovo commissario, il prefetto Longo. I cittadini, intanto, ci chiedono di tornare alla sanità  pubblica».
«Basta soldi alla sanità  privata»
Ed è proprio questo il secondo punto su cui Strada non si dà  pace: «In Calabria hanno chiuso 18 ospedali. Diciotto. In 10 anni sono stati fatti ingenti tagli alla sanità  e ora, anche se assumessimo nuovi medici, finiremmo solo per coprire i buchi lasciati da chi è andato in pensione. A dare una mano, in un momento di difficoltà  come questo, potrebbero essere proprio gli specializzandi. Sarebbero un bell’aiuto».
Un esercito di oltre 14 mila persone che vorrebbe mettersi al servizio del Paese già  adesso ma che, allo stato attuale, risulta bloccato a casa (infatti non entreranno in servizio, se tutto va bene, prima del 15 gennaio 2021). Un paradosso all’italiana.
«9 miliardi del Recovery alla sanità ? Sono pochi»
E sulle ultime scelte del governo, Strada aggiunge: «Ma cosa vuol dire ministro della Sanità ? Serve un ministro della Sanità  pubblica. Basta spostare risorse pubbliche verso la sanità  privata che ci sottrae 25 miliardi di euro l’anno. Ai cittadini tutto questo non conviene affatto. 9 miliardi alla Sanità  nel Recovery plan? Sono pochi ma la verità  è che, se riuscissimo a recuperare i soldi della sanità  privata, avremmo un Mes all’anno. Il privato faccia il privato, non usi i soldi pubblici. Intanto la politica cosa fa? Asseconda i loro interessi economici», continua.
«A Natale continuerò a lavorare»
Acciacchi o no, Strada sa già  cosa farà , forse, per queste feste: «Cosa farò a Natale? Probabilmente continuerò a lavorare in Calabria, anche in quei giorni. C’è molto da fare. Sarà  per tutti un Natale sobrio e a distanza. Poi, in previsione di una possibile terza ondata di Covid, trovo ragionevoli le misure introdotte dall’ultimo Dpcm (coprifuoco e divieto di spostamento tra comuni a Natale e Capodanno, ndr)».
I numeri dell’emergenza in Calabria
Gli ultimi dati che vengono dalla Calabria parlano di 370 ricoverati con sintomi, 24 persone in terapia intensiva, 9.382 in isolamento domiciliare. 9.776, invece, sono gli attualmente positivi, 373 le vittime, 19.175 i casi totali. È bene ricordare, infine, che la Calabria si trova ancora in zona arancione (prima era rossa). Adesso si spera, nei prossimi giorni, di passare in area gialla, un po’ come tutta Italia.

(da Open)

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LA CAPRIOLA DI SALVINI SUL VACCINO ANTI-COVID

Dicembre 11th, 2020 Riccardo Fucile

PRIMA ESALTA IL REGNO UNITO, POI DICE CHE LUI LO FARA’ SOLO SEI IL SUO MEDICO GLI CONFERMERA’ L’EFFICACIA

Pur di dare in testa al governo, Matteo Salvini su vaccino anti-covid riesce a dire tutto e il contrario di tutto.
Ha prima esaltato il modello britannico (santificando la Brexit); poi si rimangia tutto sottolineando come la sua intenzione sarà  quella di sottoporsi all’immunizzazione solamente dopo consulto con il suo medico che dovrà  confermargli il livello di sicurezza del prodotto «che gli sta iniettando nelle vene».
Insomma, appare evidente come il leader della Lega sia in uno stato di contraddizione perenne inseguendo i vari umori social. Come al solito.
Partiamo dall’inizio. Durante il suo intervento in Senato dello scorso 2 dicembre, il segretario del Carroccio ha sottolineato come il Regno Unito — anche grazie alla Brexit, secondo lui — abbia avuto la prontezza di anticipare tutti sul vaccino anti-covid prodotto da Pfizer e BioNTech.
Come abbiamo spiegato quello stesso giorno, però, il governo britannico ha deciso di saltare l’ultimo passaggio fermandosi ai dati della fase-3 di sperimentazione, senza attendere l’analisi del dossier finale.
A differenza di quanto deciso dall’Agenzia Europea del Farmaco che, per questo motivo, ha richiesto più giorni rispetto al Regno Unito per formalizzare la messa in circolazione del prodotto.
Insomma, nella speranza che tutto vada nel verso giusto, la Gran Bretagna ha accelerato prendendosi degli inevitabili rischi. Ma questo Salvini non lo dice (o non lo sa). O, almeno, non lo diceva. Perchè a una settimana di distanza da quella polemica avviata a Palazzo Madama, il leader della Lega è stato ospite del TG2 Post.
«Io farò quello che il mio medico mi suggerirà , però pretendo che il vaccino sia sano, verificato e controllato perchè entra nelle case, nelle vene, nel cuore e nei polmoni degli italiani e quindi occorrono tutte le certificazioni del caso».
E qui sorge un dubbio: ma non aveva, solo sette giorni prima, esaltato il modello britannico che, però, aveva deciso di bypassare l’ultimo step di controlli?
La risposta, ovviamente, è nota a tutti: l’abilità  di salite sul Carroccio dei vincitori (del giorno) è una qualità  primaria nel suo modo di fare ‘politica’.

(da agenzie)

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IL M5S VINCE FACILE CON LA MELONI: “FAI LA PATRIOTA QUANDO TI CONVIENE, MA IL TRATTATO DEL MES L’HA VOTATO IL GOVERNO BERLUSCONI IN CUI TU ERI MINISTRO”

Dicembre 11th, 2020 Riccardo Fucile

“FU UN REGALO DI GIORGIA MELONI AGLI ITALIANI, OGGI FA FINTA DI NON RICORDARLO”

“Si può essere patrioti a convenienza. Ce lo insegna Giorgia Meloni. Si può, ad esempio, fare nascere il Mes e meno di dieci anni dopo, puntare il dito contro il Mes. E dire che per molti aspetti il Movimento sarebbe anche d’accordo: le nostre critiche rimangono e, non a caso, abbiamo vincolato la ratifica della riforma del Trattato ad alcune richieste che cambierebbero la fisionomia dell’organizzazione. C’è però un fatto che la patriota Giorgia dimentica di raccontare agli italiani. Allora le rinfreschiamo la memoria, riportando alcuni documenti ufficiali. Come la nota della Commissione europea dell’11 luglio 2011 che racconta l’istituzione del Trattato del Mes, in seguito all’incontro tra 17 ministri dell’Economia d’Europa”.
E’ quanto si legge in un post pubblicato sulla pagina ufficiale Facebook del MoVimento 5 Stelle.
“Chi fa parte di quel Governo? Oltre a diversi esponenti delle Lega – si legge ancora nel post – anche Giorgia Meloni, ministro per le Politiche giovanili del governo Berlusconi IV. Quel giorno, voi chiederete, urlò al tradimento? Lasciò tutto e andò via? Puntò il dito contro gli alleati che hanno rovinato l’Italia? No, nulla di tutto questo. La poltrona era comoda e sarebbe stato il trampolino di lancio per la sua carriera politica. Insomma, Giorgia decise di stare zitta, quando lei e i suoi colleghi della destra incatenarono l’Italia a quel Mes che al Movimento non piace e che il Movimento si è impegnato a non attivare mai in Italia. E che già  allora, nel 2011, conteneva alcuni degli aspetti che oggi, a distanza di quasi dieci anni, per Giorgia sono inaccettabili
“Cosa fece allora Giorgia la patriota? Meno di un mese dopo, il Governo di cui faceva parte si riunì e approvò la legge che diede il via libera alla ‘decisione del Consiglio europeo 2011/199/UE, che modifica – si legge nel comunicato del Consiglio dei ministri – l’articolo 136 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea relativamente ad un meccanismo di stabilità  (Esm – European Stability Mechanism) nei Paesi la cui moneta è l’euro’. Così nasceva il Mes.
Un regalo di quel Governo – conclude il post – un regalo di Giorgia Meloni agli italiani”.

(da agenzie)

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IL “NULLATENENTE” CON LA CASA DA UN MILIONE DI EURO CHE CHIEDE IL BUONO SPESA COVID

Dicembre 11th, 2020 Riccardo Fucile

E POI INSULTA ANCHE L’INVIATA DI “PIAZZAPULITA” CHE GLI CHIEDE SPIEGAZIONI: “LEI E’ TALMENTE BRUTTA CHE DOVREBBE METTERSI DUE MASCHERINE”

L’inviata di Piazzapulita Sara Giudice è andata a chiedere a Vittorio Zaniboni, che era soprannominato il Briatore di Genova, come mai nonostante abbia una casa di nove locali dal valore di un milione di euro e un’auto di lusso a noleggio per la quale spende 500 euro al mese abbia chiesto al comune di Genova il buono spesa COVID di 100 euro. Zaniboni è una vecchia conoscenza di Piazzapulita: nel 2018 un servizio della trasmissione di Formigli aveva mostrato la sua collezione di auto di lusso come Ferrari e Lamborghini, ma l’imprenditore non aveva dichiarato niente al fisco. Racconta Genova Quotidiana:
Secondo i finanzieri del Primo Gruppo, dal 2013 avrebbe incassato qualcosa come 4 milioni di euro grazie alle compravendite di mezzi di lusso, ma non aveva denunciato nulla e per questo è stato considerato evasore totale. Proprio le Fiamme Gialle, visto che risultava formalmente nullatenente, gli avevano sequestrato una ventina di auto e moto di lusso d’epoca, tra cui Ferrari, Lamborghini ed Harley Davidson. Inoltre, in un secondo tempo, era arrivato anche il sequestro di quattro immobili, fra cui un prestigiosissimo appartamento da 240 metri quadrati in Galleria Mazzini, che risultata intestato alla ex moglie, ma in cui Zaniboni aveva continuato a vivere e che è stato considerato riconducibile a lui.
Zaniboni si è giustificato con l’inviata di Piazzapulita spiegando che su consiglio del suo legale ha restituito il buono spesa. Si è anche distinto durante l’intervista per una frase di indubbia classe: “Lei è talmente brutta che dovrebbe mettersi due mascherine”

(da “NextQuotidiano”)

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LA FIGURACCIA SOCIAL DI TONINELLI

Dicembre 11th, 2020 Riccardo Fucile

SECONDO IL   SENATORE M5S, IL VOTO DEL PARLAMENTO ITALIANO SUL MES HA FATTO CADERE IL VETO DI UNGHERIA E POLONIA SUL RECOVERY FUND

La speranza è che dietro l’ultimo tweet di Danilo Toninelli ci sia una strategia per provare a spostare l’attenzione sul comportamento del Movimento 5 Stelle rispetto alle ultime polemiche (interne, e non solo) dopo il voto in Parlamento prima del Consiglio Europeo.
Perchè il post pubblicato nella tarda serata di giovedì dal senatore del Movimento 5 Stelle (ed ex Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del governo Conte-1) contiene una serie di inesattezze che rasentano il confine della bugia.
E così Toninelli su veto Ungheria e Polonia caduto, si produce in una capriola enciclopedica.
Partiamo dalla notizia di fondo: giovedì al Consiglio Europeo è caduto il veto posto dall’Ungheria e dalla Polonia nei confronti dei Recovery Fund.
Il piano, dunque, è stato approvato e all’Italia andrà  la fetta maggiore di quesi fondi: 209 miliardi.
Nel nostro Paese le tensioni politiche non si placano, soprattutto per quel che riguarda il team che dovrà  collaborare con il governo per selezionare i progetti da finanziare: dagli investimenti sulla Sanità  a quelli sull’Istruzione, passando per la digitalizzazione, le infrastrutture e tutti gli altri temi in cantiere.
Ma questo sarà  un aspetto interno che condizionerà  la vita politica (e non solo) dell’esecutivo nelle prossime settimane. Altro aspetto, invece, è la narrazione di quanto avvenuto ieri sera utilizzata dall’ex Ministro pentastellato.*
Iniziamo dalle basi: non c’è alcun collegamento (neanche utilizzando fantasiosi voli pindarici) tra quanto votato mercoledì dal Parlamento italiano e la caduta dei veti di Ungheria e Polonia sul Recovery Fund. Un esercizio dialettico come quello fatto da Danilo Toninelli è come sommare mele e pere.
Se Toninelli su veto Ungheria e Polonia ha la sua (straripante) idea, la realtà  è ben diversa. Occorre sottolineare come la modifica del trattato del Mes non c’entri nulla con il no dei due Paesi Visegrà¡d. Anzi, non risultano essere neanche inseriti nel Trattato che istituisce il Mes.
Inoltre, Polonia e Ungheria — fino a qualche settimana fa — avevano deciso di mettere il proprio veto al Recovery Fund dopo che si era parlato di standard di ‘Stato di diritto’. Argomento a cui i due Paesi dell’Est Europa sembravano essere molto allergici. Insomma, nulla a che vedere con quel che scrive Danilo Toninelli.

(da agenzie)

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QUANDO NACQUE GESU’ NESSUNO SI ABBUFFO’: PROMEMORIA PER GLI ULTRA’ CATTO-SOVRANISTI ADIPOSI

Dicembre 11th, 2020 Riccardo Fucile

“VIA, LONTANO DA ME, MALEDETTI, NEL FUOCO ETERNO: PERCHE’ AVEVO FAME E NON MI AVETE DATO DA MANGIARE, AVEVO SETE E NON MI AVETE DATO DA BERE, ERO FORESTIERO E NON MI AVETE OSPITATO”

Dunque a causa dell’emergenza-Covid papa Francesco anticiperà  la Messa della Notte di Natale nella Basilica di San Pietro, la sera di giovedì 24 dicembre, alle 19.30, due ore prima dell’orario delle 21.30 da lui sempre mantenuto nel pontificato, come d’altronde era abitudine anche negli anni precedenti.
Modificata anche la Benedizione Urbi et Orbi del giorno di Natale alle 12.00, che avverrà  nella Basilica e non dalla Loggia Centrale.
La decisione del papa rispetta l’essenza, e cioè che la funzione abbia luogo quando è buio, per sottolineare il valore della luce che con il Natale arriva per l’umanità . Non si cura invece dei comodi formalismi, che non apprezzano orari che disturbino il rito consumistico.
Nessuno sa il giorno esatto, tantomeno l’ora della nascita di Gesù. Tutti sanno invece che non c’è nulla di sdolcinato nel Natale, nella mangiatoia che è luogo di esclusione, di scarto, non certo espressione da “grande abbuffata”.
Nessuno si abbuffò quella sera. Se lo facciamo, se lo abbiamo fatto, se lo faremo, è per simboleggiare la liberazione da quella miseria, da quell’esclusione, che riguarda noi come tutti.
Un tutti che riguarda anche chi ha perso il lavoro per colpa del Covid, e che all’improvviso scompare dalle attenzioni.
Non certo da quelle di Jorge Mario Bergoglio, consapevole di cosa potrebbe significare una terza ondata per tanti. Se è questo che alcuni “neo-devoti” gli rimproverano, beh…hanno ragione.
Il Natale in fondo non è la festa dei ricchi, come avrebbe spiegato proprio Gesù, il festeggiato.
Non a caso in Matteo, 25 si racconta che disse: “Quando il Figlio dell’uomo verrà  nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà  sul trono della sua gloria. E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà  gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà  le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.   Allora il re dirà  a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità  il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. Perchè io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?   Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?   E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?   Rispondendo, il re dirà  loro: In verità  vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. Poi dirà  a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perchè ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere;   ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato.   Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?   Ma egli risponderà : In verità  vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me.   E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”.

(da agenzie)

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IL MATEMATICO SEBASTIANI: “LA RIAPERTURA DELLE SCUOLE NON E’ UN PERICOLO? I DATI DICONO L’OPPOSTO”

Dicembre 11th, 2020 Riccardo Fucile

“A GENNAIO AVREMO ANCORA 10-15 MILA CASI AL GIORNO”

«A gennaio avremo ancora più di 10-15 mila casi al giorno», spiega il matematico Giovanni Sebastiani.
Professore, il presidente del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo durante l’audizione in Senato oggi, 10 dicembre, è tornato a dire che, secondo lui, le scuole vanno riaperte perchè non costituiscono un pericolo e non sono la causa della seconda ondata. Lei invece è dell’idea opposta.
«Se hai un fenomeno, cerchi di interpretarlo. Finchè ho una sola teoria che mi spiega lo scoppio della seconda ondata, io adotto quella. Cos’abbiamo a favore dell’ipotesi sulle scuole? Due dati di correlazione: il primo, che dimostra che dopo i 14 giorni dalla riapertura a metà  settembre, siamo passati da un trend lineare a una crescita esponenziale con un tempo di raddoppio di una settimana. E’ importante ricordare che l’età  media dei contagiati era molto bassa, sotto i 30 anni. Dopo una settimana circa crescevano in modo esponenziale anche le terapie intensive e i ricoverati nei reparti ordinari, con lo stesso tempo di raddoppio. Questo perchè molto probabilmente tra i ragazzi c’era un’alta percentuale di asintomatici, che poi hanno trasmesso il virus ai familiari, che si sono invece ammalati»
Il secondo?
«A metà  novembre, due settimane circa dopo il DPCM della didattica a distanza, abbiamo raggiunto il picco della percentuale dei positivi sui casi testati. A questo punto, non abbiamo dati perchè il ministero della Salute sono mesi che non fornisce i dati completi del tracciamento negli istituti scolastici, e soprattutto non è stata fatta nessuna indagine statistica campionaria tra gli studenti.   La didattica in presenza è l’evento che è accaduto due settimane prima dell’aumento esponenziale dei casi, non ce ne sono altri. Bisognerebbe allora chiedere a Miozzo qual è secondo lui la causa. Quando avremo a disposizione almeno due teorie, ne discuteremo».
A proposito di tracciamento, crede vengano fatti ancora troppi pochi tamponi?
«A fine ottobre il Commissario all’emergenza Domenico Arcuri ha detto che avrebbero messo su un piano per eseguire circa 300 mila tamponi al giorno, dato che, come è stato dimostrato e detto più volte, ci siamo giocati l’attività  di tracciamento. Bene, dove sono questi tamponi? Quando siamo davanti a una percentuale di positivi alta, bisogna fare molti tamponi. Sia per limitare il contagio che per abbassare il tasso di errore nel monitoraggio, avere dati precisi, bisogna aumentare il numero di test. Le medie del numero giornaliero di tamponi molecolari nelle ultime tre settimane, esclusa quella corrente, sono rispettivamente 213000, 204000 e 187000. Il trend è di diminuzione».
Qual è invece l’andamento delle percentuali?
«In questo momento l’Italia ha un tasso di positività , rispetto ai casi testati, di circa il 25%. Da una settimana questo dato è costante. Perchè? Da un’analisi a livello regionale, posso dire che ci sono alcune Regioni in cui le percentuali sono in crescita approssimativamente lineare dall’inizio di ottobre (Veneto e Puglia) e vuol dire che non è stato raggiunto picco circolazione. Mentre Lazio, Toscana, provincia di Trento hanno cominciato a scendere dopo il picco e ora sono di nuovo in risalita. In altre, come la Lombardia e il Piemonte, c’è sì una discesa, ma con una frenata».
Cosa significa?
«Che non tutte le Regioni spingono nella stessa direzione, anzi, spingono in direzioni diverse».
E a proposito delle terapie intensive?
“Se uno va a vedere, le terapie intensive, così come i ricoverati con sintomi stanno calando sul piano nazionale. Questo accade per effetto delle misure di contenimento. Più precisamente però, le variazioni giornaliere ci dicono che la situazione frena. Penso che siamo di fronte ad un aumento della circolazione del virus».
A cosa è dovuta l’ulteriore diffusione del virus
«Per come la vedo io all’inizio dello shopping natalizio, attorno al 20 novembre, sull’onda del Black Friday».
Quale sarà  la situazione da qui ai prossimi mesi?
«Da ora, 10 di dicembre, fino al 10 febbraio abbiamo tre grossi potenziali pericoli: le vacanze di Natale, la riapertura delle scuole e i picchi influenzali. La combinazione di questi tre fattori può essere veramente deleteria. Dobbiamo fare in modo di non avere un boom di contagi. Possiamo avere il controllo, sappiamo cosa dobbiamo fare».

(da Open)

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CARABINIERI IN AGENZIA DI VIAGGI A NAPOLI: CERTIFICATI COVID FALSI PER ANDARE IN VACANZA

Dicembre 11th, 2020 Riccardo Fucile

500 CERTIFICATI PER PERMETTERE DI SPOSTARSI ALL’ESTERO ATTESTANTI UN TAMPONE NEGATIVO MAI FATTO

I carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli hanno controllato un’agenzia di viaggi di piazza Garibaldi, nel centro di Napoli, nell’ambito di una indagine su falsi certificati di negatività  al Covid che venivano utilizzati per permettere ai viaggiatori di spostarsi senza sottoporsi al tampone e quindi costituendo un potenziale veicolo di diffusione del virus.
I militari hanno effettuato una ispezione nel locale dove hanno trovato circa 300 fotocopie di documenti di identità  e oltre 500 referti sanitari, tutti apparentemente riportanti l’esito di un tampone molecolare e tutti con esito negativo, che erano riferibili all’acquisto di altrettanti biglietti aerei per Paesi esteri; da successivi accertamenti è emerso che uno dei certificati era stato falsificato: l’acquirente del biglietto non avrebbe mai effettuato il tampone.
L’ipotesi è quindi che possano essere tutti falsi, e che venissero usati per consentire i viaggi a cittadini che, in questo modo, riuscivano a oltrepassare i confini nazionali senza realmente verificare se fossero stati contagiati.
Una situazione particolarmente allarmante, visto l’altissimo numero di asintomatici (che possono trasmettere il virus ugualmente); i dati contenuti nel bollettino della Regione Campania di ieri, 10 dicembre, rendono l’idea perfettamente: 1.198 nuovi casi, dei quali soltanto 99 sintomatici, mentre gli altri 1.099 non presentavano alcun sintomo.
I documenti riportavano tutti l’intestazione dello stesso centro diagnostico, ma su questo aspetto sono in corso ulteriori indagini: appare infatti probabile che si tratti di contraffazioni, create imitando le grafiche e i caratteri dei certificati veri. I militari hanno effettuato un sopralluogo anche nel laboratorio, con la collaborazione dei Nas (Nucleo Antisofisticazione e Sanità ), e durante le operazioni alcuni locali del centro diagnostico sono stati sequestrati per inosservanza al testo unico delle leggi sanitarie.

(da agenzie)

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