Febbraio 23rd, 2021 Riccardo Fucile
LUI PROVA A SCENDERE IN PIAZZA CON LORO MA IN TANTI ORA LO ACCUSANO DI ESSERSI ALLEATO CON IL NEMICO E LO CHIAMANO “LA SEGRETARIA” DEL GOVERNO DRAGHI… E MOLTI RICORDANO I PASTORI SARDI, ABBANDONATI DALLA LEGA AL LORO DESTINO
à‰ diventata molto dura per Salvini barcamenarsi tra le esigenze di chi gli chiede di stare al governo, per monitorare i miliardi del Recovery Fund, e il rendersi conto che gli è impossibile come faceva una volta poter strillare a piacimento sulla qualunque, dagli sbarchi, ai miliardi che devono essere elargiti, per passare dalle giravolte continue su aperture e chiusure in emergenza COVID.
Ora quel posto così comodo lo ha occupato Giorgia Meloni che infatti non perde occasione per soffiare sul fuoco. Ottenendo anche dei risultati nei consensi, almeno per il momento, mente il prode “Capitano” frana sui social e neanche le fotine pucciose con la figlioletta riescono a conquistare i cuori verdi dei suoi seguaci che spesso gli rimproverano l’alleanza con il nemico. Salvini ci ha provato a fare la voce grossa.
Prima criticando la riconferma di Lamorgese e Speranza ai loro ministeri. E poi tacendo sulle stesse nomine perchè non poteva fare altro. Poi spiegando in tv che ha chiesto a Draghi perchè i ristoranti non potessero rimanere aperti la sera.
Mentre continua a cianciare di sovranità vaccinale e altre amenità che non si possono realizzare però ieri i ristoratori sono scesi in piazza davanti a Montecitorio per protestare. E sono stati critici anche con quella che hanno chiamato la “segretaria” del governo. Proprio lui:
“Hanno mandato la segretaria in piazza (SALVINI) dicono i ristoratori, mandiamoli a casa, sì, ma come?
E anche se Salvini più tardi è andato a parlare con i manifestanti non ha potuto dire molto altro che “vi assicuro che arriveranno i ristori” e ” con lui ci parlo” (sempre per spiegargli quella storia dei ristoranti che devono aprire per cena).
Ma che potere contrattuale ha il leader della Lega se il primo decreto del governo Draghi conferma la linea del rigore contro il pericolo della terza ondata dell’epidemia di Coronavirus dovuto alla diffusione delle varianti?
I ristoranti non potranno riaprire se non sarà scampato questo pericolo. Salvini alla fine lo sa e i ristoratori pure. Anche perchè magari ricordano le promesse che il “Capitano” fece ai pastori sardi. Che finirono nel dimenticatoio della propaganda leghista senza essere realizzate.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: denuncia | Commenta »
Febbraio 23rd, 2021 Riccardo Fucile
“INCALZARLO E’ UN DOVERE”
Nicola Fratoianni, deputato di Sinistra Italiana, è tra i pochi in Parlamento a voler tenere alta
l’attenzione sul caso Renzi-Arabia Saudita.
Nei giorni scorsi ha rilanciato l’appello del Fatto, che ha iniziato a contare i giorni da quando è finita la crisi di governo e dunque da quando Renzi avrebbe dovuto chiarire, come da sua promessa, i dettagli della conferenza a Riyad per conto di un ente del governo saudita.
Nicola Fratoianni, alla fine Renzi farà chiarezza?
Ho qualche dubbio. La promessa c’è stata, ma non sarebbe certo la prima volta che Renzi viene meno a ciò che annuncia. Credo però che sia un dovere continuare a incalzarlo.
Che cosa la turba di più della trasferta saudita?
C’è senza dubbio una questione di opportunità nel farsi pagare da uno Stato estero, ma vorrei porre l’accento anche sul merito di quello che Renzi ha detto in quella specie di rappresentazione teatrale. Ha dato un giudizio positivo su un regime nel quale sappiamo bene come vengano trattati i lavoratori, le donne, le minoranze. Per molte persone la libertà è un miraggio, altro che nuovo Rinascimento. C’è un progresso costruito sui diritti violati dei migranti, ridotti in schiavitù.
Il caso sembra già dimenticato.
Questo è un Paese che non ha la memoria molto lunga. Se la promessa era di parlarne dopo la crisi, direi che ora la situazione è parecchio stabile: vediamo se arriveranno spiegazioni.
(da “il Fatto”)
argomento: denuncia | Commenta »
Febbraio 23rd, 2021 Riccardo Fucile
L’IPOCRISIA DEL POLITICO CHE NASCONDE LA PISTOLA ANCORA FUMANTE E I MANDANTI
C’era una volta Matteo Renzi che accusava Conte di volere i pieni poteri perchè voleva tenere la delega ai Servizi e ora c’è sempre Matteo Renzi che non commenta la decisione analoga che vorrebbe prendere il nuovo presidente del Consiglio Mario Draghi. In attesa della composizione della squadra dei sottosegretari da nominare è ancora solo un’indiscrezione che però, secondo quanto scrive il Fatto Quotidiano, non ha fatto alzare neanche un sopracciglio al leader di Italia Viva:
Proprio all’ex premier era stato imputato di voler rincorrere “i pieni poteri”, di non “rispettare le regole democratiche”, e tutto perchè aveva intenzione di tenere per sè la delega all’intelligence. Un orientamento condiviso adesso da Mario Draghi, che pare intenzionato a occuparsi in prima persona degli 007, senza che nessuno della sua maggioranza alzi un dito per chiedere spiegazioni.
Magari alla fine non se ne farà nulla e Draghi cambierà idea all’ultimo minuto, ma le diverse anticipazioni uscite sui giornali sarebbero dovute bastare per stanare eventuali pa s da ra n delle deleghe, come era stato a dicembre con Giuseppe Conte a Palazzo Chigi. Oggi invece non c’è traccia delle accuse di un tempo. E pensare che il 17 gennaio, sulla questione dei servizi, Renzi era netto: “Penso che si debbano rispettare le tradizioni democratiche. È l’ennesimo segno di un modello democratico che viene messo in discussione”
All’epoca Conte aveva ceduto nominando Benassi sotto segretario con la delega all’Intelligence. Non bastò per salvare il governo. Ma del resto anche il MES, altro totem di Italia Viva, è sparito dai desiderata di Renzi. Perchè, per dirla come Faraone, “è Draghi il nostro MES”.
(da “NextQuotidiano”)
argomento: Renzi | Commenta »
Febbraio 23rd, 2021 Riccardo Fucile
SENZA CONTROLLI ADEGUATI SARANNO PREDA DI ATTIVITA’ CRIMINALI, INUTILE FARE FINTA DI NULLA
Il reddito di cittadinanza dovrebbe essere una misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla
povertà , alla disuguaglianza e all’esclusione sociale. Che cosa accadrebbe se questa misura arrivasse anche a chi non ne avesse per nulla diritto per mancanza di requisiti evidenti?
La legge sancisce che al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio, occorre avere i requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno, reddituali e patrimoniali, oltre che, tra l’altro, non essere stati condannati, nell’ultimo decennio, con sentenza passata in giudicato, per reati di mafia. A questo punto ci chiediamo come sia possibile che soggetti condannati per reati di stampo mafioso che fanno parte, a vario titolo, dei clan di rilievo nazionale e che hanno commesso delitti gravissimi – quali estorsione, usura, rapina, traffico di sostanze stupefacenti, voto di scambio, maltrattamento di animali e organizzazione di competizioni non autorizzate di animali – possano beneficiare tranquillamente di una simile misura contro la povertà ? Un simile scandalo oltre ad essere ingiusto, crea un enorme danno soprattutto ai legittimi beneficiari che sono realmente in una condizione di povertà .
Personalmente mi sono fatto un’idea: non ci sono stati i controlli.
Se questo sarà anche l’andazzo per i prossimi fondi europei che arriveranno nei mesi a venire, allora, dobbiamo cominciare a preoccuparci e non poco. L’attività di controllo, su questi fondi dovrebbe essere certa, efficace, orientata alla massima trasparenza e si dovrebbero erogare sanzioni efficaci ed effettive per chi sbaglia.
La necessità di distinguere la posizione di chi deve controllare cosa fanno soggetti, enti, aziende e società , finanziate con denaro pubblico, rispetto a chi li amministra diventa indispensabile e improrogabile. Se non si pone rimedio a questa piaga i nuovi fondi europei post-Covid, saranno preda per ogni tipo di attività illecita e criminale.
Sulla scabrosa questione mi sono anche domandato: se non ci sono stati controlli preventivi chi rimborserà le somme, giacchè con molta probabilità i beneficiari mafiosi saranno nullatenenti? Qualcuno sarà citato in giudizio per una palese corresponsabilità ? Caro Presidente Draghi, se vorrà realmente combattere la corruzione e le mafie occorrerà partire da un nuovo assetto dei poteri pubblici e da una diversa organizzazione del potere di controllo.
Negli ultimi anni abbiamo avuto scandali come quello del Panama Papers, del Mose a Venezia, dell’Expo a Milano e di Mafia Capitale a Roma. Dove erano i controllori? Ritengo che se non finirà l’epoca del controllore che controlla se stesso, difficilmente porremo freno alle tre grandi piaghe che affliggono il nostro Paese: mafie, corruzione ed evasione fiscale.
(da “Huffingtonpost”)
argomento: denuncia | Commenta »
Febbraio 23rd, 2021 Riccardo Fucile
SI ERANO CONOSCIUTI IN MAROCCO E HANNO TRE FIGLIE… HA FONDATO L’ONG “MAMA SOFIA” CHE ASSISTE 13.000 BAMBINE E BAMBINI DI STRADA DI KINSASA
La moglie dell’ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio, Zakia Seddiki, ha fondato nel 2017 a Kinshasa l’ong ‘Mama Sofia’, di cui è presidente, ispirata al motto ‘Ridisegniamo il mondo’. Attanasio e Seddiki hanno avuto tre figlie, ed è proprio ai bambini che guarda ‘Mama Sofia’, che si dedica, ma non solo, agli oltre 13.800 bambine e bambini di strada in Congo. Attanasio è stato ucciso ieri in un attacco nei pressi del parco nazionale di Virunga.
Originaria di Casablanca, in Marocco, Seddiki ha conosciuto Attanasio quando era console in quella città : la donna guida ”l’associazione caritatevole impegnata a sostenere la popolazione bisognosa, e soprattutto le madri e i bambini più vulnerabili della Repubblica democratica del Congo”, come si legge sulla pagina Facebook dell’ong. ”Sognare una realtà più bella. Insieme è possibile”, è il motto .
Come suo marito, è anche lei capace di cogliere il lato positivo presente in ogni persona, di cucire i rapporti, di costruire ponti, dice chi la conosce. Con lui, ha cominciato a occuparsi dei bambini di strada in Congo. Zakia stava per costruire una casa per questi bambini con dei fondi messi a disposizione dalla Conferenza episcopale italiana.
Le necessità di assistenza in RDC sono così numerose che “Mama Sofia” ha deciso di operare secondo due diverse modalità .
La prima è costituita da ” iniziative ed eventi ad hoc che intendono dare una risposta immediata a richieste di aiuto per situazioni di grave disagio e difficoltà “. La seconda, “attraverso la realizzazione di progetti duraturi che, ove possibile, possano auto-mantenersi nel tempo e creare reddito per chi ha più bisogno, soprattuto mamme e famiglie in difficoltà ” come si legge dal sito dell’associazione.
La donna era stata premiata con il marito lo scorso ottobre con il Premio Internazionale Nassiriya per la Pace 2020. “Non si può essere ciechi davanti a situazioni difficili che hanno come protagonisti i bambini. È necessario agire per dare loro un futuro migliore. Cerchiamo, nel nostro piccolo, di ridisegnare il mondo”, aveva dichiarato in quell’occasione.
(da agenzie)
argomento: radici e valori | Commenta »
Febbraio 23rd, 2021 Riccardo Fucile
INTERVISTA A CHRISTOPHE GARNIER SULLA SITUAZIONE UIMANITARIA NEL PAESE
La provincia di Kivu Nord dove ieri, 22 febbraio, sono stati uccisi l’ambasciatore italiano Luca Attanasio,
il carabiniere Vittorio Iacovacci, e l’autista del convoglio Onu Mustapha Milambo, è tra le più instabili della Repubblica Democratica del Congo. Solo in quella regione orientale si trovano 1,5 milioni di sfollati interni. Una situazione umanitaria aggravatasi con la guerra civile iniziata nel 1997 e che in questi 24 anni, nonostante l’istituzione nel 2003 di un Governo di transizione, ha continuato a fare milioni di vittime.
Negli ultimi anni in quest’area, all’interno di un Paese dove mancano forti apparati statali, hanno potuto proliferare milizie armate, tra cui quella dei ribelli delle Forze democratiche di liberazione del Ruanda, in cima alla lista dei sospettati per l’attentato al convoglio Onu in cui si trovavano i due italiani.
Oltre alla presenza di gruppi jihadisti, è la ricchezza nel sottosuolo, con la presenza di minerali come il cobalto — necessario per la produzione di telefonini — a fare del Congo «uno dei Paesi più ricchi, ma allo stesso tempo più poveri al mondo», dichiara a Open il capo missione di Medici senza frontiere nella Repubblica democratica del Congo, Christophe Garnier. «Qui — dice — più di due terzi della popolazione vive con meno di due dollari al giorno».
Tra il 2017 e il 2019 nuovi scontri armati hanno creato 5 milioni di sfollati interni. E oltre all’instabilità politica, il Paese deve «continuamente fronteggiare lo scoppio di epidemia di Ebola», chiarisce Garnier. Una crisi così estesa che negli ultimi anni il team di Medici senza frontiere ha rafforzato i suoi progetti nelle città di Masisi, Walikale, Mweso e Rutshuru a Kivu Nord. Nel 2019, il Msf ha dovuto far fronte anche alla più grande epidemia di malaria. Ma — paradossalmente — il problema del Paese è che non c’è una vera emergenza: «Il Congo è tutto una grande emergenza. Se non è l’ebola, è la malnutrizione. Oppure il Coronavirus, la tubercolosi, il colera. Non puoi scegliere dove andare ad agire, e a volte non sai da che parte voltarti».
Oltre alle malattie, soprattutto negli ultimi anni, il Paese ha visto crescere anche le violenze sessuali. Secondo un report delle Nazioni Unite, i numeri relativi agli stupri sono aumentati proporzionalmente al numero delle incursioni dei militari nei villaggio. In particolare, nel 2019, la Missione Monusco ha documentato 1.409 casi di violenza sessuale nel periodo post elettorale. «Ci sono gruppi armati ovunque, ma il problema è che non si tratta di un Paese formalmente in guerra», osserva Garnier. «Qui quando la violenza inizia a crescere si annida dovunque e non c’è modo di fermarla».
(da Open)
argomento: denuncia | Commenta »