Dicembre 21st, 2020 Riccardo Fucile
E’ SUCCESSO A UNA TROUPE DELLA RAI A PONTE MILVIO AGGREDITA DA 40 DELINQUENTI “PERBENE”…POI QUANDO QUALCUNO PER DIFENDERSI COMINCERA’ A SPARARE NON LAMENTATEVI
Vuoi provare a far vedere ai cittadini italiani — che magari non vivono nelle grandi città , ma
che abitano in piccoli paesi dove, per ovvie ragioni demografiche, è più difficile assembrarsi — che, nonostante le prescrizioni del governo, c’è tanta gente in strada che prende d’assalto i negozi dello shopping o i locali che restano (o dovrebbero restare) aperti fino alle 18?
Ti picchiano. In Italia ti picchiano.
Una troupe Rai aggredita ieri a Ponte Milvio, nel cuore di Roma, lo dimostra.
Il gruppo di giornalisti e operatori faceva parte della trasmissione Storie Italiane, che va in onda a metà mattina con la conduzione di Eleonora Daniele.
Ponte Milvio, tra i luoghi principali della movida romana, è una zona della capitale che nei giorni scorsi si è più esposta a casi di assembramenti.
Giovani generazioni, ma anche adulti non hanno mai fatto mancare la loro presenza tra le strade del quartiere di Roma nord, nonostante fosse suggerita prudenza e fossero vietati gli assembramenti.
La troupe della Rai sarebbe stata aggredita da circa 40 persone che, con diverse responsabilità , avrebbero reso impossibile lo svolgimento del servizio. Il tutto è avvenuto intorno alle 16 del pomeriggio del 21 dicembre.
Sul posto è intervenuto un mezzo del 118, che ha prestato le cure del caso ai componenti della troupe. Sull’episodio stanno indagando i carabinieri sella stazione di Ponte Milvio e della compagnia Trionfale.
«Aggredita a Ponte Milvio una troupe della Rai — ha detto Vittorio Di Trapani, dell’Usigrai —. Delinquenti hanno picchiato il filmmaker. Mi auguro che gli aggressori vengano identificati presto. Solidarietà alla giornalista, all’operatore e alla redazione di Storie Italiane. Al processo ci costituiremo parte civile».
Anche la sindaca di Roma Virginia Raggi ha voluto esprimere solidarietà ai giornalisti del programma, attraverso un tweet.
L’episodio rappresenta soltanto la punta dell’iceberg di una tendenza che si amplifica soprattutto sui social network e che successivamente ha questo tipo di riscontro nella vita vissuta.
(da agenzie)
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Dicembre 21st, 2020 Riccardo Fucile
LA VITERBESE NON HA VOLUTO RINVIARE LA PARTITA E LA CASERTANA AVEVA GIA’ USUFRUITO DI UN RINVIO A CAUSA PANDEMIA
Quanto accaduto domenica pomeriggio a Caserta aveva già provocato molte discussioni. E la notizia di oggi è destinata a trasformare l’indignazione in vera e propria rabbia calcistica.
Ieri allo stadio Alberto Pinto è andata in scena una partita che non si sarebbe dovuta giocare: Casertana-Viterbese.
I campani, però, sono stati costretti a scendere in campo solamente con nove uomini per via di una rosa ridotta all’osso a causa del Covid (oltre ad altri infortuni maturati nel tempo). Il motivo? Già in passato aveva usufruito della possibilità di rimandare un match a causa del Coronavirus. Il paradosso? Prima del fischio d’inizio, tre giocatori presentavano uno stato febbrile alterato. Sono stati effettuati i tamponi, ma poi il match è iniziato. E, alla fine, due dei tre sono risultati positivi al virus.
E l’amarezza per quanto accaduto — e ora dovranno essere accertate le responsabilità , oltre che un’analisi approfondita di un protocollo privo di senso in tempo di pandemia — in Serie C è tutta in un post Facebook pubblicato dalla stessa Casertana.
«In campo con due calciatori positivi, nonostante la Casertana FC avesse chiesto almeno il posticipo dell’orario di inizio della gara in attesa di conoscere l’esito dei tamponi, la partita di ieri ha rappresentato e rappresenta un pericolo per i calciatori in questione, i propri compagni di squadra e gli stessi avversari. Restiamo increduli di fronte a ciò, con la speranza che ora altri abbiano il buongusto di non spendere più parole inutili».
Cosa si poteva fare?
Il problema di base è il protocollo. Perchè la Casertana aveva già usufruito della possibilità di chiedere un rinvio (richiesta unilaterale) proprio per causa Covid.
Per ottenere la procrastinazione del match (valido per 15esima giornata del girone C della Serie C), la Viterbese — rivale di giornata — avrebbe dovuto concordare il rinvio. E questa cosa non è accaduto.
A quel punto la Casertana aveva due vie: scendere in campo con il numero minimo di giocatori consentito (come accaduto), oppure rifiutarsi di giocare, perdere a tavolino (0-3) con tanto di punto di penalizzazione.
Forse il gioco del calcio non ha ancora capito cosa sia il Covid e cosa sia questa pandemia.
(da agenzie)
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Dicembre 21st, 2020 Riccardo Fucile
LA STORIA DELLA “MAESTRINA” DI REGGELLO CHE DAL LETTO DI OSPEDALE SI PREOCCUPAVA DI MANDARE IL CERTIFICATO ALLA PRESIDE
“Come va?”. Risposta: “Con l’ossigeno meglio, ma è dura”. E poi: “Stasera mi hanno dato un
altro sciroppo per la tosse. Sono sempre attaccata all’ossigeno. Voi tutti bene?”. E loro a casa sì, loro tutti bene: il marito Piero, i figli Elia (24 anni) ed Eleonora (21).
Un po’ di cuori rossi e un sms per la buonanotte anche quando si teme che non sia una buonanotte per chi sta chiuso nella stanza di un ospedale, quello di Ponte a Niccheri a Firenze, a battagliare con il virus.
Lucia Cosimi faceva la maestra elementare a Reggello, un piccolo paese in provincia di Firenze. Aveva 55 anni e stava bene prima di quei colpi di tosse.
Sua figlia Eleonora ha pubblicato su Facebook gli ultimi sms che si scambiavano, quelli pieni di speranza: “Fatte le lastre, ora il polmone deve migliorare non è messo male”. Quelli più intimi al marito: “Ti amo”. “Anche noi ti amiamo”. E lei: “E’ quello che mi incoraggia”.
Poi l’sms di una maestra per bene che pensa al suo lavoro anche quando è con un casco per l’ossigeno in testa, messaggio: “Domattina senti la preside se l’ospedale mi deve fare il certificato”.
Eleonora ha pubblicato queste conversazioni su Facebook accompagnandole con un lungo post: “Sono arrabbiata con i negazionisti e con quelli che abbassano la mascherina e con i loro comportamenti ci mettono a rischio. Ogni volta che ne incontro uno mi sembra un’offesa alla memoria della mia mamma”.
Uno schiaffo su una ferita aperta. Lucia Cosimi è morta lo scorso 22 novembre.
E’ sempre difficile sapere come incrociamo il virus, Eleonora racconta che nella classe di sua mamma c’è stata una persona positiva al Covid e tutti, insegnanti, alunni e personale erano stati messi in quarantena.
Durante la quarantena sono arrivati quei colpi di tosse insistenti. Eleonora scrive della mamma maestra: “Aveva 55 anni. Lucia lascia un marito della stessa età e due figli, di 24 e 21 anni. Lucia stava bene poche settimane fa, quando, come ogni giorno, l’ho chiamata al telefono. Erano giorni che tossiva ininterrottamente.
Mi ha detto: “Tesoro, scusami, ci sentiamo quando mi passa questa tosse”. La nostra mamma non ce l’ha fatta. La nostra mamma è stata portata via con un’ambulanza il 6 novembre. Qualche giorno con il casco. Eravamo preoccupati, senza dubbio, ma sereni. La nostra mamma non aveva alcuna malattia pregressa. La nostra mamma stava bene. La nostra mamma aveva 55 anni. Questi sono i messaggi che è riuscita a scambiarsi con noi quando aveva il casco. Cioè, quando aveva il casco e vedeva molto male la tastiera del telefono. Un giorno è stata intubata”.
Dall’ospedale una volta è riuscita anche a mandare una foto. “Eravamo positivi: faremo tutto quello che bisognerà fare, aspetteremo tutto il tempo che bisognerà aspettare – riprende a raccontare Eleonora – Dopo dieci giorni la tragica chiamata dall’ospedale: ci vuole un miracolo. Le fanno una terapia sperimentale, bisogna crederci e mandarle tanta forza, “il gioco di squadra di solito funziona” mi dice una dottoressa. È così. Migliora. Il primario è entusiasta, lo sono anche gli anestesisti, “che sono sempre i più cauti”. La mattina di due giorni dopo chiamo il mio babbo, come sempre. Siamo felicissimi. Attacco, e mentre lo faccio penso: “Che cavolo però.. Aspettare le due per avere buone notizie è un po’ una noia”. L’ospedale chiama sempre di primo pomeriggio, una volta al giorno. Dopo 15 minuti ci chiamano il primario e l’ospedale. La nostra mamma ha avuto un tracollo nella notte. È morta”.
Fin qui la storia di mamma Lucia, poi la rabbia di chi è stato colpito negli affetti: “La ragione di questo post non è la nostra mamma. La nostra mamma che non doveva morire, la nostra mamma che poco più di un mese fa stava bene, la nostra mamma che era la persona più dolce del mondo, la nostra mamma che è morta a poco tempo dal vaccino, la nostra mamma che in quei tre giorni che non era sedata aveva diffuso così tanto amore che per tutti era “La Maestrina”, la nostra mamma che piangono anche i medici, la nostra mamma sulla cui bara, gli stessi, hanno messo delle luci. La nostra mamma che non può lasciare alcun vuoto, tanto ci ha riempiti. La nostra mamma che non ha mai dato solo a noi tre. Il motivo è un altro: è l’uomo agitato in fila alla motorizzazione. Si mette la mascherina sotto il naso, sbuffa, se la sposta sul mento, sbuffa ancora, si muove nella stanza, allarga le braccia, soffia. Mi giro verso di lui, lo fisso. Non sono riuscita a dire niente, tanta era la rabbia. Dei negazionisti poi non me ne è mai fregato niente, tempo ed energie persi. Però leggere e sentire tanti contro il vaccino, non lo accetto. Non lo accetto e vi chiedo aiuto. Per favore, manteniamo alta l’attenzione, anche se siamo stufi delle distanze, delle limitazioni. Ci si ammala anche seguendo le regole”. Eleonora era in coda alla motorizzazione per cambiare l’intestatario dell’auto di sua mamma.
(da “La Repubblica”)
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Dicembre 21st, 2020 Riccardo Fucile
DAL 10 AL 20 DICEMBRE I PASSEGGERI RIENTRATI DAL REGNO UNITO NON SONO STATI SOTTOPOSTI A TEST RAPICO IN AEROPORTO, AVEVANO SOLO L’OBBLIGO DELLA QUARANTENA VOLONTARIA
Dalle 16.54 di ieri, 20 dicembre, l’Italia ha sospeso i voli da e verso il Regno Unito fino al 6 gennaio (con margine di proroga, ndr), al fine di prevenire la diffusione della nuova variante del Coronavirus.
Al netto delle esigue informazioni sull’impatto della mutazione, il governo italiano, così come molti altri Paesi europei, ha optato per la strada «della massima prudenza», chiudendo — in blocco, a eccezione dei voli cargo e per emergenze sanitarie — i collegamenti con il Regno Unito.
Il caos voli per il rientro in Italia
E così, centinaia di italiani che pensavano di rientrare in Italia per le festività natalizie si son trovati bloccati (e abbandonati) di punto in bianco quando erano già in aeroporto. Già , perchè se inizialmente si ipotizzava che l’effettivo blocco sarebbe entrato in vigore dalla mezzanotte tra il 20 e 21 dicembre, lo stop è invece stato immediato.
E non mancano le proteste, anche perchè le 16.54 hanno rappresentato un vero e proprio spartiacque per la partenza verso l’Italia.
Dalle diverse testimonianze emerge infatti che chi aveva un volo programmato pochi minuti prima dell’orario della messa in atto del blocco è riuscito a tornare in Italia, ma chi aveva un volo programmato anche solo verso le 17.30-17.40 è stato lasciato a terra, con pochi minuti di preavviso.
Le falle nei controlli aeroportuali
Una scelta tanto netta quanto difficile comprensione a livello temporale, anche considerando che nelle settimane scorse migliaia di italiani sono rientrati dal Regno Unito, con controlli non sempre troppo stringenti, nè serrati.
Secondo quanto disposto dal Dpcm del 3 dicembre, fino al 9 dicembre, per rientrare in Italia era necessario presentare all’imbarco un certificato di negatività al virus, da effettuarsi nei due giorni (massimo tre, ndr) antecedenti al volo. In caso di assenza di tale attestazione, il viaggio veniva comunque consentito e, nelle 48 ore successive all’arrivo in Italia, ci si sarebbe dovuti sottoporre al tampone di controllo.
Dal 10 al 20 dicembre le misure sono, in parte, cambiate. Non c’era più la possibilità di svolgere il test rapido una volta atterrati negli aeroporti italiani. In fase di imbarco era ancora richiesto il certificato di negatività ma il viaggio veniva comunque consentito ai passeggeri in rotta verso l’Italia anche se privi di certificato. Passeggeri che, una volta rientrati in Italia, avrebbero dovuto osservare il periodo di quarantena fiduciaria.
Non manca chi, ieri, è rimasto a terra e aveva speso centinaia di sterline per sottoporsi al tampone richiesto per il rientro in Italia.
«Abbiamo buttato soldi in tamponi per rispettare le regole del rientro e ora siamo abbandonati a noi stessi. Non sappiamo a chi rivolgerci, mentre altri sono tornati a casa anche senza sottoporsi a test, solo perchè hanno prenotato qualche giorno prima, o avevano l’aereo qualche ora prima di noi», si sfogano sui social.
E starà ora al governo capire se e come sbloccare il rimpatrio di migliaia di italiani rimasti Oltremanica. Anche perchè, ormai, la variante inglese del Coronavirus è già in Italia.
(da agenzie)
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Dicembre 21st, 2020 Riccardo Fucile
COSA SI SA DELLA VARIANTE E COSA FARE… IDENTIFICARE, ISOLARE E TRACCIARE
Identificare, isolare, tracciare: ecco l’invito che i Paesi europei hanno ricevuto dal Centro
Europeo per il controllo delle Malattie (ECDC) per affrontare l’allerta generata dalla “variante inglese” del Covid-19.
Le autorità sanitarie pubbliche e i laboratori del Vecchio Continente sono stati chiamati ad analizzare i virus isolati in modo tempestivo per identificare i casi della nuova variante, chi ha avuto contatti con persone positive ad essa o ha viaggiato nelle aree colpite.
In queste ore la cosiddetta “VUI-202012/01″ (variant under investigation), identificata originariamente Regno Unito, sta generando interrogativi e incognite. Dalla trasmissibilità , passando per l’efficacia di vaccini e metodi diagnostici, fino alla sospensione dei voli e alle misure di contrasto varate dai governi europei: ecco cosa sappiamo finora.
Che cos’è una “variante” e quali specificità presenta quella “inglese”?
Il documento diffuso nelle scorse ore dal Centro Europeo per il controllo delle Malattie (ECDC) fa chiarezza sul concetto di “variante”, che non è una mutazione, ma il risultato della somma di diverse mutazioni. La variante identificata per la prima volta a settembre in Uk, tra le varie, presenta una mutazione principale (N501Y) a livello della proteina Spike, che il virus utilizza per legarsi alle cellule umane mediante il recettore ACE2. Un aspetto che genera potenziale allerta, perchè tutti i vaccini disponibili o in arrivo hanno l’obiettivo di indurre produzione di anticorpi neutralizzanti proprio contro la proteina Spike. A ogni modo, fino ad ora la comunità scientifica pare concordare sul fatto che sia improbabile che i vaccini risultino inefficaci contro il nuovo ceppo di Sars-CoV-2.
La “variante inglese” è più pericolosa e/o più contagiosa?
“Allo stato attuale non ci sono indicazioni di una maggiore gravità dell’infezione associata alla nuova variante”, sottolinea il Centro Europeo per il controllo delle Malattie. Per quanto riguarda l’aumento della sua trasmissibilità , invece, anche il premier Boris Johnson ha affermato che è stata quantificata attorno al 70% in più: si tratta del dato che più preoccupa autorità e cittadini. Secondo il documento diffuso dall’ECDC, sembra che all’R0 della variante del virus prevalente a livello globale si debba aggiungere un valore minimo di 0,4. Quest’ultimo elemento pone l’accento sulla maggiore attenzione da adottare nei confronti delle misure anti-Covid e di distanziamento sociale dinanzi alla “variante inglese”.
Potrebbero essere necessari ulteriori studi sui vaccini anti-Covid?
“Le prime informazioni dicono che sembra non fare maggiori danni ma produce più contagiati e questo resta un problema molto serio. Da primissime informazioni sembra che i vaccini possano funzionare ugualmente ma servono informazioni più solide”, sono state le parole del ministro della Salute Roberto Speranza. A sottolinearlo anche il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza: “La variante di Sars-CoV2 che sta circolando in questo momento a Londra e nel Sud-Est dell’Inghilterra, presenta delle mutazioni sulla proteina di superficie del virus, la cosiddetta Spike. Nonostante si ipotizzi che queste mutazioni possano aumentare la trasmissibilità del virus, non sembrano alterare nè l’aggressività clinica nè la risposta ai vaccini”. “La variante inglese del Sars-Cov-2 non dovrebbe sfuggire alla protezione della vaccinazione. Nella peggiore delle ipotesi, non bisognerebbe dover ricominciare da zero con la sperimentazione ma fare un aggiornamento della composizione del vaccino, in modo simile a quanto avviene ogni anno con quello influenzale”, è il parere del virologo Fabrizio Pregliasco.
Gli attuali metodi diagnostici sono adeguati all’individuazione della “variante inglese”?
L’Oms Europa ha spiegato che le “informazioni preliminari” sulla variante del coronavirus suggeriscono che “potrebbe anche incidere sull’efficacia di alcuni metodi diagnostici”. Inoltre, sottolinea il Centro Europeo per il controllo delle Malattie, la “variante inglese” potrebbe dare risultati falsi negativi del tampone sul gene S cercato con la PCR: un elemento di cui tenere conto in fase di analisi da parte dei laboratori.
Perchè molti Paesi, compresa l’Italia, hanno sospeso i voli da e per il Regno Unito?
La decisione è stata presa in virtù della riscontrata maggiore trasmissibilità di questa variante del virus (+70%). Per prevenire l’aumento dei casi, tutti i voli tra l’Italia e la Gran Bretagna sono stati sospesi, sia in arrivo che in partenza fino al 6 gennaio. Per gli ultimi voli in arrivo, prima dello stop, è stato ripristinato l’obbligo del tampone in aeroporto. Anche in altre parti del Vecchio Continente sono state prese decisioni simili: stop ai voli da e per il Regno Unito in Germania, Olanda, Belgio, Austria, Lussemburgo, Bulgaria. Anche la Francia valuta la sospensione di voli e i treni provenienti dalla Gran Bretagna. La Spagna ha chiesto una risposta coordinata da parte dell’Unione Europea. Intanto Bruxelles si muove: “La presidenza tedesca dell’Unione Europea ha invitato lunedì 21 alle 11 i rappresentanti dei Paesi membri ad una riunione d’emergenza del meccanismo di risposta alla crisi (Ipcr). In agenda, il coordinamento della risposta alla nuova variante del coronavirus nel Regno Unito”, ha twittato il portavoce della presidenza tedesca, Sebastian Fischer.
Quanto è diffusa la variante fuori dal Regno Unito? Com’è la situazione in Italia?
Oltre ai casi inglesi, registrati anzitutto a Londra e nel Sud-Est dell’Inghilterra, la variante del Covid-19 è già stata riscontrata in pazienti di altre zone del mondo. Al momento, secondo l’Oms, sono 9 i casi individuati in Danimarca. Ulteriori casi sono stati registrati in Olanda, Australia e, secondo alcuni media internazionali, in Sud Africa.
Intanto, in Italia la variante è stata riscontrata all’ospedale Celio di Roma su un paziente italiano proveniente dal Regno Unito. Secondo l’Ansa, è stata avviata allo Spallanzani di Roma la procedura per l’isolamento della sequenza del virus per verificare la cosiddetta variante. Gli accertamenti saranno fatti sul test eseguito su un passeggero sbarcato ieri a Fiumicino e positivo al tampone. Si avranno nei prossimi giorni i risultati degli accertamenti per stabilire se il passeggero, positivo al Covid, abbia la cosiddetta variante inglese. Secondo quanto si apprende, si tratta di un giovane medico. Su 351 passeggeri atterrati ieri a Fiumicino dall’Inghilterra è l’unico risultato positivo al Covid. Sta bene ed è asintomatica la donna risultata positiva alla variante britannica del Covid. A quanto si apprende, la donna non è ricoverata ma è in isolamento con il compagno nella loro abitazione nella zona di Roma. Quest’ultimo, di orgini britanniche, è anche lui positivo ed asintomatico ed era rientrato alcuni giorni fa dal Regno Unito ma su di lui non è stata ancora conclamata la variante. La sua compagna invece ha una forte carica virale. Elemento, quest’ultimo, che avrebbe aiutato a sequenziare il genoma del virus SARS-CoV-2 con la variante riscontrata nelle ultime settimane in Gran Bretagna. Un caso sospetto della nuova variante inglese del Covid si trova a Bari: è all’esame delle autorità sanitari pugliesi e riguarda una ragazza 25enne rientrata giovedì scorso a Bari da Londra con la febbre. La giovane, sottoposta a tampone nel capoluogo pugliese, è risultata positiva al Coronavirus: la notizia è riportata da Repubblica.
Tre tamponi positivi e due dubbi: è invece il risultato dei test molecolari sui 134 passeggeri e sei componenti dell’equipaggio del volo Ryanair da Londra atterrato ieri sera a Palermo. I tamponi antigenici rapidi effettuati dai medici dell’Asp di Palermo e dell’Usmaf avevano dato esito negativo. I successivi controlli hanno purtroppo accertato la presenza di tre contagiati tra i passeggeri, che si trovano tutti in quarantena.
(da agenzie)
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Dicembre 21st, 2020 Riccardo Fucile
RIUNIONE D’EMERGENZA DELL’UE, JOHNSON CONVOCA IL GABINETTO DI CRISI
L’Europa è in allarme mentre per la nuova variante del coronavirus individuata in Gran Bretagna. A Bruxelles a breve ci sarà una riunione di emergenza per decidere misure comuni: intanto diversi Paesi europei – fra cui l’Italia – hanno bloccato sin da ieri i voli dal Regno Unito. Lo stesso hanno fatto molte nazioni extra-europee.
Johnson convoca il gabinetto di crisi
Il primo ministro britannico, Boris Johnson, ha convocato una riunione d’emergenza del gabinetto di crisi Cobra per affrontare le conseguenze della chiusura dei collegamenti aerei con il Regno Unito disposta da numerosi Paesi in seguito all’identificazione di un nuovo ceppo di coronavirus ancora più contagioso. Il dipartimento dei Trasporti sta preparando un piano di contingenza e l’aeroporto di Manston si sta attrezzando per alleviare la pressione sui porti. A preoccupare è soprattutto l’interruzione dei flussi commerciali con la Francia attraverso il canale della Manica, dopo che Parigi ha chiuso l’accesso a tutti i mezzi che trasportano carichi dal Regno Unito. Il blocco arriva in un momento di intenso traffico alla frontiera, dal momento che i fornitori temono che la Brexit si consumi senza accordo e stanno cercando di aumentare le consegne prima del 31 dicembre, fine del periodo di transizione.
Ecdc, “La variante del virus circola da novembre”
La variante inglese del coronavirus circola già da un mese. Tre sequenze di campioni raccolti in Danimarca e uno in Australia, prelevati a novembre, sono infatti risultate collegate al focolaio inglese causato da questa mutazione. Il che indica che si è già “verificata una sua diffusione internazionale, anche se non se ne conosce l’estensione”. Lo spiega il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), in un rapporto pubblicato sul suo sito
Ecdc: “Le sequenze di tamponi e test rapidi vanno aggiornate”
I laboratori europei dovranno ricontrollare e aggiornare i nucleotidi usati nei vari metodi diagnostici del SarsCov2, quali i tamponi molecolari e i test antigenici rapidi. A indicarlo è l’Ecdc, in un documento pubblicato sul suo sito. Secondo l’Ecdc nei test non ci si può basare solo sulla rilevazione delle varianti sul gene-S e raccomanda di avere una conferma usando il sequenziamento. Per questo va aumentata la capacità di caratterizzare il virus geneticamente e antigenicamente, o di condividere con i laboratori di riferimento le sequenze isolate.
(da agenzie)
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Dicembre 21st, 2020 Riccardo Fucile
LA VARIANTE INGLESE SPAVENTA IL GOVERNO
Allerta massima nell’esecutivo. Speranza chiama i presidenti di Regione. I timori del
ministero della Salute: «Così il sistema potrebbe non reggere»
L’allerta è alta in seno al governo. La variante inglese del Coronavirus, più veloce del 70% rispetto al normale e già riscontrata in almeno due casi in Italia, minaccia di mettere in ginocchio un sistema sanitario che si trova sotto pressione a causa di una curva del contagio che frena troppo lentamente.
Il nodo è quello della trasmissibilità , la rapidità con cui questo ceppo salta di persona in persona, portando il contagio a un ritmo finora sconosciuto. Ad alimentare e giustificare le preoccupazioni è il dato di ieri, 20 dicembre, sui nuovi contagi nel Regno Unito, mai così tanti dall’inizio della pandemia.
«Il fatto che il Regno Unito, in pieno lockdown, dopo le restrizioni di dicembre e l’ultimo blocco quasi totale di novembre, abbia oggi 36 mila casi in 24 ore, è la prova che questa nuova variante ha una capacità di trasmissione molto maggiore della precedente», spiega il ministro della Salute Roberto Speranza. Per questo, dice, il governo non poteva che decidere subito la sospensione dei voli dal Regno Unito fino al 6 gennaio, «per permettere ai nostri scienziati di capire di più. Se bisognerà rivedere l’ordinanza lo faremo, ma adesso non avevamo altra scelta»
Terapie intensive a rischio saturazione
«Quello che preoccupa», continua Speranza, «è che la variante sembra avere un impatto sull’indice Rt, l’indice di trasmissibilità , molto più forte. Ha la stessa forza sulle persone, non è più violenta, ma aumenta i numeri». E i numeri, come riporta la Repubblica, sono alla base dell’allarme scattato nel governo: al momento, l’Italia ha il 32% di posti letti occupati di terapia intensiva e il 39% di area medica. Al ritmo di diffusione della variante inglese del virus, è il timore del ministero della Salute riportato dal quotidiano, «gli ospedali rischiano di non reggere»
Tampone e quarantena per chi torna dal Regno Unito
Per ora, la strategia dell’esecutivo di contrasto al virus non cambia. Le misure restano quelle annunciate, ma — è l’avvertimento di Speranza alle Regioni — serve massima attenzione. Ieri il ministro ha telefonato ai governatori di Piemonte, Lombardia, Veneto, Campania, Puglia, Sicilia, per accertarsi che il messaggio sia chiaro. Chi torna dal Regno Unito, dovrà sottoporsi a tampone e osservare 15 giorni di quarantena. E proprio all’analisi dei test di quanti sono tornati da Oltremanica sarà prestata particolare attenzione. Senza perdere di vista la curva dei contagi.
(da agenzie)
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Dicembre 21st, 2020 Riccardo Fucile
LE OSSERVAZIONI DEL CENTRO EUROPEO PER IL CONTROLLO DELLE MALATTIE
Dal Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) arriva un appello a tutti gli Stati membri dell’Ue: identificare immediatamente i contatti delle persone risultate positive alla nuova variante del Covid, o che hanno viaggiato nei luoghi più a rischio, al fine di isolarli. Individuare queste persone vuol dire anche poterle testare e identificarne gli ulteriori contatti.
«Le analisi hanno individuato una larga quantità di casi nel sud-est dell’Inghilterra collegati alla nuova variante» ha detto l’Ecdc, «per questo le autorità sanitarie pubbliche e i laboratori di tutti i Paesi europei devono analizzare in modo tempestivo i virus isolati». La variante in questione, secondo l’Ecdc, circola già da un mese. Tre sequenze di campioni raccolti in Danimarca e uno in Australia, prelevati a novembre, sono infatti risultate essere collegate al focolaio causato da questa mutazione. Il che indica che si è già «verificata una sua diffusione internazionale, anche se non se ne conosce l’estensione».
La procedura in Italia
In Italia, sono già stati rintracciati e messi in isolamento, in queste ore, diversi contatti stretti — familiari compresi — della donna risultata positiva alla variante. Per il trattamento della paziente — asintomatica — a quanto si apprende è stato applicato lo stesso protocollo previsto per qualsisi malato Covid. Nella mattina di oggi, l’istituto Spallanzani ha fatto sapere di aver avviato la procedura per l’isolamento della sequenza della nuova variante. I laboratori del Lazio sono stati invitati a mettersi in contatto con lo Spallanzani in caso di ulteriori positività riscontrate in soggetti provenienti dal Regno Unito.
(da agenzie)
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Dicembre 21st, 2020 Riccardo Fucile
SPERANZA: “STOP AI VOLI, NON ABBIAMO SCELTA”
Nel Regno Unito, dopo il lockdown duro nazionale, ha registrato 36mila casi di Covid-19 in
24 ore.
È questo il dato che preoccupa il ministro della Salute Roberto Speranza, che ieri, a causa della notizia della nuova variante del virus, ha deciso il blocco dei voli dal Paese e tamponi e quarantena per chi è rientrato dal Regno Unito in Italia da meno di 14 giorni.
Ma sulla nuova variante, la cui presenza in Italia è stata documentata da un primo caso a Roma. il ministro non si fa illusioni: riuscire a tracciarla e contenerla è molto difficile.
“Se da Wuhan il virus è arrivato, senza che ce ne accorgessimo, a Codogno e a Vo’ Euganeo, come possiamo non essere preoccupati da una variante che parte da Londra? E con ogni probabilità sarà già a Roma, Venezia, Torino?”, dice Speranza in un virgolettato citato da Repubblica.
Il boom di casi nel Regno Unito nonostante le restrizioni, per il ministro, “è la prova che questa nuova variante ha una capacità di trasmissione molto maggiore della precedente. Per questo non potevamo che decidere subito il fermo dei voli, per permettere ai nostri scienziati di capire di più. Se bisognerà rivedere l’ordinanza lo faremo, ma adesso non avevamo altra scelta”.
La variante inglese non sembra dare forme più gravi di quello esistente, ma si diffonde più velocemente.
Secondo quanto rilevato dai tecnici, la trasmissibilità del nuovo ceppo è di 0,5 di Rt superiore rispetto al precedente. Se dovesse prendere piede in Italia, l’ipotesi di arrivare a fine gennaio con un indice di contagio di 0,5 sarebbe impossibile.
Il nostro Paese, già con gli ospedali sotto pressione per la seconda ondata, non può permettersi di rischiare. Per queste ragioni, Speranza ha scelto la linea della massima prudenza e ha interrotto, insieme ad altri Paesi, i collegamenti dal Regno Unito fino al 6 gennaio.
La buona notizia è che gli ultimi elementi arrivati nella tarda serata di ieri al ministero confermano che gli scienziati europei sono ragionevolmente convinti dell’efficacia dei vaccini anche su questa variante di Covid. Intanto Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute, denuncia: “Gli inglesi sapevano e hanno taciuto per 3 mesi, ora in Italia serve il lockdown”.
(da agenzie)
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