Destra di Popolo.net

DOPO IL RITIRO DI ALBERTINI CRESCONO LE AZIONI DI LUPI, MA CROLLANO QUELLE DI SALVINI

Maggio 6th, 2021 Riccardo Fucile

DOPO QUELLA DI RASIA DAL POLO, UN’ALTRA CANDIDATURA DELLA LEGA FINISCE NEL NULLA E ALBERTINI LANCIA LA PROVOCAZIONE: “AVREI CHIESTO A SALA DI FARMI DA VICE”

Gabriele Albertini rinuncia al ruolo di sfidante di Beppe Sala alle prossime elezioni milanesi. Da tempo era nota nei palazzi della politica la sua insofferenza nei confronti di quella frammentazione nel campo del centrodestra che aveva portato Matteo Salvini a proporne il nome, trovando però reazioni freddine in Fratelli d’Italia e Forza Italia.
È pur vero che sul versante-Meloni si era dato un formale via libera al ritorno dell’ex Sindaco, ma considerandolo “in quota Lega”: posizione antipatica perché avrebbe consentito di intestare a Salvini non solo i costi della campagna elettorale, ma anche il prezzo politico di una sconfitta che i sondaggi davano per probabile.
Silvio Berlusconi, una volta dimesso dal San Raffaele, ha invece telefonato varie volte ad Albertini, che – si mormora – avrebbe però considerato fuori tempo massimo il sostegno del leader del partito del quale ha fatto parte.
Un leader che, come noto, ha invece puntato le sue fiches su Maurizio Lupi, che a questo punto parrebbe la soluzione più logica. Il condizionale resta d’obbligo, visti gli incredibili saliscendi di questo processo di scelta, che sembra uscito dalla penna di Samuel Beckett.
Albertini, con l’eleganza che lo contraddistingue, motiva la sua rinuncia con l’età avanzata e la necessità di preservare la moglie dissenziente da quello che lui stesso aveva definito a suo tempo “sequestro di consenziente”.
Tutto vero, lo aveva detto anche mesi fa, ma senza nemmeno ricorrere ad eccessiva dietrologia si percepisce tra le righe l’insoddisfazione per un sostegno non unanime da parte della coalizione.
Impossibile non rilevare la sconfitta politica di Salvini, che dopo aver bruciato Roberto Rasia Dal Polo ha finito col perdere per strada anche Albertini, sul quale solo poche ore fa pronunciava parole tranchant: a fronte della sua disponibilità, il leader della Lega non accettava discussioni.
La disponibilità c’è stata, ma anche questo piano è fallito, dato politico che certamente rimescola le carte nel centrodestra. Dopo la scommessa sul giovane emergente, anche quella “sull’usato sicuro” si è rivelata un buco nell’acqua.
Allo stesso modo, crea tensione il passaggio della lettera nel quale Albertini dice che, in caso di vittoria, avrebbe chiesto a Sala di fargli da vice, eventualmente anche portando in Giunta anche alcuni esponenti del centrosinistra. Motivando l’idea con i tempi difficili, in pratica suggerisce una versione milanese del governo di unità nazionale, che non è un passaggio banale.
Probabilmente il messaggio va letto in senso speculare, ovvero con un invito a Sala, in netto vantaggio nei sondaggi, ad aprire la sua maggioranza ad esponenti dialoganti del centrodestra.
Da un po’ circola il nome di Carlo Masseroli, assessore con Letizia Moratti e in buoni rapporti anche con il Sindaco progressista. Lo stesso Lupi, un moderato che ha già partecipato come ministro a governi di “grosse koalition” presieduti da Enrico Letta e Matteo Renzi, sembra un profilo idoneo per il progetto. Posto, ovviamente, che Sala lo condivida. Difficilmente lo condividerà Salvini, come lo stesso Albertini scrive nella lettera
A proposito di nomi, l’ex Sindaco ringrazia anche “Libero” e Vittorio Feltri, che oltre ad invocare il ritorno in campo dell’ex Sindaco in un recente post su Twitter aveva profetizzato “Albertini farà a pezzi Sala alle prossime elezioni”.
Nel suo editoriale a commento del ritiro, è costretto a cambiare nettamente i toni, a partire dal titolo: “La tua rinuncia è il funerale di Milano”.
(da TPI)

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L’INCHIESTA-DENUNCIA DEL GUARDIAN: “40.000 MIGRANTI RESPINTI ILLEGALMENTE DAI PAESI EUROPEI, ITALIA INCLUSA, 2000 SONO MORTI”

Maggio 6th, 2021 Riccardo Fucile

“METODI ILLEGALI, DALL’AGGRESSIONE ALLA BRUTALITA’, SONO STATI PAGATI STATI EXTRA UE E NAVI PRIVATE PER RESPINGIMENTI VIETATI DALLA LEGGE INTERNAZIONALE”… “CINQUE NAVI ONG BLOCCATE PRETESTUOSAMENTE IN ITALIA”

Durante i mesi della pandemia, gli stati membri dell’Unione Europea hanno respinto decine di migliaia di richiedenti asilo dai propri confini, usando metodi illegali che hanno contribuito alla morte di oltre 2.000 persone.
Lo afferma il Guardian, che in un’analisi basata sui rapporti di agenzie delle Nazioni Unite e i dati raccolti da organizzazioni non governative, definisce i respingimenti durante i mesi della pandemia “una delle più grandi espulsioni di massa negli ultimi decenni”.
Il quotidiano britannico accusa i Paesi europei di aver “sistematicamente” respinto migliaia di rifugiati negli ultimi mesi, con il sostegno dell’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) e utilizzando “metodi illegali che vanno dall’aggressione alla brutalità durante la detenzione o il trasporto”.
A gennaio l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) ha aperto un’indagine su Frontex riguardo accuse di molestie, cattiva condotta e attività illegali volte a impedire ai migranti di raggiungere il territorio dell’UE.
Il Guardian ha dichiarato che sono stati documentati almeno 40.000 respingimenti da gennaio 2020, risultato di un inasprimento delle politiche migratorie in Italia, Malta, Grecia, Croazia e Spagna dall’inizio della pandemia, che ha portato all’imposizione di maggiori restrizioni lungo i confini.
Il Guardian accusa questi Paesi di aver “pagato Stati extra-UE e arruolato navi private per intercettare le imbarcazioni in difficoltà in mare e respingere i passeggeri, portandoli in centri di detenzione”.
Dall’inizio del 2020 ben 18.000 migranti sono stati respinti dalla Croazia, secondo quanto riportato dal Consiglio Danese per i Rifugiati.
La Border Violence Monitoring Network (BVMN), una coalizione di 13 ong, ha dichiarato che nel 2020 il 90 percento delle testimonianze raccolte dai migranti in Croazia hanno fatto riferimento ad abusi e all’uso sproporzionato della forza, un aumento di 10 punti percentuali.
Secondo BVMN, nel caso della Grecia lo stesso dato è stato pari all’89 percento. Il gruppo afferma che nello stesso periodo la Grecia ha respinto 6.230 richiedenti asilo.
Intercettazioni con il sostegno dell’Italia
Secondo i dati dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), da gennaio 2020 le autorità libiche hanno intercettato e riportato indietro con il sostegno dell’Italia circa 15.500 richiedenti asilo, mentre centinaia di essi sono annegati senza l’intervento né della Libia né dell’Italia.
Il quotidiano cita il caso del naufragio di un gommone ad aprile che ha portato alla morte di 130 migranti, in cui l’ong SOS Méditerranée ha accusato i due Paesi di aver ignorato le richieste di soccorso.
Il Guardian sottolinea come i respingimenti delle autorità libiche abbiano portato al ritorno di migliaia di persone nei centri di detenzione libici, dove secondo testimonianze dirette vengono sottoposti a torture.
Il quotidiano ricorda anche come almeno cinque imbarcazioni di ong siano ancora bloccate nei porti italiani per ragioni amministrative e cita l’inchiesta realizzata insieme a Domani e Rai News che ha portato alla pubblicazione di intercettazioni realizzate dalla procura di Trapani delle conversazioni tra le guardie costiere libiche e italiane, che dimostrerebbero come le difficoltà delle autorità libiche a rispondere alle richieste di soccorso abbiano portato alla morte di centinaia di migranti.
(da TPI)

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IL 14% DEI PAESI RICCHI AVRA’ IL 53% DELLE DOSI DEL VACCINO: LA BOMBA SOCIALE CHE L’EUROPA FINGE DI NON VEDERE

Maggio 6th, 2021 Riccardo Fucile

SOLO IL 18% DEGLI ESSERI UMANI SARA’ VACCINATO NEL 2021, LA PANDEMIA ALLARGA LE DISEGUAGLIANZE… SOLO BIDEN E CUBA HANNO CAPITO CHE E’ UN’EMERGENZA MONDIALE E NE VA DEL BENESSERE DI TUTTI

Ogni cittadino canadese ha a disposizione in media 5 dosi di vaccino contro il Covid. Su 10 cittadini kenyoti, invece, solo uno potrà vaccinarsi.
Queste sono le crude proporzioni della pandemia, che evidenziano sempre di più il gap tra ricchi e poveri, sia sul piano individuale che fra gli Stati.
Se in Europa il nodo-vaccini è prevalentemente una questione di logistica e di tempi, in altri 67 Paesi la questione è ben più grave: non c’è alcuna certezza di iniziative finalizzate alla copertura sanitaria dei cittadini.
Un rapporto di People’s Vaccine Alliance – rete che include le Ong Amnesty International, Oxfam, Global Justice Now e altri – afferma che le nazioni ricche hanno accumulato dosi sufficienti per vaccinare la loro popolazione tre volte, con picchi di cinque, come nel caso del Canada.
Lo sbilanciamento è fortissimo: il 14% della popolazione ricca detiene il 53% delle dosi di vaccino anti-Covid a disposizione del mercato sul breve termine. Questo significa che, senza un cambio di passo, secondo le stime, solo il 18% degli esseri umani sarà vaccinato nel 2021.
“A nessuno dovrebbe essere impedito di ottenere un vaccino salvavita a causa del Paese in cui vive o della quantità di denaro che ha in tasca. Ma, a meno che qualcosa non cambi radicalmente, miliardi di persone in tutto il mondo non riceveranno un vaccino sicuro ed efficace per Covid-19 per gli anni a venire”, ha affermato Anna Marriott, responsabile delle politiche sanitarie di Oxfam nel cercare di spiegare la situazione.
Pfizer, Oxford, Moderna e altre case farmaceutiche stanno infatti facendo di tutto per aumentare l’offerta, ma la maggior parte dei cosiddetti Paesi in via di sviluppo non ha ancora firmato un accordo con queste aziende, di fatto restando esclusa dalla distribuzione per incapacità nel competere con le super potenze.
Nonostante il disperato appello di People’s Vaccine Alliance, che chiedeva una condivisione della proprietà intellettuale alle case farmaceutiche per favorire la diffusione del vaccino, le dosi per i Paesi poveri non sono all’orizzonte, almeno non nel breve termine.
La speranza è che la Covax Alliance – un’organizzazione che comprende diversi soggetti fra cui l’Oms, l’Unicef e la Melinda & Bill Gates Foundation – riesca a fornire quante più dosi e quanto più velocemente. Tuttavia, nella migliore delle ipotesi, a quanto sembra la fine dell’incubo non si vedrà a breve.
C’è poi un’altra speranza – di cui abbiamo già parlato su TPI – da Cuba: lo Stato socialista, che da 60 anni fa i conti un blocco economico e commerciale, sta sviluppando quattro vaccini contro il Covid-19 totalmente no-profit e pubblici.
Come tutti gli altri vaccini prodotti dal Paese nel passato, saranno venduti a un prezzo molto basso agli Stati che lo vorranno comprare, colmando parzialmente il divario di possibilità dato dalle logiche di mercato.
Non solo sanitario: il divario cresce anche tra le economie
“Il Coronavirus ha unito il mondo nella paura, ma nelle risposte agli effetti lo ha diviso ancora di più”, almeno secondo il direttore esecutivo di Oxfam, Gabriela Bucher.
Nel 2021 il divario fra individui ricchi e individui poveri è previsto in crescita e i cittadini dei Paesi poveri hanno già sperimentato sulla propria pelle difficoltà ben peggiori di chi è nato in uno Stato economicamente più sviluppato. Più di un terzo della popolazione mondiale – circa 2,7 miliardi di persone – non ha infatti ricevuto aiuti dal governo durante la pandemia, sempre secondo Oxfam, con differenze enormi tra Paesi ricchi e poveri.
Da un report dell’Onu emerge infatti che la pandemia di Coronavirus sta spingendo il numero di persone che necessitano di assistenza umanitaria a nuovi massimi, aumentando drasticamente le sacche della povertà estrema in un solo anno.
Nel 2021 una persona su 33 avrà bisogno di aiuti per soddisfare i bisogni di base come cibo, acqua e servizi igienico-sanitari, con un preoccupante aumento del 40% rispetto all’anno in corso. Ciò si traduce in 235 milioni di uomini e donne caduti in povertà assoluta in tutto il mondo con maggiori concentrazioni in Siria, Yemen, Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo ed Etiopia.
Quella che si prospetta è una vera e propria bomba politica e sociale che rischia di destabilizzare le società di buona parte del pianeta. Chiudersi nella fortezza Europa, lo abbiamo visto, non serve a niente. Il Covid va trattato per ciò che è: un’emergenza globale. Ne va del benessere di tutti.
(da TPI)

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LA SOSPENSIONE DEI BREVETTI SUI VACCINI E’ GIUSTA ED E’ LIBERALE

Maggio 6th, 2021 Riccardo Fucile

STONA LO SLOGAN “GIU’ LE MANI DAL MERCATO, NON TOCCATE I BREVETTI”

“I brevetti non vanno toccati, giù le mani dal libero mercato”. La prima reazione, di pancia, di tanti editorialisti e politici liberali e liberisti di fronte alla decisione di Biden di sospendere la proprietà intellettuali dei vaccini anti-Covid è di sdegno.
Ma come tutte le reazioni istintive, nel giro di mezz’ora si dimostra miope e fallace. Perché sospendere i brevetti, oggi, maggio 2021, dopo 15 mesi di pandemia, non solo è una decisione giusta ma soprattutto è giusta prerogativa di uno stato liberale. Insomma, qui non c’entra nulla la solita polemica fra stato e mercato, fra socialismo e capitalismo.
Qui non c’è nessun tentativo di castrare la libera iniziativa economica né assoggettare il privato al pubblico. E il fatto che la storica decisione venga proprio dagli Stati Uniti, patria del business più sfrenato e del mito del self made man, dovrebbe far riflettere, o quanto meno consigliare reazioni meno ideologiche e più ancorate al reale. Più buon senso, meno manuali teorici.
Del resto il cuore della questione è spiegato bene dalle poche parole con cui la rappresentante Usa per il commercio Katherine Tai ha spiegato il perché della scelta americana.
“Si tratta di una crisi sanitaria mondiale e le circostanze straordinarie della pandemia invocano misure straordinarie”. L’America ha ancora una volta insegnato al mondo come qualsiasi ideologia, applicata in maniera ortodossa e ottusa, sia parte del problema e non la soluzione.
Viviamo in uno stato d’eccezione da più di un anno e come succede in casi come questi lo stato liberale e un sistema economico capitalista hanno il dovere di perseguire accanto al tornaconto del singolo il bene comune, laddove parliamo del bene comune per eccellenza e cioè la Salute.
Senza scomodare il vecchio detto hobbesiano primum vivere, deinde philosophari, la pandemia ha costretto gli stati a dover garantire il più elementare dei diritti, quello alla sopravvivenza, e gli stati liberali non fanno eccezione.
Del resto le democrazie occidentali hanno già dovuto fare i conti con massicce dosi di restrizione di libertà individuali a causa del Covid: lockdown e limiti alla circolazione ne sono il perfetto esempio.
Purtroppo i sostenitori del libero mercato a tutti i costi, che si ergono a difesa dei profitti di Big Pharma in quanto proprio quei profitti giustificano i massicci investimenti privati in ricerca e sviluppo, sono oggi fuori tempo.
Quando basterebbe andare a rileggere la filosofia di un vecchio economista di cultura profondamente liberale e strumentalmente marchiato come socialista, John Maynard Keynes, per capire come Stato e mercato possono coesistere, senza che il primo schiacci il secondo, soprattutto in tempi straordinari come quelli che stiamo vivendo. Stato che in tempi di crisi ha l’obbligo d’intervenire per proteggere la società, sostenendo la domanda, facendo investimenti pubblici, accettando di fare “debito buono” come direbbe Draghi – altro profondo liberale – e, perché no, sospendendo i diritti di proprietà intellettuale per salvare quante più vite possibile.
Peraltro non va dimenticato che le varie Pfizer, Moderna, AstraZeneca e J&J sono riuscite a dare dei vaccini efficaci in tempi brevissimi non solo per la prospettiva della giusta ricompensa al rischio d’impresa, e cioè la generazione di utili, ma anche perché i tanti vituperati Stati hanno messo sul piatto miliardi di soldi pubblici.
L’ho ha fatto l’ex presidente Trump con l’operazione “Warp Speed”, grazie alla quale Moderna, Astrazeneca e Johnson&Johnson sono riuscite ad assicurarsi finanziamenti per diversi miliardi di dollari.
L’ho ha fatto la Merkel con i 350 milioni di euro dati a Biontech, partner di Pfizer, a cui vanno aggiunti altri 100 milioni elargiti dalla Banca europea degli investimenti. Insomma, quello dei vaccini finora è un caso virtuoso di rapporto fra pubblico e privato, fra diritto alla salute e iniziativa economica privata. Per una volta l’articolo 32 della Costituzione italiana non ha fatto a pugni con l’articolo 41. Perché rompere l’incantesimo proprio ora urlando fuori sincrono lo slogan “giù le mani dai brevetti”?
(da Huffingotnpost)

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BIDEN “LIBERA” I VACCINI, UE PRONTA A DIALOGO, DRAGHI: “ABBATTERE OSTACOLI”

Maggio 6th, 2021 Riccardo Fucile

USA VOGLIONO SOSPENDERE I BREVETTI SUI VACCINI ANTI-COVID… OMS: “SVOLTA STORICA”… DELUSE LE BIG PHARMA

L’annuncio degli Stati Uniti di essere a favore della sospensione dei brevetti per i vaccini anti Covid-19, allo scopo di accelerare la produzione e la distribuzione delle dosi nel mondo, ha ricevuto commenti contrastanti. Con l’Oms che parla di “svolta storica” mentre le Big Pharma fanno emergere la loro delusione. L’Unione europea dal canto suo si dice pronta a discutere la proposta americana.
Von der Leyen: “Pronti a discutere la proposta Usa”. “L’Ue è pronta a discutere qualsiasi proposta che affronti la crisi” del Covid “in modo efficace e pragmatico. Questo è il motivo per cui siamo pronti a discutere di come la proposta degli Stati Uniti per una deroga alla protezione della proprietà intellettuale” dei brevetti “per i vaccini Covid potrebbe aiutare a raggiungere tale obiettivo”. Così la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, nel suo intervento sullo stato dell’Unione.
I leader Ue discuteranno della condivisione dei vaccini, compresa “la rinuncia al Trips”, l’accordo internazionale a tutela della proprietà intellettuale, in occasione del vertice informale al via domani a Porto, annuncia su Twitter il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, aggiungendo che “l’Ue è pienamente impegnata ad eliminare ogni barriera che ostacoli la lotta globale al Covid-19″.
“Tutti i Paesi devono consentire l’esportazione ed evitare di interrompere le catene di approvvigionamento. Dobbiamo sviluppare la capacità di produzione globale con il sostegno finanziario dell’Ue per i partner in via di sviluppo”.“Ora che la produzione di vaccini sta per centrare i nostri obiettivi, è tempo di aprire, come pianificato, una nuova fase: affrontare la questione dei brevetti per aumentare la produzione globale negli anni a venire” scrive su Twitter il commissario europea al Mercato interno, Thierry Breton, aggiungendo che “l’Ue continuerà ad esportare nel mondo” e invitando “gli altri Paesi produttori a fare lo stesso”.
Mario Draghi: “I vaccini sono un bene comune globale”. Il presidente del Consiglio Mario Draghi commenta la proposta di Biden dicendo che “i vaccini sono un bene comune globale. È prioritario aumentare la loro produzione, garantendone la sicurezza, e abbattere gli ostacoli che limitano le campagne vaccinali”. Roberto Speranza scrive su Fb che “la svolta di Biden sul libero accesso per tutti ai brevetti sui vaccini è un importante passo in avanti. Anche l’Europa deve fare la sua parte. Questa pandemia ci ha insegnato che si vince solo insieme”.
La Germania ha dato la disponibilità a discutere, mentre Emmanuel Macron si è detto “del tutto favorevole” alla proposta di Joe Biden. Intanto la Russia, annuncia Vladimir Putin, è pronta a sostenere l’idea di eliminare la protezione dei brevetti dai vaccini contro il coronavirus.
Federazione aziende farmaco: “Usa deludenti sui brevetti”. La posizione del governo Usa, annunciata dal presidente Biden, che si schiera per la sospensione temporanea dei brevetti dei vaccini anti-Covid, è “deludente”. È la presa di posizione dell’Ifpma, la Federazione internazionale dei produttori e delle associazioni farmaceutiche. “Nel mezzo di una pandemia mortale, l’amministrazione Biden ha preso la decisione senza precedenti di minare la nostra risposta globale alla pandemia e compromettere la sicurezza”, afferma Stephen Ubl, presidente e ceo di Pharmaceutical Research and Manufacturers of America.
Oms: “Momento monumentale”. Per il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, si tratta di un “momento monumentale nella lotta contro il Covid-19”, “un esempio potente della leadership degli Stati Uniti per affrontare le sfide sanitarie globali”. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres “plaude al sostegno senza precedenti degli Usa” alla revoca delle protezioni della proprietà intellettuale per i vaccini anti-covid. Ciò “offre ai produttori l’ opportunità di condividere sapere e tecnologia che consentiranno l’espansione dei vaccini prodotti localmente e di aumentare in modo significativo la fornitura al Covax”. “Dobbiamo poi garantire che i Paesi dispongano dei materiali necessari a produrre i vaccini”, ha aggiunto ribadendo che “nessuno sarà al sicuro dal virus finché non saremo tutti al sicuro”.
Msf: “Decisione coraggiosa”. Dagli Usa arriva la voce di Medici senza frontiere: “MSF plaude alla decisione coraggiosa del governo degli Stati Uniti di sostenere la sospensione temporanea dei brevetti e dei diritti di proprietà intellettuale sui vaccini Covid-19 durante questo periodo di necessità globale senza precedenti. È fondamentale che questa rinuncia sospensione non si applichi solo ai vaccini, ma riguardi anche i farmaci e i test diagnostici in modo tale da per aiutare a frenare la diffusione della pandemia, come proposto nell’ottobre 2020”.
(da Huffingtonpost)

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PERQUISITA LA CASA DEL SINDACO LEGHISTA DI FOGGIA, SEQUESTRATO IL CELLULARE INSIEME A DOCUMENTI

Maggio 6th, 2021 Riccardo Fucile

PROBABILE LO SCIOGLIMENTO DEL COMUNE PER INFILTRAZIONI MAFIOSE

Documenti e telefonini sono stati sequestrati dagli agenti di polizia dopo la perquisizione, fatta nei giorni scorsi, a casa dell’ex sindaco di Foggia Franco Landella (Lega) che ha rassegnato le sue dimissioni ieri.
Secondo quanto si apprende, i poliziotti avrebbero portato via i cellulari dell’ex primo cittadino e della moglie oltre ad alcuni documenti.
Landella ha rimesso ieri il proprio mandato. Complessivamente sono tre i consiglieri di maggioranza arrestati nel Comune di Foggia dove è al lavoro anche una commissione del Viminale per verificare eventuali infiltrazioni della criminalità. Ieri Landella ha annunciato le sue dimissioni. Il suo nome era tra quelli finiti nella relazione consegnata dalle forze dell’ordine ai membri della commissione del ministero dell’Interno. Che dovrà decidere se sciogliere o meno il Comune per infiltrazioni mafiose.
Il ministro dell’Interno, nelle scorse settimane, ha insediato una commissione per valutare se esistono le condizioni per lo scioglimento. Si parla di “collegamenti ambigui e discutibili di amministratori con soggetti orbitanti, se non appartenenti, a gruppi mafiosi locali”.
Secondo i racconti dei siti locali i clan hanno condizionato l’attività amministrativa del Comune nei lavori pubblici, i tributi, i servizi cimiteriali, dall’appetito famelico dei clan. Lo scopo è appropriarsi del controllo di strade e quant’altro in ogni angolo della città. E in qualsiasi momento.
Nella relazione consegnata ai membri della commissione è presente un paragrafo dedicato al primo cittadino. Eletto nel 2014 e confermato nel 2019 alla guida del comune. Che secondo il documento raccontato dal Fatto è “dilaniato dalle guerre tra le batterie “Moretti-Pellegrino”,“Sinesi – Francavilla” e “Trisciuoglio – Prencipe -Tolonese ” che negli ultimi anni avevano deciso di cambiare strategia: superando la spartizione del territorio e le sanguinose faide, avevano optato per una cassa comune in cui i soldi delle estorsioni sarebbero stati divisi fra i tre gruppi”.
(da agenzie)

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ZINGARETTI A UN PASSO DALL’ACCETTARE LA CANDIDATURA A SINDACO DI ROMA

Maggio 6th, 2021 Riccardo Fucile

LA MELONI FURIOSA CONTRO CHI NEL CENTRODESTRA VORREBBE SI PRESENTASSE CANDIDATA SINDACO

I sondaggi interni sembrano aver scalfito gli annunci del passato. E ora Nicola Zingaretti sembra pronto a cedere alle lusinghe di Enrico Letta e accettare la candidatura a sindaco di Roma.
Sabato sarà il giorno in cui il Partito Democratico svelerà le sue carte per la capitale e la convergenza – quasi universale – è sul nome dell’attuale Presidente della Regione Lazio.
Solo qualche settimana fa, però, lo stesso ex segretario dem aveva annunciato pubblicamente il proprio “rifiuto”. Ora, però, le convinzioni sembrano essere cambiate.
A raccontare i retroscena all’interno del Pd è Il Fatto Quotidiano che sottolinea come il ripensamento sia figlio di un accordo interno, anche con vista sulla conseguente nuova tornata elettorale per rinnovare la giunta alla guida della Pisana (sede della Regione Lazio).
Anche se la possibilità sembrava ormai tramontata, con ogni probabilità sarà Nicola Zingaretti. Enrico Letta ce la sta mettendo tutta per creare le condizioni e convincerlo. E Francesco Boccia, responsabile Enti locali dem, sta conducendo una trattativa sia sulla Capitale sia su Napoli nel nome dell’unità della coalizione Pd-M5S.
Insomma, ci sarebbero grandi manovre che portano a Roma per poi ripartire dalla capitale per molte altre elezioni amministrative. E poi ci sono i sondaggi, quelli interni. Si parla di un vantaggio – ovviamente si tratta di un dato contestuale, ma non concreto – di circa 25 punti percentuali rispetto a Virginia Raggi. Mentre Carlo Calenda, con la candidatura di Nicola Zingaretti, rimarrebbe intorno al 4%
Al Nazareno si cerca anche una strategia, visto il ruolo ricoperto attualmente dall’ex segretario del PD, per non far accavallare le date per le amministrative a Roma e le (eventuali) Regionali. L’obiettivo è quello di formalizzare la candidatura al Campidoglio di Zingaretti a settembre. In questo modo si voterà per la capitale a ottobre e per la Regione Lazio a dicembre.
Il centrodestra non ha ancora un candidato sindaco per le prossime elezioni comunali di Roma, in programma in autunno, e Giorgia Meloni spegne le voci che la vorrebbero in corsa per la poltrona del Campidoglio: “C’è un sacco di gente che mi vorrebbe candidata, tendenzialmente tutti quelli che mi vorrebbero togliere dalle scatole”, ha dichiarato la leader di Fratelli d’Italia.
(da agenzie)

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FEDEZ RISPONDE ALLE ACCUSE DELLA RAI E PROMETTE BATTAGLIA

Maggio 6th, 2021 Riccardo Fucile

“SE LA RAI MI FA CAUSA, HO I MEZZI PER DIFENDERMI, MA SE FOSSE ACCADUTO A QUALCUN ALTRO?”

Poco dopo l’audizione di Franco Di Mare in Commissione Vigilanza Rai, Fedez ha preso la parola su Instagram e ha replicato alle accuse mosse dal direttore di RaiTre spiegando la storia del video della telefonata pubblicato sui suoi canali social e dicendosi pronto a rispondere qualora il caso dovesse finire in Procura (come paventato dal vertice del Terzo Canale della tv pubblica e da alcuni parlamentari) per una causa civile.
“Si è riunita la commissione di vigilanza della Rai. Il direttore di Rai 3 mi accusa di manipolazione del video e allude al fatto che io avrei ordito un complotto con alcuni giornalisti – ha detto Fedez nelle stories pubblicate su Instagram -. Dall’altra parte la Lega propone di denunciarmi”.
Dopo questo breve cappello introduttivo, il rapper di Rozzano inizia e elencare alcune incongruenze che si sono palesate durante l’audizione di Franco Di Mare. E l’analisi parte proprio dalla pubblicazione di quel video che mostrava alcuni passaggi delle telefonata ricevuta: “Prima bugia davanti agli occhi di tutti. Perché io pubblico la telefonata? Perché la Rai appena scendo dal palco diffonde un comunicato in cui dice che non c’è stato nessun tentativo di intervento sul mio discorso. Io pubblico una telefonata in cui l’oggetto della conversazione è il tentativo di modificare il mio discorso, facendomi omettere nomi e fatti. A tutta la conversazione partecipa attivamente la vicedirettrice di Rai3”.
Altro punto di critica emerso nel discorso di Fedez riguarda il ruolo della Rai nella gestione del Concertone: “Il direttore di Rai3 sostiene che la Rai con il Primo Maggio non c’entri nulla e ne acquisisca solo i diritti. A maggior ragione sorge spontanea una domanda: a che titolo la vicedirettrice di Rai3 partecipa ad una conversazione in cui organizzazione e autori mi dicono di andare cauto nel fare nomi e cognomi e giudica lei stessa il mio intervento inopportuno?”.
La serie di stories Instagram si conclude con un pensiero: “Se al mio posto su quel palco ci fosse andato un artista meno privilegiato di me e che ha un po’ meno potere e se gli avessero chiesto di non fare nomi e cognomi, cosa avrebbe fatto? Avrebbe ceduto probabilmente. La stessa cosa probabilmente si ripropone per i lavoratori della Rai. Quanti all’interno della Rai, se questo è il metodo che viene utilizzato, devono scegliere tra la libertà di parola e dare da mangiare alle proprie famiglie? E’ giusto questo comportamento in una tv che si definisce di stato? Questa è la domanda”.
(da agenzie)

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ALBERTINI DICE NO A SALVINI E SI SFILA DALLA CORSA A SINDACO DI MILANO, POI L’AFFONDO: “SE FOSSI STATO ELETTO AVREI CHIAMATO SALA COME VICESINDACO E ANCHE ALCUNI SUOI ASSESSORI”

Maggio 6th, 2021 Riccardo Fucile

COSI’ MASSACRA IL LEGHISTA CHE HA SEMPRE FATTO POLEMICHE SUL NULLA

L’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini, si sfila dalla corsa alle Comunali di Milano, dopo essere stato indicato negli ultimi giorni come candidato del centrodestra in pole per guidare il Comune alle prossime amministrative di autunno.
In una lettera aperta scritta al quotidiano Libero, Albertini ringrazia e declina l’invito. Ma lancia una suggestione: “Se fossi stato candidato ed eletto, ecco il mio primo atto, da sindaco di Milano: chiedere a Beppe Sala d’entrare nella Giunta municipale, come vicesindaco, d’unirsi a me nel governo della città, magari accompagnato da alcuni assessori suggeriti da lui e/o dalle forze politiche responsabili che lo sostengono”.
“Stavo per cedere, per dire sì ma mi sono fermato davanti alla mia famiglia ‘bicellulare’ (siamo solo in due a vivere insieme) e a mia moglie non potevo infliggere un disagio, per lei così insopportabile, per un terzo quinquennio”.
“Alcuni sondaggi m’avevano inaspettatamente indicato come valido antagonista del sindaco uscente e Matteo Salvini aveva presentato, in pubblico e da solo, la mia candidatura” scrive Albertini. “Gli avevo fatto presente le mie contrarietà, di carattere personale e familiare, ad accettare il gravoso compito: avrei rivissuto, da carnefice e vittima, quella nuova fattispecie di reato: ‘il sequestro di persona del consenziente’ (come avevo definito la vita del sindaco di Milano) e una sicura crisi coniugale, essendo mia moglie contrarissima, oltre a ridurre considerevolmente il mio reddito”. Poi continua: “Dall’annuncio pubblico del leader della Lega, si era aperto un dibattito su media ed era cominciato un flusso costante, impetuoso di messaggi diretti, vocali e scritti di incoraggiamento (…) per le quali non troverò mai parole sufficienti per dire grazie”. Tra i tanti che gi hanno espresso parole di stima, Albertini ricorda Silvio Berlusconi: “che non mi ha fatto mancare il suo sostegno e la sua affettuosa amicizia”.
(da agenzie)

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